Arcidiocesi di Agrigento
Arcidiocesi di Agrigento Archidioecesis Agrigentina Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Sicilia | ||
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Diocesi suffraganee | |||
Caltanissetta, Piazza Armerina | |||
Arcivescovo metropolita | cardinale Francesco Montenegro | ||
Vicario generale | Melchiorre Vutera | ||
Arcivescovi emeriti | Carmelo Ferraro | ||
Presbiteri | 269, di cui 228 secolari e 41 regolari 1.593 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 51 uomini, 294 donne | ||
Diaconi | 44 permanenti | ||
Abitanti | 448.830 | ||
Battezzati | 428.670 (95,5% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 3.041 km² | ||
Parrocchie | 194 (15 vicariati) | ||
Erezione | I secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Gerlando | ||
Santi patroni | Gerlando di Agrigento Alfonso Maria de' Liguori | ||
Indirizzo | Via Duomo 96, 92100 Agrigento, Italia | ||
Sito web | www.diocesiag.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2016 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi di Agrigento (in latino: Archidioecesis Agrigentina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2015 contava 428.670 battezzati su 448.830 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Francesco Montenegro.
Territorio
Il territorio dell'arcidiocesi è uno dei più vasti della Sicilia. Si estende su una superficie di 3.041,89 km² ed è suddiviso in 194 parrocchie, raggruppate in 5 zone pastorali e 15 vicariati foranei.
Situata nella parte sud-occidentale della Sicilia, è delimitata a sud dal mare, a est confina con la diocesi di Piazza Armerina, a nord-est con la diocesi di Caltanissetta, a nord con le arcidiocesi di Palermo e di Monreale e a nord-ovest con la diocesi di Mazara del Vallo.
I suoi confini corrispondono a quelli del libero consorzio comunale di Agrigento e ne abbraccia tutti i 43 comuni: Agrigento, Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Camastra, Cammarata, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Cianciana, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Licata, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Sant'Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Santa Margherita di Belice, Santo Stefano Quisquina, Sciacca, Siculiana e Villafranca Sicula.
Sede arcivescovile è la città di Agrigento, dove si trova la cattedrale di San Gerlando. In città si trova anche l'antica cattedrale bizantina, oggi chiesa di Santa Maria dei Greci. In arcidiocesi sorgono tre basiliche minori: la basilica dell'Immacolata ad Agrigento, la basilica di Maria Santissima del Soccorso a Sciacca, e la basilica di San Calogero a Monte di Sciacca. Allo stesso santo è dedicata una chiesa ad Agrigento, dichiarata santuario diocesano nel 1972.
La provincia ecclesiastica agrigentina, istituita nel 2000, comprende due diocesi suffraganee: Caltanissetta e Piazza Armerina.
Storia
Sull'origine della Chiesa agrigentina non ci sono notizie precise; ma i monumenti antichi, come le catacombe di Agrigento e Naro, le tombe sicuramente cristiane di parecchie zone del territorio e, soprattutto, una piccola basilica paleocristiana e altri reperti archeologici provenienti da varie zone della provincia forniscono elementi per dare come certa la presenza di una solida comunità cristiana nell'Agrigentino, tra il II e il III secolo.
Secondo la tradizione il primo vescovo fu san Libertino martirizzato non oltre la persecuzione di Gallieno e Valeriano (metà del III secolo). La basilica paleocristiana per alcuni studiosi era una memoria martyrum nella quale furono sepolti san Libertino e san Pellegrino in due loculi posti nel pavimento. Il primo vescovo storicamente certo è Eusanio nella seconda metà del VI secolo, deposto da papa Pelagio II per aver usurpato i beni della Chiesa.
Prima dell'invasione degli arabi non ci sono molte notizie sulla diocesi. Tra i vescovi agrigentini storicamente sicuri ci sono: san Gregorio II, di cui parla nelle sue lettere papa Gregorio Magno (tra il 591 ed il 603) e autore di un commento in greco sull'Ecclesiaste; Felice, che partecipò al sinodo di Roma del 649; Giorgio, che prese parte ai concili romani del 679 e del 680; Giovanni, che fu tra i padri del secondo concilio di Nicea (787).
