Uso di Mare

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Usodimare
d'argento a tre fasce ondate di rosso
Stato Sacro Romano Impero

Repubblica di Genova

Casata di derivazionevisconti di Carmandino
Titoli
FondatoreOberto Usodimare
Data di fondazione1108
Etniaitaliana
Piazza Banchi e Loggia di Banchi (e Mercanzia), antico quartiere della famiglia Usodimare.[1][2]

Gli Uso di Mare o Usodimare erano una delle più antiche e cospicue famiglie nobili della Repubblica di Genova, fondata da Oberto Usodimare, dei visconti di Carmandino. Formarono l'albergo di San Lorenzo, poi chiamato degli Usodimare, il più antico degli 28 alberghi nobiliari presenti alla riforma aristocratica del 1528[3], insediato all'attuale Piazza Banchi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni autori, a partire da Odoardo Ganduccio, li hanno ritenuti d'origine greche, in particolare da Atene[4]. Altri li fanno risalire da un "Baldissone Usodimare" attivo nell'anno 800, tradizione conosciuta e scartata dal erudito senatore Federico Federici il quale attesta la discendenza solo a partire da Oberto, documentato dal 1108[5]. Tomaso Belgrano identificò questo Oberto col figlio del visconte Bonifacio Ususmaris o Usodimare[6], fratello del visconte Ogerio (capostipite dei De' Mari)[7][3], entrambi figli del visconte Otto di Carmandino (console di Genova nel 1122)[3].

Dal Federici abbiamo il rapporto più affidabile a partire da Oberto[5], recettore dei privilegi ottenuti dal conte di Tripoli, Bertrando II di Tolosa, per i genovesi in Oltremare, tra cui la giurisdizione ecclesiastica di Tripoli e Gibelletto al vescovo genovese nel 1109. Oberto fu anche console di Genova tre volte tra il 1131 e il 1138[5]. Secondo Paola Guglielmotti, questo Oberto, o un figlio omonimo, è uno dei genovesi che giurarono l’alleanza con il conte Raimondo Berengario IV di Barcellona nel 1146[8].

Antoniotto Usodimare[modifica | modifica wikitesto]

il cacciatorpediniere Antoniotto Usodimare (1927)

Tra i membri più noti, Antoniotto Usodimare fu un mercante e navigatore e nel 1456 fece parte della spedizione di Alvise Ca' da Mosto per esplorare il fiume Gambia.[9]

Peretta Usodimare, marchesa del Finale e principessa di Melfi[modifica | modifica wikitesto]

Gherardo Usodimare, patrizio genovese attivo a Roma, dove era tesoriere generale della Santa Romana Chiesa, sposò Teodorina Cybo, figlia illegittima riconosciuta di Innocenzo VIII[10]. Dal loro matrimonio nacquero Battistina Usodimare, moglie di Luigi d'Aragona; Peretta Usodimare (1478, Roma); e Aranino Cybo-Usodimare, unico che ottenne dal nonno il cognome Cybo (padre del famoso botanico Gherardo Cybo-Usodimare).[11] Nel 1488 Peretta, ancora bambina, sposò Alfonso I del Carreto, marchese sovrano del Finale, divenendo madre a partire dal 1502 di Giovanni II del Carretto, marchese del Finale, da Benedetta del Carretto (moglie di Francesco Spinola) e da Marcantonio del Carretto. Già vedova, nel 1527 risposò l'ammiraglio Andrea Doria di 66 anni (per lui le prime nozze), dal quale non ebbe figli, motivo per cui il principe adottò Marcantonio suo figliastro, che gli succede come 2º principe di Melfi. Peretta Usodimare muore il 3 dicembre 1550 a Genova.

L'albergo degli Uso di Mare[modifica | modifica wikitesto]

Già esistente all'inizio del XV secolo[8], l'albergo fu riformato alla fondazione della Repubblica nel 1528. quando erano già presenti le famiglie Borlasca, Castiglione, Chieccheri, De Mari, Delfini, Draperi, Fabra, Finamore, Isola, Granelli, Macoli, Maggiolo, Maragliano, Monsia, Oliva, Pichenotti, Rovereto, San Salvatore e Zurli.[3][12] Tutti questi utilizzarono il cognome Usodimare insieme al proprio, eccezione trovata nel caso dei Zurli e Finamore, che furono chiamati solo Usodimare. Tra 1528 e 1561 furono anche ascritti i Ferrari e i Giudice.[3]

Arma[modifica | modifica wikitesto]

L'arma della famiglia era "d'argento a tre fasce ondate di rosso".[15]

Personalità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Visite all'area archeologica della Loggia di Banchi | Musei di Genova, su www.museidigenova.it. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  2. ^ Leandri, Gaia. "Le logge medievali di Genova". Genova University Press. 2023. (PDF), su gup.unige.it.
  3. ^ a b c d e f g h Cybo Recco, Giovanni. "Relazione dell'Unione delle 28 Famiglie Nobili Genovesi". Archivio Storico del Comune di Genova. Società Ligure di Storia Patria. Pg. 11, su storiapatriagenova.it.
  4. ^ Ganduccio, Odoardo. "Famiglie nobili genovesi". Archivio Storico del Comune di Genova. Società Ligure di Storia Patria. Biblioteca Digitale. pagina 265., su storiapatriagenova.it.
  5. ^ a b c Federici, Federico. "Scrutinio della Nobiltà Ligustica". Archivio Storico del Comune di Genova. Società Ligure di Storia Patria. Biblioteca Digitale. pagina 150, su storiapatriagenova.it.
  6. ^ Filangieri, Luca. "Famiglie e gruppi dirigenti a Genova (secoli XII-metà XIII)." Università degli Studi di Firenze. Firenze. 2010. (PDF), su flore.unifi.it.
  7. ^ La famiglia De Mari sull'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 20 febbraio 2015.
  8. ^ a b USODIMARE in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato il 3 giugno 2023.
  9. ^ Antoniotto Usodimare, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  10. ^ INNOCENZO VIII Papa in "Enciclopedia Italiana", su www.treccani.it. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  11. ^ Gherardo Cybo, Gherardo Cibo sul Dizionario Biografico degli Italiani Treccani, su treccani.it. URL consultato il 20 febbraio 2015.
  12. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Giovanni Andrea Ascheri, Notizie storiche delle famiglie in alberghi in Genova, Genova, 2003 [1846], pp. XVII.
  13. ^ a b c Collegio araldico, Rivista, Presso il Collegio araldico., 1933. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  14. ^ a b c "Liber Primus Nobilitatis". Archivio Storico del Comune di Genova. Società Ligure di Storia Patria. Sec. XVI. Pg. 42 (Ususmaris Familia)., su storiapatriagenova.it.
  15. ^ Angelo M.G. Scorza, Le famiglie nobili genovesi, Genova, 1924, p. 249.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Scorza, Le famiglie nobili genovese, Genova, Fratelli Frilli Editori, 2009, ISBN 978-88-7563-460-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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