Signoria di Carpi
Signoria di Carpi | ||
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Dati amministrativi | ||
Lingue parlate | Lombardo, volgare, latino, italiano | |
Capitale | Carpi | |
Dipendente da | Sacro Romano Impero | |
Politica | ||
Forma di governo | Monarchia (signoria sovrana) | |
Nascita | 1336 con Manfredo I Pio | |
Causa | Fine del dominio dei Bonacolsi e investitura a Manfredo I da parte dell'imperatore Ludovico IV il Bavaro | |
Fine | 1527 con Alberto III Pio | |
Causa | Vendita della signoria al ducato di Ferrara | |
Territorio e popolazione | ||
Massima estensione | 132 km² circa nel XVI secolo | |
Popolazione | 5000 abitanti circa nel XVI secolo | |
Economia | ||
Valuta | estense | |
Risorse | Agricoltura, allevamento | |
Commerci con | Stati limitrofi | |
Religione e società | ||
Religioni preminenti | Cattolicesimo | |
Classi sociali | Nobiltà, clero, popolo | |
Evoluzione storica | ||
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La signoria di Carpi (o signoria dei Pio) fu un'entità territoriale sovrana dell'Italia medievale e del Rinascimento esistita dal 1336 al 1527.
Comprendeva, oltre a Carpi, le seguenti località: Budrione, Cortile, Fossoli, Gargallo, Migliarina, Santa Croce, San Marino, San Martino Secchia. Confinava: a nord con il marchesato di Mantova, a sud con il ducato di Ferrara, ad est con la signoria di Mirandola e ad ovest con la contea di Correggio. I signori risiedevano nel castello dei Pio, a Carpi, e avevano come luogo di sepoltura la chiesa della Sagra.[1]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Agli inizi del XIV secolo Carpi dipendeva dalla famiglia d'Este. Modena fu dal 1311 nelle mani dei ghibellini. Francesco I Pico della Mirandola venne nominato in quell'anno vicario imperiale della città. Fu sconfitto e catturato a Baggiovara l'8 luglio 1312 dai bolognesi, alleati dei guelfi esuli da Modena. La fazione ghibellina presente nel borgo si affrettò, poi, a nominare il 24 luglio Rinaldo dei Bonacolsi (detto Passerino), vicario imperiale di Mantova, come signore di Carpi, per evitare che i guelfi riprendessero il potere.[2]
Scacciati in modo definitivo i Bonacolsi il territorio carpigiano raggiunse l'indipendenza con Manfredo I Pio che, nel 1336, ricevette l'investitura imperiale da Ludovico IV: le lotte esterne, tuttavia, proseguirono e le condizioni di vita del popolo non migliorarono, anche per la rivalità tra i Pio e gli Estensi che miravano ad annettersi la signoria. Manfredo amministrò bene Carpi ed ebbe rapporti con artisti e poeti, come Francesco Petrarca.[3]
Per Carpi il dominio del suo primo signore e del figlio Galasso I fu sempre ricordato come un periodo tranquillo e fiorente. Con la scomparsa di Galasso ebbero inizio le gravi controversie civili e interne nella famiglia reggente, dato che i suoi eredi erano ben sei fratelli. Dopo estenuanti lotte soltanto Giberto I e Marsiglio I conquistarono il riconoscimento ufficiale di signori di Carpi. L'unico ad avere prole fu Giberto e i suoi figli si comportarono correttamente. Marco I, al contrario, fu un uomo autoritario ed efferato. I sette eredi di Galasso III, inoltre, furono accusati di aver architettato un complotto ai danni del duca di Ferrara Borso d'Este che ordinò la decapitazione di due di loro, Gian Lodovico e Gian Marco.[4]
Ulteriori intrighi furono orditi da Marco II e da Giberto II per escludere dalla successione i giovani figli di Lionello I, Alberto III e Lionello II. Aiutato dalla madre Caterina Pico, dall'illustre zio Giovanni Pico della Mirandola e dal suo istitutore Aldo Manuzio, Alberto poté eludere le macchinazioni dei parenti e rimase unico signore, coadiuvato dal fratello minore.[5]