Già dai tempi di Gregorio Magno, la Sicilia faceva parte dell'impero bizantino; tuttavia, come emerge dalle lettere del pontefice, le diocesi siciliane non avevano un metropolita e dipendevano tutte da Roma. Solo dalla prima metà dell'VIII secolo, in seguito alle controversie sull'iconoclastia, la Sicilia fu sottratta dall'imperatore Leone III Isaurico alla giurisdizione di Roma e sottomessa al patriarcato di Costantinopoli (circa 732). Così fu anche per Agrigento, che appare tra le suffraganee di Siracusa nella Notitia Episcopatuum redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI e databile all'inizio del X secolo.[1] La situazione descritta da questa Notitia Episcopatuum è tuttavia puramente ideale; infatti a partire dall'827 l'isola venne progressivamente conquistata dagli Arabi e delle sue diocesi non si hanno più notizie.
Dopo la dominazione araba (828-1086), la diocesi fu restaurata dal "gran conte" normanno Ruggero d'Altavilla, che ne definì il territorio con un diploma del 1093[2]; la diocesi si estendeva sino alle porte di Palermo includendo anche Termini Imerese, ed era chiamata diocesi bimare, in quanto a sud si affacciava sul Canale di Sicilia e sul Tirreno a nord. L'antica diocesi di Triocala non fu più restaurata ed in epoca Normanna il suo territorio fu incorporato in quello di Agrigento. La rifondazione della diocesi fu approvata da papa Urbano II il 10 ottobre 1098.[3] Primo vescovo fu san Gerlando (1093-1100).
Inizialmente la diocesi era immediatamente soggetta alla Santa Sede. Durante l'episcopato di Gentile fu resa suffraganea dell'arcidiocesi di Palermo.
Fu avventuroso il lungo episcopato di Urso a cavallo tra il XII e il XIII secolo: per tre volte fu privato dei beni della Chiesa ed esiliato, fu poi rapito dai saraceni, che lo tennero prigioniero per quattordici mesi, finché non fu pagato un cospicuo riscatto. Nelle incursioni saracene furono distrutte la cattedrale e il palazzo episcopale, ricostruiti dal successore Raynaldo d'Acquaviva; questi, per aver incoronato re Manfredi, fu scomunicato da papa Alessandro IV.
Nessuno dei vescovi agrigentini fu presente al concilio di Trento, perché dal 1544 al 1564 la diocesi era vacante ed amministrata dal cardinale Rodolfo Pio di Carpi. Il vescovo Luigi Suppa (1565-1569) iniziò ad applicare i decreti tridentini; Cesare Marullo fondò il seminario diocesano nel 1577, trasferito nella sede attuale da Vincenzo Bonincontro nel 1611; il vescovo Juan Orozco Covarrubias y Leiva (1594-1606) impiantò in città la prima tipografia, e protesse letterati e artisti; nuovo slancio alla formazione catechistica fu dato con l'introduzione del catechismo di Roberto Bellarmino tradotto in siciliano nel 1725.
Importante anche l'episcopato di Francesco Gisulfo, che arricchì la cattedrale di oggetti preziosi e di due organi e comprò per la città di Agrigento l'esenzione perpetua della gabella della farina. Francesco Ramírez (1697-1715) celebrò un sinodo i cui statuti rimasero in vigore fino al 1948, e fondò il collegio dei Santi Tommaso e Agostino per la formazione del clero e dei parroci. Verso la metà del XVIII secolo Andrea Lucchesi Palli eresse il palazzo vescovile e una biblioteca pubblica.
Nel 1844, durante il pontificato di papa Gregorio XVI, ci fu un nuovo ordinamento dei confini della diocesi: 13 comuni furono ceduti a vantaggio dell'erezione della diocesi di Caltanissetta, 6 comuni all'arcidiocesi di Monreale (Chiusa, Contessa, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi e San Carlo) e uno all'arcidiocesi di Palermo (Castronovo). Contestualmente Agrigento entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Monreale.
Nel corso dell'Ottocento la diocesi rimase vacante per diversi anni, nei periodi 1835-1837, 1839-1844 e 1860-1872. Durante l'episcopato di Domenico Turano (1872-1885) la diocesi fu sconvolta dal cosiddetto "scisma di Grotte" guidato dal sacerdote Luigi Sciarratta contro l'autorità del vescovo e a favore di una elezione popolare dei parroci; lo scisma si concluse con la scomunica di Sciarratta.
Malgrado l'aumento della popolazione, a causa di particolari vincoli giuridici, all'inizio del Novecento il numero delle parrocchie era rimasto molto esiguo. Papa Pio XI conferì al vescovo Giovanni Battista Peruzzo speciali poteri per aumentarne il numero, che durante il suo episcopato da 48 salì a 139.
