Paderno Franciacorta
Paderno Franciacorta comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Nicola Vianelli (lista civica Impegno per Paderno) dal 10-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 45°35′20″N 10°04′39″E |
Altitudine | 183 m s.l.m. |
Superficie | 5,61 km² |
Abitanti | 3 683[2] (31-12-2024) |
Densità | 656,51 ab./km² |
Comuni confinanti | Castegnato, Passirano, Rodengo-Saiano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25050 |
Prefisso | 030 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017130 |
Cod. catastale | G217 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 446 GG[4] |
Nome abitanti | padernesi |
Patrono | san Gottardo[1] |
Giorno festivo | 4 maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Paderno Franciacorta (Padérem in dialetto bresciano[5]) è un comune italiano di 3 683 abitanti[2] della provincia di Brescia, in Lombardia.
Il comune di Paderno Franciacorta fa parte del movimento Patto dei sindaci,[6] un'iniziativa della Commissione Europea lanciata nel 2008 per riunire in una rete permanente le città che intendono avviare un insieme coordinato di iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici.
È il più piccolo comune della Franciacorta.[7]
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Paderno Franciacorta sorge nell'alta Pianura Padana, ad una distanza di circa 13 km da Brescia,[1] e appartiene al territorio della Franciacorta. Il suo territorio è delimitato a nord dalle Prealpi Bresciane, è pianeggiante a sud ed in collina nella zona del centro storico.
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Il clima a Paderno Franciacorta è mite e moderato, con piovosità significativa durante tutto l'anno.[8]
La temperatura media annuale è di 12,1 °C,[8] essendo luglio il mese con temperature più alte (22,1 °C)[8] e gennaio il mese con temperature più basse (2,0 °C).[8]
La piovosità media annuale è di 1077 mm.[8] In particolare le piogge sono più scarse nel mese di gennaio (54 mm)[8] e più abbondanti nel mese di novembre (122 mm).[8]
[8] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6,1 | 7,7 | 12,2 | 16,0 | 20,1 | 24,5 | 26,4 | 26,0 | 21,3 | 16,4 | 10,9 | 6,8 | 6,9 | 16,1 | 25,6 | 16,2 | 16,2 |
T. min. media (°C) | −1,6 | −1,3 | 1,5 | 5,2 | 9,7 | 14,4 | 17,0 | 17,2 | 13,7 | 9,7 | 4,8 | 0,1 | −0,9 | 5,5 | 16,2 | 9,4 | 7,5 |
Precipitazioni (mm) | 54 | 58 | 68 | 93 | 104 | 100 | 86 | 95 | 115 | 116 | 122 | 66 | 178 | 265 | 281 | 353 | 1 077 |
- Classificazione sismica: zona 3[6] (zona con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti), Ordinanza del PCM n. 3519/2006[9]
- Classificazione climatica: zona E, 2410 GR/G[10]
- Classificazione dei climi di Köppen: Cfa[8]
Con la D.G.R. 11 luglio 2014, n. X/2129, è stato pubblicato l’aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni della regione Lombardia. La delibera, che avrebbe dovuto entrare in vigore il 14 ottobre 2014, contiene la nuova classificazione sismica e la nuova cartografia. È funzionale anche al riordino delle disposizioni regionali relative alla vigilanza delle costruzioni in zona sismica e dispone che i Comuni riclassificati aggiornino la componente sismica degli studi geologici di supporto agli strumenti urbanistici.
