Coordinate: 40°02′50″N 15°50′09″E

Lauria

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Lauria
comune
Lauria – Stemma
Lauria – Bandiera
Lauria – Veduta
Lauria – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoGianni Pittella (Azione) dal 5-10-2021
Territorio
Coordinate40°02′50″N 15°50′09″E
Altitudine430 m s.l.m.
Superficie176,63 km²
Abitanti11 934[1] (31-5-2022)
Densità67,56 ab./km²
Frazionivedi Frazioni
Comuni confinantiCastelluccio Superiore, Castelsaraceno, Lagonegro, Laino Borgo (CS), Latronico, Moliterno, Nemoli, Tortora (CS), Trecchina
Altre informazioni
Cod. postale85044
Prefisso0973
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076042
Cod. catastaleE483
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 691 GG[3]
Nome abitantilaurioti
Patronobeato Domenico Lentini
Giorno festivo25 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lauria
Lauria
Lauria – Mappa
Lauria – Mappa
Posizione del comune di Lauria all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Lauria (AFI: /lauˈri.a/) è un comune italiano di 11 934 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata.

Geografia fisica

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La cittadina, situata al confine con la provincia di Cosenza (in Calabria), è punto di snodo di tre principali direttrici viarie: l'autostrada A2 (autostrada del Mediterraneo) SalernoReggio Calabria, che ricalca pressappoco l'antica via romana Capua-Rhegium; la fondovalle Sinnica, che porta alla costa ionica lucana; la fondovalle del Noce che collega l'autostrada A2 con la costa tirrenica calabro–lucana. Inoltre la città rappresenta il punto d'incontro di tre valli: del Noce, del Sinni e del Mercure. Il 5,8% del territorio comunale, pari a 1016 ettari, è collocato all'interno del parco nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'Agri-Lagonegrese. Il comune fa parte della provincia di Potenza e confina con i centri, della stessa provincia, di Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Latronico, Castelsaraceno, Moliterno, Lagonegro, Nemoli, Trecchina, e con quelli della provincia di Cosenza, Tortora e Laino Borgo. Il territorio comunale è collocato in una zona esposta ad un rischio sismico di media entità[4], come dimostrano gli eventi calamitosi registrati negli ultimi decenni; l'ultimo dei quali, di particolare rilevanza, si è verificato il 9 settembre 1998.

Acqua delle Donne, Alte Coste, Capraro, Catania, Melara, Montegaldo, Murge, Pecorone, Rosa, San Paolo, Seluci, Taverna del Postiere.[5]

Bamonte, Canicella, Cappella Sirino, Carminato, Casale Serino, Castagnara, Cavallo, Cerase, Cerasofia, Cesinelle, Cogliandrino, Cona, Fabbricato, Finitime, Fiumicello, Galdo, Gremile, Iacoia, Iacoia di Sotto, Lago Rotonda, Madama Angiolella, Madonna del Carmine, Malfitano, Mazzarella, Milordo, Montagnola, Ovo della Vacca, Piano Cataldo, Piano della Menta, Piano Focara, Pietraferrata, Piscitella, Prestieri, Rosa di Sotto, Rosa Molino, San Filippo, San Giuseppe, Santa Barbara, Santa Filomena, Santa Lucia, Santa Maria, Sant'Alfonso, Sant'Elia, Senno, Seta, Starsia, Timparossa, Timpone di Seluci, Valle Salomone.[5][6][7]

