Cassandra Pavoni

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Cassandra Pavoni (Ferrara, ... – Faenza, 1513) è stata una nobildonna italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Galeotto Manfredi

Fu una delle figure femminili più controverse e affascinanti della storia di Faenza.

Era figlia del notaio Tommaso Pavoni, attivo presso la corte degli Estensi di Ferrara. Detta "la pavona"[1] per la sua avvenenza, qui conobbe Galeotto Manfredi, decimo signore di Faenza ed esiliato alla corte degli Este,[2] che si innamorò di lei e le diede tre figli. Portò con sé Cassandra quando rientrò nel 1477 a Faenza e riuscì a succedere al fratello Carlo come vicario pontificio di Faenza, avvalendosi di una ribellione popolare nella città. L'amante, con nome di suor Benedetta, venne collocata nel monastero di clausura camaldolese di San Maglorio a Faenza, nel quale continuarono ad incontrarsi.[3]

Nel 1481 Galeotto Manfredi sposò per ragioni di stato e su proposta di Lorenzo il Magnifico Francesca Bentivoglio (1468-1504) più giovane di ventotto anni, figlia di Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna. Galeotto decise comunque di proseguire la relazione con l'amante. Il matrimonio fallimentare con Francesca la costrinse nel 1487 a fuggire e a rifugiarsi col figlio Astorre, futuro signore di Faenza (1488-1501), alla casa paterna. Rientrò solo nel maggio del 1488 con l'intenzione di uccidere per motivi di gelosia Galeotto. Col sostegno di tre congiurati, il 31 maggio 1488 il signore venne accoltellato a morte nella camera nuziale.

Divenuta monaca sotto il nome di suor Benedetta, Cassandra morì nel 1513 e venne sepolta nella chiesa del monastero di San Maglorio, dove una lastra tombale così la ricorda:[4]

BENEDICTA HRIS/TI SPONSA OLIM T/HOME
FERRARIE/NSIS DE PAVO/NIBUS SUB/HOC/SAXO/QUIESCIT/
MCCCCCXIII.

Cassandra Pavoni nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Piatto di ceramica (maiolica) tipico della città di Faenza, decorato con il famoso stile della "Penna di Pavone".

Nella Pinacoteca comunale di Faenza sono presenti due cassoni in legno intagliato e dorato commissionati da Galeotto Manfredi per donarli all’amante Cassandra Pavoni, nel momento in cui entrò nel convento di San Maglorio.[5][6]

A Cassandra è dedicata la "Penna di Pavone", tra i disegni ceramici preferiti dagli artisti faentini, diffusi nella metà dal Quattrocento e riferiti alla casata dei Manfredi, simboleggianti la storia d'amore tra Cassandra e Galeotto.[7]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Cassandra diede a Galeotto tre figli naturali:[8][9]

  • Francesco, poi Astorre IV (1470-1509), politico, dodicesimo e ultimo signore di Faenza;
  • Scipione (1473-15 ottobre 1493), religioso, nel 1489 ottenne il priorato del monastero di S. Giovanni in Faenza;
  • Giovanni Evangelista (1482-4 giugno 1502), castellano della fortezza di Faenza, condivide prigionia e morte con il fratellastro [[[Astorre III Manfredi|Astorre III]].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pompeo Litta, Manfredi di Faenza, Milano, 1861.
  • Claudia Bassi Angelini, Donne nella storia nel territorio di Ravenna, Faenza e Lugo dal Medioevo al XX. secolo, Longo, 2000.
  • Luciano Zuccarelli, Cassandra Pavoni. Un fantasma per amico, Il Ponte Vecchio, 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]