Unione Sportiva Catanzaro 1929

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US Catanzaro 1929
Calcio
Detentore della Supercoppa Serie C
Aquile, Regina del Sud,[1][2][3] Timore del Nord,[2][3] il Magico,[4] Giallorossi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Giallo, rosso
Simboli Aquila reale
Inno Aquile
Pino Pavone, Piero Ciampi[5]
Dati societari
Città Catanzaro
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie B
Fondazione 1927
Rifondazione2006
Rifondazione2011
Proprietario Bandiera dell'Italia AZ S.p.A.
Presidente Bandiera dell'Italia Floriano Noto
Allenatore Bandiera dell'Italia Vincenzo Vivarini
Stadio Nicola Ceravolo
(14 650 posti)
Sito web www.uscatanzaro1929.com
Palmarès
Titoli nazionali 1 Scudetto di IV Serie
3 Campionati di Serie C
3 Campionati di Serie C1
Trofei nazionali 1 Supercoppa di Serie C
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

L'Unione Sportiva Catanzaro 1929, meglio nota come Catanzaro, è una società calcistica italiana con sede nella città di Catanzaro. Milita in Serie B, la seconda divisione del campionato italiano di calcio.

Fondata nel 1927 (sebbene la sua nascita sia fatta risalire tradizionalmente al 1929),[6][7] disputa da quell'anno i primi campionati. Nel corso della sua storia la società è stata rifondata per due volte: nel 2006 e ancora nel 2011, in entrambi i casi per questioni finanziarie, che avevano attanagliato il club già nel 1937.

I colori ufficiali del Catanzaro sono, fin dalla sua fondazione, il giallo e il rosso, il simbolo è l'aquila imperiale, simbolo della città di Catanzaro, e la squadra disputa le gare casalinghe allo Stadio Nicola Ceravolo, costruito nel 1919, l'impianto sportivo più antico della Calabria.

È stata la prima formazione della Calabria a conquistare la Serie A, nel 1971 [8], come in precedenza fu la prima società calabrese a raggiungere la Serie B, nel 1933.

Conta sette stagioni in Serie A, di cui cinque consecutive. I suoi migliori piazzamenti sono il settimo e l'ottavo posto ottenuti rispettivamente nel 1981-1982 e nel 1980-1981.

Dalla fondazione a oggi ha vinto 7 campionati:[N 1] 3 di Serie C, 3 di Serie C1 e 1 di IV Serie. Sempre a livello nazionale, vanta una Supercoppa di Serie C, uno scudetto di IV Serie, una Coppa delle Alpi nel 1960 insieme a Roma, Alessandria, Verona, Napoli, Catania, Triestina, Palermo per la Federazione Italiana e, a livello giovanile, un Trofeo Dante Berretti di Serie C nel 1991-1992.

In Coppa Italia vanta inoltre una finale, raggiunta nella stagione 1965-1966, e due semifinali, nel 1978-1979 e nel 1981-1982.

Il club figura al 43º posto nella classifica della tradizione sportiva (prima a pari merito con la Reggina tra le squadre calabresi), al 49º posto nella classifica perpetua della Serie A ed al 34º posto nella classifica perpetua della Serie B.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
L'Unione Sportiva Catanzarese nella stagione 1929-1930.

L'Unione Sportiva Catanzarese nacque nell’ottobre del 1927 dalla fusione di altre due squadre calcistiche della città: la "Scalfaro" e la "Braccini". Lo stemma della nuova società fu fin dalle origini l'aquila reale, simbolo di Catanzaro. I colori scelti furono il giallo e il rosso.[9]

Per cinque anni militò in serie inferiori, poi fu promossa in Serie B nel 1932-1933. Venne subito retrocessa, ma due anni dopo ritornò nella serie cadetta. Qui cominciarono i problemi finanziari della società giallorossa, che rimase inattiva dal 1939 al 1945 a causa della seconda guerra mondiale.[9]

Dopo la fine della guerra, il Catanzaro nella stagione 1952-1953 fu retrocesso in IV Serie. Nel 1958 divenne presidente l'avvocato Nicola Ceravolo.[9] Nei due anni successivi il club fu promosso in Serie B e disputò per la prima volta, vincendolo, un torneo internazionale, la Coppa delle Alpi. Nella stagione 1965-1966 le Aquile, pur essendo una squadra del torneo cadetto, sconfiggendo in semifinale la Juventus,[10] approdarono in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, che poi vinse il torneo imponendosi per 2 a 1.[11]

Il gol di Angelo Mammì, che valse ai calabresi la prima promozione in Serie A.

Cinque anni dopo il Catanzaro, allenato da Gianni Seghedoni, venne promosso in Serie A, battendo il Bari nello spareggio giocato a Napoli, grazie a un gol di Angelo Mammì.[12] Fu la prima volta che una squadra calabrese veniva promossa in massima serie. La permanenza nel massimo campionato durò un solo anno, nonostante la storica vittoria contro i futuri campioni d'Italia della Juventus, grazie a un gol di Angelo Mammì. Nell'estate successiva i giallorossi si recarono negli Stati Uniti per disputare alcune amichevoli internazionali contro squadre blasonate, tra cui il Santos di Pelé.[13]

Dopo due anni di cadetteria, divenne allenatore Gianni Di Marzio, che portò il Catanzaro a giocarsi la Serie A nella stagione 1974-1975. Fu acquistato l'attaccante Massimo Palanca,[14] futuro giocatore simbolo dei giallorossi. Questa volta il Catanzaro perse a Terni lo spareggio contro il Verona.[9] Un altro importante giocatore della squadra calabrese di tale periodo fu il difensore Claudio Ranieri, diventato in seguito un allenatore noto anche a livello internazionale.

Nicola Ceravolo, il presidentissimo.

Un anno dopo la squadra fu di nuovo promossa in massima serie.[15] Dopo un solo anno di permanenza in Serie A, il Catanzaro fu nuovamente promosso[16] per stazionare durante i seguenti cinque anni.

«Un quartetto al comando,[N 2] c'è anche il Catanzaro. Trionfa la provincia calcistica, rappresentata dalla sua squadra miracolo.»

Sotto la presidenza di Adriano Merlo la squadra raggiunse due settimi posti consecutivi, nel 1980-1981 e nel 1981-1982. Questi piazzamenti valsero ai calabresi gli appellativi di Regina del Sud e Timore del Nord.[2][3]

Nella Coppa Italia 1981-1982 il cammino del Catanzaro si fermò in semifinale, a vantaggio dell'Inter. Nella gara di andata a San Siro vinsero i nerazzurri per 2-1. Nel ritorno al Comunale vinse il Catanzaro per 3-2; ciò non bastò ai calabresi per conquistare la seconda finale della loro storia.[9]

Nella stagione 1982-1983 il Catanzaro totalizzò solamente 13 punti in classifica, retrocedendo così in Serie B dopo cinque anni di militanza in massima serie[9]. Seguì un'altra retrocessione che spedì i calabresi in Serie C.[19] L'anno dopo la squadra tornò in serie cadetta, e Pino Albano salì alla presidenza. Seguirono una retrocessione e una promozione che portarono ancora i giallorossi in Serie B nella stagione 1986-1987.[20]

Massimo Palanca, giocatore-simbolo del Catanzaro.

