Voltaggio (famiglia)

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Voltaggio-Vultaggio
Stemma del ramo Genovese Stemma del ramo Siciliano
StatoRepubblica di Genova - Regno di Sicilia - Repubblica italiana
Casata principaleVoltaggio - Vultabio di Genova
TitoliFamiliari
  • ascritti al patriziato cittadino di Genova ed Erice

Personali:

  • Castellano di Vultabium
  • Castellano di Fraconalto
  • Maestro e Commendatore nei Cavalieri di Malta
  • Procuratore della Repubblica di Genova
  • Ambasciatore della Repubblica di Genova e Venezia
  • Console dei Placiti (Genova)
  • Tra gli 8 nobili del Podestà (Genova)
  • Tra i 12 anziani del Comune (Genova)
  • Abbate del Popolo
  • Priore dei 12 anziani del Comune
  • Componente del gran consiglio dei mercanti
  • Componente del gran consiglio dei 400
  • Cavaliere
  • Ambasciatore dell'Universitas di Monte San Giuliano (Erice)
  • Giurato, Giudice Civile e Capitano Giustiziere
  • Acquisizione del diritto del Grano sui porti di Girgenti, Siculiana e Montechiaro
  • Dottore in utroque iure (Erice)
  • Milizia di Rispetto (Erice)
FondatoreGuillelmus de Vultabio
Data di fondazioneX secolo
Data di deposizioneFiorente nei suoi vari rami, alcuni estinti
Etniasiculo-genovese-italiana
Rami cadettiVultaggio di Sicilia

Voltaggio (Vultaggio), anche nelle forme arcaiche de Vultabio, de Vultagio e di Voltaggio è il nome di un’antica famiglia italiana, le cui notizie risalgono fino all’anno mille. Con una forte identità religiosa tanto da avere vari personaggi che, nel corso dei secoli, oltre a dedicarsi al commercio ed alle vicende politiche della Repubblica di Genova, hanno partecipato ad alcune crociate e si sono schierati sempre dalla parte del Papa e mai con l'Imperatore, soprattutto nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Dal XIII secolo un ramo di essa si trasferì in Sicilia, precisamente ad Erice, creando diversi rami a Trapani e Palermo[1].

Origini[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda riguarda il presunto capostipite della famiglia e la certezza che prima dell'anno mille la famiglia utilizzasse un altro nome per identificarsi. Questa leggenda vorrebbe far risalire il casato, tramite il suo presunto capostipite Guglielmus Porcus de Vultabio, sino all’antica famiglia genovese 'de Porcii'.

Questo nomen è derivato dalle attività della famiglia che si basavano prevalentemente sull'allevamento dell'animale in questione. "Porcii, famiglia nobile et antichissima, l'origine dei quali è in Genova immemorabile, nessuno storico che riesca a definirla", così lo storico settecentesco, Agostino Della Cella, definisce la famiglia 'de Porcii', che, si crede, essere stato il cognome della famiglia Vultabio prima dell'anno mille.

Prima di prendere il cognome “de Vultabio”, la famiglia si identificava con un altro nome. A sostegno di questa tesi, infatti, troviamo un personaggio, realmente esistito, nato nell’anno mille, un certo Guglielmus Porcus de Vultabio, il quale nel 1127 risulta essere nominato, direttamente dalla Repubblica di Genova, come primo Castellano di due castelli costruiti in quegl'anni, quello di Voltaggio e quello di Fiacone (oggi Fraconalto)[2].

Guglielmus Porcus de Vultabio sembra essere il primo personaggio attestato con il cognome "de Vultabio". Originariamente, quindi, la famiglia sembra identificarsi con il nomen Porcus e, solo successivamente, un ramo lo abbandonò per identificarsi con il nome del borgo.

Le origini a Genova[modifica | modifica wikitesto]

Le prime notizie documentate si hanno intorno all'anno mille, quando la famiglia fa parte della piccola nobiltà cittadina del borgo ligure di Voltaggio, indicata negli atti del notaio Urso de Sigestro (XIV secolo) come una fra le più antiche stirpi del paese[3].

