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Cesate: differenze tra le versioni

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Dal [[1919]] Cesate, dove dalla fine del [[XIX secolo]] erano scoppiate una serie di proteste sindacali contro la gestione agricola del Luogo Pio della Stella (organizzate dai contadini che poi daranno vita all'associazione cattolica Lega Leone, fondata per volere del parroco don Oreste Moretti), si dimostrò fin da subito una roccaforte elettorale del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito popolare italiano]] di [[don Sturzo]] (precursore della [[Democrazia Cristiana|DC]]).
Dal [[1919]] Cesate, dove dalla fine del [[XIX secolo]] erano scoppiate una serie di proteste sindacali contro la gestione agricola del Luogo Pio della Stella (organizzate dai contadini che poi daranno vita all'associazione cattolica Lega Leone, fondata per volere del parroco don Oreste Moretti), si dimostrò fin da subito una roccaforte elettorale del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito popolare italiano]] di [[don Sturzo]] (precursore della [[Democrazia Cristiana|DC]]).
Quando, alle [[elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]], a Cesate vinse il PPI i [[fascisti]] decisero di intraprendere un'azione punitiva: una sera di primavera del [[1925]], un gruppo di [[Camicia Nera|camice nere]] di [[Musocco]] arrivarono a Cesate attorno alle 22:30 e fecero irruzione nel circolo cattolico Sant'Alessandro di piazza IV Novembre, ferendo una decina di persone e uccidendo Giuseppe Marinoni.
Quando, alle [[elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]], a Cesate vinse il PPI i [[fascisti]] decisero di intraprendere un'azione punitiva: una sera di primavera del [[1925]], un gruppo di [[Camicia Nera|camicie nere]] di [[Musocco]] arrivarono a Cesate attorno alle 22:30 e fecero irruzione nel circolo cattolico Sant'Alessandro di piazza IV Novembre, ferendo una decina di persone e uccidendo Giuseppe Marinoni.


La vocazione [[antifascista]] dei cesatesi ebbe il proprio ruolo anche durante la [[seconda guerra mondiale]], quando a Cesate si andò a formare un ampio gruppo [[partigiano]]. Cesate era allora sotto la giurisdizione della [[Brigate Garibaldi|183ª Brigata Garibaldi]] (comunista) e la [[Brigate del popolo|16ª Brigata del Popolo]] (cattolica), quest'ultima a Cesate era formata sopratutto da giovani cesatesi frequentatori dell'oratorio ed era coordinata da don Vincenzo Strazzari (che ricevette una nomina nel CLNAI locale).
La vocazione [[antifascista]] dei cesatesi ebbe il proprio ruolo anche durante la [[seconda guerra mondiale]], quando a Cesate si andò a formare un ampio gruppo [[partigiano]]. Cesate era allora sotto la giurisdizione della [[Brigate Garibaldi|183ª Brigata Garibaldi]] (comunista) e la [[Brigate del popolo|16ª Brigata del Popolo]] (cattolica), quest'ultima a Cesate era formata soprattutto da giovani cesatesi frequentatori dell'oratorio ed era coordinata da don Vincenzo Strazzari (che ricevette una nomina nel CLNAI locale).
Nel novembre del [[1944]] le [[Brigate nere]] di Bollate eseguirono una retata e radunarono i cesatesi riconosciuti come "partigiani" nella ''Curt Noeva'', per trasferirli prima a Milano, poi a [[Bolzano]] e infine al [[campo di concentramento di Mauthausen]]. Nel [[1971]] l'amministrazione comunale pose proprio a Mauthausen una targa in ricordo dei 9 giovani cesatesi che lì erano morti.
Nel novembre del [[1944]] le [[Brigate nere]] di Bollate eseguirono una retata e radunarono i cesatesi riconosciuti come "partigiani" nella ''Curt Noeva'', per trasferirli prima a Milano, poi a [[Bolzano]] e infine al [[campo di concentramento di Mauthausen]]. Nel [[1971]] l'amministrazione comunale pose proprio a Mauthausen una targa in ricordo dei 9 giovani cesatesi che lì erano morti.
Tra i partigiani cesatesi morti in giovane età ci fu anche il ventenne Carlo Romanò, fucilato dai nazifascisti a [[Rocca Cigliè]] ([[Provincia di Cuneo|Cuneo]]): a lui è stata dedicata la via principale del paese dopo la guerra.
Tra i partigiani cesatesi morti in giovane età ci fu anche il ventenne Carlo Romanò, fucilato dai nazifascisti a [[Rocca Cigliè]]: a lui è stata dedicata la via principale del paese dopo la guerra.


