Pian Camuno

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Pian Camuno
comune
Pian Camuno – Stemma
Pian Camuno – Bandiera
Pian Camuno – Veduta
Pian Camuno – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoGiorgio Giovanni Ramazzini (lista civica) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 04-10-2021)
Territorio
Coordinate45°50′41″N 10°09′07″E / 45.844722°N 10.151944°E45.844722; 10.151944 (Pian Camuno)
Altitudine244 m s.l.m.
Superficie11,08 km²
Abitanti4 777[1] (31-12-2023)
Densità431,14 ab./km²
FrazioniBeata, Solato, Vissone, Gratacasolo
Comuni confinantiArtogne, Costa Volpino (BG), Pisogne, Rogno (BG)
Altre informazioni
Cod. postale25050
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017142
Cod. catastaleG546
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 547 GG[3]
Nome abitantipiancamunesi
Patronosant'Antonio abate
MottoIN TRANQUILLITATE ORDINIS
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pian Camuno
Pian Camuno
Pian Camuno – Mappa
Pian Camuno – Mappa
Posizione del comune di Pian Camuno nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Pian Camuno (Pià in dialetto camuno[4][5], Plà nella pronuncia locale) è un comune italiano di 4 749 abitanti[1] della bassa Val Camonica, provincia di Brescia, in Lombardia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Pian Camuno si trova in bassa Val Camonica, a poca distanza dal Lago d'Iseo e da Darfo Boario Terme. Il Comune si trova a 244 metri sul livello del mare ed è classificato come comune montano. Il territorio di Pian Camuno è prevalentemente montuoso, si estende per una superficie di 11,1 chilometri quadri ed è lambito dal fiume Oglio che separa la sponda bresciana da quella bergamasca. Gli abitanti di Pian Camuno sono conosciuti con il nome di piancamunesi. Il comune è suddiviso in frazioni tra cui Solato, Montecampione (Artogne)[non chiaro], Vissone e Beata e confina con Pisogne, Costa Volpino, Artogne e Rogno.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Dal latino planus, area piana, unito a camuno, di Val Camonica.[6]

Denominata così da decreto reale l'11 gennaio 1863, chiamandosi prima Piano.[7]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.

L'antico paese di Piano è associato alla "corte Predellas" confermata dall'imperatore Lotario I al Monastero di Santa Giulia di Brescia il 15 dicembre 837.[8]

La camunità della vicinia di Piano è presente con Sterno e Alberto de Pratelli all'accordo coi Signori della Valle nel 1200.[8]

Il 12 marzo 1233 la famiglia guelfa dei Brusati è infeudata delle terre di Piano.[8]

Nel 1331 Zanone detto Mastaglio e Ziliolo, figli di Bojaco di Darfo acquistano da Ghirardo Brusati, per 2 663,5 libbre imperiali tutti i terreni che egli possedeva a Piano, Artogne e Gratacasolo.

Un disegno di Leonardo da Vinci con la mappa del Sebino e della Valle Camonica datato 1510 annota il Comune come "Pià".

Nel 1579 la vicinia di Piano, assieme a quelle di Vissone e Solato, si rifiuta di pagare le decime ai Federici: il vescovo di Brescia Giovanni Dolfin pone il paese sotto interdetto. San Carlo Borromeo, in visita nel 1580 in Val Camonica si rifiuta di sostare a Piano. La comunità decide allora di ritrattare sulle decime, e il 4 settembre Carlo Borromeo, durante il viaggio di ritorno, passa per Piano.[9]

Nel XVII secolo Giovanni Da Lezze conferma che nel paese non esistevano più famiglie nobili:

«Vi è un molino, una rasica, un forno da ferro, fucine tre, né in questo Commune vi è alcun nobile, ma solo contadini, che attendono all'agricoltura, et parte alle vacche, et molti son cavalanti, che servono à nollo in condur robbe à mercanti»

Nel 1804 Piano e Artogne vengono fusi assieme, e Piano diviene una frazione d'Artogne

).[9]

Il 6 dicembre 1809 si nascosero in una cascina quaranta disertori dell'esercito napoleonico. Scoperti, diversi riuscirono a fuggire, ma 16 rimasero imprigionati nella struttura che venne data alla fiamme. Del fatto permane un dipinto su una facciata di un fienile risalente al XIX secolo.[11]

Nel 1863 Piano assume il nome di Pian Camuno.[11]

Tra il 1816 e il 1859 il comune prende il nome di comune di "Piano con Beata, Solato e Vissone". Dal 1859, con l'annessione al Regno d'Italia, diviene Pian Camuno.[12]

Il 14 maggio 1918 arriva la 35ª Squadriglia che resta fino al 10 luglio.

Tra il 1927 e il 1957 Pian Camuno e Artogne sono fusi assieme in un unico comune (Pian d'Artogne).[11]

Verso il 1960, a causa di una frana, un enorme masso ostruì il corso del canale idroelettrico provocando una fortissima alluvione che allagò completamente il paese sotto alcuni metri di acqua e fango, causando anche una vittima.

Pian Camuno si è molto sviluppato negli ultimi anni, espandendo la propria area residenziale molto al di fuori del vecchio centro abitato e divenendo uno dei borghi più popolosi della Val Camonica.

