Arcidiocesi di Siracusa

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Arcidiocesi di Siracusa
Archidioecesis Syracusana
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaSicilia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Noto, Ragusa
 
Arcivescovo metropolitaFrancesco Lomanto
Vicario generaleSebastiano Amenta
Arcivescovi emeritiGiuseppe Costanzo,
Salvatore Pappalardo
Presbiteri138, di cui 105 secolari e 33 regolari
2.065 battezzati per presbitero
Religiosi40 uomini, 133 donne
Diaconi57 permanenti
 
Abitanti294.901
Battezzati285.000 (96,6% del totale)
StatoItalia
Superficie1.342 km²
Parrocchie76 (4 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleNatività di Maria Santissima
Santi patroniSan Marciano
IndirizzoPiazza Duomo 5, 96100 Siracusa, Italia
Sito webwww.arcidiocesi.siracusa.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Piazza duomo a Siracusa; sulla destra il palazzo arcivescovile e la cattedrale.
L'antica cattedrale di Siracusa, la chiesa di San Giovanni alle catacombe.
La festa di Santa Lucia a Siracusa.
Il santuario della Madonna delle Lacrime.

L'arcidiocesi di Siracusa (in latino Archidioecesis Syracusana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2022 contava 285.000 battezzati su 294.901 abitanti. È retta dall'arcivescovo Francesco Lomanto.

Santi patroni

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  • San Marciano - patrono principale dell'arcidiocesi di Siracusa
  • Santa Lucia - patrona principale della città di Siracusa e patrona secondaria dell'arcidiocesi
  • San Sebastiano martire - compatrono della città di Siracusa

Santi dell'arcidiocesi

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L'arcidiocesi si estende per quasi tutto il libero consorzio comunale di Siracusa, comprendendone 16 dei 21 comuni; ne sono esclusi i 5 comuni del comprensorio Eloro (Avola, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini) che afferiscono alla suffraganea diocesi di Noto.

Sede arcivescovile è la città di Siracusa, dove si trova la cattedrale della Natività di Maria Santissima. Importante luogo di culto mariano è il santuario della Madonna delle Lacrime. A Siracusa sorge anche l'antica cattedrale, la chiesa di San Giovanni alle catacombe.

Il territorio si estende su 1.342 km² ed è suddiviso in 76 parrocchie, raggruppate in 4 vicariati: Siracusa, Augusta-Melilli, Lentini e Palazzolo-Floridia.

La provincia ecclesiastica siracusana comprende le diocesi di Noto e di Ragusa.

Secondo la tradizione, la chiesa di Siracusa è fra le più antiche della cristianità. San Marciano, inviato dall'apostolo Pietro quando questi si trovava ancora ad Antiochia, giunse a Siracusa e divenne il protovescovo della sua chiesa. Questa tradizione si basa però su una fonte tardiva, l'Encomio di san Marciano, del VII secolo[1]. Mentre le più antiche testimonianze cristiane a Siracusa risalirebbero al II secolo e risiederebbero nelle catacombe di San Giovanni e di Santa Lucia.

(LA)

«Ecclesiam Syracusanam primam Divi Petri filiam et secundam post Antiochenam Christo dicatam»

(IT)

«La Chiesa siracusana è la prima figlia di San Pietro e la seconda consacrata a Cristo dopo quella di Antiochia»

Gli Atti degli Apostoli (28,12[2]), attestano che nel suo viaggio verso Roma, l'apostolo Paolo di Tarso, nell'anno 61, approdò a Siracusa e vi rimase tre giorni.

Data la sua posizione geografica e la sua importanza strategica, militare, commerciale e culturale nel Mediterraneo, la città di Siracusa dovette ricevere ben presto la nuova religione e vide fin dai primordi del cristianesimo formarsi una comunità. Malgrado gli elementi leggendari, non è da escludere che Marciano sia stato il primo vescovo della comunità cristiana di Siracusa, vissuto probabilmente a metà del III secolo.[3]

Nel IV secolo le tracce della vita cristiana si fanno più certe, ad iniziare dal martirio di santa Lucia. Secondo quanto scrive Eusebio di Cesarea, dopo l'editto di Milano l'imperatore Costantino indirizzò al vescovo di Siracusa Cresto una lettera per invitarlo al concilio di Arles del 314; è il primo vescovo siracusano storicamente documentato. Le fonti letterarie riportano in seguito i nomi dei vescovi: Germano, vissuto nel IV secolo; Eulalio, noto dalla vita di Fulgenzio di Ruspe e che prese parte al sinodo romano del 501; Stefano I, vissuto verso la metà del VI secolo al tempo di Belisario; un anonimo (forse Eleuterio), documentato nell'epistolario di papa Pelagio I (558 e 561); e Massimiano, nominato da Gregorio Magno suo vicario per tutta la Sicilia, cui succedette il vescovo Giovanni I, al quale il papa inviò il pallio. Le fonti epigrafiche hanno riportato alla luce i nomi dei vescovi Vesperio (o Cerapione) e Siracusio, vissuti in un'epoca non anteriore al IV secolo.

