Val di Cornia rosso

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Val di Cornia rosso
Disciplinare DOCG
Bandiera dell'Italia Italia
  Toscana
Decreto del
Regolamenta le seguenti tipologie:

Fonte: Disciplinare di produzione[1]


Zona di produzione

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La zona è delimitata su sei comuni:

Plinio il Vecchio segnalò l'esistenza di una vite gigantesca a Populonia[2], notizia confermata da Targioni Terzetti nel XVII[3]. [1]

Nel XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, feudataria di un territorio che andava da Cecina a Follonica, diede un impulso alla diffusione dell’attività vitivinicola. Un incremento più consistente ed esteso delle attività viticole ed enologiche si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell'Accademia dei Georgofili e la riduzione del latifondo.[1]

Intorno al 1830 estese bonifiche crearono nuovi spazi agricoli; Emanuele Repetti nel 1843 descrisse i terreni bonificati: «Ora colui che attraversasse il piano di Campiglia e le pendici del suo poggio stupirebbe in vedere l’uno e l’altre coperte di vigne, di oliveti […] vedrebbe vaste campagne adorne di vigneti disposti a filari, poggianti alle canne [anche se] alcune moderne piantagioni sono all’uso fiorentino».[1]

Le prime testimonianze di un certo valore economico appaiono nel 1886, con la partecipazione di cinque produttori di Suvereto all'Esposizione Mondiale di Roma: nel 1893 tre viticoltori di Campiglia Marittima parteciparono alla mostra di Zurigo.

Nel 1980 nasce la prima mostra dei vini della Val di Cornia e negli anni a venire il riconoscimento della DOC “Val di Cornia”.

Tecniche di produzione

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I sesti di impianto, le forme di allevamento, i sistemi di potatura devono essere quelli tradizionali. Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere effettuate nella zona di produzione.

È consentito arricchire i mosti e i vini con mosti concentrati ottenuti da uve locali o con mosto o altre tecnologie.

La tipologia "rosso" può essere messo in vendita da maggio del secondo anno successivo alla vendemmia; se qualificato "riserva" si deve attendere l'inizio del terzo anno, comprendente anche un affinamento obbligatorio di diciotto mesi botte e sei in bottiglia.

Può essere utilizzata la menzione "vigna"

È obbligatorio indicare in etichetta l'annata di produzione delle uve; le bottiglie consentite sono solo bordolese o borgognona, con tappo di sughero raso bocca.

Nel 1989 venne istituita la DOC "Val di Cornia", che prevedeva le tipologie bianco, rosato e rosso, obbligatoriamente designate con il nome di una delle quattro sottozone di Campiglia Marittima, San Vincenzo e Piombino, coincidenti con i confini dei rispettivi comuni, e di Suvereto, in cui rientravano anche terreni posti a Monteverdi Marittimo e Sassetta. Nel 2011 sono state abrogate le sottozone e sono state scorporate le DOCG Suvereto e Val di Cornia rosso.

  • La DOCG "Val di Cornia rosso" è stata istituita con DM 18.11.2011; in seguito è stata modificata con:
  • DM 30.11.2011, pubblicato sulla G.U. n.295
  • DM 07.03.2014, pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf.

È consentita la menzione vigna ed è prevista la dizione "riserva"

uvaggio Sangiovese minimo 40%; Cabernet Sauvignon e Merlot anche congiuntamente, massimo 60%; altre uve nere fino al 20%.[4]
Rosso Rosso riserva
titolo alcolometrico minimo 12,50% vol. 13,00% vol.
acidità totale minima 4,50 g/l.
estratto secco minimo 25,00 g/l.
resa massima di uva per ettaro 90 q.
resa massima di uva in vino 70 %

Caratteri organolettici

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Abbinamenti consigliati

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  1. ^ a b c d Disciplinare di produzione, su catalogoviti.politicheagricole.it. URL consultato il giorno mese 2024.
  2. ^ Plinio, Naturalis Historia – libro XIV
  3. ^ Targioni Terzetti, Viaggio in Toscana
  4. ^ Ad esclusione del vitigno Aleatico.