Repubblica di Genova: differenze tra le versioni
m Annullate le modifiche di 95.237.245.26 (discussione), riportata alla versione precedente di 80.104.33.89 Etichetta: Rollback |
|||
Riga 91: | Riga 91: | ||
== Governo == |
== Governo == |
||
=== Le forme di governo === |
=== Le forme di governo === |
||
{{vedi anche|Podestà della Compagna Communis Ianuensis|Dogi della Repubblica di Genova}} |
{{vedi anche|Consoli della Compagna Communis Ianuensis|Podestà della Compagna Communis Ianuensis|Dogi della Repubblica di Genova}} |
||
La [[storia di Genova]], del [[genovesato]] e della repubblica che ne resse a lungo le sorti, ma anche dei governi che via via si alternarono alla guida della città, per giungere fino al periodo dei [[Dogi della Repubblica di Genova|dogi]], è ripercorribile attraverso il lavoro degli storici che hanno proseguito l'opera di narrazione iniziata alla fine dell'[[XI secolo]] da [[Caffaro di Rustico da Caschifellone|Caffaro da Caschifellone]] (storico ed egli stesso console comunale) con i suoi "[[Annali del Caffaro|annali]]".<ref>Donaver, p. 87</ref> |
La [[storia di Genova]], del [[genovesato]] e della repubblica che ne resse a lungo le sorti, ma anche dei governi che via via si alternarono alla guida della città, per giungere fino al periodo dei [[Dogi della Repubblica di Genova|dogi]], è ripercorribile attraverso il lavoro degli storici che hanno proseguito l'opera di narrazione iniziata alla fine dell'[[XI secolo]] da [[Caffaro di Rustico da Caschifellone|Caffaro da Caschifellone]] (storico ed egli stesso console comunale) con i suoi "[[Annali del Caffaro|annali]]".<ref>Donaver, p. 87</ref> |
||
Versione delle 06:06, 5 feb 2021
Repubblica di Genova | |
---|---|
Dati amministrativi | |
Nome completo | Serenissima Repubblica di Genova |
Nome ufficiale | Res Publica Ianuensis (dizione medievale) Respublica Genuensis (dizione moderna) |
Lingue ufficiali | i documenti ufficiali vennero redatti, nelle diverse epoche, in latino, in genovese e in italiano, mentre a livello orale in sede ufficiale era di uso comune il genovese[1] |
Lingue parlate | genovese, corso, greco (nei territori orientali) |
Capitale | Genova |
Dipendenze | Vari territori attraverso il Mediterraneo e il Mar Nero, tra questi ci sono Corsica, Gorgona, Capraia, Sebastopoli, Cipro, Marchesato di Masone, Chio, Samo, Principato di Monaco, Tabarca. |
Politica | |
Forma di Stato | Repubblica oligarchica |
Doge | 184 dogi della Repubblica |
Organi deliberativi | Maggiore e Minor Consiglio |
Nascita | 1099 con elevazione di Genova a libero comune resosi autonomo dal Sacro Romano Impero |
Causa | Nascita delle Repubbliche marinare |
Fine | 14 giugno 1797[2] con Giacomo Maria Brignole |
Causa | Campagna d'Italia di Napoleone[3] |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Italia: Liguria,[4] Corsica, Oltregiogo, Gorgona, Capraia, Piena, Mentone, Roccabruna, Monaco,[5] Mar Egeo: |
Territorio originale | Liguria |
Massima estensione | 14000 km² circa nel XVI secolo |
Popolazione | 600 000 abitanti circa nel XVI secolo |
Economia | |
Valuta | Lira genovese |
Risorse | Commercio, pesca, sale, vite |
Produzioni | Vetro, oreficeria, armi, cantieristica |
Commerci con | Impero Bizantino, Sacro Romano Impero, Egitto, Siria, Impero ottomano, Francia, Spagna, Inghilterra, India, Stati italiani, Stato Pontificio, Regno di Sicilia |