Nel secondo dopoguerra Cesate inizia un grande processo di urbanizzazione. Con la costruzione del [[INA Casa|Villaggio INA-Casa]] raddoppia la sua popolazione, passando dai 3000 abitanti del 1951 ai 6.500 nel 1961. Lo sviluppo urbanistico di Cesate continuerà fino agli inizi degli anni 12000.
Nel secondo dopoguerra Cesate inizia un grande processo di urbanizzazione. Con la costruzione del [[INA Casa|Villaggio INA-Casa]] raddoppia la sua popolazione, passando dai 3000 abitanti del 1951 ai 6.500 nel 1961. Lo sviluppo urbanistico di Cesate continuerà fino agli inizi degli anni 2000.


=== Simboli ===
=== Simboli ===

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Cesate
comune
Cesate – Stemma
Cesate – Bandiera
Cesate – Veduta
Cesate – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Città metropolitana Milano
Amministrazione
SindacoRoberto Vumbaca (centro-destra) dal 26-5-2019
Data di istituzione926
Territorio
Coordinate45°36′N 9°05′E
Altitudine192 m s.l.m.
Superficie5,77 km²
Abitanti14 188[1] (31-12-2021)
Densità2 458,93 ab./km²
Frazioninessuna
Comuni confinantiCaronno Pertusella (VA), Garbagnate Milanese, Limbiate (MB), Senago, Solaro
Altre informazioni
Cod. postale20031
Prefisso02
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT015076
Cod. catastaleC569
TargaMI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 421 GG[3]
Nome abitanticesatesi
PatronoSant'Alessandro martire
Giorno festivo26 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cesate
Cesate
Cesate – Mappa
Cesate – Mappa
Posizione del comune di Cesate nella città metropolitana di Milano
Sito istituzionale

Cesate (Scesaa o Cesaa in dialetto milanese), anche detta Cesate Milanese, denominazione desueta[4], è un comune italiano di 14 188 abitanti[1] della città metropolitana di Milano in Lombardia, situato a circa 17 chilometri a nord dal centro del capoluogo lombardo.

Geografia fisica

Territorio

Il comune è all'estremo nord della città metropolitana di Milano, al confine con le province di Varese a ovest e Monza e Brianza a est, e si trova tra le ex strade statali 233 Varesina e 527 Bustese. È situato nell'alta pianura padana nel territorio compreso tra i fiumi Olona e Seveso, tra la Brianza e l'Altomilanese.

Il territorio comunale è caratterizzato da un territorio pianeggiante ed è ricoperto per gran parte da boschi e brughiere. A est del centro abitato si estende la Pineta di Cesate, che per la sua peculiarità ecologica è stata individuata dall'Unione europea come sito di interesse comunitario e che è attualmente compresa nel Parco regionale delle Groane e della Brughiera briantea.

Nel territorio comunale scorrono i torrenti Guisa e Nirone che, unendosi a Baranzate, danno origine al torrente Merlata (affluente dell'Olona).

Origini del nome

L'antico nome del paese era "Cixate" come compare nel manoscritto Notitia Cleri Mediolanensi di Goffredo da Bussero, nonostante siano state formulate diverse ipotesi, non è ancora certa l'etimologia del nome.

Il nome Cixate continuò ad essere utilizzato fino al XVIII secolo, quando iniziò ad essere italianizzato in "Cisate". A partire dalla seconda metà XIX secolo, il nome si evolse in "Cesate".[5]

Storia

La prima attestazione di Cesate è in un manoscritto del 1210: il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, un elenco di informazioni sul territorio dell'Arcidiocesi di Milano. Nel manoscritto risulta che a Cesate (che compare come Cixate) risultano presenti tre chiese: una (la principale) dedicata alla Vergine Maria, una a Sant'Alessandro e un'altra a San Martino. All'epoca Cesate non era un comune autonomo ma è sotto la completa giurisdizione, religiosa e civile, di Bollate.

Non si conoscono le esatte origini del centro abitato, nato probabilmente nell'alto medioevo come agglomerato di cascine circondate dai boschi.

