Villar Dora

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Villar Dora
comune
Villar Dora – Stemma
Villar Dora – Bandiera
Villar Dora – Veduta
Villar Dora – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
Amministrazione
SindacoSavino Moscia (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°07′N 7°23′E / 45.116667°N 7.383333°E45.116667; 7.383333 (Villar Dora)
Altitudine367 (min 345 - max 1 508) m s.l.m.
Superficie5,71 km²
Abitanti2 793[5] (31-8-2021)
Densità489,14 ab./km²
FrazioniAndruini, Baratta, Bert, Borgionera, Bosio (Colombo e Maltrot), Calliero, Cordonatto, Giorda, Merlo, Molino, Montecomposto, Morando, Richetto, Suppo, Torre del Colle, Vindrola.
Comuni confinantiAlmese, Avigliana, Caprie, Rubiana, Sant'Ambrogio di Torino
Altre informazioni
Cod. postale10040
Prefisso011
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001303
Cod. catastaleL999
TargaTO
Cl. sismicazona 3s (sismicità bassa)[6]
Cl. climaticazona E, 2 904 GG[7]
Nome abitantivillardoresi
PatronoSan Rocco[1][2][3], Santi Vincenzo e Anastasio[4]
Giorno festivo16 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Villar Dora
Villar Dora
Villar Dora – Mappa
Villar Dora – Mappa
Localizzazione del comune di Villar Dora nella città metropolitana di Torino.
Sito istituzionale

Villar Dora (O Vilà in dialetto locale[8]) è un comune italiano di 2 793 abitanti[5] della città metropolitana di Torino in Piemonte, compreso tra il versante orografico sinistro della Val di Susa e il fiume Dora Riparia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Villar Dora è situato nella bassa Valle di Susa, a circa 26 chilometri da Torino. Confina a nord con Rubiana, a ovest con Caprie, a sud con Avigliana e Sant'Ambrogio di Torino e ad est con Almese.

Il territorio comunale è situato sulla sinistra orografica del fiume Dora Riparia. Nella zona pianeggiante (tra i 345 ed i 400 metri sul livello del mare) si concentra la maggior parte popolazione, mentre nella zona collinare (400 – 800 metri), costituita dai primi contrafforti delle alpi Graie, sorgono numerose borgate. La parte montuosa (800 – 1508 metri) non risulta invece antropizzata.

L'ambiente di pianura non urbanizzato è costituito da prati e coltivi (alberi da frutto e da taglio, cereali), mentre quello boschivo è costituito fino ai 1000 metri da latifoglie, ad esempio querce, castagni, aceri, frassini e noccioli. A quote superiori sono invece presenti i faggi, gli ontani, le betulle e le conifere (pini, larici, abeti).

Il dislivello totale varia da 345 a 1508 m s.l.m.: il punto più basso si trova nei pressi della bealera (fosso) di Caselette al confine con il comune di Avigliana, mentre quello più alto è costituito dalla vetta del monte Caprasio (Rocca Sella).

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'antico nome del paese (Villar d'Almese) deriva forse da Villa ad Mensam (dal nome latino del torrente Messa) che indicava un modesto stanziamento agricolo sorto nell'alto medioevo attorno ad una fortificazione ove più tardi sarebbe stato costruito il castello. Il nome del Villar viene citato per la prima volta nel diploma del 31 luglio 1001 con cui l'imperatore Ottone III conferiva un'investitura feudale ad Olderico Manfredi. Solo nel 1885 il paese ha assunto l'attuale nome di Villar Dora. Non di rado capita di trovare scritto, in modo errato, «Villardora» (senza spazio): la sola dicitura corretta, utilizzata ufficialmente dal Comune[9], è invece quella di "Villar Dora". Diversi comuni in Piemonte riportano il toponimo "Villar".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca antica e medioevale[modifica | modifica wikitesto]

In epoca romana sorgeva, presso la rocca del castello, un posto di vedetta per la sorveglianza dello sbocco della Valle di Susa verso la pianura Padana. Tale posizione risultava strategica perché nei pressi del vicino Monte Pirchiriano si trovava il confine amministrativo e religioso dell'Italia metropolitana. Poco oltre, presso la zona di Ocelum (tra Caprie, Novaretto e Chiusa di San Michele), la giurisdizione era già delle Alpes Cottiae, considerate dal 9-8 a.C. al 63 d.C. un regno autonomo soggetto a Roma, poi provincia romana fino alla riforma di Diocleziano (fine III secolo).

