Borno

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Disambiguazione – Se stai cercando lo stato nigeriano, vedi Borno (stato).
Borno
Comune
Borno – Stemma
Borno – Bandiera
Borno – Veduta
Borno – Veduta
Municipio in Piazza Giovanni Paolo II
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoMatteo Rivadossi (lista civica) dall'11-6-2018
Territorio
Coordinate45°56′46″N 10°11′56″E / 45.946111°N 10.198889°E45.946111; 10.198889 (Borno)
Altitudine912 m s.l.m.
Superficie30,5 km²
Abitanti2 435[1] (31-12-2023)
Densità79,84 ab./km²
FrazioniPaline
Comuni confinantiAngolo Terme, Azzone (BG), Ossimo, Piancogno, Schilpario (BG)
Altre informazioni
Cod. postale25042
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017022
Cod. catastaleB054
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 612 GG[3]
Nome abitantibornesi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivodomenica più vicina al 24 giugno
PIL procapite(nominale) 64 000 €
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Borno
Borno
Borno – Mappa
Borno – Mappa
Posizione del comune di Borno nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Borno (IPA: [ˈborno][4], Bùren in dialetto camuno[5][6]) è un comune italiano di 2 435 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia, situato in Valcamonica.

È raggiungibile attraverso la strada provinciale 5 che sale da Ossimo e porta ad Azzone in Valle di Scalve (provincia di Bergamo).

Il territorio di Borno confina con diversi comuni: a est quello di Ossimo e Piancogno, a nord ancora Ossimo, a ovest quelli bergamaschi di Azzone e Schilpario, e a sud quello di Angolo Terme.

Il territorio di Borno in Val Camonica

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Borno è situato sul cosiddetto Altopiano del Sole, ovverosia la valle percorsa dal torrente Trobiolo, tributaria della media Val Camonica e dominata dalle vette più orientali delle Prealpi Orobiche. Il comune comprende però, a occidente, anche un tratto del settore bresciano della Valle di Scalve.

Il capoluogo si trova a una quota di 912 m s.l.m. (riferiti alla chiesa parrocchiale, leggermente più elevata rispetto al centro storico), mentre il territorio è compreso tra i 650 metri del letto del fiume Dezzo e i 2 492 metri della cima del Pizzo Camino.

Paline è la frazione principale, in prossimità della quale si trova la Riserva naturale Boschi del Giovetto di Paline.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del comune potrebbe derivare dalla radice germanico celtica Bor (sorgente).[7]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Val Camonica.
Dedicazione a Minerva di epoca romana conservato al Museo archeologico di Valle Camonica

Durante delle operazioni di sbancamento nel 1958 viene alla luce un complesso datato al I secolo, probabilmente un complesso funerario con tombe a incenerimento. Pochissimo si è salvato dai lavori.[8]

Nel VII secolo inizia la contesa del monte Negrino con la Valle di Scalve.

Una delle sette Casetorri di Borno

Nel 1018 vengono nominati per la prima volta dei vicini a Borno.[8]

Nel 1156 scoppiò una lite tra gli abitanti di Borno e Lozio, presso Malegno, durante una processione verso Cividate Camuno. La lite venne chiusa nel 1168 a Verona.[9]

Nel 1186 gli uomini di Borno e l'arciprete di Cividate Camuno discutono a Verona davanti ai cardinali Adelardo e Pietro, legati del papa, la possibilità di avere una fonte battesimale.[10]

Nel 1234 il comune di Borno è obbligato a fornire un architrave per la costruzione di un ponte sul fiume Oglio.[9]

Il 19 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Borno, Astrio, Monno e Ossimo Girardo del fu Giovanni Ronchi di Breno.[11]

Il 28 gennaio 1350 il vescovo di Brescia Bernardo Tricardo investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Borno, Pescarzo, Cerveno e Corteno Golgi Bertolino e Giacomo Alberzoni di Breno.[12]

Nella contesa con gli Scalvini per il monte Negrino nel 1394 una banda proveniente dalla Valle di Scalve fece una strage di tutti i malgari bornesi trovati sul monte cavando occhi, lingua, denti e "coradèle".[13]

Il 14 agosto 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno e Andriolo Ronchi di Breno.[14]

Nel 1428 il Carmagnola conquista Borno.[15]

Nel 1688 vi fu un disastroso incendio con la distruzione di oltre 150 abitazioni.[15]

Nel 1682 termina la contesa del monte Negrino con la Valle di Scalve.

Feudatari locali[modifica | modifica wikitesto]

Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
Ronchi
1336 - ?
Alberzoni 1350 - ?
Ronchi
1423 - ?
Federici
?
Camozzi ?

