Giro d'Italia: differenze tra le versioni
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Le tappe in montagna sono la caratteristica principale e il fiore all'occhiello del Giro, sono contraddistinte da una pendenza media molto elevata (con punte che a volte superano il 20%), non sempre a scapito della lunghezza, che le rende diverse da quelle del Tour ed estremamente dure, tanto che mettono alla prova i migliori scalatori al mondo, quasi i soli che, per tradizione, riescono a vincere la ''Corsa Rosa''. Quasi sempre la corsa rosa affronta prima gli [[Appennini]] e infine le [[Alpi]]. Alle salite mitiche del Giro, prevalentemente dolomitiche e alpine, come ad esempio il [[Passo dello Stelvio]] |
Le tappe in montagna sono la caratteristica principale e il fiore all'occhiello del Giro, sono contraddistinte da una pendenza media molto elevata (con punte che a volte superano il 20%), non sempre a scapito della lunghezza, che le rende diverse da quelle del Tour ed estremamente dure, tanto che mettono alla prova i migliori scalatori al mondo, quasi i soli che, per tradizione, riescono a vincere la ''Corsa Rosa''. Quasi sempre la corsa rosa affronta prima gli [[Appennini]] e infine le [[Alpi]]. Alle salite mitiche del Giro, prevalentemente dolomitiche e alpine, come ad esempio il [[Passo dello Stelvio]], del [[Passo di Gavia|Gavia]] e (dal 1990) del [[Passo del Mortirolo|Mortirolo]], negli ultimi anni, specialmente sotto la spinta del patron Zomegnan, si sono aggiunte nuove ascese come il [[Monte Zoncolan]] e l'[[Etna]]. |
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Sui colli lungo il percorso sono disposti i traguardi (divisi in quattro categorie di difficoltà) che assegnano punti per la [[Classifica scalatori (Giro d'Italia)|maglia azzurra]], indicante il miglior scalatore; inoltre ogni anno, al passo di maggior altitudine viene attribuito il titolo di ''[[Cima Coppi]]'', mentre alla salita ritenuta più rappresentativa, dal 2004, viene assegnato il nome di ''[[Montagna Pantani]]''. |
Sui colli lungo il percorso sono disposti i traguardi (divisi in quattro categorie di difficoltà) che assegnano punti per la [[Classifica scalatori (Giro d'Italia)|maglia azzurra]], indicante il miglior scalatore; inoltre ogni anno, al passo di maggior altitudine viene attribuito il titolo di ''[[Cima Coppi]]'', mentre alla salita ritenuta più rappresentativa, dal 2004, viene assegnato il nome di ''[[Montagna Pantani]]''. |
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Versione delle 17:41, 23 mag 2017
Giro d'Italia | |
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Sport | Ciclismo su strada |
Tipo | Gara individuale |
Categoria | Uomini Elite, UCI World Tour |
Federazione | Unione Ciclistica Internazionale |
Paese | Italia |
Organizzatore | RCS Sport |
Direttore | Mauro Vegni |
Cadenza | Annuale |
Apertura | maggio |
Partecipanti | Variabile |
Formula | Corsa a tappe |
Sito Internet | www.giroditalia.it |
Storia | |
Fondazione | 1909 |
Numero edizioni | 100 (al 2017) |
Detentore | Vincenzo Nibali |
Record vittorie | Alfredo Binda (5) Fausto Coppi (5) Eddy Merckx (5) |
Ultima edizione | Giro d'Italia 2016 |
Edizione in corso | Giro d'Italia 2017 |
Il "trofeo senza fine" del Giro d'Italia | |
Il Giro d'Italia è una corsa a tappe maschile di ciclismo su strada che si svolge lungo le strade italiane con cadenza annuale. Occasionalmente il percorso può interessare località al di fuori dai confini italiani (sconfinamenti, arrivi o partenze di tappa, prime tappe). Detto anche Corsa Rosa, istituito nel 1909 su idea del giornalista forlivese Tullo Morgagni, da allora si è sempre disputato, salvo che per le interruzioni dovute alla prima e alla seconda guerra mondiale, nell'arco di tre settimane durante il mese di maggio. Mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l'arrivo, salvo eccezioni come Napoli, Firenze, Verona, Lucca, Roma, Brescia, Trieste e Torino, è a Milano, città ove ha sede La Gazzetta dello Sport, il quotidiano sportivo che organizza la corsa sin dalla sua istituzione.
Il Giro è una delle tre corse a tappe più importanti del calendario, e l'Unione Ciclistica Internazionale l'ha inserito nel suo circuito professionistico UCI World Tour insieme alle altre due grandi corse internazionali, il Tour de France e la Vuelta a España. Storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese, anche se, a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta (al tempo dei duelli Coppi-Bartali) e durante gli anni settanta, il prestigio e il numero di grandi ciclisti iscritti portarono il Giro ad avere un'importanza pari a quella del Tour.
