Matteo Renzi: differenze tra le versioni

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Matteo Renzi

Presidente del Consiglio dei ministri
della Repubblica Italiana
Durata mandato22 febbraio 2014 –
12 dicembre 2016
Capo di StatoGiorgio Napolitano
Sergio Mattarella
PredecessoreEnrico Letta
SuccessorePaolo Gentiloni

Segretario del Partito Democratico
Durata mandato15 dicembre 2013 –
19 febbraio 2017
PresidenteGianni Cuperlo
Matteo Orfini
PredecessoreGuglielmo Epifani
SuccessoreMatteo Orfini (ad interim)

Durata mandato7 maggio 2017 –
12 marzo 2018
PresidenteMatteo Orfini
PredecessoreMatteo Orfini (ad interim)
SuccessoreMaurizio Martina

Ministro dello sviluppo economico
(ad interim)
Durata mandato5 aprile 2016 –
10 maggio 2016
PresidenteMatteo Renzi
PredecessoreFederica Guidi
SuccessoreCarlo Calenda

Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
(ad interim)
Durata mandato20 marzo 2015 –
2 aprile 2015
PresidenteMatteo Renzi
PredecessoreMaurizio Lupi
SuccessoreGraziano Delrio

Presidente del Consiglio dell'Unione europea
Durata mandato1º luglio 2014 –
31 dicembre 2014
PredecessoreAntōnīs Samaras
SuccessoreLaimdota Straujuma

Sindaco di Firenze
Durata mandato24 giugno 2009 –
24 marzo 2014
PredecessoreLeonardo Domenici
SuccessoreDario Nardella

Presidente della Provincia di Firenze
Durata mandato13 giugno 2004 –
8 giugno 2009
PredecessoreMichele Gesualdi
SuccessoreAndrea Barducci

Senatore della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato23 marzo 2018
LegislaturaXVIII
Gruppo
parlamentare
Partito Democratico
CoalizioneCentro-sinistra
CircoscrizioneToscana
Collegio1 - Firenze
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2007)
Precedenti:
PPI (1996-2002)
DL (2002-2007)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Firenze
ProfessionePolitico
Dirigente d'azienda
FirmaFirma di Matteo Renzi

Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano, senatore per il Partito Democratico. È stato presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016[3] e segretario del Partito Democratico eletto per due mandati dal 15 dicembre 2013 al 12 marzo 2018.

È stato presidente della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014[4], ministro delle infrastrutture e dei trasporti ad interim dal 20 marzo al 2 aprile 2015 in seguito alle dimissioni di Maurizio Lupi[5], e ministro dello sviluppo economico ad interim dal 5 aprile al 10 maggio 2016 in seguito alle dimissioni di Federica Guidi.

Divenendo presidente del Consiglio dei ministri a 39 anni e un mese, è stato il capo di governo più giovane nella storia dello Stato italiano e il primo sindaco in servizio a divenire Primo ministro; è stato inoltre il primo presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, con l'eccezione dei governi tecnici, a non essere parlamentare al momento della nomina e il leader più giovane del G7. Quello da lui presieduto è stato il quarto governo più longevo della storia della Repubblica.

Nel 2014 è stato classificato dalla rivista americana Fortune come la terza persona con meno di quarant'anni più influente al mondo e indicato come uno dei cento più importanti pensatori globali di politica estera.[6][7]

A seguito dell'esito negativo del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, il 7 dicembre rassegna le dimissioni proprie da presidente del Consiglio e dell'esecutivo da lui presieduto nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per poi dimettersi in febbraio anche dalla segreteria del PD. Renzi, che non ha ricoperto un seggio in nessuna delle Camere del Parlamento durante il suo mandato come Primo ministro, è diventato membro del Senato a seguito delle elezioni generali del 2018. Rieletto segretario, rassegna una seconda volta le dimissioni in seguito al deludente risultato conseguito dal suo partito sempre alle elezioni politiche italiane del 2018.

Biografia

Matteo Renzi con la moglie Agnese Landini e i coniugi Obama nel 2016.
Matteo Renzi in uniforme da scout.
File:Matteo Renzi e Mike Bongiorno (Ruota della Fortuna 1994).jpg
Matteo Renzi e Mike Bongiorno a La ruota della fortuna (1994).

Figlio di Laura Bovoli e Tiziano Renzi,[8][9] che è stato consigliere comunale di Rignano sull'Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana,[10] è il secondo dei quattro figli della coppia: la sorella maggiore Benedetta è nata nel 1972 (è entrata in politica nel 2014), il fratello Samuele nel 1983 e la sorella minore Matilde nel 1984.[9][11] Sposato dal 1999 con Agnese Landini, insegnante di liceo, ha tre figli: Francesco, Emanuele ed Ester.[12][13] Cresce a Rignano sull'Arno,[14] paese dei genitori, e studia a Firenze: prima al liceo ginnasio Dante (con votazione finale di 60/60, pur rischiando la bocciatura perché, in qualità di rappresentante d'istituto, rifiutò di ritirare le copie del giornalino scolastico contenenti forti critiche alla professoressa di matematica)[15] e poi all'Università degli Studi di Firenze dove si laurea nel 1999 in Giurisprudenza[16] con una tesi in Storia del Diritto dal titolo Amministrazione e cultura politica: Giorgio La Pira Sindaco del Comune di Firenze 1951-1956 con relatore il professor Bernardo Sordi e la votazione finale di 109/110[17][18].

