Civitas Classis

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Civitas Classis
Parco archeologico di Classe
Veduta del sito di Civitas Classis
CiviltàCiviltà romana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Dimensioni
Superficie17 000 
Amministrazione
EnteComune di Ravenna
VisitabileSi
Sito webwww.parcoarcheologicodiclasse.it/
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 44°23′44.36″N 12°13′02.59″E / 44.395656°N 12.217385°E44.395656; 12.217385

Civitas Classis fu il centro portuale dell'antica città romana di Ravenna. Coincide con l'attuale insediamento di Classe, frazione della città romagnola.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Classis Ravennatis e Ravenna romana.

Il sito dove fu fondata Civitas Classis si trovava all'interno di una delle lagune interne che circondavano Ravenna.
Attorno al 27 a.C. l'imperatore Augusto vi fece costruire un porto militare, destinato ad ospitare la flotta che aveva il compito di sorvegliare la parte orientale del mare Mediterraneo.

Le lagune intorno a Ravenna non comunicavano direttamente col mare. In epoca antica, infatti, un lungo cordone di dune sabbiose divideva le lagune interne e Ravenna dal mare. I romani costruirono allora un canale artificiale per mettere in comunicazione il porto con il mare Adriatico [1]. Un secondo canale, la Fossa Augusta (dal nome dell'imperatore Augusto), congiunse Classe con Ravenna. In epoca più tarda venne prolungata verso nord, collegando Ravenna alla laguna veneta e al sistema portuale di Aquileia. Divenne così possibile navigare ininterrottamente da Classe ad Aquileia (circa 250 km) in acque calme e a regime costante [2].

Classe era collegata a Ravenna anche da una strada, la Via Caesaris. Costruita nel I secolo a.C., iniziava a Ravenna da Porta Cesarea e, seguendo un tratto rettilineo, attraversava Cesarea, Classe e terminava il suo corso nella via Popilia.

Nella base militare scontarono la loro detenzione (come raccontano Svetonio e Tacito) alcuni capi germanici fatti prigionieri dai romani: Batone I, il pànnone che si era ribellato e poi era stato vinto dalle legioni romane di Tiberio dopo tre anni di interminabili campagne militari (rivolta dalmato-pannonica, dal 6 al 9 d.C.),[3] un figlio di Arminio[4] (il cui padre era il principale responsabile della clades variana), ed infine l'ex re dei Marcomanni, Maroboduo. Sconfitto dai Cherusci di Arminio e abbandonato dal proprio esercito, chiese protezione a Tiberio. Fu accolto in Italia nel 18-19 d.C. e sopravvisse per altri 18 anni a Ravenna, dove morì[5]:

«Maroboduo non uscì mai dall'Italia per 18 anni ed invecchiò tollerando l'oscurarsi della sua fama, per la troppa brama di vivere.»

Il porto di Classe[modifica | modifica wikitesto]

Il porto di Classe poteva contenere fino a 250 navi da guerra alla fonda [6]. Lungo il canale artificiale e attorno ai bacini si potevano vedere arsenali e depositi a perdita d'occhio; lo sviluppo delle banchine d'attracco raggiungeva i 3 chilometri.

Il numero di soldati che vivevano a Classe era elevato: si aggirava intorno ai 10.000, tra legionari e ausiliari. Una azienda agricola aveva la funzione di produrre generi alimentari per il loro sostentamento. Da questo porto sembra iniziò la seconda campagna contro i Daci da parte di Traiano, come rappresentato sulla omonima Colonna,[7] contrariamente a quanti sostengono che il porto sia da identificarsi con Brindisi[8] o Ancona.[9]

Il sobborgo di Classe si sviluppò attorno a caserme, magazzini e all'accampamento dei «classiari» (i soldati della marina). A partire dal II secolo si sviluppò, dal nucleo originario, la cittadina. Nel III-IV secolo fu costruita attorno all'abitato una cinta muraria a forma di semicerchio. A causa della subsidenza che affligge l'area ravennate, però, il territorio, abbassandosi, divenne progressivamente paludoso. All'inizio del IV secolo, tale fenomeno era così evidente che le banchine, i cantieri e le strade di accesso al porto erano diventate inservibili. Nel 330 l'imperatore Costantino I decise di trasferire la base della flotta nella nuova capitale dell'impero, Costantinopoli.

Il porto di Classe. Mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo (inizio del VI secolo).