Tra gli scritti riguardanti il medioevo vi è un documento del 1287 che descrive i principali edifici, fra cui:

  • La Torre del Colle (Tor do Còl in grafia piemontese), un possente torrione cilindrico edificato in stile romanico verso l'inizio del basso medioevo, situato presso l'omonima borgata alle pendici della collina della Seja. Questo faceva verosimilmente parte di un complesso sistema di vigilanza che comprendeva castelli, torri, forti e casematte dislocati lungo tutta la valle.
  • Il Castello di Villar Dora, forse l'insediamento più antico del paese, situato in una zona dalla quale è possibile controllare buona parte della bassa valle di Susa. Nel basso medioevo vi era un complesso di torri unite da una cinta muraria. La struttura attuale risale al XV secolo quando, per volere dei feudatari della famiglia Provana, furono costruiti il Palacium, l'ala di Margaretha de Rotariis e la torre. La dipendenza detta Ca' Bianca risale al XVII secolo, mentre i giardini furono realizzati nel XIX secolo per volere del conte Annibale Antonielli d'Oulx.

Si ritiene che la chiesa parrocchiale sia stata fondata nell'VIII secolo circa, ad opera dei monaci benedettini dell'Abbazia della Novalesa. Originariamente edificata in stile romanico, fu successivamente ristrutturata in stile barocco nel XVII secolo.

I feudatari del Villar erano vincolati da legame vassallatico al conte di Savoia ed erano per questo tenuti, in caso di guerra, a provvedere al reclutamento degli uomini abili.

I secoli XII, XIII e XIV videro una successione di varie famiglie feudatarie: De Thouvet sive De Sala, De Mont Vernier, Aiguebelle, Bergognino, Provana: fra essi, questi ultimi furono coloro che ebbero maggior rilevanza storica. Col passare dei secoli, il potere politico passò gradualmente dalle famiglie dell'antica aristocrazia savoiarda a quelle dei nobili del Piemonte, transizione che si poté dire compiuta nel '400.

Altri documenti dell'epoca presentano informazioni di carattere prevalentemente fiscale, focalizzati sulle imposte e sulle tasse.

Secondo la tradizione (forse una leggenda) nell'anno 1418 papa Martino V soggiornò al Villar di ritorno dal Concilio di Costanza, dopo una visita alla celeberrima abbazia della Novalesa, cui abate commendatario era a quel tempo un Provana del Villar.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo dell'età moderna vide alcune ondate di pestilenza, documentate grazie alle esenzioni fiscali che furono concesse in queste occasioni. Le esenzioni ricorrevano inoltre in caso di guerre ed eventi atmosferici distruttivi come le grandinate.

Nel XVIII secolo avvenne la prima regolamentazione organica delle attività agricole con l'emissione dei «bandi campestri» da parte dell'autorità comitale:

«Non sarà permesso a chi si sia di piantare, né far piantare qualsisia sorta d'Alberi in vicinanza delle Case, Prati, Alteni, Campi, e possessioni altrui, salvo colla distanza legale, sotto pena d'un Scudo d'oro per caduna Pianta, e per caduna volta, oltre tutte la spese per la remossione d'essa.»

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

In età napoleonica il paese fu conquistato dall'esercito francese e annesso al cantone di Rivoli.

Nel medesimo periodo si estinse la dinastia Provana del Villar, con l'avvicendamento per successione dinastica dei conti Antonielli d'Oulx, cui ancora oggi il castello appartiene.

Nel corso del XIX secolo, in seguito alla Restaurazione, la situazione rivoluzionaria si placò gradualmente. Il substrato sociale del Villar, originato dalle idee giacobine e cresciuto nel corso dell'Ottocento con le idee socialiste, diede vita sul finire del secolo alla Società Cooperativa (1882).

Con decreto del 25 gennaio 1928, per volere del governo Mussolini vennero riunificati i comuni di Villar Dora, Almese e Rivera. Questa unione durò fino all'11 aprile del 1955 quando il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi ristabilì, mediante un decreto, l'autonomia amministrativa del comune di Villar Dora.[10]

La seconda guerra mondiale ha lasciato tracce sulla collina della Seja, ove ancora oggi sono presenti le vestigia delle installazioni della batteria contraerea.

Nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, nella frazione di Borgionera (ma anche in una casa del capoluogo e in seguito nella vicina Rubiana) la famiglia Richetto nascose e protesse dalla deportazione tredici ebrei torinesi tra loro imparentati. Per questo impegno di solidarietà, il 13 settembre 1982, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito ai coniugi Carmelo e Angiola Richetto l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni.[11]

I simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Villar Dora è costituito da uno scudo sannitico sormontato dalla corona dei comuni e contornato da due tralci di foglie: come nell'emblema della Repubblica Italiana sono disegnati un ramo d'ulivo e uno di quercia, qui legati insieme da un nastro tricolore. Lo scudo è decorato con il castello e la Torre del Colle, due simboli che contraddistinguono il comune di Villar Dora; entrambi di color rosso e merlati alla guelfa, sorgono in primo piano su un prato verde e si stagliano su uno sfondo bianco.

«D'argento al castello di rosso, finestrato, merlato alla guelfa; al fianco sinistro una torre di rosso; il tutto movente da una rocca di verde.»

Da notare che, sebbene lo stemma riporti il castello merlato alla guelfa, in realtà l'edificio sia merlato alla ghibellina, e la sua torre sia a pianta circolare anzichè quadrata. La Torre del Colle invece presenta correttamente i merli guelfi, ma è anch'essa raffigurata a pianta quadrata anziché rotonda.

Un altro simbolo del Paese, sebbene non rappresentato in forma ufficiale, è costituito dalle ciliegie: un tempo la coltivazione di questo frutto costituiva una delle più rilevanti attività agricole del territorio. Oggi, in una realtà profondamente cambiata, le ciliegie hanno perso la loro importanza economica, ma rimangono tuttavia un simbolo di Villar Dora. Anche le castagne e i marroni (riconosciuti IGP dal 2010[13]) hanno storicamente costituito una fonte primaria di sostentamento.

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Il Castello ed il centro

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello di Villar Dora
  • Torre del Colle
  • Chiesa parrocchiale di San Vincenzo e Anastasio. L'origine della chiesa risale all'alto medioevo, con la fondazione di un'antica dipendenza dell'Abbazia di Novalesa. Il parroco di Villar Dora è chiamato tutt'oggi con l'appellativo di "priore". Il primo fu Aymo Sacerdos, di cui si hanno documenti del 1176. L'attuale priore di Villar Dora, il ventottesimo di cui si conservi memoria, è don Pier Luigi Cordola (dal 2012).
  • Chiesa di San Rocco
  • Cappella di San Pancrazio
  • Monte Caprasio (Rocca Sella)
  • Collina della Seja e Sentiero Balcone
  • Aree umide e torbiere delle Tampe
  • Per Villar Dora passa la Via Francigena, ramo del Moncenisio[14].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[15]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009, la popolazione straniera residente era di 163 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il dialetto prevalente di Villar Dora è il piemontese, non scevro di alcune peculiarità locali: nella tabella sottostante si riportano alcuni esempi[16] utilizzando la grafia piemontese. Il paese è talvolta indicato come compreso in un'«area linguistica francoprovenzale fortemente piemontesizzata»[17]. Già nel XX secolo, i parlanti patoà erano però minoritari e localizzati perlopiù nelle borgate collinari confinanti con la vicina Rubiana. La varietà linguistica francoprovenzale è in via d'estinzione, mentre quella piemontese si sta progressivamente perdendo con il passare delle generazioni.

Italiano Piemontese Villardorese Francese
Il Ël O Le
Del Dël Do Du
Gatto Gat Ciat Chat
Non Nen/Pà Pas

Enti, associazioni e gruppi[modifica | modifica wikitesto]

La vita associativa villardorese è piuttosto intensa e conta numerosi gruppi.