Ha una formazione scout nell'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani e ha collaborato, firmandosi Zac, con la rivista nazionale della branca Rover/Scolte Camminiamo insieme della quale è stato anche caporedattore.[19] Ha lavorato con varie responsabilità per la CHIL Srl,[16] società di servizi di marketing di proprietà della sua famiglia (il cui nome è ispirato dall'omonimo personaggio del Il libro della giungla), in particolare coordinando il servizio di vendita del quotidiano La Nazione sul territorio fiorentino con la diretta gestione degli strilloni. Inoltre consegnava volantini e distribuiva elenchi del telefono.

Ancora diciannovenne, nel 1994 partecipa come concorrente per cinque puntate consecutive al programma televisivo La ruota della fortuna, vincendo 48,3 milioni di lire.[20][21] Nella prima metà degli anni novanta arbitrò alcune partite calcistiche di Seconda Categoria: fino al 1995 fu infatti iscritto alla sezione arbitrale di Firenze, ma la sua carriera da fischietto non decollò a causa di alcuni limiti atletici.[22]

A seguito delle successive scelte ed impegni di natura politica si pone in aspettativa nell'azienda di famiglia, da cui nel maggio 2014 si dimette.[23]

Carriera politica

Primi passi

Matteo Renzi tra Lapo Pistelli e Ciriaco De Mita nel 2006.

Renzi comincia la propria attività politica durante gli anni del liceo.[16][24] Nel 1994 contribuisce nei Comitati per l'Italia che vogliamo in Toscana a sostegno di Romano Prodi[25]. Dopo essersi iscritto nel 1996 al Partito Popolare Italiano, ne è diventato segretario giovanile nel 1997 e segretario provinciale nel 1999 all'età di 24 anni.[26]

Nel 2001 il PPI confluisce ne La Margherita e Matteo Renzi viene chiamato a coordinarne la sezione fiorentina e, nel 2003, a ricoprire il ruolo di segretario provinciale.[27]

Presidente della Provincia di Firenze

Tra il 2004 e il 2009 è presidente della Provincia di Firenze;[16] alle elezioni del 12 e 13 giugno 2004 ottiene il 58,8% dei voti, in rappresentanza di una coalizione di centro-sinistra.[26] In linea con il suo messaggio di lotta alla cosiddetta casta politica e agli sprechi sostiene di avere, durante il suo mandato, diminuito le tasse provinciali, diminuito il numero del personale e dimezzato i dirigenti dell'ente fiorentino.[28] Tuttavia nel 2012 la Corte dei conti ha aperto un'indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia durante il mandato di Renzi, che ammontano a circa 600 000 euro[29][30] e, secondo il Fatto Quotidiano, il ministero del Tesoro indaga su Florence Multimedia, società in house voluta da Renzi, alla quale la Provincia di Firenze, durante la sua presidenza, avrebbe concesso un affidamento di servizi alla suddetta società "per un importo superiore a quello previsto dai regolari contratti di servizio".[31]

Sindaco di Firenze

Matteo Renzi all'inaugurazione dell'incubatore per le Imprese di Sesto Fiorentino nel 2009.

Il 29 settembre 2008 si candida alle elezioni primarie del centro-sinistra per la candidatura a sindaco di Firenze riuscendo a vincerle con il 40,52% battendo il deputato e responsabile nazionale Esteri del PD Lapo Pistelli (26,91%), l'assessore comunale all'Istruzione e ai giovani del PD Daniela Lastri al 14,59%, il ministro ombra per l'attuazione del programma di governo e vicecapogruppo vicario PD alla Camera Michele Ventura al 12,48% e il presidente del Consiglio comunale per la Sinistra Eros Cruccolini al 5,49%,[32] su 37 468 votanti totali.[33][34]

Il 9 giugno 2009, alle successive elezioni amministrative, Renzi ottiene il 47,57% dei voti, contro il 32% del candidato del centro-destra Giovanni Galli, con il quale va al ballottaggio. Il 22 giugno 2009 viene eletto sindaco di Firenze[16] riportando il 59,96% dei voti.[35] Fa parte della Direzione nazionale del Partito Democratico.[36] Nel 2010 è stato, secondo vari sondaggi, il sindaco più amato d'Italia.[37][38]

Il 6 dicembre 2010 Matteo Renzi si reca, a pranzo, in visita ad Arcore, presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per "discutere di alcuni temi legati all'amministrazione di Firenze".[39] La notizia, diffusa a incontro ormai avvenuto, provoca reazioni contrastanti e alcune polemiche anche tra i suoi sostenitori.[40]

Sotto la sua guida, Firenze ha approvato, con un'ampia maggioranza nel consiglio comunale (30 voti a favore, 9 contrari e 5 astenuti), un Piano strutturale a Volumi Zero, ovvero senza possibilità di aumentare la cubatura rispetto al patrimonio edilizio esistente e permettendo di costruire ex novo soltanto a seguito di demolizione in uguali volumi di edifici vetusti.[41] Il piano strutturale prevede inoltre che in futuro possano circolare nelle ZTL di Firenze solo auto elettriche.[42][43] A giugno 2011 è entrata in vigore una nuova pedonalizzazione, che comprende, tra gli altri, importanti luoghi fiorentini quali Piazza de' Pitti.