Il 2 dicembre 2000 in forza della bolla Ad maiori consulendum di papa Giovanni Paolo II la sede agrigentina è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con suffraganee le diocesi di Caltanissetta e Piazza Armerina. Carmelo Ferraro è stato il primo arcivescovo metropolita.
Cronotassi dei vescovi
- San Libertino ? † (prima del IV secolo)
- San Gregorio I ? †[4]
- Macario ? †[5]
- San Potamione †
- Teodosio (o Teodoro) †[6]
- Eusanio † (deposto tra il 579 ed il 590)[7]
- San Gregorio II † (prima del 591 - dopo il 603)[8]
- Esilirato ? †[9]
- Liberio ? † (menzionato nel 616)[10]
- Felice † (menzionato nel 649)[11]
- Giorgio[12] † (prima del 679 - dopo il 680)
- Giovanni † (menzionato nel 787)
- Sant'Ermogene † (inizio IX secolo)[13]
- Dominazione araba
- San Gerlando † (prima del 1093 - 25 febbraio 1100 deceduto)
- Drogone, O.S.B. † (1100 - 1104 deceduto)
- Alberto † (1104 - 1105 deceduto)
- Guarino, O.S.B. † (1105 - 1128 ? deceduto)
- Gualtiero I † (1128 - 17 aprile 1142 deceduto)
- Rogerio † (1142 - ?)
- Gentile Tuscus † (1154 - 1171 deceduto)
- Bartolomeo † (dicembre 1171 - settembre 1191 nominato arcivescovo di Palermo)[14]
- Urso † (2 aprile 1192 - settembre 1239 deceduto)[14]
- Rinaldo Acquaviva † (6 giugno 1240 - dopo febbraio 1266[15] deceduto)[14]
- Goffredo de Roncionis de Pisis, O.F.M. † (2 agosto 1263 - 28 gennaio 1271 deceduto)[14]
- Guglielmo Morini † (menzionato come "vescovo eletto" il 16 aprile 1271)[14]
- Guido † (prima del 25 ottobre 1272 - 1276 deceduto)[14]
- Goberto † (prima di aprile 1278[16] - 23 agosto 1286 nominato vescovo di Capaccio)
- Lamberto, O.S.A. † (1287 - 1294 deceduto)[17]
- Bertoldo di Labro † (10 gennaio 1304 - circa 27 marzo 1326 deceduto)
- Matteo Orsini, O.P. † (20 ottobre 1326 - 15 giugno 1327 nominato vescovo di Manfredonia)
- Filippo Hambaldi, O.P. † (6 giugno 1328 - circa 1348 deceduto)
- Ottaviano di Labro † (12 maggio 1350 - 8 novembre 1362 nominato arcivescovo di Palermo)
- Matteo de Fugardo † (16 marzo 1362 - 1390 o 1392 deceduto)
- Gilforte Riccobono † (6 marzo 1392 - 23 ottobre 1395 nominato arcivescovo di Palermo)
- Nicolò, O.S.B. † (1395 - 23 agosto 1398 nominato vescovo di Orvieto)
- Nicolò de Burellis † (3 giugno 1398 - 1400 deceduto)
- Giovanni Cardella † (19 ottobre 1400 - 1401 nominato vescovo di Castro ?)
- Giovanni de Pinu, O.F.M. † (1º ottobre 1401 - 1412 ?)
