Arcidiocesi di Catania
Arcidiocesi di Catania Archidioecesis Catanensis Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Sicilia | ||
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Diocesi suffraganee | |||
Acireale, Caltagirone | |||
Arcivescovo metropolita | Salvatore Gristina | ||
Vicario generale | Salvatore Genchi | ||
Arcivescovi emeriti | Luigi Bommarito | ||
Presbiteri | 346, di cui 228 secolari e 118 regolari 2.129 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 134 uomini, 358 donne | ||
Diaconi | 55 permanenti | ||
Abitanti | 746.549 | ||
Battezzati | 736.700 (98,7% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.332 km² | ||
Parrocchie | 157 | ||
Erezione | III secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Cattedrale Metropolitana di Sant'Agata | ||
Indirizzo | Via Vittorio Emanuele II, 159, 95131 Catania | ||
Sito web | www.diocesi.catania.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2014 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi di Catania (in latino: Archidioecesis Catanensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2016 contava 736.700 battezzati su 746.549 abitanti. È retta dall'arcivescovo Salvatore Gristina.
Territorio
L'arcidiocesi comprende i seguenti comuni della città metropolitana di Catania: Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Camporotondo, Catania, Gravina di Catania, Maletto, Maniace, Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, Nicolosi, Paternò, Pedara, Ragalna, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant'Agata li Battiati, Santa Maria di Licodia, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Viagrande, Zafferana Etnea e Bongiardo, una frazione di Santa Venerina.
Sede arcivescovile è la città di Catania, dove si trova la cattedrale di Sant'Agata.
Il territorio si estende su circa 1.332 km², suddiviso in 157 parrocchie, e una popolazione di oltre 700.000 abitanti.
Santuari diocesani e basiliche
Tra i santuari diocesani di maggiore rilievo per storia e devozione spiccano quello di Sant'Agata al Carcere a Catania; quelli mariani della Madonna della Sciara a Mompileri in Mascalucia, della Madonna dell'Elemosina a Biancavilla e di Santa Maria di Ognina a Catania; e quello dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino di Trecastagni.
Altri santuari sono, a Catania: San Francesco all'Immacolata e Santa Maria dell'Aiuto.
Negli altri comuni dell'arcidiocesi: santuario della Madonna dei malati di Misterbianco, santuario di Maria Ausiliatrice ad Adrano, santuario di Maria Santissima Annunziata a Bronte e a Pedara, santuario della Madonna della Consolazione a Mascalucia e a Paternò, santuario della Madonna Addolorata di Mascalucia, santuario della Madonna della roccia a Belpasso, santuario Madonna della Ravanusa San Giovanni La Punta.
Oltre a queste chiese, nel territorio catanese sorgono anche le seguenti basiliche minori: Maria Santissima dell'Elemosina e Chiesa di Maria Santissima Annunziata al Carmine a Catania, Santa Caterina a Pedara, Madonna dell'Elemosina a Biancavilla.
Provincia ecclesiastica
La provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Catania comprende due sole suffraganee:
Storia
Allo stato attuale delle ricerche storiche e archeologiche, è possibile attestare la presenza di una comunità cristiana a Catania solo a partire dal III secolo. A metà circa del secolo, durante la persecuzione dell'imperatore Decio, è attestato il martirio di sant'Agata, patrona della città; e all'inizio del IV secolo, durante la persecuzione di Diocleziano, il martirio di sant'Euplio, diacono.
Secondo la tradizione, sorta durante la dominazione bizantina, la diocesi di Catania sarebbe stata eretta da san Berillo, originario di Antiochia, inviato appositamente dall'apostolo Pietro ad evangelizzare la città nell'anno 42. La storiografia recente ha dimostrato inconsistente e infondata tale ipotesi; tuttavia nulla porta ad escludere completamente la storicità della figura di Berillo, in un periodo però diverso da quello attestato dalla tradizione, ossia in un'epoca incerta fra III e IV secolo.[1]
I primi vescovi storicamente documentati appartengono al VI secolo. Fortunato fu inviato nel 515 da papa Ormisda a Costantinopoli insieme ad Ennodio di Pavia come legati papali nel tentativo di ricomporre lo scisma acaciano. Elpidio e Leone sono invece menzionati negli epistolari dei papi Pelagio I (556-561) e Gregorio Magno (590-604). Altri vescovi catanesi presero parte ai concili ecumenici del primo millennio (Teodoro al concilio di Nicea del 787 e Eutimio al concilio di Costantinopoli dell'869-870), oppure a sinodi convocati a Roma dai papi (Giorgio nel 679 e Giuliano nel 680); di un buon numero di vescovi catanesi è stato scoperto il sigillo episcopale, databili tra VI e IX secolo, ossia i vescovi Magno, Giovanni, Costantino I, Costantino II e Antonio.
