Faenza: differenze tra le versioni

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== Storia ==
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=== L'antichità ===
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Le origini della città si perdono nella [[mitologia]]. Pare, infatti che i [[colonie greche|coloni]] [[attica|attici]] che, risalendo l'[[Adriatico]], fondarono [[Ravenna]], si fossero spinti nell'entroterra fondando l'insediamento di Foentia. La [[città]] crebbe come centro commerciale sotto [[etruschi]] e [[celti]] grazie alla posizione favorevole offertale dall'incrocio fra il [[Lamone (fiume)|fiume Lamone]], la via salaria che, attraverso gli [[Appennini]], portava il sale in [[Etruria]] e [[Campania]] e la strada che poi i [[Civiltà romana|romani]] avrebbero lastricato e chiamato [[Via Emilia|Aemilia]]. In seguito alla conquista romana nel [[II secolo a.C.]] fu [[colonia romana|colonia]] d'insediamento (''Faventia'', che significa "la favorita degli dei") e si sviluppò grazie alla produzione [[agricoltura|agricola]], [[tessile]] e [[ceramica]]. Qui, nell'[[82 a.C.]] il [[Lucio Cornelio Silla|sillano]] [[Quinto Cecilio Metello Pio|Cecilio Metello]] sconfisse l'esercito del [[populares|popularis]] [[Gneo Papirio Carbone (console 85 a.C.)|Gneo Papirio Carbone]], durante le [[guerre civili]] della tarda [[repubblica romana]]. Decaduta a partire dal [[II secolo|II secolo d.C.]]<ref>''Senza fonte''</ref>, è ricordata dalle cronache per la [[Battaglia di Faenza (542)|battaglia]] combattutasi nel [[542]], nella quale [[Totila]] e l'esercito [[ostrogoti|ostrogoto]] sconfissero i [[Bizantini]]. Con la successiva riconquista dell'Italia da parte dei Bizantini a danno dei Goti, Faenza entrò a far parte dell'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]]. Al [[VII secolo]] risale la prima [[cinta muraria]], costruita per difendere la città dai [[Longobardi]]. L'esercito di [[Liutprando]] l'assediò e la conquistò nel 740 ed in seguito, insieme al resto dell'odierna [[Romagna]], passò numerose volte di mano tra Longobardi e Bizantini fino alla definitiva discesa in [[Italia]] di [[Carlo Magno]] che, al termine della campagna contro i Longobardi, la cedette nominalmente alla Chiesa nel 774.
Le origini della città si perdono nella [[mitologia]]. Pare, infatti che i [[colonie greche|coloni]] [[attica|attici]] che, risalendo l'[[Adriatico]], fondarono [[Ravenna]], si fossero spinti nell'entroterra fondando l'insediamento di Foentia. La [[città]] crebbe come centro commerciale sotto [[etruschi]] e [[celti]] grazie alla posizione favorevole offertale dall'incrocio fra il [[Lamone (fiume)|fiume Lamone]], la via salaria che, attraverso gli [[Appennini]], portava il sale in [[Etruria]] e [[Campania]] e la strada che poi i [[Civiltà romana|romani]] avrebbero lastricato e chiamato [[Via Emilia|Aemilia]]. In seguito alla conquista romana nel [[II secolo a.C.]] fu [[colonia romana|colonia]] d'insediamento (''Faventia'', che significa "la favorita degli dei") e si sviluppò grazie alla produzione [[agricoltura|agricola]], [[tessile]] e [[ceramica]]. Qui, nell'[[82 a.C.]] il [[Lucio Cornelio Silla|sillano]] [[Quinto Cecilio Metello Pio|Cecilio Metello]] sconfisse l'esercito del [[populares|popularis]] [[Gneo Papirio Carbone (console 85 a.C.)|Gneo Papirio Carbone]], durante le [[guerre civili]] della tarda [[repubblica romana]]. Con la nascita dell'[[Impero Romano]] entrò a far parte della [[Regio VIII Aemilia|Regio VIII]]. In seguito alla caduta dell'Impero d'Occidente è ricordata dalle cronache per essere il luogo dove avvenne il tradimento di Tufa nei confronti di [[Teodorico]] durante la [[Conquista dell'Italia di Teodorico]]<ref>''Emilio Rosetti, ''La Romagna, Geografia e storia'', 1894</ref> e per la [[Battaglia di Faenza (542)|battaglia]] combattutasi nel [[542]], nella quale [[Totila]] e l'esercito [[ostrogoti|ostrogoto]] sconfissero i [[Bizantini]]. Con la successiva riconquista dell'Italia da parte dei Bizantini a danno dei Goti, Faenza entrò a far parte dell'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]]. Al [[VII secolo]] risale la prima [[cinta muraria]], costruita per difendere la città dai [[Longobardi]]. L'esercito di [[Liutprando]] l'assediò e la conquistò nel 740 ed in seguito, insieme al resto dell'odierna [[Romagna]], passò numerose volte di mano tra Longobardi e Bizantini fino alla definitiva discesa in [[Italia]] di [[Carlo Magno]] che, al termine della campagna contro i Longobardi, la cedette nominalmente alla Chiesa nel 774.


=== Il Medioevo ===
=== Il Medioevo ===

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Faenza (disambigua).
Faenza
comune
Faenza – Veduta
Faenza – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Ravenna
Amministrazione
SindacoGiovanni Malpezzi (PD) dal 30-3-2010
Territorio
Coordinate44°17′08″N 11°53′00″E / 44.285556°N 11.883333°E44.285556; 11.883333 (Faenza)
Altitudine35 m s.l.m.
Superficie215,76 km²
Abitanti58 829[1] (30-11-2016)
Densità272,66 ab./km²
FrazioniAlbereto, Borgo Tuliero, Cassanigo, Castel Raniero, Celle, Còsina, Granarolo, Errano, Fossolo, Marzeno, Merlaschio, Mezzeno, Pieve Cesato, Pieve Corleto, Pieve Ponte, Prada, Reda, Sarna, Sant'Andrea, Santa Lucia, Tebano.
Comuni confinantiBagnacavallo, Brisighella, Castel Bolognese, Cotignola, Riolo Terme, Russi, Solarolo, Forlì (FC)
Altre informazioni
Cod. postale48018
Prefisso0546
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT039010
Cod. catastaleD458
TargaRA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantifaentini
Patronoprincipale: Beata Vergine delle Grazie;
secondario: San Pier Damiani
Giorno festivosabato precedente la seconda domenica di maggio
(nel 2016: 7 maggio)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Faenza
Faenza
Faenza – Mappa
Faenza – Mappa
Posizione del comune di Faenza nella provincia di Ravenna
Sito istituzionale

«Le città di Lamone e di Santerno
conduce il lïoncel dal nido bianco,
che muta parte da la state al verno.»

Faenza (IPA: [faˈɛnʦa], Fênza o Fënza in romagnolo) è un comune italiano di 58 829 abitanti[1] della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.

Posta sulla via Emilia tra Imola e Forlì, poco a ovest del centro della Romagna, si trova ai piedi dei primi rilievi dell'Appennino faentino ed è sede vescovile della diocesi di Faenza-Modigliana nonché storicamente nota per la produzione di ceramica.

Oltre che faentini, un nome classico con il quale sono raggruppati gli abitanti di Faenza è "manfredi", dal nome della famiglia che governò la città.

Geografia fisica

Clima

Faenza ha un clima temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda (classificazione Köppen-Geiger Cfa).