- Filippo de Ferrario, O.Carm. † (4 luglio 1414 - 1421)
- Lorenzo di Mesassal, O.Cist. † (16 marzo 1422 - 1441 deceduto)
- Bernardo Bosco † (1442) (vescovo eletto)
- Beato Matteo de Gallo e Gimarra o Gimena, O.F.M. † (17 settembre 1442 - 1445 dimesso)
- Antonio Ponticorona, O.P. † (23 luglio 1445 - circa 1451 deceduto)
- Domenico Xarth, O.Cist. † (10 gennaio 1452 - 1471 deceduto)
- Giovanni de Cardellis, O.S.B. † (11 dicembre 1472 - febbraio 1479 deceduto)
- Juan de Castro † (19 febbraio 1479 - 2 ottobre 1506 deceduto)
- Giuliano Cybo † (5 ottobre 1506 - circa 1537 deceduto)
- Pietro Tagliavia d'Aragona † (28 maggio 1537 - 10 ottobre 1544 nominato arcivescovo di Palermo)
- Rodolfo Pio di Carpi † (10 ottobre 1544 - 2 maggio 1564 deceduto) (amministratore apostolico)
- Luigi Suppa, O.P. † (13 aprile 1565 - 29 settembre 1569 deceduto)
- Giovanni Battista de Hogeda (Juan Bautista Ojeda) † (27 agosto 1571 - 1574 deceduto)
- Cesare Marullo † (14 luglio 1574 - 11 settembre 1577 nominato arcivescovo di Palermo)
- Giovanni de Roxas (Juan Rojas) † (9 ottobre 1577 - 21 maggio 1578 deceduto)
- Antonio Lombardo † (30 marzo 1579 - 23 gennaio 1585 nominato arcivescovo di Messina)
- Diego Haëdo † (23 gennaio 1585 - 14 agosto 1589 nominato arcivescovo di Palermo)
- Francesco del Pozzo † (23 gennaio 1591 - 7 marzo 1593 deceduto)
- Juan Orozco Covarrubias y Leiva † (2 dicembre 1594 - 16 gennaio 1606 nominato vescovo di Guadix)
- Vincenzo Bonincontro, O.P. † (25 giugno 1607 - 27 maggio 1622 deceduto)
- Ottavio Ridolfi † (20 marzo 1623 - 16 luglio 1624 deceduto)
- Francesco Traina † (2 marzo 1627 - 4 ottobre 1651 deceduto)
- Ferdinando Sanchez de Cuellar, O.S.A. † (26 maggio 1653 - 4 gennaio 1657 deceduto)[19]
- Francesco Gisulfo e Osorio † (30 settembre 1658 - 17 dicembre 1664 deceduto)
- Ignazio d'Amico † (15 dicembre 1666 - 15 dicembre 1668 deceduto)
- Johann Eberhard Nidhard, S.J. † (1671 - 16 novembre 1671 nominato arcivescovo titolare di Edessa di Osroene) (vescovo eletto)
- Francesco Giuseppe Crespos de Escobar † (2 maggio 1672 - 17 maggio 1674 deceduto)
- Francesco Maria Rini, O.F.M. † (19 ottobre 1676 - 4 agosto 1696 deceduto)
- Francesco Ramírez, O.P. † (26 agosto 1697 - 27 agosto 1715 deceduto)
- Sede vacante (1715-1723)
- Anselmo de la Peña, O.S.B. † (27 settembre 1723 - 4 agosto 1729 deceduto)
- Lorenzo Gioeni d'Aragona † (11 dicembre 1730 - ottobre 1754 deceduto)
- Andrea Lucchesi Palli † (21 luglio 1755 - 4 ottobre 1768 deceduto)
- Antonio Lanza, C.R. † (20 novembre 1769 - 24 maggio 1775 deceduto)
- Antonio Branciforte Colonna † (15 aprile 1776 - 31 luglio 1786 deceduto)
- Antonio Cavaleri † (15 settembre 1788 - 11 dicembre 1792 deceduto)
- Sede vacante (1792-1795)
- Saverio Granata, C.R. † (1º giugno 1795 - 29 aprile 1817 deceduto)
- Baldassare Leone † (2 ottobre 1818 - 22 luglio 1820 deceduto)
- Sede vacante (1820-1823)
- Pietro Maria d'Agostino † (17 novembre 1823 - 18 luglio 1835 deceduto)
- Ignazio Montemagno, O.F.M.Conv. † (2 ottobre 1837 - 21 agosto 1839 deceduto)
- Sede vacante (1839-1844)
- Domenico Maria Lo Jacono, C.R. † (17 giugno 1844 - 24 marzo 1860 deceduto)
- Sede vacante (1860-1872)
- Domenico Turano † (23 febbraio 1872 - 2 febbraio 1885 deceduto)