  • Massiccio del Sirino: nei confini amministrativi del comune di Lauria ricade parte del massiccio del Sirino, le cui vette sono innevate sei mesi all'anno. Sia la cima più alta, quella del monte Papa (2005 metri), che la vetta del Sirino (1907 metri), sono luoghi di attrazione per escursionisti o semplici appassionati della montagna. La montagna vanta piste da sci di buon livello, con cinque impianti di risalita, fra cui una seggiovia (questa per la maggior parte ubicata in territorio di Lagonegro), scuole di sci, nolo di attrezzature, affittacamere, bar e punti di ristoro. È possibile campeggiare d'estate presso la località Conserva di Lauria, a 1400 metri d'altitudine.
  • Monte Timpa del Capitano (1690 metri).
  • Monte Serra Orticosa (1676 metri).
  • Monte Serra la Spina: alto 1652 metri e situato entro la perimetrazione del parco nazionale del Pollino, è noto per la presenza di numerosi esemplari del secolare pino loricato.
  • Monte Castello Starsia (1387 metri).
  • Monte Serra Rotonda: è alto 1285 metri e anche qui si riscontra la presenza di qualche giovane esemplare di pino loricato. Fra esso e il monte Serra la Spina, a quota 914 metri, vi è un laghetto di origine carsica chiamato lago della Rotonda.
Rione superiore
  • Fiume Sinni: è uno dei più importanti della Basilicata. Trattasi di un fiume dal regime estremamente torrentizio con piene turbinose nella stagione piovosa e magre notevoli in estate. Nasce a quota 1380 metri dalla Serra della Giumenta, nel versante orientale del massiccio montuoso del Sirino, in territorio di Lauria. Scorre quindi verso lo Ionio e sfocia nei pressi di Policoro, nella piana di Metaponto. Il suo percorso viene sbarrato due volte: dapprima dalla diga di Cogliandrino e successivamente, presso Senise, dalla diga di Monte Cotugno, la più grande d'Europa in terra battuta.
  • Fiume Noce: nasce dal versante nord del massiccio del Sirino, in territorio di Lagonegro. Il suo bacino idrografico, nei pochi chilometri quadrati di estensione a Lauria, presenta una rilevante escursione altimetrica, che va dagli oltre 2000 metri del monte Papa fino al livello del mare, sfociando nel Tirreno nei pressi di Castrocucco di Maratea, ai confini con Tortora (CS). Da esso prende il nome la valle che attraversa.
  • Torrente Carroso: affluente del fiume Noce.
  • Torrente Cafaro: passante per il centro storico del rione superiore, è oggi coperto. In epoca medioevale assumeva un'importanza strategica poiché era un'ulteriore difesa del castello posto a monte. È un affluente secondario del fiume Noce.
  • Torrente Gaglione: affluente secondario del fiume Noce.
  • Torrente Fiumicello: affluente secondario del fiume Noce.
  • Torrente Cogliandrino: sorge dai rilievi del massiccio del Sirino ed è uno dei principali affluenti del Sinni. Nei pressi dell'omonima contrada viene sbarrato da una diga.

Lago La Rotonda

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Bacino lacustre di 71 ettari[8], a 914 metri sul livello del mare[9], è posto in una conca ai piedi del monte omonimo, sul versante di sud est; oggi ridotto a poco più di un pantano, in uno spazio di 800 per 100–150 m, profondo al massimo 2 m[10], raccoglie per lo più le acque alluvionali e di scorrimento superficiale provenienti dai versanti dei monti Serra Rotonda e Serra la Spina. È situato in direzione nord–est a 13 km dal centro urbano.

Invaso di Cogliandrino

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È la diga dell'omonima contrada, posta a 672 metri sul livello del mare, nell'alta valle del Sinni alla confluenza del torrente Cogliandrino nel fiume Sinni. Conosciuta anche come diga di Masseria Nicodemo, è gestita dall'Enel (sezione di Napoli) e le sue acque sono utilizzate per la produzione di energia elettrica[11].