Esportazioni | Spezie, sale, vetro, tessuti |
Importazioni | Spezie |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Cattolicesimo |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Religioni minoritarie | Ortodossia, ebraismo, islam |
Classi sociali | Patrizi, clero, popolo |
La Repubblica di Genova nel 1789, alla vigilia della Rivoluzione Francese | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Regnum Italicorum |
Succeduto da | Repubblica Ligure Monaco Repubblica Corsa |
Ora parte di | Italia Francia Tunisia Grecia Ucraina Russia Turchia Monaco Romania Libano |
«Respublica superiorem non recognoscens»
«La repubblica non riconosce (alcun) superiore»
La Repubblica di Genova (Repúbrica de Zêna, /ɾe'pybɾika de 'ze:na/ in genovese, Res publica Genuensis o Ianuensis in latino; ufficialmente dal 1528 Compagna Communis Ianuensis e fino al 1580 Serenissima Repubblica di Genova) fu uno Stato dell'Europa meridionale esistente dal 1099, quando si rese autonoma anche sul piano formale dal Sacro Romano Impero, al gennaio del 1815, allorché, conclusa la parentesi rivoluzionaria della Repubblica Ligure e la temporanea ricostituzione con la caduta di Napoleone I, perse definitivamente la propria indipendenza con l'annessione al Regno di Sardegna.[6]
Genova si scontrò vittoriosamente con la Repubblica di Pisa nella battaglia della Meloria nel 1284 per il predominio sul mar Tirreno e fu eterna rivale di Venezia nella spartizione del Mediterraneo; fu una celebrata repubblica marinara ed oggi il suo stemma è raffigurato nella bandiera della Marina Italiana.
Conosciuta anche con gli appellativi de la Superba, la Dominante, la Dominante dei mari, la Repubblica dei magnifici, durante il basso Medioevo fu una delle principali potenze commerciali del mar Mediterraneo e del Mar Nero, mentre fra XVI e XVII secolo rappresentò uno dei maggiori poli finanziari d'Europa.
Storia
Dalla "Compagna Communis" ai dogi perpetui
Genova cominciò a rendersi autonoma dal Sacro Romano Impero intorno al 1096, come libero Comune, partecipando poi alla prima crociata (avendo la concessione dell'uso della croce rossa nello stemma).
Inizialmente chiamata Compagna Communis, la denominazione "repubblica" fu ufficializzata solamente nel 1528 per iniziativa dell'ammiraglio Andrea Doria. Il suo territorio fu quindi amministrato fin dal Medioevo da consoli, podestà e capitani del popolo, dal 1099 al 1339, che costituiranno le prime "versioni" statali e repubblicane: la prima, la seconda e la terza repubblica.[7]
Al crescere di una sempre più potente repubblica marinara, però, si contrapposero nella gestione politica cittadina momenti di tensione, scontri e "voglia di potere" delle più influenti famiglie genovesi, ulteriormente divise tra fazioni guelfe, ghibelline.
Tra le casate nobiliari che di fatto si spartirono l'autorità cittadina in epoca medievale figurarono gli Adorno, i Fregoso, i Guarco, i Montaldo, i Doria, gli Spinola, i Fieschi, i Grimaldi e i Lomellini.[8]
Solamente nel XIV secolo nella repubblica di Genova fu attuata una riforma governativa di tipo oligarchico - la cosiddetta "quarta repubblica" - che con i primi dogi eletti a vita (il primo fu, il 23 settembre 1339, Simone Boccanegra) s'alternarono anche interessi verso il ducato di Milano (ai Visconti prima e agli Sforza poi) e ai sovrani francesi Carlo VI, Carlo VII, Luigi XII e Francesco I.
