Ermanno Olmi: differenze tra le versioni

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=== Le origini ed i documentari ===
=== Le origini ed i documentari ===
Ermanno Olmi è nato a Bergamo. Ma la famiglia di Ermanno, padre ferroviere madre operaia, si trasferì a [[Treviglio]] quando lui era ancora piccolo, ed è lì che il futuro regista è di fatto cresciuto.<ref>{{cita web|http://www.ecodibergamo.it/dossiers/Personaggi/18/70/|Personaggi di Bergamo - Ermanno Olmi|editore=[[L'Eco di Bergamo]]|accesso=23 febbraio 2010}}</ref> Il suo luogo di nascita è stato spesso riportato erroneamente come Treviglio da più fonti, ma Olmi stesso ha fatto chiarezza su questo punto in un'intervista rilasciata a Charlie Owens, autore di una monografia dedicata al regista: Owens: «Alcuni scrivono che tu sei nato a Bergamo, altri scrivono Treviglio. Dove sei nato esattamente?» Olmi: «A Bergamo, in un quartiere chiamato Malpensata. Io spero che quando sono venuto al mondo mia madre l'abbia pensata in modo diverso, ovvero che sia stata una bella pensata l'avermi messo al mondo!»<ref>{{Cita|Owens, 2001|p.9}} - Anteprima su [http://books.google.it/books?id=d0YRscsIMy4C&pg=PA9&lpg=PA9&dq=ermanno+olmi+malpensata&source=bl&ots=jVe49YJlo5&sig=Zb6LhJKaG4yBDewHkmWHUhj3nRA&hl=it&ei=bp2CS8XiE5qc_AaMzsD5Bg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CBQQ6AEwBQ#v=onepage&q=&f=false Google Libri].</ref> Di famiglia profondamente [[Chiesa cattolica|cattolica]], Olmi rimane da giovane orfano di padre, morto durante la [[seconda guerra mondiale]]; frequenta prima il liceo scientifico e poi il liceo artistico, ma non porta a termine gli studi.
Ermanno Olmi è nato a Bergamo. Ma la famiglia di Ermanno, padre ferroviere madre operaia, si trasferì a [[Treviglio]] quando lui era ancora piccolo, ed è lì che il futuro regista è di fatto cresciuto.<ref>{{cita web|http://www.ecodibergamo.it/dossiers/Personaggi/18/70/|Personaggi di Bergamo - Ermanno Olmi|editore=[[L'Eco di Bergamo]]|accesso=23 febbraio 2010}}</ref> Il suo luogo di nascita è stato spesso riportato erroneamente come Treviglio da più fonti, ma Olmi stesso ha fatto chiarezza su questo punto in un'intervista rilasciata a Charlie Owens, autore di una monografia dedicata al regista: Owens: «Alcuni scrivono che tu sei nato a Bergamo, altri scrivono Treviglio. Dove sei nato esattamente?» Olmi: «A Bergamo, in un quartiere chiamato Malpensata. Io spero che quando sono venuto al mondo mia madre l'abbia pensata in modo diverso, ovvero che sia stata una bella pensata l'avermi messo al mondo!»<ref>{{Cita|Owens, 2001|p.9}} - Anteprima su [http://books.google.it/books?id=d0YRscsIMy4C&pg=PA9&lpg=PA9&dq=ermanno+olmi+malpensata&source=bl&ots=jVe49YJlo5&sig=Zb6LhJKaG4yBDewHkmWHUhj3nRA&hl=it&ei=bp2CS8XiE5qc_AaMzsD5Bg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CBQQ6AEwBQ#v=onepage&q=&f=false Google Libri].</ref> Di famiglia profondamente [[Chiesa cattolica|cattolica]], Olmi rimane da giovane orfano di padre, morto durante la [[seconda guerra mondiale]]; frequenta prima il liceo scientifico e poi il liceo artistico, ma non porta a termine gli studi.
Il 19 giugno 2013 presso la Università degli Studi di Padova, viene conferita ad Ermanno Olmi la laurea ad honorem in Scenze umane e padagogiche.