Nelle fonti scritte, fortemente penalizzate dalla distruzione dell'archivio cittadino, avvenuto durante il massacro di Lauria, l'antico nome Uria compare per la prima volta in un documento redatto nel 1079 dall'arcivescovo di Salerno, Alfano. Appare però improbabile che la sua area, attraversata in epoca romana dalla via Popilia, la più importante direttrice nord-sud dell'Italia meridionale (ricalcata oggi dall'A2), sia rimasta disabitata fino al X secolo. Importanti ritrovamenti di una tomba di epoca lucana in località Malfitano, parlano chiaramente di un importante sviluppo antropico almeno preromano. Scavi archeologici, da lungo tempo invocati, porterebbero alla luce con ogni probabilità una meravigliosa storia millenaria. Una teoria leggendaria fa risalire la fondazione della città in epoca precedente al 400 a.C. ad opera di una colonia greco-cretese, guidata da Teocle e Menippe, che giunta nell'attuale valle del Noce, a Piano dei Peri (Trecchina), decise d'insediarsi nel posto chiamandolo Iriae, in memoria dell'iride (latino e greco: iris, ίρις) che li aveva benevolmente accolti. La tesi della colonizzazione greca non è mai stata verificata per l'assenza di una sistematica campagna di scavi sul territorio comunale e nei paesi limitrofi; rimane ampia pure la gamma di possibilità sulle origini del nome. Non è escluso che sul suo territorio si trovasse, in epoca romana, la cittadina di Mendicoleus. Il canonico don Nicola Curzio ha spiegato la nascita della città come il risultato della migrazione, in tempi diversi, di gente scampata alla distruzione delle vicine Iriae, Seleuci e Blanda.[12] Iriae si presume possa essere la città, menzionata prima, i cui abitanti decisero di trovare rifugio, per qualche sconosciuta ragione (presumibilmente tra il 280 e il 275 a.C. a causa delle incursioni di Pirro che combatteva contro i romani[13]), nei luoghi in cui poi sorgerà il castello di Ruggiero di Lauria e che all'epoca erano ricoperti abbondantemente di piante di lauro; Seleuci, viene idealmente collocata nella contrada, che poi ha italianizzato il suo nome in Seluci, rasa al suolo dai romani nel corso della seconda guerra punica (fine del III secolo a.C.) per il sostegno offerto ai cartaginesi; Blanda, invece, sarebbe stata individuata in una porzione di territorio, nei pressi di Tortora, che nel 914 d.C. fu definitivamente distrutta dai saraceni con la conseguenza di essere abbandonata dalla popolazione, spostatasi in parte nell'attuale quartiere Ravita, tra i due rioni della città. Dalla contrazione delle parole latine laurus (lauro) e Iriae sarebbe, quindi, derivato originariamente il nome, Lauria, anche se l'etimologia ipotizza che il suo nome derivi invece dal contenitore per l'olio, posto sotto il torchio, che i bizantini chiamavano laurion. Più verosimile è l'ipotesi che la rifondata Iriae sia poi diventata Uria (città aurea) per volere del tribuno consolare Caio Emilio Mamercino (latino: Caius Æmilius Mamercinus[14]) che volle premiare la laboriosità degli abitanti. Lo scrittore francescano, Giovanni Franchini, dell'Ordine dei frati minori conventuali, facendo riferimento agli antichi latini, chiama Lauria coi nomi di Ulci, Ulciana Colonia, Luria e Laorina[15]. Nel 406 i visigoti di Alarico la distrussero[13] ma nel 460, mentre i vandali proseguivano l'opera di distruzione dell'Impero Romano d'Occidente di Maggioriano che decadeva lentamente, fu interamente ricostruita ai piedi della torre costruita dai saraceni, la quale sarà, in seguito, sostituita dal castello dell'ammiraglio aragonese Ruggiero di Lauria. Nel VII secolo confluì nei domini longobardi del ducato di Benevento e soffrì di frequente delle incursioni di saraceni, i quali infine distrussero il borgo nel 916[13]. L'imperatore Michele IV il Paflagone liberò la città dai saraceni e le diede il simbolo del basilisco con la scritta Noli me tangere. Guglielmo d'Altavilla la chiamò infine Lauria, ispirandosi a un lauro verdeggiante che fece anche dipingere sullo stemma, a fianco del basilisco. La prima fonte scritta di quest'antica città lucana risale, come già accennato, all'XI secolo e fa riferimento a una laura di monaci basiliani insediati sulla sommità del colle Armo, dove l'antica chiesa, distrutta nel 1806 dalle truppe napoleoniche del generale Andrea Massena, fu poi ricostruita per devozione alla Madonna Assunta.