Come attesta l'epistolario di Gregorio Magno, fino agli inizi del VII secolo la Sicilia non aveva sedi metropolitane e, benché sottomessa politicamente all'impero bizantino, dipendeva dal punto di vista ecclesiastico dal patriarcato di Roma: di fatto tutte le diocesi siciliane erano suffraganee della diocesi di Roma. Solo dalla prima metà dell'VIII secolo, in seguito alle controversie sull'iconoclastia, la Sicilia fu sottratta dall'imperatore Leone III Isaurico alla giurisdizione di Roma e sottomessa al patriarcato di Costantinopoli (circa 732). L'accresciuta importanza della città, capitale del thema di Sicilia, favorì l'assegnazione del titolo metropolitano ai vescovi siracusani, documentato per la prima volta della Notitia Episcopatuum di Basilo l'Armeno (databile tra l'820 e l'842). Il primo arcivescovo potrebbe essere Marziano II[4] (prima del 787), di cui è stato scoperto il sigillo episcopale in greco.

Nella Notitia Episcopatuum redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI e databile all'inizio del X secolo, Siracusa compare al 13º posto tra le sedi metropolitane del patriarcato costantinopolitano, ed aveva giurisdizione su tutte le diocesi dell'isola, compresa Malta.[5] La situazione descritta da questa Notitia Episcopatuum è tuttavia puramente ideale; infatti nell'878 Siracusa fu conquistata dagli Arabi, che già avevano sottomesso il resto dell'isola; l'ultimo arcivescovo, Teodoro IV, fu deportato a Palermo; la comunità siracusana ebbe anche dei martiri, Giovanni e Andrea, con i figli Pietro e Antonio, deportati in Africa e uccisi dall'emiro Ibrahim; per i successivi due secoli non si hanno notizie sulla presenza cristiana nella città. I sigilli episcopali hanno trasmesso il nome di due arcivescovi di Siracusa (o di Sicilia), Leone e Nicola, vissuti fra X e XI secolo; molto probabilmente non risiedevano nell'isola, ed il titolo loro conferito era puramente onorifico.[6]

Siracusa venne conquistata dai Normanni nel 1086 e ristabilita come sede vescovile, non più metropolitana, con diploma di Ruggero d'Altavilla del 1093. La diocesi, che si estendeva nella parte sud-orientale dell'isola comprensivo del territorio dell'antica diocesi di Lentini, fu inizialmente dichiarata immediatamente soggetta alla Santa Sede (confermato nel 1169), ma nel 1188 divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Monreale. Primo vescovo fu Ruggero, consacrato da papa Urbano II.

Al concilio di Trento prese parte il vescovo Girolamo Beccadelli Bologna (1541-1560), il quale promosse la riforma del clero, indisse un sinodo diocesano nel 1553 e fece stampare un catechismo in lingua italiana. Al suo successore, Giovanni Orosco de Arzés (1562-1574), si deve la fondazione del seminario vescovile, istituito il 15 aprile 1566[7].

Il territorio della diocesi rimase immutato dai tempi dei Normanni fino all'Ottocento, quando, in concomitanza con la riorganizzazione delle diocesi siciliane, Siracusa dovette cedere porzioni di territorio a vantaggio della formazione di nuove diocesi: Caltagirone (12 settembre 1816), Piazza Armerina (3 luglio 1817) e Noto (15 maggio 1844). Queste decurtazioni trovarono la forte opposizione dei vescovi e dei notabili siracusani e furono accettate a malincuore dal clero diocesano, come emerge dalle parole dello storico e sacerdote Francesco Serafino, autore della voce su Siracusa nell'opera di Vincenzio d'Avino: «Non cessavano però i difficili tempi, avvicendavansi ognora i luttuosi avvenimenti, la cattedra di San Marciano e Siracusa invilivano, ammiserivano, ed eccetto il nome, quasi spegnevansi. Perdeva la prima l'onore del pallio, unica insegna di sua passata grandezza, scemavasi di giorno in giorno la giurisdizione episcopale, dimezzavasene, poscia laceravasi a brani la vasta diocesi...».[8]