Il porto fu riattivato verso il V secolo per un uso commerciale. Ciò determinò una rinnovata crescita dell'abitato di Classe, che si protrasse anche nel secolo successivo, quando assurse al rango di città. Al tempo del re goto Teoderico (493-526), infatti, la Basilica Petriana di Classe, che trae il nome dal vescovo fondatore San Pietro Crisologo (432-450), fu dotata di battistero.[10] Altro importante monumento religioso edificato in questo periodo fu la Basilica di San Severo (con annesso complesso monastico), oggi scomparsa.

Epoca bizantina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ravenna bizantina.

La cinta muraria di Classe fu distrutta fino alle fondamenta dal duca longobardo Faroaldo I, che saccheggiò la città nel 580-581.[11] Fu liberata nel 585 dal duca Drottulfo, un longobardo passato ai bizantini[12].

Classe fu conquistata una seconda volta dai Longobardi: il duca di Spoleto, Faroaldo II, approfittò della guerra in corso tra l'Impero d'Oriente e gli Arabi per attaccare la città. Solo dopo le proteste dell'esarca, Scolastico, Faroaldo restituì la città ai bizantini (nel 712 o 713).

Classe fu presa dai Longobardi per la terza volta nel 717: re Liutprando saccheggiò la città e cinse d'assedio Ravenna.

Nell'870 i pirati saraceni sbarcarono sul litorale saccheggiando la basilica di Sant'Apollinare in Classe. Gli abitanti abbandonarono Civitas Classis e si rifugiarono dentro le mura di Ravenna[13].

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Centro di diffusione del cristianesimo in tutta l'area attorno alla foce del Po, Classe fu sede sette antiche basiliche, tutte situate fuori della cinta muraria[14]. Di esse, quattro erano cattoliche e tre ariane[15]. Le prime basiliche sorsero su aree cimiteriali, favorendo le pratiche delle sepolture ad sanctos:

Basilica Petriana
Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica petriana (Ravenna).

La Basilica petriana fu la prima chiesa cristiana di Classe. Iniziata da San Pietro Crisologo, nella prima metà del V secolo, fu terminata dal successore Neone. Grande edificio a tre navate, la basilica era preceduta da un quadriportico. Nel 725 crollò a causa di un terremoto.

Basilica di Sant'Apollinare
Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica di Sant'Apollinare in Classe.

Nella prima metà del VI secolo, durante l'episcopato di Sant'Ursicino, fu costruita una basilica dedicata a Sant'Apollinare nel luogo dove si tramandava fosse la sua tomba. Prese il nome di Basilica di Sant'Apollinare in Classe ed esiste tuttora.

Basilica di San Severo

Fu costruita nel VI secolo nei pressi della Via Caesaris, la strada maestra che collegava Classe a Ravenna, per ospitare la tomba del vescovo Severo († 344), cui fu dedicata.
Basilica bizantina a tre navate, fu iniziata dall'arcivescovo Pietro IV (570-575) e terminata dal successore Giovanni IV (576-593), che ordinò la traslazione delle spoglie mortali del santo. La chiesa sopravvisse al terremoto del 725, ma la salma di san Severo fu comunque asportata e trasportata in Germania, a Magonza, dove da allora riposa nel Duomo di Erfurt.
Nel 1468 la basilica fu demolita perché in rovina e sul luogo ne fu costruita una nuova, più piccola, la quale, restaurata e rinnovata nel XVIII secolo poi abbandonata, risultava definitivamente distrutta attorno al 1820.

Basilica di San Probo

Edificata nel VI secolo appena fuori le mura, era un edificio a tre navate, preceduto da un atrio.

Esplorazione archeologica[modifica | modifica wikitesto]

L'area intorno a Classe è stata oggetto di diverse indagini archeologiche a partire dal XX secolo. Viste le dimensioni della flotta militare romana, era lecito pensare di poter ritrovare la struttura portuale, pur sommersa da metri e metri di argilla accumulatasi nel corso dei secoli. Un aiuto decisivo alle ricerche è stato fornito dalle fotografie aeree del Valvassori (1960). Poche centinaia di metri a sud dell'attuale alveo dei Fiumi Uniti è stata localizzata la bocca del porto a forcipe.

Negli anni successivi furono rinvenute nella stessa zona grosse strutture murarie relative all'imbocco del porto. Si è ritenuto che fossero i resti delle protezioni contro le correnti marine[16]. Nel podere Chiavichetta (a lato di via Romea vecchia) sono emerse le banchine ed è stata rinvenuta traccia di un isolotto – dentro il canale – collegato alla terraferma da un ponte mobile.

