Campobello di Licata

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Campobello di Licata
comune
Campobello di Licata – Stemma
Campobello di Licata – Bandiera
Campobello di Licata – Veduta
Campobello di Licata – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoTeresa Burgio (Commissario straordinario) dal 28-8-2023
Territorio
Coordinate37°15′34″N 13°55′09″E / 37.259444°N 13.919167°E37.259444; 13.919167
Altitudine316 m s.l.m.
Superficie81,33 km²
Abitanti9 028[1] (31-10-2023)
Densità111 ab./km²
Comuni confinantiLicata, Naro, Ravanusa
Altre informazioni
Cod. postale92023
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084010
Cod. catastaleB520
TargaAG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 044 GG[3]
Nome abitanticampobellesi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Campobello di Licata
Campobello di Licata
Campobello di Licata – Mappa
Campobello di Licata – Mappa
Posizione del comune di Campobello di Licata nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Campobello di Licata è un comune italiano di 9 028 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Campobello di Licata è un comune collinare della provincia di Agrigento, situato su un altopiano della valle del fiume Salso a 316 m sul livello del mare. I suoi confini sono delimitati ad ovest dal torrente del Canale ad est dal torrente del Milici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La miniera di zolfo Passarello

Sono della fine del secolo XIX, ad opera soprattutto del sindaco Salvatore Ciotta, importanti opere pubbliche: fontanelle di acqua potabile, biblioteca, banda municipale, aule scolastiche, illuminazione a petrolio, la facciata della chiesa madre, l'orologio comunale, i marciapiedi delle strade, il cimitero e la villa comunale.

Negli anni 1980, inizia a Campobello di Licata una grande ristrutturazione del centro abitato, vengono realizzati monumenti dall'artista argentino Silvio Benedetto.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Campobello di Licata sono stati concessi con il regio decreto del 12 marzo 1931.[4]

«D'azzurro, a tre torri al naturale, merlate alla ghibellina, aperte e finestrate del campo, male ordinate e sormontate ciascuna da una stella d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa madre San Giovanni Battista, vista dalla piazza XX Settembre
La Fontana delle Fanciulle in piazza Aldo Moro
La fontana del Canale, uno dei simboli di Campobello di Licata
Piazza Tienanmen: si notino l'obelisco al centro della piazza, il Monumento delle Mani a destra e il Monumento al Lavoro in fondo
La Brivatura Tunna - 1873 - oggi piazza Marconi
Veduta dall'alto di piazza XX Settembre, con la sua singolare pavimentazione

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Giovanni Battista (o santuario della Madonna dell'Aiuto), voluta dal barone Raimondo Raimondetta San Martino e completata nel 1681, è la chiesa madre del paese.
  • Chiesa dell'Addolorata (secolo XVIII), situata in fondo alla via Umberto I.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo municipale, prospiciente piazza XX Settembre, costruito nel 1650 e riadattato nel XX secolo per ospitare gli uffici comunali: presenta una facciata affrescata dal maestro Silvio Benedetto, nel 1980, con episodi del mondo contadino.
  • Palazzo Ducale, posto tra via Roma e via Umberto, unico esempio civile di architettura barocca del paese.
  • Palazzo Bella, situato in via Umberto I e realizzato nel 1747, presenta stanze affrescate dal pittore Olivio Sozzi.
  • Palazzo La Lomia, situato tra piazza XX settembre e via Vittorio Emanuele, fu costruito nel 1750 in stile neoclassico.
  • Palazzo Buffone, in origine Farruggio-Ciotta, si affaccia su via Roma, in pieno centro storico, destinato ad abitazione signorile.
  • Palazzo Sillitti, posto in via Umberto e costruito nel 1755, è uno dei palazzi nobiliari che insistono nel cuore dell'insediamento urbano.
  • Palazzo Lopez De Oñate, costruito intorno al 1850, si trova tra via Progresso, via Garibaldi, via Alfieri e via Umberto.
  • Palazzo ex-Ospedale, costruito nel 1833, si trova tra via Sammarco e via Trieste.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Fontana del Canale, costruita dal barone di Campobello intorno al 1650, costituisce la più antica opera muraria del paese. Restaurata nel 1981 da Silvio Benedetto, nel 2020 è stata soggetta ad ulteriori interventi che ne hanno migliorato l'aspetto e l'illuminazione.
  • Monumento ai caduti nel Parco della Rimembranza, con al centro una colonna spezzata, sulla cui cima sono state poste due colombe bronzee, simbolo di pace.
  • Fontana delle Fanciulle in piazza Aldo Moro, opera dell'artista Silvio Benedetto.
  • Murale dei 100 bambini, situato in via Edison, sulla facciata di una ex scuola materna.
  • Piazza XX settembre è la piazza principale del paese e presenta una pavimentazione unica, con mosaici rappresentanti colombe; sul termine della piazza sono presenti due bronzi rappresentanti due contadini.
  • Piazza Marconi, con al centro un'edicola del 1700, sormontata da una croce in ferro battuto.
  • Piazza Tienanmen, con al centro un obelisco, in cui sono scolpite, una su ogni lato, delle citazioni di Dante, Goethe, Cervantes e Shakespeare; il Monumento al Lavoro, costituito da vari strumenti in bronzo, tipici del mondo contadino; il Monumento delle Mani, simbolo della fatica del lavoro contadino, e il mosaico raffigurante un fabbro.
  • Villa XXV aprile, situata in viale Luigi Giglia, ha una struttura a più piani: nel piano intermedio è presente un mosaico rappresentante delle colombe, con sotto una vasca; nel piano d'entrata si è accolti da una fontana con dei mascheroni, realizzati da Olga Macaluso, da cui esce l'acqua.
  • L'Iliade in terra e fuoco, murale ceramico di 7,30 x 3,10 metri, composto da maioliche di svariate forme, con soggetti figurativi sul tema dell'Iliade. Si trova su una parete esterna del Centro Polivalente di via Trieste.
  • Il Parco della Divina Commedia (conosciuto anche come Valle delle Pietre Dipinte) è un grande parco letterario, realizzato negli anni Novanta nella sede di una vecchia cava di pietra da Silvio Benedetto, con la collaborazione di Olga Macaluso, in cui sono presenti 110 monoliti di travertino su cui sono stati dipinti vari episodi del poema dantesco[5].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Il dialetto campobellese, pur essendo classificato come uno dei tanti dialetti della provincia di Agrigento, appare più come un dialetto vicinissimo al nisseno, sia per cadenza sia per vari termini utilizzati pressoché uguali.[senza fonte]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Lu 'mpurnatu, il piatto più celebre di Campobello di Licata