Nella documentazione scritta ritroviamo Lauria, per la prima volta, almeno dal punto di vista di una chiara identificazione toponomastica, nel Medioevo. Secondo studiosi accreditati[senza fonte] il centro abitato sorse nel X secolo intorno ad una laura basiliana, che era sita nel luogo ove poi è stato edificato il santuario della Madonna dell'Armo. Probabilmente furono i Normanni, che si stabilirono nella zona saracena, detta Ravita (arabo: rabit, "zona vicina o annessa"), ed edificarono il castello di Ruggiero. Dal XII secolo Lauria fu sede di un feudo in cui fiorivano artigianato e commercio. Lauria rappresentava a quell'epoca il centro politico ed economico della Valle del Noce: il feudatario era il capo incontrastato di questo microcosmo autonomo. Capostipite della baronia normanna è Gibel de Loria, cui seguì Riccardo (dal 1254 al 1266), fedelissimo di re Manfredi, che, insieme a lui, trovò la morte nella battaglia di Benevento. È proprio con Riccardo che la città diviene, anche se per pochi anni, la prima sede del giustizierato di Basilicata[senza fonte]. Il primogenito di questi, Ruggiero, divenne celebre perché nominato ammiraglio d'Aragona da Pietro III: non fu mai sconfitto in combattimento e riuscì, più volte, ad uscire vittorioso da scontri con la flotta angioina.

I signori di Lauria dal 1254 al 1860

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Scorcio del Castel Ruggiero e del Santuario della Madonna Assunta visto dalla villetta di via Roma

[senza fonte]

Anno Nobile Titolo
1254 Riccardo di Lauria barone
1266 Ruggiero di Lauria barone
1305 Ruggierone di Lauria barone
1308 Carlo di Lauria barone
1310 Ruggiero Berengario barone
1386 Francesco Sanseverino conte
1436 Stefano Sanseverino conte
1453 Venceslao Sanseverino conte
1456 Gaspare Sanseverino conte
1516 Bernardino Sanseverino conte
1556 Girolamo Exarques barone
1564 Pietro Exarques barone
1598 Girolamo Exarques barone
1621 Francesco Exarques barone
1694 Girolamo Calà di Tappia duca
Porzia di Castromediano duchessa
1698 Adriano Calà Ulloa duca
1741 Francesco Calà Ulloa duca
1779 Adriano Calà Ulloa duca
1801 Pietro Calà Ulloa duca
1806 soppressione del ducato di Lauria

Epoca napoleonica

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Il regime della Prima Repubblica francese fu imposto anche in Italia con l'instaurazione della Repubblica Partenopea, nel 1799. In quel breve periodo, durato circa sei mesi e cominciato con l'usurpazione da parte del generale francese Championnet del Regno di Napoli di Ferdinando IV, l'organizzazione amministrativa del territorio, almeno sulla carta, subì notevoli cambiamenti. Il Governo Provvisorio, sulla base del modello francese, istituì diversi dipartimenti, tra cui quello del Crati[16], che ebbe il suo capoluogo a Cosenza; esso era costituito a sua volta da dieci unità amministrative minori, tra le quali figurava anche il cantone di Lauria[17]; rientravano certamente in quest'area i comuni lucani di Rivello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, Viggianello, Rotonda, Trecchina, Maratea, Nemoli, Lagonegro e i comuni calabresi di Tortora, Aieta (inclusa l'odierna Praia a Mare), San Nicola Arcella e Scalea.

Nel 1806, alla ripresa delle ostilità tra i regnanti della casa di Borbone e gli occupanti francesi, la città divenne un focolaio di rivolta: molti abitanti, tra il 7 e il 9 agosto, furono barbaramente trucidati dai soldati napoleonici, guidati dal generale Massena, perché rei di aver sostenuto la causa borbonica: l'evento è passato alla storia come il massacro di Lauria. Dopo il saccheggio e la sconfitta, per ritorsione alla città e sulla base della legge n. 132 dell'8 agosto 1806[18], il nuovo ente amministrativo del Regno di Napoli, chiamato distretto, nonché il giudicato (una sorta di tribunale), vennero ubicati dal re Giuseppe Bonaparte nel limitrofo centro di Lagonegro[19]. Alla restaurazione borbonica del 1816 il territorio di Lauria costituiva uno dei circondari dello stesso distretto di Lagonegro.[20].