Storia

L'antichità

Le origini della città si perdono nella mitologia. Pare, infatti che i coloni attici che, risalendo l'Adriatico, fondarono Ravenna, si fossero spinti nell'entroterra fondando l'insediamento di Foentia. La città crebbe come centro commerciale sotto etruschi e celti grazie alla posizione favorevole offertale dall'incrocio fra il fiume Lamone, la via salaria che, attraverso gli Appennini, portava il sale in Etruria e Campania e la strada che poi i romani avrebbero lastricato e chiamato Aemilia. In seguito alla conquista romana nel II secolo a.C. fu colonia d'insediamento (Faventia, che significa "la favorita degli dei") e si sviluppò grazie alla produzione agricola, tessile e ceramica. Qui, nell'82 a.C. il sillano Cecilio Metello sconfisse l'esercito del popularis Gneo Papirio Carbone, durante le guerre civili della tarda repubblica romana. Con la nascita dell'Impero Romano entrò a far parte della Regio VIII. In seguito alla caduta dell'Impero d'Occidente è ricordata dalle cronache per essere il luogo dove avvenne il tradimento di Tufa nei confronti di Teodorico durante la Conquista dell'Italia di Teodorico[3] e per la battaglia combattutasi nel 542, nella quale Totila e l'esercito ostrogoto sconfissero i Bizantini. Con la successiva riconquista dell'Italia da parte dei Bizantini a danno dei Goti, Faenza entrò a far parte dell'Esarcato. Al VII secolo risale la prima cinta muraria, costruita per difendere la città dai Longobardi. L'esercito di Liutprando l'assediò e la conquistò nel 740 ed in seguito, insieme al resto dell'odierna Romagna, passò numerose volte di mano tra Longobardi e Bizantini fino alla definitiva discesa in Italia di Carlo Magno che, al termine della campagna contro i Longobardi, la cedette nominalmente alla Chiesa nel 774.

Il Medioevo

Lo stesso argomento in dettaglio: Manfredi (famiglia).

Fu nuovamente prospera a partire dall'VIII secolo. Dominata in epoca alto-medioevale dai vescovi, divenne nel XII secolo libero comune. Nel 1141 vennero eletti i primi consoli, nel 1155 il podestà. Il Comune inizialmente fu fedele all'imperatore, e questo trova conferma anche dalla visita di Federico Barbarossa che qui si fermò per diverso tempo con tutta la sua corte. Le cronache riportano che nel gennaio 1164 si tenne una quintana in onore del Barbarossa.

Nel 1226 Faenza cambiò completamente bandiera, aderendo alla seconda Lega Lombarda (unica tra le città romagnole). La reazione imperiale fu dura: Federico II la cinse d'assedio, ma senza esito. Nel periodo guelfo la città fu spesso contrastata dalla ghibellina Forlì. Nel 1237 Federico II sconfisse la Lega Lombarda. Faenza fu ceduta alla famiglia ghibellina degli Accarisi, che cacciarono i Manfredi. Ma questi ultimi ripresero il potere. Nel 1239 Faenza era l'unica città guelfa di Romagna[4].

Nel 1241 la città manfreda tornò nelle mire dell'imperatore. Federico II la pose di nuovo sotto assedio e la prese, dopo un'inattesa resistenza di sette mesi. Risultò decisivo l'aiuto dei ghibellini forlivesi e del loro capitano, Teobaldo Ordelaffi. In questa occasione, Federico, trovatosi a corto di risorse, fece coniare dalla zecca di Forlì degli augustali in cuoio, che rimborsò poi in oro, dopo la vittoria su Faenza. Le benemerenze acquisite dai forlivesi presso l'Imperatore furono comunque d'aiuto agli stessi faentini: infatti, Federico aveva già emanato l'ordine di distruggerne la città, quando l'intercessione dei forlivesi, dispiaciuti di una simile sorte, lo convinse a ritornare sulla sua decisione e a risparmiare Faenza.

Ma, dopo la sconfitta di Federico II, nel 1248, la città passò sotto l'egemonia di Bologna, principale potenza guelfa della regione. Nello stesso anno entrò in città il primo capitano del popolo nominato da Bologna: Rainerius Laçari. Con la fine del dominio bolognese sulla Romagna negli anni settanta, Faenza, che era stata fino ad allora una città guelfa, effettuò un improvviso cambio di campo. Nel 1274, infatti, il podestà, della famiglia Accarisi, si alleò con Guido da Montefeltro, comandante dei ghibellini di Romagna, e cacciò i Manfredi in esilio. Nel 1282 Papa Martino IV diede incarico a Giovanni d'Appia (Jean d'Eppes), uomo d'armi francese, di riportare la città sotto il dominio pontificio. Entrato in Romagna scendendo dalla valle del Tevere, si diresse verso Faenza. Nottetempo, gli aprì le porte della città Tebaldello dei Zambrasi, famiglia ghibellina. Dante Alighieri, suo contemporaneo, nella Divina Commedia collocò Tebaldello nel nono cerchio dell'Inferno come "traditore della patria". Di lui rimane famoso il verso:

«Tebaldello,
ch’aprì Faenza quando si dormia»

Oltre a Tebaldello, altri personaggi di Faenza furono menzionati nella Divina commedia. Faentino è, infatti, Frate Alberigo dei Manfredi, collocato nella terza zona dell'ultimo cerchio dell'inferno, quello dei traditori degli ospiti, al canto XXXIII, ed è l'ultimo peccatore (quindi il peggiore) a dialogare con Dante. Frate Alberigo è condannato da Dante al supplizio infernale in seguito ad un tradimento perpetrato nei confronti di suoi stessi consanguinei, durante una cena di riconciliazione, la famosa cena delle frutta del mal orto. L'onore della città è riscattato nel XXI canto del Paradiso dove compare Pier Damiani. Altri personaggi faentini sono menzionati nel XIV canto del Purgatorio.[2]

La cinquecentesca Porta delle Chiavi, unica superstite delle porte urbane, denominata così dal dono delle chiavi della città a Papa Pio IX nel 1857

Nel 1290 Faenza passò sotto il potere di Maghinardo Pagani, signore di Susinana, che approfittò della divisione fra guelfi e ghibellini. Maghinardo si ritagliò un ruolo molto importante nella storia della città e si dimostrò un ottimo politico ed un astuto stratega. Faenza raggiunse la massima fioritura sotto la signoria dei Manfredi (dal 1313, e in particolare di Carlo II Manfredi, sotto il quale venne rinnovato il centro urbano con la costruzione della cattedrale e del palazzo del popolo). In epoca rinascimentale divenne celebre per la produzione di oggetti in ceramica, esportati in tutta Europa. Per questo motivo il toponimo stesso è diventato sinonimo di maiolica in molte lingue, tra cui il francese (faïance) e l'inglese (faience).

Galeotto Manfredi, fratello di Carlo II Manfredi, che a lui succedette, armi alla mano, alla guida della città, rimane famoso per la congiura ordita nei suoi confronti, ad opera della stessa moglie Francesca Bentivoglio; la tradizione vuole che la moglie fosse accecata dall'invidia nei confronti del vero amore di Galeotto, Cassandra Pavoni. Più realisticamente è facile pensare che il vero motivo dell'assassinio sia da cercare nei rapporti fra il signore di Faenza e Bologna.

Nel 1500 la città fu assediata dalle truppe mercenarie di Cesare Borgia, alle quali resistette per 6 mesi guidata dal sedicenne Astorgio Manfredi, poi catturato a tradimento e imprigionato a Roma dal Valentino. Pochi anni dopo il corpo del giovane signore fu ritrovato nelle acque del Tevere.

