Vincenzo Florio jr

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigation Jump to search
Vincenzo Florio

Vincenzo Florio (Palermo, 18 marzo 1883Épernay, 6 gennaio 1959) è stato un imprenditore e mecenate sportivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di famiglia benestante, chiamato anche Vincenzo junior, per distinguerlo dall'omonimo nonno,[1] e figlio minore del senatore Ignazio Florio, armatore e industriale di vini; fratello minore di Ignazio, con la morte del padre nel 1891 ereditò, insieme al fratello che le gestì, le imprese di famiglia.

Vincenzo fu da sempre appassionato di automobilismo, tanto che partecipò come pilota a diverse gare. Nel 1905 concepì la Coppa Florio.

Florio, a sinistra con Alfred Neubauer e Juan Manuel Fangio alla Targa Florio del 1955.

Ma fu nel 1906 che applicò le sue doti imprenditoriali per la creazione e organizzazione di un trofeo automobilistico in Sicilia, la Targa Florio, corsa automobilistica annuale sul circuito delle Madonie, che avrebbe conosciuto grande successo. L'anno dopo ideò anche la prima corsa a tappe di ciclismo, il Giro di Sicilia. Nel 1913 fondò l'Automobile Club di Sicilia.

Brevettò, durante la prima guerra mondiale, un autocarro cingolato per il trasporto di munizioni e viveri per le strade di montagna arrivando ad una velocità di 20 km/h, come un moderno fuoristrada. L'autocarro venne prodotto dal 1916 in poi e fu utilizzato nella grande guerra. Nel 1920 diede vita anche alla Targa Florio motociclistica.

È morto il 6 gennaio 1959 ed è stato sepolto nella cappella di famiglia, nel Cimitero di Santa Maria di Gesù.

Non vi sono eredi di sangue diretti, in quanto non ebbe figli dalla prima moglie, Annina Alliata di Montereale, che morì molto giovane, né dalla seconda, la francese Lucie Henry. Questa, prima di sposarsi con Florio, aveva già una figlia dalla quale nacque Cecè Paladino, che fu il nipote acquisito di Vincenzo ma non di sangue.[2] La discendenza dei Florio si perpetua con donna Costanza Afan de Rivera Costaguti e il fratello, figli di Giulia Florio (figlia di Ignazio e donna Franca Florio) e del marchese Achille Belloso Afan de Rivera Costaguti.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ the Targa Florio tales
  2. ^ Giuseppe Pitrone, Donna Silvana Paladino, la Signora dell’Arenella - Giuseppe Pitrone, su palermomania.it. URL consultato il 3 giugno 2021.
  3. ^ Paola Carella, I Florio tra mito e leggenda, su ilgiornaleoff.it, 17 gennaio 2017. URL consultato il 3 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Biografia di Florio, su latargaflorio.it. URL consultato il 16 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2007).
Controllo di autoritàVIAF (EN23193220 · ISNI (EN0000 0000 4312 4311 · SBN SBNV026344 · Europeana agent/base/2317 · LCCN (ENno2004122224 · GND (DE128472545 · BNF (FRcb16757799r (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2004122224