Secondo uno studio di Datamonitor pubblicato nell'ottobre 2013 Renzi è il quarto sindaco delle città metropolitane il cui operato è maggiormente apprezzato dai cittadini, con una percentuale di consensi del 56,5%.[44]

Il movimento dei "rottamatori"

Lo stesso argomento in dettaglio: Leopolda (convegno).
Matteo Renzi con Matteo Richetti nel 2012.

Il 29 agosto 2010 lancia l'idea della «rottamazione senza incentivi» dei dirigenti di lungo corso del PD,[45] e dal 5 al 7 novembre seguenti organizza con Giuseppe Civati un'assemblea alla Stazione Leopolda di Firenze (Prossima Fermata: Italia).[46] All'assemblea si contano oltre 800 interventi e 6800 partecipanti.[47] Nasce così un manifesto chiamato la Carta di Firenze.[48] A partire da quell'assemblea, Renzi ha continuato a organizzare ogni anno un'edizione della Leopolda.

I principali sostenitori del gruppo dei "rottamatori" sono il presidente dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna Matteo Richetti, il deputato regionale siciliano Davide Faraone e il consigliere regionale lombardo Giuseppe Civati. Si sono dichiarati a sostegno del gruppo undici parlamentari: i senatori Andrea Marcucci, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Pietro Ichino, Luigi Lusi e i deputati Luigi Bobba, Roberto Giachetti, Maria Paola Merloni, Ermete Realacci e Giuseppina Servodio.[49]

Dai primi mesi del 2011 Renzi è impegnato[50] in una campagna contro le morti su strada dovute a incidenti stradali tramite un inasprimento delle pene e la creazione del nuovo reato di "omicidio stradale"; il reato sarà istituito con legge approvata nel marzo 2016.[51]

Nell'ottobre 2011 sulla scia della sua crescente notorietà dopo la Leopolda I, ha creato una "tre giorni" di proposte chiamata Big Bang,[52] sempre alla Leopolda di Firenze, con i democratici Davide Faraone e Matteo Richetti, nella quale chiunque ha avuto la possibilità di salire sul palco e dire in cinque minuti la sua idea d'Italia se fosse stato a Palazzo Chigi. Questo incontro è stato oggetto di critiche da parte di alcuni esponenti del Partito Democratico,[53] vicini al segretario Bersani.

Sono intervenuti o hanno partecipato professori, scrittori (come Alessandro Baricco o Edoardo Nesi), studenti, economisti (Luigi Zingales), imprenditori (Guido Ghisolfi, Martina Mondadori, dell'omonima casa editrice, e Alberto Castelvecchi tra gli altri), lavoratori e personaggi dello spettacolo (Fausto Brizzi, Pif e Giorgio Gori, ex dirigente Fininvest e già direttore di Canale 5), mentre tra i politici Sergio Chiamparino, Arturo Parisi, Ermete Realacci, Pietro Ichino, Maria Paola Merloni, Graziano Delrio, Salvatore Vassallo, il radicale Matteo Mecacci, Federico Berruti e altri hanno sostenuto l'evento che ha avuto grande visibilità nazionale.[54]

Nel giugno 2012 ha organizzato assieme a Davide Faraone, Matteo Richetti e Giorgio Gori la seconda edizione del Big Bang, denominata Italia Obiettivo Comune. Al Palacongressi di Firenze quasi un migliaio di amministratori locali del Partito Democratico hanno raccontato la loro esperienza di governo del territorio per rilanciare un nuovo modello di PD e di Italia.[55] Al convegno sono intervenuti Andrea Sarubbi, Andrea Ballarè e Debora Serracchiani tra gli altri, con il sostegno di personalità come, ad esempio, Salvatore Vassallo, Graziano Delrio e Vincenzo De Luca.

Primarie del 2012

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni primarie di "Italia. Bene Comune" del 2012.
Matteo Renzi allo European University Institute nel 2012.

Il 13 settembre 2012 si candida ufficialmente, durante un comizio a Verona, alle primarie del centro-sinistra.[56] Tra gli sfidanti di Renzi: il segretario PD Pier Luigi Bersani, il presidente della regione Puglia e presidente di SEL Nichi Vendola, il consigliere della regione Veneto Laura Puppato (PD) e l'assessore al Bilancio del comune di Milano Bruno Tabacci (ApI).[57] Per la sua campagna elettorale, Renzi organizza un tour per l'Italia a bordo di un camper, che lo porta a toccare, tra settembre e novembre 2012, tutte le province italiane.[56]

