Cesate

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Cesate
comune
Cesate – Stemma
Cesate – Bandiera
Cesate – Veduta
Cesate – Veduta
Il centro storico di Cesate. Via Romanò con la chiesa parrocchiale e la Curt dal Sacrista.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Città metropolitana Milano
Amministrazione
SindacoRoberto Vumbaca (centro-destra) dal 26-5-2019
Data di istituzione1815
Territorio
Coordinate45°36′N 9°05′E / 45.6°N 9.083333°E45.6; 9.083333 (Cesate)
Altitudine192 m s.l.m.
Superficie5,77 km²
Abitanti14 188[1] (31-12-2021)
Densità2 458,93 ab./km²
Frazioninessuna
Comuni confinantiCaronno Pertusella (VA), Garbagnate Milanese, Limbiate (MB), Senago, Solaro
Altre informazioni
Cod. postale20031
Prefisso02
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT015076
Cod. catastaleC569
TargaMI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 421 GG[3]
Nome abitanticesatesi
PatronoSant'Alessandro martire
Giorno festivo26 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cesate
Cesate
Cesate – Mappa
Cesate – Mappa
Posizione del comune di Cesate nella città metropolitana di Milano
Sito istituzionale

Cesate (Scesaa o Cesaa in dialetto milanese, in epoca fascista detta Cesate Milanese), è un comune italiano di 14 188 abitanti[1] della città metropolitana di Milano in Lombardia.

Situato a 17 chilometri a nord-ovest dal centro del capoluogo lombardo, si trova a cavallo tra il Saronnese e il Bollatese. Fa parte della zona omogenea "Nord-Ovest" della Città metropolitana.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Sentiero all'interno della pineta di Cesate

Il comune è all'estremo nord della città metropolitana di Milano, al confine con le province di Varese a ovest e Monza e Brianza a est, e si trova tra le ex strade statali 233 Varesina e 527 Bustese. È situato nell'alta pianura padana nel territorio compreso tra i fiumi Olona e Seveso, tra la Brianza e l'Altomilanese.

Il territorio comunale è caratterizzato da un territorio pianeggiante ed è ricoperto per gran parte da boschi e brughiere. A est del centro abitato si estende la Pineta di Cesate, che per la sua peculiarità ecologica è stata individuata dall'Unione europea come sito di interesse comunitario e che è attualmente compresa nel Parco regionale delle Groane e della Brughiera briantea.

Parco delle Groane

Nel territorio comunale scorrono i torrenti Guisa e Nirone che, unendosi a Baranzate, danno origine al torrente Merlata (affluente dell'Olona).

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'antico nome del paese era "Cixate" come compare nel manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, nonostante siano state formulate diverse ipotesi, non è ancora certa l'etimologia del nome.

Il toponimo iniziò ad essere italianizzato in Cisate per poi evolversi in Cesate.[4]

Negli Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346 in cui Cesate viene elencata tra le località cui spetta la manutenzione della strata da Bolà (una delle tre strade che mettevano in comunicazione Milano con Como) compare come el locho da Cisà[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

via Dante, in pieno centro storico.
Via Maggiore (oggi via Carlo Romanò) agli inizi del secolo scorso.

La prima attestazione di Cesate è in un manoscritto del 1210: il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, un elenco di informazioni sul territorio dell'Arcidiocesi di Milano. Nel manoscritto risulta che Cesate (che compare come Cixate) fosse sede di due o di tre edifici di culto. All'epoca non era un comune autonomo ma era sotto la completa giurisdizione, religiosa e civile, di Bollate.

La tradizione vuole che nel 1159, durante la sua discesa in Italia per sconfiggere i comuni lombardi, l'imperatore Federico Barbarossa, accampato a Bollate presso il Cantun Sciatin, sia transitato per il paese e si sia seduto su una lastra di pietra chiamata panchetta, oggi conservata nella biblioteca civica. Nonostante il soggiorno dell'imperatore svevo a Bollate sia attestato (il bollatese apparteneva al conte della Martesana, ghibellino) non ci sono prove di questo suo transito a Cesate.