Il Catanzaro terminò il campionato di Serie B 1987-1988 ai vertici della classifica, tuttavia non trovando la promozione in Serie A per un solo punto. Decisivi furono l'errore dal dischetto di Palanca, nella gara casalinga contro la Triestina,[21] e il gol di Paolo Monelli[22] nel pareggio al Comunale contro la Lazio. L'anno successivo tornò la guida tecnica di Gianni Di Marzio. Il Catanzaro si salvò per pochi punti, ma della stagione si ricorda la tripletta di Palanca ai danni del Cosenza, nel derby casalingo.[23] Un'altra tripletta del calciatore marchigiano contro l'Udinese valse la salvezza.[24]

L'anno seguente la squadra, guidata da Fausto Silipo, retrocesse in Serie C. Massimo Palanca abbandonò il calcio giocato, e il Catanzaro, penalizzato di tre punti in classifica,[9] retrocesse in Serie C2, per poi militarci per le successive dodici stagioni.[25]

Nel 1995 divenne presidente Giuseppe Soluri. Nei primi anni 2000 i giallorossi persero per due volte la promozione in Serie C1 ai play off, nel 2000-2001 contro il Sora,[26] e, due anni più tardi, contro l'Acireale.[27] Tuttavia, nel 2003 il Catanzaro fu ripescato in terza serie.[28] Il campionato 2003-2004 culminò con la gara di Ascoli contro il Chieti, che davanti a circa ottomila tifosi calabresi[29], sancì dopo quattordici anni il ritorno in serie cadetta. Seguirono due stagioni fallimentari, e dopo un ripescaggio,[30] la società, presenziata da Claudio Parente, al termine del campionato 2005-2006 non riuscì a iscriversi al campionato successivo.[31]

In estate venne fondato il Football Club Catanzaro S.p.A. che, appellandosi al lodo Petrucci, su iniziativa del neo presidente Giancarlo Pittelli, poté iscriversi in Serie C2. Seguirono cinque stagioni in quarta serie, comprendenti due play off persi consecutivamente.[32][33] Nel campionato 2010-2011, il Catanzaro, martoriato da problemi economici,[34] terminò il campionato in ultima posizione, tuttavia si salvò a causa del declassamento del Pomezia all'ultimo posto per irregolarità amministrative, dopo aver inanellato una piccola striscia di risultati positivi al termine di un campionato caratterizzato da sole sconfitte.[35]

Nell'estate del 2011, in seguito al fallimento del sodalizio, l'imprenditore Giuseppe Cosentino fonda il Catanzaro Calcio 2011 s.r.l.[36] acquistando poco tempo dopo il marchio della storica Unione Sportiva Catanzaro,[37] e portandolo, nel giro di un anno, alla promozione in Lega Pro Prima Divisione.[38] Dopo una stagione anonima,[39] l'anno dopo i calabresi vengono eliminati nei play-off validi per la promozione nella serie cadetta.[40]

Alla fine della stagione 2016-2017 la famiglia Cosentino palesa l'intento di disimpegnarsi dalla gestione della società: il 6 luglio 2017 viene quindi ufficializzata la cessione del Catanzaro ad una nuova compagine societaria, della quale l'85% del capitale sociale appartiene alla famiglia Noto. L'ingegnere Floriano Noto viene contestualmente nominato presidente e amministratore unico.[41]

Il 30 maggio 2018 la società, che già utilizzava il logo storico dal 2011, annuncia il ritorno della vecchia denominazione "Unione Sportiva Catanzaro", con l'aggiunta finale di "1929".[42][43]

Nella stagione 2022-2023, dopo aver condotto un campionato senza sconfitte fino a metà febbraio,[44][45] la squadra vince il campionato con cinque giornate d'anticipo, guadagnandosi così il ritorno in Serie B dopo diciassette anni[45][46] e stabilendo una serie di record per la Serie C, fra cui quello di punti ottenuti, gol fatti, differenza reti, gol segnati da un calciatore — nello specifico il catanzarese Pietro Iemmello — in una sola stagione della terza serie italiana.[47] La stagione si chiude con la vittoria della Supercoppa Serie C, primo trofeo nazionale per il club giallorosso.[48]

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cronistoria dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
Cronistoria essenziale dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929

Sedicesimi di finale di Coppa Italia (1ª partecipazione).

  • 1939-1945 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945 - La società rinasce con la denominazione Unione Sportiva Catanzaro e viene ammessa in Serie C per risarcimento antifascista.
  • 1945-1946 - 2º nel girone F della Lega Naz. Centro-Sud di Serie C. Promosso d'ufficio in Serie B.
  • 1946-1947 - 16º nel girone C della Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1947-1948 - 2º nel girone B della Lega Interreg. Sud di Serie C.

Vince lo Scudetto di IV Serie (1º titolo).



Girone eliminatorio del Torneo di Capodanno (1ª partecipazione).
Semifinalista di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C (1ª partecipazione).


Finalista di Supercoppa di Lega di Serie C (1ª partecipazione).

Vince la Supercoppa di Serie C (1º titolo).

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
La classica divisa rossa con richiami gialli indossata dal Catanzaro nella stagione 1980-1981.

Fin dalla fondazione, i colori del club sono il giallo e il rosso, che sono anche i colori della città di Catanzaro.[49]

La divisa più utilizzata negli oltre novanta anni di storia dalle Aquile è quella rossa a tinta unita, con il colletto a V giallo, con calzoncini e calzettoni rossi con bordi gialli.[50][51][52] Questi abbinamenti hanno accompagnato i calabresi negli anni d'oro della Serie A e quindi sono i più cari all'ambiente catanzarese.[50][51][52] Altrettanto utilizzata è stata la maglietta a strisce verticali giallorosse con calzoncini e calzettoni rossi con bordi gialli, soprattutto negli anni post-fallimento del 2006.[50][51][53] Molto più raramente il Catanzaro ha utilizzato una maglietta con strisce giallorosse orizzontali.[50] Tuttavia questa divisa è stata utilizzata dai calabresi nella storica partita di Torino, vinta contro la Juventus, nella Coppa Italia 1965-66, che avrebbe lanciato il Catanzaro in finale, poi persa contro i gigliati di Firenze.