In queste fasi storiche - dove, di fatto, le dedizioni della repubblica si trasformarono politicamente in vere e proprie dominazioni straniere pur conservando una debole autonomia territoriale - alla guida dello Stato subentrarono governatori e luogotenenti in maggioranza non liguri, ma anche genovesi con le nomine di quegli esponenti nobiliari considerati "vicini" alla potestà vigente, addirittura ex dogi a vita che per "responsabilità di stato" o per ambizione personale scelsero di rinunciare al loro dogato e di fatto consegnare più volte la repubblica ai menzionati Stati; una caratteristica che legò tre dogi della famiglia Adorno (Antoniotto I, Antoniotto II e Prospero) e due Fregoso (Paolo e Ottaviano).[9]
Le riforme del 1528, del 1576 e i dogi biennali
Fu l'ammiraglio onegliese Andrea Doria a dare una svolta politica e storica con un radicale cambiamento della struttura di uno Stato che, dopo l'ennesima sottomissione alla Francia, nel 1528 conobbe una nuova indipendenza e soprattutto stabilità con l'accordo delle 250 famiglie più potenti della repubblica.[10]
La "riforma nuova" del 1528 aumentò a 28 il numero degli "alberghi nobiliari" con l'ingresso di nuove casate genovesi affiliate, alle più importanti e storiche stirpi, causa della doppia denominazione del cognome di molti dogi; l'istituzione del maggior e minor consiglio della repubblica (il maggior, detto anche gran consiglio era quello che, di fatto, eleggeva il nuovo doge tramite votazione a maggioranza tra una rosa di candidati) con un nuovo sistema di elezione e di alternanza dei vari membri dei due consigli (la nota estrazione a sorte tramite bussolotti); nascita, revisione e ruoli di alcune figure istituzionali quali senatori, procuratori e supremi sindacatori utili sia alla "macchina dello stato" che per il lavoro amministrativo e legislativo del doge. Altra importante riforma, oltre all'elezione dogale, fu quella del mandato che da perpetuo divenne biennale: un nuovo sistema aristocratico e dell'alternanza tra le due principali nobiltà "vecchia" e "nuova" che fu alla base della "quinta repubblica", l'ultima.[11]
Successive riforme nel 1547 (dopo la congiura dei Fieschi) e nel 1576 porteranno a minori modifiche dell'istituzione dogale (l'alternanza e il mandato biennale furono però mantenuti) che accompagnarono nei due secoli successivi una repubblica di Genova al suo massimo splendore, in un clima politico interno equilibrato; meno stabile, invece, quello di politica estera (gli scontri bellici con il ducato di Savoia nel corso del Seicento, il bombardamento navale francese del 1684 e i moti rivoluzionari legati alla guerra di successione austriaca della prima metà del Settecento), al fine di conseguire neutralità e indipendenza economica rispetto alle due maggiori potenze europee quali la Francia e la Spagna.[12]
Durante la guerra di successione austriaca il 5 dicembre 1746 scoppiò la rivolta di Genova nel quartiere di Portoria dove i cittadini genovesi, insorsero contro gli austriaci liberando la città dopo giorni di combattimenti. L'evento è noto anche grazie all'azione del giovane Balilla che per primo, con il lancio di pietre, si oppose agli austriaci.
La caduta nel 1797 e la breve rinascita del 1814
Già nel 1794-1795 gli echi rivoluzionari provenienti dalla Francia giunsero a Genova, anche grazie a propagandisti e fuoriusciti genovesi riparati nel vicino Stato d'oltralpe, e proprio nel 1794 fu sventata una cospirazione contro la classe dirigente aristocratica e ancora oligarchica che, di fatto, già si preparava nei palazzi genovesi del potere. Fu però nel maggio del 1797 che l'intento dei giacobini genovesi e di cittadini francesi di rovesciare il governo del doge Giacomo Maria Brignole prese corpo dando vita nelle strade ad una guerra fratricida tra oppositori e sostenitori popolari al sistema dogale vigente.[13]
Il diretto intervento del generale Napoleone Bonaparte (durante la Campagna d'Italia) e dei suoi rappresentanti a Genova fu l'atto finale che portò alla caduta della Repubblica nei primi giorni di giugno e alla nascita della Repubblica ligure dal 14 giugno 1797. Quest'ultima, nel giugno 1805, passò sotto il napoleonico Primo Impero francese.
