Albergo dei Nobili

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Albergo è il nome usato nel periodo medievale per indicare una consorteria di famiglie nobili, legate da vincoli di sangue o da comuni interessi economici, spesso abitanti in palazzi vicini. L'istituzione degli "alberghi" è caratteristica di Liguria (Repubblica di Genova) e Piemonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le città in cui la formula dell'Albergo era presente furono Chieri (la prima ad inizio Duecento), Genova, Asti, Savigliano, Borgo Sansepolcro; ne viene fatta menzione anche a Milano, Torino e Moncalieri (statuti del 1378).

L'istituzione, a un tempo sociale e politica, fu comunque tipica di Genova e quindi della repubblica genovese.

Gli Alberghi erano essenzialmente aggregati di famiglie, come già le Compagnae che avevano costituito a Genova il primo Libero Comune della penisola. Essi erano sorti in età consolare con i seguenti obiettivi: conciliare vertenze e liti tra quanti ne facevano parte, aiutarne materialmente i membri (ed anche, in generale, i cittadini in difficoltà economiche), difenderli da chiunque si muovesse ad offenderli, perpetuarne il nome e la tradizione, sempre nel superiore interesse della città e della repubblica. Un caso a parte è costituito dalla famiglia Giustiniani che nacque nel 1347 nell'ottica tutta particolare (e genovese) di un consorzio di famiglie legate da rapporti di affari nella Maona di Chio che si strinsero ancor più con le unioni familiari.

Le famiglie che entravano in un Albergo assumevano il cognome dell'Albergo, che spesso coincideva con quello della famiglia più potente (come Grimaldi o Doria). Il cognome originario poteva essere mantenuto accanto a quello dell'Albergo di appartenenza dando vita così ad illustri dinastie come i Cattaneo Della Volta, i Giustiniani Longo, i Lercari Parodi, i Di Negro Pasqua eccetera.

Le prime notizie sugli Alberghi genovesi risalgono al 1383, come si legge negli Annali di Giorgio Stella e in quelli di Agostino Giustiniani, in occasione dell'incoronazione in Genova di Giacomo di Lusignano a re di Cipro da parte del doge Leonardo Montaldo (ottenendo in cambio, per Genova, la città e il porto di Famagosta, oltre a due leghe di territorio all'intorno).

Si ignora il numero esatto degli Alberghi: nell'età comunale erano originariamente oltre 100, ma una nota dell'anno 1414 ne elencava solo 74. Il numero continuò a ridursi per aggregazioni successive scendendo a 40 nel 1450 e a 31 nel 1500[1].

Dopo la rivolta antifrancese del 1528 promossa da Andrea Doria ed appoggiata dalla Spagna di Carlo V, l'istituto acquistò un nuovo significato, diventando il cardine dell'organizzazione politica della repubblica oligarchica. Le famiglie dotate di diritti politici furono raggruppate in 28 Alberghi, stabilendo che soltanto le famiglie che risalivano all'età feudale e consolare potevano dare il proprio nome a un albergo. Gli alberghi doriani non furono, dunque, aggregazioni volontarie, ma divisioni politiche di diritto pubblico.

Il 10 marzo 1576 nella chiesa di S. Croce in Genova vennero pubblicate le nuove leggi della Repubblica, che abolirono l'istituto degli Alberghi, e le famiglie nobili ripresero il loro cognome originale, utilizzandolo anche per iscriversi nel Libro d'oro della nobiltà, ovvero al Liber aureus nobilitatis Janue già voluto da Andrea Doria nel 1528.

I 28 Alberghi di Genova nel 1528[modifica | modifica wikitesto]

Le famiglie che diedero il loro nome agli alberghi seguite dalle principali famiglie aggregate sono (in ordine di precedenza)[2]:

Albergo Famiglie aggregate Stemma
I. Spinola Baliani, Anselmi,Ardizzone, Baione, De Benedetti, Biscia, Campi, Caneto, Castagnola, Carretto, Celesia, Costa,Dentuto, Dughi, Fava, Ferro, Franzone, Garello, Guirardengo, Noceto, Paravania, Parisola, Piaggio, Pippo, Piccaluga, Porrata, Rustici, Sanbiagio, Scaccheri, Signorio, Suarez, Tollot, Della Torre, Tubino, Valletto, Vernazza, Zignani.
II. De Fornari Draghi, Albenga, De Bene, Cabella, Camogli, Casella, Cigara, De Dotti, Fregoso, Gandolfo, Illioni, Magnasco, Malpagato, Multedo, Oldoino, Podestà, Ricci, Ruffini, Serpegli, Da Spezia, Tassistro, Testana
III. Doria Albenga, Invrea, (de) Bergamo, (de) Foresta o Foresti, Sammatteo.
IV. Di Negro Aimari, Carmagnola, Cuneo, Gropallo, Panigarola, Pasqua, da Passano, Palmari, Prato, Richelmi, Retigliani, Sampietro, Testino, Tommasini, Vernazzani
V. Uso di Mare (o Usodimare) Bel Mosto, Borlasca, Castiglione, Chiechieri, Delfini, Fabra, Finamore, Giudice, Granello, Isola, Maggiolo, Maragliano, De Mari, Monsia, Oliva, Pichenotti, Rovereto, San Salvatore, Zurli
VI. Vivaldi Gualtieri.
VII. Cicala Zoagli, Mosca, Tubino.
VIII. Marini Bozzomi; Carrega (la discendenza di Benedetto; gli altri rami nell’albergo Sauli); Davagna; Di Egra (venuti dalla Germania nel 1450);Ferrecchi; Gallo; Giamboni; De Marchi; De Marini; Malocelli; Montano; Paggi; Pansano; Pellerano; Raffo; Cassana, Rivarola, Torre (altro ramo nell’albergo Spinola).
IX. Grillo Bassignani, Battigatti, Bavastrelli, Biscotti, Boccanegra, Boggio, Camilla, Cantelli, Cattaneo, Di Canarie, Dusio, Goggi, Granara, Griffi, Gualtieri, Garetti, Leonardi, Levanto, Malabita, Mandillo, Morando, Ottaggio, Da Pelo, Pignali, Di Prà, Scaniglia, De Scribanis, Vignola, Voltaggio (famiglia).
X. Grimaldi Bracelli, Cebà, De Carlo, De Castro, Durazzo, Rosso.
XI. Negrone Ayrolo, Bancheri, Celesia, Del Moro, Garaldi, Merello, Navone, Oliva.
XII. Lercari Albora, Ardizzone, Burone, Camilla, Caseri, Chiavari, Domoculta, Gallo, Gorleri, Graffigno o Baciadonne, Loreto, Moneglia, Pernice, Polpo, Roggeri, Rovereto, Salvo o Salvi, Serra, Viacava, Vigovano, Villa e Parodi
XIII. Lomellini Allegra, Bianchi, Campi, Chiavari, Costaguta, Da Passano, da Passano dei Delfinis, Fatio, Garibaldo, Narice, Veneroso, Solari (1530), Sorba, Assereto (1562), Castagna
XIV. Calvi Giudice, Angioino, Forni, Rustici, Vernazza.
XV. Fieschi Cardinale, Penelli, Raggi, Ravaschieri (famiglia), Della Torre, Barbagelata.
XVI. Pallavicino Brignole, Clavarino, Guarco, Parodi, Pisano, Platone, Raffo, Rotolo, Scotti, Via, Vivaia.
XVII. Cybo Chiavica, De Nobili di Vezzano De Sopranis, Ratto, Massa, Scotto
XVIII. Promontorio Campo, Camogli, De Ferrari.
XIX. De Franchi Sacco, Toso, Boccanegra, Luxardo, Pico, della Torre, Viale
XX. Pinelli Adorno, Oddini, Celesia, Cebà, Dentuto, Luciani, Embrone.
XXI. Salvago Arquata, Borcani, Calissano, Carbonara, Cavo, Cibo, Conforto, Dalla Chiesa, Federici, Fò, Frigona (Frugoni), Magnasco, Micona (Migone), Nepitelli, Pichenotta, Porci, Porrata, Saliceti, Scotti, Sexina (Sesino), Sisto, Strigiaporci, Strigini, Stroppa, Vernazza, Via.
XXII. Cattaneo Della Volta, Dondi, Scotto, Foglietta, Lagomarsino, Lasagna, Lazzari, Stella, Zerbino, Bava, Borrelli, Bozzone, Canessa, Carizia, Chiavari, Leccavela, Oliva, Pietra, Riccoboni, Tagliacarne, Vento
XXIII. Imperiale Ardizzone, Baliani, Bollo, Cabella, Dallevigne, Fasce o Fassa, Garbarino, Giovardi, Ilardi, Lengueglia, Mangiavacca, Marinetti, Mercante, Nicòla, Passio, Pignatari, della Porta, Rouereta, Rovereto-Malassena, Sanguineti, Tartaro, Terrile, Varsi, de Vineis, Vinelli.
XXIV. Gentile Avvocati, Borgari, De Turca, Falamonica, Oderico, Pallavicino, Pevere, Pignolo, Senarega.
XXV. Interiano Anfusso, Franzone, Mignardi, Lavaggi, Bonici, Carbonara, Parisola.
XXVI. Sauli Pallavicini, Scassi.
XXVII.Giustiniani Arangi, Arena, De Banca, Benvenuto, Bona, Garibaldi, Di Negro, Longo, Moneglia, da Passano, da Passano dei Delfinis, Vegetti.
XXVIII. Centurione Becchignone, Bestagno, Cantelli,De Canalis, Casaredo Curlo, Fattinanti, Flaco, Garugio, Lerici, Mortara, Novari, Da Novi, Oltremarino, Scotto, Illice, Pietrasanta, Piccaluga, Ramponi, Scarpa, Traverso, Viviani, Zerbis.

La maggioranza delle famiglie che diedero il proprio nome ad un Albergo, proveniva dalla nobiltà feudale; altre erano invece di origine viscontile, come Spinola e Grillo. Erano infine di origine popolare: De Fornari, De Franchi, Giustiniani, Promontori e Sauli. In pratica molte famiglie popolari erano inserite entro Alberghi di origine feudale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cesare Cattaneo Mallone di Novi, I Politici del medioevo genovese, Genova 1987 pp. 42-43 e 54-56
  2. ^ Tettoni e Saladini, vol. 4, Prefazione - Nobiltà di Genova

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Grande Dizionario Enciclopedico UTET, Vol. I (A-APO), terza edizione, Torino, UTET, 1967, p. 528.
  • Giovanni Andrea Ascheri, Notizie storiche intorno alla riunione delle Famiglie in Alberghi in Genova, 1846, ristampa Nova Scripta, Genova, 2003.
  • Cesare Cattaneo Mallone di Novi, I "politici" del medioevo genovese (ricerche d'archivio). Il Liber civilitatis del 1528, Genova, Copy-lito, 1987.
  • Emilio Pandiani, ALBERGO dei nobili, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929. URL consultato il 28 aprile 2014.
  • Angelo Scorza, Le famiglie nobili genovesi, Trebaseleghe, Fratelli Frilli Editori, 2009.
  • Maurizio Ulino, L'Età Barocca dei Grimaldi di Monaco nel loro Marchesato di Campagna, Giannini editore, Napoli 2008.
  • Leone Tettoni e Francesco Saladini, Teatro araldico, IV, Milano, Claudio Wilmant, 1844.
Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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