Popolari per l'Italia

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Popolari per l'Italia
PresidenteMario Mauro
VicepresidenteVincenzo Niro
CoordinatoreGian Paolo Gualaccini
StatoBandiera dell'Italia Italia
SedeVia Traù, 2 - Milano
AbbreviazionePpI
Fondazione28 gennaio 2014
Derivato daScelta Civica
IdeologiaRiformismo,
Popolarismo,
Cristianesimo democratico,
Europeismo
Collocazionecentro/centro-destra
Partito europeoPartito Popolare Europeo
Seggi Camera
0 / 400
Seggi Senato
0 / 200
Seggi Europarlamento
0 / 76
(2019)
Seggi Consiglio regionale
1 / 896
(2023)
TestataFuturo Europa
Iscritti229 (2015)
Sito webwww.popolariperlitalia.org/

Popolari per l'Italia (PpI) è un partito politico italiano di orientamento cristiano-democratico[1] fondato nel 2014 dal senatore e già ministro della Difesa Mario Mauro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo mesi di frizioni[2] e le conseguenti dimissioni di Mario Monti da presidente di Scelta Civica il 17 ottobre 2013[3], un mese dopo, fra il 15 e il 16 novembre, l'assemblea di SC elegge nuovi dirigenti nazionali, ma subisce la scissione della minoranza popolare-democratica cristiana guidata dal ministro Mario Mauro, favorevole a una collaborazione con l'Unione di Centro e a un superamento di SC[4][5].

Il 15 novembre viene lanciato il manifesto per «un partito democratico, riformista ed europeista, in discontinuità con la stagione berlusconiana, profondamente alternativo alla sinistra, e degasperianamente alternativo alla destra» all'interno del Partito Popolare Europeo[6].

Il 23 novembre Mario Mauro, Lorenzo Dellai, Andrea Olivero e Lucio Romano celebrano al Teatro Quirino di Roma l'Assemblea Popolare per l'Italia insieme all'UDC[7][8].

Il 27 novembre il gruppo di Scelta Civica al Senato diventa Per l'Italia provocando il 9 dicembre la fuoriuscita dei senatori rimasti in SC, mentre alla Camera dei Deputati il 10 dicembre i popolari insieme agli eletti dell'UdC costituiscono il gruppo Per l'Italia. I due nuovi gruppi sono presieduti rispettivamente da Lucio Romano e Lorenzo Dellai[9][10].

I nuovi gruppi si collocano immediatamente nella maggioranza di governo a sostegno di Enrico Letta, nel cui governo i popolari annoverano Mario Mauro come ministro della Difesa e Mario Giro come sottosegretario agli Affari Esteri.

Il partito dei Popolari per l'Italia viene fondato ufficialmente il 28 gennaio 2014 e Mauro ne diventa il presidente[11] Il consigliere regionale (Basilicata) avv. Aurelio Pace Coordinatore. Alla nuova formazione aderiscono dodici deputati, nove senatori e l'europarlamentare Potito Salatto.

L'8 febbraio 2014, durante il primo convegno, viene presentato ufficialmente il simbolo del nuovo partito in vista delle elezioni amministrative del 25 maggio[12].

Nel settembre del 2014 l'assemblea politica del Partito Popolare Europeo approva all'unanimità la richiesta di adesione del partito al PPE[13].

Nel febbraio 2015 il Comitato operativo provvisorio decide di avviare la campagna di tesseramento che porterà entro il 2015 alla celebrazione del primo Congresso[14] nazionale.

In Parlamento[modifica | modifica wikitesto]

Il partito vota la fiducia al governo Renzi, nel quale annovera il senatore Andrea Olivero come vice ministro all'Agricoltura e tre sottosegretari: Mario Giro agli Affari Esteri, il deputato Domenico Rossi alla Difesa e la senatrice Angela D'Onghia all'Istruzione[15].

Il 4 luglio 2014 la componente sociale di Lorenzo Dellai, composta da otto deputati e due senatori, ufficializza la sua decisione di costituire Democrazia Solidale[16][17]. Ad essa prendono parte il vice ministro Andrea Olivero e il sottosegretario Mario Giro.

A novembre l'avvicinamento al centro-destra è ormai compiuto; i tre senatori Mario Mauro, Salvatore Di Maggio e Angela D'Onghia entrano nel gruppo Grandi Autonomie e Libertà.

In assenza di un analogo raggruppamento parlamentare alla Camera, i due deputati Mario Caruso e Domenico Rossi rimangono invece nel gruppo Per l'Italia.

In seguito all'approvazione della nuova legge elettorale i Popolari per l'Italia marcano ulteriormente le distanze[18] dalla linea del governo. In occasione del voto sull'Italicum alla Camera i rappresentanti del partito non prendono parte alla seduta.

Elezioni europee e amministrative 2014[modifica | modifica wikitesto]

In vista delle elezioni europee del 2014, inizialmente PpI e UdC presentano il simbolo di una lista comune[19]. Successivamente l'UdC decide di aderire invece alla lista unica promossa dal Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, detta Nuovo Centrodestra - Unione di Centro, ed i popolari, a causa delle divisioni interne sull'ipotesi di aderire alla lista di Alfano, decidono infine di non aderire ufficialmente a nessuna lista[20], anche se nella lista NCD-UdC sono candidati quattro esponenti del partito: Pietro Sbaraini, Matteo Forte, Domenico Rossi e Tommaso Scotto.