All'assedio di Faenza il Guicciardini, che non esalta certo il Valentino come l'amico Machiavelli, dedica un passo della sua Storia d'Italia:

«Il Valentino era pieno di sommo dolore che, avendo oltre alle forze Franzesi uno esercito molto fiorito di capitani e soldati Italiani (...), e avendosi promesso, co' suoi concetti smisurati, che né mari né monti gli avessino a resistere, gli fusse oscurata la fama de' principii della sua milizia da uno popolo vivuto in lunga pace, e che in quel tempo non aveva altro capo che un fanciullo»

Nel 1502 giunse a Faenza, su invito del Borgia, Leonardo da Vinci. Il genio toscano realizzò il progetto di una rete di gallerie sotterranee da usare in caso di emergenza. Non è noto se la rete fu effettivamente realizzata[5]. Nel 1503, con la morte del padre papa Alessandro VI, crollò l'effimero regno del Borgia. Faenza fu brevemente soggetta alla Repubblica di Venezia (1503-1509); successivamente entrò a far parte dello Stato della Chiesa.

Il dominio pontificio e l'età napoleonica

Interno del Duomo

Durante il governo di Guicciardini della Romagna pontificia, la città gode di particolare favore, tanto che lo storico vi soggiornò per quasi tutto il 1525. È in questa fase che Faenza attrae tanti perseguitati religiosi dell'Europa del nord e dell'est tanto da essere definita città protestante.

La Chiesa non tardò a prendere le necessarie contromisure. Infatti dopo il concilio di Trento, è sede del Tribunale della Santa Inquisizione per la Romagna, che porta via dalla città gli immigrati e gli artisti stranieri immigrati negli anni precedenti.

Nel 1608, nacque a Roma da genitori faentini il noto fisico e matematico Evangelista Torricelli discepolo di Galileo e inventore del barometro.

Nella seconda metà del XVIII secolo Faenza divenne un importante centro del neoclassicismo italiano. Scrive Antonio Paolucci in occasione della mostra sull'età neoclassica tenuta a Palazzo Milzetti nel 2009: «Il momento più alto nella storia artistica di Faenza si colloca negli anni che stanno fra il 1780 e il 1815. In quegli anni la città romagnola dialogava con il mondo, era uno snodo di avanguardia lungo l'asse europeo delle arti che aveva i suoi estremi cronologici da una parte nella Roma del "Goethezeit" e quindi della Kauffmann, di Füssli, di Flaxman, di Piranesi, dall'altra nella Parigi della Rivoluzione e dell'Impero e nella Milano del Regno Italico. In quegli anni la piccola città moltiplica palazzi che portano i nomi della nobiltà locale (Laderchi, Gessi, Conti, Cavina, Milzetti); palazzi che sono quanto di più squisito la civiltà neoclassica abbia prodotto in Europa».

Il 20 gennaio del 1783 fu inaugurato il canale naviglio Zanelli, l'importante via d'acqua che collega Faenza al fiume Reno, passando per Bagnacavallo. L'opera, della lunghezza di 35,4 km, fu realizzata per volontà del conte Scipione Zanelli (1722 - 1792) con i finanziamenti messi a disposizione da papa Pio VI. Responsabile del progetto fu l'ingegnere Romoaldo Bertaglia. Il canale naviglio rimase l'infrastruttura primaria di trasporto merci per quasi duecento anni, fino all'apertura della linea ferroviaria Castelbolognese-Ravenna (1863).

Nel 1797 vicino a Faenza, sul fiume Senio, si combatté la battaglia decisiva (ma dall'esito scontato) fra le milizie pontificie e l'esercito di Napoleone. Abbiamo un piacevole resoconto della battaglia nelle memorie di Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo:

«"Tutte le milizie pontificie ascendevano a circa diecimila uomini [racconta Leopardi senior], e un quarto di questa gente si era adunata a poco a poco in Faenza. Imola, perché troppo vicina a Bologna, erasi abbandonata, e la resistenza doveva farsi sul fiume [Senio] che corre fra le due città suddette. (...) Il giorno 2 di febbraio del 1797, alla mattina, i Francesi attaccarono, forti di circa diecimila uomini. I cannoni del ponte spararono, e qualche Francese morì. Ben presto però l'inimico si accinse a guadare il fiume; e vistosi dai popolani che i Francesi non temevano di bagnarsi i piedi: "Addio", si gridò nel campo. "Si salvi chi può" e tutti fuggirono per duecento miglia, né si fermarono sino a Fuligno. Non esagero, ma racconto nudamente quei fatti che accaddero in tempo mio, e dei quali vidi alcuna parte. Un tal Bianchi, maggiore di artiglieria, venne imputato di avere caricati i cannoni con li fagiuoli. Ho letto la sua difesa stampata, e sembra scolpato bastantemente; ma il fatto dei fagiuoli fu vero, e questa mitraglia figurò nella guerra fra il Papa e la Francia"»

Sotto l'occupazione napoleonica Faenza fu sede, tra il 1803 e il 1815, dell'unico liceo del dipartimento del Rubicone, che comprendeva l'intera Romagna, grazie all'impegno dell'intellettuale faentino Dionigi Strocchi (che diresse dal 1806 al 1809) e dell'amico Vincenzo Monti.

Luigi Ricciardelli, disegno del Ponte sul Lamone a Faenza. Anni 1830.

Dall'Unità nazionale ad oggi

Nenni con il Guardaportone di Montecitorio

Nel 1881, su 36.042 abitanti vi erano cinque ragionieri, otto medici e sei avvocati residenti a Faenza. Nel 1891 nacque Pietro Nenni, leader storico del socialismo italiano, considerato tra i padri della repubblica.

Nel 1895 il Conte Carlo Zucchini, anima instancabile per molti anni delle associazioni cattoliche faentine, condusse le forze politiche cattoliche e liberali alla guida della città, stabilendo un tale preponderanza che per Faenza venne coniata l'espressione di "isola bianca", per distinguerla dal resto della "rossa" Romagna dove prevalevano le forze socialiste e repubblicane.

Il punto di maggior splendore della Faenza post unitaria fu raggiunto nel 1908 con l'Esposizione Torricelliana, una manifestazione imponente che fu visitata ed inaugurata dal Re in persona portando Faenza alla ribalta nazionale. L'esposizione raccoglieva nelle sale dell'ex convento di San Maglorio i prodotti ceramici contemporanei (provenienti da tutta Europa). Insieme ad esse sono stati esposti tanti esemplari prodotti da antiche fornaci italiane. Conclusasi l'Esposizione, grazie ai doni degli espositori nacque il museo internazionale delle ceramiche.

A prova dell'influenza dell'arte Faentina, il 18 agosto 2006 il Premier del Québec Jean Charest annunciò il ritrovamento della prima colonia francese in Canada, quella di Charlesbourg-Royal[6], e che vi fu ritrovato un frammento di un piatto istoriato realizzato a Faenza tra il 1540 e il 1550, certamente di proprietà del comandante aristocratico della colonia.

Durante la seconda guerra mondiale Faenza fu bombardata più volte: il primo attacco si verificò il 2 maggio 1944. Il 13 maggio fu effettuato un secondo attacco. Nel corso di quel durissimo anno, la città fu colpita circa cento volte. I due terzi dell'abitato furono distrutti. Morì sotto i bombardamenti il vescovo, mons. Antonio Scarante.

La città fu liberata dalle truppe neozelandesi (2nd New Zealand Division) il 16 dicembre 1944. Nella lotta partigiana si distinsero particolarmente:

Onorificenze

Faenza è tra le città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, insignita della della Croce di guerra al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale ed è membro dell'Istituto Nazionale del Nastro Azzurro che raggruppa tutti i combattenti decorati al Valore Militare:

Croce di Guerra al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Fontana monumentale posta davanti al Duomo.