Con la caduta dell'imperatore corso, e il successivo Congresso di Vienna, Genova riconquistò un'effimera indipendenza, col nome di Repubblica genovese, durata meno di un anno. Il congresso stabilì l'annessione dei territori - e quindi della Liguria intera con l'Oltregiogo e l'isola di Capraia - al regno di Sardegna, governato dalla casata reale dei Savoia contravvenendo al principio di restaurare i legittimi governi e le monarchie precedenti al periodo napoleonico.[14]
Governo
Le forme di governo
La storia di Genova, del genovesato e della repubblica che ne resse a lungo le sorti, ma anche dei governi che via via si alternarono alla guida della città, per giungere fino al periodo dei dogi, è ripercorribile attraverso il lavoro degli storici che hanno proseguito l'opera di narrazione iniziata alla fine dell'XI secolo da Caffaro da Caschifellone (storico ed egli stesso console comunale) con i suoi "annali".[15]
Aveva avuto, altresì, l'opportunità di scrivere Matteo Senarega (doge dal 1595 al 1597) nel Discorso sopra la Città e la Repubblica di Genova:[16]
«Non appartiene a nessun dei tre governi buoni, né ai tre cattivi, notati da Aristotele; bensì è un miscuglio di questi; non è democrazia in alcuna maniera, poiché il popolo non vi governa; non è aristocrazia, poiché tutti gli ascritti, cioè gli ottimati, vi governano; licenza non può chiamarsi perché del popolo si fa severa giustizia.»
Suddividendo l'epoca storica della repubblica di Genova in cinque distinti periodi si hanno così: una prima Repubblica, detta dei Consoli; una seconda, dei Podestà; una terza, dei Capitani del Popolo; una quarta, dei dogi a vita; una quinta, dei dogi eletti con carica biennale.
La repubblica consolare fu, sostanzialmente, di forma democratica, mentre quelle dei podestà e dei capitani del popolo restaurarono in maniera forte il rapporto, spesso conflittuale, fra autorità e libertà; i dogi perpetui dal canto loro si proclamarono popolari, pur sconfinando talvolta nell'oligarchia; infine la quinta repubblica fu istituzionalmente aristocratica. Per consuetudine, a Genova i prelati non potevano assumere cariche pubbliche.[17]
Questa, in ordine cronologico, la sequenza delle cariche:
Periodo | Forma di governo | Note |
---|---|---|
1099-1129 | Consoli | Riunivano le cariche dello Stato e dei Placiti |
1130-1216 | Podestà e/o Consoli dei Placiti | cariche separate |
1217-1311 | Podestà, Capitano o Capitani del popolo | |
1311-1314 | Vicari dell'imperatore Enrico VII | |
1314-1317 | Podestà | l'ultimo Podestà non genovese è Zambellino di Bernardo, bresciano |
1317-1318 | Due capitani del Popolo | Diarchia |
1318-1335 | Vicari del re Roberto di Napoli | |
1335-1339 | Due capitani del Popolo | Diarchia |
1339-1528 | Dogi con carica a vita | il primo è Simone Boccanegra |
1528-1797 | Dogi con carica biennale |
Fino al 1797 la repubblica fu governata da dogi e governatori (nei periodi di assoggettamento a Stati esteri, come le cosiddette "dedizioni"). La repubblica ricostituita il 26 aprile 1814, dopo la repubblica ligure e il dominio napoleonico, e durata fino al 7 gennaio 1815, ebbe come presidente del governo provvisorio Girolamo Serra.[18]
Le istituzioni di governo
Principali famiglie aristocratiche
Nei primi due secoli dall'istituzione a Genova del dogato a vita furono soprattutto le famiglie degli Adorno e dei Campofregoso a disputarsi la carica (gli Adorno ebbero sette dogi e i Campofregoso dieci).