Alle elezioni amministrative del 2014, i Popolari per l'Italia sono tra i protagonisti con la propria lista del successo di Dario De Luca, eletto sindaco di Potenza alla guida di una coalizione di centrodestra alternativa sia al centrosinistra guidato dal Partito Democratico, che al centrodestra ufficiale formato da Forza Italia e Nuovo Centrodestra.

Elezioni regionali e amministrative 2015[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni regionali del 2015 i Popolari per l'Italia presentano liste col proprio simbolo in Campania e in Puglia, a sostegno rispettivamente di Stefano Caldoro (centro-destra) e di Michele Emiliano (centro-sinistra). Nella tornata elettorale delle amministrative i Popolari per l'Italia sono presenti inoltre in più di cinquanta comuni, tra i quali quattro capoluoghi – Macerata, Chieti, Agrigento e Matera. In Campania ottiene lo 0,76% e in Puglia lo 0,39%. In nessuna delle due regioni ottiene seggi. Nelle Marche non presenta una propria lista, ma alcuni membri dei popolari sono candidati nella lista UdC - Popolari per le Marche, a sostegno del centrosinistra. Col 3,4% essa riesce ad ottenere un seggio, andato però ad un esponente dell'UdC.

Uscita dalla maggioranza[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 giugno 2015 i Popolari per l'Italia escono dalla maggioranza di governo.[21] Questa decisione però non viene condivisa dalla senatrice e sottosegretario all'Istruzione Angela D'Onghia e dai deputati Mario Caruso e Domenico Rossi, quest'ultimo sottosegretario alla Difesa, che decidono di rimanere nel governo e di lasciare quindi il partito. Contestualmente, la corrente del partito più di sinistra guidata da Lorenzo Dellai costituisce l'associazione Democrazia Solidale rimanendo nel governo Renzi.[22]

L'ultimo senatore rimanente oltre a Mauro, Tito Di Maggio, passa al neonato gruppo dei Conservatori e Riformisti guidato da Raffaele Fitto, mentre l'ultimo rappresentante dei Popolari per l'Italia in parlamento, il senatore Mario Mauro, rimane nel gruppo Grandi Autonomie e Libertà.[23]

Comunali 2016[modifica | modifica wikitesto]

I Popolari per l'Italia si sono presentati nelle maggiori città italiane senza il proprio simbolo. A Roma la lista Federazione Popolare, a sostegno di Giorgia Meloni ed espressione del partito, ottiene solo lo 0,3%. A Milano, nella lista Milano Popolare, Matteo Forte dei Popolari è l'unico della lista ad essere eletto (ha ottenuto il 3,1%). A Napoli Enzo Rivellini, leader del partito in Campania, crea una lista a sostegno del forzista Lettieri che col 3,3% elegge un consigliere.

In Parlamento[modifica | modifica wikitesto]

L'8 marzo 2017 il senatore Mario Mauro, unico esponente del partito presente in Parlamento, dopo un lungo periodo di riavvicinamento al centro-destra ed a Silvio Berlusconi, si iscrive al gruppo parlamentare di Forza Italia.

Amministrative 2017[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni amministrative dell'11 giugno 2017 i popolari si presentano alle elezioni comunali a Catanzaro, creando una lista comune col Nuovo CDU di Tassone, che ottiene il 4,9% e conquista due seggi al consiglio comunale.

Elezioni regionali in Molise del 2018[modifica | modifica wikitesto]

Alle regionali in Molise del 2018 i Popolari per l'Italia si presentano col proprio simbolo all'interno della coalizione di centrodestra a sostegno di Donato Toma. Il partito col 7,1% entra in consiglio regionale con due rappresentanti.

Elezioni del 2019[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni europee del 2019 il partito si presenta in tutte le circoscrizioni, ottenendo uno 0,3% a livello nazionale. Delle liste fanno parte anche esponenti del Nuovo CDU.[24]

In Molise arriva a sfiorare il 3%; nelle concomitanti elezioni comunali di Campobasso e Termoli il partito arriva rispettivamente al 15% (prima forza politica del centrodestra) e al 12%.