Il Catanzaro classificatosi al primo posto a pari merito con Genoa e Foggia nel campionato di Serie B 1975-1976, indossa la più classica tra le seconde divise, completamente blu.

Per quanto concerne la maglia da trasferta, quella più utilizzata è completamente blu con richiami giallorossi,[50][52] ma sono state indossate anche tenute completamente bianche o gialle.[50][53] Sporadicamente le aquile hanno utilizzato anche una terza divisa che, a seconda del colore della seconda tenuta, poteva essere sia blu che bianca che gialla.[50][53] Idem per la quarta divisa.[50]

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Catanzaro.

Lo stemma societario consiste in uno scudo nel quale campeggia lo storico simbolo del Catanzaro, l'aquila reale, ripresa fedelmente dallo stemma della città,[54][55] che stringe col becco un nastro azzurro su cui è riportato il motto Sanguinis effusione,[54] motivato dalle perdite riportate in varie battaglie dai combattenti catanzaresi.[55] Sul ventre dell'aquila prende posto uno scudo che riproduce i tre colli sui quali si erge la città.[54][55] Una linea verticale divide in due lo stemma, così da consentire l'inserimento dei colori sociali della squadra,[54] che è completato dal nome della società, posto in alto su sfondo blu.[54]

Nelle sue varie evoluzioni nel corso degli anni, lo stemma del Catanzaro è sempre stato caratterizzato dalla presenza dell'aquila, seppur raramente con lievi modifiche grafiche.[50][54] Furono apposte modifiche ingenti a cavallo degli anni 1990, quando l'aquila fu inserita in uno scudo ovale,[50][54] e durante la prima stagione dopo il fallimento avvenuto nel 2006;[53][54] in quel caso, lo stemma della neonata FC Catanzaro incontrò i pareri sfavorevoli della tifoseria.[56]

Il Catanzaro appose per la prima volta il proprio stemma sulle casacche nella stagione 1989-1990.[50] L'attuale logo è stato presentato nel 2018: lo storico stemma è stato rivisitato affiancando la tradizionale data di fondazione (1929) alla denominazione sociale.[57]

Inno[modifica | modifica wikitesto]

Lo storico inno del Catanzaro è intitolato Aquile, risalente agli anni settanta; il testo e la musica furono opera dei cantautori Pino Pavone - catanzarese - e del livornese Piero Ciampi.[5] Dopo un periodo di assenza, è stato riproposto allo stadio, prima dell'ingresso in campo delle formazioni, nel corso della stagione 2006-2007.[58][59]

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Nicola Ceravolo.

Il Catanzaro disputa le proprie partite casalinghe allo stadio Nicola Ceravolo. Il terreno sul quale sorge l'impianto venne adibito a campo di concentramento durante il primo conflitto mondiale, prendendo il nome di "Piazza d'Armi".[60] Al termine della guerra venne destinato all'addestramento delle truppe di stanza a Catanzaro, allora sede del Comando di Divisione e del 19º Reggimento di Fanteria.[60]

Nei primi anni '20 del '900 vi sorse il nuovo campo sportivo, inaugurato nel 1924 in seguito allo sviluppo della pratica dell'attività del football in città.[60] L'allora "stadio Divisionale", in seguito conosciuto come "stadio Militare", era dotato di un rettangolo di gioco livellato, fiancheggiato da un percorso di guerra, da una pista sopraelevata e da tribunette in legno arredate all'interno.[60] Dopo alcuni decenni, negli anni '50, sotto la gestione Ferrara, l'impianto venne dotato di una gradinata opposta alla tribuna, i "Distinti", comprendenti la sala stampa, i magazzini e gli spogliatoi.[60]

Nel 1971 il Catanzaro conquista la prima storica promozione in Serie A e l'impianto viene sottoposto a ingenti opere di ristrutturazione e adeguamento alle normative allora vigenti. La capienza verrà portata a 20.000 posti; sempre negli anni 1970, durante l'era "Di Marzio", verranno costruiti ulteriori gradoni su quelli preesistenti, in modo da poter certificare una capienza di 30.000, facendo del "Militare" uno degli stadi più grandi del Sud Italia.[60]

Nel 1989 l'impianto viene intitolato al compianto Nicola Ceravolo, il presidentissimo del Catanzaro.[60] Nel 1996 è la volte della curva Ovest, intitolata al giovane tifoso Massimo Capraro, prematuramente scomparso in un incidente stradale.[60][61] Nel 1998 viene eliminata la pista d'atletica e certificata una capienza di 11.033 posti.[60] Altre importanti opere di ristrutturazione vennero eseguite con la promozione in Serie B nel 2004 e, nel 2008, in seguito alle delibera del decreto Pisanu.[60] Nell'ultimo citato periodo vennero installati, fra gli altri, i seggiolini in tutti i settori, rendendo tutti i posti a sedere.[60] L'attuale capienza dell'impianto è di 14.650 posti.[62]

Il campo Mirko Gullì durante un'amichevole con la Palmese (2015).

L'impianto era caratterizzato dalla presenza di un pino marino in curva ovest, settore occupato dalla frangia più calda della tifoseria[60].

Centro di allenamento[modifica | modifica wikitesto]

Il Catanzaro dispone di un centro di proprietà, il campo Mirko Gullì del PoliGiovino, in cui disputa le proprie sedute di allenamento, pervenuto dalla Provincia il 4 ottobre 2023[63], precedentemente ottenuto in concessione, sempre dalla Provincia nel 2013[64]. Fino ad allora, la squadra ha utilizzato un campo in terra battuta a ridosso dello stadio Ceravolo[65], lo stadio Andrea Curto di Catanzaro Lido, con terreno sintetico,[66] e lo stesso terreno del "Ceravolo".

Il campo Mirko Gullì è dotato di una tribuna che dispone di 2 500 posti a sedere, inoltre il terreno di gioco è circondato da una pista di atletica.[67] Fa parte di un complesso polisportivo inaugurato nel 2004,[68] localizzato nel quartiere di Giovino,[67] che comprende anche una piscina coperta dotata di 750 posti a sedere e un palazzetto polifunzionale.[67] Il campo fu intitolato alla memoria di Mirko Gullì, giovanissimo tifoso catanzarese prematuramente scomparso, nel 2005.[68]

Società[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale società, una S.r.l. con sede in via Gioacchino da Fiore n. 38 a Catanzaro, è detenuta interamente dall'AZ S.p.A. (di proprietà della famiglia Noto) presieduta da Floriano Noto che diviene anche presidente e amministratore unico del sodalizio.[69]

Organigramma societario[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Dirigenti dell'U.S. Catanzaro 1929.

