Canestrato pugliese

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Canestrato Pugliese
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
Dettagli
Categoriaformaggio
RiconoscimentoD.O.P.
Settoreformaggi
Provvedimentoreg. CE n. 1107/96

Il Canestrato Pugliese - riconosciuto Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) con D.p.r. del 10 set. 1985 e a Denominazione di origine protetta (D.O.P.) nel 1996 con il reg. (Ce) n.1107/96 - è un formaggio italiano di latte intero a pasta pressata non cotta, ottenuto da latte di pecora di razza gentile di Puglia, le cui origini genealogiche provengono dalla razza merino, alimentate prevalentemente con erba fresca e solo eccezionalmente con fieno o foraggio.[1]

Il suo nome deriva dai canestri di giunco pugliese, entro cui lo si fa stagionare, i quali sono uno dei prodotti più tradizionali dell'artigianato pugliese.[1]

È utilizzato in particolare nella preparazione delle bombette.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il Canestrato Pugliese si produce in un periodo stagionale che va da dicembre a maggio, periodo questo legato alla transumanza delle greggi dagli Abruzzi alle piane del Tavoliere delle Puglie.

«Se tu vuoi pecora bella
in estate alla Maiella
e d'inverno a Pantanella»

Il latte, proveniente da mungiture di frequenza non superiore a una al giorno per animale, viene cagliato ad una temperatura da 33 °C a 45 °C e il tempo di coagulazione varia da 15 a non più di 25 minuti. Viene quindi versato negli appositi canestri, ove viene periodicamente pressato per drenare il liquido in eccesso. La stagionatura dura da uno o due mesi, a seconda del peso delle forme che emergono, tra i 7 e i 14 kg, e la maturazione può durare anche un anno.[1] La salatura avviene in più tempi, inizialmente da due a quattro giorni dopo la trasformazione e successivamente a intervalli regolari.

Degustazione[modifica | modifica wikitesto]

È un formaggio tipico utilizzato nella cucina pugliese tradizionale. Esso si accompagna bene con vini locali quali lo Squinzano rosso, Salice Salentino rosso, Cacc'e Mmitte di Lucera.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c DOC cheeses of Italy, p. 38
  2. ^ a b Citato in DOC cheeses of Italy, p. 39

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, DOC cheeses of Italy, Milano, Franco Angeli, 1992.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]