  • AIB Villar Dora. È la squadra anti incendi boschivi, facente parte del Corpo AIB Piemonte.
  • Amici dell'Età. Associazione dedita alla fascia anziana della popolazione.
  • Associazione "Franco Buggia". Organizza iniziative ed incontri prevalentemente nelle borgate Bert e Montecomposto.
  • Coro Riparia.
  • Croce Rossa Italiana, Comitato locale di Villar Dora.
  • FIDAS Villar Dora, sezione locale dei donatori di sangue.
  • Gruppo Alpini "Rocca Sella" Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., sezione locale dell'Associazione Nazionale Alpini.
  • Gruppo Culturale Villardorese. Organizzazione di volontariato per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale, fondata nel 1981.
  • Gruppo fotografico Amici '91. Approfondisce le tematiche fotografiche mediante incontri e competizioni. Come suggerisce il nome, è stata fondata nel 1991.
  • Gruppo Folcloristico. Esegue danze e balli tradizionali con personaggi vestiti in costume storico[18].
  • Parrocchia dei SS. Vincenzo ed Anastasio, oratorio e Schola cantorum (Cantoria parrocchiale).
  • Polisportiva Villardorese. Attiva dagli anni '70 con attività come marcia alpina, Tennis tavolo, Pallacanestro e Pallavolo.
  • Pro Loco Villar Dora. Fondata nel 1975, organizza numerose iniziative locali: carnevale, ciliegiata (ultima domenica di maggio), festa di San Rocco (14, 15 e 16 agosto), castagnata (ultima domenica di ottobre) e mercatini di Natale.
  • Circolo bocciofilo "Punt e mes".
  • Società Cooperativa. Fondata nel 1882, tuttora esistente, ha storicamente costituito uno dei motori propulsori della vita sociale del paese.
  • Società filarmonica (banda musicale). Formazione già attiva nel 1893[19]. Interviene in occasione delle feste civili e religiose. Organizza talvolta dei concerti.
  • Villar Dora Sicura. Associazione per la vigilanza di vicinato. Organizza turni quotidiani di sorveglianza del paese da parte di volontari, in sinergia con le forze dell'ordine.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione e musei[modifica | modifica wikitesto]

Sul territorio comunale sono presenti i seguenti istituti:

  • Scuola primaria Carlo Collodi
  • Scuola dell'infanzia La giostra
  • Asilo nido privato La coccinella
  • Biblioteca comunale

Il Museo della Dora Riparia nella Preistoria (Do.R.P.), attivo dal 2005 al 2011 ad opera di un gruppo di appassionati, ha presentato le vicende geologiche ed antropologiche del bacino idrografico della Dora Riparia nel periodo compreso tra il neolitico e l'epoca attuale.

Eventi e feste[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda narra che nel medioevo San Rocco, pellegrino di origine francese, transitò attraverso la Valle di Susa in viaggio verso Roma. La festa patronale a lui dedicata, celebrata il 16 agosto, è la più importante dell'anno e anticamente aveva un significato apotropaico nei confronti delle ricorrenti epidemie di peste. La stessa chiesa di San Rocco (XVII secolo) fu costruita dalla comunità locale come ringraziamento per la guarigione dalle pestilenze e per invocare la buona salute presso il santo taumaturgo. La festa comprende tradizionalmente tre giorni (15, 16 e 17 agosto), nei quali la banda musicale passa per le strade e per le borgate del paese a distribuire i "sonetti", brevi poesie scritte in piemontese. Il 16 agosto costituisce giorno di festività e di chiusura di esercizi ed uffici pubblici. Il giorno 17, detto San Rochèt ("piccolo" San Rocco), è il momento della classica merenda sinoira all'aperto (una merenda piuttosto sostanziosa che costituisce anche la cena): un tempo era consumata nei boschi presso la fontana del Prajet, mentre attualmente l'evento si svolge presso la vicina fontana della Cinà.

Altre manifestazioni nel corso dell'anno sono: la festa di San Pancrazio (e dell'omonima cappella), la Ciliegiata in primavera e la Castagnata in autunno. A dicembre (di norma la seconda domenica del mese) si svolge il Mercatino di Natale con bancarelle e manifestazioni.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Struttura urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Sono giunte fino alla nostra epoca alcune mappe catastali storiche di Villar Dora, le più antiche risalenti alla fine del XVIII secolo. Da esse si può dedurre che il paese fosse diviso tra capoluogo (la zona intorno al castello) e borgate (dislocate ai margini della pianura oppure decisamente in collina).

Le zone pianeggianti ai piedi della collina della Seja, comprese tra la Dora ed il Capoluogo risultavano umide ed in parte paludose anche a causa delle tampe (le cave di torba ed argilla), non abitate perché considerate malsane. Qui trovava posto solo l'antica fornace per laterizi.