Nel medesimo contesto tuttavia, Siracusa riacquisì la "passata grandezza". Infatti, il 27 marzo 1832, in forza della bolla Universalis Ecclesiae di papa Gregorio XVI, divenne diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.[9] In seguito, il 20 maggio 1844, fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana, in forza della bolla In suprema del medesimo papa Gregorio XVI, con tre suffraganee: Caltagirone, Piazza Armerina e Noto.

Nel 1868 l'arcidiocesi rimase vacante per la morte di mons. Angelo Robino; la sede vacante si protrasse anche per i tentativi del governo liberale di intervenire nella nomina dei vescovi, che era soggetta all'exequatur e alla pretesa di subentrare nel regio patronato ai precedenti monarchi, ossia di godere del diritto di presentazione dei vescovi. Dopo la frattura tra Chiesa e Stato con la presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, la Santa Sede rifiutò di concordare le nomine dei vescovi e tra il 1871 e il 1872 procedette a nomine unilaterali per le diocesi siciliane, scegliendo per Siracusa Giuseppe Guarino, che risultò inviso al governo.[10] Non ricevette mai l'exequatur, ma ebbe invece l'ingiunzione di lasciare il palazzo arcivescovile, da cui fu sfrattato con l'uso della forza, ma anche l'allontanamento coatto dalla diocesi e l'affidamento della diocesi a un vicario capitolare.[11]

Il 6 maggio 1950 cedette un'ulteriore porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Ragusa, che fu inizialmente unita aeque principaliter all'arcidiocesi di Siracusa fino al 1955. L'11 luglio successivo tuttavia il territorio diocesano si ampliò con il ritorno a Siracusa dei comuni di Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla e Palazzolo Acreide che nell'Ottocento erano stati ceduti alla diocesi di Noto.[12]

Dal 29 agosto al 1º settembre 1953 si verificò la lacrimazione di una statuetta del Cuore Immacolato di Maria. I vescovi siciliani già il 12 dicembre di quell'anno confermarono l'evento miracoloso. Il 6 novembre 1994 papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita pastorale a Catania e Siracusa, ha consacrato il Santuario della Madonna delle Lacrime, sorto sul luogo della lacrimazione miracolosa. Nel 2002 Giovanni Paolo II ha poi elevato il santuario alla dignità di basilica minore.

Il 2 dicembre 2000 sono state riorganizzate le sedi metropolitane siciliane e Siracusa ha ceduto le diocesi di Caltagirone e di Piazza Armerina rispettivamente all'arcidiocesi di Catania e all'arcidiocesi di Agrigento.

Il 15 dicembre 2004 il venerato corpo di santa Lucia ha fatto sosta per cinque giorni a Siracusa, città natia della vergine. Lo stesso evento è accaduto 10 anni dopo, nel 2014: infatti il corpo di santa Lucia, accompagnato dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia, ha fatto sosta a Siracusa dal 14 al 22 dicembre 2014.

Tra l'arcidiocesi di Siracusa e la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista" di Palermo il 15 luglio 2005 è stata stipulata una convenzione con la quale la Facoltà istituisce all'interno del corso di licenza in teologia, nella sezione di specializzazione in teologia dogmatica, l'indirizzo ecclesiologico con caratterizzazione mariologica. I corsi di laurea in teologia si svolgono anche presso Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio”.

Cronotassi dei vescovi

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Il più antico catalogo dei vescovi di Siracusa fu pubblicato nel 1520 da Cristoforo Schobar[13] che si basò su un antico manoscritto, detto Archetipo, ora non più esistente. L'Episcoporum Syracusanorum numerus riporta un elenco di 50 vescovi fino alla conquista araba dell'878[14]. Secondo lo storico Francesco Lanzoni[15], «codesto catalogo nella parte più antica non dipende dai dittici della chiesa siracusana, ma è una compilazione letteraria. Il compilatore, persuaso che San Marciano fosse stato il primo vescovo siracusano e discepolo personale di San Pietro, pose Marciano al primo posto, nella metà incirca del I secolo, e riempì lo spazio vuoto fino al 314 (in cui compare nei documenti contemporanei il primo vescovo siracusano dopo Marciano) vuoi con nomi fittizi, vuoi reduplicando, in parte, i nomi conosciuti dell'età susseguente». L'epigrafia, la sfragistica e l'archeologia hanno arricchito con nuovi nomi l'elenco episcopale siracusano e hanno aiutato a ridefinire meglio l'ordine e la cronologia dell'antico catalogo.
Per il primo millennio, la presente cronotassi considera solo 23 dei 50 nomi riportati dall'antico catalogo siracusano, quelli per i quali «si ha o si presume la certezza con alto grado di attendibilità»; a questi si aggiungono altri 6 vescovi, documentati da altre fonti ma assenti nel catalogo[16].

