Cesate

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Cesate
comune
Cesate – Stemma
Cesate – Bandiera
Localizzazione
StatoItalia Italia
Regione Lombardia
Città metropolitana Milano
Amministrazione
SindacoRoberto Vumbaca (centro-destra) dal 26-5-2019
Data di istituzione926
Territorio
Coordinate45°36′N 9°05′E / 45.6°N 9.083333°E45.6; 9.083333 (Cesate)
Altitudine192 m s.l.m.
Superficie5,77 km²
Abitanti14 188[1] (31-12-2021)
Densità2 458,93 ab./km²
FrazioniCascina Selva, Cascina Biscia, Resegone-San Primo
Comuni confinantiCaronno Pertusella (VA), Garbagnate Milanese, Limbiate (MB), Senago, Solaro
Altre informazioni
Cod. postale20031
Prefisso02
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT015076
Cod. catastaleC569
TargaMI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 421 GG[3]
Nome abitanticesatesi
PatronoSant'Alessandro martire
Giorno festivo26 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cesate
Cesate
Cesate – Mappa
Cesate – Mappa
Posizione del comune di Cesate nella città metropolitana di Milano
Sito istituzionale

Cesate (Scesaa o Cesaa in dialetto milanese), anche detta Cesate Milanese, denominazione desueta[4], è un comune italiano di 14 188 abitanti[1] facente parte della città metropolitana di Milano in Lombardia, situato a circa 17 chilometri a nord dal centro della città di Milano.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Cesate è caratterizzato da un territorio pianeggiante ed è ricoperto per una buona parte da boschi e brughiere che per la loro peculiarità ecologica sono stati individuati dalla Comunità europea come sito di interesse comunitario.

Il comune è all'estremo nord della città metropolitana di Milano, al confine con le privincie di Varese a ovest e Monza e Brianza a est, e si trova tra l'autostrada A8 e le ex strade statali 233 e 527.

Il territorio comunale è prevalentemente urbanizzato o occupato dal parco delle Groane; la restante parte del territorio è destinato ad attività artigianali ed agricole.

Il centro abitato[modifica | modifica wikitesto]

A partire della seconda metà del XX secolo il centro urbano cesatese ha iniziato una massiva espansione che lo ha portato a congiungersi con i centri abitati di Garbagnate Milanese e di Caronno Pertusella, mentre rimase separato da Solaro e Limbiate rispettivamente da una vasta area di campi e dal parco delle Groane.

Località e frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Cesate presenta una sola frazione, quella di Cascina Selva, e anche una località, quella di Cascina Biscia, che fino al 1985 era anch'essa una frazione[4]. Fino al 1966[4], costituiva una frazione anche il centro abitato di Cascina Palazzetta, a nord-ovest del centro abitato.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'antico nome del paese era "Cixate" come compare nel manoscritto Notitia Cleri Mediolanensi di Goffredo da Bussero, nonostante siano state formulate diverse ipotesi, non è ancora certa l'etimologia del nome.

Il nome Cixate continuò ad essere utilizzato fino al XVIII secolo, quando iniziò ad essere italianizzato in "Cisate". A partire dalla seconda metà XIX secolo, il nome si evolse in "Cesate".[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo alcuni studi[4], Cesate risulta essere stata fondata nel I secolo a.C., durante la conquista romana della Gallia, come avamposto gallico formato da alcune abitazioni militari attorno al Parco delle Groane.[4]

Con l'avvento del Cristianesimo, vengono costruite tre nuove chiese[5]: una dedicata alla Madonna, una dedicata ad Alessandro di Bergamo e una a Martino di Tours.

Durante il Medioevo, Cesate era costituita da un gruppo di cascine circondate dai boschi, che soffocavano il poco terreno coltivabile, causando povertà. Gli abitanti di allora iniziarono quindi ad abbandonare il paese per le pessime condizioni di vita e per i duri tributi che il feudatario esigeva.[4]

Durante il Basso Medioevo, Cesate è sotto la completa giurisdizione, sia governativa che religiosa, della pieve di Bollate, ove risiedeva il prevosto con il capitolo dei canonici, i quali facevano vita comune tutta la settimana, fino a quando la domenica facevano visita nei diversi paesi per celebrarvi la messa e curare l'istruzione religiosa.[5]

Nel 1345, l'epidemia di Peste nera si abbatté con particolare violenza su Cesate, causando numerose carestie, tanto che sulla strada per Garbagnate, venne costruito un piccolo lazzaretto, dedicato a Erasmo di Formia. In ricordo del lazzaretto, nel XIX secolo, è stata posta una stele tuttora presente all'incrocio tra via Roma e via Aldo Moro.