Dal sito internet ufficiale della società.[70]

Staff dell'area amministrativa
  • Bandiera dell'Italia Floriano Noto - Presidente e amministratore unico
  • Bandiera dell'Italia Diego Foresti - Direttore generale
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Magalini - Direttore sportivo

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Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor del Catanzaro.[50][53]

Cronologia degli sponsor tecnici
  • 1927-1972 non presente
  • 1972-1973 CCC
  • 1973-1977 non presente
  • 1977-1986 nr
  • 1986-1987 nr (n2)
  • 1987-1989 Degi
  • 1989-1991 Diadora
  • 1991-1993 nr
  • 1993-1994 Legea/Gems
  • 1994-1995 Devis
  • 1995-1997 Devis/Sirio
  • 1997-1998 Erreà
  • 1998-1999 Devis/Nena
  • 1999-2000 Nena
  • 2000-2001 Nena/Pienne
  • 2001-2004 Devis
  • 2004-2006 Asics
  • 2006-2007 Onze
  • 2007-2008 Asics
  • 2008-2009 Patrick
  • 2009-2010 Givova
  • 2010-2011 Givova/Legea (a partire da marzo[71])
  • 2011-2012 Macron/Givova (a partire dalla 2ª giornata)
  • 2012-2015 Givova
  • 2015-2018 Ready[72]
  • 2018-2020 Erreà
  • 2020- Eye Sport

Impegno nel sociale[modifica | modifica wikitesto]

Il marchio Unicef sulla maglia catanzarese della stagione 1982-1983

Il Catanzaro è stato il primo club calcistico al mondo, nella stagione 1982-1983, a dare visibilità sulle proprie maglie all'UNICEF.[73]

La società giallorossa a cavallo fra il 2012 e il 2013 ha sposato l'iniziativa "Catanzaro città cardio-protetta", portata avanti grazie alla collaborazione dello staff medico del Catanzaro, che rientra nel progetto "Cuore Batticuore - Piermario Morosini - Un Defibrillatore per la vita" portato avanti dall'associazione "Live", di cui è testimone il calciatore Leonardo Bonucci.[74] L'iniziativa si pone come obiettivo quello donare defibrillatori agli istituti scolastici del capoluogo calabrese e ad altri enti presenti sul territorio dove viene praticato sport.[75]

Per reperire fondi per questo progetto, nell'ultimo match di campionato della stagione 2012-2013 le formazioni di Catanzaro e Avellino hanno indossato delle magliette celebrative con il doppio logo del progetto "Cuore batticuore" e "Catanzaro città cardio-protetta" create per l'occasione, che al termine della partita sono state messe all'asta per contribuire all'acquisto di nuovi apparecchi da destinare sempre al capoluogo calabrese e alla sua provincia.[76][77] Il testimonial dell'iniziativa in rappresentanza della società è stato il centrocampista Alberto Quadri.[75] L'iniziativa, finalizzata questa volta a raccogliere fondi da destinare altrove, è stata ripetuta anche la stagione successiva. Il testimonial designato è stato il portiere Giacomo Bindi.[78]

Nel dicembre del 2014, durante il corso di una manifestazione benefica svolta nel centro della città, sono state messe all'asta le divise della stagione corrente del Catanzaro, della Planet Basket, del Panarea Catanzaro Beach Soccer e del Catanzaro Calcio a 5. L'incasso è stato devoluto all'AVIS.[79]

Negli ultimi mesi del 2015 la società ha attuato una raccolta fondi da destinare all'associazione "Un futuro per l'autismo". In occasione della consegna da parte dall'associazione di una targa ricordo alla società giallorossa, i calciatori hanno posato sul prato verde del Ceravolo con alcuni bambini autistici.[80]

Settore giovanile[modifica | modifica wikitesto]

Fausto Silipo, prodotto del vivaio giallorosso.

Al settore giovanile del Catanzaro, che ha vinto il Campionato Berretti 1991-1992[81] e partecipato quattro volte al Torneo di Viareggio, si deve la formazione di numerosi calciatori poi diventati celebri, fra i quali è possibile citare Fausto Silipo, Massimo Mauro, Gaetano Fontana e Domenico Giampà.

La fortuna del settore giovanile è tuttavia legata agli anni precedenti al fallimento del 2006, anni durante i quali, oltre alla citata vittoria nel Campionato Berretti, il Catanzaro è arrivato due volte ai quarti di finale del torneo di Viareggio e altrettante volte si è invece fermato al girone di qualificazione. Le due prestazioni migliori arrivarono nel 1982 (sconfitta ai rigori contro l'Ipswich Town[82]) e nel 1983 (sconfitta contro la Roma[83]). Le eliminazioni durante la fase a gironi risalgono invece al 2004 e al 2005[84][85]. L'unica prestazione da segnalare nella nuova era della società risale alla stagione 2012-2013, quando la selezione Berretti arrivò seconda nel girone di categoria[86][87], venendo poi eliminata dal Latina nella "final four" per il titolo[88], e la squadra Allievi giunse settima[89][90], perdendo in semifinale contro l'AlbinoLeffe[91].

Il settore giovanile del Catanzaro è composto da squadre che prendono parte ai suddetti campionati: Berretti, Allievi Nazionali, Giovanissimi Nazionali e Giovanissimi Regionali.[92] La società inoltre dispone di una scuola calcio, fondata nel 2012, che nel 2015 è stata ufficialmente riconosciuta dalla FIGC.[93]

Lo stemma dell'Academy.

Nel mese di settembre del 2017 nasce il progetto "Academy Catanzaro Calcio", il cui fine principale è instaurare accordi di collaborazione tecnico-sportiva fra il Catanzaro Calcio e le società dilettantistiche calabresi, in modo da contribuire alla valorizzazione di giovani calciatori.[94][95] L'accordo di collaborazione prevede incontri di formazione, visite presso i campi da gioco, allenamenti dimostrativi, periodi di prova, attività di scouting e il diritto di opzione sui giovani calciatori.[96]

Diffusione nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Corteo di tifosi del Catanzaro emigrati a Torino in occasione della seconda promozione in Serie A dei giallorossi, avvenuta nel 1976.

Soprannominato Regina del Sud e Timore del Nord negli anni 1970[2][3], il Catanzaro - citato alla voce "Giallorosso" dal Vocabolario della Lingua Italiana di Nicola Zingarelli[97] - ebbe un'importante popolarità fra gli emigrati calabresi e nella sua regione dopo essere arrivato in Serie A[81].

Alla squadra fu dedicata la copertina del numero 1103 di Topolino del 16 gennaio 1977, che raffigurò Orazio Cavezza con la maglia della squadra e circondato dai simboli della società[98]. Un'altra citazione del club appare nel film Io so che tu sai che io so: il protagonista, interpretato da Alberto Sordi, assiste in tv a una partita della sua squadra preferita, la Roma, e si inalbera per un gol di Edy Bivi[99]. La squadra è citata inoltre in due opere legate alla carriera di Massimo Palanca: l'autobiografia da lui scritta[100] e la puntata di Sfide dedicata all'attaccante lauretano [101]. Nel periodo di maggior successo della squadra, a cavallo degli anni 1970 e 1980, furono scritti molteplici brani celebrativi.[59] La società dispone infine di una web TV dedicata[102].