A distinguersi è Guglielmo di Voltaggio, annotato anche con il cognome de Vultabio, molto probabilmente nipote del nobile castellano Guglielmus Porcus de Vultabio. Guglielmo di Voltaggio o de Vultabio è maestro e commendatore nell'Ordine dei cavalieri di Malta. Nel 1180 fonda la Commenda di San Giovanni di Pré e, nel 1225, viene nominato procuratore e ambasciatore della Repubblica di Genova. Nel 1228, invece, è ambasciatore della Repubblica di Venezia.

Alla famiglia appartengono anche cariche consolari, come è testimoniato negli Annali del Caffaro: Niccolò, già notaio a Genova nel 1230 quando risulta aver redatto la sentenza per alcuni possedimenti contro Alessandria in favore di Genova, nel 1248 è nominato Console de' placiti o delle cause forensi della Repubblica di Genova (chiamati anche consoli "del palazzo di mezzo")[4]. Nel 1249 Napoleone di Voltaggio è Console de' placiti, nel 1263 risulta essere uno degli otto nobili del podestà e, lo stesso anno, è inviato come ambasciatore a Roma da Papa Urbano IV.

Intorno al XIII secolo membri della famiglia operarono anche nel commercio: Girolamo nel 1236 commercia grano da Arles a Narbona mentre Guglielmo si sposta dalla Provenza alla Siria in qualità di mercante[5].

Con la riforma degli alberghi genovesi ed il consorzio tra le famiglie (Albergo dei Nobili), nel XV secolo, la famiglia venne ascritta ai Fattinanti ed indicati come guelfi[6] e nel 1528 passarono ai Grillo (famiglia).

Personaggi della famiglia a Genova[modifica | modifica wikitesto]

Sul volume delle famiglie genovesi, scritto da Agostino Della Cella, troviamo un ampio elenco di personaggi di questa famiglia[7]: nel 1264 Oberto risulta essere uno dei dodici anziani del Comune (antica carica di consigliere del podestà che spettava solo a figure di primo piano del territorio); nel 1309 Rufino è indicato come Abbate del popolo di Genova; nel 1319 Bertolino è uno dei 12 anziani sotto la Signorìa del re Roberto di Napoli; nel 1360 Giovanni, di professione speziale, è uno dei 12 anziani sotto il duce Boccanigra; nel 1366 Francesco è uno dei 12 anziani sotto il duce Gabriel Adorno, stessa carica ricoperta anche nel 1368 come appare nelle convenzioni fatte dalla Repubblica di Genova con l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo; nel 1417 Nicolao è Priore dei 12 anziani del Comune; nel 1418 Bartolomeo è uno dei 12 anziani del Comune; nel 1430 Tomaso è uno dei 12 anziani sotto la Signorìa della famiglia Visconti[7]; nel 1438 Giovanni riceve il decreto di cittadinanza in qualità di medico genovese; nel 1460 Martino è uno dei 12 anziani sotto la Signorìa di Francia e nel 14661469 è uno dei 12 anziani sotto la Signorìa degli Sforza di Milano; nel 1487 Pellegro risulta essere uno dei partecipanti genovesi alla guerra contro i fiorentini; nel 1500 Giovan Battista risulta essere inserito nel gran consiglio dei mercanti[7]; nel 1528 i nobili Bartolomeo, Vincenzo, Simone e Giacomo si alleano e si aggregano alla famiglia Grillo (famiglia) (i discendenti di questo ramo assunsero il cognome Voltaggio Grillo e nel 1614 furono ascritti al libro d’oro nobiliare; nel 1576, invece, Alessandro siede nel gran consiglio dei 400. A dire dello storico Agostino Della Cella, autore del volume, nel 1657 il ramo nobile genovese si crede estinto a causa della pestilenza, ma diversi rami cadetti sembrano essere in vita, alcuni con alterne fortune fra cui medici, artigiani e cittadini[7].

La famiglia in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1262, invece, Guglielmo di Voltaggio (annotato anche come de Vultabio o Vultabio) risulta essere castellano del Castello del Colle nella località di Ventimiglia,[8] detenendo così il potere civile, militare e giudiziario. Nel 1263, lo stesso Guglielmo si recò da Rainero, guardiano dei Frati Minori di Ventimiglia, per prendere la croce e recarsi al Santo Sepolcro come crociato[9], come risulta anche da alcuni atti del notaio Giovanni di Amandolesio del 3-4 maggio 1263[10].

