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Le voci su diocesi
Forme di diocesi:
Abbazia territoriale • Amministrazione apostolica • Arcidiocesi • Arcieparchia • Chiesa arcivescovile maggiore • Chiesa metropolitana sui iuris • Diocesi • Diocesi immediatamente soggetta • Diocesi suffraganea • Eparchia • Esarcato • Esarcato apostolico • Esarcato arcivescovile • Missione sui iuris • Ordinariato militare • Patriarcato (Territorio proprio) • Chiesa metropolitana sui iuris • Prefettura apostolica • Prelatura personale • Prelatura territoriale • Sede metropolitana • Sede suburbicaria • Sede titolare • Territorio dipendente dal patriarcato • Vicariato apostolico
Organismi interdiocesani:
Provincia ecclesiastica • Regione ecclesiastica • Conferenza episcopale
Unione delle diocesi:
Aeque principaliter • In persona episcopi • Plena unione
Suddivisione delle diocesi:
Decanato • Parrocchia • Unità pastorale • Vicariato • Zona pastorale
Ruoli e istituti interni alle diocesi:
Vescovo • Vescovo coadiutore • Vescovo ausiliare • Vicario generale • Vicario episcopale • Consiglio presbiterale • Consiglio pastorale diocesano • Curia diocesana • Caritas diocesana • Tribunale diocesano
Edifici:
Una diocesi in evidenza
L'arcidiocesi di Rouen (in latino: Archidioecesis Rothomagensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Francia. Nel 2020 contava 653 860 battezzati su 870 500 abitanti. È retta dall'arcivescovo Dominique Lebrun.
L'arcidiocesi comprende l'arrondissement di Rouen e l'arrondissement di Dieppe, e 20 comuni di quello di Le Havre, appartenenti al dipartimento francese della Senna Marittima e alla regione della Normandia.
Sede arcivescovile è la città di Rouen, dove si trova la cattedrale di Notre-Dame.
Il territorio si estende su 4228 km² ed è suddiviso in 53 parrocchie, raggruppate in 7 decanati.
La diocesi di Rouen fu eretta nel III secolo. Gli antichi cataloghi dei vescovi risalenti al IX e al X secolo e il Liber Eburneus custodito nella cattedrale di Rouen indicano come primo vescovo san Mellono, ma il Liber Niger del 1079 e tutti i cataloghi successivi al XII secolo danno come primo vescovo un certo Nicasio, che sarebbe vissuto prima di Mellono.
Nel IV secolo la diocesi è retta da san Victricio, amico di san Paolino di Nola e di san Martino di Tours, che si recò in Inghilterra per portarvi la fede cattolica e scriise il trattato De Laude Sanctorum in favore del culto delle reliquie.
Verso il V o VI secolo fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana.
A san Romano, arcivescovo della prima metà del VII secolo è legata la leggenda del Grand'Goule, drago mostruoso che san Romano avrebbe sconfitto presso Rouen. Nel Medioevo da questa leggenda scaturì il privilegio arcivescovile di poter liberare un prigioniero nel giorno della processione delle reliquie di san Romano.
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La visita pastorale nella Chiesa cattolica è la visita di un vescovo a luoghi a persone della sua diocesi. Inoltre possono compiere la visita pastorale nei territori della loro giurisdizione i patriarchi, i primati e gli arcivescovi metropoliti; questi ultimi, però devono essere autorizzati da un sinodo provinciale.
Il Concilio di Trento definisce così lo scopo della visita pastorale «Propagare la dottrina sacra e ortodossa estromettendo le eresie, difendere i buoni costumi, correggere quelli cattivi e con esortazioni esortare il popolo alla devozione, alla pazienza e all'innocenza».
La visita pastorale non ha lo scopo di giudicare gravi abusi, ma solo di rilevarli, perché un eventuale processo canonico si può svolgere più agevolmente nella città sede vescovile.
A titolo di esempio, una visita pastorale del 1852 compiuta dal vescovo Antonio Benedetto Antonucci alle diocesi di Ancona e Umana indica come oggetto della visita apostolica gli oggetti e gli arredi destinati al culto (vasi, arredi, reliquie, altari); la predicazione contro le dottrine contrarie al Cristianesimo e la vigilanza sull'osservanza dei precetti (rispetto delle feste di precetto, del digiuno ecclesiastico e lotta alla bestemmia).
I luoghi che devono essere visitati sono la cattedrale, le chiese collegiate con le loro canoniche, le chiese parrocchiali con le loro canoniche, le altre chiese, gli oratori dove si celebra o non si celebra messa, i monasteri soggetti all'ordinario e le case di religiosi che esercitano cura d'anime.
Più recentemente si sono sottolineati aspetti diversi della visita pastorale, intesa come «un'espansione della presenza spirituale del Vescovo tra i suoi fedeli» come l'incontro con le persone e l'ascolto. Il segno della presenza del vescovo deve richiamare la «presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace».
La vista pastorale deve essere condotta personalmente dal vescovo. In caso di legittimo impedimento, il vescovo può nominare un vicario o un visitatore. I metropoliti, primati e patriarchi possono incaricare della visita un altro vescovo.
Per la visita viene raccomandata al vescovo la misericordia del pastore al quale spetta correggere gli abusi. La visita dev'essere svolta con diligenza, ma anche con celerità, per non gravare sulle comunità che ospitano il vescovo durante la visita.
La preparazione incomincia con l'annuncio al popolo dato normalmente nella Messa parrocchiale dopo il Vangelo. Si invita il popolo alla confessione, per favorire la comunione sacramentale durante la visita. Si preparano i candidati alla Confermazione.
Il giorno della visita si suonano ripetutamente le campane per chiamare a raccolta i fedeli. Si para la chiesa a festa e si preparano le cose da benedire o consacrare.
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