Dopo la riforma del 1528, tra i settantanove "Dogi biennali" che salirono al potere, molti furono eletti tra un ristretto numero di nobili casate della città organizzate in 28 "alberghi", in particolare:
- Le famiglie Grimaldi e Spinola videro eletti undici dogi ciascuna.
- La famiglia Durazzo ebbe otto dogi.
- Le famiglie De Franchi, Giustiniani e Lomellini ebbero sette dogi ciascuna.
- Le famiglie Centurione e Doria ebbero sei dogi ciascuna.
- Le famiglie Cattaneo e Gentile ebbero cinque dogi ciascuna.
- La famiglia Brignole ebbe quattro dogi, che però cumularono cinque mandati biennali (infatti Giacomo Maria Brignole fu l'unico doge ad essere eletto due volte e fu l'ultimo nella storia di Genova).
- Le famiglie De Mari, Imperiale, Invrea e Negrone ebbero quattro dogi ciascuna.
- Le famiglie Pallavicini e Sauli tre dogi.
- Le famiglie Balbi, Cambiaso, Chiavari, Della Torre, Lercari, Pinelli, Promontorio, Veneroso, Viale e Zoagli ebbero due dogi ciascuna.
- Infine un solo doge fu eletto tra i membri di ciascuna delle seguenti casate: Assereto, Ayroli, Canevaro, Chiavica Cibo, Clavarezza, Da Passano, De Ferrari, De Fornari, De Marini, Della Rovere, Di Negro, Ferreti, Franzoni, Frugoni, Garbarino, Giudice Calvi, Odone, Saluzzo, Senarega, Vacca (Vaccari) e Vivaldi.
Altre influenti prosapie della repubblica di Genova furono quella dei Fieschi (che furono conti di Lavagna e diedero alla Chiesa due Papi: Innocenzo IV e Adriano V) e quella dei Gattilusio, che furono signori di numerose terre nel mar Egeo (Lemno, Lesbo, Eno, Samotracia).
L'organizzazione territoriale
La repubblica di Genova, nel corso della sua storia, estese il proprio dominio diretto nei seguenti territori: Liguria e alcune zone limitrofe (tra le quali in particolare l'Oltregiogo), Corsica, Gorgona, Capraia, Cipro, Chio, Samo, Galata a Costantinopoli, Sebastopoli, Cembalo, Soldaia, Tana, Caffa in Crimea e Tabarca in Tunisia. Nella zona ligure vigeva un ordinamento non centralizzato.[19]
Ripartizione amministrativa
Nell'ultima fase della sua indipendenza lo stato dogale era costituito da gran parte dell'attuale Liguria.