Guglielmo è considerato il capostipite del ramo siciliano ad Erice. I cavalieri crociati, al ritorno dall’ottava crociata guidata da Luigi IX e Carlo I d'Angiò, approdarono a Trapani[11][12]. Proprio Guglielmo è citato ed annotato con il cognome 'de Vultagio' in alcuni atti del 1297-1300 del notaio di Erice Giovanni Majorana, come sposo di Isabella de Aydone[13], da cui nacquero vari figli di cui non sono ben certi i nomi[14], tra cui Alemanno, Alegrancia, Giovanna e Pietro[15].

In Erice il cognome ha subito variazioni, passando da di Voltaggio a de Vultagio ed ancora da di Vultagio a Vultagio fino a raggiungere la forma finale Vultaggio dal XVI secolo in poi.

Antica lapide con lo stemma dei Vultaggio (luogo: Chiesa di San Giuliano ad Erice)
Lapide nel prospetto del palazzo di Andrea Vultaggio, che nel 1820 fu donato dallo stesso Andrea alla comunità ericina, dove costruì un nuovo ospedale (dal libro "Erice Sacra" di Giuseppe Castronovo)

Personaggi della famiglia in provincia di Trapani[modifica | modifica wikitesto]

In Erice troviamo Francesco de Vultaggio giurato (facente parte del potere legislativo del territorio) di Erice nel 1405. Un altro Francesco di Vultaggio è stato ambasciatore presso il re Alfonso il Magnanimo nel 1447[16], mandato dall’Università di Monte San Giuliano.

Un altro Francesco de Vultaggio è giurato di Erice nel 14461448 e capitano giustiziere a Marsala. Simone di Vultaggio è giurato di Erice negli anni 1450-1459. Nel 1454 Andrea di Vultaggio è giudice civile ad Erice e giurato negli anni 1451-1458-1463-1467-1473.

Nicolò di Vultaggio giurato di Erice negli anni 1480-1487 e nel 1488 giurato a Marsala, dove ha ricoperto anche la carica di capitano di giustizia nel 1495. Nel 1488 Berardo di Vultaggio è capitano di giustizia (detto anche capitano giustiziere) di Salemi.

Antonio Vultaggio che nel 1512 è capitano giustiziere di Marsala[14]. Un altro Antonio Vultaggio, invece, possedette il diritto del grano sopra il porto di Girgenti, Siculiana e Montechiaro, di cui ottenne investitura l’8.11.1511 e il 6.1.1516[1].

Paolo Vultaggio che nel 1602 possedeva il territorio denominato 'Lo Celso di Busiti'. Antonio Vultaggio è stato notaio e giudice civile ad Erice negli anni 1595-1604-1618. Giuseppe Vultaggio giudice criminale nel 1604-1606-1618-1639. Pietro Vultaggio dottore in utroque iure ad Erice nel 1650.

Nicolò Vultaggio è stato un inventore e costruttore. Scrisse, nel 1686, un libro col quale volle portare l’industria della pratica in casa dei cittadini trapanesi, per lo più analfabeti. Il libro fu diviso in due parti: nella prima parte trattò le regole di costruzione delle botti, con un metodo più spedito e di facile lavoro; nella seconda parte trattò il meccanismo delle tonnare. Basò i suoi ragionamenti sopra i dogmi invariabili della geometria, migliorò anche alcuni strumenti[17].

Tra il 1500 e la fine del 1600 si avvicendarono diversi notai di un ramo della famiglia, a partire da Antonio Vultaggio continuando con il figlio Giuseppe (detto il moro) che ricoprì il ruolo notarile ad Erice alla fine del 1500, con i nipoti, i notai Antonio e Francesco Vultaggio (detto seniore), il bisnipote Giuseppe ed il trisnipote Francesco Vultaggio (detto minore per differenziarlo dal nonno).

Andrea Vultaggio, dottore in medicina, nel 1800 donò il suo palazzo ericino al Comune di Monte San Giuliano per costruire il primo ospedale del territorio.

