III legislatura della Repubblica Italiana
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Elezioni | Politiche 1958 |
Inizio | 12 giugno 1958 |
Fine | 15 maggio 1963 |
Capo di Stato | Giovanni Gronchi (1958-1962) Antonio Segni (1962-1963) |
Governi | Fanfani II (1958-1959) Segni II (1959-1960) Tambroni (1960) Fanfani III (1960-1962) Fanfani IV (1962-1963) |
Camera dei deputati | |
Presidente | Giovanni Leone (DC) |
Eletti: elenco | |
DC | 273 / 596
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PCI | 140 / 596
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PSI | 84 / 596
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MSI | 24 / 596
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PSDI | 22 / 596
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PLI | 17 / 596
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PMP | 14 / 596
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PNM | 11 / 596
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PRI | 6 / 596
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Senato della Repubblica | |
Presidente | Cesare Merzagora (indip.) |
Eletti: elenco | |
DC | 123 / 246
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PCI | 60 / 246
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PSI | 36 / 246
|
MSI | 8 / 246
|
PSDI | 5 / 246
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PMP | 5 / 246
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PLI | 4 / 246
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PNM | 2 / 246
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La III Legislatura della Repubblica Italiana è stata in carica dal 12 giugno 1958 al 15 maggio 1963.
Fu l'ultima Legislatura il cui numero di parlamentari venne definito in ragione della popolazione, come originariamente previsto dalla Costituzione agli articoli 56 e 57 (poi modificati dalla Legge Costituzionale 2/1963).
Cronologia[modifica | modifica wikitesto]
Le elezioni politiche si svolgono il 25 maggio 1958 e i risultati non producono grosse sorprese, in quanto confermano sostanzialmente l'andamento espresso finora. Amintore Fanfani viene incaricato di formare il nuovo governo e si inaugura, da questo momento, la cosiddetta stagione politica del Centro-sinistra, costituita dall'accordo fra la DC e il PSI. Durante questo governo, e più precisamente il 14 agosto del '58, viene istituito il Ministero della Sanità (l'Italia era uno dei pochi Paesi occidentali a non possederlo).
Dopo una serie di conflitti interni alla DC e la crisi del governo, che viene battuto sull'approvazione di una serie di leggi, si dimettono due ministri (il contrasto è sull'introduzione del Codice della Strada). Fanfani lascia governo e segreteria del partito.
L'incarico viene affidato ad Antonio Segni che vara il suo governo, con l'appoggio esterno delle destre (PNM, PMP e MSI). È il periodo in cui scoppia uno scandalo alimentare per presunte sofisticazioni dei cibi nel periodo natalizio fra il 1959 e il '60.
La DC si interroga su un futuro orientato verso un'alleanza con la sinistra, ma liberali e repubblicani non ci stanno e mettono in crisi il governo, che si dimette il 24 febbraio. L'incarico di formarne uno nuovo viene dato allo stesso Segni, ma il tentativo fallisce.
Così, il 25 marzo 1960 nasce il Governo Tambroni, monocolore DC con l'appoggio del MSI, che dura in carica soltanto quattro mesi: scoppiano, infatti, proteste antifasciste in molte città italiane che creano tafferugli e persino 5 morti. Tambroni accusa la sinistra filo-sovietica di fomentare i tumulti ma - dopo sollecitazioni della stessa DC - il Governo si dimette il 26 luglio.
Il successivo governo vede il ritorno sulla scena di Fanfani, da sempre favorevole ad accordi con la sinistra (con i socialisti in particolare). Si scontra, infatti, con Tambroni perché si era fatto appoggiare dal MSI.
A livello internazionale si è in piena guerra fredda, l'Italia è apertamente schierata con l'alleanza atlantica, in contrapposizione al blocco sovietico; viene costruito il muro di Berlino e Fanfani è un protagonista della mediazione fra i due blocchi. Il governo si dimette il 2 febbraio 1962, dopo che il consiglio della DC aveva deliberato la creazione di un'alleanza di centrosinistra, su indicazione del segretario Aldo Moro.
Nasce, pertanto, un nuovo governo, il Fanfani IV: si tratta di un tripartito DC-PSDI-PRI, mentre il PSI mantiene un atteggiamento di collaborazione. È un governo relativamente "duraturo", che attua riforme importanti come l'aumento delle pensioni, l'eliminazione della censura sulle opere liriche e di prosa, l'avvio dell'urbanizzazione nazionale, la nazionalizzazione dell'energia elettrica, la riduzione della leva militare e l'unificazione della scuola media con l'obbligo scolastico a 14 anni.
Sul finire della legislatura viene approvata la legge costituzionale 2/1963 che, modificando gli articoli 56, 57 e 60 della Costituzione, fissa a 630 il numero dei deputati e a 315 il numero dei senatori, equiparando inoltre la durata di entrambe le Camere a 5 anni.