Alberto III governò con prudenza e attenzione nei confronti delle necessità dei sudditi. A proposito degli affari esteri, si barcamenò tra il regno di Francia e l'impero, ma, infine, decise di far accedere in Carpi l'esercito di Francesco I, sancendo così la fine della signoria e della casata.[6]
Nel 1525, infatti, i francesi furono sconfitti nella battaglia di Pavia e Alberto perse la sovranità: gli spagnoli si impadronirono di Carpi e due anni dopo alienarono il territorio al duca di Ferrara Alfonso I d'Este.[7]
Signori di Carpi (1336–1525)[modifica | modifica wikitesto]
Sovrano (nascita–morte) |
Immagine | Stemma | Regno (dal–al) |
Matrimonio & Discendenza |
Diritto di successione | Annotazioni | N. | |
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1 | Manfredo I Pio (...–1348) |
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1336 | Fiandrina de' Bocchi 1 figlio e 1 figlia |
Nel 1336 riceve l'investitura imperiale dall'imperatore Ludovico il Bavaro | [8] | ||
1348 | ||||||||
2 | Galasso I Pio (...–1367) |
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1348 | Beatrice da Correggio 6 figli e 1 figlia |
Figlio del precedente, Manfredo I Pio | |||
1367 | ||||||||
3 | Marsiglio I Pio (...–1384) |
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1367 | – 1 figlio illegittimo |
Figlio del precedente, Galasso I Pio | Al potere insieme al fratello Giberto I dal 1367 al 1384, anno della sua stessa morte;. | ||
1384 | ||||||||
4 | Giberto I Pio (...–1389) |
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1367 | (1) Bianca Casati (2) Bianca Fieschi ebbe dalle mogli 4 figli e 2 figlie |
Figlio di precedente, Galasso I Pio | Al potere insieme al fratello Marsiglio I dal 1367 al 1384, anno della morte di quest'ultimo | ||
1389 | ||||||||
5 | Marco I Pio (...–1418) |
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1389 | Taddea de' Roberti 4 figli e 7 figlie |
Figlio del precedente, Giberto I Pio | Ottenne i feudi di Novi, Marano, Spezzano, Formigine, Soliera, Brandola; occupo militarmente i castelli di Spezzano e Formigine, | ||
1418 | ||||||||
6 | Alberto I Pio (...–1463) |
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1418 | Camilla Contrari 2 figli e 1 figlia |
Figlio del precedente, Marco I Pio | Ebbe dal duca Ludovico di Savoia, con lettere patenti del 27 gennaio 1450, il privilegio di aggiungere il cognome Savoia al suo, come ricompensa per i suoi servigi militari[9] | ||
1463 | ||||||||
7 | Lionello I Pio di Savoia (c.1440–1480) |
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1463 | Caterina Pico 2 figli e 1 figlia + 2 figli illegittimi |
Figlio del precedente, Alberto I Pio | Signore di Carpi, Verrucchio, Meldola e Sarsina | ||
1480 | ||||||||
8 | Alberto III Pio di Savoia (1475–1531) |
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1480 | Cecilia Orsini 2 figlie e 1 figlio |
Figlio del precedente, Lionello I Pio di Savoia | Nel 1494 nacque un conflitto per Carpi col cugino Giberto II, che venne risolto nel 1499 dal duca Ercole I d'Este che fece rinunciare le pretese di Giberto in cambio di altre terre, tra cui Sassuolo: nacque così la linea Pio dei Signori di Sassuolo. | |
1525 (deposizione) | ||||||||
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Mario Cassoli, Carpi: gli uomini e le opere nel tempo, Il Portico, Carpi 1973.
- H. Semper-F.O. Schulze-W. Barth, Carpi una sede principesca del Rinascimento, ETS, Pisa 1999.
- Elena Svalduz, Da Castello a città. Carpi e Alberto Pio, Officina, Roma 2001.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Lombardia Beni Culturali, famiglia Pio di Savoia (sec. XII - sec. XX?), su lombardiabeniculturali.it.