Fra i tifosi "celebri", l'attrice torinese Claudia Penoni, la quale ha dichiarato in più occasioni di essere tifosa del Catanzaro, grazie alla passione trasmessale dal marito originario del capoluogo calabrese,[103][104] e il giornalista sportivo e radiocronista Giuseppe Bisantis, nato a Catanzaro.[105]

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Allenatori[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Allenatori dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori dell'U.S. Catanzaro 1929.

Gli allenatori del Catanzaro sono stati 84, 78 dei quali italiani come il primo tecnico, Dino Baroni. Due invece gli ungheresi: il secondo allenatore, Géza Kertész, protagonista della prima promozione in serie B, e György Kőszegi. Il più longevo fu Riccardo Mottola, rimasto in carica dal 1938 al 1946[9]. Tuttavia, i più amati furono Gianni Seghedoni, che ottenne la prima promozione in serie A,[9] e Gianni Di Marzio, sotto la quale guida i calabresi conquistarono la seconda promozione[106]. A Dino Ballacci si deve infine la finale di Coppa Italia[107].

Di seguito la cronologia degli allenatori dall'anno di fondazione a oggi.[9][108]

Allenatori

Presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Presidenti dell'U.S. Catanzaro 1929.

La storia del Catanzaro è stata caratterizzata da 23 presidenti, il primo dei quali fu il marchese Susanna, rampollo di una famiglia nobile locale.[6][7][9] Il più longevo e amato fu Nicola Ceravolo, cui è intitolato lo stadio, che rimase alla guida della società per 21 anni, dal 1958 al 1979[110], partecipando tre volte alla Serie A e arrivando in finale di Coppa Italia[9]. Il secondo presidente più longevo fu Giuseppe Albano[110], numero uno del club fra il 1984 e il 1995. Dopo il suo addio alla presidenza, la società fu caratterizzata da numerosi cambi al vertice[111].

Di seguito la cronologia dei presidenti dall'anno di fondazione a oggi.[9][108]

Presidenti
  • 1927-1928 Bandiera dell'Italia Antonio Susanna
  • 1928-1937 Bandiera dell'Italia Enrico Talamo
  • 1937-1940 Bandiera dell'Italia Arnaldo Pugliese
  • 1944-1945 Bandiera dell'Italia Italo Paparazzo
  • 1945-1946 Bandiera dell'Italia Umberto Riccio
  • 1946-1947 Bandiera dell'Italia Giuseppe Zamboni Pesci
  • 1948-1950 Bandiera dell'Italia Gino Guarnieri
  • 1950-1958 Bandiera dell'Italia Aldo Ferrara
  • 1958-1979 Bandiera dell'Italia Nicola Ceravolo
  • 1979-1984 Bandiera dell'Italia Adriano Merlo
  • 1984-1995 Bandiera dell'Italia Giuseppe Albano
  • 1995-1999 Bandiera dell'Italia Giuseppe Soluri
  • 1999-2002 Bandiera dell'Italia Giovanni Mancuso
  • 2002-2003 Bandiera dell'Italia Giovanni Mancuso
    Bandiera dell'Italia Domenico Cavallaro (da gennaio)[112]
    Bandiera dell'Italia Claudio Parente (da febbraio)[113]
  • 2003-2005 Bandiera dell'Italia Claudio Parente
  • 2005-2006 Bandiera dell'Italia Claudio Parente
    Bandiera dell'Italia Bernardo Colao (da gennaio)[114]
    Bandiera dell'Italia Domenico Cavallaro (da maggio)[115]
    Bandiera dell'Italia Giulio Nardo (curatore fallimentare)[116]
  • 2006-2007 Bandiera dell'Italia Giancarlo Pittelli
  • 2007-2008 Bandiera dell'Italia Giancarlo Pittelli
    Bandiera dell'Italia Pasquale Bove (da febbraio)[117]
  • 2008-2009 Bandiera dell'Italia Pasquale Bove
  • 2009-2010 Bandiera dell'Italia Antonio Aiello (amm. unico)
  • 2010-2011 Bandiera dell'Italia Maurizio Ferrara[118]
    Bandiera dell'Italia Giuseppe Santaguida (amm. unico) (da novembre)[119]
    Bandiera dell'Italia Giulio Nardo (curatore fallimentare) (da febbraio)[120]
  • 2011-2016 Bandiera dell'Italia Giuseppe Cosentino
  • 2016-2017 Bandiera dell'Italia Giuseppe Cosentino
    Bandiera dell'Italia Gessica Cosentino (amm. unico) (da giugno)
  • 2017-2018 Bandiera dell'Italia Gessica Cosentino (amm. unico)
    Bandiera dell'Italia Floriano Noto (da luglio)
  • 2018- Bandiera dell'Italia Floriano Noto

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori dell'U.S. Catanzaro 1929.

Hall of Fame[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito la Hall of Fame tratta dal vecchio sito internet ufficiale della società.[121]

Contributo alle nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Massimo Mauro.

Sette calciatori del Catanzaro hanno vestito la maglia dell'Italia Under 21. Il primo fu Massimo Mauro, che esordì contro la Spagna il 29 ottobre 1980[122] e totalizzò 7 presenze e 9 convocazioni. Seguirono Edi Bivi (3 presenze)[123], Costanzo Celestini (2)[124], Carlo Borghi (1)[125], Pietro Mariani (2)[126] e Giovanni Cervone (2 convocazioni, ma nessuna presenza)[127]. Nel 2023 viene convocato Giuseppe Ambrosino (2).

Due calciatori del Catanzaro hanno invece ricevuto convocazioni nell'Italia Under 20: il primo fu nel 2005 Antonio Nocerino (10 presenze)[128], seguito da Cristian Agnelli (6 presenze)[129].

Raffaele Celia, infine, ha esordito nel 2014 nella nazionale under-16[130].