Come attestano le lettere dei papi del VI secolo, fino agli inizi del VII secolo la Sicilia non aveva sedi metropolitane e, benché sottomessa politicamente all'impero bizantino, dipendeva dal punto di vista ecclesiastico dal patriarcato di Roma: di fatto tutte le diocesi siciliane erano suffraganee della diocesi di Roma. Solo dalla prima metà dell'VIII secolo, in seguito alle controversie sull'iconoclastia, la Sicilia fu sottratta dall'imperatore Leone III Isaurico alla giurisdizione di Roma e sottomessa al patriarcato di Costantinopoli (circa 732). In questo contesto Catania assunse ad un ruolo di prestigio, tanto da essere elevata a sede metropolitana, senza suffraganee, così come attestano i sigilli dei metropoliti Costantino II e Antonio, e la Notitia Episcopatuum redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI e databile all'inizio del X secolo.[2] Il primo metropolita fu forse Eutimio e «un riflesso dell'ascesa del prestigio della sede catanese presso la capitale dell'Impero è certamente il culto di Sant'Agata, in onore della quale viene eretta una chiesa a Costantinopoli».[3]
Nell'827 gli Arabi erano sbarcati a Marsala e in pochi decenni conquistarono tutta l'isola; la caduta di Taormina nel 902 portò poco dopo anche alla conquista di Catania; durante l'occupazione araba della Sicilia pochissime sono le informazioni sulla vita delle comunità cristiane e delle strutture ecclesiastiche; tuttavia al sinodo costantinopolitano del febbraio 997 era presente il metropolita catanese Leone.[4]
Nell'XI secolo i Normanni conquistarono la Sicilia e procedettero progressivamente alla restaurazione delle circoscrizioni ecclesiastiche. Catania venne riconquistata nel 1071 e, dopo l'incontro di Troina tra Ruggero e papa Urbano II (1088), il re normanno fondò nel 1091 l'abbazia benedettina di Sant'Agata. L'anno successivo, con bolla data in Anagni il 9 marzo, Urbano II istituì nuovamente la diocesi di Catania, nominando al contempo come primo vescovo Ansgerio, abate di Sant'Agata. Ruggero dotò la chiesa catanese di molti beni e privilegi, e investì il vescovo delle prerogative feudali, con ampi poteri sulla città, il territorio circostante ed il mare, con annesso il diritto di esercitare la giustizia; molti di questi diritti furono aboliti da Federico II nel XIII secolo.
La nuova cattedrale, edificata a fianco dell'abbazia di sant'Agata, fu inaugurata nel 1094; il 17 agosto 1126, secondo la tradizione, essa vide il rientro delle reliquie di sant'Agata, che nel 1040 il generale bizantino Giorgio Maniace aveva messo al sicuro trasferendole a Costantinopoli. Il 4 febbraio 1183 papa Lucio III assegnò Catania alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Monreale, decisione confermata da papa Clemente III il 29 ottobre 1188.
«Due istituzioni ecclesiastiche segnarono la vita della diocesi per diversi secoli».[5] La prima riguarda il capitolo dei canonici della cattedrale, che, fin dalla fondazione della diocesi, era costituito dai monaci benedettini della vicina abbazia di Sant'Agata. Il clero secolare, vistosi espropriato dagli uffici connessi al capitolo, ottenne da papa Eugenio IV nel 1446, l'erezione di un secondo capitolo cittadino, nella chiesa di Santa Maria dell'Elemosina. Non rari furono i conflitti fra i due capitoli, finché il vescovo Nicola Maria Caracciolo ottenne la soppressione del capitolo monastico, che fu secolarizzato[6] da papa Pio V nel 1568.