Amministrativamente il dominio genovese era suddiviso in:[20]
Terraferma
- Marittima:
- città di Genova, governi di Val di Bisagno e di Val Polcevera (Rivarolo)
- Riviera di Levante: governi di Chiavari, della Spezia, Sarzana; capitaneati di Rapallo, Recco, Sestri, Lerici: podestarie di Castiglione di Chiavari, Neirone-Roccatagliata, Varese Ligure, Godano, Brugnato; vicariato di Montoggio
- Riviera di Ponente: governo di Sestri Ponente; capitaneati di Savona, Ventimiglia, Pieve di Teco: commissariati di Zuccarello, Albenga; podestarie di Alassio, Vado, Pietra Ligure, Varazze, Stella, Diano, Pegli, Lingueglietta, Cervo, Andora, Taggia, Ceriana, Triora; vicariati di Sanremo, Magnifica Comunità degli Otto Luoghi (Bordighera, Borghetto San Nicolò, Camporosso, San Biagio, Sasso, Soldano, Vallebona e Vallecrosia), Porto Maurizio: castellanie e consolati di Casanova, Vellego, Bussana, Santo Stefano, La Viozenna, Onzo, Penna, Mendatica, Cosio, Pornassio
- Paesi d'Oltregioghi: governo di Novi; capitaneati di Ovada, Gavi; podestarie di Sassello, Parodi, Voltaggio e Fiaccone
- Marchesato di Busalla, marchesato e feudo imperiale ceduto dagli Spinola nel 1728 (enclave)
- Marchesato di Castellaro e Pompeiana con Terzorio, feudo concesso ai Gentile
- Marchesato di Finale (1713), infeudato alla Repubblica di Genova, con le podestarie di Finale, Calizzano, Carcare (enclave)
- Marchesato di Masone, dal 1343 alla Repubblica di Genova che lo infeudò prima ai Lomellino, poi agli Spinola e infine ai Pallavicini (enclave)
Paesi d'oltremare
- Capraia nell'Arcipelago Toscano: capitaneato con sede nel Castello San Giorgio
- Corsica dal 1481, ceduta nel 1768 alla Francia con il Trattato di Versailles, suddivisa in 10 Giurisdizioni e 4 feudi:
- Banda di Fuori o Pomonte con Aiaccio, Calvi, Sagona, Bonifacio, Bastelica, Isola Rossa
- Banda di Dentro o Cismonte con Bastia, San Fiorenzo, Cervione, Porto Vecchio, Aleria, Corte
- Tabarca: base per la raccolta del corallo dal 1540 e abbandonata al Bey di Tunisi nel 1756
Protettorati
- Contea di Airole, dal 1490 ai conti Lascaris di Ventimiglia all'interno del Capitaneato di Ventimiglia
- Signoria di Cantalupo, feudo degli Spinola fino al 1518, venne poi concesso ai Botta Adorno
- Signoria di Olivetta, all'interno della Castellania di Penna, concessa ai vescovi di Grasse a titolo personale
Enclave
- Albera, signoria abbaziale autonoma
- Arnasco e Stellanello, signoria dei Del Carretto, ai Savoia dal 1738
- Balestrino, con Bardineto e Carpe, signoria dei Del Carretto fino al 1757
- Campofreddo, marchesato e feudo imperiale degli Spinola di Luccoli
- Carrosio, feudo degli Spinola, dal 1738 ai Savoia
- Croce de' Fieschi e Vobbia, marchesato e feudo imperiale dei Fieschi
- Dolceacqua, marchesato e feudo imperiale dei Doria; in seguito alleato dei Savoia
- Contea di Loano, sotto i Doria; poi ai Savoia dal 1770
- Repubblica di Noli, indipendente e alleata
- Principato di Oneglia, possedimento dei Doria fino al 1576, poi appartenente ai Savoia
- Savignone e Casella, marchesato e feudo imperiale dei Fieschi
- Perinaldo e Seborga feudi imperiali dei Doria; nel 1729 Seborga venne acquistata dai Savoia
- Marchesato di Torriglia, feudo imperiale dei Doria
Ordini equestri
- Ordine di San Giorgio (1453)
Diocesi cattoliche
La religione cattolica come negli altri stati italiani era predominante e conseguentemente il territorio della repubblica era suddiviso in varie diocesi:
- Accia (Corsica): fondata nel IX secolo fu assorbita da quella di Mariana nel 1563 con sede a Bastia