Nel primo turno delle primarie che si è svolto il 25 novembre 2012 Renzi ha ottenuto il 35,5% pari a 1 104 958 voti complessivi, posizionandosi al secondo posto tra i cinque candidati, dietro a Pier Luigi Bersani al 44,9% con 1 395 096 voti.[58] In particolare, al primo turno Renzi è stato il candidato più votato nelle cosiddette "regioni rosse" come Toscana, Umbria e Marche.[59]

Al secondo turno delle primarie, svoltosi il 2 dicembre 2012, perde contro Bersani, ottenendo 1 095 925 voti pari al 39,1%, contro il 60,9% (1 706 457 voti) del segretario del PD.[60] Anche nelle "regioni rosse" Renzi non è riuscito ad aumentare i consensi rispetto al primo turno, vincendo soltanto in Toscana, mentre in tutte le altre regioni italiane ha vinto Bersani, con un ampio distacco soprattutto in quelle meridionali.[60]

Il programma

Matteo Renzi durante la campagna elettorale per le Primarie del PD del 2012.

Fra le varie proposte presenti nel programma di Renzi, c'erano la diminuzione delle tasse per il lavoro dipendente con aumento di 100 euro dello stipendio netto in busta paga,[61] da finanziarsi tramite il taglio del 15% delle spese della pubblica amministrazione;[62] raggiungere la copertura degli asili nido per i bimbi italiani al 40% entro il 2018, che indirettamente costituirebbe un incentivo all'occupazione femminile e la creazione di potenziali 450 000 posti di lavoro;[62] il sostegno creditizio alla piccola e media impresa da finanziarsi tramite il ricollocamento dei fondi europei; diritti civili per le coppie omosessuali sul modello delle civil partnership inglesi;[62] aggiornamento alla normativa europea della legge 40 del 2004 sulla fecondazione artificiale; divorzio veloce se consensuale e se i coniugi non hanno avuto figli; introduzione di una serie di meccanismi volti ad attirare in Italia investimenti esteri,[62] come agevolazioni fiscali per i primi anni di insediamento; lotta alla corruzione con l'introduzione di pene più severe; lotta all'evasione fiscale concentrata sui grandi evasori e gli evasori totali;[62] abolizione o riduzione drastica dei rimborsi ai partiti; diminuzione delle indennità dei politici e del numero dei parlamentari sul modello dei provvedimenti presi dal presidente della Repubblica francese François Hollande.[62]

I finanziamenti per la campagna sono stati raccolti attraverso la Fondazione Big Bang.[63][64]

Posizioni contrapposte

La candidatura di Renzi è stata oggetto di accese polemiche all'interno del Partito Democratico, con contestazioni da parte di numerosi dirigenti, come Rosy Bindi e Massimo D'Alema, e di politici esterni al PD come Nichi Vendola.[65][66]

La polemica più dura è avvenuta con Stefano Fassina, responsabile per l'economia del partito, che ha accusato Renzi di aver copiato alcuni punti del programma di Bersani. Renzi ha replicato che il suo programma è stato presentato molto prima di quello del segretario PD.[67]

Tre giorni prima delle elezioni primarie Renzi, durante la trasmissione radiofonica 105 Friends di Radio 105, ha detto che in caso di sconfitta avrebbe portato un po' dei suoi amici in Parlamento e che avrebbe cercato di avere un po' di spazio, ma che non si sarebbe fatto comprare.[68][69] Il giorno dopo Renzi ha rivendicato quanto detto in radio: «Nel presunto fuori onda di R105 dico le stesse cose che dico sempre. Dico che in caso di sconfitta non mi farò comprare e che qualcuno dei nostri andrà in parlamento (spero con le primarie) ma non io».[70]

Le elezioni politiche del 2013

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche italiane del 2013.

Nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2013 ha sostenuto apertamente Pier Luigi Bersani.[71] I due esponenti del PD hanno tenuto due comizi congiunti, il 1º febbraio a Firenze e il 21 febbraio a Palermo.[72] Nel mese di aprile 2013, in occasione dell'imminente elezione del Presidente della Repubblica, Renzi ha avuto degli scontri con Bersani a causa della sua esclusione tra i grandi elettori[73] e riguardanti la situazione politica interna al Partito Democratico.[74][75] Ha criticato pubblicamente le candidature di Anna Finocchiaro e Franco Marini come possibili successori di Giorgio Napolitano,[75] scatenando molte polemiche nel mondo politico italiano e ricevendo dure repliche sia dalla Finocchiaro sia da Marini.[76][77]

Primarie del 2013

Renzi durante un comizio alla Festa dell'Unità di Bosco Albergati il 7 agosto 2013, poco dopo aver annunciato la sua candidatura come segretario del Partito Democratico.

Il 9 luglio 2013, Renzi ha confermato in un'intervista a la Repubblica l'intenzione di candidarsi a segretario nazionale del PD.[78]

Oltre a chi lo aveva già sostenuto alle primarie del centro-sinistra del 2012 (come Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Ermete Realacci, il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio) e ai "veltroniani",[79] Renzi ha ricevuto il 2 settembre l'appoggio di Dario Franceschini e della sua Area Democratica[80] (Marina Sereni,[81] Piero Fassino,[82] David Sassoli). Hanno firmato inoltre la mozione a sostegno della sua candidatura anche diversi esponenti considerati vicini al premier Enrico Letta, come Gianni Dal Moro, Francesco Sanna, Francesco Boccia, Lorenzo Basso ed Enrico Borghi.[83]

Tre gli sfidanti di Renzi: Gianni Cuperlo, deputato ed ex segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana[84] e Giuseppe Civati, deputato ed ex consigliere regionale in Lombardia.[85][86] Gianni Pittella, che tra gli iscritti al PD ha raccolto il 5,8% ed è quindi escluso dalla competizione delle primarie, si schiera con Renzi.