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 16 novembre 1933.[16]

«Troncato con un filetto rosso in fascia: nel primo al monte al naturale di verde, soprastante un castello ad una torre, mattonato e finestrato di nero, ai lati tre cipressi; nel secondo di nero, all'aratro d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma venne disegnato dal pittore Enrico Peci di Borno: il castello turrito voleva rappresentare idealmente il palazzo comunale e la difesa dell'indipendenza della popolazione; gli alberi, inizialmente dei pini, dovevano ricordare le vaste pinete e le zone di pascolo; l'aratro alludeva all'attività agricola di un tempo e all'attaccamento degli abitanti alla propria terra.[17]

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista

Le chiese di Borno sono:[7]

  • Parrocchiale dei Santi Martino e Giovanni Battista, uno dei più imponenti edifici del XVIII secolo della Val Camonica. La struttura originaria è dell'XI secolo; rimaneggiata nel XV e nel XVIII fu abbattuta e completamente rifatta. L'altare maggiore è in marmo di Carrara.
  • Oratorio di San Antonio, alla destra della parrocchiale, contiene un affresco di Callisto Piazza.
  • Oratorio dei Disciplini
  • Chiesetta della Madonna Addolorata, con struttura del XVII secolo
  • Chiesetta della Madonna di Lourdes, precedentemente intitolata a San Vito e Modesto, del secolo XVI
  • Chiesetta di San Fiorino (o Floriano), del secolo IX, con la navata del XVI secolo.
  • Chiesetta di San Fermo al Monte, rimaneggiata nel XVI e XVII secolo, si rifà alla leggenda dei santi Fermo, Cristina e Glisente, che si comunicavano di essere in vita, dato che abitavano su tre montagne differenti, con dei falò.
  • Chiesetta degli Alpini in Val di Moren, moderna costruzione (2001-2003) costruita sulla vetta di un dosso a 1 760 metri di quota.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[18]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Borno è Burnàs, Bigi, Làder (ladri)[5] o maia patate.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

L'altopiano su cui sorge Borno è servito dalla strada provinciale (SP 5) che si stacca dall'ex SS 345 a Malegno e risale (circa 10 chilometri) i fianchi della valle con percorso agevole, ma tortuoso, passando per Ossimo Inferiore.

Oltrepassato il centro di Borno la strada sale sino al Passo di Croce di Salven (1 109 m), scendendo poi in Valle di Scalve ed entrando così in Provincia di Bergamo.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
20 giugno 1993 28 aprile 1997 Franco Franzoni lista civica Sindaco
28 aprile 1997 30 maggio 2006 Elio Arici Casa delle Libertà Sindaco
30 maggio 2006 20 febbraio 2008 Martino Franzoni Casa delle Libertà Sindaco [19]
20 febbraio 2008 15 aprile 2008 Attilio Visconti Commissario
15 aprile 2008 27 maggio 2013 Antonella Rivadossi lista civica Insieme per Borno Sindaco
27 maggio 2013 11 giugno 2018 Veronica Magnolini lista civica Per il bene di Borno Sindaco
11 giugno 2018 in carica Matteo Rivadossi lista civica SìAmo Borno Sindaco

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Automobilismo[modifica | modifica wikitesto]

Borno è sede di arrivo della cronoscalata automobilistica Malegno-Borno.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1981 Borno è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia.

Il Giro d'Italia è passato per Borno anche nel 2019.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Borno
Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1981 17ª Mantova 215 Bandiera dell'Italia Benedetto Patellaro Bandiera dell'Italia Silvano Contini

Sport invernali[modifica | modifica wikitesto]

A Borno si trova una piccola stazione sciistica, situata sul versante nord del Monte Altissimo. Nonostante la quota non elevata (950-1 700 metri), l'esposizione nord delle piste permette alla neve di conservarsi per tutta la stagione, anche grazie a un impianto di innevamento programmato. Caratteristica principale della località è di essere interamente immersa in un bosco di abeti, ciò favorisce la sciabilità anche in caso di brutto tempo e scarsa visibilità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 12 agosto 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luciano Canepari, Borno, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  5. ^ a b Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 167.
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 92, ISBN 88-11-30500-4.
  7. ^ a b Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 42.
  8. ^ a b Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980, p. 234.
  9. ^ a b Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980, p. 235.
  10. ^ Irma Valetti Bonini, Le Comunità di valle in epoca signorile, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 1976, p. 35.
  11. ^ Celli, p. 83.
  12. ^ Celli, p. 104.
  13. ^ Giacomo Goldaniga, Storia del castello di villa e l'eccidio dei Nobili di Lozio, Darfo Boario Terme, Tipografia Lineagrafica, 1992, p. 65.
  14. ^ Celli, p. 201.
  15. ^ a b Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980, p. 236.
  16. ^ Borno. decreto 1933-11-16 RD, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 14 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2022).
  17. ^ Marco Foppoli, Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, pp. 192-193, ISBN 978-88-7385-844-7.
  18. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  19. ^ Decaduto in seguito alle dimissioni della maggioranza dei membri del Consiglio comunale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, ISBN 88-343-0333-4.
  • Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980.
  • Giacomo Goldaniga, Borno e la sua storia

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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