Tra il XV e il XVI secolo Cesate appartenne al contado di Desio, nell'ambito del Ducato di Milano. Dal 1500 al 1580 il contado fu infeudato alla famiglia Rho, per poi essere venduto alla famiglia spagnola dei Manriquez de Mendoza y Lara.

L'11 dicembre 1715 il conte di Desio Giovanni Manriquez de Mendoza vendette i centri abitati di Cesate e Pertusella al nobile Francesco Gozzi da Casalmaggiore. Il 9 ottobre 1735 l'imperatore Carlo VI d'Asburgo li elevò a marchesato, il Gozzi divenne quindi il primo marchese di Cesate e Pertusella.

via dei Martiri, antica arteria comunale che metteva in comunicazione il centro con la Cascina Palazzetta.

Con l'occupazione francese della Lombardia nel 1797 i feudi furono soppressi e sostituiti dai distretti, organizzati in dipartimenti secondo il modello francese. Il comune di Cesate faceva allora parte del distretto di Bollate nel Dipartimento d'Olona. Nel 1809, nell'ambito della riorganizzazione amministrativa del Regno italico, il comune di Cesate venne soppresso e aggregato a quello di Garbagnate Milanese (assieme ad Arese e a Castellazzo) con regio decreto di Napoleone. Cesate riacquistò la sua autonomia nel 1815 con il Regno Lombardo-Veneto.

Nel 1908 il conte di Verbania Alessandro Poss aprì l'omonimo cotonificio a Cesate, trasformando l'economia cittadina da prettamente agricola a industriale.

La processione in piazza IV Novembre per il centenario della traslazione da Como del crocifisso miracoloso nel 1927

Dal 1919 Cesate si dimostrò fin da subito una roccaforte elettorale del Partito popolare italiano di don Sturzo (precursore della DC). Quando, alle elezioni politiche del 1924, a Cesate vinse il PPI le camice nere di Musocco decisero di intraprendere un'azione punitiva attaccando il locale circolo cattolico "Sant'Alessandro" e causando la morte di una persona.

La vocazione antifascista dei cesatesi ebbe il proprio ruolo anche durante la seconda guerra mondiale quando a Cesate si andò a formare un ampio gruppo partigiano. Cesate era allora sotto la giurisdizione della 183ª Brigata Garibaldi (comunista) e della 16ª Brigata del Popolo (cattolica). Il paese fu teatro, nel novembre del 1944, di una retata delle Brigate nere di Bollate volta a sgominare la presenza partigiana nella zona. I partigiani riconosciuti furono radunati nella Curt Noeva e da lì trasferiti prima a Milano, poi a Bolzano e infine al campo di concentramento di Mauthausen, dove dal 1971 è presente una targa a ricordarli.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma di Cesate

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 3 giugno 1937.[6]

«Campo di cielo, ad un albero verdeggiante fondato sulla pianura erbosa, accostato da due zampe d'aquila affrontate e recise d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

La composizione dello stemma con l'albero e il prato si rifà all'aspetto naturalistico del territorio comunale ricco di prati, boschi e brughiere. La figura delle due zampe di aquila è tratta dallo stemma della famiglia de Cixate, riprodotto nello Stemmario Trivulziano (di rosso, a due artigli alati d'argento, armati di nero, quello di destra rivoltato).[7][8] Fino al 2013 nello stemma era presente un capo di rosso porpora con un ramo d'ulivo e uno di quercia[9] che un tempo circondavano il fascio littorio, residuo del capo del littorio, ornamento obbligatorio di tutti gli stemmi di enti pubblici italiani fino alla caduta del Fascismo.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i deportati nei campi di concentramento nazisti»

Il 25 aprile 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha insignito il comune di Cesate della medaglia d'argento al merito civile, per il suo essere stato un attivo centro della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Edifici religiosi[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Francesco d'Assisi
Interno della parrocchiale dedicata ai Santi Alessandro e Martino, prima dei lavori di adeguamento liturgico.

