Giordano Cottur

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Giordano Cottur
Giordano Cottur nel 1941 in maglia Viscontea
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Ciclismo
Specialità Strada
Termine carriera 1950
Carriera
Giovanili
1932S.C. Olimpia Trieste
Squadre di club
1933S.S. San Giusto Trieste
1934Dopol. San Giusto Trieste
1935-1938Dopol. Ferroviario Trieste
1938-1940Lygie
1941-1942Viscontea
1943-1945individuale
1945-1949Wilier Triestina
1946Ray-Dunlop
1949Allegro
1950individuale
Carriera da allenatore
1950-1951Wilier Triestina
1953-1954Bottecchia
1955Leo-Chlorodont
1956-1957Bottecchia
Statistiche aggiornate al 12 febbraio 2020

Giordano Cottur (Trieste, 24 maggio 1914Trieste, 8 marzo 2006) è stato un ciclista su strada e dirigente sportivo italiano. Professionista dal 1938 al 1950, concluse tre volte terzo al Giro d'Italia, vincendo anche cinque tappe della corsa.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Ottimo scalatore, tra i dilettanti fu attivo con il Dopolavoro Ferroviario di Trieste, vincendo tra le altre due edizioni della Bassano-Monte Grappa e una Biella-Santuario di Oropa, entrambe prove in salita.

Professionista dal 1938 con i colori della padovana Lygie, vestì in seguito le maglie della milanese Viscontea e della bassanese Wilier Triestina.[1] Nella massima categoria si distinse soprattutto grazie ai risultati al Giro d'Italia, manifestazione cui prese parte per sette volte e che concluse per tre volte, nel 1940, nel 1947 e nel 1948, al terzo posto della classifica generale; vinse inoltre cinque tappe della corsa, nelle edizioni 1938, 1939, 1946, 1947 e 1948, e indossò la maglia rosa per quattordici giorni complessivi, nove nell'edizione 1948 e cinque nel 1949.[1]

Al Giro d'Italia il suo nome è legato anche alla "tappa conquistata" nella sua città, Trieste, nell'edizione 1946. In quell'edizione la Corsa Rosa faceva tappa nella città giuliana, per riabbracciarla, dato che era oggetto di aspre contese con la Jugoslavia di Tito. I ciclisti vennero accolti a circa trenta chilometri dalla città (all'altezza di San Canzian d'Isonzo) da un folto gruppo di contestatori che lanciarono pietre sul gruppo. Gli organizzatori decisero per l'annullamento della tappa, ma alcune pressioni politiche spinsero a mantenere l'arrivo a Trieste. Si decise allora di far arrivare una delegazione di ciclisti con in testa proprio Cottur, che per primo tagliò il traguardo.[2]

In carriera Cottur disputò anche tre Tour de France, ottenendo come miglior risultato un ottavo posto finale nel 1947. Per quanto concerne le corse di un giorno, vinse il Giro dell'Umbria 1939 e si piazzò secondo al Giro del Lazio 1939, quarto alla Milano-Sanremo 1942 e terzo al Giro del Lazio 1947.[1] Concluse la carriera nel 1950.

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il ritiro dalle corse fu direttore sportivo di alcune formazioni professionistiche, tra cui per due stagioni la "sua" Wilier Triestina e per quattro la Bottecchia. Nel 1956 fondò a Trieste, assieme a un gruppo di appassionati ciclisti triestini, una Società ciclistica a suo nome (la S.C. Cottur); la società, da lui retta fino al 2006, anno della morte, è ancora attiva.

Nel 2009 è stata pubblicata una biografia su di lui, avente titolo Giordano Cottur - Il padre il figlio e la bicicletta. È a lui intitolata una pista ciclabile a Trieste, che parte dal quartiere di San Giacomo e conduce fino oltre al confine con la Slovenia, che ricalca in parte il percorso della ex-ferrovia Trieste-Erpelle utilizzata dai tempi del dominio asburgico fino ai primi anni 50 sul territorio.[3]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Trofeo Zamberlan - Trieste-Postumia
Coppa Zamberlan-Coppa San Giusto
Bassano-Monte Grappa[4]
Campionato italiano ferrovieri
Bassano-Monte Grappa
Biella-Santuario di Oropa[5][1]
Trofeo della Vittoria - Trieste
  • 1938 (Lygie, due vittorie)
Trieste-Postumia-Trieste
9ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Lanciano)
  • 1939 (Lygie, due vittorie)
14ª tappa Giro d'Italia (Venezia > Trieste)
Giro dell'Umbria
  • 1945 (Wilier Triestina, una vittoria)
Trieste-Opicina
  • 1946 (Wilier Triestina, una vittoria)
1ª tappa Giro d'Italia (Milano > Torino)
  • 1947 (Wilier Triestina, una vittoria)
7ª tappa Giro d'Italia (Firenze > Perugia)
  • 1948 (Wilier Triestina, una vittoria)
1ª tappa Giro d'Italia (Milano > Torino)

Altri successi[modifica | modifica wikitesto]

Circuito dell'Impero - Roma

Piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Grandi Giri[modifica | modifica wikitesto]

1938: 33º
1939: 7º
1940: 3º
1946: 8º
1947: ritirato (14ª tappa)
1948: 3º
1949: 3º
1938: 25º
1947: 8º
1948: ritirato (14ª tappa)

Classiche monumento[modifica | modifica wikitesto]

1938: 34º
1940: ritirato
1941: 6º
1942: 4º
1943: 27º
1946: 20º
1947: 10º
1948: 7º
1949: 26º
1938: 25º
1939: 14º
1940: 16º
1941: 14º
1946: 28º
1947: 15º
1948: 18º
1949: 42º

Competizioni mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Copenaghen 1937 - In linea Dilettanti: 9º

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 2 giugno 1999. Su richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri[6]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cottur compare - insieme ad altri campioni dell'epoca - come cameo (nel ruolo di sé stesso) nel film Totò al Giro d'Italia del 1948.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (FR) Palmarès de Giordano Cottur (Ita), su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 9 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2023).
  2. ^ Cottur e la (p)resa di Trieste, su IlFoglio.it. URL consultato il 14 ottobre 2018.
  3. ^ Provincia di Trieste, La pista ciclopedonale "Giordano Cottur" (PDF), su provincia.trieste.it.
  4. ^ Il triestino Cottur 1.o nella Bassano-Monte Grappa, in La Stampa, 12 agosto 1935. URL consultato il 7 aprile 2023.
  5. ^ Risultati di gare, in Il Littoriale, Anno XI, n. 256, 18 ottobre 1937. URL consultato il 9 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2023).
  6. ^ Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana Sig. Giordano Cottur

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuliana V Fantuz, Giordano Cottur, Il padre il figlio e la bicicletta, Edizioni Stories FVG, 2009.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]