Il record di vittorie è condiviso da tre ciclisti, ognuno con cinque vittorie, gli italiani Alfredo Binda, vincitore tra il 1925 e il 1933, Fausto Coppi, vincitore tra il 1940 e il 1953, e il belga Eddy Merckx, che vinse tra il 1968 e il 1974. Per quel che riguarda le vittorie di tappa, il record appartiene al velocista italiano Mario Cipollini, che nell'edizione del 2003 riuscì a superare il record di 41 vittorie che dagli anni trenta apparteneva ad Alfredo Binda; a quest'ultimo rimangono i record di vittorie di tappa in una stessa edizione, 12 tappe su 15 nel 1927, e di vittorie di tappa consecutive, ben 8 nel 1929.
Storia
1909-1930: i pionieri del ciclismo
La nascita del Giro venne formalizzata con un annuncio sulla Gazzetta dello Sport il 24 agosto 1908, con la promessa di 25 000 lire di premio al vincitore e la volontà di organizzare «una delle prove più ambite e maggiori del ciclismo internazionale». Nell'organizzazione del Giro la Gazzetta dello Sport anticipò di poco il Corriere della Sera, che stava per lanciare l'iniziativa. Il primo Giro d'Italia partì il 13 maggio 1909 alle 2:53 da Milano per la prima tappa di sempre, vinta da Dario Beni sul traguardo di Bologna dopo 397 km a 28,090 di media oraria. Vi furono 8 tappe, per complessivi 2.448 chilometri, fra il 13 e il 30 maggio che videro i migliori ciclisti dell'epoca affrontarsi: Giovanni Gerbi, Giovanni Rossignoli, Luigi Ganna (cui andò la vittoria finale), Carlo Galetti, Eberardo Pavesi, Giovanni Cuniolo ed il francese Lucien Petit-Breton. I dispacci telegrafici che venivano appesi in Piazza Castello per consentire ai tifosi di seguire l'evolversi della corsa erano l'unico modo per avere aggiornamenti, salvo attendere il giorno successivo e la lettura del giornale. La lista completa dei partecipanti al primo Giro è tutt'oggi sconosciuta nonostante sia considerato un documento storico, tuttavia si sa che dei 127 corridori al via, solo 49 terminarono la corsa.
Il vincitore portava a casa 5.250 lire e l'ultimo classificato riceveva 300 lire. Da segnalare è il Giro del 1912, corso per quell'edizione a squadre, vinto dall'Atala e, in via solo ufficiosa da Carlo Galetti, tenendo conto del tempo impiegato singolarmente. Nel 1914 fu introdotta la classifica generale a tempo, che sostituiva quella a punti in vigore i primi anni, e fu vinta da Alfonso Calzolari, nonostante la richiesta di squalifica (poi comminata in penalizzazione di tre ore dalla Gazzetta) da parte dell'Unione velocipedistica italiana che gli imputava di essersi attaccato ad un'auto sulla Salita delle Svolte.
I maggiori protagonisti nei primi anni furono Ganna e Galetti e dopo alcune annate interlocutorie e l'inizio della Prima guerra mondiale si ebbero diversi protagonisti che sarebbero divenuti leggendari: Costante Girardengo, Giovanni Brunero, Alfredo Binda e Gaetano Belloni. Girardengo, Brunero e Belloni vinsero i primi cinque Giri d'Italia dopo la guerra ma nell'edizione del 1925 si affrontarono Girardengo, Brunero, Belloni (già vincitori della corsa rosa) ed il giovane Binda che prevalse distanziando i rivali di diversi minuti. Tra il 1926 e il 1929 Binda trovò solo Brunero come valido rivale e riuscì a vincere tre giri consecutivi lasciando a Brunero solo l'edizione del 1926. Il dominio di Binda era tanto forte che gli organizzatori della corsa rosa decisero di non farlo partecipare al Giro d'Italia 1930, riconoscendogli comunque un premio pari a quello che sarebbe spettato al vincitore, cioè 22.500 lire.[1]
La partenza del Giro fu posta per tutte le edizioni a Milano tranne nel 1911 e nel 1929 (a Roma) e nel 1930 (a Messina) mentre l'arrivo fu piazzato ancora a Milano ad eccezione del Giro 1911, dove l'arrivo fu a Roma e nel 1912 dove l'arrivo fu posto a Bergamo.