Si trasferisce a [[Milano]] per seguire i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica; nello stesso tempo, allo scopo di mantenersi, trova anche un lavoro presso la [[Edisonvolta]], dove già lavorava la madre, che gli affida l'organizzazione delle attività ricreative per i dipendenti, in particolare quelle relative al servizio cinematografico, e gli viene richiesto di documentare le produzioni industriali attraverso filmati. Olmi sfrutta l'occasione per dimostrare la sua intraprendenza ed il suo talento con la [[macchina da presa]]; pur non avendo praticamente nessuna esperienza alle spalle, tra il [[1953]] ed il [[1961]] realizza decine di documentari, tra i quali ''[[La diga sul ghiacciaio]]'', ''[[Tre fili fino a Milano]]'' ([[1958]]) e ''[[Un metro è lungo cinque]]''. In tutti gli oltre quaranta documentari realizzati negli otto anni di lavoro si nota l'attenzione alla condizione degli uomini che lavorano nelle strutture aziendali, un modello interpretativo della realtà che anticipa le caratteristiche peculiari delle future pellicole di Olmi.
Si trasferisce a [[Milano]] per seguire i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica; nello stesso tempo, allo scopo di mantenersi, trova anche un lavoro presso la [[Edisonvolta]], dove già lavorava la madre, che gli affida l'organizzazione delle attività ricreative per i dipendenti, in particolare quelle relative al servizio cinematografico, e gli viene richiesto di documentare le produzioni industriali attraverso filmati. Olmi sfrutta l'occasione per dimostrare la sua intraprendenza ed il suo talento con la [[macchina da presa]]; pur non avendo praticamente nessuna esperienza alle spalle, tra il [[1953]] ed il [[1961]] realizza decine di documentari, tra i quali ''[[La diga sul ghiacciaio]]'', ''[[Tre fili fino a Milano]]'' ([[1958]]) e ''[[Un metro è lungo cinque]]''. In tutti gli oltre quaranta documentari realizzati negli otto anni di lavoro si nota l'attenzione alla condizione degli uomini che lavorano nelle strutture aziendali, un modello interpretativo della realtà che anticipa le caratteristiche peculiari delle future pellicole di Olmi.
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Nel [[2008]] riceve il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
Nel [[2008]] riceve il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.


Nel [[2013]] l'[[Università di Padova]] gli conferisce la [[laurea ad honorem]] in Scienze Umane e Pedagogiche per "la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell’esperienza quotidiana e delle piccole cose."
Nel [[2013]] l'[[Università di Padova]] gli conferisce la [[laurea ad honorem]] in Scienze Umane e Pedagogiche per "la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell’esperienza quotidiana e delle piccole cose."<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Spettacolo/Padova-laurea-honorem-Ermanno-Olmi/19-06-2013/1-A_007068216.shtml|titolo=Padova, laurea ad honorem a Ermanno Olmi|data=19 giugno 2013|accesso=21 giugno 2013|editore=corriere.it}}</ref>


== Riconoscimenti ==
== Riconoscimenti ==

Versione delle 01:24, 22 giu 2013

[[File:Ermanno Olmi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1965.JPG|thumb|Ermanno Olmi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1965


David di Donatello [[David di Donatello al miglior regista]] 1962
David di Donatello [[David di Donatello al miglior regista]] 1989
David di Donatello [[David di Donatello al miglior montatore]] 1989
David di Donatello [[David di Donatello Luchino Visconti]] 1992
David di Donatello [[David di Donatello al miglior regista]] 2002
David di Donatello [[David di Donatello alla miglior sceneggiatura]] 2002
Leone d'oro Leone d'oro 1988
Premio Leone d'oro alla carriera 2007]]

Ermanno Olmi (Bergamo, 24 luglio 1931) è un regista, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico e scenografo italiano.

Biografia

Le origini ed i documentari

Ermanno Olmi è nato a Bergamo. Ma la famiglia di Ermanno, padre ferroviere madre operaia, si trasferì a Treviglio quando lui era ancora piccolo, ed è lì che il futuro regista è di fatto cresciuto.[1] Il suo luogo di nascita è stato spesso riportato erroneamente come Treviglio da più fonti, ma Olmi stesso ha fatto chiarezza su questo punto in un'intervista rilasciata a Charlie Owens, autore di una monografia dedicata al regista: Owens: «Alcuni scrivono che tu sei nato a Bergamo, altri scrivono Treviglio. Dove sei nato esattamente?» Olmi: «A Bergamo, in un quartiere chiamato Malpensata. Io spero che quando sono venuto al mondo mia madre l'abbia pensata in modo diverso, ovvero che sia stata una bella pensata l'avermi messo al mondo!»[2] Di famiglia profondamente cattolica, Olmi rimane da giovane orfano di padre, morto durante la seconda guerra mondiale; frequenta prima il liceo scientifico e poi il liceo artistico, ma non porta a termine gli studi.

Si trasferisce a Milano per seguire i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica; nello stesso tempo, allo scopo di mantenersi, trova anche un lavoro presso la Edisonvolta, dove già lavorava la madre, che gli affida l'organizzazione delle attività ricreative per i dipendenti, in particolare quelle relative al servizio cinematografico, e gli viene richiesto di documentare le produzioni industriali attraverso filmati. Olmi sfrutta l'occasione per dimostrare la sua intraprendenza ed il suo talento con la macchina da presa; pur non avendo praticamente nessuna esperienza alle spalle, tra il 1953 ed il 1961 realizza decine di documentari, tra i quali La diga sul ghiacciaio, Tre fili fino a Milano (1958) e Un metro è lungo cinque. In tutti gli oltre quaranta documentari realizzati negli otto anni di lavoro si nota l'attenzione alla condizione degli uomini che lavorano nelle strutture aziendali, un modello interpretativo della realtà che anticipa le caratteristiche peculiari delle future pellicole di Olmi.