Chiesa dei Santi Alessandro e Martino[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale dei santi Alessandro martire e Martino vescovo è la chiesa più importante del paese. I lavori iniziarono nel 1619 nel sito di una precedente chiesa per concludersi nel 1793, sotto il parroco Giovanni Resnati; successivamente nel corso degli anni furono effettuate altre migliorie che ne modificarono molto l'aspetto e la grandezza. Nel 1927 fu costruita la grande scalinata monumentale.[10]

Al suo interno sono custodite le reliquie di alcuni santi arcivescovi milanesi e alcune tele del Beghé. Sulle due pareti del presbiterio ci sono due grandi affreschi raffiguranti il martirio di Sant'Alessandro (a sinistra) e San Martino che taglia il mantello per darlo al povero (a destra). Nell'abside sono rappresentati invece i due santi patroni di Milano: San Carlo Borromeo e Sant'Ambrogio. In una cappella laterale è custodito un crocifisso ligneo ritenuto miracoloso e traslato da Como nel 1827.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie[modifica | modifica wikitesto]

Santuario mariano di pianta quadrata eretto agli inizi del XVII secolo in piazza IV novembre al posto di una precedente chiesa.

Al suo interno è custodita la pala d'altare con la Vergine Maria e il preziosissimo affresco della Madonna del Latte (riconducibile a un discepolo di Bernardino Luini) venerata per secoli dalle madri del luogo. Nel 1971 vi è stata posta una tela quattrocentesca raffigurante la Madonna con bambino benedicente e i santi Bernardino e Rocco, fino ad allora posta nella Casa Caravaggio.

Dipende dalla Parrocchia dei Santi Alessandro e Martino.

Chiesa di San Francesco d'Assisi[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Francesco d'Assisi si trova nel quartiere INA-Casa, a ridosso della linea ferroviaria. L'edificio fu costruito nel periodio tra il 1957 e il 1958 per servire il nuovo quartiere che si andava a costituire in quella che, fino ad allora, era stata piena campagna. In stile romanico-lombardo, fu progettata dagli architetti Ignazio Gardella e Anna Maria Castelli. Possiede una sola navata, non ha finestre ma riceve luce da alcune fessure a forma di croce scavate nel muro. La chiesa fu consacrata dall'allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (futuro papa col nome di Paolo VI, oggi venerato come santo dalla Chiesa cattolica) il 26 ottobre 1958, dopo un anno di lavori per la costruzione.[11]

L'arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (futuro Papa Paolo VI) arriva al Villaggio INA per consacrare la nuova chiesa di San Francesco il 26 ottobre 1958

All'interno è presente L'Ultima Cena di Alessandro Nastasio, intagliata nel legno, nonché alcune tavole intagliate raffiguranti le quattordici stazioni della Via Crucis.

Altri edifici[modifica | modifica wikitesto]

"La Baracca", prima chiesa del Villaggio INA, dedicata a San Giuseppe.

Chiesa di San Rocco. Questa chiesa compare nel resoconto della visita pastorale di Carlo Borromeo, avvenuta a Cesate nel luglio 1573. Non si conosce il luogo esatto in cui sorgesse. Carlo Borromeo, vedendola in rovina, dispose che non si dicesse messa fino a quando non fossero stati eseguiti i suoi ordini di ristrutturazione. Venne abbattuta in seguito.

La Baracca. Piccola cappella in legno, fu la prima chiesa del villaggio INA, divenne chiesa parrocchiale il 1 luglio 1956. Fu costruita alla fine del 1955 e benedetta il 12 febbraio 1956. Fu distrutta da un uragano il 24 giugno 1957, per essere ricostruita sempre in legno e fungere da cappella provvisoria durante i lavori di costruzione della nuova parrocchiale. L'altare maggiore in legno, fabbricato in Pescate, sul quale celebrò messa l'arcivescovo Montini, è stato poi trasportato nella nuova parrocchiale, dov'è ancora oggi.