1931-1955: l'epoca d'oro di Coppi e Bartali
Armando Cougnet, vero ideatore e factotum del Giro d'Italia fin dalla sua fondazione e fino al 1948, decise nel 1931 di istituire per il leader della corsa un simbolo che lo rendesse riconoscibile a prima vista in mezzo al folto plotone. Fu così introdotta la maglia rosa, che venne vestita da Learco Guerra per primo, al termine della prima tappa del Giro 1931 tra Milano e Mantova. A partire dal Giro 1933 invece si decise di premiare chi più di altri primeggiava sulle vette, e si diede il la al Gran Premio della Montagna, con quattro salite che assegnavano punti. A vincere fu Binda, che transitò davanti a tutti su tutte le quattro salite designate e vinse anche quel Giro, dopo due anni di sfortunati ritiri.
Dal 1934 vinsero Guerra, Vasco Bergamaschi, Gino Bartali, Giovanni Valetti, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni. In particolare Coppi dimostrò la sua forza al Giro 1949 nella tappa Cuneo-Pinerolo dove riuscì ad attaccare sul primo dei cinque colli della frazione, il Colle della Maddalena, sorprendendo il suo diretto avversario Gino Bartali. A pochi chilometri dalla Maddalena scattò anche Bartali e la corsa si spezzò con pochi corridori ad inseguire Coppi e Bartali. I corridori affrontarono Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere incontrando diverse difficoltà meccaniche che fecero perdere molto tempo ai ciclisti. A fine tappa Coppi vinse con più di dieci minuti su Bartali e quasi venti su Alfredo Martini, terzo classificato.[2]
Nel 1950 lo svizzero Hugo Koblet vinse la corsa divenendo il primo corridore straniero a vincere il Giro d'Italia. Altri successi andarono a Magni e a Coppi dopodiché fu nuovamente un corridore svizzero, Carlo Clerici a vincere la corsa rosa nell'edizione 1954, conquistando una sola tappa. L'ultimo successo dell'epoca d'oro andò a Magni. Durante questi anni il Giro iniziò e terminò quasi sempre nella città sede della Gazzetta dello Sport, ovvero Milano, eccetto nelle edizioni del 1949, dove la partenza fu fissata a Palermo e l'arrivo a Monza, nel 1950 dove l'arrivo fu previsto a Roma e nel 1954 quando fu ancora Palermo sede di partenza del Giro. Curiosamente, quando la partenza della corsa fu Palermo (1950 e 1954) la vittoria finale andò a ciclisti svizzeri.
1956-1978: il dominio straniero e gli anni di Merckx e Gimondi
Dal Giro d'Italia 1956 cominciò un vero e proprio dominio straniero che vide le vittorie di Charly Gaul e Jacques Anquetil in mezzo a quelle degli italiani Gastone Nencini, Ercole Baldini, Arnaldo Pambianco e Franco Balmamion. Dopo le vittorie di Vittorio Adorni e Gianni Motta davanti allo sfortunato Italo Zilioli (tre secondi posti in tre anni) incominciò una nuova era che vide contrapporsi il Cannibale Eddy Merckx e l'italiano Felice Gimondi: il belga vincerà cinque Giri in sette anni mentre Gimondi trionferà in tre occasioni; in mezzo i successi dello svedese Gösta Pettersson, di Fausto Bertoglio e a seguire quelli dei belgi Michel Pollentier e Johan De Muynck. In questo periodo la città destinata ad ospitare la partenza fu cambiata annualmente tra il 1960 ed il 1978, e solo in due edizioni Milano ospitò l'inizio della corsa; anche l'arrivo fu cambiato quasi ogni anno ma era quasi sempre stabilito a Milano.
1979-1990: il dualismo Saronni-Moser e l'arrivo di Hinault
A soli 21 anni Giuseppe Saronni vince il Giro d'Italia 1979 davanti a colui che diventerà il suo più grande rivale, Francesco Moser. Negli anni ottanta arriva al Giro d'Italia il francese Bernard Hinault, che parteciperà a tre Giri vincendoli tutti. Giovanni Battaglin, Saronni e Moser si spartiranno gli altri successi, uno a testa, nella prima metà degli anni 1980. Nella seconda metà del decennio le vittorie della corsa rosa andranno a Roberto Visentini, all'irlandese Stephen Roche, allo statunitense Andrew Hampsten, al francese Laurent Fignon e a Gianni Bugno. In questo periodo solo in tre edizioni Milano ospitò l'arrivo del Giro mentre la partenza non avvenne mai nel capoluogo lombardo.