- Gaetano Blandini † (2 febbraio 1885 succeduto - 19 maggio 1898 deceduto)
- Bartolomeo Lagumina † (28 novembre 1898 - 5 maggio 1931 deceduto)
- Giovanni Battista Peruzzo, C.P. † (15 gennaio 1932 - 20 luglio 1963 deceduto)
- Giuseppe Petralia † (14 ottobre 1963 - 2 maggio 1980 dimesso)
- Luigi Bommarito (2 maggio 1980 - 1º giugno 1988 nominato arcivescovo di Catania)
- Carmelo Ferraro (3 novembre 1988 - 23 febbraio 2008 ritirato)
- Francesco Montenegro, dal 23 febbraio 2008
Persone legate all'Arcidiocesi
Cardinali
Vescovi e arcivescovi
- Pietro Galletti (San Cataldo, 1664 - Catania, 1757), vescovo di Catania
- Luigi Giamporcaro (San Cataldo, 1787 - 1854), vescovo di Monopoli
- Angelo Ficarra (Canicattì, 1885 – Canicattì, 1959), vescovo di Patti
- Calogero Lauricella (Ravanusa, 1919 – Siracusa, 1989), arcivescovo di Siracusa
- Ignazio Zambito (Santo Stefano Quisquina, 1942), vescovo di Patti
- Salvatore Muratore (Campobello di Licata, 1946), vescovo di Nicosia
Santi e beati
Questo è l'elenco dei santi e beati nati, morti o venerati nell'arcidiocesi:
- San Libertino, protovescovo di Agrigento e martire
- San Gerlando, vescovo e patrono dell'arcidiocesi
- San Gregorio II, vescovo
- San Calogero, eremita
- San Giuseppe Maria Tomasi, C.R., cardinale
- San Giacinto Giordano Ansalone, sacerdote domenicano e martire
- Sant'Angelo di Licata, carmelitano e martire
- Beato Matteo Cimarra, vescovo
- Beato Francesco Spoto, sacerdote e martire
- Venerabile Maria Crocifissa della Concezione, religiosa
- Venerabile Gioacchino da Canicattì, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e missionario
- Servo di Dio Michele Arcangelo Vinti, sacerdote
- Servo di Dio Rosario Livatino, laico e martire
Statistiche
L'arcidiocesi al termine dell'anno 2015 su una popolazione di 448.830 persone contava 428.670 battezzati, corrispondenti al 95,5% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1948 | 485 | 350 | 135 | 0 | |||||||
1955 | 467.520 | 469.864 | 99,5 | 403 | 320 | 83 | 1.160 | 115 | 730 | 154 | |
1970 | 480.481 | 483.484 | 99,4 | 380 | 314 | 66 | 1.264 | 103 | 628 | 197 | |
1980 | 482.000 | 487.700 | 98,8 | 321 | 259 | 62 | 1.501 | 1 | 80 | 945 | 199 |
1990 | 480.000 | 492.093 | 97,5 | 303 | 253 | 50 | 1.584 | 11 | 50 | 585 | 194 |
1999 | 464.200 | 473.100 | 98,1 | 284 | 234 | 50 | 1.634 | 23 | 60 | 516 | 194 |
2000 | 464.200 | 473.100 | 98,1 | 280 | 235 | 45 | 1.657 | 24 | 49 | 575 | 194 |
2001 | 463.900 | 473.100 | 98,1 | 280 | 234 | 46 | 1.656 | 25 | 56 | 470 | 194 |
2002 | 463.400 | 473.000 | 98,0 | 290 | 239 | 51 | 1.597 | 25 | 63 | 432 | 194 |
2003 | 463.700 | 473.200 | 98,0 | 294 | 240 | 54 | 1.577 | 31 | 66 | 433 | 194 |
2004 | 463.200 | 473.200 | 97,9 | 292 | 237 | 55 | 1.586 | 34 | 79 | 437 | 194 |
2006 | 449.000 | 461.000 | 97,4 | 286 | 237 | 49 | 1.569 | 34 | 59 | 443 | 194 |
2012 | 469.000 | 479.000 | 97,9 | 272 | 228 | 44 | 1.724 | 45 | 49 | 391 | 194 |
2015 | 428.670 | 448.830 | 95,5 | 269 | 228 | 41 | 1.593 | 44 | 51 | 294 | 194 |
Note
- ^ Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Parigi 1981, Notitia 7, p. 278, nº 277 (Akragantos).
- ^ Testo del diploma in: Pirri, Sicilia sacra, I, p. 695.
- ^ Kehr, Italia Pontificia, X, p. 264, nº 9. Testo della bolla in: Pirri, Sicilia sacra, I, pp. 695-696.