Cascine[modifica | modifica wikitesto]

Strada nella zona agricola vicino alla Cascina Selva

Edifici agricoli tipici della campagna rurale milanese. A Cesate ce ne sono due storiche:

Cascina Biscia[modifica | modifica wikitesto]

Costruita agli inizi del XVIII secolo[12] nella campagna verso Garbagnate per ospitare i lavoratori della cava di laterizi aperta nella zona dal marchese Francesco Gozzi e poi definitivamente chiusa nel 1915. Ai confini del centro urbano, oggi è in parte conurbata con esso (due lati su quattro); prende il nome dal vicino boschetto di castagni.

Cascina Selva[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce l'esatto periodo di costruzione, avvenuta nel XIX secolo[13]. Situata all'incrocio tra la strada comunale della Selva e la strada Fauda, è ancora separata dal centro abitato.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Altri monumenti e luoghi di interesse a Cesate sono:

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[19]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 1º gennaio 2023 gli stranieri residenti a Cesate con regolare permesso di soggiorno erano 1195, pari a circa l'8,4% della popolazione residente. Le nazionalità più rappresentate erano:[20]

  1. Romania, 269
  2. Pakistan, 130
  3. Albania, 90
  4. Marocco, 80
  5. Egitto, 75
  6. Ucraina, 70
  7. Perù, 69
  8. Ecuador, 39
  9. Cina, 37
  10. Senegal, 35

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

A Cesate la lingua parlata è l'italiano. È anche piuttosto diffuso il dialetto milanese nella sua variante locale, influenzato dalla prossimità con la Brianza e Comasco.

Di seguito alcuni modi di dire specificatamente cesatesi:[21]

  • Baciòch: il batacchio della campana, utilizzato come sinonimo di "stupido" o "ingenuo" e come soprannome scherzoso dato agli abitanti di Garbagnate.
  • Bagiaròt o Bagianòt: derivati dal termine bagiana (it. vagina). Il primo utilizzato come sinonimo di "effeminato" e il secondo come sinonimo di "panzone" oppure "fannullone". Sono usati come soprannomi per gli abitanti di Caronno.
  • Leguaràt: la lepre, sinonimo di "persone veloce". Soprannome dei limbiatesi.
  • Campé: il sottoposto del fattore nell'amministrazione fondiara delle Stelline a Cesate, diventato in seguito sinonimo di "spia" o "leccapiedi".
  • Regiù: anziano capo-corte. Nei cortili dove vivevano più famiglie imparentate tra loro era lui (di solito il più anziano) a prendere le decisioni e a provvedere ai bisogni di tutti. Sua moglie era detta Regiura.

L'uso di soprannomi per indicare gli abitanti dei paesi limitrofi fu abbastanza diffuso fino agli anni Cinquanta. Quello dei cesatesi era buscit (it. vitello) oppure boeu (it. bue).[21]

Una filastrocca dell'area, un tempo utilizzata da bambini come girotondo, ne testimonia alcuni:

«Bul, bul, bul/l'uspiatess mangia i scigul/a la Tureta pan e vin/a Garbagnà i spassa camìn/i buscìt sun de Cesà/bagiaròt quej de Caronn/masacavaj quej de Saronn»