1991-1999: da Chiappucci e Indurain a Pantani e Gotti
Nella prima metà degli anni 1990 furono molti i duelli fra Gianni Bugno, che nel 1990 indossò la maglia rosa dal prologo all'ultima tappa, Claudio Chiappucci e Franco Chioccioli ma, dopo le vittorie al Tour de France, fu lo spagnolo Miguel Indurain a dominare la corsa italiana conquistando le tappe a cronometro, specialità nella quale era maestro e difendendosi in salita: in questo modo conquistò i Giri 1992 e 1993; in quest'ultimo venne messo in difficoltà dal lettone Pëtr Ugrjumov che giunse secondo a meno di un minuto. Nel 1994 il Giro andò a Evgenij Berzin: il russo prese il comando nella quarta tappa a Campitello Matese e pochi giorni dopo consolidò il vantaggio vincendo la crono di Follonica; dopo le tappe per velocisti arrivarono le salite: qui si mise in mostra Marco Pantani, vincendo a Merano e all'Aprica, Berzin comunque suggellò il primato conquistando un'altra prova contro il tempo e lasciando indietro i rivali; Indurain per la prima volta non vinse.
Dopo i successi di Tony Rominger, Pavel Tonkov e Ivan Gotti, il 1998 fu l'anno del "pirata" Pantani, che batté Tonkov e conquistò il Giro d'Italia, trionfando poi anche al Tour de France. Nel Giro 1999 Marco Pantani ripartì come favorito, riuscendo a portarsi in testa, ma a poche tappe dalla fine, dopo la frazione di Madonna di Campiglio, venne fermato in via precauzionale per valori di ematocrito fuori della norma. Il Giro andò a Ivan Gotti che bissò il successo del 1997. Tra il 1991 e il 1999 Milano non fu mai ospite della partenza del Giro mentre l'arrivo fu sempre disposto a Milano. Nel 1996 il Giro partì da Atene, in Grecia e nel 1998 partì da Nizza in Francia.
2000-2010: gli anni di Simoni, Savoldelli e Basso
Il Giro 2000 prese il via da Roma per celebrare il Giubileo. Dopo una prima settimana dedicata ai velocisti, arrivarono le prime montagne e subito Francesco Casagrande prese la maglia rosa sull'Abetone staccando di 1'39" gli avversari. Casagrande riuscì a controllare la corsa nonostante gli attacchi di Gilberto Simoni e di Stefano Garzelli; la gara si decise nella cronoscalata del Sestriere del penultimo giorno, con la rimonta e il successo di Garzelli. Terzo chiuse Simoni. Nell'edizione 2001 fu Dario Frigo a guidare la generale per nove giorni, fino al tappone dolomitico con Marmolada e Pordoi, quando Simoni prese il simbolo del primato. Frigo provò invano il sorpasso a cronometro, ma dopo le perquisizioni dei NAS a Imperia, con il rinvenimento di sostanze dopanti nella sua stanza, venne allontanato. La tappa dell'indomani venne annullata, Simoni vinse poi anche la frazione di Arona suggellando il successo finale.[3] Nel 2002 la corsa partì nei Paesi Bassi e percorse Germania, Belgio, Francia e Lussemburgo per celebrare l'Unione europea. Protagonista di inizio Giro fu Garzelli: in rosa già dal terzo giorno, il varesino venne trovato positivo ad un diuretico e squalificato. Il simbolo del primato passò al tedesco Jens Heppner, che lo tenne per dieci giorni. A Campitello Matese vinse Simoni, ma anche lui venne squalificato per una positività alla cocaina, così come Casagrande, punito per una scorrettezza. Nell'ultima tappa alpina Paolo Savoldelli riuscì a staccare il rivale Tyler Hamilton e a prendere la maglia rosa, resistendo quindi nell'ultima cronometro e potendo festeggiare la prima vittoria al Giro.[4] Nell'edizione 2003, dopo un inizio adatto ai velocisti, sul Terminillo Garzelli conquistò la maglia rosa; lo scavalcò Simoni dopo la tappa di Faenza. Giunti sulle Alpi Simoni vinse sullo Zoncolan, inserito per la prima volta nel Giro,[5] e a Pampeago, consolidando quindi il primato a Cascata del Toce e andando a vincere il suo secondo Giro in tre anni.[6]
