Campagne in Britannia di Quinto Lollio Urbico

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Campagne in Britannia di Quinto Lollio Urbico
parte delle guerre romane in Britannia
I limitari della provincia di Britannia nel 155, dopo la costruzione del secondo vallo.
Data139 - 143
LuogoCaledonia
EsitoVittoria romana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
16.500Sconosciuti
Perdite
SconosciuteSconosciute
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Le campagne in Britannia di Quinto Lollio Urbico furono una serie di operazioni militari svolte nella bassa Caledonia, avvenute nei primi anni di principato dell'Imperatore Antonino Pio e a opera del suddetto legatus Augusti pro praetore, aventi luogo dal 139 al 143. Questa guerra comportò la conquista dell'istmo a nord del Vallo di Adriano e, a partire dal 142, l'edificazione supervisionata da Urbico stesso del Vallo Antonino, terminata nel 144.

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

«[Antonino Pio] attraverso Quinto Lollio Urbico, un suo legato, vinse i Britanni e costruì un secondo vallo dopo aver ridotto all'obbedienza i barbari»

Poco dopo divenuto imperatore, Antonino Pio inviò in Britannia come nuovo Legato il berbero Quinto Lollio Urbico, uomo esperto d'armi che aveva servito come tribuno laticlavio nella Legio XXII Primigenia, legato di legione della X Gemina durante la terza guerra giudaica, ricoperto brevemente la carica di Console e operato come governatore in Germania inferiore.

Durante il primo anno di mandato, è possibile che Urbico abbia costruito un avamposto a nord del Vallo di Adriano, Habitancum, mettendo perciò fuori servizio la controparte di Blakehope, per poi riattivare Trimontium.

L'anno successivo accadde che la tribù britannica dei Briganti mosse ingiustificatamente guerra a un'altra popolazione barbarica all'interno dell'egemonia dei Romani, quindi Urbico dovette sconfiggerli. In seguito Antonino Pio, probabilmente per ingraziarsi i soldati e ottenere un minimo di prestigio militare, oltreché per una revisione strategica dovuta al disordine causato dai Britanni e il fatto che i Caledoni continuavano a essere una minaccia, ordinò a Urbico di occupare la cosiddetta "terra degli stranieri". La nuova linea di confine avrebbe dovuto correre dalla foce del fiume Clota a quella del Bodotria.

Forze in campo[modifica | modifica wikitesto]

Romani

Il governatore Urbico rilevò vexillationes delle tre legioni stanziate nella provincia (la II Augusta a Isca Silurum, la VI Victrix a Eburacum e la XX Valeria Victrix a Castra Devana), oltreché dalla VIII Augusta (ad Argentoratae, in Germania superiore) e la XXII Primigenia (a Castra Vetera II, nella inferiore), in aggiunta a nove unità ausiliarie, detenendo così il comando d'un esercito pari a circa 16 500 armati.[1]

Britanni
Lo stesso argomento in dettaglio: Organizzazione militare dei Britanni.

Le popolazioni celtiche coinvolte nella guerra furono: Brigantes, Votadini, Selgovae (lungo gli attuali confini meridionali della Scozia), i Damnonii dello Strathclyde ed i Novantae della regione del Dumfries e del Galloway.

Campagne[modifica | modifica wikitesto]

Antonino Pio: Sesterzio[2]
ANTONINUS AVG PI US P P TR P COS III, testa laureata a destra. BRITANNIA S C (in basso), la BRITANNIA seduta su delle rocce, tiene in mano stendardi militari ed una lancia, alle spalle uno scudo.
20.14 g, coniato nel 143/144.
Antonino Pio: Asse[3]
AD ANTONINUS AVG PI US P P TR P XVIII, testa laureata a destra. BRITANNIA COS III S C (in basso), la BRITANNIA seduta sulle rocce si riposa, un vessillo ed uno scudo di fronte a lei.
9.71 g, coniato nel 154.
139
Urbico iniziò forse rendendo inoperativo il fortino di Longovicium, e poi fece ricostruire il forte di Corbridge,[4] utilizzato come testa di ponte per lanciare una nuova campagna nel Northumberland.
140
L'avanzata procedette anche l'anno successivo verso nord-nord-ovest, lungo la strada militare già percorsa da Gneo Giulio Agricola (la Dere Street), costruendo nuovi forti che presidiassero la regione appena conquistata ad High Rochester (nel Northumberland[5]) e forse a Newstead in direzione del Firth of Forth. Entrambi questi siti, altrettanto simili ad installazioni militari come quelle di Risingham, Chew Green, Cappuck e Elginhaugh, furono molto probabilmente utilizzati come basi da cui lanciare attacchi contro le tribù delle pianure dei Votadini ad est e dei Selgovae ad ovest.
141
L'anno seguente potrebbe, dopo aver riattivato un'importante via di rifornimento terrestre come la Dere Street, aver creato un forte di approvvigionamento a Carriden per il deposito di grano ed altri prodotti alimentari, prima di procedere contro la tribù dei Damnonii che abitavano i territori dello Strathclyde. È quindi probabile che Lollio Urbico sia riuscito nell'impresa di occupare la Scozia meridionale già da quest'anno, utilizzando prevalentemente la stessa legio II Augusta.
142
E così attorno agli inizi dell'anno successivo, si procedette a completare il piano militare con la costruzione di una nuova barriera, oggi nota come vallo Antonino, costituita da un vallum di terra ed una palizzata di legno lunga 60 km (oltre a 19 tra forti e fortini militari), tra l'istmo del Forth-Clyde (142 circa). Lo stesso governatore procedette personalmente a visionare l'avanzamento dei lavori, anche presso i forti di Balmuildy,[6] Newstead e Risingham. Oltre alla linea difensiva del vallo furono costruiti alcuni forti lungo le coste sia nella parte orientale (come ad Inveresk) sia in quella occidentale (come a Outerwards e Lurg Moor), che dovrebbero essere considerati come avamposti o basi di approvvigionamento. A questi andrebbero poi aggiunti alcuni forti, anche di discreta dimensione, più a nord, lungo il limes del Gask Ridge, come Ardoch, Strageath, Bertha[7] e probabilmente Dalginross e Cargill.[8] Non a caso la monetazione degli anni 142 e 143 commemorano la vittoria contro le genti celtiche in Britannia.
143
È stato forse solo dopo che le difese del nuovo vallo erano terminate che Lollio Urbico rivolse la sua attenzione alle tribù della penisola del Dumfries e Galloway, abitata dai Novantae (più tardi facenti parte della confederazione dei Meati).
155-157
Una quindicina di anni più tardi, si ebbe una nuova crisi, quando i Briganti si rivoltarono e costrinsero le armate romane a ritirarsi all'antico vallum Hadriani, sebbene questa ribellione fosse stata inizialmente repressa dall'allora governatore, Gneo Giulio Vero. Sembra che il confine del vallo di Antonino fu rioccupato un solo anno più tardi, per poi essere abbandonato definitivamente nel 163-164.[9]

Conclusioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campagne in Britannia di Settimio Severo.

Dopo la morte di Antonino Pio, i territori a nord del vallo di Adriano furono abbandonati attorno al 163/164 sotto il principato di Marco Aurelio e Lucio Vero. Negli anni che seguirono, durante l'ultimo periodo del regno di Marco Aurelio, alcuni forti a nord del vallo di Adriano furono rioccupati, come quello di Newstead ed altri sette di minori dimensioni. Non fu, infatti, un caso che ben 5.500 sarmati Iazigi furono inviati in Britannia nel 175 a protezione dei suoi confini, come ci racconta Cassio Dione Cocceiano.[10]

Nuovi scontri occorsero in seguito, poco dopo la morte dell'imperatore filosofo (nel 180), per i quali il figlio Commodo fu costretto ad intervenire lungo i confini settentrionali della Britannia, per respingere alcune invasioni di genti barbare che si erano spinte fino oltre il vallo di Adriano. Il successo di queste operazioni militari gli valse nel 184 il titolo di Britannicus. L'ultimo tentativo di spingersi più a nord fu però ad opera dell'imperatore Settimio Severo negli anni 208/209-211 con nuove campagne militari.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hanson (2003), p. 203.
  2. ^ Roman Imperial Coinage, Antoninus Pius, III, 742.
  3. ^ Roman Imperial Coinage, Antoninus Pius, III, 934.
  4. ^ AE 1936, 75a; RIB-1, 1148; forte costruito dai legionari della II Augusta.
  5. ^ RIB-1, 1276; qui fu posizionata la cohors I Lingonum equitata.
  6. ^ RIB-1, 2191 e 2192; forte costruito dai legionari della II Augusta.
  7. ^ L.Keppie, Scotland's Roman Remains, Edinburgh 1986.
  8. ^ D.J.Woolliscroft & B.Hoffmann, Romes First Frontier. The Flavian occupation of Northern Scotland, 2006.
  9. ^ Breeze (2006), p. 167.
  10. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXXI, 16.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • D.J.Breeze, Britannia, in Il mondo di Roma imperiale: la formazione, a cura di J.Wacher, Ed. Laterza, Bari 1989.
  • (EN) D. Breeze, The Antonine Wall, Edimburgo, 2006, ISBN 0-85976-655-1.
  • N.Field, Rome's northern frontier AD 70-235. Beyond Hadrian's wall, Oxford & New York 2005. ISBN 1-84176-832-4
  • S.Frere, Britannia: a History of roman Britain, Londra 1998. ISBN 0-7126-5027-X.
  • J.R.Gonzalez, Historia de las legiones romanas, Madrid 2003.
  • (EN) W.S. Hanson, The Roman Presence: Brief Interludes, in Scotland After the Ice Age: Environment, Archaeology and History, 8000 BC - AD 1000, Edimburgo, 2003.
  • Y.Le Bohec, L'esercito romano, Roma 1992.
  • C.Scarre, Chronicle of the roman emperors, New York, 1999. ISBN 0-500-05077-5.
  • C.Scarre, The penguin historical atlas of ancient Rome, London 1995. ISBN 0-14-051329-9
  • J.Wacher, Roman Britain, London, Toronto & Melbourne 1980.
  • G. Webster, The roman imperial army, Londra-Oklahoma 1998. ISBN 0-8061-3000-8

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]