A Bari la candidata Irma Melini, ex forzista e civica ma vicina a Mario Mauro, ottiene lo 0,81%.[25]

Sviluppi successivi[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 febbraio 2023 il partito aderisce a “Piattaforma Popolare - Tempi Nuovi”, assieme ai POP - Popolari in Rete di Giuseppe De Mita e ad altri politici di area democratico-cristiana come Mario Mauro, Giuseppe Gargani, Giuseppe Fioroni, Lorenzo Dellai e Stefano Zamagni.[26][27][28]

Alle elezioni regionali in Molise del 2023 i Popolari per l'Italia ottengono il 6,8% nella vittoria di Francesco Roberti; Il vicepresidente del partito, Vincenzo Niro, è l'unico candidato della lista eletto al Consiglio regionale molisano ma non viene confermato come assessore.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2014, l'ex segretario del Partito Popolare Italiano, Pierluigi Castagnetti, ha diffidato Mario Mauro dall'utilizzo della sigla «PPI» e dell'aggettivo «popolari». L'acronimo è identico per entrambe le formazioni politiche e Castagnetti non vorrebbe che la sigla venisse «trascinata in polemiche e iniziative politiche che finirebbero (al di là delle migliori intenzioni di chi intendesse farne uso) oggettivamente per cambiarne il significato».[29][30]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Presidente[modifica | modifica wikitesto]

Vicepresidente[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chi siamo, in Popolari per l'Italia. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2014).
  2. ^ Scelta civica perde il coordinatore, Monti a un passo dalle dimissioni ma poi ci ripensa
  3. ^ Monti si dimette da Scelta Civica: "11 senatori più Mauro mi hanno sfiduciato"
  4. ^ Scelta civica verso la scissione. I popolari abbandonano l'assemblea del partito
  5. ^ Scelta civica, è scissione. Giannini nuovo segretario, Bombassei presidente
  6. ^ Ecco il manifesto degasperiano dei Popolari di Mauro, su formiche.net.
  7. ^ Al via la "Nave popolare" di Mauro e Casini. In attesa di un nome e di Alfano
  8. ^ Mauro presenta i Popolari per l’Italia: «Elettori in comune con Ncd, ma idee diverse», in Corriere della Sera, 23 novembre 2013. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato il 10 dicembre 2013).
  9. ^ Gruppo Per l'Italia
  10. ^ Composizione del gruppo PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
  11. ^ Centro: nasce movimento 'Popolari per l'Italia', presidente Mauro, in ASCA, 28 gennaio 2014. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2014).
  12. ^ Mauro presenta nuovo partito: debutterà alle amministrative, in ANSA, 8 febbraio 2014. URL consultato il 9 maggio 2014.
  13. ^ Ppe: si' a ingresso Popolari per l'Italia, adnkronos, 11 settembre 2014. URL consultato il 14 settembre 2014.
  14. ^ Il Velino - Redazione, Popolari per l’Italia: al via tesseramento, congresso entro dicembre, in http://www.ilvelino.it/it/article/2015/02/02/popolari-per-litalia-al-via-tesseramento-congresso-entro-dicembre/9b351808-13c1-4a7a-a0c6-ce976793bc80/, 2 febbraio 2015.
  15. ^ I sottosegretari del governo Renzi, in Internazionale, 28 febbraio 2014. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato il 13 marzo 2014).
  16. ^ Lorenzo Dellai e la “nuova” Ds, l'Espresso, 14 luglio 2014. URL consultato il 13 settembre 2014.
  17. ^ Centro: nasce 'Demo.S-Democrazia Solidale', Dellai-Olivero tra promotori, asca, 4 luglio 2014. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  18. ^ Francesco De Palo, Italicum, i Popolari e il funerale della democrazia Italicum, http://www.formiche.net/2015/05/07/italicum-i-popolari-il-funerale-della-democrazia/, in Link consultato il 16 maggio 2015, 7 maggio 2015.
  19. ^ Europee: scudo crociato per lista Pi-Udc, contro i populismi, Unione di Centro, 19 marzo 2014. URL consultato il 13 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2014).
  20. ^ Fabrizia Argano, Mario Mauro e il doppio fronte dei Popolari alle Europee, Formiche, 8 aprile 2014. URL consultato il 13 aprile 2014.
  21. ^ La maggioranza perde due senatori: escono i Popolari per l'Italia, in La Repubblica, 3 giugno 2015. URL consultato il 3 giugno 2015.
  22. ^ L’ultima bufera tra i Popolari di Mauro: Dellai, Olivero e Giro fondano Democrazia Solidale, su formiche.net, 5 luglio 2014. URL consultato l'8 luglio 2022.
  23. ^ I Popolari per l’Italia lasciano la maggioranza, in La Stampa, 3 giugno 2015. URL consultato il 3 giugno 2015.
  24. ^ Europee: “Popolari per l’Italia” presenta lista in Calabria – Lamezia oggi, su lameziaoggi.it. URL consultato il 22 agosto 2022.
  25. ^ Bari, per Irma Melini in campo anche Mario Mauro. "Votare per me, non per Di Della: e un ex-PD", su youtube.com, 16 maggio 2019. URL consultato il 28 giugno 2023.
  26. ^ Con “Pop” tornano gli orfani della Dc: nasce la piattaforma popolare
  27. ^ Popolari, a Roma assemblea con De Mita e Gargani
  28. ^ Popolari in Rete: Pd a sinistra con Elly Schlein, ora è necessario recuperare l’identità popolare, su nuovairpinia.it, 28 febbraio 2023. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  29. ^ Castagnetti a Mauro: giù le mani dal nome Ppi, in Europa, 6 febbraio 2014. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2014).
  30. ^ Popolari: Castagnetti, acronimo Ppi esiste. Diffida giudiziaria a Mauro, in ASCA, 6 febbraio 2014. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2014).

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