Rami in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1398 Antonio de Vultagio sposa Aloisa Curatolo della nobile famiglia di Erice[18], dando inizio al ramo de Vultagio Curatolo[14].

Francesco de Vultagio sposa Giovannella de Burgio nel 1439, appartenente ad una nobile famiglia discendente da Nicasio Camuto de Burgio, dando avvio al ramo di Vultaggio de Burgio[19], di cui fanno parte i capitani di giustizia Bernardo e Nicolò[14].

Quest’altro ramo venne denominato, a inizio ‘700, Vultaggio Donato[14] dal matrimonio tra il notaio Giuseppe Vultaggio e Caterina Donato della famiglia Donati di Firenze e discendente dal potente Corso Donati e da Forese Donati, protagonista della celebre tenzone e dei canti XXIII e XXIV del Purgatorio della Divina Commedia[20]

Nel XVIII secolo si crea il ramo Vultaggio Gervasi[14] con la nobile famiglia Gervasi che possedette il feudo di Cellaro e la salina denominata della Santissima Trinità o della Badia nel litorale di Trapani[21].

La linea di Bartholomeus di Vultagio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1538 nasce Bartholomeus di Vultagio, antico erycino abitante tra gli antichi quartieri di San Cataldo e Sant'Antonio, il quale decise di abbandonare per un pò di tempo Erice e di trasferirsi a Calatafimi per salvarsi dalla peste che nel 1575 si era diffusa ad Erice. Dalle rilevazioni fatte dall'amministrazione comunale dell'epoca, risulta che, a Calatafimi, Bartholomeus comprò 4 case con dei terreni ed una quinta casa a due piani (con un cortile interno) per sua abitazione. Bartholomeus di Vultagio si sposò con una certa Antonina Hortenzia da cui ebbe Giovanni Battista, Giuseppe, Rocco, Vito, Antonina e Pietro. Bartholomeus morì il 30 aprile 1620 (all’età di 82 anni) e fu sepolto all’interno dell'Oratorio del Carmine.

Il 16 aprile 1600 Pietro Vultagio, figlio di Bartholomeus, sposa Vita Rossello[22] e da questo matrimonio nasceranno vari rami:

  • Nel 1957 si crea il ramo Vultaggio Stabile[23] dalle nozze tra l'industriale oleario Pietro Vultaggio (figlio del cavaliere Francesco Vultaggio) e la baronessa Geppy Stabile di Monte Naone[24], discendente dall’ammiraglio Giuseppe Stabile[25] e da Gianni Stabile, tra i fondatori della Targa Florio[26] e amico di Vincenzo Florio jr, insieme fondarono il Panormitan, un'associazione d'elitè con sede in casa Florio, tra i cui membri vi erano anche i conti Tasca d'Almerita, i principi Vannucci, il marchese de Seta; invece, da parte di madre, Geppy apparteneva alla famiglia Burgarella con capostipite Agostino Burgarella Ajola che fu banchiere, armatore, imprenditore e cofinanziatore del Canale di Suez. inoltre le due bisnonne, ramo paterno, di Geppy Stabile erano Rosa Adragna e d'Alì, della nobile famiglia dei baroni Adragna d'Altavilla e della famiglia D'Alì, e la baronessa Paolina Barberi di San Nicola, della famiglia di Luigi Barberi (archeologo, sindaco di Erice, cavaliere dell'ordine di Francesco I Borbone, consigliere d'Intendenza di Trapani), Alberto (nel 1859 fece realizzare un progetto per ricostruire le colonne del Duomo di Erice, dopo il rovinoso crollo), Giuseppe (capitano di giustizia di Erice nel 1790), tutti discendenti da Salvatore Barberi Merelli (sindaco di Erice nel 1779 ed il cui busto marmoreo si trova nel Duomo di Erice)[27]. Tramite Salvatore Barberi e Merelli, la famiglia Stabile discendeva da quel Barnaba Giacinto Merelli (fatto marchese di Mompileri nel 1650 per gli ottimi risultati portati al Cardinale Doria, in quel tempo Viceré di Sicilia[28]) e da Laura Alliata, figlia di Giuseppe Alliata[29] (appartenente all’antica famiglia Alliata). Secondo studi genealogici, il decimo nonno di Laura Alliata era Pietro IV di Ribagorza figlio di Giacomo II d'Aragona, re della Corona d'Aragona, re di Sicilia, Sardegna, Corsica e Maiorca.
  • Nel 1711 un altro componente di questo ramo, Giuseppa Vultaggio (figlia di Giuliano Francesco Vultaggio)[30], si sposa con Giovanni Donato (Giovanni nipote di Antonino indicato come patrizio della città di Erice, nobile e magnifico nel 1564[31] e appartenente ad un ramo collaterale della nobile famiglia dei Donati di Firenze[32][33], alla quale appartenne Gemma Donati moglie di Dante Alighieri).
  • Nel 1771 un altro componente di questo ramo, Gaspare Vultaggio, sposa Giovanna Coppola, figlia del nobile Salvatore Coppola[34] e discendente dal Nobile Giacomo de Coppula[35] giurato della città di Erice negli anni 1539-1544-1552. A questa famiglia appartengono Pietro Coppola segnato come dottore e Francesco[36] capitano della città di Erice nel 1505 e nel 1530, giurato di città nel 1511-1516-1537. Francesco figlio di Giacomo giurato di Erice nel 1489-1495-1501 e capitano di giustizia della città di Erice nel 1490.
  • Nel 1742 Vito Vultaggio sposa Giroloma Carollo[37], discendente diretta di Giovanni Andrea Lo Carollo, che nel 1500 partecipa attivamente alla vita cittadina anche come benefattore lasciando diversi suoi beni alla Confraterina di San Giovanni Battista di Erice. A questa famiglia appartengono il Sacerdote Andrea Carollo del 1760[38], il Sacerdote Francesco Carollo nato nel 1788 e segnato come Canonico[39], il Sacerdote Domenico Carollo nato nel 1796[40], Giovanni Andrea Carollo indicato il 14 agosto 1681 come soldato della milizia ordinaria di piede di rispetto (incarico che spettava a persone di rilievo della vita cittadina)[41], la Suora Giovanna Benedetta Carollo[42], Maria Carollo, suora nel 1661[43]. Giroloma era figlia di Antonino Carollo e di Chiazza, nipote del Sacerdote Don Santoro Chiazza e di Francesco di Chiazza Morana, discendente da Andrea di Murana segnato come nobile e ‘magnifico’ nel 1590 e dal Sacerdote Giovanni Morana, indicato come Presbitero nel 1560 e sepolto nella Chiesa di San Giovanni[44][45][46].