La seconda istituzione costituisce una particolarità della diocesi etnea. Fin dalla fondazione infatti l'intera diocesi era costituita da una sola parrocchia con sede nella cattedrale, ed il vescovo era l'unico parroco; tutti i preti con cura d'anime erano considerati vicari parrocchiali, con facoltà di amministrare i sacramenti. Questo unicum riuscì a superare anche la ventata riformatrice del concilio di Trento ed arrivare fino al XX secolo; le prime parrocchie furono canonicamente erette solo nel 1919 nei paesi della diocesi e nel 1944 nella città di Catania. Questa situazione tuttavia tornò a vantaggio dell'arcidiocesi, che riuscì a salvarsi dall'incameramento dei beni della mensa arcivescovile previsto dalla legge nº 3838 del 1867 dimostrando che l'arcivescovo era appunto l'unico parroco e che i beni erano quindi annessi alla cura d'anime.[7]
Gli eventi naturali hanno segnato profondamente la vita dell'arcidiocesi. Il terremoto del 1169, che causò la morte di 15.000 persone, uccise anche il vescovo Giovanni Aiello e decine di monaci, che si trovavano all'interno della cattedrale per la celebrazione dei vespri. Le eruzioni dell'Etna hanno periodicamente distrutto molti beni ecclesiastici, e in alcuni casi anche la città episcopale con la colata lavica che raggiunse il mare (nel 1381 e nel 1669). In seguito al terremoto del 1693, l'intera città fu ricostruita e un aiuto notevole arrivò dal vescovo Andrea Riggio e da tutto il clero.
Nella seconda metà del XVI secolo vescovi zelanti operarono per l'attuazione dei decreti del concilio tridentino. Il vescovo Caracciolo convocò il primo sinodo diocesano nel 1565; altri sinodi riformatori furono convocati nel 1622 e nel 1668.[8] Nel 1572 il vescovo Antonio Faraone istituì a Catania il primo seminario siciliano[9][10]. Nel Settecento il vescovo Salvatore Ventimiglia pubblicò un catechismo in siciliano che fu utilizzato fino all'avvento di quello di papa Pio X; e fece installare una tipografia in seminario dove furono stampati il Nuovo Testamento in greco e diverse opere di classici latini e greci.
Nella prima metà dell'Ottocento il territorio della diocesi, che era rimasto immutato dai tempi dei Normanni, fu smembrato a vantaggio dell'erezione della diocesi di Caltagirone nel 1816, delle diocesi di Nicosia e di Piazza Armerina nel 1817, e della diocesi di Acireale nel 1844. Inoltre, altre modifiche territoriali eseguite nel 1844, portarono alla cessione di cinque comuni alle diocesi di Caltagirone e di Nicosia, e all'acquisizione dei comuni di Bronte e Maletto dalla medesima diocesi di Nicosia. Come compenso per la perdita di molti territori, il 4 settembre 1859 papa Pio IX elevò Catania al rango di arcidiocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede, concedendo agli arcivescovi il privilegio del pallio, revocato da papa Paolo VI nel 1978.[11] Il primo arcivescovo è stato Giuseppe Benedetto Dusmet (1867-1894), ultimo abate-vescovo catanese, beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1988. Il successore Giuseppe Francica-Nava de Bontifè (1895-1928) dette alla pastorale della diocesi un'impronta più marcatamente sociale.
Dal 6 al 16 settembre 1959 Catania ospitò il XVI Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Marcello Mimmi.
Nel novembre 1994 l'arcidiocesi ha ricevuto la visita pastorale di papa Giovanni Paolo II.
Il 2 dicembre 2000 l'arcidiocesi è stata elevata al rango di sede metropolitana, con due diocesi suffraganee: Acireale e Caltagirone.
Cronotassi degli arcivescovi
- San Berillo †[12]
- San Severo (o Everio) ? †[13]
- San Serapione † (IV secolo ?)[14]
- San Severino ? †[13][15]
- Fortunato † (menzionato nel 515)
- Elpidio I † (559 - ?)
