Bruno Kessler
Bruno Kessler | |
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Sottosegretario di Stato all'Interno | |
Durata mandato | 8 agosto 1979 – 4 aprile 1980 |
Presidente | Francesco Cossiga |
Predecessore | Clelio Darida Nicola Lettieri Antonino Occhipinti |
Successore | Marino Corder Angelo Sanza Giuseppe Di Vagno |
Presidente della Regione Trentino-Alto Adige | |
Durata mandato | 7 gennaio 1974 – 24 giugno 1976 |
Predecessore | Giorgio Grigolli |
Successore | Flavio Mengoni |
Presidente della Provincia autonoma di Trento | |
Durata mandato | 30 dicembre 1960 – 13 marzo 1974 |
Predecessore | Riccardo Rosa |
Successore | Giorgio Grigolli |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 12 luglio 1983 – 19 marzo 1991 |
Legislatura | IX, X |
Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Trentino-Alto Adige |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 5 luglio 1976 – 12 luglio 1983 |
Legislatura | VII, VIII |
Gruppo parlamentare | Democrazia Cristiana |
Circoscrizione | VII. Trento |
Incarichi parlamentari | |
VII
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | DC (1956-1991) |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Professione | Avvocato |
Bruno Kessler (Peio, 17 febbraio 1924 – Trento, 19 marzo 1991) è stato un politico italiano, presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1960 al 1974.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Cogolo di Pejo nel 1924, ma ha speso la sua infanzia a Vermiglio.[senza fonte] Ha ottenuto nel 1943 a Rovereto la maturità classica, e nel 1950 si è laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova.[1]
È stato dipendente della Banca di Trento e Bolzano fino al 1956 e, dal 1963 al 1991, presidente dell'Istituto Atesino di Sviluppo spa, la finanziaria che all'epoca controllava la banca. Ha intrattenuto un lungo sodalizio politico e di fraterna amicizia con Beniamino Andreatta. Nel 1956 è stato eletto la prima volta al Consiglio della Provincia autonoma di Trento con la Democrazia Cristiana[2] (rimarrà in Consiglio fino al 1976).[3] È stato presidente della Provincia di Trento dal 1960 al 1974. Dal 1974 al 1976 è stato presidente della Regione autonoma Trentino-Alto Adige. Nel 1962 ha fondato l'Istituto trentino di cultura, primo nucleo dell'Università di Trento, di cui è stato presidente fino al 1991. La facoltà di sociologia è stata la prima in ambito pubblico d'Italia in ordine di tempo.[4][5] Ha sostenuto lo Statuto d'Autonomia del 1972 e il piano urbanistico provinciale. È stato deputato nella VII[6] e nell'VIII legislatura[7] (1976 - 1983) e sottosegretario all'Interno nel Governo Cossiga I (1979 - 1980).[8] Eletto in Senato nel 1983 e nel 1987. Morì nel 1991 durante la X legislatura; venne sostituito da Alberto Robol.
Nel 2007 l'Istituto trentino di cultura è diventato la Fondazione Bruno Kessler.[9]
Era il marito di Cecilia Tommasoni e padre di Giovanni Kessler.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— 27 dicembre 1967[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lorenzo Rotondi, Bruno Kessler, in Sapere&Saperi, vol. 2, 2006, p. 14. URL consultato il 26 ottobre 2008.
- ^ Terza legislatura (1956-1960), su consiglio.provincia.tn.it, Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. URL consultato il 26 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2009).
- ^ Settima legislatura (1973-1978), su legislature.camera.it, Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. URL consultato il 26 ottobre 2008.
- ^ La nascita di sociologia a Trento, su dna.trentino.it. URL consultato il 26 marzo 2018.
- ^ Paolo Piffer, Quel 22 luglio di 50 anni fa i primi laureati a Sociologia, su vitatrentina.it, 19 luglio 2017. URL consultato il 26 marzo 2018.
- ^ Date personali e incarichi nella VII Legislatura, su legislature.camera.it, Camera dei Deputati. URL consultato il 26 ottobre 2008.
- ^ Date personali e incarichi nella VIII Legislatura, su legislature.camera.it, Camera dei Deputati. URL consultato il 26 ottobre 2008.
- ^ I Governo Cossiga, su governo.it, Governo Italiano - I governi italiani. URL consultato il 26 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
- ^ Storia della Fondazione Bruno Kessler, su fbk.eu. URL consultato il 26 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2008).
- ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 22 settembre 2019.
- ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 22 settembre 2019.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bruno Kessler
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Bruno Kessler (1924-1991), su consiglio.provincia.tn.it, Storia dell'Autonomia Trentina. URL consultato il 26 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 262938688 · ISNI (EN) 0000 0003 8197 9291 · SBN SBLV240960 · LCCN (EN) no2012121190 · GND (DE) 1027682111 |
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