Recioto della Valpolicella

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Recioto della Valpolicella
Una bottiglia da 500 ml di Recioto della Valpolicella classico
Dettagli
StatoBandiera dell'Italia Italia
Resa (uva/ettaro)n.d.
Resa massima dell'uva40%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
11,0%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
12,0%
Riconoscimento
TipoDOCG
Istituito con
decreto del
24/03/2010[1] modificato con decreto il 30/11/2011
Gazzetta Ufficiale del13/04/2010 n. 85
Vitigni con cui è consentito produrlo
[senza fonte]

Il Recioto della Valpolicella è un vino rosso passito dolce DOCG del Veneto prodotto esclusivamente nella Valpolicella in provincia di Verona da vitigni autoctoni quali Corvina, Corvinone (nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina), Rondinella ma anche in percentuali minori con Forselina, Negrara e Oseleta. La Molinara uscita recentemente dal disciplinare è comunque permessa. Sono le stesse uve che vengono utilizzate per la produzione dell'Amarone.

Caratteristiche organolettiche[modifica | modifica wikitesto]

  • colore: rosso granato piuttosto carico.
  • odore: caratteristico, accentuato.
  • sapore: pieno, vellutato, caldo, delicato, dolce.

Metodo di produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il Recioto della Valpolicella è "l'antesignano" dell'Amarone, ritenuto quest'ultimo un "Recioto mancato" ed ha lo stesso procedimento produttivo eccetto che per la parte finale, dove la fermentazione degli zuccheri che si trasformano in alcool viene interrotta ottenendo un vino dolce. Le etichette storiche dell'Amarone infatti portano la dicitura "Recioto Amarone della Valpolicella".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime tracce del “Recioto della Valpolicella” si hanno nel quarto secolo dopo Cristo, quando Cassiodoro descriveva l’Acinatico come un vino dolce, «regio per colore... denso e carnoso», ottenuto da una speciale tecnica d'appassimento delle uve, per cui è stato ritenuto identificabile come l’antenato del “Recioto della Valpolicella”.

Il nome deriva dal termine dialettale "recia", cioè orecchia, perché solo la parte più alta e meglio esposta del grappolo, quindi più pregiata, poteva accedere al processo di appassimento.

Nella seconda metà dello stesso secolo, S. Zeno, ottavo vescovo di Verona ed effigiato nel marchio del “Recioto della Valpolicella” Doc, convertiva la città al cristianesimo e comunicava agli agricoltori, con gli insegnamenti viticoli, il miracolo del «sole che si fa vino» e la necessità di conservare lungamente il prodotto nelle botti: «ut melius veterascendo reddatur» (affinché invecchiando migliori).

Nei secoli IX e X la coltura della vite nel territorio veronese era già alquanto diffusa. Abati, vescovi e monaci furono i primi ad interessarsi alla coltivazione ed alla diffusione della vite, fra cui le varietà utilizzate per produrre il “Recioto della Valpolicella”. Gli Statuti di Alberto I della Scala, del 1276, detti Albertini, regolavano, oltre che la vendita al dettaglio, il trasporto dell'uva e del vino in città. L'epoca della vendemmia veniva fissata di comune accordo ed era proibito a chiunque prima del tempo stabilito di vendemmiare e di ammostare. Dopo la vendemmia si vietava, fra l'altro, di conservare l'uva in casa, ma questa disposizione, che contrastava con metodologie tradizionali ben radicate, fra cui quella di produzione del “Recioto della Valpolicella”, non ebbe il consenso dei viticoltori e dei vinificatori.

Anche nei secoli successivi si continuò dunque a produrre il “Recioto della Valpolicella”, per arrivare alla prima catalogazione ampelografia del XIX secolo, che ufficializzava, tra l’altro, la Corvina quale cultivar tipica della Valpolicella.

La definizione della zona ed il miglioramento delle tecniche di produzione e vinificazione del vino “Recioto della Valpolicella” hanno portato nel 1968 all’approvazione ufficiale del primo disciplinare di produzione e al riconoscimento della DOC.

Il Vino DOCG Recioto della Valpolicella ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 24 marzo 2010.

Le denominazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il Recioto della Valpolicella può ricevere le denominazioni:

Possiamo avere quindi:

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Il lunedì di Pasquetta a Negrar viene organizzata una manifestazione mostra detta Palio del Recioto, una gara tra alcuni produttori locali del suddetto vino, con possibilità di assaggi ed acquisti. Ad esso è abbinata un'importante corsa ciclistica internazionale per under 23, che annovera nel suo albo d'oro campioni che in seguito hanno avuto importanti carriere tra i professionisti (Francesco Moser ed altri).[2][3]

Abbinamenti consigliati[modifica | modifica wikitesto]

Il suo sapore dolce e vellutato si sposa in modo mirabile con un cioccolato intenso.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Provincia, stagione, volume in ettolitri

  • Verona (1990/91) 18506,36
  • Verona (1991/92) 14148,53

Altri vini della Valpolicella[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Disciplinari DOCG su sito del Ministero delle politiche agricole e forestali, su politicheagricole.it. URL consultato il 1º gennaio 2013.
  2. ^ Palio del Recioto - NEGRAR, su amaronevalpolicella.org. URL consultato il 14 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2013).
  3. ^ Palio del Recioto - Negrar di Valpolicella

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]