L'8 dicembre 2013 viene eletto segretario del Partito Democratico con il 67,5% dei voti, la sua proclamazione ufficiale è avvenuta la successiva domenica 15 dicembre dalla nuova Assemblea eletta del Partito Democratico.[87]

Presidente del Consiglio

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Renzi.
Renzi annuncia lo scioglimento della riserva e la lista dei ministri del suo governo il 21 febbraio 2014.
Renzi con Giorgio Napolitano il giorno del giuramento del Governo il 22 febbraio 2014.

A seguito delle dimissioni rassegnate da Enrico Letta dopo la votazione a larghissima maggioranza (136 favorevoli contro 16 contrari), da parte della Direzione del PD, di un documento dello stesso Renzi che proponeva la sostituzione del governo presieduto da Letta e delle successive consultazioni di Giorgio Napolitano, il 16 febbraio 2014 il presidente della Repubblica convoca Renzi al Quirinale per il giorno successivo[88] per conferirgli l'incarico di formare un nuovo governo, incarico che Renzi si riserva di accettare[89]. Nel pomeriggio dello stesso giorno, il Presidente del Consiglio incaricato informa i presidenti delle camere Pietro Grasso[90] e Laura Boldrini.[91]

Il 17 febbraio Renzi torna a Firenze per partecipare alla sua ultima riunione del Consiglio comunale;[92] si dimette da sindaco il 24 marzo successivo.

Il 18 e 19 febbraio il Presidente del Consiglio incaricato svolge le consultazioni con i gruppi parlamentari[93] mentre il 21 febbraio al Quirinale scioglie la riserva e presenta la lista dei ministri che vanno a comporre il suo governo.

Il giorno successivo presta giuramento il nuovo Governo Renzi.[94]

Il 24 febbraio Renzi tiene un discorso lungo più di un'ora al Senato della Repubblica dove nella notte, alle 00:43, ottiene infine la fiducia con 169 voti favorevoli, 139 contrari dopo quasi 11 ore di lavori d'Aula.[95] Nel pomeriggio del 25 febbraio, dopo un altro discorso, ottiene infine la fiducia anche alla Camera dei deputati con 378 voti favorevoli, 220 contrari e 1 astenuto (su 598 votanti) dopo altre 9 ore di lavori.[96]

Politica interna

Durante il suo governo, il presidente Renzi ha deciso di avviare un ampio progetto di riforme costituzionali con l'abolizione del bicameralismo perfetto e la modifica della struttura e delle funzioni del Senato della Repubblica. Inoltre dopo un controverso incontro con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha proposto una nuova legge elettorale in sostituzione del cosiddetto Porcellum, parzialmente annullato dalla Corte costituzionale. La proposta, ribattezzata Italicum, prevedeva un sistema a collegi plurinominali con eventuale doppio turno e premio di maggioranza.[97] La legge fu approvata nel maggio 2015 con il ricorso alla questione di fiducia[98], ma nel gennaio 2017 ne fu a sua volta riconosciuta la parziale incostituzionalità.[99][100]

Inoltre assieme al ministro Stefania Giannini ha presentato nel settembre del 2014 il progetto di riforma della pubblica istruzione intitolato "La buona scuola"[101] e nello stesso mese il guardasigilli Andrea Orlando ha presentato un disegno legge che prevede la riforma della giustizia civile e di quella penale. La riforma della scuola viene accolta con freddezza se non con aperta ostilità dalla maggioranza del corpo insegnante. La legge viene ugualmente approvata il 9 giugno 2015 dalla maggioranza governativa alla Camera con 277 voti contro 173. Una raccolta firme atta a indire un referendum abrogativo di quattro punti della riforma non ebbe esito, perché fu certificato un numero di firme leggermente inferiore a quello necessario.[102]

Matteo Renzi con Sergio Mattarella il 3 febbraio 2015.

Ha poi attuato la Riforma del Mercato del Lavoro detta Jobs Act proposta dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che introduceva il contratto unico a tutele crescenti, il sussidio di disoccupazione e la tutela delle donne in maternità; la riforma è stata fortemente criticata dai sindacati per molti motivi, ma soprattutto per l'abolizione dell'Articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

Il 29 gennaio propone Sergio Mattarella come candidato del Partito Democratico alle elezioni per eleggere il Presidente della Repubblica. La proposta viene accettata all'unanimità e il 31 gennaio, al quarto scrutinio con 665 voti, Mattarella viene eletto Presidente[103].