Il debutto e i primi lavori

Finalmente nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio Il tempo si è fermato, storia imperniata sull'amicizia fra uno studente ed il guardiano di una diga e ambientato nell'isolamento e nella solitudine dell'alta montagna. Già in questo esordio si evidenziano i temi tipici della sua attività cinematografica e dispiegati nella fase del regista maturo, fedele alla propria cifra stilistica. Profondamente legato alle proprie origini rurali e modeste, privilegia i sentimenti delle persone "semplici", il rapporto con la natura, e spesso offre uno sguardo sulla solitudine e sulle sue conseguenze.

Due anni dopo grazie a Il posto (prodotto dalla casa di produzione 22 dicembre, fondata dallo stesso Olmi con gruppo di amici) ottiene ottime recensioni da parte della critica. Il film ruota intorno alle aspirazioni di due giovani alle prese con il loro primo impiego. La pellicola si aggiudica il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia del 1961.

Nel successivo film, I fidanzati (1963) si ritrovano ancora l'attenzione al quotidiano, alle cose semplici della vita, alle vicende del mondo operaio; il tutto intessuto da una vena intimista. Gira in seguito E venne un uomo (1965); un'attenta e partecipe biografia di Papa Giovanni, nella quale non si lascia trascinare da scontati agiografismi.

Il grande successo

Dopo un periodo contrassegnato da lavori non del tutto riusciti come Un certo giorno (1968), I recuperanti (1969), Durante l'estate (1971) e La circostanza (1974), nel 1977 Olmi ritrova l'ispirazione e dà alla luce quello che molti considerano il suo capolavoro assoluto, L'albero degli zoccoli (1978), che si aggiudica la Palma d'oro al Festival di Cannes ed il Premio César per il miglior film straniero. Il film getta uno sguardo poetico, ma allo stesso tempo realistico, privo di sentimentalismi, al mondo contadino, l'ambiente nel quale Olmi è nato e cresciuto ed al quale è sempre rimasto legato.

Si trasferisce da Milano ad Asiago, dove ancor oggi risiede. Nel 1982 a Bassano del Grappa fonda la scuola di cinema Ipotesi Cinema. Sempre nel 1982 dirige Camminacammina, allegoria sulla favola dei Re Magi.

Torna a girare documentari per la RAI, oltre ad alcuni spot televisivi.

Il ritorno dopo la malattia

Dopo una dura lotta contro una grave malattia che lo tiene a lungo lontano dai riflettori, nel 1987 Olmi torna a dirigere una pellicola con il claustrofobico Lunga vita alla signora!, premiato al Festival di Venezia con il Leone d'Argento.

L'anno seguente si aggiudica, invece, il Leone d'Oro grazie a La leggenda del santo bevitore, basata sull'omonimo racconto scritto da Joseph Roth adattato da Tullio Kezich e dal regista stesso. A differenza delle altre, si tratta di una pellicola per il mercato internazionale, girata in inglese e interpretata dall'olandese Rutger Hauer; l'ambientazione, poi, è a Parigi. Oltre al premio della rassegna lagunare, il film vince quattro David di Donatello.

Cinque anni dopo, nel 1993, trae Il segreto del bosco vecchio dall'omonimo romanzo di Dino Buzzati; la pellicola vede come protagonista Paolo Villaggio, un evento piuttosto raro per Olmi, che privilegia attori non professionisti.

Nel 1994 dirige un episodio del vasto progetto internazionale Le storie della Bibbia, a cui partecipa anche la RAI, Genesi: la creazione e il diluvio.

Nel 2001 dirige Il mestiere delle armi, film storico in costume presentato con successo al Festival di Cannes 2001 ed acclamato a livello internazionale. Il film si aggiudica 9 David di Donatello 2002: "miglior film", "miglior regista", "migliore sceneggiatura", "miglior produttore", "miglior fotografia","miglior montaggio","miglior musica","migliori costumi","migliore scenografia".

Nel 2003 approda in una Cina senza tempo per raccontare epiche vicende di pirati e di arrembaggi in Cantando dietro i paraventi, anch'esso acclamato dalla critica, che vede Bud Spencer come unico attore occidentale, insieme a Camillo Grassi, in un cast interamente orientale.

Nel 2005 collabora con altri due grandi registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film Tickets.

Nel 2007 esce Centochiodi, che Olmi annuncia come il suo ultimo film di finzione, avendo deciso d'ora in poi di tornare a dirigere solo documentari.

Nel 2008 riceve il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

Nel 2013 l'Università di Padova gli conferisce la laurea ad honorem in Scienze Umane e Pedagogiche per "la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell’esperienza quotidiana e delle piccole cose."[3]

Riconoscimenti

Premi cinematografici

Onorificenze

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 30 maggio 2001[5]
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria

Curiosità

Filmografia

Lungometraggi

Regista

La cotta (1967)

Sceneggiatore

Montatore

Direttore della fotografia

Produttore

Scenografo

Documentari

Cortometraggi a soggetto

Libri (come autore)

  • Ragazzo della Bovisa, Mondadori, Milano, 2004.
  • Il sentimento della realtà (con Daniela Padoan), Feltrinelli, Milano, 2008.
  • L'apocallisse è un lieto fine - Storia della mia vita e del nostro futuro, Rizzoli.

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni


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