Rimane tristemente noto nella memoria collettiva di Lauria il bombardamento effettuato dalle Forze Alleate il 7 settembre 1943, finalizzato alla distruzione del comando tedesco, sito nel centro della città, in cui perirono 37 civili.[21] Altre fonti, tra le quali quella del giornale L'eco di Basilicata, che riporta, a sua volta, le testimonianze dirette dell'allora vivente sacerdote don Antonio Spagnuolo e di diversi superstiti, affermano che il numero delle vittime civili fu superiore, ossia in numero pari a 39, che il bombardamento fu effettuato da aerei americani e che l'obiettivo militare prioritario fosse individuato in un deposito di munizioni nel quartiere Ravita e non semplicemente, com'è facile immaginare in guerre di tale portata, nelle vie di comunicazione principali, quali sono strade e ferrovie, che da sempre in guerra vengono ritenute bersagli strategici. In particolare, come si apprende dai rapporti dei comandanti di squadriglia delle missioni n. 116 e 117, compiute nei giorni 7 e 8 settembre 1943 dal 321º Bombardment Group americano a bordo di 36 bombardieri B-25 (tra i quali pochi B-25G), furono colpiti i nodi viari principali. Il diario di guerra riporta anche che alcune bombe colpirono il centro abitato e non tutti i bersagli furono individuati a causa della presenza di banchi di nuvole[22].

Il basilisco e il motto Noli me tangere

Alla cronaca nera della città appartengono un paio di storie macabre. La famigerata serial killer Leonarda Cianciulli, detta "la saponificatrice di Correggio", negli anni 20 visse per qualche tempo a Lauria, non senza altri problemi giudiziari, poiché il marito Pansardi era originario del luogo.

È da annoverare anche il pagamento del riscatto e il successivo rilascio di John Paul Getty III, nipote del petroliere Jean Paul Getty, allora noto per essere considerato l'uomo più ricco del mondo, lungo il tratto autostradale che interessava Lauria, a seguito del sequestro di persona compiuto dalla 'ndrangheta il 10 luglio 1973 a Roma.

Simbolo del comune di Lauria è il basilisco aggrappato ad una pianta di lauro che ostenta il motto in latino Noli me tangere ("Non mi toccare"), il cui significato tende ad enfatizzare la temibilità e intoccabilità dei suoi abitanti.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Degni di nota sono: il rudere del medievale castello di Ruggiero e la restaurata casa natia con le reliquie del beato Domenico Lentini, entrambi nel quartiere Cafaro. Le numerose opere artistiche di varie epoche si concentrano prevalentemente nei luoghi di culto religioso.

Rione superiore
Il campanile della chiesa di San Nicola di Bari nel rione superiore
Rione inferiore
Chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo e monumento al cardinale Lorenzo Brancati nel rione inferiore

Evoluzione demografica

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Contrariamente a quanto è avvenuto per la maggior parte del Mezzogiorno, il numero dei residenti a Lauria è cresciuto nel Novecento, fino ad arrivare negli ultimi decenni sulla soglia dei 14 000. Lo sviluppo urbano del comune è stato in parte favorito dalla presenza di infrastrutture viarie, quali sono gli svincoli autostradali di Lauria Nord e Lauria Sud dell'autostrada del Mediterraneo A2 SA-RC e le strade statali del Fondovalle del Noce e Sinnica, e conseguentemente dallo sviluppo industriale nell'area di Galdo.

Abitanti censiti[26]

Lingue e dialetti

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La divisione sociale che ha contraddistinto fin dal Medioevo il castello e il borgo ha generato evidenti differenze fonetiche tra i dialetti del rione superiore (u castiddu) e del rione inferiore (u burgu); tale diversità lessicale rappresenta una delle caratteristiche peculiari di Lauria.

La parlata lauriota è entrata a far parte dei dialetti dell'area arcaica calabro-lucana, essendo Lauria collocata nelle propaggini meridionali della provincia di Potenza, proprio al confine con quella di Cosenza. Questa fascia di territorio, che comprende altri comuni del potentino meridionale e del cosentino settentrionale, delimita l'area Lausberg, così chiamata in memoria del linguista che la individuò.