Dal 20 marzo al 2 aprile 2015 è Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad interim in seguito alle dimissioni di Maurizio Lupi a seguito dello scandalo "Grandi opere". Dal 5 aprile al 10 maggio 2016 è Ministro dello Sviluppo Economico ad interim in seguito alle dimissioni di Federica Guidi, conseguenti all'inchiesta «Tempa Rossa».

La sconfitta al referendum costituzionale e le dimissioni

Nell'aprile dello stesso anno, in merito alla suddetta riforma costituzionale, è stato indetto per il 4 dicembre un referendum popolare. Renzi personalizzò il referendum arrivando a dire, in più occasioni, che in caso di sconfitta avrebbe ritenuto fallita e conclusa la sua esperienza in politica[104]. In seguito alla sconfitta con il 59,11% di pareri negativi, Renzi annuncia le sue dimissioni da capo del Governo,[105] formalizzate il 7 dicembre dopo l'approvazione della legge di Bilancio.[106] Tuttavia, smentendo sue ripetute precedenti dichiarazioni[107], ha deciso di non abbandonare la politica.

Gli succede a Palazzo Chigi il suo ministro degli esteri, Paolo Gentiloni.[108]

Politica internazionale

Matteo Renzi con David Cameron, Barack Obama, Angela Merkel e François Hollande il 25 aprile 2016.
Visite all'estero di Matteo Renzi da Presidente del Consiglio italiano.

Il governo affronta delicate situazioni internazionali quali: il perdurarsi della crisi del debito in Europa; la guerra civile libica; l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia; e infine la nascita e lo sviluppo dell'ISIS in Medio Oriente. In questo contesto, Renzi forgia le più forti relazioni con: il presidente della Repubblica francese François Hollande e il suo primo ministro Manuel Valls; il premier greco Alexīs Tsipras e con il presidente degli USA Barack Obama.[109][110]

Il governo Renzi è anche stato tra i primi governi occidentali ad avvicinarsi all'Egitto di Al-Sisi sul fronte energetico e geopolitico. Tuttavia le relazioni si deteriorano a seguire della morte di Giulio Regeni.[111][112]

Europa

Il primo luglio del 2014 Renzi assume la carica di presidente del Consiglio dell'Unione europea. Nello stesso periodo si insedia il nuovo Parlamento europeo nel quale il Partito Democratico, grazie a 11 milioni di voti ottenuti alle elezioni, dispone del più alto numero di eurodeputati socialisti. Grazie a ciò, Renzi riesce a ottenere la nomina di Gianni Pittella come capogruppo del PES e di Federica Mogherini come alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune. Renzi entra a volte in contrasto con Angela Merkel sulle politiche di austerity, ma con la cancelliera si trova d'accordo sulla necessità di riforme e di crescita in Europa.[113] Il Presidente del Consiglio italiano si reca a Londra da David Cameron due volte nel giro di pochi mesi per discutere di come riformare l'Europa.[114] È il primo leader a incontrare Alexīs Tsipras, per il quale Renzi ha svolto mediazioni in Consiglio Europeo in merito all'austerity in Grecia,[115] ed è visto come un punto di riferimento dal Primo ministro francese Manuel Valls.[116][117]

Dopo la presidenza del Consiglio

Primarie del 2017

Renzi parla alla convenzione del Lingotto, 12 marzo 2017.

Il 19 febbraio 2017 Renzi ha rassegnato le dimissioni anche da segretario del Partito Democratico aprendo così la fase congressuale.[118]

Il 6 marzo successivo Renzi ha presentato il suo programma elettorale per le primarie, in cui ha espresso la sua intenzione di rinnovare il partito, l'Italia e l'Europa. Ha anche annunciato un "ticket" elettorale con il ministro dell'agricoltura Maurizio Martina, che sarebbe diventato suo vicesegretario.[119] Dal 10 al 12 marzo, Renzi e i suoi sostenitori hanno partecipato alla convenzione Lingotto '17, organizzato dalla corrente renziana In Cammino nel quartiere Lingotto di Torino, dove il PD è stato fondato dieci anni prima da Walter Veltroni. Tra i partecipanti di rilievo alla convenzione pro-Renzi c'erano il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i ministri Pier Carlo Padoan, Marco Minniti, Dario Franceschini, Graziano Delrio, Roberta Pinotti, Marianna Madia e Maria Elena Boschi. Anche la storica leader radicale Emma Bonino ha partecipato alla manifestazione.[120]

Gli altri due candidati alle elezioni primarie sono stati il ministro della giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano. Dopo aver vinto il voto da parte degli iscritti al partito a marzo con quasi il 67% dei voti, il 30 aprile Renzi è stato rieletto segretario del partito con il 69,2% dei voti, mentre Orlando ha ricevuto il 19,9% ed Emiliano il 10,9%.[121]

Elezioni politiche del 2018 e nuove dimissioni

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche italiane del 2018.

Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, si assiste a una forte flessione nei voti per il Partito Democratico, che ha riscosso il peggior risultato della sua storia attestandosi su un consenso inferiore al 20% sia per la Camera sia per il Senato. A seguito dell'esito deludente, Renzi ha rassegnato per la seconda volta le proprie dimissioni dalla segreteria del partito,[122][123], ove gli è succeduto Maurizio Martina come segretario reggente. Sempre in occasione delle politiche del 2018, Renzi è stato peraltro eletto tra i senatori della XVIII legislatura nel collegio uninominale 01 della Toscana.