- ^ Questo vescovo non è documentato storicamente, ma menzionato, assieme a Severo di Catania, unicamente nella Vita e traslazione di santa Agrippina, testo agiografico tardivo; secondo Lanzoni (La diocesi d'Italia..., p. 641) è una retroproiezione del santo vescovo Gregorio d'Agrigento, la cui vita è stata scritta dal monaco Leonzio di San Saba (Roma).
- ^ Ricordato in un sinassario costantinopolitano al 24 novembre, potrebbe essere la traduzione del nome Felice, il vescovo vissuto nel VII secolo (sito web della diocesi).
- ^ I vescovi san Potamione e Teodosio sono menzionati nella vita di san Gregorio d'Agrigento, scritta dal monaco Leonzio di San Saba (Roma); in questa vita, Teodosio è l'immediato predecessore del santo. Se il santo vescovo è lo stesso Gregorio menzionato nell'epistolario di Gregorio Magno, allora la loro collocazione cronologica è il VI secolo. Alcuni autori tuttavia spostano san Gregorio fra VII e VIII secolo; ne consegue che anche l'episcopato dei vescovi Potamione e Teodosio deve essere trasferito al secolo successivo.
- ^ Questo vescovo è documentato nell'epistolario di papa Gregorio Magno, che ricorda che venne deposto da Pelagio II, papa dal 579 al 590, per aver usurpato i beni della Chiesa; nello stesso epistolario, Eusanio è chiamato praedecessor Gregorii.
- ^ Pirri, e gli autori che ne dipendono, ritengono che san Gregorio d'Agrigento e il vescovo Gregorio dell'epistolario gregoriano siano due personaggi distinti; per cui anticipano l'episcopato del santo a metà del VI secolo, all'epoca di Giustiniano I; di conseguenza il vescovo documentato nell'epistolario gregoriano è Gregorio III.
- ^ Ritenuto successore di san Gregorio II da Lancia di Brolo (Storia della chiesa in Sicilia nei primi dieci secoli del Cristianesimo, I, Palermo 1880, p. 389).
- ^ Questo vescovo è menzionato da Pirri al 616, e il suo nome sarebbe ricavato da presunte Tabulae agrigentinae.
- ^ Mansi X 866 e 1163. Pirri gli assegna erroneamente l'anno 651.
- ^ Wilhelm Levison, Die Akten der römischen Synode von 679, in Zeitschrift der Savigny-Stiftung fur Rechtsgeschichte. Kanonistische Abteilung, 2 (1912), p. 278.
- ^ È considerato l'ultimo vescovo di Agrigento prima della dominazione araba. Onorato come martire il 24 novembre.
- ^ a b c d e f Norbert Kamp, Kirche und Monarchie..., pp. 1146-1163.
- ^ Deposto da papa Alessandro IV per aver consacrato re Manfredi a Palermo, è ancora documentato come vescovo nel febbraio 1266, mentre era già stato nominato un nuovo vescovo, Goffredo, il quale tuttavia non poté prendere possesso della sede agrigentina prima di questa data.
- ^ Kamp, Kirche und Monarchie..., p. 1163, nota 140. Secondo questo autore, Gualtiero substitutus episcopi menzionato nelle Rationes decimarum potrebbe aver sostituito Goberto, spesso assente nella sua diocesi.
- ^ Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano. Agustiniana. Guadarrama (Madrid) 2014, vol. I, p. 422.
- ^ Lazcano, op. cit., vol. I, p. 422-423.
- ^ Lazcano, op. cit., vol. I, p. 423-425
Fonti
- Annuario pontificio del 2016 e precedenti, in (EN) David Cheney, Arcidiocesi di Agrigento, su Catholic-Hierarchy.org.
- Sito ufficiale dell'arcidiocesi
- (EN) Arcidiocesi di Agrigento, su GCatholic.org.
- La diocesi di Agrigento su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
- (LA) Rocco Pirri, Sicilia sacra, vol. I, Palermo 1733, pp. 691–765
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza 1927, pp. 639–641
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia 1870, vol. XXI, pp. 595–606
- (DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, vol. 3, Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194 - 1266; Sizilien, Monaco 1975, pp. 1146–1163
- (LA) Paul Fridolin Kehr, Italia Pontificia, X, Berlino 1975, pp. 260–266
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 943–944
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 78–79; vol. 2, p. 83; vol. 3, pp. 98–99; vol. 4, p. 73; vol. 5, p. 73; vol. 6, p. 71
- (LA) Bolla Ad maiori consulendum, su vatican.va.
Voci correlate
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