Oggigiorno il dialetto è parlato principalmente dalle persone più anziane, mentre fra i giovani subisce un processo d'italianizzazione. Negli ultimi anni è stato ampiamente rivalutato dalle varie rappresentazioni teatrali che si sono tenute a livello locale, anche grazie al contributo di alcune associazioni culturali e del celebre attore teatrale e cinematografico Rocco Papaleo.

Tradizioni e folclore

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È caratterizzato dal susseguirsi di manifestazioni civili e festività popolari che, per lo più, accompagnano le feste religiose. Dal 25 febbraio 2000, il beato Domenico Lentini è il patrono dell'intera comunità di fedeli di Lauria, ma la caratteristica del paese d'essere diviso in due grandi rioni e avere contrade molto popolose, lontane dal centro, ha portato alla venerazione di diversi santi protettori. Oltre alla festa del beato si annoverano quelle popolari di lunghissima tradizione[senza fonte]. Il rione superiore festeggia il 9 maggio San Nicola di Bari, al quale è dedicata la chiesa madre. Il rione inferiore, invece, celebra il suo santo protettore, san Giacomo maggiore apostolo, nel giorno 25 luglio; al santo è intitolata la chiesa della parrocchia rionale e una delle piazze principali.

La parrocchia di contrada Seluci è dedicata alla Madonna del Carmine; si festeggia la prima domenica di agosto. Feste molto sentite sono anche quelle di: Sant'Antonio, celebrato il 13 giugno, a cui è dedicato il convento dei padri Cappuccini del rione superiore; San Rocco, l'ultima domenica di settembre, a devozione del quale è intitolata una cappella e una piccola piazza del rione inferiore. Particolarmente suggestiva è la festa che si svolge il 15 agosto sul colle Armo nei pressi del santuario della Madonna Assunta e del castello di Ruggiero di Lauria; il rudere di quest'ultimo si erge tuttora in cima ad una rupe scoscesa, scelta originariamente dall'ammiraglio aragonese in virtù della sua posizione dominante e difensiva nello stesso tempo.

Tra i primi piatti, preparati con pasta fresca, rinomati sono: i ravioli ripieni di ricotta; gli gnocchi (raʃcatiddi); le tagliatelle con ceci o fagioli (rispettivamente chiamate nel dialetto locale coi nomi di làgane e cìciri e làgane e fasùli); i "tagliolini dell'Ascensione"; i màccaruni filàti, una sorta di maccheroni alla chitarra realizzati col ferro; la polenta con salsa di pomodoro e le variopinte minestre rustiche, solitamente a base di verza, accompagnate da cotiche, costine di maiale ed erbe di campagna.

Altre specialità sono: il capretto alla brace o al forno; gli involtini che fanno uso di interiora di agnello, denominati jummàriddi; la trippa; il tutto contornato da funghi, asparagi e cime di rape. Posto predominante nelle tavole di Lauria occupano i salumi come le salsicce e i salami, ma anche i formaggi e le ricotte fresche o stagionate, prodotte artigianalmente dai pastori del monte Sirino.

Tarallo ad 8 tipico di Lauria
Sanguinaccio

D'annoverare: la focaccia bianca o ricoperta di salsa al pomodoro (pizzàtulu); il sanguinaccio, dolce invernale fatto con riso, cioccolato, uva passa ma soprattutto sangue di maiale; il dolce pasquale a forma di ciambella, fatto con molte uova e chiamato picciddàtu; i biscotti bianchi ricoperti di glassa (viscuttini); i mostaccioli (mustacciuoli); le zeppole. Tipici sono i piccoli biscotti, conosciuti come anginétti, con la forma di ciambelline, cotti prima in acqua e successivamente infornati per renderli croccanti, poi ricoperti col naspro ossia una glassa a base di zucchero e limone. In questo comune, inoltre, molto apprezzata è la gassosa di un'antica azienda locale che, in talune occasioni festive, non di rado è miscelata al vino rosso della zona e gustata coi dolci suddetti o coi tipici taralli locali dalla vaga forma ad 8 (viscutti lauriuti).