- Elpidio II ? †[16]
- Leone I † (prima del 591 - dopo il 604)
- Iovino ? †[17]
- Magno † (VI - VII secolo)[18]
- Giovanni † (VII secolo)[18][19]
- Costantino I † (seconda metà del VII secolo)[18]
- Giorgio † (menzionato nel 679)
- Giuliano † (menzionato nel 680)
- San Giacomo ? †[20]
- San Sabino ? †[21]
- San Leone II ? †[22]
- Teodoro † (menzionato nel 787)
- San Severo † (802 - 814)[23]
- Eutimio † (menzionato nell'869/870)
- Teodoro II † (IX secolo)[24]
- Costantino II † (IX secolo)[18]
- Antonio † (IX secolo)[18]
- Leone III † (menzionato nel 997)
- Sede soppressa
- Angerio, O.S.B. † (9 marzo 1092 - 1124)
- Maurizio, O.S.B. † (1125 - 1131)
- Iveno † (1145 - 1155)[25]
- Bernardo † (1156 - 1162) (vescovo eletto)
- Guglielmo di Blois † (1167) (vescovo eletto)
- Giovanni Aiello † (1167 - febbraio 1169 deceduto)
- Anonimo † (menzionato il 4 febbraio 1183)[27]
- Simone, O.S.B. † (prima di aprile 1189 - dopo settembre 1191)
- Leone IV † (menzionato nel 1194)
- Ruggero Orbus , O.S.B.† (prima di aprile 1195 - dopo agosto 1206 deceduto)
- Gualtiero di Pagliara (da Palearia) † (19 dicembre 1207 - dopo novembre 1229 deceduto)
- Heinrich von Bilversheim † (1231 - dopo maggio 1232 dimesso)[28]
- Oddo Capocci † (prima del 7 dicembre 1254 - dopo il 4 luglio 1256 dimesso) (vescovo eletto)[29]
- Sede vacante (ca. 1232-1266)
- Angelo Boccamazza † (prima del 7 luglio 1257 - dopo il 31 marzo 1289)[30]
- Gentile Orsini, O.P. † (1296 - 1303 deceduto)
- Leonardo de Flisco (Fieschi) † (10 gennaio 1304 - 21 marzo 1331 deceduto)
- Nicola † (13 marzo 1332 - ? deceduto)[31]
- Nicola de Grelis, O.S.B. † (24 novembre 1339 - ? deceduto)
- Juan de Luna † (30 maggio 1348 - dopo gennaio 1355 deceduto)
- Marziale, O.S.B. † (4 dicembre 1355 - 1375 deceduto)
- Elie de Vaudron † (14 maggio 1376 - 1378 deposto)
- Simone del Pozzo, O.P. † (16 dicembre 1378 - circa 1398 deceduto)
- Roberto † (circa 1398 - circa 1408)[25]
- Mauro Calì, O.F.M. † (1408 - 1411 deposto)
- Giovanni de Podionucis (Jean de Puinoix), O.P. † (28 febbraio 1418 - 1431 deceduto)
- Giovanni Pesce, O.F.M. † (21 novembre 1431 - 3 febbraio 1447 nominato vescovo titolare di Filippopoli)
- Giovanni de Primis, O.S.B. † (3 febbraio 1447 - 21 gennaio 1449 deceduto)
- Arias de Avalos † (14 febbraio 1449 - 1450 deceduto)
- Guglielmo Bellomo † (2 ottobre 1450 - 1472 deceduto)
- Giuliano della Rovere † (13 gennaio 1473 - 23 maggio 1474 nominato arcivescovo di Avignone, poi eletto papa con il nome di Giulio II)
- Giovanni Gatto † (18 agosto 1475 - 8 febbraio 1479 nominato vescovo di Cefalù)
- Bernardo Margarit † (8 febbraio 1479 - 1486 deceduto)
- Alfonso Carillo de Albornoz † (8 novembre 1486 - 27 giugno 1496 nominato vescovo di Ávila)[33]
- Giovanni Daza (de Hach, de Aza) † (27 giugno 1496 - 14 febbraio 1498 nominato vescovo di Oviedo)
- Francesco De Sprats (des Prades) † (14 febbraio 1498 - 9 febbraio 1500 nominato vescovo di Astorga)[34]
- Diego Ramírez de Guzmán † (26 giugno 1500 - 23 ottobre 1508 deceduto)
- Jaime de Conchillos, O. de M. † (25 febbraio 1509 - 1º ottobre 1512 nominato vescovo di Lérida)
- Gaspare Ponz † (4 aprile 1513 - 14 ottobre 1520 deceduto)
- Matthäus Schiner † (1º novembre 1520 - 30 settembre 1522 deceduto) (amministratore apostolico)
- Pompeo Colonna † (27 febbraio 1523 - 18 gennaio 1524 dimesso) (amministratore apostolico)
- Marino Ascanio Caracciolo † (18 gennaio 1524 - 24 luglio 1524 dimesso)
- Scipione Caracciolo † (24 luglio 1524 - 28 ottobre 1529 deceduto)