Il 18 febbraio 1963, il nuovo presidente della Repubblica, Antonio Segni, scioglie le Camere in vista delle elezioni politiche.
Governi[modifica | modifica wikitesto]
- Governo Fanfani II
- Dal 1º luglio 1958 al 15 febbraio 1959
- Presidente del Consiglio dei ministri: Amintore Fanfani (DC)
- Composizione del governo: DC, PSDI
- Governo Segni II
- Dal 15 febbraio 1959 al 23 marzo 1960
- Presidente del Consiglio dei ministri: Antonio Segni (DC)
- Composizione del governo: DC (appoggio esterno di PLI, PNM, PMP e MSI)
- Governo Tambroni
- Dal 25 marzo 1960 al 26 luglio 1960
- Presidente del Consiglio dei ministri: Fernando Tambroni (DC)
- Composizione del governo: DC (appoggio esterno di MSI e PDI)
- Governo Fanfani III
- Dal 26 luglio 1960 al 21 febbraio 1962
- Presidente del Consiglio dei ministri: Amintore Fanfani (DC)
- Composizione del governo: DC
- Governo Fanfani IV
- Dal 21 febbraio 1962 al 21 giugno 1963
- Presidente del Consiglio dei ministri: Amintore Fanfani (DC)
- Composizione del governo: DC, PSDI, PRI (appoggio esterno del PSI)
Camera dei deputati[modifica | modifica wikitesto]
Ufficio di presidenza[modifica | modifica wikitesto]
- Presidente: Giovanni Leone (DC), l'elezione è avvenuta il 12 giugno 1958.
- Vice presidenti:
- Brunetto Bucciarelli-Ducci (DC),
- Paolo Rossi (PSDI),
- Girolamo Li Causi (PCI),
- Ferdinando Targetti (PSI);
- Questori:
- Michele Marotta (DC),
- Oreste Lizzadri (PSI),
- Alessandro Buttè (DC);
- Segretari:
- Francesco De Vita (Gruppo Misto) fino al 2 giugno 1961,
- Renzo Franzo (DC),
- Gabriele Semeraro (DC) fino al 4 aprile 1960,
- Antonino Cuttitta (PNM),
- Mauro Tognoni (PCI),
- Severino Caveri (Gruppo Misto),
- Giuseppina Re (PCI),
- Mario Marino Guadalupi (PSI),
- Lorenzo Biasutti (DC) dal 12 maggio 1960.
Capigruppo parlamentari[modifica | modifica wikitesto]
- Palmiro Togliatti - Partito Comunista Italiano,
- Luigi Gui (fino al 31 dicembre 1962), Benigno Zaccagnini - Democrazia Cristiana,
- Achille Lauro - Partito Monarchico Popolare
- Giovanni Roberti - Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale,
- Giuseppe Saragat - Partito Socialista Democratico Italiano,
- Pietro Nenni - Partito Socialista Italiano,
- Raffaele De Caro (fino al 4 maggio 1961), Giovanni Malagodi - Partito Liberale Italiano,
- Alfredo Covelli - Partito Nazionale Monarchico
- Cino Macrelli (fino al 31 dicembre 1962), Oronzo Reale - Gruppo Misto.
Senato della Repubblica[modifica | modifica wikitesto]
Consiglio di presidenza[modifica | modifica wikitesto]
- Presidenti: Cesare Merzagora (DC), l'elezione è avvenuta il 12 giugno 1958.
- Vice presidenti:
- Stanislao Ceschi (DC),
- Giacinto Bosco (DC) fino al 25 luglio 1960,
- Mauro Scoccimarro (PCI),
- Ettore Tibaldi (PSI),
- Ennio Zelioli-Lanzini (DC) dal 12 ottobre 1960;
- Questori:
- Franco Varaldo (DC),
- Francesco Spezzano (PCI),
- Antonio Lepore (DC);
- Segretari:
- Angelo Cemmi (DC),
- Mario Carelli (DC),
- Luigi Russo (DC) fino al 3 aprile 1962,
- Luciano Granzotto Basso (PSDI),
- Giuseppe Roda (PSI),
- Maurizio Valenzi (PCI),
- Jaures Busoni (PSI),
- Luisa Gallotti Balboni (PCI),
- Giacinto Genco (DC) dal 5 aprile 1962.
Capigruppo parlamentari[modifica | modifica wikitesto]
- Umberto Terracini - Partito Comunista Italiano,
- Attilio Piccioni (fino al 26 luglio 1960), Silvio Gava - Democrazia Cristiana,
- Enea Franza - Partito Nazionale Monarchico e Movimento Sociale Italiano,
- Alceo Negri (fino al 20 ottobre 1958), Giuseppe Alberti (fino al 22 aprile 1959), Gaetano Barbareschi - Partito Socialista Italiano,
- Pasquale Jannaccone (fino al 22 dicembre 1959), Giuseppe Paratore - Gruppo Misto.