Geografia antropica

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Lauria è il maggior centro del versante tirrenico della regione Basilicata. La sua posizione geografica, in una ristretta zona di transito tra Campania e Calabria, ne favorisce gli scambi commerciali e i flussi migratori attraverso il territorio. Fu, nel Medioevo, contea e sede vescovile de facto, con un'evoluzione demografico-istituzionale simile, per molti aspetti, a quella di Matera. La città ebbe una drammatica battuta d'arresto nel corso della sua storia con il massacro di Lauria del 1806, dovuto a una sfortunata vicenda che portò Lauria, sede del potere costituito, a divenire luogo di un'ostinata resistenza borbonica contro l'avanzata napoleonica. Le conseguenze di questa sanguinosa repressione furono gravi per la città: oltre al devastante incendio e alla perdita dell'archivio cittadino, si operò il trasferimento di tutti i presidi statali (l'ospedale, il tribunale e le forze dell'ordine) verso i centri limitrofi minori (Lagonegro e Trecchina). Tuttavia, grazie alle caratteristiche geografiche della città, alle sue dimensioni territoriali, ad una lunga e stimata tradizione di commercio, imprenditoria e manodopera, all'inevitabile lenta ripresa di alcune funzioni statali territoriali, è oggi il centro più popoloso dell'area. La presenza di un numero cospicuo di abitanti nel territorio rurale, molto più popolato rispetto al centro cittadino,[27] rende l'intero territorio comunale quasi totalmente antropizzato.

Il centro abitato è suddiviso in due rioni, separati dall'antico quartiere Ravita: quello superiore, tradizionalmente denominato il Castello (Castiddu), e quello inferiore, chiamato altrimenti il Borgo (Burgu), facenti capo alle rispettive parrocchie di san Nicola di Bari e san Giacomo apostolo i cui santi patroni sono festeggiati il 9 maggio e il 25 luglio; dal 25 febbraio 2000 il riconoscimento di patrono dell'intera comunità religiosa è stato assegnato al beato Domenico Lentini,[28] sacerdote del luogo morto nello stesso giorno dell'anno 1828.

Nel centro storico, che rivela segni tipici dell'epoca medievale, con le abitazioni aggrappate alla collina, si aprono angoli caratteristici ed intricate viuzze e stradine, che s'inerpicano dando vita ad archi, sottopassi, portici e motivi architettonici caldi ed armoniosi. Il territorio lauriota, uno dei più grandi della Basilicata, offre un susseguirsi di paesaggi pittoreschi ad agresti, naturali ed artificiali: le vette del massiccio del Sirino (la più alta, quella del monte Papa, raggiunge i 2005 metri), innevate per buona parte dell'anno; il lago artificiale di Cogliandrino; il lago Rotonda; le fresche sorgenti del Sinni e di Fiumicello; il pino loricato del monte Serra la Spina; il castello di Seluci (latino: Seleuci) nella contrada dove sono stati riportati alla luce reperti archeologici e individuati giacimenti petroliferi.

Infrastrutture e trasporti

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  • Il comune non è interessato dall'attraversamento di una linea ferroviaria da quando, nel 1979, la stazione di Lauria è stata ufficialmente soppressa.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1988 1991 Mario Michele De Clemente Democrazia Cristiana Sindaco [29]
1991 1993 Vittorio Cesare Magliano Partito Socialista Italiano Sindaco [30]
1993 1997 Antonio Pisani Partito Socialista Italiano/Socialisti Italiani Sindaco [31]
1997 1997 Olga Cozzoli Commissario prefettizio [32]
1997 1997 Olga Cozzoli Commissario straordinario [33]
1997 2001 Nicola Calcagno L'Ulivo Sindaco [34]
2001 2005 Marcello Pittella Lista civica Sindaco [35]
2005 2006 Antonio Messuti Udeur Sindaco [36]
2006 2011 Antonio Pisani Lista civica Sindaco [31]
2011 2016 Gaetano Mitidieri Lista civica Sindaco [37]
2016 2021 Angelo Lamboglia Partito Democratico Sindaco [38]
2021 in carica Gianni Pittella Partito Democratico/Azione Sindaco [39]
Atletica

È presente sul territorio un campo d'atletica utilizzato prevalentemente dai soci di un club sportivo interessato all'attività agonistica a livello locale e nazionale.