- Ajaccio (Corsica): fondata nel IV secolo, dal 1801 fu l'unica diocesi rimasta dell'isola
- Albenga: fondata nel 120 d.C., era suffraganea di Genova, ma dipendeva politicamente dal 1625 dai Savoia
- Aleria (Corsica): costituita dal 540 al 1801, dal 1764 dipese dall'arcivescovato di Limoges
- Brugnato: istituita dal 1133 al 1820, unita dal 1380 a quella di Luni-Sarzana, fu suffraganea di Genova
- Genova: fondata nel I secolo, dal 19 marzo 1133 fu elevata ad arcivescovato, avente come suffraganee Albenga, Mariana, Nebbio, Aiaccio, Bobbio, Brugnato, Luni, Savona, Noli, Tortona, Ventimiglia
- Luni-Sarzana: istituita nel 1465, dal 1820 assorbì Brugnato
- Mariana e Accia (Corsica): unite nel 1563 con sede a Bastia, furono soppresse nel 1801
- Nebbio (Corsica): istituita dal XII secolo al 1801
- Noli: fondata nel 1239, fu unita a Brugnato fin al 1245 poi autonoma fino al 1820 quando fu unita a quella di Savona.ì
- Sagona (Corsica): istituita nel II secolo, ebbe come sede Calvi fino alla soppressione del 1801; fu suffraganea di Genova fino al 1763.ì
- Sarzana: istituita nel XIII secolo con Luni, fu unita a Brugnato nel 1820.ì
- Savona: dall'XI secolo fu la nuova sede dell'antica diocesi di Vado.ì
- Ventimiglia: fondata nel VII secolo, fu suffraganea di Milano fino al 1797
Note
- ^ L'uso del genovese quale lingua ufficiale della cancelleria a fianco al latino venne intrapreso fra XIV e XV secolo; a partire dalla metà di quest'ultimo secolo cominciano a farsi via via più profonde, all'interno dei testi scritti, le infiltrazioni provenienti dall'area centroitaliana. A questo proposito cfr. soprattutto Fiorenzo Toso, Storia linguistica della Liguria, Le Mani, Recco 1995, ma anche Fiorenzo Toso, La letteratura ligure in genovese e nei dialetti locali, Le Mani, Recco 2009, 7 voll.
- ^ Il 7 gennaio 1815 terminò il Governo provvisorio genovese di Girolamo Serra sotto il controllo inglese.
- ^ La definitiva soppressione dello Stato fu decisa dal Congresso di Vienna.
- ^ Il marchesato di Finale fu acquistato nel 1713 ma formalmente rimase autonomo fino al 1797, venendo incluso nello Stato ligure solo nel 1814; la contea di Loano era un feudo dalla famiglia genovese Doria annesso solo nel 1814.
- ^ Poi governato dalla famiglia genovese Grimaldi e divenuto autonomo.
- ^ Benvenuti, p. 6
- ^ Benvenuti, p. 8
- ^ Donaver, p. 15
- ^ Donaver, p. 41
- ^ Donaver, p. 43
- ^ Repubblica di Genova, p. 42
- ^ Costantini, p. 36
- ^ Costantini, p. 40
- ^ Benvenuti, p. 120
- ^ Donaver, p. 87
- ^ Donaver, p. 88
- ^ Repubblica di Genova, p. 77
- ^ Costantini, p. 86
- ^ Costantini, p. 90
- ^ Donaver, p. 120
Bibliografia
- AA. VV., Repubblica di Genova, Franco Maria Ricci, Milano 1999.
- Gino Benvenuti, Storia della repubblica di Genova, Mursia, Milano 1977.
- Claudio Costantini, La repubblica di Genova, UTET, Torino 1988.
- Federico Donaver, La storia della repubblica di Genova, Mondani, Genova 1975.
- Riferimenti bibliografici su Google-libri
Voci correlate
- Il Porto Pisano sul Don
- Griphus ut has angit, sic hostes Ianua frangit
- Genovino
- Compagna Communis
- Banco di San Giorgio
- Palazzo Ducale (Genova)
- Repubbliche Marinare
- Dominazione milanese in Corsica
- Marco Federici
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina sulla Repubblica di Genova
- Wikiquote contiene citazioni sulla Repubblica di Genova
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Repubblica di Genova
Controllo di autorità | VIAF (EN) 134514056 · GND (DE) 4020185-5 · BNF (FR) cb11931556q (data) |
---|