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Gli antichi toponimi Paterno (XIII secolo), Patringo (XIII secolo) e Paternum (1509),[1] fanno pensare che il centro abitato fosse originariamente un fondo acquisito attraverso un'eredità paterna.[1]
Un'altra ipotesi associa il nome al tipo di terreno lievemente rialzato.[1]
L'attuale nome di "Paderno Franciacorta" fu stabilito attraverso il Regio Decreto del 4 dicembre 1862, n.1054, per distinguerlo da altri comuni e frazioni della Lombardia che erano anch'essi chiamati "Paderno".[1][7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Esistono prove che un centro abitato esisteva nell'attuale territorio di Paderno Franciacorta già in epoca romana. Tali prove includono un antico pavimento a mosaico con decorazioni fitoforme, appartenente probabilmente ad una villa romana,[1][7] e un'ara funeraria di epoca romana.[1][7]
Nel 1009 nel luogo denominato "Paterno"[1] si trovava un ricetto usato dalla popolazione per proteggersi dalle invasioni degli Ungari.[1] Tale ricetto verso la metà del X secolo era stato fortificato, costituendo così il castello di Paderno,[1] nominato anche in una bolla di papa Urbano III del 1187.[1] Durante la dominazione di Federico Barbarossa il territorio apparteneva alla quadra di Rovato.[1] Nel 1242 re Enzo di Gallura, figlio di Federico II, si fermò al castello di Paderno e ne fece il centro delle sue operazioni militari,[7] dopo avere conquistato Palazzolo.[1]
Tra il XV secolo (quando Paderno fu dominato dalla Repubblica di Venezia[1]) e il XVII secolo vi si stabilirono molte famiglie nobili.[1] Le famiglie di "Originari" includono: Artini, Bracchi, Facchi, Ferrari, Fraini, Mensi, Paderni, Patuzzi, Pitozzi, Rengini, Tanferli, Trainini, Vecchiolini, Zamberlini e Zanola.[1] Le famiglie di "Forestieri", presenti anche oggi, includono: Colosio (da Passirano), Franchi (da Monticelli Brusati), Guarneri (da Ospitaletto), Martinelli (da Provaglio d'Iseo), Peli (da Bornato), Ussoli (da Passirano), Venni (da Passirano), Verzelletti (da Calino).[1]
Nel XVI secolo fu colpita prima da una pestilenza assieme a Palazzolo e Coccaglio (1506)[1] e poi fu depredato dai francesi, che sterminarono la popolazione, uccidendo, oltre ai militari,[7] circa 150 donne e contadini e lasciando solo 52 superstiti.[1][7] Dopo l'invasione francese delle truppe di Enrico VII nel XV secolo si stima quindi che a Paderno la popolazione rimasta fosse di soli 52 abitanti contro i quasi 500 di prima dell'occupazione.[senza fonte]
Paderno partecipò nel 1570 alla Battaglia di Lepanto con 2 membri delle famiglie di "Originari", Dumenego di Vecchi/olivi e Hieronimo Patuso.[1] Alcuni anni dopo fu uno dei primi paesi colpiti dalla peste, nel 1577, assieme a Iseo e Passirano.[1]
Nel XVII secolo Paderno fu teatro di scontri sanguinosi tra le famiglie del luogo, che si conclusero con il perdono degli avversari da parte di Aurelio Coradelli, mentre si spegneva a Venezia sul letto di morte (1687).[1]
Durante l'età napoleonica Paderno era diviso nelle contrade denominate: del Borgo Nuovo, del Castello, delle Cantarane, della Ceresa, del Colombaro, di Gobbiano, dei Patuzzi, di San Gottardo e della Selva.[1] Il territorio di Paderno includeva inoltre le località di Alborello, Croce e Tre Cortili.[1]
Alla fine del XIX secolo risalgono importanti infrastrutture nella zona, tra cui la costruzione della ferrovia Brescia-Paderno-Monterotondo-Iseo (1884-1885)[1] e l'acquedotto con acqua proveniente da Ome (1891).[1]
Simboli
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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. del 24 maggio 1964.
Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Pancrazio: l'attuale chiesa (XVIII secolo) sostituì la chiesa originaria, costruita nel XV secolo, consacrata nel 1503 e poi demolita nel 1766 per dare spazio alla nuova chiesa.[1]
- Santuario della Madonna del Castello o Santa Maria della Rosa (XVI secolo): custodisce al suo interno un'immagine della Madonna col Bambino, denominata Madonna del Latte,[11] che si racconta fosse conservata nel castello dai loro proprietari[1] e alla quale sono attribuiti diversi miracoli a partire dal XV secolo.[1]
- Santuario di San Gottardo: si ha testimonianza in un documento del XV secolo di una cappella campestre dedicata a San Gottardo;[1] tale cappella fu parzialmente distrutta nel XVIII-XIX secolo e successivamente restaurata.[1]
- Chiesetta degli Alpini (1975), situata all'interno del Parco degli Alpini.[7] Contiene al suo interno un affresco che raffigura la Madonna degli Alpini.[1]
- Oratorio San Luigi Gonzaga
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Altare con la Madonna del Latte all'interno della chiesa Madonna del Castello
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Sandrinelli o Palazzo Coradelli: l'attuale palazzo comunale è situato nel palazzo Sandrinelli, acquisito dalla famiglia Sandrinelli nel 1959.[7]
- Palazzo Oldofredi (ex Palazzo Baitelli), ex municipio fino al 1963, ora sede delle scuole medie[7]
- Casa Albergo, ex Casa di Riposo, fondata dai fratelli Zini (1954)[1]
- Casa Guaineri (ex casa Ceruti Martinengo o casa Martinengo Villagana)[1]
- Palazzo Zini-Contessi (ex Palazzo Federici-Baitelli)[1]
- Palazzo Zini-Falconi (ex palazzo Stella-Averoldi)[1]
- Casa Moniga (ex casa Patuzzi)[1]
- Casa Guerini (ex casa Albrici-Ganassoni)[1]
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Fontana di Giona
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Facciata del Palazzo Baitelli Oldofredi, sede della scuola media di Paderno Franciacorta
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Palazzo Sandrinelli, sede del municipio di Paderno Franciacorta
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]Il castello medievale di Paderno, anche chiamato Castello Oldofredi, fu costruito a partire da un preesistente ricetto intorno alla metà del X secolo, per difendere le persone e bestiame dagli attacchi degli ungari.[1][7] Subì pesanti modifiche nel XX secolo.