Il piatto tipico è lu 'mpurnatu (l'infornato), un timballo di ziti (formato di pasta) con ragù, carne di maiale, cavolfiori, uova, pecorino ed altre essenze. Dal 2011, questo piatto, insieme alla 'mpanata, è protagonista della "Sagra di lu 'mpurnatu e la 'mpanata" che si svolge ogni anno in aprile.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Prima che i vigneti fossero distrutti dalla fillossera nel 1883, Campobello era un centro di produzione vinicola.

Altre attività rilevanti, fino alla metà del secolo, furono le miniere di zolfo, che contribuirono a formare maestranze operaie.

Negli ultimi decenni del secolo XIX e fino agli anni settanta del XX secolo, si manifesta un intenso movimento migratorio interrotto dalle due guerre. Notevoli sono ancora le comunità di Campobellesi a Buffalo (Stato di New York), Saint-Étienne e Marignane(Francia), Desio (Lombardia).

Dopo la seconda guerra mondiale si sviluppò un movimento contadino che portò all'occupazione delle terre di molti feudi incolti: le terre furono lottizzate ed assegnate ai braccianti che si trasformarono in piccoli proprietari.

Sono da ricordare l'introduzione, dagli anni settanta in poi, delle colture intensive specializzate, in primo luogo l'uva da tavola Italia. Questa coltura, anche se ridimensionata, caratterizza ancora oggi l'economia di Campobello insieme alla produzione di ortofrutta: pesche, mele, susine, peperoni, pomodori.

Anche la coltivazione del vitigno Nero d'Avola ha avuto diffusione nel territorio dagli anni 80, permettendo la produzione di vino rosso.

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[7].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione ferroviaria di Campobello-Ravanusa

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Campobello di Licata è interessato dalla strada statale 123 di Licata, della strada statale 557 di Campobello di Licata e della strada Provinciale 12.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è servito dalla stazione di Campobello-Ravanusa, posta sulla linea Caltanissetta Xirbi-Gela-Siracusa.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
15 luglio 1988 5 agosto 1992 Calogero Gueli Partito Comunista Italiano Sindaco [8]
23 settembre 1992 9 giugno 1993 Giuseppe Smiraglia Partito Democratico della Sinistra Sindaco [8]
9 giugno 1993 1º dicembre 1997 Giuseppe Smiraglia Partito Democratico della Sinistra Sindaco [8]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Calogero Gueli centro-sinistra Sindaco [8]
28 maggio 2002 18 luglio 2006 Calogero Gueli centro-sinistra Sindaco [8]
18 luglio 2006 23 giugno 2009 Giuseppa Sciara Comm. straordinario [8]
18 luglio 2006 23 giugno 2009 Oreste Iovino Comm. straordinario [8]
18 luglio 2006 17 settembre 2008 Maria Carmela Librizzi Comm. straordinario [8]
17 settembre 2008 23 giugno 2009 Concetta Caruso Comm. straordinario [8]
23 giugno 2009 29 dicembre 2011 Michele Termini centro-destra Sindaco [8]
7 febbraio 2012 8 maggio 2012 Antonino La Mattina Comm. straordinario [8]
8 maggio 2012 12 giugno 2017 Giovanni Gioacchino Picone centro-sinistra Sindaco [8]
12 giugno 2017 12 giugno 2022 Giovanni Gioacchino Picone centro-sinistra Sindaco [8]
13 giugno 2022 27 agosto 2023 Antonio Pitruzzella centro-sinistra Sindaco [8]
28 agosto 2023 Teresa Burgio Comm. straordinario 1

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Campobello di Licata fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.4 (Colline del Salso e di Naro)[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Campobello di Licata, decreto 1931-03-12 RD - Concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  5. ^ Agostino Spataro, La Valle delle Pietre dipinte, in la Repubblica, 24 agosto 2002. URL consultato il 23 agosto 2022.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020
  8. ^ a b c d e f g h i j k l m n http://amministratori.interno.it/
  9. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 24 luglio 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ernesto Cammarata, Storia del comune Campobello di Licata, G. Mori, 1963.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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