L'edizione 2004 partiva col ricordo della tragica scomparsa di Pantani, avvenuta pochi mesi prima. Nelle prime due settimane si assisté alla sfida tra la rivelazione Damiano Cunego, Gilberto Simoni e l'ucraino Jaroslav Popovyč. Nelle ultime quattro tappe sulle Alpi Cunego trionfò a Falzes e a Bormio (in quel Giro vinse in tutto quattro tappe), consolidò il vantaggio sul secondo, Serhij Hončar, e conquistò la sua prima "Corsa rosa". Terzo chiuse Simoni, mentre Alessandro Petacchi vinse ben nove tappe in volata. Nell'edizione 2005 fu Ivan Basso a prendere la leadership con le prime montagne; il varesino dovette però cedere la maglia a Paolo Savoldelli, uscendo poi di classifica con una crisi sullo Stelvio. Gilberto Simoni e la rivelazione José Rujano recuperarono su Savoldelli in salita salvo poi perdere quanto guadagnato a cronometro. La gara si decise sul Sestriere: Rujano, Simoni e Danilo Di Luca attaccarono da lontano, Savoldelli riuscì però a controllare a distanza e a vincere con soli 28 secondi su Simoni. Nel 2006 la corsa partì dal Belgio in memoria dei minatori morti nel 1956. Dopo la prima settimana Ivan Basso si scatenò dominando la corsa: vinse alla Maielletta e a Trento, si classificò secondo dietro Jan Ullrich nella cronometro di Pontedera, secondo anche a La Thuile e sul Passo Furcia; suggellò infine il trionfo all'Aprica, imponendosi in solitaria. In classifica precedette di quasi 10' lo spagnolo José Enrique Gutiérrez, di 12' Simoni e di quasi 20' Cunego e Savoldelli. Nel 2007 la corsa prese il via dalla Sardegna, con una cronosquadre da Caprera a La Maddalena per ricordare i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Garibaldi. Dopo le prime due settimane di equilibrio, a Briançon si impose Danilo Di Luca, che vestì di rosa. Nei giorni seguenti Eddy Mazzoleni e Andy Schleck cercarono di insidiare il primato dell'abruzzese, ma senza riuscire a insidiarlo, nonostante gli attacchi nella tappa dello Zoncolan, dove venne inaugurato il versante di Ovaro soprannominato il Kaiser[7]. Vincitore fu Di Luca davanti con 1'55" su Schleck, terzo Mazzoleni.
L'edizione 2008 partì dalla Sicilia. Diversi atleti portarono la maglia rosa nelle prime due settimane di corsa. Con le prime salite si mise in evidenza Emanuele Sella, vincitore a sorpresa a Pampeago e al Fedaia, mentre la leadership passò allo spagnolo Alberto Contador. Nonostante gli attacchi di Franco Pellizotti, Simoni, Sella e soprattutto Riccardo Riccò, Contador si difese mantenendo un margine minimo (4") e consolidando infine il primato nella cronometro di Milano. Riccò chiuse secondo, Marzio Bruseghin terzo. Il Giro 2009, quello del centenario, partì da Venezia e si concluse a Roma. Di Luca vestì di rosa già alla quinta tappa, consolidando poi la leadership a Pinerolo, prima del sorpasso da parte del russo Denis Men'šov dopo la cronometro di Riomaggiore. Nelle tappe seguenti Men'šov e Di Luca si diedero battaglia, prima della decisiva crono finale di Roma: Men'šov, nonostante una caduta sotto la pioggia, riuscì a mantenere il vantaggio di 20" e a vincere così il suo primo Giro. Terzo chiuse Pellizotti. La classifica verrà poi riscritta dai giudici a causa delle squalifiche per doping di Di Luca prima, e di Pellizotti poi: secondo diventerà Carlos Sastre, terzo Ivan Basso.[8] Nell'edizione 2010 il via fu da Amsterdam, Paesi Bassi. Nei primi dieci giorni si mise in evidenza Aleksandr Vinokurov, in rosa per cinque giorni; nell'undicesima tappa giunse al traguardo dell'Aquila, con 12'40" sul gruppo, una fuga di 52 corridori: tra essi anche Richie Porte, che andò in testa alla classifica provvisoria, e David Arroyo, che prese la rosa tre giorni dopo. Arroyo resisté inizialmente al favorito Ivan Basso sulle salite, cedendo infine sull'Aprica e nella cronometro finale. Vinse Basso, davanti ad Arroyo e al compagno di squadra Vincenzo Nibali.