A queste convocazioni vanno aggiunte quelle di Andy Selva nella nazionale maggiore di San Marino (6 presenze)[131][132] e di Florian Myrtaj nella selezione albanese (3 presenze)[131][133]. Nel 2023 si aggiungono all'elenco le convocazioni di Luca D'Andrea in Nazionale Under 20 dell'Italia e Dimo Krastev nella Nazionale Bulgara.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1935-1936 (girone D), 1958-1959 (girone B), 2022-2023 (girone C)
1984-1985 (girone B), 1986-1987 (girone B), 2003-2004 (girone B)
2023

Competizioni interregionali[modifica | modifica wikitesto]

1952-1953
1952-1953 (girone H)

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

1991-1992

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Stella d'oro al merito sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
«50 anni di attività»
— 1978[134]

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazioni ai campionati[modifica | modifica wikitesto]

In 85 stagioni all'interno delle leghe calcistiche nazionali della FIGC sia attuali che passate: la Lega Calcio, la Lega Pro, la Lega di IV Serie, la Lega Sud, il DDS. Il Catanzaro non fu ufficialmente attivo fra il 1939 e il 1945 per la crisi finanziaria di origine bellica:

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Serie A 7 1971-1972 1982-1983 7
Serie B 29 1933-1934 2023-2024 29
Prima Divisione 3 1930-1931 1932-1933 30
Serie C 18 1935-1936 2022-2023
Serie C1 4 1984-1985 2003-2004
Lega Pro Prima Divisione 2 2012-2013 2013-2014
Lega Pro 3 2014-2015 2016-2017
IV Serie 1 1952-1953 19
Serie C2 14 1991-1992 2007-2008
Lega Pro Seconda Divisione 4 2008-2009 2011-2012

Partecipazioni alle coppe[modifica | modifica wikitesto]

La tabella tiene conto delle partecipazioni del Catanzaro alle coppe nazionali:

Competizione Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Coppa Italia 44 1935-1936 2022-2023 44
Torneo di Capodanno 1 1981 1
Coppa Italia Serie C 21 1984-1985 2022-2023 30
Coppa Italia Lega Pro 9 2008-2009 2016-2017
Supercoppa Serie C 2 2004 2023 2

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

Il Catanzaro 1981-1982, in Serie A.

Il Catanzaro esordì nel girone calabrese del campionato di terza divisione nel 1927: l'annata 2022-2023 è dunque la sua 90ª stagione sportiva. Fu nel 1930 che entrò per la prima volta nel calcio nazionale italiano, venendo promossa d'ufficio in Prima Divisione, l'allora terzo livello, nell'allora Direttorio Divisioni Superiori, l'antenato dell'odierna Lega Calcio. Dopo l'istituzione del girone unico nel 1929, il Catanzaro ha giocato 7 edizioni della Serie A, 29 della Serie B, 28 di Serie C e C1, 14 di Serie C2, 1 di IV Serie e 4 di Lega Pro Seconda Divisione.[9]

Nel corso dei 7 campionati di Serie A, il Catanzaro ha ottenuto per due volte consecutive il suo miglior piazzamento, ovvero il settimo posto, raggiunto nel 1980-1981 e nel 1981-1982. Il suo peggior piazzamento sul campo in massima serie è il 16º posto della stagione 1982-1983.[9]

Il Catanzaro, è la quarantottesima squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti nella storia del campionato di Serie A,[135] e inoltre, insieme al Ravenna, è la squadra ad aver vinto più volte il Campionato di Lega Pro Prima Divisione, precisamente in tre diverse occasioni: nel 1984-1985, nel 1986-1987 e nel 2003-2004.

Il Catanzaro 1965-1966, finalista di Coppa Italia.

Per quanto concerne le coppe nazionali, il Catanzaro ha disputato 42 volte la Coppa Italia,[136] e in una sola occasione è arrivata in finale, nel 1965-1966, mentre per due volte ha raggiunto la semifinale, nel 1978-1979 e nel 1981-1982.[136] Sono invece 29 le partecipazioni alla Coppa Italia di Serie C e ai suoi antesignani.[9]

Per quanto riguarda le competizioni internazionali, il Catanzaro annovera una partecipazione alla Coppa delle Alpi nel 1960, che riuscì a conquistare in rappresentanza della federazione insieme ad altre sette formazioni italiane,[N 3][137] e una partecipazione alla Coppa Anglo-Italiana nel 1972, nella quale non superò il girone eliminatorio al cospetto della Roma e delle compagini inglesi dello Stoke City e del Carlisle United.[138]

Nella stagione 2022-2023, dopo aver condotto un campionato senza sconfitte fino a metà febbraio,[44][45] il Catanzaro vince il girone C con cinque giornate d'anticipo, guadagnandosi così il ritorno in Serie B dopo diciassette anni.[45][46] Con solo sei pareggi e due sconfitte, il Catanzaro dei record chiude una stagione eccezionale, con 96 punti complessivi, superando il record della Ternana di due anni prima (che si era fermata a 90), segnando 102 reti e subendone solo 21, con una devastante differenza reti di +81. Tanti i record assoluti per la categoria realizzati in questa stagione: il già citato record di punti complessivi, il record di punti realizzati nel girone d’andata(51), migliore media punti complessiva (2,52 punti a partita), il record di vittorie complessive (30), il record di segnature di un calciatore in una sola stagione con Pietro Iemmello(28 reti).

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
Giuseppe Lorenzo.

Adriano Banelli è il giocatore che con la maglia del Catanzaro detiene il record di presenze (336 in campionato).[139] Il calciatore che invece ha giocato più partite in Serie A è Claudio Ranieri (128 su 225 complessive), di cui la maggior parte da capitano.[140][141]

Il debuttante più giovane nella storia del club è Domenico Strumbo, che il 20 novembre del 2017 ha esordito in prima squadra a 16 anni, 9 mesi e 12 giorni: ciò gli ha consentito anche di diventare il giocatore più giovane a debuttare in Serie C, un record che ha mantenuto fino all'ottobre del 2021, quando Jacopo Surricchio del Teramo (esordiente a 15 anni e 279 giorni) ha stabilito un nuovo primato.[142]

Massimo Palanca è invece il calciatore che, con la maglia del Catanzaro, ha realizzato più gol in assoluto: con la casacca giallorossa in 11 anni, 331 presenze e 116 goal in campionato; 36 presenze e 20 gol in Coppa Italia.[14] Pietro Iemmello è il giocatore che ha totalizzato il maggior numero di gol realizzati da un calciatore con la maglia del Catanzaro in una sola stagione, nel campionato di Serie C 2022-2023 con 28 reti, riuscendo a conquistare il titolo di capocannoniere del torneo, traguardo raggiunto solamente da sei calciatori nella storia della società calabrese: il primo fu Gianni Bui, con 18 reti nel torneo di Serie B 1965-1966.[143][144] Massimo Palanca fu capocannoniere nel campionato di Serie B 1977-1978[143][144] e nella Serie C1 1986-1987[14][144]. Altri capocannonieri furono Giuseppe Lorenzo nella Serie C1 1984-1985,[144] Paolo Mollica nella Serie C2 1991-1992[144][145] e Sebastián Bueno nella Serie C2 2006-2007.[144] In Coppa Italia lo stesso Palanca fu bomber principe nel 1978-1979.

