Governo Cossiga I

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Governo Cossiga I
Foto ufficiale scattata dopo la cerimonia di giuramento al Palazzo del Quirinale
StatoBandiera dell'Italia Italia
Presidente del ConsiglioFrancesco Cossiga
(DC)
CoalizioneDC, PSDI, PLI
LegislaturaVIII Legislatura
Giuramento5 agosto 1979
Dimissioni19 marzo 1980
Governo successivoCossiga II
4 aprile 1980
Andreotti V Cossiga II

Il Governo Cossiga I è stato il trentaseiesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo dell'VIII legislatura.

Il governo rimase in carica dal 5 agosto 1979[1][2][3] al 4 aprile 1980[4][5], per un totale di 243 giorni, ovvero 7 mesi e 30 giorni.

Ottenne la fiducia della Camera sabato 11 agosto 1979 con 287 voti favorevoli (DC, PSDI, PLI, SVP e Union Valdôtaine), 242 voti contrari (PCI, PR, PdUP, MSI, Indipendenti di Sinistra e il rappresentante dell'Associazione per Trieste) e 65 astenuti (PSI e PRI).

Il Senato gli votò la fiducia domenica 12 agosto con 153 voti favorevoli (DC, PSDI, PLI, SVP e Union Valdôtaine) e 118 voti contrari (PCI, PR, MSI e Indipendenti di Sinistra). Poiché per il regolamento del Senato l'astensione valeva come voto contrario, PSI e PRI uscirono dall'aula e non parteciparono al voto.

Il Governo Cossiga I diede le dimissioni il 19 marzo 1980[6][7] quando nacque la possibilità dell'entrata diretta nella compagine governativa del PSI.

Compagine di governo[modifica | modifica wikitesto]

Sostegno parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Camera dei deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Liberale Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza
262
20
62
16
9
4
1
374
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
PdUP per il comunismo
Associazione per Trieste
Totale Opposizione
201
30
18
6
1
256
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Partito Liberale Italiano
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza
138
32
9
6
3
2
1
191
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
Totale Opposizione
109
13
2
124
Totale 315

Appartenenza politica[modifica | modifica wikitesto]

Provenienza geografica[modifica | modifica wikitesto]

La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei Ministri si può così riassumere:

Regione Presidente Ministri Sottosegretari Totale
  Sardegna 1 - 3 4
  Lombardia - 7 6 13
  Veneto - 2 10 12
  Campania - 4 6 10
Bandiera della Sicilia Sicilia - 1 7 8
  Piemonte - 3 3 6
  Lazio - 2 3 5
  Emilia-Romagna - 1 3 4
  Calabria - 1 2 3
  Puglia - 1 2 3
  Trentino-Alto Adige - 1 2 3
  Friuli-Venezia Giulia - - 3 3
  Basilicata - 1 1 2
  Liguria - - 2 2
  Marche - - 2 2
  Toscana - - 1 1

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Presidenza del Consiglio dei ministri
Carica Titolare Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente del Consiglio dei ministri Francesco Cossiga (DC)

Segretario del Consiglio dei ministri

Ministri senza portafoglio
Coordinamento delle iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica Vito Scalia (DC)
Organizzazione della pubblica amministrazione e Regioni Massimo Severo Giannini (Ind. di area PSI)
Interventi straordinari nel Mezzogiorno Michele Di Giesi (PSDI)
Rapporti con il Parlamento Adolfo Sarti (DC)
(fino al 14/01/1980)
Clelio Darida (DC)
(dal 14/01/1980)
Ministero Ministri Sottosegretari di Stato
Affari esteri Franco Maria Malfatti (DC)
(fino al 14/01/1980)
Attilio Ruffini (DC)
(dal 14/01/1980)
Interno Virginio Rognoni (DC)
Grazia e giustizia Tommaso Morlino (DC)
Bilancio e programmazione economica Beniamino Andreatta (DC)
Finanze Franco Reviglio (Ind. di area PSI)
Tesoro Filippo Maria Pandolfi (DC)
Difesa Attilio Ruffini (DC)
(fino al 14/01/1980)
Adolfo Sarti (DC)
(dal 14/01/1980)
Pubblica istruzione Salvatore Valitutti (PLI)
Lavori pubblici Franco Nicolazzi (PSDI)
Agricoltura e foreste Giovanni Marcora (DC)
Trasporti Luigi Preti (PSDI)
Poste e telecomunicazioni Vittorino Colombo (DC)
Industria, commercio e artigianato Antonio Bisaglia (DC)
Sanità Renato Altissimo (PLI)
Commercio con l'estero Gaetano Stammati (DC)
Marina mercantile Franco Evangelisti (DC)
(fino al 04/03/1980)
Nicola Signorello (DC)
(dal 04/03/1980)
Partecipazioni statali Siro Lombardini (DC)
Lavoro e previdenza sociale Vincenzo Scotti (DC)
Beni culturali e ambiente Egidio Ariosto (PSDI)
Turismo e spettacolo Bernardo D'Arezzo (DC)

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

1979[modifica | modifica wikitesto]

Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali

Giugno[modifica | modifica wikitesto]

Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali
Risultati delle elezioni europee del 1979 in Italia

Luglio[modifica | modifica wikitesto]

Giorgio Ambrosoli
Boris Giuliano
Herbert Marcuse
  • 29 luglio: Muore a Bonn il filosofo Herbert Marcuse, che, con i suoi scritti, ha avuto un ruolo decisivo nelle culture studentesche.