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 294.901 persone contava 285.000 battezzati, corrispondenti al 96,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1970 267.250 269.400 99,2 183 124 59 1.460 75 425 65
1978 290.800 293.870 99,0 184 124 60 1.580 70 495 67
1990 308.000 318.000 96,9 165 123 42 1.866 2 45 354 74
1999 331.000 335.000 98,8 164 121 43 2.018 48 357 76
2000 333.000 337.000 98,8 166 124 42 2.006 4 49 313 76
2001 335.000 339.000 98,8 165 123 42 2.030 4 49 313 76
2002 320.000 330.000 97,0 162 120 42 1.975 5 49 291 76
2003 320.000 330.000 97,0 151 118 33 2.119 5 38 255 76
2004 320.000 330.000 97,0 148 116 32 2.162 7 37 232 76
2010 320.000 330.000 97,0 136 105 31 2.352 13 34 163 76
2014 289.162 297.286 97,3 140 103 37 2.065 16 40 171 76
2017 290.215 297.313 97,6 135 111 24 2.149 37 29 136 76
2020 290.450 299.100 97,1 125 101 24 2.323 36 30 118 76
2022 285.000 294.901 96,6 138 105 33 2.065 57 40 133 76

Vicariato di Siracusa

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Il vicariato comprende il comune di Siracusa e le rispettive parrocchie:

Chiesa cattedrale Natività di Maria Santissima
Basilica santuario Madonna delle Lacrime
Parrocchia Maria Santissima Addolorata a Grottasanta
Parrocchia Maria Santissima Madre della Chiesa
Parrocchia Maria Santissima Madre di Dio
Parrocchia Maria Santissima della Misericordia e dei Pericoli
Parrocchia Maria Santissima Mediatrice di tutte le Grazie
Parrocchia Sant'Antonio da Padova
Parrocchia San Corrado Confalonieri
Parrocchia San Giacomo Apostolo ai Miracoli
Parrocchia San Francesco all'Immacolata
Parrocchia San Francesco d'Assisi
Parrocchia San Giovanni Evangelista e San Marciano
Parrocchia San Luca
Parrocchia Santa Lucia al Sepolcro
Parrocchia San Martino Vescovo
Parrocchia San Metodio
Parrocchia San Paolo Apostolo
Parrocchia San Pietro al Carmine
Parrocchia Santa Rita
Parrocchia San Tommaso al Pantheon
Parrocchia Sacra Famiglia
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Parrocchia Santissimo Salvatore
Parrocchia Santa Maria della Consolazione (Belvedere)
Parrocchia San Giuseppe (Cassibile)
Parrocchia Maria Stella del Mare (Fontane Bianche)

Vicariato di Augusta - Melilli

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Il vicariato comprende i seguenti comuni e le rispettive parrocchie:

Parrocchia Maria SS. Assunta (chiesa madre)
Parrocchia San Giuseppe Innografo
Parrocchia Cappella Ospedale Muscatello
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Parrocchia San Francesco di Paola
Parrocchia Santa Maria del Perpetuo Soccorso
Parrocchia Madonna del Buon Consiglio in S. Lucia
Parrocchia San Sebastiano in Sant'Andrea
Parrocchia San Nicola di Bari (Brucoli)
Parrocchia San Nicolò Vescovo (chiesa madre)
Parrocchia San Sebastiano Martire (basilica)
Parrocchia Sant'Antonio Abate
Parrocchia San Bartolomeo Apostolo (Città Giardino)
Parrocchia San Michele Arcangelo (Villasmundo)
Parrocchia Sant'Angelo Custode (chiesa madre)
Parrocchia San Giuseppe Operaio
Parrocchia Immacolata Concezione
Parrocchia San Giovanni Apostolo Evangelista (chiesa madre)
Parrocchia San Giuseppe
Parrocchia Santa Sofia Vergine e Martire

