Africa (diocesi)

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Diocesi d'Africa
Informazioni generali
Nome ufficialeDiocesis Africae
CapoluogoCartagine
Dipendente daPrefettura del pretorio d'Italia
Prefettura del pretorio d'Africa
Suddiviso inAfrica proconsolare
Byzacena
Numidia
Mauretania Sitifensis
Mauretania Caesariensis
Mauretania Tingitana
Evoluzione storica
Inizio314
Fine439
Preceduto da Succeduto da
Regno vandalico
Cartografia

La diocesi d'Africa (latino: Dioecesis Africae) era una diocesi del tardo Impero romano, che si estendeva sulle province del Nord Africa, escluso l'Egitto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La sua capitale era Cartagine, ed era subordinata alla Prefettura del pretorio d'Italia.

La diocesi comprendeva le province dell'Africa proconsolare (anche nota come Zeugitana), Byzacena, Mauretania Sitifensis, Mauretania Caesariensis, Numidia e Tripolitania.

La diocesi fu istituita in seguito alle riforme provinciali volute da Diocleziano e Costantino negli ultimi anni del III secolo e all'inizio del IV secolo e continuò a esistere fino all'invasione vandalica dell'Africa (anni 430).

La diocesi cessò di esistere nel 439, quando Cartagine cadde in mano ai Vandali; alcune delle sue province (le Mauritanie e parte della Numidia oltre alla Tripolitania) furono restituite ai Romani nel 442, ma furono di nuovo perdute in seguito al sacco di Roma del 455, allorché i Vandali conquistarono l'intera costa del Nord Africa, nonché Sicilia, Sardegna, Corsica e Baleari.

Le sue province rimasero in mano vandalica fino alla riconquista romana del Nord Africa a opera dell'imperatore Giustiniano I; dopo essere state riconquistate dai Romani, le province del Nord Africa furono nuovamente raggruppate, questa volta non in una diocesi ma nella prefettura del pretorio d'Africa.

La diocesi dell'Africa nel 400.

Vicarii dell'Africa[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Prosopography of the Later Roman Empire: Volume 2, AD 395-527, p. 369.
  2. ^ The Prosopography of the Later Roman Empire: Volume 2, AD 395-527, p. 697.

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