Architetture civili

Il palazzo del podestà di Notte

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo di notte

«Appoggiato con la schiena ad una colonna egli guardava il Duomo. L'enorme portone di mezzo era socchiuso, e sull'arco del suo vano si agitava lievemente un drappo rosso, segnacolo di qualche festa religiosa in quel giorno; la scalinata di granito pareva più bianca nel sole, la fontana gorgogliava da tutti i propri zampilli. avvolta in un pulviscolo d'acqua tenue come un vapore. Tutto quel largo dinanzi al Duomo e sino in fondo alla piazza rimaneva deserto, nessun fiacchero stazionava ancora presso il caffè, l'omnibus del grande albergo era già ritornato dalla stazione; solo qualche bicicletta passava tratto tratto nel vuoto, silenziosamente.»

I maggiori monumenti della città sono raccolti nelle due piazze contigue cittadine, sistemate a partire dal 1313: piazza del Popolo e piazza della Libertà. La prima accoglie gli edifici medioevali del palazzo del Podestà e di palazzo Manfredi (oggi sede del municipio), mentre nella seconda sorge la cattedrale, di fronte ad essa il loggiato del portico degli Orefici, e a lato una fontana monumentale, con sculture in bronzo del XVII secolo.

All'ingresso della Piazza del Popolo sorge la Torre dell'Orologio, fedele ricostruzione post-bellica della torre seicentesca posta nell'incrocio tra il cardo e il decumano della Faventia romana.

Il Voltone della Molinella

Il voltone della Molinella

Il Voltone della Molinella conduce dalla piazza principale, piazza del Popolo al teatro comunale Masini. La volta ad ombrello è decorata a grottesche da Marco Marchetti nel 1566.

Il teatro Masini

Il teatro Angelo Masini

Il teatro Masini, in piazza Nenni (già "della Molinella"), fu progettato e costruito tra il 1780 e il 1787 dall'architetto Giuseppe Pistocchi, su richiesta dell'Accademia dei Remoti, un cenacolo di intellettuali ed artisti faentini che si era costituito nel 1673. Esso conserva una struttura con pianta di ferro di cavallo, fornita di quattro ordini di palchi, separati da colonne di vario stile. La fascia superiore è arricchita da decorazioni plastiche e venti statue raffiguranti divinità dell'Olimpo.

Vista di platea e palchi del Teatro Masini

Palazzi

  • Palazzo Mazzolani, in corso Mazzini 93, enorme e severa mole incompiuta, il palazzo fu iniziato alla fine del XVII secolo, dotato di un atrio monumentale, è stato completato nella parte destra del fronte nel 1933-34, demolendo edifici preesistenti. Nel palazzo sono ospitati i depositi del materiale archeologico di proprietà dello Stato. Il complesso dei materiali conservati a Palazzo Mazzolani è estremamente interessante e copre un arco cronologico vastissimo, che va dalla preistoria alla tarda antichità.
  • Palazzo Zauli Naldi, in corso Matteotti 2, nel XVII secolo venne acquistato da un ramo della famiglia Naldi, dai quali passò, all'estinzione della casata, ai Conti Zauli, da allora Zauli Naldi. Esternamente è caratterizzato da un ampio porticato, detto "loggia della Pagnocca", perché vi veniva distribuito il pane offerto dalla famiglia ai poveri. La parte destra è stata edificata nel 1835 su progetto dell'ingegnere Filippo Antolini.
  • Palazzo Ferniani, in via Campidori all'angolo con via Naviglio, fu costruito verso la metà del XVIII secolo dai Conti Ferniani su progetto del faentino Gian Battista Boschi, coadiuvato dal bolognese Alfonso Torreggiani. Nell'angolo del palazzo è posta la bella statua marmorea dell'Immacolata Concezione, opera dei bolognesi Ottavio e Nicola Toselli.
  • Palazzo Severoli, sito nella via omonima, costruito dai Conti Severoli, ospita affreschi di Felice Giani.
  • Palazzo Cavina, in via Castellani 22, fu costruito intorno al 1740 su progetto di Raffaele Campidori per la famiglia Naldi, acquistato agli inizi del XIX secolo dai Conti Cavina che chiamarono Felice Giani a decorarlo.
  • Palazzo Zanelli (poi Pasolini Zanelli), in Corso Mazzini 52, edificato intorno al 1750.
  • Palazzo Laderchi, in corso Garibaldi 2, fu commissionato nel 1780 dal Conte Ludovico Laderchi all'architetto bolognese Francesco Tadolini, è sede del Museo del Risorgimento e dell'età contemporanea. Splendidi sono i decori di Felice Giani della "Galleria di Psiche" (1794) e dello "Studiolo d'astronomia" (1797).
  • Palazzo Gessi, in corso Mazzini 54, costruito nel 1786 su progetto dell'architetto Giuseppe Pistocchi.
  • Palazzo Conti-Sinibaldi, in corso Mazzini 47, progettato da Giuseppe Pistocchi nel 1786 e con la galleria decorata da Felice Giani.
  • Palazzo Milzetti, in via Tonducci 15, il più importante palazzo neoclassico della regione, museo nazionale, con i decori di Felice Giani e l'architettura di Giuseppe Pistocchi.
Loggia di Palazzo Ricciardelli
  • Fondale di Palazzo Ricciardelli si trova in piazza II Giugno. Piazza II Giugno venne ottenuta con l'eliminazione di palazzo Ricciardelli dopo che venne bombardato nel 1944. L'antico palazzo venne ristrutturato nel 1840 da Pietro Tomba per i conti Ricciardelli. Fu acquistato nel 1842 dai fratelli Rossi di Castel Bolognese. L'unica cosa che resta del palazzo è l'interessante attergato con il fondale a due ordini di logge. Quella superiore presenta l'archeggiatura a "serliana" diffuso da Sebastiano Serlio nel Cinquecento che fu ripreso poi da Pietro Tomba.
  • Palazzo Cattani, in via Severoli 33, venne ristrutturato nel 1855 dal Marchese Giuseppe Cattani su progetto dell'architetto d'origine ticinese Costantino Galli.
  • Palazzo Zucchini, in corso Mazzini 85, commissionato nel 1865 dal Conte Luigi Zucchini, viene realizzato su progetto dell'architetto ingegnere Antonio Zannoni, che rielabora ecletticamente i modelli dell'architettura neoclassica faentina. Il piano terreno è scandito da sei arcate, ai piani superiori sono presenti grandi lesene con capitelli corinzi che inquadrano le finestre e sorreggono un elaborato cornicione che riporta gli stemmi di famiglia.
  • Palazzo Gucci Boschi, in corso Matteotti 8-10, la cui elegante facciata eclettica, che celebra le battaglie del risorgimento di Solferino e San Martino e del Volturno, fu realizzata per i conti Gucci Boschi dall'ing. Achille Ubaldini nel 1867.
Casa Valenti

Ville

Sulle colline e nelle campagne attorno a Faenza sorgono alcune delle dimore storiche edificate tra il XVIII e XIX secolo dalla nobiltà faentina. Di seguito sono riportate le principali ville ubicate nel territorio comunale di Faenza.

Il Borgo Durbecco

Dopo il fiume Lamone si trova il Borgo Durbecco i cui primi insediamenti risalgono all'XI secolo e dove vi sono la chiesa della Santissima Annunziata, la chiesa di Sant'Antonino, la chiesa della Commenda e la porta delle Chiavi.