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Castello Oldofredi
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[12]

Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Frazioni e località
[modifica | modifica wikitesto]Secondo lo statuto comunale, non sono presenti frazioni[13]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Tradizionalmente, l'economia di Paderno Franciacorta si è basata sull'agricoltura, con l'allevamento del bestiame e la coltivazione della vite, dei cereali e dei foraggi.[1]
Anticamente nella zona meridionale del paese erano presenti cave di sabbia.[1] Molte di queste cave sono state successivamente riempite d'acqua.[1]
Nel XVII e XVIII secolo a Paderno si è sviluppata la pratica della coltivazione dei bachi da seta.[1] Il settore tessile continuò a svilupparsi anche nel XIX secolo con l'apertura di filande, tra cui la filanda Francesconi, la filanda Mensi e la filanda Delbono.[1] Quest'ultima fu venduta nel 1911 per essere trasformata in un calzificio.[1]
Nel 1973 il 70% degli abitanti di Paderno era occupato nelle industrie dello stesso comune,[1] che includevano un cotonificio, cinque calzifici e un'industria per la costruzione di macchine tessili.[1]
A partire dagli anni Cinquanta, durante i quali si manifestò una crisi del settore tessile nel bresciano, il numero di occupati del settore tessile a Paderno diminuì.[7] Nel 1979 una delle antiche filande viene convertita in azienda agricola, chiamata "Mirabella".[14]
Nel 1991 la maggior parte degli occupati a Paderno era impegnata nel settore metalmeccanico (311 occupati);[1] a seguire il settore tessile e delle confezioni (272 occupati), il settore del commercio (91 occupati) e quello dell'edilizia (87 occupati).[1]
Infrastrutture e trasporti
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Il territorio comunale è attraversato dalla strada provinciale 19 Ospitaletto-Concesio la quale è raccordata alla strada provinciale SPBS510 che transita nel vicino territorio di Rodengo Saiano.
Paderno Franciacorta è anche attraversata dalla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo ed è servita dalla fermata di Paderno Franciacorta.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1945 | 1946 | Giuseppe Delbono | Sindaco | ||
1946 | 1951 | Ferdinando Moniga | Sindaco | ||
1951 | 1953 | Paolo Spada | Sindaco | ||
1953 | 1956 | Vittorio Faita | Sindaco | ||
1956 | 1965 | Enrico Crippa | Sindaco | ||
1965 | 1970 | Gianluigi Moniga | Sindaco | ||
1970 | 1976 | Giacomo Cavalli | Sindaco | ||
1976 | 1987 | Battista Vivenzi | DC | Sindaco | |
1987 | 2004 | Alessandro Ghidetti | Centro | Sindaco | |
2004 | 2014 | Antonio Vivenzi | Centro-sinistra | Sindaco | [15][16] |
2014 | 2024 | Silvia Gares | Lista civica | Sindaco | |
2024 | in carica | Nicola Vianelli | Lista civica | Sindaco |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax Antonio Fappani, Enciclopedia Bresciana - Paderno Franciacorta
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Toponimi in dialetto bresciano, su brescialeonessa.it.
- ^ a b tuttitalia.it - Paderno Franciacorta
- ^ a b c d e f g h i j k l Comune di Paderno Franciacorta - Storia del Comune
- ^ a b c d e f g h i climate-data.org
- ^ tuttitalia.it - Rischio sismico di Paderno Franciacorta
- ^ Comuni-Italiani.it, "Paderno Franciacorta: Clima e Dati Geografici"
- ^ BresciaOggi Territori - La Madonna del ’500 fa il pieno di visitatori
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Comune di Paderno Franciacorta, Statuto Comunale (PDF) (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2023).
- ^ Mirabella Franciacorta - La nostra storia
- ^ Ministero dell'Interno, Elezioni comunali del 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato l'11 agosto 2012. |}
- ^ Ministero dell'Interno, Elezioni comunali del 7 giugno 2009, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato l'11 agosto 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gabriele Archetti, Paderno Franciacorta dal Medioevo al Novecento, Fondazione Franciacorta, 2004.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paderno Franciacorta
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su padernofranciacorta.net.
- Sito ufficiale, su comune.padernofranciacorta.bs.it.
- Padèrno Franciacórta, su sapere.it, De Agostini.