Elenco delle borgate storiche di Villar Dora (fra parentesi i nomi in grafia piemontese):

  • Andruini (Andruin). Modernamente è invalso l'uso del singolare "Andruino" anziché del plurale "Andruini".
  • Baratta (Ca'n Baràta)
  • Bert (Sa'n Bert)[20]. Dislocata tra i 700 e gli 800 m s.l.m., è la borgata più elevata del paese.
  • Borgione (Ca'n Borgion)[21]. Questo nucleo di case, già documentato nel '700, costituiva un tempo una frazione indipendente ed era sede di un forno per il pane. Oggi, dal punto di vista catastale, è considerato parte di Borgata Richetto.
  • Borgionera (Borgionera). Sede della cappella di San Martino, la cui festa cade l'11 novembre.
  • Bosio (Ca'n Beus). Aggrega a sua volta le borgate Colombo e Maltrot.
  • Capoluogo, ovvero il nucleo centrale del paese, compreso tra il castello, la chiesa, il comune e le zone limitrofe.
  • Calliero (Ca'n Callié)
  • Cordonatto (Ca'n Got)
  • Giorda (Ca'n Giorda)
  • Merlo (Pilon Merlo)
  • Molino (Mulin). Trae il nome dal mulino che i Provana del Villar fecero realizzare nel XV secolo. Anticamente non era una vera e propria borgata perché il mulino sorgeva isolato in mezzo alla campagna.
  • Montecomposto (Montconpò). Borgata assai popolosa, è una delle più elevate d'altitudine insieme a borgata Bert.
  • Morando (Ca'n Moran)
  • Richetto (Ca'n Richèt). Antica e popolosa borgata, già presente nella sua attuale estensione nei catasti di fine Settecento.
  • Suppo (Ca'n Sup). Vi si trova la fontana della Cinà, sede della "merenda sinoira" il 17 agosto, nel contesto dei giorni di festività dedicati a San Rocco.
  • Torre del Colle (Tor do còl). Segno distintivo della borgata è l'omonimo torrione medievale, ai cui piedi si trovava l'antico oratorio di San Lorenzo (sec. XII circa) ora in rovina.
  • Vindrola (Vindròla). Da questa Borgata prende nome il rio Vindrola, che tra i locali è conosciuto semplicemente come "il rio" (da cui, più a valle, il toponimo di "Piazza del Rio").

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Storicamente l'economia del paese è stata legata alle attività agricole. Forte rilevanza hanno sempre assunto l'orticoltura e la frutticoltura, con particolare riferimento alle ciliegie ed alle castagne. Nel passato, assai diffusa era la coltura della vite, a vigna nelle zone collinari e ad alteno in quelle pianeggianti, da cui si ricavava un vino di spiccata acidità, ottenuto dai vitigni locali come l'Avanà.

Un tempo vi era una fornace che fin dal medioevo produceva mattoni, tegole, tavelle ed altri laterizi, alimentata mediante forno a legna. Essa fu demolita negli anni ottanta e del complesso si conserva ancora una ciminiera isolata nei campi.

La zona delle Piotere presenta un sottile strato di suolo alluvionale originato delle antiche esondazioni della Dora Riparia. Qui si accumularono i sedimenti organici che si trasformarono in torba, di cui venne avviata l'estrazione a partire dai tardi anni trenta. In seguito alla cessazione dell'attività le cave si riempirono d'acqua e si trasformarono in stagni. Nella medesima zona si estraeva fin dal medioevo anche l'argilla destinata alla vicina fornace.

Attualmente in paese sono presenti alcune attività commerciali e artigianali di piccola dimensione. È diffuso il fenomeno del pendolarismo da e verso Torino.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Villar Dora è raggiungibile mediante:

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Si riportano le amministrazioni comunali dal 1955[10] ad oggi.

Il municipio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
ottobre 1955 maggio 1956 Andrea Musso Commissario prefettizio
maggio 1956 novembre 1964 Martino Franchino Sindaco
novembre 1964 novembre 1972 Teresio Giverso Sindaco
novembre 1972 gennaio 1975 Domenico Benna Sindaco
febbraio 1975 giugno 1975 Antonio Di Giovine Commissario prefettizio
giugno 1975 giugno 1980 Piero Blandino Sindaco
giugno 1980 maggio 1985 Piero Blandino Sindaco
maggio 1985 maggio 1990 Piero Blandino Sindaco
maggio 1990 giugno 1994 Elisio Croce Lista civica Sindaco
14 giugno 1994 15 giugno 1999 Elisio Croce Lista civica Sindaco
15 giugno 1999 14 giugno 2004 Elisio Croce Lista civica Sindaco
14 giugno 2004 8 agosto 2008 Susanna Oliva Lista civica Sindaco
8 agosto 2008 9 giugno 2009 Barbara Buffa Commissario prefettizio [22]
9 giugno 2009 26 maggio 2014 Mauro Carena Lista civica Sindaco
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Mauro Carena Lista civica Sindaco
27 maggio 2019 in carica Savino Moscia Lista civica Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune faceva parte della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, ora Unione Montana Valle Susa.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Sul territorio comunale sono presenti i seguenti impianti sportivi:

  • Palestra comunale Carabiniere Tonino Gubbioni
  • Piscina e palestra (Associazione sportiva Valmessa Sporting Club)
  • Maneggio equestre, piscina, tennis (Associazione sportiva Mannus Club)
  • Campo sportivo parrocchiale

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione culinaria locale[23] è legata agli ingredienti del territorio, che si caratterizzano per la loro estrema semplicità. Nei pasti quotidiani d'un tempo vigeva la sobrietà della civiltà contadina, dovuta alla povertà diffusa per via delle ricorrenti carestie, delle malattie e dei passaggi degli eserciti in guerra. Qualche piatto più elaborato veniva servito in occasione delle feste. Tra ciò che si poteva trovare sulle tavole dei villardoresi fino al dopoguerra, si segnalano:

  • Antipasti: insaccati, verdura in carpione, funghi, acciughe al verde, pomodori ripieni, pesce d'acqua dolce in carpione;
  • Primi piatti o piatti unici: minestrone, polenta, bagna caoda, risotto, pasta e fagioli o ceci, riso con latte e castagne, semola, gnocchi, panada;
  • Secondi piatti: Arrosto, bollito di carne, coniglio, frittate, spezzatino, subrich di patate, trippa, pesci d'acqua dolce, involtini di cavolo (pes-còj o caponèt), cipolle ripiene (siole pien-e);
  • Formaggi: cagliata (quajà) e toma;
  • Dolci: pesche ripiene (persi pien), frutta cotta, zabaione;
  • Tipi di pane: biova, cobia, cusiòira.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b I documenti e gli atti ufficiali del Comune di Villar Dora definiscono "patronale" la festa di san Rocco. Il 16 agosto costituisce giorno di pubblica festività e di chiusura di esercizi ed uffici pubblici. A titolo esemplificativo ma non esaustivo, si riportano i programmi delle edizioni 2019, 2020 e 2022. Numerosi altri atti sono presenti negli archivi comunali.
  2. ^ a b Anche la stampa locale si riferisce alla festa di San Rocco come "patronale", ad esempio La Valsusa, L'Agenda News, Torino Oggi, Valsusa Oggi e Luna Nuova.
  3. ^ a b I tradizionali "Sonetti" (componimenti sotto forma di poesia), distribuiti ai villardoresi in occasione della solennità di San Rocco, hanno sempre riportato la dicitura di "festa patronale". Se ne ha testimonianza già agli inizi del Novecento, e l'usanza è viva ancora oggi. Al seguente link si può vedere il primo sonetto di cui si conservi un'immagine, relativo all'anno 1913.
  4. ^ a b In anni recenti è invalso talvolta l'uso di riferirsi anche alla festa dei santi Vincenzo di Saragozza e Anastasio di Persia come "patronale", in virtù dell'intitolazione ad essi della chiesa parrocchiale. Storicamente però, nei confronti dei Santi Vincenzo e Anastasio, non si ravvisano particolari testimonianze di devozione da parte del popolo: la loro ricorrenza, che cade il 22 gennaio, non costituisce e non ha costituito in passato giorno festivo. Il legame culturale dei villardoresi è invece attestato tradizionalmente con San Rocco, per via del ruolo del santo come guaritore delle malattie, in particolare delle epidemie di peste, morbo endemico in queste zone fino al '700. Per tale ragione, nel XVII secolo, gli abitanti del Villar (allora Villar d'Almese) eressero a proprie spese e con le proprie forze la chiesa dedicata a San Rocco, posta nella piazza centrale del paese, riconoscendo San Rocco di Montpellier come patrono della comunità degli abitanti locali.
  5. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  6. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  7. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  8. ^ A livello locale, nella variante autoctona del piemontese arricchita di elementi francoprovenzali, il paese è detto O Vilà secondo la grafia classica piemontese oppure U Vilà secondo quella italiana, contrazioni rispettivamente di O Vilar e U Vilar. Tale toponimo, il cui significato è semplicemente "Il Villar", viene sempre pronunciato come [ʊ viˈlaː] secondo l'alfabeto fonetico internazionale. In piemontese vi è anche la versione estesa, ma meno usata e meno tradizionale dello stesso toponimo, ovvero Vilar Dòra.