La strada selciata di collegamento da Ravenna a Civitas Classis (via Caesaris) è stata rinvenuta sotto viale Galileo Galilei[17], al fondo di quattro piani stradali, dove il livello più antico è stato datato al I secolo d.C. Altre tracce di via Caesaris sono emerse a nord del Ponte Nuovo. Le ricerche effettuate nel Podere Chiavichetta hanno portato alla scoperta delle fondamenta di magazzini per lo stoccaggio delle merci (il quartiere commerciale ed artigianale).[18]

Nei primi anni settanta, durante gli scavi è emersa la Tyche (rappresentazione della fortuna e dell'anima) di Ravenna: una testa turrita in marmo, inserita presumibilmente in un rilievo di un edificio (pubblico o di culto) che raffigura la dea protettrice della città.[13]

Il 28 luglio 2015 è stato inaugurato il Parco archeologico dell'antico porto di Classe completamente ristrutturato.[19][20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giordane, Getica XXIX, 149.
  2. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 127.
  3. ^ Svetonio, Vita di Tiberio, 20.
  4. ^ Tacito, Annales, I, 58.
  5. ^ Tacito, Annales, II, 63.
  6. ^ Giordane, Getica XXIX, 150.
  7. ^ Michael Reddé e Jean Claude Golvin, I Romani e il Mediterraneo, Roma, 2008, p.125.
  8. ^ A Brindisi si vedono i navalia. F.Coarelli, La Colonna Traiana, Roma 1999, pp. 137 ss. Si aggiunge che Traiano era partito da Roma; avrebbe quindi percorso la via Appia, passando da Benevento, dove è presente un primo arco trionfale dedicato all'Imperatore.
  9. ^ Fiorella Festa Farina, Tra Damasco e Roma. L'architettura di Apollodoro nella cultura classica - L'Erma di Bretschneider, Roma 2001; Salvatore Settis, La Colonna Traiana, Torino 1988, pag 397, tavola 139; Mario Luni - L'Arco di Traiano e la riscoperta nel Rinascimento, in Studi Miscellanei II vol. a cura del dipartimento di Scienze Storiche ed Archeologiche dell'Università di Roma "La Sapienza" - edit. L'Erma di Bretschneider - 1996 - ISBN 887062-917-1; kidslink.bo.cnr.it, sito in cui è riportato il racconto delle guerre daciche fatto da Italo Calvino in base ai rilievi della colonna
  10. ^ Ravenna, su treccani.it. URL consultato il 7/01/2013.
  11. ^ La datazione dell'avvenimento spazia però dal 576 al 584. Cfr. Andrea Augenti ed Enrico Cirelli, "Classe: un osservatorio privilegiato per il commercio della tarda antichità", in Simonetta Menchelli, Sara Santoro, Marinella Pasquinucci e Gabriella Guiducci (a cura di), Late roman coarse wares, cooking wares and amphorae in the Mediterranean, Oxford, Archaeopress, 2010, 2º vol, p. 606. ISBN 978-1-4073-0734-3.
  12. ^ Antonio Carile, Materiali di storia bizantina, Bologna, Lo Scarabeo, 1994.
  13. ^ a b Gian Franco Andraghetti, Aquae Condunt Urbis, Ravenna, Media News, 2007.
  14. ^ Ravenna e i suoi monumenti paleocristiani (PDF), su pastoraleturismo.ra.it. URL consultato il 25 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2021).
  15. ^ Visita alla Basilica di Sant'Apollinare in Classe, su yumpu.com. URL consultato il 25 marzo 2022.
  16. ^ Sono le protezioni che si trovano in ogni porto dove il litorale è sabbioso: servono ad evitare che le correnti spingano la sabbia dentro il canale.
  17. ^ Nel suo tratto terminale, vicino alla rotonda Gran Bretagna.
  18. ^ Enrico Cirelli, Roma sul mare e il porto augusteo di Classe (PDF), in Ravenna e l’Adriatico dalle origini all’età romana. URL consultato il 7/01/2013.
  19. ^ Il Ministro Franceschini inaugura il sito archeologico dell'Antico Porto di Classe, su ravennatoday.it. URL consultato il 18/08/2015.
  20. ^ Il Ministro Franceschini domani inaugura l’Antico Porto di Classe, su ravennanotizie.it. URL consultato il 18/08/2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • P.Connolly, Greece and Rome at war, Londra 1998. ISBN 1-85367-303-X
  • M.Reddé, Mare nostrum, Parigi 1986.
  • (IT) Michael Reddé, Jean Claude Golvin, I Romani e il Mediterraneo, Roma, 2008, ISBN 978-88-240-1142-6.
  • C.G.Starr, The roman imperial navy 31 B.C. – A.D. 324, W. Heffer & Sons Ltd., Cambridge, 1960.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]