- Marino Ascanio Caracciolo † (29 novembre 1529 - 9 marzo 1530 dimesso) (per la seconda volta)
- Luigi (Ludovico) Caracciolo † (9 marzo 1530 - 1º settembre 1536 deceduto)
- Marino Ascanio Caracciolo † (1536 - 8 gennaio 1537 dimesso) (per la terza volta)
- Nicola Maria Caracciolo † (8 gennaio 1537 - 15 maggio 1567 deceduto)
- Antonio Faraone † (9 febbraio 1569 - 29 luglio 1573 deceduto)
- Giovanni de Orosco Arzés † (11 agosto 1574 - 28 marzo 1576 deceduto)
- Vincenzo Cutelli † (11 settembre 1577 - 1589 dimesso)
- Giovanni Corrionero † (2 marzo 1589 - 9 luglio 1592 deceduto)
- Sede vacante (1592-1595)
- Giovanni Domenico o Giandomenico Rebiba † (11 dicembre 1595 - 16 febbraio 1604 deceduto)
- Giovanni Ruiz de Villoslada † (5 dicembre 1605 - 1607 deceduto)
- Bonaventura Secusio, O.F.M. † (10 giugno 1609 - marzo 1618 deceduto)
- Giovanni Torres de Osorio † (19 ottobre 1619 - 29 maggio 1624 nominato vescovo di Oviedo)
- Innocenzo Massimo † (1º luglio 1624 - 1633 deceduto)
- Ottavio Branciforte † (2 marzo 1638 - 14 giugno 1646 deceduto)[35]
- Marco Antonio Gussio † (22 agosto 1650 - luglio 1660 deceduto)
- Camillo Astalli-Pamphilj † (4 luglio 1661 - 21 dicembre 1663 deceduto)
- Michelangelo Bonadies † (22 aprile 1665 - 27 agosto 1686 deceduto)
- Francesco Antonio Carafa † (24 novembre 1687 - 26 agosto 1692 deceduto)
- Andrea Riggio † (9 marzo 1693 - 15 dicembre 1717 deceduto)[36]
- Sede vacante (1717-1721)
- Álvaro Cienfuegos, S.J. † (20 gennaio 1721 - 21 febbraio 1725 nominato arcivescovo di Monreale)
- Alessandro Burgos † (20 febbraio 1726 - 20 luglio 1726 deceduto)
- Raimondo Rubí, O.Cart. † (26 novembre 1727 - 20 gennaio 1729 deceduto)
- Pietro Galletti † (28 novembre 1729 - 6 aprile 1757 deceduto)
- Salvatore Ventimiglia, C.O. † (19 dicembre 1757 - 11 dicembre 1771 dimesso)
- Corrado Maria Deodato de Moncada † (10 maggio 1773 - 23 ottobre 1813 deceduto)
- Sede vacante (1813-1816)
- Gabriele Maria Gravina † (23 settembre 1816 - 24 novembre 1817 nominato arcivescovo titolare di Melitene)
- Salvatore Ferro Berardi † (16 marzo 1818 - 15 dicembre 1819 deceduto)
- Sede vacante (1819-1823)
- Domenico Orlando, O.F.M.Conv. † (24 novembre 1823 - 21 aprile 1839 deceduto)
- Felice Regano † (11 luglio 1839 - 30 marzo 1861 deceduto)
- Sede vacante (1861-1867)
- Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, O.S.B. † (22 febbraio 1867 - 4 aprile 1894 deceduto)
- Giuseppe Francica-Nava de Bontifè † (18 marzo 1895 - 7 dicembre 1928 deceduto)
- Emilio Ferrais † (7 dicembre 1928 succeduto - 23 gennaio 1930 deceduto)
- Carmelo Patané † (7 luglio 1930 - 3 aprile 1952 deceduto)
- Guido Luigi Bentivoglio, O.C.S.O. † (3 aprile 1952 succeduto - 16 luglio 1974 ritirato)
- Domenico Picchinenna † (16 luglio 1974 succeduto - 1º giugno 1988 ritirato)
- Luigi Bommarito (1º giugno 1988 - 7 giugno 2002 ritirato)
- Salvatore Gristina, dal 7 giugno 2002
Santi
Santa patrona
Santi e beati legati all'arcidiocesi
- San Nicolò Politi (Adrano, 1117 - Alcara Li Fusi, 17 agosto 1167), eremita
- Beato Gabriele Allegra (San Giovanni la Punta, 16 dicembre 1907 - Hong Kong, 26 gennaio 1976), frate minore
Vescovi oriundi dell'arcidiocesi
Viventi
- Alfio Rapisarda (Zafferana Etnea, 3 settembre 1933), vescovo titolare di Canne e nunzio apostolico emerito in Portogallo
- Salvatore Pappalardo (Nicolosi, 18 marzo 1945), arcivescovo metropolita di Siracusa
Deceduti
- Antonio Maria Trigona (Catania, 8 settembre 1760 - Messina, 1835)