Durante l'era moderna Cesate iniziò ad acquistare importanza tra i paesi dello Stato di Milano, principalmente per l'acquisizione del paese da parte dell'importante famiglia Caravaggio, nel XVI secolo.

I Caravaggio iniziarono un fiorente periodo di innovazione a Cesate, con l'allargamento del centro abitato, bonifiche territoriali attorno ad esso e la costituzione di cascine collegate al paese dove potessero lavorare nuovi contadini, come la Biscia, la Selva e la Palazzetta.[5] I Caravaggio fecero edificare le chiese dei Santi Alessandro e Martino e di Santa Maria delle Grazie.

In ricordo dei Caravaggio, nel 1825, è stata posta una targa, in via Carlo Romanò 12.

L'11 dicembre 1715 i fratelli Giovanni e Diego Manriquez, titolari del Contado di Desio, vendettero Cesate assieme a Cassina Pertusella a Francesco Gozzi da Casalmaggiore, che divenne signore locale.

Il 9 ottobre 1735, l'imperatore Carlo VI d'Asburgo eleva Cesate con Pertusella a Marchesato.[5]

Nel 1809, Napoleone, con Regio decreto, decise di sopprimere il comune di Cesate e di accorporare il suo intero territorio a Garbagnate Milanese.

Cesate ritroverà la sua autonomia solo nel 1815, con la Restaurazione austriaca.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 3 giugno 1937.[6]

«Campo di cielo, ad un albero verdeggiante fondato sulla pianura erbosa, accostato da due zampe d'aquila affrontate e recise d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

La composizione dello stemma con l'albero e il prato si rifà all'aspetto naturalistico del territorio comunale ricco di prati, boschi e brughiere. La figura delle due zampe di aquila è tratta dallo stemma della famiglia de Cixate, riprodotto nello Stemmario Trivulziano (di rosso, a due artigli alati d'argento, armati di nero, quello di destra rivoltato).[7][8] Fino al 2013 nello stemma era presente un capo di rosso porpora con un ramo d'ulivo e uno di quercia[9] che un tempo circondavano il fascio littorio, residuo del capo del littorio, ornamento obbligatorio di tutti gli stemmi di enti pubblici italiani fino alla caduta del Fascismo.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'argento al merito civile
«Per i deportati nei campi di concentramento nazisti»

Il 25 aprile 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha insignito il comune di Cesate della medaglia d'argento al merito civile, per il suo essere stato un attivo centro della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Edifici religiosi[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dei Santi Alessandro e Martino[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa dei santi Alessandro e Martino è la chiesa più importante del paese, sede della Comunità pastorale San Paolo VI.

La chiesa risulta essere stata edificata nel 1619, per volere di Carlo Borromeo, che ne ordinò l'ubicazione nel 1573[10] durante la sua visita pastorale.

L'edificio, in stile neoclassico, venne completato nel 1793, sotto il parroco Giovanni Resnati, successivamente nel corso degli anni vennero effettuate diverse migliorie che ne modificarono molto l'aspetto e la grandezza.

Nel 1927 il parroco di allora fece costruire la grande scalinata attuale al posto dei piccoli e ripidi scalini che si affacciavano, fino ad allora, su quello che era il cimitero del paese.[10]

Santuario di Santa Maria delle Grazie (del latte)[modifica | modifica wikitesto]

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie (o della Madonna del Latte), chiamato affettuosamente dai cesatesi "la chiesetta", è un santuario mariano di pianta quadrata eretto agli inizi del XVII secolo in piazza IV novembre al posto di una precedente chiesa.

Al suo interno è posto il preziosissimo affresco della Madonna del Latte, riconducibile a un discepolo di Bernardino Luini[10], oltre alla tela quattrocentesca raffigurante la Madonna col Bambino assieme ai santi Bernardino e Rocco, posta fino al 1971 in via Carlo Romanò.

Dipende dalla Parrocchia dei Santi Alessandro e Martino.

Chiesa di San Francesco d'Assisi[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Francesco è la chiesa principale del quartiere "Villaggio", oltreché la chiesa più grande di Cesate.

L'edificio venne costruito nel periodio tra il 1957 e il 1958 per servire il nuovo quartiere del Villaggio, che in quegli anni inizio la sua costruzione.