Pietro Iemmello, inoltre, nella Serie C 2022-2023 ha raggiunto il record assoluto, per la Serie C, di reti realizzate(28) in una sola stagione[47]

I calciatori del Catanzaro a superare le 15 marcature in campionato senza laurearsi capocannonieri del rispettivo torneo sono stati 7.[144] Il primo fu Ettore Brossi, nel campionato di Prima Divisione 1932-1933.[144] Segue per tre volte consecutive Geraci, nel 1947-1948, nel 1950-1951 e nel 1952-1953.[144] Dopo di lui Corti nel 1955-1956,[144] Gianni Fanello nel 1959-1960,[144] Giorgio Corona nel 2003-2004,[144] Manolo Mosciaro nel 2009-2010[144] e il già citato Simone Masini nel 2011-2012.[144] Da segnalare, infine, che Massimo Palanca ed Edi Bivi furono vice-capocannonieri della Serie A, rispettivamente nelle stagioni 1980-81 e 1981-82 con 13 e 12 gol, in entrambe le occasioni dietro a Roberto Pruzzo.[146][147]

Luca Scerbo, grazie al rigore realizzato il 7 dicembre 2011 nella sfida contro il Trapani valida per il secondo turno di Coppa Italia Lega Pro, è stato il primo, e finora unico, portiere ad aver realizzato una rete in maglia giallorossa.[148][149]

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929.
Gli ultras catanzaresi negli anni 1980.

La maggior parte dei tifosi giallorossi proviene dalla città e dalla provincia catanzarese, ma una grossa fetta è rappresentata da sostenitori residenti nei comuni staccatisi dalla stessa e ora facenti parte delle province di Vibo Valentia e Crotone.[150][151][152]

Nel periodo di maggior successo, quello della Serie A tra il 1970 e il 1983, il Catanzaro era la squadra che rappresentava e identificava tutta la Calabria, raccogliendo tifosi da ogni parte della regione. Grande seguito inoltre si registrava tra gli emigranti calabresi stabilitisi nel nord dell'Italia per le trasferte dei giallorossi durante il citato periodo in cui il sodalizio militava in massima serie.[153]

La Curva Massimo Capraro nel 2012.

A livello di tifoseria organizzata, il principale gruppo ultras al seguito delle aquile sono gli "Ultras Catanzaro 1973", conosciuti anche con la sigla UC '73. Il gruppo - che nel corso degli anni ha raccolto segni di stima e rispetto da molte tifoserie - è uno dei più longevi del panorama ultras nazionale.[154][155][156]

Gemellaggi e rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici in Calabria.

I gemellaggi storici degli ultras giallorossi sono quelli con i barlettani, nato in occasione della promozione di entrambe le squadre in Serie B,[157][158][159][160] con i bresciani, nato negli anni 1980,[158][161][162] ma soprattutto con i fiorentini, risalente agli inizi degli anni 1980 e sancito subito dopo il secondo posto dei viola nel campionato di Serie A 1981-1982, molto sentito da ambedue le parti.[157][158][163][164]

Amicizia storica intercorre con i tifosi della Nocerina, nata quando i catanzaresi ospitarono i molossi allo stadio Nicola Ceravolo contro i rivali catanesi in occasione dello spareggio tra gli etnei e i rossoneri del campionato di Serie C 1977-1978, valido per la promozione in Serie B.[165] In Calabria, si hanno buoni rapporti con la tifoseria della Vibonese, avallati anche dalla massiccia presenza di tifosi giallorossi nella città ipponica e nel suo comprensorio.[158][166][167][168] Altri buoni rapporti degni di nota si hanno con i sardi di Olbia,[158][169] con i siciliani del Siracusa,[158][170] con gli austriaci dell'Austria Salisburgo[158][171] e gli spagnoli dell'Atlético Madrid.[172][173][174][175] Infine esistono anche dei rapporti di rispetto reciproco con i tifosi del Potenza e del Locri. In passato ci fu un gemellaggio con i tifosi corregionali della Reggina (in particolare con il gruppo ultras "CUCN"), poi involutosi in una tiepida amicizia e successivamente in una rivalità molto sentita da ambo le parti.[158][176][177]

Le principali rivalità sono quelle con il Cosenza,[157] con cui ci si scontra nel derby della Calabria, con il Catania,[157] a causa dello spareggio promozione descritto in precedenza tra i catanesi e i nocerini giocato a Catanzaro, e con il Messina.[157] La rivalità con i corregionali crotonesi è vissuta in modo tiepido dalla sponda catanzarese.[157][178] Altre rivalità degne di nota sono quelle con lametini, veronesi,[179] battipagliesi,[157] tarantini.[157] perugini,[180] aretini,[181][182][183][184] acesi,[157] casaranesi,[157] brindisini[185] e andriesi.[157]

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Unione Sportiva Catanzaro 1929 2023-2024.

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Rosa aggiornata al 1° febbraio 2024

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera dell'Italia P Andrea Fulignati
4 Bandiera del Brasile D Matias Antonini Lui
7 Bandiera dell'Italia C Luca D'Andrea
8 Bandiera dell'Italia C Luca Verna
9 Bandiera dell'Italia A Pietro Iemmello (capitano)
10 Bandiera dell'Italia C Jacopo Petriccione
12 Bandiera dell'Italia P Vincenzo Grimaldi
14 Bandiera dell'Italia D Stefano Scognamillo
16 Bandiera dell'Italia P Andrea Sala
17 Bandiera dell'Italia C Enrico Brignola
18 Bandiera dell'Italia C Andrea Ghion
19 Bandiera dell'Italia A Matteo Stoppa
20 Bandiera dell'Italia C Simone Pontisso
21 Bandiera dell'Italia C Marco Pompetti
N. Ruolo Calciatore
22 Bandiera dell'Italia P Edoardo Borrelli
23 Bandiera dell'Italia D Nicolò Brighenti
24 Bandiera della Grecia C Dimitrios Sounas
25 Bandiera dell'Italia A Francesco Bombagi
27 Bandiera del Belgio C Jari Vandeputte
28 Bandiera dell'Italia A Tommaso Biasci
32 Bandiera della Slovenia D Luka Krajnc
33 Bandiera dell'Italia C Andrea Oliveri
44 Bandiera dell'Italia D Kevin Miranda
70 Bandiera dell'Italia A Giuseppe Ambrosino
72 Bandiera dell'Italia D Davide Veroli
92 Bandiera della Croazia A Mario Šitum
99 Bandiera dell'Italia A Alfredo Donnarumma

Staff tecnico[modifica | modifica wikitesto]

Dal sito internet ufficiale della società.[70]