- Antonio Saverio De Luca (Bronte, 28 ottobre 1805 - Roma, 28 dicembre 1883), vescovo di Aversa, arcivescovo titolare di Tarso, nunzio apostolico in Baviera, nunzio apostolico in Austria-Ungheria, cardinale presbitero dei Santi Quattro Coronati, prefetto della Congregazione dell'Indice, camerlengo del Collegio cardinalizio, cardinale protettore della Pontificia accademia ecclesiastica, cardinale vescovo di Palestrina, cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso, vicecancelliere di Santa Romana Chiesa, prefetto della Congregazione degli Studi
- Mariano Palermo (Maletto, 18 dicembre 1825 - Piazza Armerina, 9 febbraio 1903), vescovo di Lipari e vescovo di Piazza Armerina
- Giuseppe Francica-Nava de Bontifè (Catania, 23 luglio 1846 - Catania, 7 dicembre 1928), vescovo titolare di Alabanda, vescovo ausiliare di Caltanissetta, arcivescovo titolare di Eraclea di Europa, nunzio apostolico in Belgio, arcivescovo di Catania, nunzio apostolico in Spagna, cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo e cardinale protopresbitero
Statistiche
L'arcidiocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 746.549 persone contava 736.700 battezzati, corrispondenti al 98,7% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1949 | 445.000 | 450.000 | 98,9 | 493 | 311 | 182 | 902 | 303 | 911 | 83 | |
1959 | 547.000 | 555.100 | 98,5 | 512 | 300 | 212 | 1.068 | 433 | 1.311 | 111 | |
1969 | ? | 625.379 | ? | 542 | 309 | 233 | ? | 444 | 1.342 | 123 | |
1980 | 668.803 | 672.953 | 99,4 | 527 | 275 | 252 | 1.269 | 335 | 1.172 | 143 | |
1990 | 700.000 | 725.370 | 96,5 | 481 | 249 | 232 | 1.455 | 295 | 1.021 | 148 | |
1999 | 695.000 | 720.198 | 96,5 | 463 | 259 | 204 | 1.501 | 19 | 243 | 838 | 152 |
2000 | 716.000 | 731.056 | 97,9 | 415 | 264 | 151 | 1.725 | 20 | 184 | 573 | 152 |
2001 | 716.000 | 731.056 | 97,9 | 418 | 267 | 151 | 1.712 | 20 | 184 | 573 | 152 |
2002 | 695.000 | 709.682 | 97,9 | 456 | 273 | 183 | 1.524 | 32 | 215 | 631 | 152 |
2003 | 695.000 | 703.946 | 98,7 | 450 | 274 | 176 | 1.544 | 34 | 223 | 658 | 153 |
2004 | 724.332 | 733.656 | 98,7 | 425 | 266 | 159 | 1.704 | 35 | 202 | 709 | 154 |
2006 | 724.886 | 734.218 | 98,7 | 400 | 259 | 141 | 1.812 | 34 | 176 | 991 | 155 |
2013 | 737.000 | 746.999 | 98,7 | 336 | 237 | 99 | 2.193 | 41 | 109 | 379 | 157 |
2016 | 736.700 | 746.549 | 98,7 | 346 | 228 | 118 | 2.129 | 55 | 134 | 358 | 157 |
Note
- ^ Antonino Blandini, San Berillo, Protoepiscopo di Catania, sito web della cattedrale.
- ^ Heinrich Gelzer, Ungedruckte und ungenügend veröffentlichte Texte der Notitiae episcopatuum, in: Abhandlungen der philosophisch-historische classe der bayerische Akademie der Wissenschaften, 1901, p. 558, nº 634.
- ^ Rizzone, op. cit., p. 386.
- ^ Non è chiaro se fosse un vescovo residenziale o se semplicemente titolare.
- ^ Fal sito Beweb.
- ^ Ossia assegnato al clero secolare.
- ^ Maurilio Guasco, Storia del clero in Italia dall'Ottocento a oggi, Bari 1997, pp. 92-93
- ^ L'unico sinodo indetto, dopo quelli "tridentini", fu celebrato solo nel 1918.
- ^ Negli atti conservati nell'Archivio storico del seminario si legge che il seminario di Catania "si stabilì a 18 aprile 15^ indizione 1572, bensì si cominciò a pratticare di fermo dall'anno 1569".
- ^ G. Zito - C. Scalia, Fonti per la storia della diocesi di Catania: l'Archivio storico del Seminario, in Synaxis 1 (1983) pp. 295-313.
- ^ Il pallio fu revocato perché Catania non era una sede metropolitana; oggi, dopo la decisione del 2 dicembre 2000, gli arcivescovi metropoliti di Catania indossano regolarmente il pallio.
