Domenico Rambelli

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Domenico Rambelli (Faenza, 21 febbraio 1886Roma, 1º settembre 1972) è stato uno scultore italiano.

Ritratto di Domenico Rambelli, 1906. Disegno di Domenico Baccarini

Considerato uno dei massimi scultori del Novecento italiano, Domenico Rambelli fu riconosciuto da Carlo Ludovico Ragghianti tra i “grandi” della scultura italiana tra le due Guerre e Renato Barilli ha scritto che «Rambelli è stato forse il principale autore monumentale degli Anni Venti: Viareggio, Brisighella e Lugo, tre fulgide tappe che non hanno riscontro nel curriculum di alcun altro scultore contemporaneo.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Riceve la prima formazione artistica nella Scuola d'Arti e Mestieri di Faenza, diretta dal pittore Antonio Berti che frequenta dal 1899 al 1903.
In quegli anni suoi compagni nella scuola sono, tra gli altri, Domenico Baccarini, Ercole Drei, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Riccardo Gatti (futuro fondatore della Bottega ceramica Gatti di Faenza), Giuseppe Ugonia e Orazio Toschi.
In seguito, frequenta a Firenze la Libera Scuola del Nudo.

Il suo esordio ufficiale avvenne a Roma nel 1905 con la partecipazione alla mostra della “Società Amatori e Cultori di Belle Arti” con l'Uomo malato. Due anni dopo partecipò alla Biennale di Venezia con il Ritratto del pittore Antonio Berti, suo maestro.
A Parigi incontrò Bourdelle e Picasso, e conobbe l'arte di Rodin restandone influenzato.

Nella sua città natale, con il Monumento a Raffaele Pasi realizzato nel 1908, iniziarono le commissioni pubbliche e celebrative che segnano una parte non trascurabile della sua produzione.

Finita la Guerra ottiene l'insegnamento di Plastica Ornamentale nella Regia Scuola di Ceramica di Faenza, mantenendolo dal 1919 al 1944.
Nel 1920 comincia a progettare il monumento ai Caduti di Viareggio; nel '22 è nuovamente ospite della Biennale veneziana e alla Fiorentina Primaverile dove espone la Portatrice e la Popolana che canta. Nel '26 è tra i protagonisti della Mostra del Novecento italiano a Milano.

la Romagna, detta pure la Portatrice. Scultura di Domenico Rambelli, 1920.

Nel '28 realizza il monumento ai Caduti di Brisighella (Fante che dorme) nel Parco della Rimembranza a Brisighella e il suo Fante che dorme viene esposto alla Quadriennale romana del '31. L'anno dopo, per il decennale della Mostra della Rivoluzione Fascista esegue il Fante che canta, Re Vittorio Emanuele, il Duce ed un gigantesco altorilievo con il profilo del Duce, opere andate distrutte alla fine del Fascismo.

Nel 1936 inizia a modellare il monumento a Francesco Baracca per la Piazza di Lugo. Nel 1939 la Quadriennale romana gli dedica una sala personale e gli conferisce il Primo Premio Nazionale per la Scultura, una parte dell'importo ricevuto Rambelli lo devolse in parti uguali alle venti famiglie più povere e numerose di Faenza.

Nell'immediato dopoguerra Rambelli si trasferisce a Bologna rallentando la produzione scultorea.
Nel '48, riprese il suo insegnamento a Roma come docente di Nudo all'Accademia. Nella capitale lavora alla decorazione della Cappella di San Francesco nella Basilica di Sant'Eugenio (1951), prepara il Monumento ad Alfredo Oriani per Faenza e la tomba del musicista Francesco Balilla Pratella, terminata nel 1955 e collocata nel cimitero di Lugo. Nello stesso anno scolpisce un'opera dedicata alla memoria del giornalista Giuseppe Donati.

Nominato Accademico di San Luca nel 1960, muore a Roma nel 1972.

Giudizio critico[modifica | modifica wikitesto]