  9. ^ Statuto del Comune di Villar Dora. In particolare si confronti il Titolo I, art. 5, comma 1
  10. ^ a b Un apposito comitato, costituito nel 1947, guidato da Martino Franchino e composto da personalità come il Priore don Oreste Caramello e altri notabili, raccolse le firme e seguì l'iter burocratico che portò alla ricostituzione del comune di Villar Dora con il Decreto del Presidente della Repubblica dell'11 aprile 1955, pubblicato sul numero 145 della Gazzetta Ufficiale.
  11. ^ Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45 (Mondadori: Milano 2006), pp. 202-203.
  12. ^ Fonte: Araldica Civica Archiviato il 7 giugno 2006 in Internet Archive.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, C 67/26 18.03.2010
  14. ^ Da Torino a Vercelli (Km 84,8) – Turismo Torino e Provincia Archiviato il 29 novembre 2014 in Internet Archive.
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Per un elenco più esteso vedi Vocabolario del dialetto di Villar Dora (circa 1950)
  17. ^ Paolo Gras, Valerio Tonini, Le Valli di Susa, Il Capitello, Torino 1991, p. 205
  18. ^ Villar Dora non possiede in realtà un proprio costume storico tradizionale. Secondo fonti dello stesso Gruppo Folcloristico, l'abito femminile è stato confezionato nella seconda metà del XX secolo sulla base di abiti in uso ad altri gruppi Folk piemontesi con qualche variazione e semplificazione. L'abito maschile è stato invece ispirato a quello ottocentesco del postiglione della diligenza del Moncenisio.
  19. ^ La data esatta di fondazione della Società filarmonica di Villar Dora non è nota perché non è riportata in alcun documento conosciuto.
  20. ^ La dicitura Sa'n non si riferisce ad un santo, ma è l'equivalente patoà di Ca'n.
  21. ^ Fonte: Lorenzo Rossetti - Storia e vita a Ca'n Borgion
  22. ^ Con Decreto Prefettizio del 08/08/2008, protocollo n. 2008015344-AREA II, il Consiglio Comunale di Villar Dora è stato sospeso essendosi verificati i presupposti di cui al comma 1, lettera b, n. 4 dell'articolo 141 del D.lgs. n. 267/2000: riduzione dell'organo assembleare per impossibilità di surroga alla metà dei componenti del Consiglio. Il decreto del Presidente della Repubblica del 10 ottobre 2008 sullo scioglimento del Consiglio comunale è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 255 del 30-10-2008[collegamento interrotto]
  23. ^ Fonte: Daniela Re (Gruppo Culturale Villardorese), Elogio delle siole pien-e: Una raccolta di ricette tradizionali per conservare e tramandare la nostra identità culinaria, Amazon Publishing, 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV. (Gruppo Culturale Villardorese), Villar Dora 200 anni fa, Melli, Borgone, 1981.
  • Adriano Viarengo (Gruppo Culturale Villardorese), La Società Cooperativa di Villar Dora (1882-1982). Cento anni di vita associativa, Melli, Borgone, 1982.
  • Fabrizio Antonielli d'Oulx, Leonardo Chiariglione, Mario Franchino, Paolo Scarzella, Adriano Viarengo (Gruppo Culturale Villardorese), Villar Dora. Contributi per una storia, Melli, Susa, 1989.
  • a cura di Angelo Brunatto, Elisio Croce, Adriano Viarengo (Gruppo Culturale Villardorese), I nonni raccontano. Personaggi, feste, guerre e lavoro in un centro valsusino, Morra, Condove, 2001.
  • Daniela Re (Gruppo Culturale Villardorese), Elogio delle siole pien-e: Una raccolta di ricette tradizionali per conservare e tramandare la nostra identità culinaria, Amazon Publishing, 2020.
  • a cura di Angelo Brunatto (Gruppo Culturale Villardorese), Segni di devozione religiosa a Villar Dora, GCV, 2021.

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