Il dialetto è anche utilizzato per i nomi dei cortili del centro storico. Questi derivano dai nomi propri o dalle caratteristiche dei loro abitanti (es. Curt dal Picoss "corte del Picozzi", Curt dal Sinell "corte del Sinelli" o Curt da Finn perché il ramo della famiglia Romanò che la abitava proveniva da Fino Mornasco), dalle attività che in essa venivano praticate (es. Curt del Macelar "corte del macellaio" oppure Curt di Torr "corte dei tori" in quanto in essa c'era la stazione di monta delle vacche) o anche da alcune caratteristiche proprie della corte (es. Curt Noeva "corte nuova" o "Curt dal Cereghèt" "corte del caminetto").[21]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza della popolazione è cristiana cattolica. In Cesate hanno sede due parrocchie cattoliche, dal 3 novembre 2019 unite nella Comunità pastorale San Paolo VI: la parrocchia dei Santi Alessandro e Martino (XII sec.) e quella di San Francesco d'Assisi (1958). Entrambe le parrocchie fanno parte dell'arcidiocesi di Milano (decanato di Bollate) e seguono il rito ambrosiano nelle celebrazioni liturgiche.

Il santo patrono è Sant'Alessandro martire e il giorno in cui ne ricorre la memoria liturgica (26 agosto) è considerato festivo anche agli effetti civili.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Fino a metà del XX secolo l'abitato di Cesate si sviluppava unicamente lungo la via Maggiore (strada che cambierà nome in via Vittorio Emanuele e poi, nel dopoguerra, in via Carlo Romanò) e in un paio di strade vicine situate poco più ad est (via dei Martiri, via Caravaggio e via Dante). Nei primi anni del 1900 con una modesta espansione demografica anche il centro urbano fu ampliato: a sud lungo la via per Garbagnate (oggi via Roma), dove era stato costruito il cotonificio Poss, e lungo le nuove vie Villette, Fiume e Trieste; a nord invece il centro fu ampliato con la costruzione di nuovi cortili lungo via Giuseppe Verdi e nel Rione Fupun (attuale piazza I Maggio).

Il vero cambiamento fu la costruzione del nuovo quartiere INA-Casa, avvenuta tra il 1952 e il 1958, tra il nucleo del centro storico e la linea ferroviaria. L'individuazione della campagna cesatese come sito adatto alla costruzione di una nuova città giardino prevista dal piano per l'incremento dell'occupazione operaia (o piano Fanfani) fu dettato dalla sua posizione favorevole, trovandosi a nord del Canale Villoresi e vicino a una ferrovia (e quindi facilmente raggiungibile dalla città). Il piano, che prevedeva in origine un centinaio di appartamenti e non un intero villaggio, fu fin da subito osteggiato dal sindaco Giuseppe Picozzi e dai proprietari terrieri che avevano riscattato quelle terre trent'anni prima dall'orfanotrofio milanese delle Stelline e che rifiutarono le offerte avanzate dall'INA per lacquisto. Dopo vari ricorsi dei proprietari e l'invio fallimentare di una commissione cesatese a Roma, l'ostilità verso il progetto fu superata con l'esproprio dei terreni grazie a un decreto dell'allora prefetto di Milano Paone. ll quartiere INA fu così costruito, seguito poi dalquartiere Alfa-Romeo (costruito sempre dall'INA-Casa nei primi anni 60, tra la linea ferroviaria e il Rione Biscia) e dal "condominio Stazione" (costruito allinizio della via Italia ma a est delle FNM).[21]

Si andarono costituire così due centri urbani separati: uno detto Cesate Centro (o Cesate Vecchio) e l'altro Cesate Villaggio (quest'ultimo costituito dal Villaggio INA, Alfa-Romeo, dai nuovi palazzoni costruiti sulla via dei Mille e dal Rione Biscia). Le tensioni dovute agli espropri degli anni 1950 crearono ben preso una situazione di conflittualità, anche violente[22], tra gli abitanti dei due quartieri. Questa situazione durò quasi trent'anni, andandosi ad assopire a partire dagli anni 1980.

Il quartiere INA-Casa appena ultimato, sullo sfondo Cesate Vecchio.