Vicariato di Lentini

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Il vicariato comprende i seguenti comuni e le rispettive parrocchie:

Parrocchia Immacolata Concezione (chiesa madre)
Parrocchia Santa Tecla
Parrocchia Cuore Immacolato di Maria e Sant'Anna
Parrocchia Santa Maria La Stella
Parrocchia Sant'Antonio Abate (chiesa madre)
Parrocchia Maria Santissima del Carmelo
Parrocchia San Francesco d'Assisi
Parrocchia Santa Maria La Cava e Sant'Alfio (ex cattedrale)
Parrocchia Cristo Re
Parrocchia Sant'Antonio da Padova
Parrocchia Santissima Trinità e San Marziano
Parrocchia Santa Croce
Parrocchia San Luca

Vicariato di Palazzolo - Floridia

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Il vicariato comprende i seguenti comuni e le rispettive parrocchie:

Parrocchia Sant'Ambrogio
Parrocchia Natività di Maria Santissima
Parrocchia Santa Maria degli Angeli e San Michele Arcangelo (chiesa madre)
Parrocchia Maria Santissima Ausiliatrice
Parrocchia San Pietro in Vincoli
Parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo
Parrocchia San Bartolomeo Apostolo (chiesa madre)
Parrocchia San Giovanni Bosco
Parrocchia San Francesco d'Assisi
Parrocchia Santa Lucia Vergine e Martire
Parrocchia Maria Santissima del Carmelo
Parrocchia San Nicolò Vescovo (chiesa madre)
Parrocchia San Sebastiano (basilica)
Parrocchia San Michele Arcangelo
Parrocchia Sant'Antonio Abate
Parrocchia San Paolo Apostolo (chiesa madre)
Parrocchia Madonna delle Lacrime
  1. ^ Rizzo, 2003, pp. 417-418; Lancia di Brolo in M. Mastrogregori, Storiografia: rivista annuale di storia, 1997, p. 329; Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII,1927, pp. 620 e 640.
  2. ^ At 28,12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Lanzoni, La prima introduzione del Cristianesimo..., p. 71.
  4. ^ Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., p. 327.
  5. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, p. 278, nn. 274-287.
  6. ^ Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., p. 316.
  7. ^ Questa la data riportata dall'autore della voce su Beweb. Il sito diocesano riporta la data del 23 ottobre 1570.
  8. ^ Vincenzio d'Avino, Cenni storici sulle chiese..., p. 637.
  9. ^ Angelo Gambasin, Religiosa magnificenza e plebi in Sicilia nel XIX secolo, Roma 1979, p. 94
  10. ^ La Procura Generale del Re di Palermo trasmise al ministro Guardasigilli la seguente nota: «Il Sacerdote Guarino versato nelle discipline canoniche e nella filosofia morale, è in fama di onesto e gode la stima del clero, che ha ben visto la promozione di lui alla dignità vescovile. Come prete mal vede l'ordine di cose stabilito in Italia dal 60 in qua; e sebbene riserbato non nasconde il desiderio che ha di vederlo distrutto. Per la qual cosa fu tenuto sempre d'occhio dall'Autorità politica, che qualche volta lo ha indiziato come complice di cospirazione contro il Governo, il che per altro non si è potuto mai giudiziariamente stabilire». Vedi Zito, op. cit., p. 261
  11. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, pp. 257-283, ISBN 978-88-87617-56-6
  12. ^ Decreto in AAS 42 (1950), p. 828.
  13. ^ C. Schobar, Episcoporum Syracusanorum numerus, in De rebus praeclaris syracusanis, Venetiis 1520.
  14. ^ L'elenco è riportato da V. Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., pp. 304-305; e da F. Lanzoni, Le diocesi d'Italia..., pp. 637 e seguenti.
  15. ^ Le diocesi d'Italia..., p. 636.
  16. ^ Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., pp. 329-330.
  17. ^ Tra Marziano e Cresto, il catalogo siracusano riporta i seguenti nomi: Cresto I, Cresto II, Eulalio I, Euspio, Etimoteo, Venanzio siracusano (Venantius syracusius), Presio, Eustorio, Eussio, Teofanatore, Nestorio, Teochisto, Tulliano, Abramo, Eutichio I, Artemio e Eutichio II. Segue Cresto III, documentato con certezza nel 314.