Inoltre l'insediamento di numerose attività industriali e artigianali ha dato origine, nel tempo, a un'area piuttosto sviluppata nel fondovalle.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. del 23 marzo 1970.

«D'azzurro, all'albero di quercia al naturale, terrazzato di verde, addestrato da un sole d'oro, sinistrato da un crescente dello stesso e sormontato da tre stelle pure d'oro, male ordinate; il tutto abbassato ad un capo diminuito di rosso. Sotto lo scudo su lista di rosso con le estremità bifide, il motto in caratteri d'oro: in tranquillitate ordinis

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Parrocchiale di Sant'Antonio

Le chiese di Pian Camuno sono:[6]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Torre Poiatti

In centro storico è presente Torre Poiatti, inserita in un complesso di edifici settecenteschi edificata nel XII secolo. Nella frazione Beata vi è un'altra torre, Torre Alta.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati forniti dal Comune, al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera residente è di 669 persone, di cui 355 maschi e 314 femmine[14]. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente sono:

Romania

Bosnia ed Erzegovina

Albania

Marocco

Nel 2023, hanno acquisito la cittadinanza italiana 25 stranieri.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Pian Camuno è Mahì, Pè Piàcc, Caramele de Pià.

È tradizione che l'abitato di Pian Camuno sia stato in tempi antichissimi distrutto e sepolto da una frana, per poi essere ricostruito a poca distanza.[15]

A maggio è ormai tradizionale la festa di Santa Giulia con la consueta camminata.[16]

Nel mese di giugno si tiene presso la piazza principale la festa degli Alpini

La festa patronale di Sant'Antonio Abate cade il 17 gennaio; nell'occasione presso la chiesa parrocchiale avviene la benedizione degli animali.

Per alcuni anni, prima a gennaio e poi d'estate, si è tenuto il festival "La Nota d'Oro", concorso canoro per talenti provenienti dalla Valle Camonica, che ha raggiunto le 11 edizioni, cessando a luglio 2014.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio di Pian Camuno.
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
16 giugno 1988 7 giugno 1993 Giuseppe Giovanni Garatti DC Sindaco
7 giugno 1993 28 aprile 1997 Giuseppe Recaldini lista civica di centro-sinistra Sindaco
28 aprile 1997 30 maggio 2006 Giuseppe Garatti Forza Italia Sindaco
30 maggio 2006 6 giugno 2016 Renato Pe lista civica di centro-destra Sindaco
6 giugno 2016 in carica Giorgio Giovanni Ramazzini lista civica di centro-destra Sindaco

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è attraversato dalla strada statale 42 del Tonale e della Mendola. La strada principale è la strada statale 510 Sebina Orientale. Da Pian Camuno è possibile raggiungere la stazione di villeggiatura di Montecampione passando per le frazioni Solato e Vissone.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Pian Camuno-Gratacasolo è una delle fermate della linea Brescia-Iseo-Edolo.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Il club calcistico comunale è il FC Pian Camuno, la cui esistenza si è interamente dipanata nelle divisioni dilettantistiche lombarde.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

La società ciclistica dilettantistica locale è il G.S. Pian Camuno, che ogni anno ad agosto vi organizza una gara ciclistica di categoria juniores.

A Pian Camuno è transitato il Giro d'Italia in occasione degli arrivi in quota a Montecampione negli anni 1982, 1998 e 2014, rispettivamente con le vittorie di Bernard Hinault, Marco Pantani e Fabio Aru.

Karate[modifica | modifica wikitesto]

A Pian Camuno ha sede l'ASD Master Rapid SKF CBL, karate club tra i maggiori d'Italia fondato dal tecnico Francesco Maffolini con sede alla palestra PalaPubblitime: gli atleti che vi si sono formati hanno vinto oltre 20 medaglie internazionali WKF (Word Karate Federation).

Tennis[modifica | modifica wikitesto]

Presso il Bar dello Sport di Santa Giulia, accanto allo Stadio Comunale, sono presenti 2 campi da tennis: uno scoperto e uno coperto, entrambi di cemento rosso. Il 25 aprile 2019 sono stati inaugurati i nuovi spogliatoi della struttura.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b https://www.comune.piancamuno.bs.it/media/mediafields/Allegato/4gjfhstzqt5h94jq7s52qtnenr/dec28678c1fff7fc57d4238bbc78de1a.pdf
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 3 - I, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984, p. 344.
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 488, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ a b Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 13.
  7. ^ Regio decreto 11 gennaio 1863, n. 1126, in materia di "Decreto col quale sono autorizzati vari Comuni delle Provincie di Milano, Alessandria, Brescia, Cremona, Torino, Ascoli, Macerata, Cuneo, Piacenza, Porto-Maurizio, Ravenna e Sassari ad assumere una nuova denominazione."
  8. ^ a b c Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 3 - I, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984, p. 343.
  9. ^ a b Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 3 - I, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984, p. 345.
  10. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 64.
  11. ^ a b c Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 3 - I, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984, p. 346.
  12. ^ Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 novembre 2008.
  13. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  14. ^ Dati sulla popolazione (31/12/2023), su comune.piancamuno.bs.it. URL consultato l'8 gennaio 2024 (archiviato l'8 gennaio 2024).
  15. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 194.
  16. ^ Santa Giulia a Piancamuno: la corsa dei bambini, su sportgio.net. URL consultato il 17 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 3 - I, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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