2011-2015: gli anni di Contador e Nibali
Dalla sua nascita ad oggi, in sei hanno ricoperto la carica di direttore del Giro d'Italia:
- dal 1909 al 1948: Armando Cougnet
- dal 1949 al 1992: Vincenzo Torriani
- dal 1993 al 2003: Carmine Castellano
- dal 2004 al 2011: Angelo Zomegnan
- dal 2012 al 2013: Michele Acquarone
- dal 2014: Mauro Vegni
L'edizione 2011, quella dell'Unità d'Italia, partì da Torino. Al terzo giorno la tragedia sconvolse il Giro: lungo la discesa dal Passo del Bocco il ciclista belga Wouter Weylandt cadde ad alta velocità e, nonostante i soccorsi, morì poco dopo. I consueti festeggiamenti di fine tappa vennero annullati, e la frazione successiva neutralizzata. Al termine della prima settimana, sull'Etna, il favorito Alberto Contador staccò tutti e vestì di rosa. Lo spagnolo incrementò il margine sugli altri big, Michele Scarponi e Vincenzo Nibali, anche nelle tre successive tappe alpine della seconda settimana, allungando poi ancora nella cronoscalata del Nevegal. Il successo finale fu nettamente appannaggio di Contador, con sei minuti su Scarponi e sette su Nibali. La successiva squalifica per doping del vincitore, divenuta ufficiale nel febbraio del 2012,[9] ha dato la maglia rosa a tavolino a Michele Scarponi.[10]. Nell'edizione 2012 la corsa partì dalla Danimarca. Dopo una prima settimana interlocutoria, la tappa di Rocca di Cambio portò in maglia rosa il canadese Ryder Hesjedal; le tappe seguenti videro l'alternanza in vetta tra Hesjedal e lo spagnolo Joaquim Rodríguez, con quest'ultimo in rosa con 31" di margine dopo l'ultima tappa alpina sullo Stelvio (vinta da Thomas De Gendt). La cronometro finale di Milano vide l'ennesimo colpo di scena, con il sorpasso e il trionfo di Hesjedal per soli 16 secondi su Rodríguez, quarto minor distacco fra primo e secondo classificato nella storia del Giro. Completò il podio De Gendt. Nell'edizione 2013 la gara prese il via a Napoli e si concluse a Brescia. L'annata fu caratterizzata da numerose perturbazioni atmosferiche che fecero modificare molti tracciati delle tappe e perfino annullare per neve la diciannovesima tappa a Val Martello. Al termine della prima settimana, con la cronometro di Saltara, Nibali vestì di rosa; il siciliano resistette agli attacchi di Rigoberto Urán, Cadel Evans e Scarponi, staccò tutti sia nella cronoscalata a Polsa che sulle Tre Cime di Lavaredo e portò il primato fino a Brescia, festeggiando la vittoria. Mark Cavendish vinse cinque tappe in volata.
L'edizione 2014 partì da Belfast, in Irlanda del Nord. Dopo la prima settimana di volate (in cui leader fu Michael Matthews) Cadel Evans prese la maglia rosa a Montecopiolo, tallonato da Urán e dal polacco Rafał Majka. La cronometro di Barolo portò Urán al primato, prima del colpo di scena della sedicesima tappa, da Ponte di Legno a Val Martello, con l'attacco da lontano dell'altro colombiano Nairo Quintana, capace di infliggere al traguardo più di 4 minuti ai rivali[11]. Quintana difese il vantaggio nelle altre frazioni alpine, guadagnò nella cronoscalata di Cima Grappa e a Trieste, sede conclusiva, precedette Urán di 2'58" e il giovane Fabio Aru di 4'04". Nell'edizione 2015 la corsa prese il via da Sanremo e si concluse a Milano. Alberto Contador vestì di rosa già al quinto giorno sull'Abetone, inseguito a breve distanza da Richie Porte, Fabio Aru e Mikel Landa (questi ultimi compagni di squadra all'Astana). Lo spagnolo incrementò il margine nella cronometro di Valdobbiadene, potendo così amministrare nelle tappe successive sulle Alpi. Nonostante le vittorie di Landa a Madonna di Campiglio e all'Aprica e di Aru a Cervinia e al Sestriere, il Giro 2015 andò a Contador, di nuovo trionfatore a sette anni di distanza, davanti alla coppia Astana, con Aru secondo a 1'53" e Landa terzo a 3'05".
Maglie e trofei
Il leader della classifica generale indossa ogni giorno la maglia rosa, lo stesso colore del quotidiano che organizza la corsa, La Gazzetta dello Sport. Il miglior scalatore indossa una maglia azzurra (che ha sostituito la storica maglia verde), mentre il primo nella classifica a punti indossa una maglia ciclamino (nel biennio 1967-1968 e dal 2010-2016 la maglia è stata di colore rosso). Oltre a queste casacche, nel corso degli anni sono state messe in palio una maglia che di volta in volta ha contraddistinto l'ultimo in classifica (maglia nera), una per il miglior giovane (maglia bianca), oppure, come è accaduto negli anni '90 e primi anni 2000, una per la classifica dell'Intergiro (maglia azzurra), traguardo volante posto di solito a metà tappa allo scopo di rendere più movimentata la corsa dalle prime battute. Quattro sono oggi le maglie caratteristiche del Giro d'Italia, indossate durante la gara dai leader delle diverse classifiche:
- La maglia rosa per il corridore con il miglior tempo cumulativo (leader della classifica generale).
- La maglia ciclamino per il corridore che conquista più punti nei traguardi intermedi e sugli arrivi (leader della classifica a punti).
- La maglia azzurra per il corridore che conquista più punti e bonus sulle cime (leader della classifica della montagna).
- La maglia bianca per il corridore che non ha ancora compiuto il venticinquesimo anno di età il 1º gennaio dell'anno in corso con il miglior tempo cumulativo (leader della classifica dei giovani).