Architettura militare

Torre di Oriolo

La torre di Oriolo

Presso il borgo collinare di Oriolo dei Fichi, in direzione sud-ovest, si trova un mastio manfrediano del XV secolo, a pianta esagonale e della tipologia architettonica detta "a doppio puntone".

Aree naturali

Il territorio di Faenza presenta un ambiente agricolo, suddiviso tra i vigneti dei pendii collinari e i coltivati, con tracce dell'antica centuriazione romana in pianura. Nella zona sono presenti il "Parco carsico della grotta Tanaccia" e il "Parco naturale Carné", vasta area verde dotata di centro visite e ristoro. Un percorso, tra boschi e ruderi di fortificazioni medievali, si svolge da Croce San Daniele a Ca' Malanca, nell'alta Valle del Sintria.

A Cà Malanca si trova il Museo della Resistenza, nel luogo dove si svolse un'importante battaglia, quando, nell'ottobre del '44, la 36° Brigata Garibaldi riuscì a rompere l'accerchiamento tedesco e a ricongiungersi con gli inglesi, pagando un prezzo di sangue altissimo.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[7]

Variazione della popolazione residente a Faenza.

Anno Abitanti Variazione Italiani Variazione Stranieri Variazione
31/12/2006 55.504 +0,65% 51.942 +0,04% 3.562 (6,4%) +10,5%
31/12/2007 56.131 +1,13% 51.904 -0,07% 4.227 (7,5%) +18,67%
31/12/2008 56.922 +1,41% 51.906 +0% 5.016 (8,8%) +18,66%
31/12/2009 57.644 +1,25% 51.940 +0,07% 5.704 (9,9%) +13,72%
31/12/2010 58.150 +1,25% 51.902 -0,07% 6.248 (10,7%) +9,54%
31/12/2011 57.719 -0,99% 51.601 -0,99% 6.118 (10,60%) -0,97%
31/12/2012 57.973 +1,00% 51.804 +1,00% 6.169 (10,64%) +1,00%
31/07/2013 58.204 +1,00% 51.678 -0.99 6.526 (11,21%) +1,05%

Fonte, Dati Istat al 31 dicembre 2010.

Etnie e minoranze straniere

Gli stranieri residenti nel comune sono 6.526, ovvero l'11,21% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[8]:

  1. Albania, 1.012
  2. Romania, 998
  3. Marocco, 969
  4. Moldavia, 826
  5. Senegal, 508
  6. Ucraina, 346
  7. Cina, 222
  8. Polonia, 208
  9. Nigeria, 160
  10. Tunisia, 129

Lingue e dialetti

Faenza è legata alle sue radici culturali romagnole, ed in particolare al suo dialetto. Assieme a Forlì condivide la fama di sede del dialetto romagnolo tipico, anche se fra i due centri vi sono significative differenze. Difatti in questo territorio perfino fra due frazioni separate da pochi chilometri di strada possono riscontrarsi differenze di termini e accenti. La lingua tende a perdere questa o quella peculiarità a mano a mano che ci si allontana dal nucleo centrale. A Faenza ha sede la Filodrammatica "A. P. Berton", una delle prime filodrammatiche d'Italia, fondata nel 1883. È un'associazione estremamente attiva dal punto di vista teatrale, rinomata in particolare per le commedie in dialetto romagnolo. Dal 1994 ha una sede stabile: il teatro dei Filodrammatici.

Cultura

Biblioteche

Biblioteca Manfrediana

La Biblioteca Comunale di Faenza ha sede nell'ex-convento dei Servi di Maria, adiacente l'omonima chiesa sconsacrata nel 1954. Il primo nucleo librario risale al tempo delle soppressioni napoleoniche delle Corporazioni religiose (1797). Nel 1804 l'abate Zannoni, divenuto bibliotecario a vita, arricchì la biblioteca dei suoi fondi personali: edizioni di classici greci e latini, opere d'antiquariato e di pregio. Superato il dominio napoleonico, la biblioteca venne aperta ufficialmente al pubblico il 25 novembre 1818. L'Aula Magna si trova al primo piano. Allo stesso piano è l'aula di maggior pregio architettonico: la "Sala settecentesca", dotata di scansie laccate, eseguite nel 1784. Ebbe la funzione di archivio notarile cittadino, fino al 1923, quando gli atti furono trasferiti in altra sede. Nella biblioteca sono conservati numerosi fondi, tra i quali sono da annoverare: il fondo dei conti Zauli Naldi, raccolto da mons. Domenico Zauli, il fondo filosofico donato da mons. Vincenzo Poletti, le raccolte dei disegni di Romolo Liverani e di Domenico Rambelli, il fondo dei disegni di Giuseppe Pistocchi, la più ricca collezione di scatole di fiammiferi di epoca Liberty presente in Italia (circa 35.000 esemplari), il Codice 117 (Bonadies), manoscritto musicale del '400. Secondo una leggenda nata nel medioevo, all'interno del pozzo presente nel piazzale, si celerebbe un basilisco.

Università

L'Istituto superiore per le industrie artistiche (ISIA) di Faenza è un istituto statale di alta formazione nel campo del design. È uno dei quattro ISIA che in Italia da più di trent'anni si occupano di ricerca e sperimentazione nel settore del design. Gli ISIA fanno parte del comparto AFAM, sotto l'egida del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Musei

Museo internazionale delle ceramiche (MIC)

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo internazionale delle ceramiche in Faenza.

Fu fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini, che 8 anni più tardi fonderà l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica G. Ballardini ora a lui dedicato. Fra le personalità che fecero parte del comitato istituito dal Ballardini a sostegno della nascita del museo vi fu anche Tito Pasqui.[9]

Il museo è diventato un importante centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo e può proporre al pubblico un'ampia campionatura di quanto è stato prodotto dall'antichità classica fino ai giorni nostri. Il Museo è attualmente interessato da un ampio processo di trasformazione che, grazie all'aumento degli spazi espositivi, permetterà (ed in parte ciò è già visibile) una più razionale e comprensibile presentazione delle opere al pubblico. Il percorso prende avvio con le ceramiche precolombiane, proposte con il supporto di una raffinata didattica, cui seguono quelle dell'antichità classica dalla preistoria all'epoca romana - e quindi i manufatti provenienti dall'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea) e dal Medio Oriente. Al piano superiore del vecchio quadrilatero è presentata l'evoluzione delle ceramiche di Faenza dal Basso Medioevo al Rinascimento, che può essere messa a confronto con la produzione del Rinascimento italiano, ripartita per le varie regioni.

Piatto fine sec. XV "Giulia Bella"

Una sezione illustra i successivi sviluppi della ceramica italiana dal Seicento all'Ottocento, dove è possibile ammirare le settecentesche ceramiche faentine della manifattura dei Conti Ferniani, mentre nella Sala Europa si può ammirare una selezione dei prodotti delle principali manifatture europee. Di notevole interesse è il presepe Zucchini, esposto in una sala apposita, raro esempio di presepe monumentale faentino ottocentesco realizzato per la famiglia dei Conti Zucchini dallo scenografo Romolo Liverani. Il Museo non si rivolge solo alle ceramiche del passato, ma è attento a quanto ancora oggi si produce nel settore. Ecco allora i vasti spazi dedicati al contemporaneo che prende le mosse dalle opere dei Premi Faenza, un concorso internazionale che si celebra dal 1938. La sezione accoglie, oltre ad una selezione di designer, anche capolavori di artisti universalmente riconosciuti come Picasso, Matisse, Rouault, Léger, Chagall, Fancello, Fontana, Leoncillo, Burri, Martini, Melotti, Nespolo, Baj, Arman, Matta. Infine, nella nuova sala conferenze, il visitatore può accedere a una multivisione sulla genesi del Museo.