- ^ «La tradizione ha identificato il primo vescovo con un certo Berillo, del quale si afferma che nel 42 sia stato ordinato vescovo ad Antiochia da Pietro e da questi appositamente inviato ad evangelizzare Catania. Di lui si fa menzione come protovescovo catanese nella vita di Leone il Taumaturgo dell'VIII secolo, nella Vita di Pancrazio di Taormina, in due testi liturgici del IX secolo (Canoni attribuiti a Teofane Siciliano e a Giuseppe Innografo) che lo esaltavano come primo vescovo petrino. È ormai acquisito che la datazione di Berillo non è sostenibile: sia per la cronologia più accreditata della vita di S. Pietro, sia per le difficoltà interne alla comunità apostolica in merito all'apertura ai pagani. La tradizione su Berillo, di conseguenza, è priva di certezza e si presenta come una ricostruzione agiografica redatta nella Catania di fine sec. VIII e inizio sec. IX, quando ormai la città era pienamente soggetta al patriarcato di Costantinopoli e mirava accreditare, presso le Chiese d'Oriente, la fondazione apostolica della sua Chiesa per ottenere l'elevazione a sede arcivescovile e metropolitana. Tuttavia, alla luce di quanto accaduto per Marciano di Siracusa, storicamente attestato ma non come vescovo ordinato anche lui da Pietro ad Antiochia bensì in un tempo successivo a quello sancito dalla tradizione, e cioè almeno tra il sec. III e il sec. IV, potrebbe non escludersi del tutto la storicità di Berillo.» Testo di Gaetano Zito, Storia delle Chiese di Sicilia, p. 357, citato da Antonino Blandini.
- ^ a b I vescovi Severo (meglio di Everio) e Severino, menzionati nelle cronotassi tradizionali come secondo e quarto tra i vescovi di Catania, non sono documentati storicamente, ma sono noti grazie a testi agiografici dell'VIII-IX secolo; secondo Lanzoni «potrebbero essere una retroproiezione del santo vescovo Severus il cui episcopato si colloca agli inizi del IX secolo» (Rizzone, p. 378).
- ^ Questo santo è menzionato in alcuni manoscritti del martirologio romano il 12 settembre assieme a sant'Euplio.
- ^ Nelle cronotassi tradizionali a Severino succede Donnino, che avrebbe partecipato al concilio di Efeso del 431; in realtà nessun vescovo siciliano prese parte a quel concilio e Donnino era vescovo di Cotieo in Frigia. Per lo stesso motivo è da escludere il vescovo Paolo, che prese parte al concilio di Calcedonia nel 451, e che alcuni autori attribuiscono a Catania; in realtà fu vescovo di Cantano nell'isola di Creta. Lanzoni, Le diocesi d'Italia..., p. 629.
- ^ L'esistenza di questo Elpidio II non è dimostrata, e si basa su un passaggio di una lettera di papa Gregorio I al vescovo Leone, che, correttamente interpretato, non fa di Elpidio l'immediato predecessore di Leone; questo ha portato alcuni autori a prolungare l'episcopato di Elpidio I fino al 590 o a ipotizzare l'esistenza di un Elpidio II. Rizzone, op. cit., pp. 378-379.
- ^ Il nome di Iovino appare in una lettera di papa Gregorio I del 598, ma da nessuna parte è detto che fosse vescovo; di lui si dice che era vir illustris catanensis.
- ^ a b c d e Vescovo noto per la scoperta del suo sigillo vescovile.
- ^ Nelle cronotassi tradizionali, un vescovo catanese di nome Giovanni avrebbe partecipato al concilio lateranense del 649; in realtà la lezione esatta è Ioannes Carinensis, confermata dal testo greco degli atti. Rizzone, op. cit., p. 379.
- ^ Santo dell'epoca iconoclasta. D. G. Lancia di Brolo (Storia della Chiesa in Sicilia, Palermo 1884, II, pp. 207-215) ha dimostrato che questo santo non fu siciliano e che non subì il martirio nell'VIII secolo, e lo ha perciò escluso dalla cronotassi catanese.
- ^ Presunto vescovo, le cui pochissime informazioni sono tratte dalla vita del suo successore san Leone II.
- ^ La biografia romanzata di questo santo mette in dubbio la sua storicità e l'epoca in cui ha vissuto; potrebbe aver vissuto all'epoca degli imperatori Leone III e Costantino V (717-741), oppure Leone IV e Costantino VI (775-797). Secondo A. Acconcia Longo si tratta dello stesso vescovo Leone vissuto ai tempi di papa Gregorio I (I vescovi nell'agiografia italo-greca. Il contributo dell'agiografia alla storia delle diocesi italogreche, in A. Jacob - J.-M. Martin - G. Noyé (ed.), Histoire et culture dans l'Italie Byzantine: Acquis et Nouvelles Recherches, Roma 2006, pp. 133-136).
