Grosso (Italia)

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Grosso
comune
Grosso – Stemma
Grosso – Veduta
Grosso – Veduta
Palazzo Armano
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
Amministrazione
SindacoLorenzo Spingore (lista civica) dall'8-6-2009 (3º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°15′27.01″N 7°33′28.47″E / 45.257502°N 7.557907°E45.257502; 7.557907 (Grosso)
Altitudine394 m s.l.m.
Superficie4,33 km²
Abitanti991[1] (30-11-2023)
Densità228,87 ab./km²
FrazioniCase Maciurlat, Vauda, Vigna
Comuni confinantiCorio, Mathi, Nole, Villanova Canavese
Altre informazioni
Cod. postale10070
Prefisso011
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001119
Cod. catastaleE203
TargaTO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 945 GG[3]
Nome abitantigrossesi
Patronosan Lorenzo martire, santo Stefano, san Giuseppe
Giorno festivo19 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Grosso
Grosso
Grosso – Mappa
Grosso – Mappa
Localizzazione del comune di Grosso nella città metropolitana di Torino.
Sito istituzionale

Grosso (Gròss in piemontese) è un comune italiano di 991 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale

La fondazione di Grosso si colloca nel tardo medioevo: il primo documento storico che nomina la parrocchia di Grosso è del 1209. Sui territori paludosi della sponda sinistra della Stura di Lanzo vennero edificati quattro ricetti: Nole, Villanova, Liràmo e Grosso. Il ricetto è una struttura difensiva medievale, tipica della parte orientale del Piemonte.

Le terre che, a causa di naturali cambiamenti climatici, divennero molto fertili, vennero concesse a vassalli imparentati con i marchesi del Monferrato. È probabile che, non solo i signori, ma anche i primi coloni, provenissero dal basso Monferrato o dal Vercellese, per alcune peculiarità della parlata locale. Insieme col ricetto, venne edificata una casa padronale, impropriamente chiamata "castello": di ambedue le costruzioni, rimangono alcuni tratti della cinta muraria originale. Della stessa epoca è anche la fondazione della chiesa parrocchiale, dedicata a san Lorenzo: nonostante numerosi rimaneggiamenti e ampliamenti — a partire dal 1719 — che ne hanno resa poco leggibile la struttura e la storia, la navata centrale è ancora quella della sua fondazione duecentesca. Dopo l'incendio (1326) del ricetto di Liràmo, alla Parrocchia di Grosso furono assegnate anche quelle terre: la Chiesa parrocchiale prese quindi il titolo di "Santi Lorenzo e Stefano" (essendo Stefano il patrono di Liràmo).

Sul territorio di Grosso insiste anche un'altra piccola chiesa, di almeno cento anni precedente la parrocchiale: è la chiesa di San Ferreolo, di fondazione benedettina. Essa fa parte di una sorta di camminamento, che dall'abbazia di San Mauro, alle foci dello Stura di Lanzo, porta fino all'imbocco delle valli, ai margini dunque della pianura fluviale dello Stura: questo cammino, allora in terre semipaludose, consentiva ai monaci benedettini sanmauresi di recarsi nelle valli, per evangelizzare le popolazioni indigene. In San Ferreolo (l'intitolazione al santo francese è trecentesca) sono stati riscoperti, negli anni settanta, pregevoli affreschi, che gli studiosi hanno fatto risalire alla scuola svizzera di Reichenau.

Verso la metà del XVII secolo, la Signorìa di Grosso venne acquistata dal conte Francesco Armano (o Armani), medico di Cirié di origine umbra. Questi fece demolire l'antico "castello", conservando solo la cappella gentilizia, ove sostò, durante almeno una delle sue due traslazioni cinquecentesche da Chambéry a Torino, la Sacra Sindone, alla quale la cappella è dedicata. In luogo dell'antica casaforte, l'Armano fece edificare una tipica dimora seicentesca, luogo di soggiorno e di svago. Ad affrescare riccamente le sale del palazzo, che domina la piazza principale, intervennero i Maestri Campionesi: rarissima testimonianza, nel Piemonte occidentale, della loro opera. Memore forse di qualche trascorso mantovano, fece anche approntare una Sala delle Muse, destinata a esecuzioni di teatro musicale. Il palazzo Armano è di proprietà privata; dopo decenni d'incuria, è stato recentemente restaurato.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia del paese, che, fino alla metà del XIX secolo, era stata prettamente agricola, conosce proprio in quegli anni una svolta determinante. Si racconta che sia stato il parroco dell'epoca, don Pietro Mellica, ad insegnare ai grossesi l'arte di fabbricare sedie e tavoli.
A tutt'oggi, l'economia di Grosso si regge sulla produzione di mobilio artigianale, frutto del lavoro di numerose botteghe, pressoché tutte a conduzione familiare. Quest'attività ha raggiunto il suo culmine tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, portando il piccolo comune a raggiungere fama nazionale.

Da questa radice artigianale è nata, per inciso, la Gufram, un'azienda con sede attualmente a Barolo, che a partire dagli anni sessanta ha avuto un ruolo significativo nell'evoluzione del design legato all'arredamento ed i cui migliori esempi sono ospitati in numerosi musei di arte contemporanea del mondo.[5][6]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2004 2009 Carlo Giachetti lista civica Sindaco
2009 2014 Lorenzo Spingore lista civica Sindaco
2014 2019 Lorenzo Spingore lista civica Rinnovamento grossese[7] Sindaco II mandato
2014 2019 Lorenzo Spingore lista civica Rinnovamento grossese Sindaco III mandato

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  5. ^ A. Cavallari Murat, Lungo la stura di Lanzo, Torino, 1973.
  6. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 8.
  7. ^ Comune di Grosso, La Repubblica; risultati on-line su www.repubblica.it (consultato nel giugno 2014)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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