Posizioni politiche

Renzi parla durante il congresso del Partito Socialista Europeo a Roma, 2014

Tendenze politiche

Renzi si è dichiarato favorevole al ricambio generazionale della classe dirigente, tramite l'uso di elezioni primarie. Sostiene alcune iniziative atte a ridurre il costo della politica, tra cui l'eliminazione di una delle due camere, l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, l'elezione diretta dei politici da parte dei cittadini, le abolizioni dei vitalizi e la cancellazione dei contributi statali ai giornali di partito.[67]

Riguardo al Partito Democratico ha dichiarato che il PD dovrebbe maggiormente guardare al futuro, alle proposte e alle idee, anziché parlare in "politichese" e inseguire le alleanze "contro qualcuno".[124] Renzi guarda alla sinistra come qualcosa di diverso rispetto alle versioni novecentesche. La sua visione di sinistra è liberale, con una vocazione maggioritaria, pronta a coniugare liberalizzazioni e nazionalizzazioni e che si rifà alle politiche fatte da Tony Blair in Inghilterra.[125] Guarda con interesse alle proposte in tema di lavoro ed economia di Tito Boeri e Luigi Zingales, tra cui la flexicurity ispirata al modello scandinavo.

Le sue posizioni politiche sono considerate da alcuni osservatori o da membri del suo stesso partito "non di sinistra". In particolare, il suo pranzo ad Arcore con Silvio Berlusconi nel dicembre 2010 ha suscitato molte polemiche e perplessità.[126] Berlusconi ha dichiarato: «Renzi porta avanti le nostre idee, sotto le insegne del PD»,[127] Renzi ha smentito facendo riferimento alla vittoria da lui riportata al primo turno delle primarie in regioni tradizionalmente orientate a sinistra.[128]

Ha affermato che se fosse stato un operaio della FIAT di Pomigliano d'Arco avrebbe votato «senza se e senza ma» a favore del referendum proposto da Sergio Marchionne[129] opponendosi palesemente ai sindacati. Tuttavia, nel 2012 ha dichiarato di esser rimasto deluso dalle successive scelte di Marchionne.[130]

Diritti civili

Nel 2007 ha sostenuto il Family Day e sulle unioni civili ha dichiarato che sono "un controsenso rispetto alle vere urgenze del Paese" e che "non c’è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia".[131] Tuttavia nel 2012 in un'intervista su Max si è dichiarato a favore della civil partnership (unioni civili sul modello britannico) e ha dichiarato che "il matrimonio, parlando da politico, non deve essere considerato un sacramento".[132][133] Nel febbraio 2016 come presidente del Consiglio ha posto la questione di fiducia sulla cosiddetta "legge Cirinnà", che regolamenta l'istituto delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze.[134]

Temi ambientali

Ha votato contro il nucleare ai referendum del 2011; si è espresso a favore del ricarico sulle bollette dei costi per gli investimenti sull'acqua pubblica;[135] ha sostenuto a Firenze le pedonalizzazioni e un piano strutturale a volumi zero. Tuttavia, in qualità Segretario del PD e Presidente del Consiglio dei ministri, ha indicato la linea politica ufficiale del partito nell'astensione per il referendum abrogativo sulle trivelle del 17 aprile 2016, definendolo "una bufala".[136]