1877, Angelo Antonio Vultaggio tra i benefattori per la costruzione della Chiesa Madre di Custonaci
  • Negli anni ’40 del 1800 si forma il ramo Vultaggio Mangiapane con Giuseppe e Angelo Vultaggio (figli di Antonino Vultaggio e Paola Castiglione, nipote di Giovanni e Angelo Castiglione appartenenti alla ‘milizia di rispetto’ nella metà del ‘600 [47]). Questo ramo dei Vultaggio costruì un grandissimo baglio all'interno del feudo Sanguigno a Custonaci adesso andato perduto, ma l'Amministrazione Comunale in onore dedicò una intera frazione del territorio che oggi si chiama "Baglio Vultaggio". Giuseppe ed Angelo sposarono Caterina e Mattia Mangiapane, figlie dei possidenti Alberto Francesco Giuseppe Mangiapane e di Giovanni Giuseppe Antonio Mangiapane, che, insieme ai fratelli Gaetano Ignazio Casimiro Antonio Mangiapane ed a Leonardo Casimiro Mangiapane, avevano acquisito il Feudo denominato Sanguigno (estensione di 165.74 ettari, dove erano comprese anche alcune grotte), impiantando aziende agricole e dando vita alla “Grotta Mangiapane” (del complesso delle Grotte di Scurati), inserita nel Registro delle Eredità immateriali della Sicilia. Nel libro di Vincenzo Adragna dal titolo “Erice ed il suo territorio” si legge come i Mangiapane siano, ad inizio del 1800, tra i 16 borghesi emergenti ad essersi divisi gli antichi feudi dei 7 patrizi Nobili proprietari del territorio di Monte San Giuliano, che dalla montagna di Erice arrivava fino a Castellammare. Inoltre, Giuseppe ed Angelo Vultaggio e Castiglione discendevano, tramite il trisnonno Vito Castiglione e Barbara[48], dal nobile cittadino Juliano de Barbara e lo Nobile[49], nipote a sua volta di Carus de Lu Nobili[50] più volte giurato di Erice e senatore della città ad inizio del 1400, figlio di Pietro Lo Nobile[51], un nobile di Erice alla fine del 1300. La quatrisavola materna di Giuseppe e Angelo Vultaggio era invece la nobildonna Francesca Todaro[52] discendente diretta del Magnifico nobile Giovanni Benedetto de Todaro e Palazzolo[53], consanguinei della potente famiglia dei Palizzi (famiglia) tra le più influenti nella Sicilia del XII secolo, XIII secolo e XIV secolo con capostipite Riccardo che fu condottiero della cavalleria del duca Roberto il Guiscardo attorno l'anno mille.
  • Da Domenico Vultaggio, figlio di Prospero[54] (entrambi produttori di grano e proprietari di un mulino), e Rosa Palmeri, sposati nel 1916, nascerà Giuseppe Vultaggio che sposerà Marion Coco il 12 giugno 1948 a New York. Da questo matrimonio nascerà Domenick "Don" Vultaggio[55] presidente di Arizona Beverage Company. Domenick sposerà l'artista Ilene Kutner[56] ed avranno due figli: Spencer e Wesley[57]. A questo ramo familiare appartiene il militare Giuseppe Vultaggio, figlio di Prospero, del novantunesimo reggimento di artiglieria. Giuseppe morirà nel campo da battaglia il 19 febbraio 1916, durante la prima guerra mondiale per una esplosione da granata, sacrificando la sua vita.