- ^ Questo vescovo è noto solo per la sua presenza nei menologi greci.
- ^ Vescovo noto per la scoperta del suo sigillo vescovile. Vittorio G. Rizzone, Addenda et corrigenda a «Opus Christi edificabit. Stati e funzioni dei cristiani di Sicilia attraverso l'apporto dell'epigrafia», in Synaxis 24/1 (2016), p. 67.
- ^ a b Giuseppe Rasà Napoli, Guida - e breve illustrazione delle chiese di Catania e sobborghi, a cura di Lucio Cammarata, Catania, Tringale editore, 1984 [1900], pp. 470-474.
- ^ Sul turbolento periodo fra il 1170 e il 1290, vedere Kamp (Kirche und Monarchie...) e Niese (Il Vescovado di Catania...).
- ^ Il Leone III di Ravenna, attestato da antichi cataloghi tra il 1180 e il 1188 ma senza indicazione di una fonte di riferimento, è, secondo Kamp, da escludere dalla cronotassi catanese.
- ^ Nel mese di aprile 1233 la sede era certamente vacante. Heinrich venne eletto vescovo di Bamberga nel 1242.
- ^ Non poté mai prendere possesso della sede catanese e non fu mai consacrato.
- ^ Come il predecessore, anche Angelo Boccamazza non poté andare a Catania e nel 1262 viveva ancora a Roma; quando gli Angioini presero la città, si recò finalmente nella sua sede, dalla quale però dovette fuggire dopo i vespri siciliani. Niese, Il Vescovado di Catania..., p. 98.
Contro il legittimo vescovo Angelo, gli Aragonesi imposero sulla sede catanese una serie di vescovi illegittimi: Giacomo (1282-1283), Ugo (1291), Nicolò Romano (1293), Andrea (1296). - ^ Gams ignora questo vescovo ed inserisce al suo posto il vescovo Angelo Saccano (1331-1332).
- ^ Tra Geraldo Oddone, patriarca titolare di Antiochia, a Juan de Luna, Gams inserisce un vescovo di nome Pietro (1350-1355), assente in Eubel.
- ^ Gams menziona il vescovo Francesco Garsias (1492-1495), che secondo Eubel deve essere eliminato dalla cronotassi di Catania.
- ^ Secondo Eubel, a Francesco De Sprats succedette García de Quijada, vescovo di Guadix; questa nomina per motivi non chiari non ebbe effetto e García de Quijada ritornò alla sede di origine.
- ^ Tra Ottavio Branciforte e Marco Antonio Gussio, Gams inserisce il vescovo Martín de León Cárdenas; secondo Eubel, negli archivi vaticani non esiste alcuna nomina di questo vescovo per Catania.
- ^ Espulso dalla Sicilia nel 1713, visse a Roma, e venne nominato patriarca di Costantinopoli il 13 gennaio 1716, pur mantenendo la cattedra etnea.
Bibliografia
- (LA) Rocco Pirri, Sicilia sacra, vol. I, Palermo 1733, pp. 513–597
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza 1927, pp. 624–629
- Francesco Lanzoni, La prima introduzione del Cristianesimo e dell'Episcopato nella Sicilia e nelle Isole adiacenti, in Archivio storico per la Sicilia orientale, XIV (1917), pp. 66–68
- Hans Niese, Il Vescovado di Catania e gli Hohenstaufen in Sicilia, in Archivio storico per la Sicilia orientale, XII (1915), pp. 74–104
- Gaetano Zito, Storia delle Chiese di Sicilia, Città del Vaticano, 2009, pp. 395–399
- Vincenzio d'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, Napoli 1848, pp. 173–182
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia 1870, vol. XXI, pp. 633–642
- Vittorio Rizzone, Elementi per la ridefinizione della cronotassi dei vescovi di Catania di età paleocristiana e bizantina, in Synaxis 1 (2012), pp. 374–388
- Antonino Blandini, San Berillo, Protoepiscopo di Catania, dal sito web della cattedrale
- (DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, vol. 3, Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194 - 1266; Sizilien, Monaco 1975, pp. 1203–1232
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 944–945
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 176–177; vol. 2, p. 122; vol. 3, p. 159; vol. 4, pp. 141–142; vol. 5, pp. 150–151; vol. 6, p. 156
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Annuario pontificio del 2017 e precedenti, in (EN) David Cheney, Arcidiocesi di Catania, su Catholic-Hierarchy.org.
- Sito ufficiale dell'arcidiocesi
- (EN) Arcidiocesi di Catania, su GCatholic.org.
- Arcidiocesi di Catania su BeWeB - Beni ecclesiastici in web