La chiesa, in stile romanico-lombardo, progettato dagli architetti Ignazio Gardella e Anna Maria Castelli, possiede una sola navata, non ha finestre ma riceve luce da alcune fessure a forma di croce scavate nel muro.

La parrocchia venne consacrata dal cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI, il 26 ottobre 1958, dopo un anno di lavori per la costruzione.

All'interno è presente L'Ultima Cena di Alessandro Nastasio, intagliata nel legno, nonché alcune tavole intagliate raffiguranti la Via Crucis.

Altri edifici[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della sua storia Cesate ha posseduto diversi edifici dediti al culto che, nel corso del tempo, sono stati abbattuti:

Chiesa di Santa Maria Maggiore. Di origine romanica, viene menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani. Non è nota l'esatta posizione di questa chiesa, si trovava probabilmente nello stesso punto in cui oggi sorge il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Fu la chiesa principale del borgo per gran parte dell'Alto medioevo, da questa dipendevano le chiese di Sant'Alessandro e di San Martino.

Chiesa di Sant'Alessandro. Di origine romanica, viene menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani. Si trovava nel punto in cui oggi sorge la Parrocchiale dei Santi Alessandro e Martino. Venne abbattuta all'inizio del XVIII secolo per essere ricostruita secondo le disposizioni di San Carlo Borromeo. Non possedeva un campanile (come le altre) ma una piccola campana posta su una trave in un campo vicino.

Chiesa di San Martino. Di origine romanica, viene menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani. Era posta sulla strada che metteva in comunicazione Cesate con Garbagnate. San Carlo Borromeo durante la visita pastorale del 21 luglio 1573 dispose che questa chiesa, al tempo ormai diroccata, venisse abbattuta e che i laterizi derivati dai muri venissero usati per la costruzione del campanile. L'arcivescovo ordinò anche che il campo su cui sorgeva venisse venduto e che "li denari che si caveranno si consumino per suddetto campanile metendo nel detto sito una piramidetta con una crocetta di ferro in cima".

Chiesa di San Rocco. Questa chiesa compare nel resoconto della visita pastorale di San Carlo. Non si conosce il luogo esatto in cui sorgesse. San Carlo, vedendola in rovina, dispone che non si dica messa fintanto che non siano eseguite tutte le ordinationi. Venne abbattuta in seguito.

La Baracca. Fu la prima chiesa del quartiere Villaggio, diventò la sua primachiesa parrocchiale il 1 luglio 1956 quando venne eretta la parrocchia di San Francesco d'Assisi (separando il territorio su cui sorgeva il Villaggio dalla Parrocchia di Sant'Alessandro). Fu costruita completamente in legno alla fine del 1955 e benedetta il 12 febbraio 1956 dal Parroco di Sant'Alessandro. Venne distrutta da un uragano il 24 giugno 1957, per essere ricostruita sempre in legno durante i lavori di costruzione della nuova parrocchiale. L'altare maggiore, in legno, fabbricato in Pescate, è stato poi trasportato nella nuova parrocchiale, dov'è ancora oggi.

Monumento alla liberazione[modifica | modifica wikitesto]

È stato costruito nei primi anni '90 ed è posto ancora oggi in piazza XXV aprile.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Cesate è geograficamente divisa in due quartieri distinti: Cesate Villaggio (il quale comprende la zona "INA", il complesso "Villaggio Alfa-Romeo" e la Cascina Biscia) e Cesate Centro (nucleo più antico di Cesate, suddiviso dal 1984, anno d'istituzione del Palio dei Rioni in quattro rioni: Selva, Fupun, Poss e Manuè.[4])

La zona di Cesate Centro si è notevolmente ingrandita a partire dagli anni 80 del XX secolo con la costruzione di nuovi edifici più moderni.[4]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Sul territorio comunale è ubicata la stazione di Cesate di proprietà di FerrovieNord (società del gruppo FNM), posta sulla ferrovia Milano-Saronno e servita dalle linee S1 (Saronno - Lodi, via Passante di Milano) e S3 (Saronno - Milano Bovisa - Milano Nord Cadorna) del Servizio ferroviario suburbano di Milano. Entrambe le linee sono gestite dalla società Trenord.

Autolinee[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è attraversato dall'autolinea Z114, gestita da Airpullman, che lo collega ai comuni limitrofi. Le stazioni paesano sono 5 e sono tutte ubicate lungo l'asse viario della strada provinciale 133 (via Roma/via Romanò/via Battisti/via Trento/via dei Martiri/via Verdi).