  18. ^ Vesperio (Ouesperion) e Siracusio (Syrakosios), assenti nel catalogo, sono documentati da iscrizioni epigrafiche, non anteriori al IV secolo. Siracusio potrebbe corrispondere al Venantius syracusius del catalogo, ma non nell'epoca in cui questo lo colloca (ossia fine II secolo). L'epigrafe, corrotta, riportante il nome di Vesperio è stata letta anche come Cerapione: un attento esame dell'iscrizione epigrafica ha permesso di confermare la lettura del nome del vescovo Ouesperion (Vittorio G. Rizzone, Addenda et corrigenda a «Opus Christi edificabit. Stati e funzioni dei cristiani di Sicilia attraverso l'apporto dell'epigrafia», in Synaxis 24/1 (2016), p. 66).
  19. ^ Dopo Stefano, il catalogo riporta i seguenti nomi: Agatone I, Giuliano, Eutichio III, Ianuario, Sinesio, Germano II, Pietro, Calcedonio e Agatone II. Segue Massimiano, documentato a partire dal 591. Secondo Rizzone (L'apporto dell'epigrafia..., p. 323) «potrebbe mancare quell'Eleuterio, vescovo sicuramente attestato per gli anni 558-561, in quanto è documentato nell'epistolario di Pelagio I».
  20. ^ Dopo Germano, il catalogo menziona un anonimo vescovo, che fece costruire la chiesa di Sant'Elia ad Pontem. Potrebbe essere il vescovo Pietro, che nella Vita di san Zosimo risulta essere l'immediato predecessore del santo, e che ricevette una lettera da papa Onorio I (625-638). Nell'elenco episcopale del catalogo siracusano risulta un vescovo di nome Pietro, ma prima di san Massimiano.
  21. ^ Questo vescovo, assente nel catalogo, ricevette una lettera di Giovanni IV, che pontificò dal 640 al 642. Alcuni autori tuttavia ipotizzano che tale lettera sia stata scritta da papa Giovanni VIII (872-882) ad Isacco vescovo di Langres (Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., p. 324, nota 83).
  22. ^ Zosimo venne scelto quale vescovo di Siracusa da papa Teodoro I (642-649) e secondo la Vita morì dopo tredici anni, cioè tra il 655 ed il 662. Secondo la tradizione, il successore Elia sarebbe morto il 26 agosto 660.
  23. ^ Secondo la tradizione, sarebbe morto il 18 maggio dell'anno 700 circa.
  24. ^ Di questo vescovo, altrimenti sconosciuto, è stato scoperto il sigillo episcopale.
  25. ^ Di questo vescovo è stato scoperto il sigillo episcopale in greco; potrebbe essere il primo arcivescovo metropolita di Sicilia (Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., p. 327).
  26. ^ I vescovi Teodoro II e Teodoro III sono assenti nell'antico catalogo siracusano.
  27. ^ In seguito divenne metropolita di Nicea.
  28. ^ Secondo il catalogo, il vescovo che assistette alla caduta di Siracusa in mano araba sarebbe Sofronio, il quale tuttavia è da espungere dalla lista (Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., pp. 328-329).
  29. ^ Dei vescovi Leone e Nicola, metropoliti di Sicilia, sono stati scoperti i sigilli episcopali, databili ai secoli X o XI. Rizzone, L'apporto dell'epigrafia..., p. 316.
  30. ^ I nomi dei vescovi Baldovino, Guarino e Parisio sono menzionati nell'antico catalogo siracusano.
  31. ^ Nel dicembre 1182 Richard Palmer è ancora documentato come vescovo di Siracusa, mentre il 9 febbraio 1183 è menzionato per la prima volta come arcivescovo di Messina. Kamp, pp. 1234 e 1013; Kehr, p. 341, nº 27.
  32. ^ Il documento cui si riferisce questa data non riporta il nome del vescovo (Sicilia sacra, p. 624). Pirri e Cappelletti danno per scontato che si tratti del successivo vescovo Lorenzo; anche Kamp ipotizza che questo anonimo vescovo possa essere lo stesso Lorenzo, documentato per la prima volta nel mese di novembre 1192, ma non vi è certezza.
  33. ^ La sede era vacante il 10 luglio 1201.
  34. ^ Kamp (op. cit., pp. 1245-1247) pone questo vescovo dopo Matteo di Palermo, con date incerte.
  35. ^ Nominato arcivescovo titolare di Claudiopoli di Onoriade.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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