Legio II Italica

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Legio II Italica
Moneta di Gallieno raffigurante la legio II Italica[1]
Descrizione generale
Attiva165 - V secolo
Tipolegione romana
CampiCeleia (oggi Celje) dal 167;
Albing dal 173; Lauriacum dal 190 al V secolo.
Battaglie/guerreGuerre marcomanniche
Onori di battagliaDivitensium, Constans (costante e fedele)
Simboli
Simbololupa con gemelli
capricorno
cicogna
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La Legio II Italica fu una legione romana formata dall'imperatore Marco Aurelio[2] nel 165-166, assieme alla III Italica, in un periodo in cui l'Impero Romano stava combattendo su due fronti: in Germania ed in Partia. Il simbolo della legione era una lupa con i gemelli Romolo e Remo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Venne impiegata per respingere la grande invasione barbarica del 170 nell'ambito delle guerre marcomanniche. La prima fortezza di questa legione risulta essere stata posizionata a Ločica non molto distante dalla latina Celeia (oggi Celje), all'interno dell'appena costituita Praetentura Italiae et Alpium, a difesa dei confini settentrionali ed orientali dell'Italia.

Venne trasferita nel Norico lungo il Danubio, attorno al 173, a guardia del vicino popolo germanico dei Naristi. Il primo quartier generale fu stabilito ad Albing; durante il regno di Commodo (attorno al 190), fu trasferita nella vicina Lauriacum, la moderna Enns.

Nel 193, la II Italica marciò in Roma con l'imperatore Settimio Severo, che combatteva per il potere. Il nuovo imperatore la ricompensò con il titolo di Fidelis (leale) in riconoscimento del suo supporto. Successivamente Settimio Severo impiegò la II Italica contro le ribellioni di Pescennio Nigro e Clodio Albino, e nelle sue campagne contro i Parti.

Nel III secolo, l'appoggio delle legioni era cruciale per i candidati al trono. Ben conscio di questo fatto, Gallieno concesse alla II Italica il cognomina di VII Pia VII Fidelis (sette volte fedele, sette volte leale) per assicurarsi il suo appoggio.

In seguito alla riforma costantiniana dell'esercito romano numerosi distaccamenti legionari (vexillationes) che erano stati inviati lontani dalla base principale della "legione madre", non fecero più ritorno e vennero trasformati in unità legionarie indipendenti (di 1.000 armati circa). Questo è il caso della legio comitatensis chiamata Secundani Italiciani che al tempo della Notitia dignitatum apparteneva al Numerus intra Africam.[3][4]

Esistono testimonianze della II Italica che fosse ancora nel Norico all'inizio del V secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ RIC V 329; MIR 36, 993j; RSC 474a.
  2. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LV, 24.
  3. ^ Not.Dign., in partibus Occidentis, VII.
  4. ^ Not.Dign., in partibus Occidentis, V.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ritterling, voce Legio, in P-W, Stuttgart 1924-1925.
  • Parker, Roman legions, N.Y. 1993.
  • R.Syme, Some notes on the legions under Augustus, in JRS XXIII (1933).
  • A.Liberati – E.Silverio, Organizzazione militare: esercito, Museo della civiltà romana, Roma 1988.
  • Lawrence Keppie, The making of the roman army from republic to empire, Oklahoma 1998.
  • J.R.Gonzales, Historia de las legiones romanas, Madrid 2003.
  • G.Webster, The roman imperial army ao the I-II centuries AD, Oklahoma 1998.

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