  • È uno scultore non ancora quarantenne, di già emergente fra la nuova schiera d'artisti, per qualità native e volitive. È ferreo, massiccio, calmo e violento, prudente e audace. Io lo considero di una mentalità viva evoluta, ma lo preferisco nel suo istinto. [...] Grande artista, sì, e cioè fra quei quattro dissimili: Rosso, Wildt, Romano Romanelli e Arturo Martini (e forse Selva), che oggi hanno ricondotto l'Italia della scultura a una rinnovata potenza e la rendono, specialmente nei due più maturi, Medardo Rosso e Wildt, la più grande. Ma Rambelli e Romano Romanelli, che sono oggi i due esponenti della statuaria grandiosa con fisionomie staccate, sono nella loro piena matura giovinezza.[2]
  • Fra i pochi che lavorano oggi in Italia con così nobili intenti di cui è inutile fare qui i nomi, si deve porre Domenico Rambelli che fra i giovani dotati può ben dirsi il temperamento più originalmente vitale. Infatti, basterà riconoscere alcuni lati particolarmente espressivi delle sue sculture, per ammettere senza difficoltà che egli sente come forse nessun altro, seppe ritrovare gli accenti di una eloquenza di stile austero e gagliardo. [...] Evocatore, glorificatore e trasfiguratore della vita, le sue statue e i suoi bassorilievi assumono un forte colore di astrazione stilistica quale soltanto si può riscontrare nelle sculture romaniche od egiziane.[3]
  • Vittorio Sgarbi: «Volete vedere Lugo? Vi consiglio di andarci quando lo si può vedere poco. In questo paese, tra i più suggestivi della Romagna, c'è un monumento che rende Lugo una capitale dell'arte del Novecento italiano e che, con la nebbia, acquista una particolare, misteriosa, poesia. È stato prepotentemente voluto per ricordare un grande eroe locale, Francesco Baracca: a lui, e allo spirito d'avventura italiano, ha applicato il suo ingegno lo scultore romagnolo Domenico Rambelli. Se si va a Lugo in un giorno infuocato d'agosto o in una notte fosca di novembre, passeggiando per la piazza si può fare l'esperienza di vedere quest'opera ingombrante in una atmosfera davvero metafisica, con la punta dell'ala che si dissolve verso il cielo, nell'infinito, e l'eroe che pare camminare nel vuoto».[4]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Monumento ad Alfredo Oriani, Faenza.
Mostra opere di Domenico Rambelli in Pinacoteca Comunale di Faenza, 2013-14.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Renato Barilli, Presentazione, in Orsola Ghetti Baldi, Domenico Rambelli, Comune di Faenza, 1980. pag. 6
  2. ^ Giovanni Costetti, Artisti puri, Domenico Rambelli, in «Il Sagittario», I n. 2, luglio 1923
  3. ^ Carlo Carrà, uno scultore selvatico, in «L'Ambrosiano», n. 245, 15 ottobre 1925. Ripubblicato in C.Carrà, Tutti gli scritti, a cura di M.Carrà, Milano, 1978
  4. ^ Vittorio Sgarbi, L'Italia delle Meraviglie, Bompiani, 2009, pag. 87, ISBN 978-88-452-6381-1.
  5. ^ Franco Bertoni, «Il fante che dorme». In: Elisa Baldini, Claudio Casadio, Daniele Serafini (a cura di), Romagna monumentale : Domenico Rambelli : un maestro dell'espressionismo italiano,Ravenna, Longo, 2017, pagg. 23 e segg.
  6. ^ Elisa Baldini, «Il centauro dell'aria». In: Elisa Baldini, Claudio Casadio, Daniele Serafini (a cura di), Romagna monumentale : Domenico Rambelli : un maestro dell'espressionismo italiano, Ravenna, Longo, 2017, pagg. 29 e segg.
  7. ^ Beatrice Buscaroli (a cura di), Cavaliere del cielo : il mito di Baracca nel monumento di Rambelli e nei media : mostra commemorativa nel centenario della prima guerra mondiale, catalogo della mostra presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna dal 28 maggio al 27 giugno 2015, Firenze, Aska, 2015
  8. ^ Claudio Casadio e Silvia Fanti, «Un lungo cammino. Il monumento ad Alfredo Oriani». In: Elisa Baldini, Claudio Casadio, Daniele Serafini (a cura di), Romagna monumentale : Domenico Rambelli : un maestro dell'espressionismo italiano, Ravenna, Longo, 2017, pagg. 35 e segg.
  9. ^ Monumento ad Alfredo Oriani, di Domenico Rambelli, su Terre di Faenza. URL consultato il 14 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2016)..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elisa Baldini, Claudio Casadio, Daniele Serafini (a cura di), Romagna monumentale : Domenico Rambelli : un maestro dell'espressionismo italiano, Longo, Ravenna, 2017. ISBN 9788880639787
  • Beatrice Buscaroli (a cura di), Cavaliere del cielo : il mito di Baracca nel monumento di Rambelli e nei media : mostra commemorativa nel centenario della prima guerra mondiale, Aska, Firenze, 2015. Catalogo della mostra tenutasi presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna dal 28 maggio al 27 giugno 2015. ISBN 9788875422431
  • Orsola Ghetti Baldi (a cura di), Domenico Rambelli, catalogo della mostra tenuta nel Palazzo delle Esposizioni a Faenza dall'11 maggio al 3 giugno 1980, Comune di Faenza, Grafica artigiana, 1980.
  • Beatrice Buscaroli (a cura di), Domenico Rambelli, catalogo della mostra tenuta alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 24 novembre 2002 al 23 febbraio 2003, Comune di Vicenza, editore Edisai, 2002. ISBN 88-88051-24-4
  • Stefano Dirani (a cura di), Domenico Rambelli. Disegni, con presentazione di Gian Ruggero Manzoni, Faenza, Casanova editore, 2002.
  • Stefano Dirani (a cura di), Domenico Rambelli. Epistolario, con presentazione di Gian Ruggero Manzoni, Faenza, Casanova editore, 2004.
  • Stefano Dirani (a cura di), Domenico Rambelli. Progettualità didattica, con presentazione di Gian Ruggero Manzoni, Faenza, Casanova editore, 2006.

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