Battaglia di Resena

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Battaglia di Resena
parte della campagna sasanide di Gordiano III
Gordiano III, il vincitore della battaglia, aveva diciannove anni, e il comando effettivo dell'esercito era di suo suocero, il prefetto del pretorio Timesiteo
Data243
LuogoResena in Mesopotamia
EsitoVittoria romana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Sconosciuti150/170.000 armati
(13 legioni al completo,
14 vexillationes legionarie
oltre a numerosi auxilia) lungo l'intero limes orientale (metà o 1/3 dei quali, impiegato nella "campagna militare di invasione").[1][2][3][4][5]
Perdite
PesantiSconosciute
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia di Resena fu combattuta nel 243 tra l'esercito romano dell'imperatore Gordiano III e l'esercito sasanide di Sapore I, nei pressi di Resena: i Romani furono vincitori.

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campagna sasanide di Gordiano III.

Il giovane imperatore Gordiano III, dopo aver fatto aprire le porte del tempio di Giano[4][6][7][8] (nel 242) e, dopo aver mobilitato l'esercito, marciò personalmente verso Oriente, con il comando effettivo della campagna affidato a Timesiteo e all'altro prefetto del pretorio, Gaio Giulio Prisco. Giunto ad Antiochia (forse sul finire dell'anno), che sembra riconquistò dopo essere caduta in mano a Sapore I,[9] passò l'Eufrate a Zeugma, sconfiggendo ripetutamente i Persiani e strappando loro Carre e Nisibis.[10][11][12]

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

La campagna romana del 243 culminò con una netta vittoria romana, dopo l'occupazione di Carrhae ed Edessa. Lo scontro più importante fu proprio a Resena, dove ottennero una vittoria decisiva, riprendendo la città,[13] ma soprattutto tornando ad occupare parte dei territori dell'alta Mesopotamia ed Osroene, andati perduti qualche anno prima (239-241).

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Mesiche.

Lo stesso imperatore tornato a svernare nella provincia romana di Siria, stava progettando una nuova campagna per l'anno successivo, con lo scopo di raggiungere ed occupare la capitale nemica, Ctesifonte,[10][14] quando il suocero, Timesiteo morì.[13][15] Senza l'esperienza militare ed il carisma del suocero, Timesiteo, la campagna in territorio sasanide e la sicurezza stessa dell'imperatore erano ora a rischio.[13]

Il corso della guerra cambiò: Timesiteo, il vero vincitore della battaglia di Resena, fu quindi sostituito dal nuovo prefetto del pretorio, Filippo l'Arabo. A metà febbraio 244, i due eserciti si scontrarono ancora, a Mesiche, non lontano da Ctesifonte: questa volta fu forse Sapore a vincere. Gordiano morì, o in battaglia, o assassinato dai suoi uomini, e Filippo divenne il nuovo imperatore: per ottenere la pace da Sapore, Filippo dovette accettare un trattato molto oneroso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ J.R.Gonzales, Historia de las legiones romanas, p.730.
  2. ^ Erodiano, VI, 3.2.
  3. ^ Le forze stimate in 150/170.000 armati da parte romana (13 legioni al completo oltre a vexillationes di 14 altre legioni), significa considerare che buona parte di queste rimasero a difendere i confini imperiali (almeno la metà, pari a 85.000 armati), mentre la restante parte (l'altra metà), potrebbe aver costituito l'armata di "invasione".
  4. ^ a b Historia Augusta, Gordiani tres, 26, 3.
  5. ^ Yann Le Bohec, L'esercito romano, p. 34 e 45.
  6. ^ Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, IX, 2.
  7. ^ Aurelio Vittore, De Caesaribus, XXVII, 7-8; Epitome de Caesaribus, XXVII, 1-3.
  8. ^ Giovanni di Antiochia, Historia chronike, fram.147.
  9. ^ Historia Augusta, Gordiani tres, 26, 5.
  10. ^ a b Zonara, L'epitome delle storie, XII, 18.
  11. ^ Historia Augusta, Gordiani tres, 26, 6.
  12. ^ Historia Augusta, Gordiani tres, 27, 6.
  13. ^ a b c Zosimo, Storia nuova, I, 18.2.
  14. ^ Historia Augusta, Gordiani tres, 27, 7.
  15. ^ Historia Augusta, Gordiani tres, 28, 1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • J.Boardman, The Cambridge ancient history, Cambridge University Press, ISBN 0521301998, pp. 35–36.
  • J.R.Gonzales, Historia de las legiones romanas, Madrid 2003.
  • T.C.F.Hopkins, Wars, and Battles: The Middle East from Antiquity to the Rise of the new world, (Macmillan, 2007), p. 95.
  • Y.Le Bohec, L'esercito romano, Roma 2008.
  • E.Yarshater, The Cambridge History of Iran, vol. 3 The Seleucid, Parthian and Sassanian periods, Cambridge University Press, 1983, ISBN 052120092X, p. 125.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]