Staff dell'area tecnica
Staff tecnico
  • Bandiera dell'Italia Vincenzo Vivarini - Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Andrea Milani - Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Fabrizio Zambardi - Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Antonio Del Fosco - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Imbrogno - Match Analyst
  • Bandiera dell'Italia Antonino Scimone - Team manager
  • Bandiera dell'Italia Carmelo Moro - Responsabile settore giovanile
  • Bandiera dell'Italia Emanuele Mochi - Osservatore
  • Bandiera dell'Italia Francesco Galati - Allenatore Berretti
  • Bandiera dell'Italia Giulio Spader - Allenatore under 17
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Teti - Allenatore under 15
  • Bandiera dell'Italia Roberto Camerino - Allenatore under 14
Staff medico
  • Bandiera dell'Italia Dr. Francesco De Santis - Direttore Responsabili Staff Sanitario Medici Sportivi 1ª Squadra e Settore Giovanile
  • Bandiera dell'Italia Dr. Maurizio Caglioti - Medico Sociale
  • Bandiera dell'Italia Dr. Giuseppe Stillo - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Pietro Luigi Lefosse - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Felisiano Villani - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Dr. Enzo Macrì, Dr. Roberto Ceravolo, Dr. Nicola Santacroce, Dr. Domenico Meddis, Dr. Giancarlo Valenti, Dr. Maurizio Puca, Dr. Franco Caglioti, Dr. Filippo Marino, Dr. Vincenzo Russo, Dr. Paolo Canino - Medici Specialisti

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dove per campionati vinti s'intende conclusi al primo posto, dato che le promozioni complessive della squadra sono in totale 15.
  2. ^ In Serie A ndr.
  3. ^ a b Insieme a Roma, Alessandria, Verona, Napoli, Catania, Triestina e Palermo in rappresentanza della federazione contro formazioni svizzere.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A Lecce le "Aquile del Sud" per volare alto: tutto sul Catanzaro, su leccezionale.it, http://www.leccezionale.it/, 21 settembre 2013. URL consultato il 15 luglio 2014.
  2. ^ a b c d Lecce,, su paisemiu.com, http://www.paisemiu.com/, 19 settembre 2013. URL consultato il 15 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  3. ^ a b c d L’angolo dell’avversario: la storia del Catanzaro, su barlettaviva.it, http://www.barlettaviva.it/, 5 dicembre 2013. URL consultato il 15 luglio 2014.
  4. ^ Un felice nuovo anno a tutti i tifosi del magico Catanzaro, su catanzarosport24.it, http://www.catanzarosport24.it/, 30 dicembre 2012. URL consultato il 9 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2018).
  5. ^ a b Le “Aquile” di Piero Ciampi, su aureliofulciniti.wordpress.com, https://aureliofulciniti.wordpress.com/, 24 agosto 2015. URL consultato il 24 aprile 2016.
  6. ^ a b La storia giallorossa, su catanzaronelpallone.net, http://www.catanzaronelpallone.net/. URL consultato il 22 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2015).
  7. ^ a b "Una leggenda in giallorosso". La storia dell'US Catanzaro, su youtube.com, https://www.youtube.com/, 24 marzo 2012. URL consultato il 22 maggio 2015.
  8. ^ Tifosi in piedi alle quattro del mattino per festeggiare il rientro del Catanzaro, in La Stampa, 29 giugno 1971. URL consultato il 26 luglio 2011.
  9. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p LA STORIA DEL CATANZARO, su uscatanzaro.net, http://www.uscatanzaro.net/. URL consultato il 29 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2013).
  10. ^ Clamorosa sorpresa in Coppa Italia: la Juventus eliminata sul suo campo dal Catanzaro per 1 a 2, su archiviolastampa.it, http://www.archiviolastampa.it/, 10 febbraio 1966. URL consultato il 27 dicembre 2015.
  11. ^ La Fiorentina vince la Coppa Italia per un rigore nei tempi supplementari, su archiviolastampa.it, http://www.archiviolastampa.it/, 20 maggio 1966. URL consultato il 27 dicembre 2015.
  12. ^ Il Catanzaro promosso in Serie A. Per la prima volta una squadra calabrese alla ribalta del calcio, su archiviolastampa.it, http://www.archiviolastampa.it/, 28 giugno 1971. URL consultato il 26 luglio 2011.
  13. ^ Storia del Catanzaro, su magliacatanzaro.it.gg, MaglieCatanzaro.it. URL consultato il 9 novembre 2013.
  14. ^ a b c La storia - Massimo Palanca.it, su massimopalanca.it, Massimo Palanca.it. URL consultato il 26 luglio 2011.
  15. ^ Infilando al 90'la Reggiana (2-1) il Catanzaro agguantala serie A, su archiviolastampa.it, 21 giugno 1976. URL consultato il 26 luglio 2011.
  16. ^ Infilando al 90' la Reggiana (2-1) il Catanzaro agguantala serie A, su archiviolastampa.it, http://www.archiviolastampa.it/, 12 giugno 1978. URL consultato il 26 luglio 2011.
  17. ^ L'alta classifica si addice al Catanzaro, su archiviolastampa.it, 20 ottobre 1980. URL consultato il 26 luglio 2011.
  18. ^ UN' ARIA NUOVA CHE ARRIVA DA MOLTO LONTANO, su ricerca.repubblica.it, 16 ottobre 1984. URL consultato il 26 luglio 2011.
  19. ^ 1983/1984 - IL CROLLO, su catanzaro1929.com, http://www.catanzaro1929.com/. URL consultato l'8 agosto 2011.
  20. ^ Il Barletta accompagna il Catanzaro in B, su archiviolastampa.it, 8 giugno 1987. URL consultato il 26 luglio 2011.
  21. ^ Quando il cuore batte troppo, su archiviolastampa.it, 15 febbraio 1988. URL consultato il 26 luglio 2011.
  22. ^ Lazio, pari a tempo scaduto, su archiviolastampa.it, 16 maggio 1988. URL consultato il 26 luglio 2011.
  23. ^ Palanca, tre reti (una da 30 metri), su archiviolastampa.it, 10 aprile 1989. URL consultato il 26 luglio 2011.
  24. ^ Il vecchio Palanca (3 reti) salva il Catanzaro, su archiviolastampa.it, 19 giugno 1989. URL consultato il 26 luglio 2011.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Nicola Zingarelli, Lo Zingarelli 1996. Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, 1995.
  • Andrea Ferreri, Ultras. I ribelli del calcio. Quarant'anni di antagonismo e passione, Mimesis Edizioni, 2008, ISBN 978-88-96130-02-5.
  • Massimo Palanca e Alberto Pistilli, Il mio calcio, To be Group, 2009.
  • Maurizio Martucci, Cuori tifosi, Sperling & Kupfer, 2010.
  • Sandro Solinas, Stadi d'Italia, Pisa, Goal Book, 2012.
  • Geppino Martino, La baracca delle aquile. Twitter da un nido, Aldo Primerano editrice tipografica, 2013.

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