Il 6 febbraio 1612 Vito Vultaggio (nato il 4 dicembre 1589, un altro figlio di Bartholomeus ed Antonina Ortenzia) sposa Margherita Curatolo ed in seconde nozze Angela Lo Castro il 5 settembre 1628 e da questi nasceranno altri rami:

  • Cosmano Vultaggio (nato il 16 febbraio 1633) fece parte della "milizia di rispetto" (incarico che spettava a persone di rilievo della vita cittadina)

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

  • Stemma originario dei Voltaggio (Vultabio): Bandato di otto pezzi d'argento e d'azzurro; al capo d'oro, all'aquila nascente, coronata, di nero[3].
  • Stemma dei Voltaggio (Vultaggio), una volta trasferiti in Sicilia: D'azzurro, al braccio vestito d'argento, uscente dal lato destro dello scudo, la mano di carnagione, tenente per i capelli una testa umana dello stesso, sormontato da una cometa ondeggiante in palo, accostata da due stelle, il tutto d'argento[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Antonino Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, Palermo, A. Reber, 1912.
  2. ^ Carmela Crescenzi, Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo. Storia, documentazione, valorizzazione. Atti del Convegno Internazionale, Arezzo, giugno 2006, Università degli Studi di Firenze, Firenze, 2009
  3. ^ a b Roberto Benso, p. 57.
  4. ^ (LA) Ludovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo VI, Milano, 1725, p. 514.
  5. ^ Roberto Benso, p. 51.
  6. ^ Andrea Ascheri, Notizie storiche intorno alla riunione delle famiglie in alberghi in Genova, Genova, Faziola, 1846.
  7. ^ a b c d Stefano Agostino della Cella, Famiglie di Genova antiche e moderne, estinte e viventi, nobili e popolari, Tomo I, Genova, 1789, p. 986.
  8. ^ Alberto Boldorini, Guglielmo Boccanegra Carlo D'Angiò e i Conti di Ventimiglia 1257 - 1292 (PDF), Genova, 1953.
  9. ^ Girolamo Rossi, Storia della città di Ventimiglia dalle sue origini sino ai nostri tempi, Torino, 1857, p. 84.
  10. ^ Giovanni di Amandolesio, Atti notarili di Amandolesio, Ventimiglia, 1263.
  11. ^ Michele Amari,, Storia Illustrata delle Crociate: I Mussulmani di Sicilia e La Marina Araba, 2016
  12. ^ Renato Le Fevre,, La crociata del 1270 a Tunisi, nella documentazione dell'archivio di stato di Napoli con riferimenti a Trapani, giugno 1971
  13. ^ Giovanni Majorana,, Atti notarili di Erice del XIII secolo, anni 1297/1300
  14. ^ a b c d e f Antonio Poma,, Memorie antiche e moderne delle famiglie ericine, marzo 1997
  15. ^ , I Vultaggio di Monte San Giuliano, odierna Erice, anno 2010
  16. ^ Anna Burdua,[1], Pagina 96, Erice, 1997
  17. ^ Giuseppe Maria di Ferro, Biografia degli uomini illustri trapanesi dall'epoca normanna sino al... - Giuseppe M. di Ferro - Google Libri, Trapani, 1831
  18. ^ http://www.bibliotecacentraleregionesiciliana.it/mango/cucuzza.htm
  19. ^ [2]
  20. ^ [3]
  21. ^ [4]
  22. ^ Atto di Matrimonio del 16 aprile 1600, su familysearch.org.
  23. ^ Personaggi Trapanesi - FRANCESCO VULTAGGIO
  24. ^ i cognomi del sud
  25. ^ [5]
  26. ^ ReportageSicilia: L'ABBANDONO DELLO STORICO PALAZZO DEI CARBONARI DELLA TARGA FLORIO
  27. ^ Nobiliario di Sicilia, su docbcrs.bibliotecaregionalepalermo.it. URL consultato il 3 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2021).
  28. ^ Nobiliario di Sicilia, su docbcrs.bibliotecaregionalepalermo.it. URL consultato il 3 dicembre 2022.
  29. ^ Filadelfo Mugnos, Teatro Genologico Delle Famiglie Nobili Titolate Feudatarie Ed Antiche Nobili Del Fidelissimo Regno Di Sicilia Viventi Ed Estinte ..., Per Domenico d'Anselmo, 1655. URL consultato il 3 dicembre 2022.
  30. ^ Giuseppa Vultaggio 1694–1744 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 4 ottobre 2022.
  31. ^ Antonino DONATO 1540–1609 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 23 settembre 2022.
  32. ^ Giuseppa Vultaggio 1694–1744 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 23 settembre 2022.
  33. ^ Nobiliario di Sicilia, su docbcrs.bibliotecaregionalepalermo.it. URL consultato il 30 settembre 2022.
  34. ^ Giovanna Coppola 1758–1825 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 30 settembre 2022.
  35. ^ Giacomo COPPOLA –1552 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 30 settembre 2022.
  36. ^ Francesco COPPOLA –1548 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 30 settembre 2022.
  37. ^ Vito Vultaggio –1798 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  38. ^ Andrea (sac.) Carollo 1747– – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  39. ^ Francesco (sac) Carollo 1788–1862 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  40. ^ Domenico (sac) Carollo 1796–1881 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  41. ^ Giovanni 'Andrea' CAROLLO 1648–1719 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  42. ^ Giovanna Benedetta (suor) Carollo – – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  43. ^ Maria (suor) Carollo – – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  44. ^ Francesco CHIAZZA 1600–1644 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  45. ^ Andrea MORANA 1527–1595 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  46. ^ Giovanni (sac) Morana 1518–1597 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  47. ^ Angelo CASTIGLIONE 1632–1697 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  48. ^ Vito Castiglione 1683– – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  49. ^ Giuliano BARBARA –1597 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  50. ^ Caro LO NOBILE –1462 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  51. ^ PIETRO LO NOBILE – – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  52. ^ Francesca Todaro –1751 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  53. ^ Giovanni 'Benedetto' TODARO 1508–1588 – Scuderi Family Tree, su lomascuderi.com. URL consultato il 26 novembre 2022.
  54. ^ Atto di nascita di Prospero Vultaggio, su antenati.san.beniculturali.it.
  55. ^ (EN) Don Vultaggio & family, su Forbes. URL consultato il 7 ottobre 2022.
  56. ^ ilenekutnervultaggio.com, https://www.ilenekutnervultaggio.com/.
  57. ^ (EN) AriZona 20 Years: Wesley and Spencer Vultaggio, su Interview Magazine, 11 luglio 2012. URL consultato il 7 ottobre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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