Il piano regolatore venne approvato nella notte del 13 febbraio 1972 nel corso di una lunga seduta del consiglio comunale sfociata presto in una sorta di tumulto popolare. Quella sera la sala consiliare del municipio era stata riempita da trecento cittadini che interruppero più volte la seduta insultando e aggredendo gli architetti che avevano lavorato al piano tanto che non ne finirono la presentazione. Il tumulto fu favorito dalla paura di molti proprietari terrieri cesatesi di vedersi ancora una volta espropriati i loro terreni.[23][22]

Nel 1985 proprio a Cesate[24] partirono i lavori di quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Saronno. La tratta Saronno-Garbagnate fu attivata il 21 febbraio 1991 e con essa fu attivata anche la nuova stazione di Cesate. Con il quadruplicamento le Ferrovie Nord Milano istituirono sulla loro rete l'orario cadenzato prima e (nel 1999) il servizio Malpensa Express che resero il paese più comodamente collegato al capoluogo lombardo, ai vicini capoluoghi provinciali di Como, Novarae Varese e all'aeroporto di Milano-Malpensa. Grazie a questa novità il paese fu interessato da una seconda espansione demografica che comportò l'ampliamento del centro urbano verso nord-ovest (con la costruzione di interi nuovi quartieri) e la conseguente costruzione della circonvallazione (o Tangenzialina) che partendo a Garbagnate dalla statale Varesina arrivava alla SP133 nella tratta Cesate-Solaro (alleggerendo così l'ormai stretta e inadeguata via Roma-via Romanò).

Ferrovia Milano-Saronno nel 1990, appena ultimati I lavori di quadruplicamento (si nota ancora il vecchio tracciato, più scuro). Con i lavori fu costruito il sottopasso di via dei Mille, in sostituzione del vecchio passaggio a livello in via Italia.

Con la nuova espansione del centro urbano I due centri si andarono a riunire in un unico, ponendo fine alla policentricità che aveva caratterizzato Cesate dagli anni '50. L'abitato di Cesate andò così anche ad unirsi in alcuni punti con quelli limitrofi di Caronno Pertusella e di Garbagnate.

Località e frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo statuto comunale non riconosce l'esistenza di frazioni nel territorio.

L'ISTAT riconosce però le località abitate di Cascina Selva e Resegone-San Primo, entrambe situate nell'area agricola tra Cesate e Solaro.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La nuova stazione delle Ferrovie Nord Milano, inaugurata nel 1988
La vecchia stazione in via Venezia, davanti alle scuole.

Sul territorio comunale è ubicata la stazione di Cesate di proprietà di FerrovieNord (società del gruppo FNM), posta sulla ferrovia Milano-Saronno e servita dalle linee S1 (Saronno - Milano Passante - Lodi) e S3 (Saronno - Milano Bovisa - Milano Cadorna) del Servizio ferroviario suburbano di Milano. Entrambe le linee sono gestite dalla società Trenord.

Autolinee[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è attraversato dall'autolinea Z114, gestita da Airpullman, che lo collega ai comuni limitrofi. Le stazioni paesano sono 5 e sono tutte ubicate lungo l'asse viario della strada provinciale 133 (via Roma/via Romanò/via Battisti/via Trento/via dei Martiri/via Verdi).

In orario scolastico è anche servito dalle autolinee Z192 e Z196, che effettuano fermata nelle stesse della linea Z114 e che collegano Cesate e i comuni limitrofi ad alcuni istituti scolastici superiori vicini.

  • Linea scolastica Z192 Solaro fraz. Villaggio Brollo - Solaro - Cesate - Garbagnate FNM (linee S1 e S3) - Garbagnate Milanese - Arese - Rho
  • Linea scolastica Z196 Limbiate - Solaro fraz. Villaggio Brollo - Solaro - Cesate - Garbagnate Milanese - Garbagnate M. fraz. Bariana - Garbagnate M. fraz. Santa Maria Rossa - Arese