Il MIC è stato riconosciuto dal 2011 come "monumento testimone di una cultura di pace” dall'UNESCO.[10]

Museo nazionale dell'Età Neoclassica in Romagna

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Milzetti.
Ingresso di Palazzo Milzetti

In età neoclassica, architetti come Giuseppe Pistocchi, Giovanni Antonio Antolini, Pietro Tomba e artisti come Felice Giani e i suoi seguaci, lo scultore Antonio Trentanove, Giovan Battista Ballanti Graziani, furono artefici di una profonda trasformazione culturale della città. Palazzo Milzetti (poi Rondinini) rappresenta l'esito senza dubbio più alto del neoclassismo faentino, per la straordinaria integrazione tra l'architettura, la decorazione e l'arredo, permettendo di restituire ai visitatori l'esperienza della vita della nobiltà faentina dell'inizio del XIX secolo. Il palazzo fu acquistato nel 1973 dallo Stato italiano, ed è stato aperto al pubblico nel 1979, dopo un lungo e accurato restauro.

Pinacoteca e altri musei

Crocifisso ligneo del maestro dei Crocifissi Francescani (sec. XIII) conservato nella pinacoteca comunale

La Pinacoteca Comunale di Faenza ha origine nel 1797, quando l'amministrazione comunale acquistò un'importante collezione di stampe, disegni, gessi e dipinti dall'artista Giuseppe Zauli, cui ben presto si aggiungessero altre opere d'arte, provenienti dai conventi e dalle chiese soppressi in forza delle leggi napoleoniche. Essa venne aperta al pubblico nel 1879, nell'ex convento dei Gesuiti, attualmente chiamato Palazzo degli Studi e sede del Liceo ginnasio statale Evangelista Torricelli. Da allora, e fino ai nostri giorni, il patrimonio artistico è stato notevolmente aumentato da ricche donazioni di privati, da depositi di Enti pubblici, dai reperti archeologici emersi a seguito delle attività edilizie. Tra le opere più importanti esposte: Madonna con bambino e S. Giovanni in terracotta di Alfonso Lombardi; Madonna col bambino e i santi Michele e Andrea del Palmezzano; S. Girolamo, di Donatello (una delle poche statue in legno dell'artista), San Giovannino di Benedetto da Maiano, Madonna col bambino, Angeli e i Santi Domenico, Andrea, Giovanni Evangelista e Tommaso d'Aquino di Biagio d'Antonio, Madonna con il Bambino, putti musicanti, San Giovanni Evangelista e il Beato Giacomo Filippo Bertoni del Maestro della Pala Bertoni; Fiori, uva e due Uccelli di Francesco Guardi; Cane e sporta di Arcangelo Resani; Le Rive della Tessaglia di Giorgio de Chirico (1926); Natura morta di Giorgio Morandi (1953).[11]

Altri musei sono:

Eventi

Palio del Niballo

File:Palio Faenza edit.jpg
Il Palio del Niballo
Lo stesso argomento in dettaglio: Palio del Niballo.

La quarta domenica di giugno si disputa invece il Palio del Niballo: una rievocazione storica fra i cinque rioni della città, nata nel 1959. Questo avvenimento è accompagnato nelle settimane prima dalla Bigorda,dalle gare delle bandiere e dei musicanti. La settimana che precede il palio del Niballo nei vari rioni della città si fanno cene propiziatorie e altre attività collaterali. I 5 rioni della città sono: il rione Bianco, il rione Rosso, il rione Giallo, il rione Verde e il rione Nero. La manifestazione manfreda, fa parte della FIGS (Federazione Italiana Giochi Storici). La piazza faentina ha sfornato molti campioni, sia sbandieratori sia cavalieri, che hanno gareggiato a livello nazionale.

Nott de bisò

Nella sera del 5 gennaio si celebra la "Nott de bisò", altro avvenimento legato al Palio che ogni anno attira centinaia di visitatori, in cui si beve il tradizionale "Bisò" (nome dialettale del Vin Brulè), che dà anche il nome alla festa. Alle 19:00 della sera nel centro della piazza viene allestito un grande pupazzo raffigurante un saraceno (che per tradizione raffigura la sventura del nuovo anno) vestito coi colori del rione che ha vinto il Palio del Niballo dell'anno precedente e a mezzanotte in punto gli si dà fuoco.

100 km del Passatore

Lo stesso argomento in dettaglio: 100 km del Passatore.
il Passatore

Nell'ultimo sabato di maggio si svolge la "100 km del Passatore". È un'ultramaratona, considerata da molti folcloristica ma molto impegnativa, che richiama ogni anno più di 1000 partecipanti da tutto il mondo. La difficoltà non è solo nella distanza (100 km certificati IAU/IAFF) ma anche nel dislivello: la partenza è a Firenze (128 metri s.l.m.) e si devono attraversare gli Appennini giungendo alla quota massima sul Passo della Colla di Casaglia (913 m s.l.m.) per poi scendere verso Faenza (34 m s.l.m.). L'importanza di tale gara nel panorama delle ultramaratone è data dal fatto che più volte è stata campionato europeo e nel 1991 anche campionato del mondo.

Altre importanti manifestazioni sportive sono la Coppi-Bartali, ed in generale le molte corse ciclistiche presenti nella zona.

Meeting Etichette Indipendenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Meeting delle Etichette Indipendenti.

A Faenza, nell'ultimo week-end di settembre, e in passato durante il mese di novembre, si svolge la manifestazione che in assoluto ha portato in città il maggior numero di visitatori: il Meeting Etichette Indipendenti (MEI), evento in cui si radunano case discografiche e musicisti che si definiscono indipendenti dalle major discografiche. Partecipano musicisti di caratura nazionale con concerti nelle 2/3 serate di durata della manifestazione. La manifestazione, ormai arrivata alla sua ventesima edizione, si tiene nel centro storico di Faenza.

Altre manifestazioni

  • Molto importanti sono le manifestazioni internazionali della ceramica d'arte contemporanea e antica che si svolgono in città richiamando artisti, collezionisti e amanti della maiolica da tutto il mondo. Tra queste spicca “Argillà Italia”, mostra-mercato dedicata alla ceramica artistica ed affiancata da convegni ed eventi culturali, che si tiene ogni due anni il primo weekend di settembre lungo le strade del centro storico che si snodano tra la piazza principale ed il Museo Internazionale delle Ceramiche;
  • Fiera di San Rocco: è la Fiera più antica della città, dato che le sue origini risalgono al XV secolo. Si svolge nel centro storico, principalmente nei dintorni della chiesa di San Rocco, la prima domenica di novembre;
  • Carnevale di San Lazzaro: è una festa di carnevale di antica tradizione con sfilata di carri allegorici, musica e gastronomia che si tiene nel Borgo Durbecco nel giorno di San Lazzaro, ossia la domenica precedente a quella delle Palme;
  • Sagra del Torrone: si tiene l'8 dicembre. Le strade tra Piazza del Popolo e la Chiesa di San Francesco, dove le celebrazioni dell'Immacolata Concezione sono particolarmente solenni, sono piene di bancarelle e stand gastronomici. Il prodotto più venduto è appunto il torrone.
  • Lòm a Merz: tra l'ultimo weekend di febbraio ed il primo di marzo si tiene una rievocazione dei tradizionali "fuochi di marzo", tipici del folclore romagnolo, quando si bruciavano i rami secchi ed i resti delle potature per propiziare una buona annata per i campi e le coltivazioni.
  • La Musica nelle Aie - Castel Raniero Folk Festival: concorso musicale di gruppi Folk, provenienti da ogni parte d'Italia, che si tiene ogni anno il secondo fine settimana di maggio, nella suggestiva località faentina di Castel Raniero nelle prime colline faentine.
  • Martedì d'Estate: si tengono nel centro cittadino attività culturali, musicali e visite guidate durante tutti i martedì del mese di luglio.
  • Giardini di Natale: si tiene anch'esso in centro: gli abitanti creano aiuole, giardini e fioriere che vengono posizionate in numerose vie e piazze del centro storico per il periodo natalizio.

