Cartosio

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Cartosio
comune
Cartosio – Stemma
Cartosio – Bandiera
Cartosio – Veduta
Cartosio – Veduta
Cartosio in primavera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Alessandria
Amministrazione
SindacoMario Morena (lista civica) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate44°35′28″N 8°25′18″E / 44.591111°N 8.421667°E44.591111; 8.421667 (Cartosio)
Altitudine230 m s.l.m.
Superficie16,34 km²
Abitanti734[1] (30-11-2019)
Densità44,92 ab./km²
FrazioniRivere, Saquana
Comuni confinantiCastelletto d'Erro, Cavatore, Malvicino, Melazzo, Montechiaro d'Acqui, Pareto, Ponzone
Altre informazioni
Cod. postale15015
Prefisso0144
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT006036
Cod. catastaleB847
TargaAL
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 504 GG[3]
Nome abitanticartosiani
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cartosio
Cartosio
Cartosio – Mappa
Cartosio – Mappa
Mappa del comune di Cartosio all'interno della provincia di Alessandria
Sito istituzionale

Cartosio (Cartòs in piemontese) è un comune italiano di 734 abitanti[1] della provincia di Alessandria in Piemonte.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Spigno Monferrato Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 5,69,814,419,324,027,830,629,224,918,111,07,07,519,229,218,018,5
T. min. media (°C) −2,6−0,83,17,411,114,616,315,612,67,73,3−0,4−1,37,215,57,97,3

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 maggio 1983.[5]

«Stemma di rosso al toro furioso d'oro, volto in profilo a destra, nascente dalla campagna di verde, seminata di pannocchie di granturco d'oro, fogliate d'argento, accompagnato in capo dal grappolo d'uva d'oro, fogliato di due pampini di verde, a destra, e dalla torre d'argento murata di nero, a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.[6]»

Il gonfalone è un drappo troncato di verde e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Sant'Andrea apostolo[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale di Sant'Andrea apostolo fu edificata sicuramente prima del 1600 anche se se ne ignora la data esatta. Fu modificata più volte nel corso dei secoli: secondo Goffredo Casalis la chiesa è stata riedificata nel 1619, il Padre Gabriele Roffredo nel 1701 costruì l'altare maggiore, don Carlo Giuseppe Scazzola ampliò e restaurò l'edificio nella seconda metà dell'Ottocento dotandolo di un protiro e di una porta barocca.

La chiesa è divisa in tre navate a volta separate da due file di colonne, è lunga circa 14 metri compreso il presbiterio ed è larga circa 11 metri. Ha un campanile alto circa 35 metri con 6 campane. Secondo la Relazione dello stato della Parrocchia di Sant'Andrea nel luogo di Cartosio, scritta da don Carlo Giuseppe Scazzola intorno agli anni trenta dell'Ottocento, esistevano cinque altari: nel presbiterio l'altare maggiore, nella navata destra l'altare di Sant'Anna e quello del Santo Rosario, nella navata sinistra quello di San Concesso (del 1705) e quello di San Sebastiano. Attualmente, oltre all'altare principale, esistono solo due altari.

L'interno della chiesa è stato in gran parte affrescato da Lorenzo Lajolo (1877-1947) nel primo Novecento. Ai lati dell'altare maggiore si trovano due dei suoi affreschi che rappresentano l'Annunciazione e l'Orazione nell'orto degli ulivi realizzati con la tecnica del fresco secco. Illuminano l'ambiente dieci vetrate istoriate prodotte dalla ditta Gibo.

Altre chiese[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Rocco e San Sebastiano: oratorio edificato nel 1694 sede di una confraternita e trasformato in asilo nel 1954.
  • Chiesa dell'Ascensione di N.S.G.C. del Borgo.
  • Chiesa della Natività di Maria Vergine: nella Regione di Pallareto.
  • Chiesa di San Bernardo e San Defendente: nella frazione di Saquana.
  • Chiesa di San Rocco: nella Regione di Castellarolo.
  • Chiesa di San Martino: costruita nel 1636 vicino alla Borgata della Colombara. È stata ricostruita in seguito ad un'alluvione.
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate: edificata nel 1631 nella Borgata della Caliogna.
  • Chiesa della Beata Vergine Addolorata: costruita nel 1714 nella regione Oltre Erro.
  • Chiesa di San Pietro Apostolo: nella Regione di Piano, sulla strada per la frazione Garini.
  • Chiesa di San Giovanni Battista: edificata attorno al 1923 nella frazione di Rivere.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Cartolina degli anni venti che mostra gli "Avanzi del Castello"

Negli anni venti erano ancora visibili i ruderi di un castello feudale collocabile tra il XIII e il XIV secolo, costruito a sua volta su ruderi preesistenti che non sono databili. Oggi al suo posto sorgono due abitazioni private.

Il paese è caratterizzato da una torre medievale che spicca nel centro della piazza principale che fu edificata tra il XII e il XIII secolo da costruttori anonimi, ma probabilmente provenienti da Casale Monferrato.