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1946 1951 Picozzi Giovanni Sindaco
1951 1956 Cattaneo Giuseppe Sindaco
1956 1963 Galli Pietro Sindaco
1963 1965 Fittavolini Gianvalentino Sindaco nato nel 1923, morto nel 2008
1965 1969 Castelli Angelo Sindaco morto nel 2021
1969 1970 Poli Antonio Sindaco
1970 1975 Borroni Ettorina Democrazia Cristiana Sindaco primo sindaco donna. Si è pensato di dedicarle la nuova piazza sorta nel 2021 davanti al Palazzo scolastico
1976 1980 Santoni Mauro Sindaco
1980 1981 Veltri Nicola Sindaco
1981 1990 Poli Roberto Partito Socialista Italiano Sindaco
1990 1993 Bulzi Sergio Lega Nord Sindaco
febbraio 1993 luglio 1993 Poli Roberto Sindaco
luglio 1993 novembre 1993 Cino Salvatore Commissario straordinario
1993 1997 Manini Bruno Lega Nord Sindaco
1997 2002 Giancarlo Bettaglio Lista civica di centro-sinistra Sindaco
2002 2007 Roberto Giuseppe Della Rovere Lista civica di centro-sinistra Sindaco
2007 2008 Bulzi Sergio Lista civica di centro-destra Sindaco
2008 2009 Saccone Renato Commissario straordinario
2009 2014 Roberto Giuseppe Della Rovere Coalizione di centro-sinistra (PD-IDV-CIVICHE) Sindaco
2014 2019 Giancarla Marchesi Partito Democratico Sindaco
2019 In carica Roberto Vumbaca Coalizione di centro-destra (FI-LN-FDI-lista civica) Sindaco

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Le squadre di calcio paesane sono S.C. United, P.O. Cesatese.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ CIXATE.IT - home, su cixate.it. URL consultato il 5 giugno 2020.
  5. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8010733/?view=toponimi&hid=0.
  6. ^ Cesate, decreto 1937-06-03 RD, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  7. ^ Gian Antonio da Tradate, Stemmario Trivulziano, 1465, p. 89.
  8. ^ Comune di Cesate, Storia dello Stemma, su Città metropolitana di Milano.
  9. ^ Le origini dello stemma, su Comune di Cesate.
  10. ^ Parrocchia S. Alessandro e Martino, su sanpaolosestocesate.it.
  11. ^ sanpaolosestocesate.it, https://www.sanpaolosestocesate.it/parrocchia-s-francesco/.
  12. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02313/.
  13. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02312/.
  14. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02295/.
  15. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02300/.
  16. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02302/.
  17. ^ lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02310/?view=luoghi&offset=3&hid=6.648&sort=sort_int.
  18. ^ a b lombardiabeniculturali.it, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture900/schede/p4010-00245/.
  19. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  20. ^ tuttitalia.it, https://www.tuttitalia.it/lombardia/54-cesate/statistiche/cittadini-stranieri-2023/.
  21. ^ a b c d e F. Panico, Cesate - Com'è cambiata Cesate, Macano, Garbagnate Milanese, 1983.
  22. ^ a b V. Altomari e S. Signori, Cesate - Un percorso della memoria, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1991.
  23. ^ Sì del Consiglio comunale, da Avvenire del 15 febbraio 1972
  24. ^ L'ampliamento delle Nord, da Avvenire del 31.7.1985

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La Bestia Feroce, Quando i lupi mangiavano i bambini nell'Italia Padana, DiaKronia 1991.
  • Cesate, V. Locatelli, N. Quarin, edito dall'Amministrazione Comunale, Tipografia Mazzucchelli, Milano, 1962.
  • A. Deiana, S. Ettorre e Y. Pani, Cesate: abitanti, storia e arte, territorio - Dall'invasione gallica ad oggi, Comune di Cesate, 1980.
  • F. Panico, Cesate - Com'è cambiata Cesate, Macano, Garbagnate Milanese, 1983.
  • AA. VV., Cesate - La Lombardia paese per paese, Bonechi, Firenze, 1985.
  • U. Agomari, Cesate, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1990.
  • V. Altomari e S. Signori, Cesate - Un percorso della memoria, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1991.

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