Agosto[modifica | modifica wikitesto]

Settembre[modifica | modifica wikitesto]

Paolo Baffi (a sinistra) e il suo successore Carlo Azeglio Ciampi (a destra)
Prospero Gallinari

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

Novembre[modifica | modifica wikitesto]

Dicembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 6 dicembre: Alla Camera dei deputati si svolge la discussione sulle comunicazioni del governo e sulle mozioni concernenti installazioni missilistiche in Europa. Al termine del dibattito viene approvata, a scrutinio segreto, la risoluzione presentata da Gerardo Bianco che autorizza l'installazione dei missili Pershing sul territorio italiano.
  • 7 dicembre: Giorgio Mazzanti è sospeso dall'incarico di presidente dell'Eni in seguito allo scandalo Eni-Petromin. L'ente petrolifero nazionale è commissariato ed è affidato ad Egidio Egidi.
  • 10 dicembre: Il Senato della Repubblica approva in via definitiva la disponibilità dell'Italia all'installazione sul suo territorio dei missili Pershing e Cruise.
  • 11 dicembre: A Torino Prima Linea assalta la Scuola di amministrazione aziendale e sono feriti alle gambe cinque docenti e cinque studenti.
  • 14 dicembre: A Torino viene ucciso in un conflitto a fuoco un attivista di Prima Linea. Il governo vara una serie di misure antiterrorismo: l'estensione a quarantotto ore della durata del fermo di polizia con la possibilità di interrogatorio, l'inasprimento delle pene, l'introduzione di particolari benefici di legge e sconti di pena per i "terroristi pentiti" che forniscano informazioni utili per le indagini per lo smantellamento delle organizzazioni eversive.
  • 15 dicembre: Seguono gli sviluppi dello scandalo Eni-Petronim. Sono coinvolti vari esponenti del Partito Socialista Italiano. Alcuni intellettuali e collaboratori della rivista Mondoperaio, tra cui Giuliano Amato, Franco Bassanini e Norberto Bobbio, firmano un appello con il quale denunciano le "forme degradanti" a cui è giunto il dibattito interno al Partito Socialista Italiano.
  • 16 dicembre: Si scioglie Costituente di Destra - Democrazia Nazionale, nata dalla scissione del Movimento Sociale Italiano nell'inverno del 1976.
  • 17 dicembre: Un gruppo di neofascisti uccide a Roma lo studente di sinistra Antonio Leandri.
  • 23 dicembre: Il segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer concludendo la XIII Conferenza regionale dei comunisti siciliani delinea i requisiti di un governo di rinnovamento.
Rudi Dutschke

1980[modifica | modifica wikitesto]

Gennaio[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Nenni

Febbraio[modifica | modifica wikitesto]

  • 2 febbraio: A Monza un commando di Prima Linea uccide Paolo Paoletti, responsabile della produzione dell'ICMESA.
Giuseppe Arcaini
Patrizio Peci

Marzo[modifica | modifica wikitesto]

Willy Brandt
  • 12 marzo: A Strasburgo si svolge l'incontro fra il presidente del Partito Socialdemocratico di Germania Willy Brandt ed Enrico Berlinguer.
  • 13 - 14 marzo: Si riunisce il comitato centrale del Partito Comunista Italiano. In conclusione è approvato un documento in cui si afferma che dopo il ritiro dell'astensione del Partito Socialista Italiano e le prese di posizione del Partito Repubblicano Italiano il governo non ha più le basi parlamentari che gli consentono l'esistenza e la legittimità. Invita, pertanto, il presidente del Consiglio Francesco Cossiga a presentarsi alle Camere. Afferma, inoltre, che se ciò non accadesse i gruppi parlamentari comunisti assumeranno tutte le iniziative per determinare il dibattito parlamentare e le decisioni conseguenti. Nella relazione e nel dibattito si tiene un duro attacco alla maggioranza della Democrazia Cristiana che con l'approvazione al suo congresso del Preambolo ha chiuso a ogni trattativa con il Partito Comunista Italiano. Non si parla dunque di nessun coinvolgimento del partito in trattative per un governo da cui sia pregiudizialmente escluso. Altri punti all'ordine del giorno sono il lancio di una campagna di reclutamento al partito e alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, di cui è relatore Giorgio Napolitano, responsabile dell'organizzazione, e una informativa sulle questioni internazionali, il cui relatore è Gian Carlo Pajetta.
  • 14 marzo: Si riunisce la direzione del Partito Socialista Italiano. Alla viglia della riunione Riccardo Lombardi si dimette da presidente del partito dopo una dura polemica con il segretario Bettino Craxi che accusa di aver condotto in modo "anomalo" la fase politica. Nella lettera di dimissioni critica i metodi di direzione che vanno affermandosi nel partito che lo fanno giungere alla conclusione che la funzione di presidente si è ormai ridotta a "presiedere il comitato centrale nel senso di regolare l'ordine degli interventi". Si rompe il fragile equilibrio fra la maggioranza craxiana e il cartello delle sinistre che si era realizzato durante il comitato centrale.
Nicola Giacumbi

Aprile[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Liliana Madeo, I neo-ministri da Pertini saluti, abbracci e battute, su archiviolastampa.it, 6 agosto 1979.
  2. ^ Il governo ha giurato (PDF), in l'Unità, 6 agosto 1979 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  3. ^ Presidenza del Consiglio dei Ministri. Comunicato, in "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana", "Serie generale", n. 218, 9 agosto 1979, pp. 6682-6683.
  4. ^ Cossiga due: aumentano i ministri scontri nella dc, malumori nel psi, su archiviolastampa.it, 5 aprile 1980.
  5. ^ Nel governo tre ministri in più (PDF), in l'Unità, 5 aprile 1980 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  6. ^ Presidenza del Consiglio dei Ministri. Comunicato, in "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana", "Serie generale", n. 100, 11 aprile 1980, p. 3235.
  7. ^ Il Paese senza governo - Un reincarico a Cossiga?, in La Stampa, 20 marzo 1980.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]