In orario scolastico è anche servito dalle autolinee scolastiche Z192 e Z196, che effettuano fermata nelle stesse fermate della linea Z114 e che collegano Cesate e i comuni limitrofi ad alcuni istituti scolastici superiori vicini.

  • Linea scolastica Z192 Solaro fraz. Villaggio Brollo - Solaro - Cesate - Garbagnate FNM (linee S1 e S3) - Garbagnate Milanese - Arese - Rho
  • Linea scolastica Z196 Limbiate - Solaro fraz. Villaggio Brollo - Solaro - Cesate - Garbagnate Milanese - Garbagnate M. fraz. Bariana - Garbagnate M. fraz. Santa Maria Rossa - Arese

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1946 1951 Picozzi Giovanni Sindaco
1951 1956 Cattaneo Giuseppe Sindaco
1956 1963 Galli Pietro Sindaco
1963 1965 Fittavolini Gianvalentino Sindaco nato nel 1923, morto nel 2008
1965 1969 Castelli Angelo Sindaco morto nel 2021
1969 1970 Poli Antonio Sindaco
1970 1975 Borroni Ettorina D.C., P.C.I., P.S.I., P.L.I., P.R.I., P.S.D.I Sindaco primo sindaco donna ed uno dei primi sindaci in Italia con una giunta formata sia da esponenti del Pentapartito che da esponenti del Partito Comunista Italiano, grazie ai progressi avvenuti con il Compromesso storico. Nel 2021 è stata edificata una nuova piazza che porterà il suo nome, nel cuore di Cesate Vecchio
1976 1980 Santoni Mauro Sindaco
1980 1981 Veltri Nicola Sindaco
1981 1990 Poli Roberto Partito Socialista Italiano Sindaco
1990 1993 Bulzi Sergio Lega Nord Sindaco
febbraio 1993 luglio 1993 Poli Roberto Sindaco
luglio 1993 novembre 1993 Cino Salvatore Commissario straordinario
1993 1997 Manini Bruno Lega Nord Sindaco
1997 2002 Giancarlo Bettaglio Lista civica di centro-sinistra Sindaco
2002 2007 Roberto Giuseppe Della Rovere Lista civica di centro-sinistra Sindaco
2007 2008 Bulzi Sergio Lista civica di centro-destra Sindaco
2008 2009 Saccone Renato Commissario straordinario
2009 2014 Roberto Giuseppe Della Rovere Coalizione di centro-sinistra (PD-IDV-CIVICHE) Sindaco
2014 2019 Giancarla Marchesi Partito Democratico Sindaco
2019 In carica Roberto Vumbaca Coalizione di centro-destra (FI-LN-FDI-lista civica) Sindaco

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Le squadre di calcio paesane sono S.C. United, P.O. Cesatese.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c d e f g h Amministrazione Comunale di Cesate, Cesate, storia e arte del territorio, dall'Invasione Gallica ad oggi, Cesate, 1983.
  5. ^ a b c d e CIXATE.IT - home, su cixate.it. URL consultato il 5 giugno 2020.
  6. ^ Cesate, decreto 1937-06-03 RD, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  7. ^ Gian Antonio da Tradate, Stemmario Trivulziano, 1465, p. 89.
  8. ^ Comune di Cesate, Storia dello Stemma, su Città metropolitana di Milano.
  9. ^ Le origini dello stemma, su Comune di Cesate.
  10. ^ a b c Parrocchia S. Alessandro e Martino, su sanpaolosestocesate.it.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La Bestia Feroce, Quando i lupi mangiavano i bambini nell'Italia Padana, DiaKronia 1991.
  • Cesate, V. Locatelli, N. Quarin, edito dall'Amministrazione Comunale, Tipografia Mazzucchelli, Milano, 1962.
  • A. Deiana, S. Ettorre e Y. Pani, Cesate: abitanti, storia e arte, territorio - Dall'invasione gallica ad oggi, Comune di Cesate, 1980.
  • F. Panico, Cesate - Com'è cambiata Cesate, Macano, Garbagnate Milanese, 1983.
  • AA. VV., Cesate - La Lombardia paese per paese, Bonechi, Firenze, 1985.
  • U. Agomari, Cesate, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1990.
  • V. Altomari e S. Signori, Cesate - Un percorso della memoria, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1991.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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