Un corridore che guida più di una classifica veste la maglia più prestigiosa, mentre il secondo della classifica minore indossa la maglia subordinata. Vengono assegnati anche un Premio della Combattività e altri premi speciali. Dal 1999 al vincitore viene consegnato il "Trofeo senza fine", composto da una barra di rame bombata, piegata a spirale, che si eleva dalla base in cerchi sempre più ampi, sui quali sono incisi i nomi di tutti i vincitori.
Percorso
Tipologie di tappa
Montagna
Le tappe in montagna sono la caratteristica principale e il fiore all'occhiello del Giro, sono contraddistinte da una pendenza media molto elevata (con punte che a volte superano il 20%), non sempre a scapito della lunghezza, che le rende diverse da quelle del Tour ed estremamente dure, tanto che mettono alla prova i migliori scalatori al mondo, quasi i soli che, per tradizione, riescono a vincere la Corsa Rosa. Quasi sempre la corsa rosa affronta prima gli Appennini e infine le Alpi. Alle salite mitiche del Giro, prevalentemente dolomitiche e alpine, come ad esempio il Passo dello Stelvio, del Gavia e (dal 1990) del Mortirolo, negli ultimi anni, specialmente sotto la spinta del patron Zomegnan, si sono aggiunte nuove ascese come il Monte Zoncolan e l'Etna. Sui colli lungo il percorso sono disposti i traguardi (divisi in quattro categorie di difficoltà) che assegnano punti per la maglia azzurra, indicante il miglior scalatore; inoltre ogni anno, al passo di maggior altitudine viene attribuito il titolo di Cima Coppi, mentre alla salita ritenuta più rappresentativa, dal 2004, viene assegnato il nome di Montagna Pantani.
Pianeggianti e collinari
Il Giro è composto anche da tappe pianeggianti o di media montagna, che molto spesso prevedono, salvo eccezioni di fughe arrivate o anticipi, arrivi in volata tra i velocisti presenti in corsa; tali frazioni erano prevalentemente considerate di trasferimento per la carovana del Giro, ma nel periodo recente gli organizzatori tendono a disegnare il percorso in modo più diversificato, nel tentativo di aumentare spettacolo ed imprevisti per il gruppo. Generalmente la tappa si svolge secondo uno schema preciso, adottato dalle squadre degli sprinter, che lasciano andar via una fuga, controllandone il vantaggio per poi riprenderla negli ultimi chilometri, organizzandosi in seguito in treni di corridori per lanciare la volata al velocista.
Cronometro
Le cronometro, tappe in cui i corridori partono alla distanza di pochi minuti gli uni dagli altri con lo scopo di realizzare il miglior tempo finale in solitaria, sono per tradizione trascurate dalla Corsa Rosa che solitamente, salvo il prologo, ne prevede solamente una nell'arco di tre settimane, spesso breve, due se è presente una cronoscalata, effettuata in salita con le stesse regole. Il Prologo negli ultimi anni è spesso stato una cronosquadre, cui è seguita una cronoscalata e per concludere una cronometro all'ultima tappa.
Inizio, fine, sconfinamenti
Per circa mezzo secolo il Giro è iniziato e finito a Milano, città dove ha sede la Gazzetta dello Sport. Anche se con sporadiche eccezioni, questa è stata la regola fino al 1960: da quell'anno, il luogo di partenza è cambiato ogni volta. Per alcuni periodi (1965, 1966, 1968, 1970, 1973, 1975, 1981-1989) anche il luogo d'arrivo è cambiato; dal 1990 è stato ripristinato il tradizionale arrivo a Milano, con un circuito da ripetere più volte che funge da passerella finale.
Nell'edizione 2009, per commemorare il centenario della manifestazione, l'arrivo è avvenuto a Roma. La capitale era già stata luogo conclusivo del giro nel 1911 e nel 1950. Nell'edizione 2010 è terminato a Verona, come già avvenuto nelle edizioni 1981 e 1984. Il Giro d'Italia 2011 è iniziato a Torino, prima Capitale d'Italia, per commemorare le celebrazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Nel 2013 e 2014 la corsa rosa è finita rispettivamente a Brescia e Trieste. Più volte (le più recenti nel 2007, 2008 e 2017) la "Corsa Rosa" è partita dalla Sicilia o dalla Sardegna.
