Lenin Mancuso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lenin Mancuso
NascitaRota Greca, 6 novembre 1922
MortePalermo, 25 settembre 1979
Cause della morteassassinio con arma da fuoco
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Corpo delle guardie di pubblica sicurezza
GradoMaresciallo
voci di militari presenti su Wikipedia

Lenin Mancuso (Rota Greca, 6 novembre 1922Palermo, 25 settembre 1979) è stato un poliziotto italiano.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era il maresciallo[2] della Polizia assegnato alla scorta del giudice istruttore del Tribunale di Palermo Cesare Terranova. Oltre ad occuparsi della scorta fu anche stretto collaboratore di Terranova, e nel 1971 durante il mandato di Terranova a procuratore di Marsala partecipò alle indagini del mostro di Marsala, un caso di cronaca nera di triplice rapimento e omicidio di tre bambine. Venne assassinato in un agguato mafioso il 25 settembre 1979, pochissimo tempo dopo che il giudice aveva chiesto di essere nominato capo dell'ufficio istruzione di Palermo. Benché i condòmini dell'edificio sotto al quale fu ucciso (fra la via Rutelli e la via De Amicis) abbiano rifiutato di consentire l'apposizione di una targa che ricordasse l'accaduto, a Lenin Mancuso è stata comunque dedicata una via a Palermo[3], in zona Boccadifalco. Una via gli è stata intitolata anche nel comune di Belmonte Mezzagno, e di Santarcangelo di Romagna.

Il figlio Carmine, ex poliziotto, è un politico, la cui linea politica è fortemente improntata alla lotta alla mafia.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Prescelto, in virtù delle sue non comuni qualità, per il servizio di sicurezza ad eminente magistrato, assolveva il proprio compito con sprezzo del pericolo e profondo senso del dovere, pur consapevole del grave rischio cui si esponeva. Veniva proditoriamente trucidato con colpi d'arma da fuoco, esplosigli da distanza ravvicinata, in un vile agguato mentre, con impegno e responsabile coraggio, svolgeva la propria missione. Palermo, 25 settembre 1979.»
— 8 maggio 1981[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]