La torre è stata costruita con l'arenaria locale cementata con conci. È alta 22,4 metri e ha una pianta rettangolare che si restringe fino all'inizio della verticale posta a 4,3 metri dal suolo: i lati alla base misurano 10,0 e 8,2 metri e si accorciano a 9,6 e 7,8 metri. In origine la torre raggiungeva i 25 metri di altezza perché presentava un parapetto merlato, distrutto il 2 dicembre 1296 dalle milizie Astigiane.

La torre oggi

È formata da sette piani di un unico vano: il primo (interrato per quattro metri), il secondo, il quarto e settimo sono a volta e gli altri tre piani erano coperti da un tavolato in legno, asportabile, ora demolito. I piani non erano collegati tramite una scala girante attorno al muro, ma con botole quadrilatere poste agli angoli nord-ovest e sud-est. Il primo piano era adibito a cisterna ed alimentato da acqua sorgiva ancora oggi attiva, il secondo era una prigione, il quarto era un magazzino delle scorte alimentari, il quinto era destinato a cucina e mensa, il sesto era un dormitorio mentre il settimo serviva per l'avvistamento e da qui si poteva raggiungere una terrazza per la vedetta.

Particolarità di questa torre, unica nel Monferrato, è la presenza di un'apertura detta "pustella" nella parete esterna ovest a 11,5 metri dal suolo. A questa apertura si accedeva tramite un ponte levatoio che poggiava su un muro del castello limitrofo oggi non più esistente.

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Monumento al disastro aereo[modifica | modifica wikitesto]

Sulla strada che dal paese conduce alla Regione di Pallareto si trova un monumento dedicato ai caduti di un incidente aereo avvenuto in loco la mattina del 7 dicembre 1940. In quel giorno un Savoia-Marchetti S.M.79 precipitò a causa di un'avaria al motore oppure per le cattive condizioni meteorologiche causando la morte del Generale Pietro Pintor, capo della Commissione Italiana d'Armistizio con la Francia (CIAF), e dei suoi sei subordinati: Generale di squadra aerea Aldo Pellegrini, Col. Pil. Attilio Corti, Magg. Cesare Quinto, Cap. Pil. Giuseppe Cadel, M.llo 2º cl. Ettore Alberi, Serg. Magg. Paolo Cinti. Il monumento si compone di una base a gradoni semicircolare sulla quale è posto un cumulo di pietre bianche che sorregge una lapide di marmo e un'elica spezzata dell'aereo.[7]

Monumento ai caduti[modifica | modifica wikitesto]

Vicino alla torre si trova un monumento dedicato ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale composto da due lastre in marmo su cui sono scritti i vari nomi.

Venne inaugurato il 19 settembre 1920 e consisteva solamente della lastra dedicata ai morti nella Grande Guerra attaccata al lato sud della torre ad un'altezza di circa due metri dal suolo. Negli anni seguenti fu scavata una fontanella e fu costruito un giardinetto al di sotto di essa.

Durante il restauro della torre, avvenuto nei primi anni novanta, le lastre furono spostate nel luogo attuale e poste su un nuovo basamento con una fontanina nel centro.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Nel 1804 a Cartosio abitavano 650 persone[9] mentre nel 1836, secondo Goffredo Casalis, erano scese a un centinaio[10].

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2010 a Cartosio risultano residenti 83 cittadini stranieri, rappresentanti il 10,23% della popolazione. La comunità nazionale più numerosa è quella marocchina con 36 persone, seguita da quella rumena con 15.[11]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
28 giugno 1985 21 maggio 1990 Desiderio Morena lista civica Sindaco [12]
21 maggio 1990 24 aprile 1995 Francesco Gaino lista civica Sindaco [12]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Desiderio Morena centro Sindaco [12]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Gianlorenzo Pettinati lista civica Sindaco [12]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Gianlorenzo Pettinati lista civica Sindaco [12]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Francesco Mongella lista civica Sindaco [12]
26 maggio 2014 in carica Mario Morena lista civica Fare comunità Sindaco [12]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune faceva parte della Comunità Montana Suol d'Aleramo.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2019.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tabella climatica del Piemonte, su confedilizia.it. URL consultato il 16 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  5. ^ Cartosio, su Archivio Centrale dello Stato.
  6. ^ Cartosio, su araldicacivica.it.
  7. ^ Associazione Arma Aeronautica ha festeggiato 25 anni, in L'ancora.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Louis Marie Prudhomme, Dictionnaire universel, géographique, statistique, historique et politique de la France, Baudouin, 1804, p. 552.
  10. ^ Goffredo Casalis, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, volume III, Torino, 1836, p. 650.
  11. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 30 dicembre 2011 (archiviato il 22 giugno 2013).
  12. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costantino Umberto Padovano, Cartosio. Storia di un paese dell'Alto Monferrato, 1994.
  • Francesco Pernice (a cura di), Luigi Moro, La torre medioevale di Cartosio. Restauro, Daniela Piazza Editore, 1993, ISBN 88-7889-018-9.
  • AA.VV., Territorio, costumi e civiltà contadina a Cartosio, Impressioni Grafiche, 2010, ISBN 978-88-6195-049-8.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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