Media

Stampa

  • (dal 1899) "Il Piccolo", settimanale cristiano cattolico
  • (dal 1966) "FAENZA è mi paés", bimestrale gratuito distribuito a tutti gli abitanti
  • (dal 1996) "Sette Sere", settimanale

Televisione

  • Tele 1 (dal 2014 di proprietà dell'imolese Di.TV)

Internet

  • News Faenza
  • FaenzaWebTv
  • Faenzanotizie.it

Persone legate a Faenza

Età romana
Medio Evo

In ordine cronologico:

XVI e XVII secolo

In ordine cronologico:

XVIII secolo
XIX secolo
XX secolo
XXI secolo
Faentini noti viventi

In ordine cronologico:

Famiglie nobili

Economia

Faenza è una città industrializzata. La zona industriale si sviluppa a nord dell'abitato, tra la strada provinciale 7 Felisio e la 8 Naviglio, che scorrono parallele verso l'autostrada A14.

Faenza è anche nota per il suo centro fieristico, la "Fiera di Faenza", unica fiera presente nella provincia di Ravenna.

Per quanto riguarda l'artigianato, Faenza è rinomata soprattutto per la lavorazione della ceramica e del ferro battuto.[12]

Infrastrutture e trasporti

Strade

Faenza è attraversata da sud-est verso nord-ovest dalla strada statale 9 via Emilia e dall'Autostrada A14 Bologna-Taranto e da nord-est verso sud-ovest dalla strada statale 302 Brisighellese Ravennate.

Ferrovie

La stazione di Faenza si trova sulla linea Bologna-Ancona e funge da capolinea della Firenze-Faenza e della Faenza-Ravenna.

Mobilità urbana

Faenza dispone di un servizio urbano costituito da due autolinee linee gestite da Start Romagna, che opera anche i servizi interurbani che fanno capo al capolinea sito in viale delle Ceramiche.

Amministrazione

Attualmente nella città manfreda il sindaco è Giovanni Malpezzi (PD), votato alle elezioni comunali del 2010 dal 54,11% degli elettori. Malpezzi è stato riconfermato al ballottaggio il 14 giugno 2015. Qui sotto i risultati del primo e del secondo turno nel 2015 [13].

Candidati Voti I turno % I turno Partiti Voti % Seggi
Giovanni Malpezzi 11.528 45,01 Partito Democratico, Lista Civica Insieme per Cambiare, Lista Civica La tua Faenza, Italia dei Valori 9.054, 1.718, 1.336, 769, 140 36,06, 6,84, 3,06, 0,55 12, 2, 1, 0
Gabriele Padovani 5.211 20,34 Lega Nord, Lista Civica Padovani sindaco 3.825, 1.094 15,23, 4,35 3, 1
Massimo Bosi 3.695 14,42 Movimento 5 Stelle 3.530 14,06 3
Edward Jan Necki 1.405 5,48 Lista Civica L'Altra Faenza 1.353 5,38 1
Alessio Grillini 1.030 4,02 Lista Civica Io Faentino 978 3,89 0
Tiziano Cericola 1.018 3,97 Centrodestra (FI, Nuovo PSI, FdI, AN e Popolari per l'Italia 1.002 3,99 1
Mirco Santarelli 879 3,43 Forza Nuova 827 3,29 0
Claudia Berdondini 480 1,87 Lista Civica Comitato No Piano Sosta 452 1,80 0
Emanuele Visani 365 1,42 Lista Civica Comitato Faventia 362 1,44 0
Candidati Voti II turno % II turno Partiti
Giovanni Malpezzi 12.394 51,86 PD, Lista Civica Insieme per Cambiare, Lista Civica La tua Faenza, IDV
Gabriele Padovani 11.507 48,14 Lega Nord, Lista Civica Padovani sindaco
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2 aprile 1946 22 giugno 1951 Alfredo Morini PSI[14] Sindaco
22 giugno 1951 10 agosto 1956 Pietro Baldi DC Sindaco
10 agosto 1956 6 marzo 1972 Elio Assirelli DC Sindaco
24 marzo 1972 16 dicembre 1974 Angelo Gallegati DC Sindaco
16 dicembre 1974 1º settembre 1975 Pietro Baccarini DC Sindaco
1º settembre 1975 30 settembre 1981 Venerio Lombardi PCI[15] Sindaco
1º settembre 1981 24 marzo 1993 Giorgio Boscherini PSI[14] Sindaco Confermato il 30 ottobre 1985
ed il 19 luglio 1990.
25 marzo 1993 17 gennaio 1994 Nerio Tura DC Sindaco
12 giugno 1994 30 aprile 1999 Enrico De Giovanni PPI, poi Margherita Sindaco
1º maggio 1999 15 aprile 2000 Claudio Casadio DS Sindaco reggente
16 aprile 2000 30 marzo 2010 Claudio Casadio DS, poi PD Sindaco [16]

Il comune di Faenza dal 1º gennaio 2012 è capoluogo della Unione dei comuni della Romagna Faentina.

Gemellaggi

Faenza è gemellata[17] con:

Sport

Associazioni sportive

  • A.S.D. Centro Sub Nuoto Club 2000 (http://www.nuotosubfaenza.it/) è una Scuola Nuoto Federale FIN presso il Centro Nuoto Comunale di Faenza in Piazzale Pancrazi attiva nelle discipline acquatiche agonistiche ed amatoriali, nuoto e subacquea in primis e, dagli anni 2000, nuoto sincronizzato e pallanuoto; da ricordare la partecipazione alle Olimpiadi di Seul 1988 di Annalisa Nisiro.
  • Club Atletico Faenza Sezione Lotta "CISA", attivo nella lotta greco-romana, ne hanno fatto parte: Ercole Gallegati, Gian Matteo Ranzi e Vincenzo Maenza (bicampione olimpico 1984 e 1988), nonché Andrea Minguzzi (campione olimpico 2008) e Daigoro Timoncini (tre Olimpiadi: Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016).
  • Club Atletico Faenza Tennis, attivo fin dal 1927; vi sono cresciuti tennisticamente molti campioni a livello nazionale ed internazionale come Raffaella Reggi.
  • Nel calcio non ci sono realtà di rilievo: a parte il Faenza Calcio 1912 (militante nel girone B dell'Eccellenza Emilia-Romagna), le altre squadre cittadine militano tra la Prima e la Seconda Categoria.
  • Molto praticato in città è il calcio a 5. Vi è una formazione di categoria nazionale: il Faventia Calcio a 5, che milita in serie B. Inoltre si disputano almeno tre tornei locali: 36 squadre sono iscritte al campionato faentino del Futbolito, 12 al campionato del Circolo Tennis e 16 al Torneo delle Mimose.
  • La città vanta anche la presenza di un team di Formula 1: fondato nel 1979 da Giancarlo Minardi con il nome di Team Minardi, il gruppo è stato poi acquistato nel 2005 dall'austriaca Red Bull e ribattezzato Scuderia Toro Rosso. Minardi è attualmente presente in Formula 3000 con il Minardi Team by GP Racing.
  • Molto importante era per lo sport agonistico faentino anche la presenza della squadra di pallacanestro femminile, il Club Atletico Faenza, rimasta quasi ininterrottamente ai vertici della pallacanestro femminile italiana di A1 dalla stagione 1951-52 ad oggi, vincendo nel 2007 e nel 2009 la Coppa Italia. Oggi la società è attività solo nel settore giovanile.
  • Faenza vanta anche una squadra di pallacanestro maschile, la Basket Raggisolaris Faenza, che oggi milita nel campionato di Serie B. Società giovane, costituitasi nel 2006, nelle stagioni 2011/12, 2012/13, 2013/14 e 2014/2015 ha conquistato quattro promozioni consecutive passando dal campionato di Promozione alla B Nazionale.
  • S.C. Faentina, storico sodalizio ciclistico fondato nel 1907, ex squadra professionistica oggi attiva nel settore giovanile.
  • A.S.D. Atletica 85 Faenza, nata nel 1957 e che nel 1985 fu oggetto della fusione tra l'Atletica Faenza e la Libertas. Numerosi i faentini tesserati per l'Atletica 85 che hanno vestito la maglia azzurra e ricoperto incarichi di rilievo nel corso degli anni.[senza fonte]
  • È presente anche la squadra di pallanuoto, che milita nel campionato Promozione dell'Emilia-Romagna, il Nuoto Club 2000 Pallanuoto Faenza.
  • Faenza vanta anche una squadra nel campionato di serie C1 di rugby a 15, il Faenza Rugby.
  • È presente anche una società di baseball, che milita nel campionato di serie C Federale.
  • Nella città ha sede la squadra motociclistica Gresini Racing.
  • Per la scherma è presente la Sala d'Arme «Achille Marozzo», una delle principali associazioni per la pratica e la diffusione della scherma storica in Italia.
  • A.S.D. Faenza Triathlon F3 che, con oltre 80 atleti, è tra le società di triathlon più numerose e attive d'Italia.[senza fonte]
  • A Faenza c'è anche una squadra di pallamano, l'Handball Faenza, che milita in serie A2.
  • Dal 2014 è presente in città una squadra di football americano chiamata Broncos Faenza. La squadra dopo 2 anni di militanza nella IAAFL (AICS) nel 2017 si iscrive al campionato italiano di III Divisione FIDAF (Coni) con il nome di Broncos Titans Romagna.

Impianti sportivi

  • Centro Nuoto Comunale (http://www.piscinafaenza.com/) che comprende gli impianti di Piazzale Pancrazi: quello esterno (in funzione da fine maggio ai primi di settembre) con vasca da 50 mt dotata di scivolo e vasca ricreativa con un bel prato per rinfrescarsi; quello interno (aperto 363 giorni l'anno) formato da una vasca da 25mt x 6 corsie, da una vasca da 25mt da 3 corsie dotata di zona profonda 4mt, e da altre due vasche più piccole con temperature a 30° e 32°; inoltre dal 2014 è attivo l'impianto coperto di via Marozza costituito da una piscina da 25mt x 6 corsie.
  • PalaCattani, già PalaMokador per via di una sponsorizzazione, è l'impianto sportivo più grande di Faenza, con i suoi 5.000 posti. Attualmente ospita le partite di basket maschile della Raggisolaris (Serie B) e del calcio a 5 del Faventia (Serie B). Ha ospitato gli incontri casalinghi di Andrea Costa Imola (Legadue di pallacanestro), Club Atletico Faenza (Serie A1 di basket femminile) fino al dicembre 2011 e la squadra Handball Faenza (Serie A2 di pallamano maschile);
  • Stadio Bruno Neri, è il secondo impianto cittadino con i suoi 2.800 posti, ed è situato in Piazzale Pancrazi. Attualmente ospita le partite del Faenza calcio (Eccellenza) e le manifestazioni del Palio del Niballo e della Bigorda d'oro.
  • PalaBubani, è situato in Piazzale Pancrazi, vicino allo Stadio Bruno Neri e alla piscina comunale. Ospita le partite di pallavolo del Faenza volley (serie C).

Persone sportive legate a Faenza

Calcio
Ciclismo
Lotta libera e greco-romana
Tennis
Altri sport olimpici
Sport motoristici

Note

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2016.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Emilio Rosetti, La Romagna, Geografia e storia, 1894
  4. ^ L'anno seguente anche i Traversari di Ravenna si volsero alla parte guelfa.
  5. ^ Una serie di sondaggi con il georadar è stata avviata nel 2009.
  6. ^ canada.com
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 2 settembre 2013.
  9. ^ "Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza è stato fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini. [...] A sorreggere tale programma fu istituito da Gaetano Ballardini un Comitato italiano e un Comitato internazionale con corrispondenti. Il Comitato italiano era composto da personalità quali: Felice Barnabei, Leonardo Bistolfi, Giacomo Boni, Galileo Chini, Vincenzo Giustiniani, Francesco Malaguzzi Valeri, Aurelio Minghetti, Paolo Orsi, Tito Pasqui, Giovanni Piancastelli, Vittorio Pica, Corrado Ricci e Giulio Aristide Sartorio." in Origine e sviluppo del Museo, su racine.ra.it. URL consultato il 02-09-2009.
  10. ^ UNESCO: Il MIC è riconosciuto "Monumento testimone di una cultura di pace" come "Espressione dell'arte Ceramica nel Mondo", su micfaenza.org. URL consultato il 29 settembre 2015.
  11. ^ Sito ufficiale della "Pinacoteca comunale di Faenza", su pinacotecafaenza.racine.ra.it. URL consultato il 26 gennaio 2014.
  12. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 4,6.
  13. ^ [1] Voti elezioni comunali faentine
  14. ^ a b Coalizione: DC, PSI, PRI.
  15. ^ Coalizione: PCI, PSI.
  16. ^ Coalizione primo mandato: Lista Civica, Rifondazione Comunista. Coalizione secondo mandato: Uniti nell'Ulivo, Rifondazione Comunista, Verdi.
  17. ^ Sito ufficiale dell'Associazione Gemellaggi del Comune di Faenza

Bibliografia

  • Bartolomeo Righi, Annali della città di Faenza, Tip. Montanari e Marabini, Faenza, 1840-1841.
  • Montanari Antonio, Guida storica di Faenza, Tip. Marabini, Faenza 1882.
  • Antonio Messeri, Achille Calzi, Faenza nella storia e nell'arte, Tipografia sociale faentina, Faenza 1909.
  • Antonio Archi, M. Teresa Piccinini, Faenza come era: architettura e vicende urbanistiche, chiese e conventi, famiglie e palazzi, Tip. Lega, Faenza 1973.
  • Ennio Golfieri, Guida della città di Faenza, Faenza, Comune, 1979.
  • Antonio Saltini, M. Teresa Salomoni, Stefano Rossi Cescati, Via Emilia. Percorsi inconsueti fra i comuni dell'antica strada consolare, Edagricole, Bologna 2003, ISBN 88-506-4958-4.
  • AA. VV. (a cura di Alessandro Montevecchi), Faenza nel Novecento, Edit Faenza, Faenza 2003, ISBN 88-8152-111-3.
  • Fausto Renzi, I Manfredi. Signori di Faenza e Imola, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2010.

Filmografia

  • La bella Giulia, di Matteo Tondini, 2007

Galleria d'immagini della ceramica faentina

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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