Arti Marziali

La città ospita un dojo di aikidō affiliato all'Aikikai d'Italia con sede centrale a Roma.

Calcio

Esiste un impianto calcistico che può ospitare oltre mille spettatori. La squadra locale, denominata Ruggiero di Lauria, ha preso parte ai campionati nazionali calcistici di serie D del 1998–99, 1999-00, 2000-01, gareggiando nei gironi (H o I) in cui rientravano squadre lucane, siciliane e calabresi.

Ciclismo

Monte Sirino è stata più volte tappa di arrivo del Giro d'Italia.

Il 20 maggio 1999 la città è stata la sede di partenza della 6ª tappa dell'82º Giro d'Italia, la Lauria-Foggia, vinta dal lettone Romāns Vainšteins.

Pallavolo

La città è legata a una tradizione pallavolistica che ha consentito alla squadra locale di gareggiare anche nei campionati nazionali di:

  • serie B2 maschile (girone E) nella stagione 1990-91
  • serie B1 maschile (girone C) nelle stagioni 1991-92, 1992-93, 1993-94
  • serie B2 maschile (girone I) nelle stagioni 2009-10, 2010-11, 2011-12[40].

Anche in campo giovanile si contano importanti successi delle diverse squadre giovanili nelle finali nazionali di U14/M (quarta classificata nel 2006 e 2007) e U16/M (seconda classificata nel 2008)[41].

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
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  4. ^ Regione Basilicata, D.G.R. n. 2000 del 04/11/2003 (PDF), su crisbasilicata.it, 27 novembre 2003, p. 9. URL consultato il 17 settembre 2012.
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  6. ^ Comune di Lauria, su Comuni-Italiani.it. URL consultato il 4 agosto 2022.
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  8. ^ Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Decreto 16 settembre 2013. Designazione di venti ZSC della regione biogeografica mediterranea insistenti nel territorio della Regione Basilicata, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357. (PDF), su minambiente.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 26 settembre 2013, p. 7. URL consultato il 6 ottobre 2014.
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    «Comitiis tribunorum militum patres summa ope evicerunt, ut M. Furius Camillus crearetur. propter bella simulabant parari ducem, sed largitioni tribuniciae adversarius quaerebatur. cum Camillo creati tribuni militum consulari potestate L. Furius Medullinus sextum, C. Aemilius, L. Valerius Publicola, Sp. Postumius, P. Cornelius iterum.»
  15. ^ Giovanni Franchini, CCXLIV. Lorenzo Brancati da' Lauria, cardinale., in Bibliosofia e memorie letterarie di scrittori francescani conventuali ch'hanno scritto dopo l'anno 1585 raccolte da F. Gioanni Franchini…, Modena, Per gli Eredi Soliani Stampatori Duc., 1693, p. 388. URL consultato il 22 giugno 2012.
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  23. ^ Da non confondere con l'altra cappella intitolata alla santa, di più recente costruzione, del rione inferiore. Vedi immagini della cappella del rione superiore in basilicata.cc Archiviato il 17 ottobre 2007 in Internet Archive.
  24. ^ Nicola Riccio, Riaperta al culto la Chiesetta di Santa Veneranda, su it.calameo.com, l'Eco, p. 6.
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  36. ^ Come da delibera del consiglio comunale il vice sindaco assume le funzioni del sindaco Marcello Pittella appena decaduto.
    Lauria, Messuti è il nuovo sindaco (PDF), su comune.lauria.pz.it, Comune di Lauria, 9 giugno 2005. URL consultato il 30 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2018).
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  40. ^ Federazione Italiana Pallavolo, su federvolley.it. URL consultato il 30 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2018).
  41. ^ Polisportiva Lauria, su polisportivalauria.com. URL consultato il 21 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).

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