Il Giro si svolge prevalentemente in Italia, ma non di rado sono inserite partenze o conclusioni di tappa all'estero, specialmente nei paesi confinanti o prossimi come San Marino (1965), Città del Vaticano (1974), Francia (1998), Principato di Monaco (1966), Svizzera, Austria e Slovenia. Alcune tappe si sono svolte anche in Paesi Bassi (2010, 2016), Belgio (1973, 2006), Germania (2002), Grecia (1996), Danimarca (2012), Regno Unito (2014)
Anno | Paese | Città |
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1965 | San Marino | San Marino |
1966 | Principato di Monaco | Monaco |
1973 | Belgio | Verviers |
1974 | Città del Vaticano | |
1996 | Grecia | Atene |
1998 | Francia | Nizza |
2002 | Paesi Bassi | Groninga |
2006 | Belgio | Seraing |
2010 | Paesi Bassi | Amsterdam |
2012 | Danimarca | Herning |
2014 | Regno Unito | Belfast |
2016 | Paesi Bassi | Apeldoorn |
Albo d'oro
Aggiornato all'edizione 2016.[12]
Statistiche
Note
- ^ Mario Spairani, 100 Anni di Ciclismo, Speciale 100 anni di Giro: 1909-1930, in spaziociclismo.it, 24 maggio 2010. URL consultato il 6 gennaio 2011.
- ^ Mario Spairani, 100 Anni di Ciclismo, Speciale 100 anni di Giro: 1931-1955, in spaziociclismo.it, 24 maggio 2010. URL consultato il 6 gennaio 2011.
- ^ Giro d'Italia - 2001 / La storia, su centoannigiro.gazzetta.it, centoannigiro.gazzetta.it. URL consultato il 6 maggio 2011.
- ^ Giro d'Italia - 2002 / La storia, su centoannigiro.gazzetta.it, centoannigiro.gazzetta.it. URL consultato l'11 maggio 2011.
- ^ A. SIMEOLI, Zoncolan. La montagna diventata mito, con prefazione di Ivan Basso Udine, Forum, 2014
- ^ Giro d'Italia - 2003 / La storia, su centoannigiro.gazzetta.it, centoannigiro.gazzetta.it. URL consultato l'11 maggio 2011.
- ^ A. SIMEOLI, Zoncolan. La montagna diventata mito, con prefazione di Ivan Basso ,Udine, Forum, 2014
- ^ Articolo Repubblica
- ^ (EN) Alberto Contador case: the consequences of the CAS ruling, su uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato il 3 maggio 2012.
- ^ "Voglio la maglia rosa. Ma stavolta sulla strada", su repubblica.it, 3 maggio 2012. URL consultato il 3 maggio 2012.
- ^ Giro: Val Martello, Quintana vince e va in maglia rosa tra le polemiche, su Gazzetta.it, 27 maggio 2014. URL consultato il 6 marzo 2016.
- ^ (FR) Giro d'Italia (Ita) - Cat. Pro-Tour, su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 1º giugno 2015.
- ^ Il Giro del 1912 si disputò a squadre. Vinse il team Atala, formato da Luigi Ganna (che però non concluse il Giro), Carlo Galetti, Giovanni Micheletto ed Eberardo Pavesi.
- ^ Di Luca è risultato positivo al CERA in due controlli durante la corsa: il 20 maggio dopo la tappa di Arenzano e il 28 maggio dopo quella di Benevento. L'8 agosto anche le controanalisi hanno confermato la positività del corridore. Il 1º febbraio 2010 il CONI ha sospeso il corridore per due anni (con effetto dal 22 luglio 2009). Si veda Di Luca, doping confermato Positivo alla controanalisi, in gazzetta.it, 8 agosto 2009. URL consultato il 28 maggio 2011.
- ^ Nel marzo del 2011 l'italiano Pellizotti viene sospeso per due anni dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna per aver violate norme anti-doping. Di conseguenza, lo stesso TAS ha annullato tutti i risultati conseguiti dall'atleta dal 9 maggio 2009. Si veda (EN) The Court of Arbitration for Sport (CAS) imposes a two year ban on the Italian cyclists Pietro Caucchioli and Franco Pellizotti, in tas-cas.org, 8 marzo 2011. URL consultato il 24 aprile 2011.
- ^ In seguito alla squalifica di Contador per doping, in base alla sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport, allo spagnolo sono stati annullati i risultati ottenuti dal 25 gennaio 2011. Si veda (EN) Press release: CAS decision in Contador case, Uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012., (EN) Alberto Contador case: the consequences of the CAS ruling, Uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012.
- ^ La vittoria del Giro d'Italia 2011 fu assegnata a Michele Scarponi, secondo nella classifica generale. Si veda al riguardo (EN) Results Giro d'Italia (ITA/UWT) - 2011, in Uci.ch. URL consultato il 18 febbraio 2012.
Bibliografia
- Mimmo Franzinelli, Il Giro d'Italia - Dai pionieri agli anni d'oro, Milano, Feltrinelli, 2015, ISBN 978-88-07-88633-1.
- Daniele Marchesini, L'Italia del Giro d'Italia, Il Mulino, 2009, ISBN 978-88-15-13198-0.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su giroditalia.it.
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