Controversie e procedimenti giudiziari

Renzi a Venezia il 16 ottobre 2015.
  • Relativamente a quando era presidente della provincia di Firenze la giustizia contabile ha contestato la categoria di inquadramento di quattro persone nello staff, dichiarate dallo stesso procuratore totalmente estranee a famiglia e amicizie di Renzi, assunte presso la provincia di Firenze, a tempo determinato in categoria D (laureati)[senza fonte] anziché C (non laureati)[senza fonte], con uno stipendio di 1 200 euro al mese anziché di 1 150, in violazione delle disposizioni riguardanti la contrattazione collettiva del comparto. Il 5 agosto 2011 Renzi è stato condannato in primo grado, insieme ad altre venti persone, dalla Corte dei conti della Toscana per danno erariale al pagamento di una somma totale di 50 000 euro, di cui 14 000 a carico proprio, gli altri a venti persone fra colleghi di giunta e funzionari. La richiesta della procura era stata inizialmente di un totale di 2 milioni e 155 000 euro, con dunque una significativa riduzione dei termini dell'accusa al termine del primo grado di giudizio. Renzi ha impugnato comunque in appello la sentenza, confidando in un'ulteriore revisione del caso e conseguente decadimento delle accuse.[28][137][138][139][140] La Corte dei Conti della Toscana ha esteso il contraddittorio nei confronti di Renzi (dopo che la Procura Contabile ne aveva stabilito l'archiviazione) riguardo alla sua eventuale responsabilità per danno erariale, rinviando l'udienza d'appello al settembre del 2014.[141] Il 6 febbraio 2015 la Corte dei Conti ha annullato la condanna pronunciata in primo grado[142].
  • L'8 ottobre 2012, Alessandro Maiorano, un dipendente del Comune di Firenze, ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza per denunciare il fatto che il presidente di provincia e poi sindaco Matteo Renzi usufruisse di contributi pensionistici dirigenziali, essendo stato messo in aspettativa dall'azienda di famiglia CHIL srl, in cui era stato assunto come dirigente 8 mesi prima di essere messo in aspettativa per via dell'elezione a presidente della provincia.[143][144][145] Renzi ha giustificato il fatto come un piano di riordino delle cariche interno all'azienda, che ha avuto come conseguenza la nomina a dirigente del futuro candidato sindaco.[139] In ogni caso, nonostante non sia mai partito alcun procedimento penale a suo carico, Renzi ha scelto di rinunciare alla pensione e all'aspettativa in questione[146], mentre Maiorano è stato arrestato per diffamazione aggravata[147]. Da un'inchiesta de Il Fatto Quotidiano del luglio 2015 Renzi non avrebbe mai offerto la restituzione dei contributi figurativi versati all'ente previdenziale sulla sua posizione pensionistica (pari a circa 200.000 euro), e nel contempo, avrebbe riscosso il relativo trattamento di fine rapporto corrispondente a una somma complessiva di circa 48.000 euro al lordo delle tasse per il periodo 2004 - 2014[148]. Avendo Renzi rinunciato al trattamento pensionistico,[149] comunque, i contributi versati non potranno mai trasformarsi in un trattamento pensionistico a suo favore. A settembre 2015 il PM chiede l'archiviazione del procedimento.[150]
  • Nel marzo 2014 la procura di Firenze ha aperto un'inchiesta senza indagati, per fare chiarezza sulla casa di Firenze dove Renzi ha soggiornato per brevi periodi dal 2011 al 2013, il cui affitto è sempre stato pagato dall'imprenditore Marco Carrai[151] (Marco Carrai ha ottenuto svariati incarichi in società controllate dal Comune e appalti dall'amministrazione, anche se per la maggior parte ottenuti prima dell'amministrazione Renzi).[152] Renzi ha dichiarato di non essere preoccupato circa la possibilità di assimilare il suo caso ad altri noti precedenti di immobili acquistati "a propria insaputa", in quanto quella non era "la casa di Renzi, pagata da Carrai" bensì "la casa di Carrai, pagata da Carrai", della quale aveva usufruito in virtù dell'amicizia con l'imprenditore e della vicinanza a Palazzo Vecchio.[139] A settembre 2015 il PM chiede l'archiviazione del procedimento.[153]
  • Su segnalazione della CONSOB, nel 2015 la procura di Roma aprì un'indagine per insider trading, nell'ambito della quale furono ascoltati Carlo De Benedetti e anche l'allora premier Renzi; tra gli atti d'inchiesta rientra una registrazione telefonica la cui trascrizione fu resa nota nel gennaio 2018. Nella telefonata, avvenuta il 16 gennaio 2015, De Benedetti invitava il proprio operatore finanziario Gianluca Bolengo a comprare azioni delle banche popolari, rivelando che il premier Renzi lo aveva informato in anticipo della sicura approvazione di lì a pochi giorni del decreto banche da parte del governo; ciò gli permise di investire 5 milioni di euro guadagnando in poco tempo 600,000 euro di plusvalenza.[154][155] Nel febbraio 2016 inoltre De Benedetti parlò alla CONSOB dei suoi assidui rapporti con lo stesso Renzi (oltre a Maria Elena Boschi e Pier Carlo Padoan): rivendicò la paternità del Jobs Act e giunse ad affermare del governo Renzi che «si chiama governo, ma sono quattro persone».[156][157]
  • Nell'estate 2018 viene diffusa la notizia che Matteo Renzi e sua moglie erano in procinto di acquistare una villa in via Pietro Tacca a Firenze al prezzo di 1,3 milioni di euro, di cui 400.000 euro versati in anticipo alla stipula del contratto preliminare di compravendita. Tale notizia suscitò diverse polemiche, poiché in precedenza, nella una puntata del 18 gennaio 2018 della trasmissione televisiva Matrix durante la campagna elettorale, Renzi aveva mostrato l'estratto conto del proprio deposito bancario, su cui risultavano versati solo 15.859 euro.[158] Inoltre risultava che i coniugi Renzi pagassero già una rata mensile di 4.250 euro per il mutuo della vecchia abitazione di Pontassieve (che non è ancora stata venduta). Renzi ha poi smentito le tesi complottiste, evidenziando che a marzo 2018 era stato eletto senatore, per cui disponeva di "un ottimo stipendio" compatibile con l'acquisto della villa.[159] Successivamente è stato reso noto che, nello stesso anno 2018, Renzi aveva acquistato anche una Mini Cooper SD (automobile con un valore di listino di circa 35.000 euro), mentre i redditi complessivi dell'anno precedente (2017) ammontavano complessivamente a 29.315 euro.[160]

Opere

Libri

Trasmissioni televisive

Premi e riconoscimenti

Premio d'onore dal Premio Letterario "Lilly Brogi La Pergola Arte" di Firenze 2009 II Edizione per il libro "A viso aperto".[161]

Note

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