Tra il XV e il XVI secolo Cesate apparteneva al contado di Desio, nell'ambito del Ducato di Milano. Dal 1500 al 1580 il contado appartenne alla famiglia Rho, per poi essere venduto alla famiglia spagnola Manriquez.

All'inizio del XVII secolo le proprietà presenti nel territorio cesatese furono acquistate dal nobile milanese Giovanni Andrea Caravaggio, che iniziò un periodo di innovazione caratterizzato da un'espansione del centro urbano (con la costruzione di alcune cascine quali la Biscia, la Selva e la Palazzetta) e da numerose bonifiche del territorio (fino ad allora caratterizzato da paludi e acquitrini). Fu con il Caravaggio che vennero costruite (su indicazione di Carlo Borromeo) la chiesa parrocchiale e il Santuario. Con la morte di questo e di suo figlio Andrea nel 1644, i loro possedimenti in Cesate furono lasciati in eredità a un orfanotrofio milanese: il Luogo Pio della Stella; a cui resteranno le proprietà dei terreni agricoli e dei beni immobili cesatesi fino agli anni dieci del XX secolo.

Con l'occupazione austriaca del Ducato, nel 1715 i feudi vennero riassegnati. L'11 dicembre la famiglia Manriquez vendette i centri abitati di Cesate e Pertusella a Francesco Gozzi da Casalmaggiore. Il 9 ottobre 1735 l'imperatore Carlo VI li elevò a marchesato, il Gozzi divenne quindi il primo marchese di Cesate e Pertusella.

Con l'occupazione francese della Lombardia nel 1797 le pievi milanesi vennero soppresse e sostituite dai distretti, organizzati in dipartimenti secondo il modello francese. Cesate faceva allora parte del distretto di Bollate nel Dipartimento d'Olona. Nel 1809, nell'ambito della riorganizzazione amministrativa del Regno italico, il comune di Cesate venne soppresso e aggregato a quello di Garbagnate Milanese (assieme ad Arese e a Castellazzo) con regio decreto di Napoleone. Cesate riacquistò la sua autonomia nel 1815 con la Restaurazione austriaca.

Nel 1908 il conte di Verbania Alessandro Poss aprì l'omonimo cotonificio a Cesate, trasformando l'economia cittadina da prettamente agricola a industriale.

Dal 1919 Cesate, dove dalla fine del XIX secolo erano scoppiate una serie di proteste sindacali contro la gestione agricola del Luogo Pio della Stella (organizzate dai contadini che poi daranno vita all'associazione cattolica Lega Leone, fondata per volere del parroco don Oreste Moretti), si dimostrò fin da subito una roccaforte elettorale del Partito popolare italiano di don Sturzo (precursore della DC). Quando, alle elezioni del 1924, a Cesate vinse il PPI i fascisti decisero di intraprendere un'azione punitiva: una sera di primavera del 1925, un gruppo di camicie nere di Musocco arrivarono a Cesate attorno alle 22:30 e fecero irruzione nel circolo cattolico Sant'Alessandro di piazza IV Novembre, ferendo una decina di persone e uccidendo Giuseppe Marinoni.

La vocazione antifascista dei cesatesi ebbe il proprio ruolo anche durante la seconda guerra mondiale, quando a Cesate si andò a formare un ampio gruppo partigiano. Cesate era allora sotto la giurisdizione della 183ª Brigata Garibaldi (comunista) e la 16ª Brigata del Popolo (cattolica), quest'ultima a Cesate era formata soprattutto da giovani cesatesi frequentatori dell'oratorio ed era coordinata da don Vincenzo Strazzari (che ricevette una nomina nel CLNAI locale). Nel novembre del 1944 le Brigate nere di Bollate eseguirono una retata e radunarono i cesatesi riconosciuti come "partigiani" nella Curt Noeva, per trasferirli prima a Milano, poi a Bolzano e infine al campo di concentramento di Mauthausen. Nel 1971 l'amministrazione comunale pose proprio a Mauthausen una targa in ricordo dei 9 giovani cesatesi che lì erano morti. Tra i partigiani cesatesi morti in giovane età ci fu anche il ventenne Carlo Romanò, fucilato dai nazifascisti a Rocca Cigliè: a lui è stata dedicata la via principale del paese dopo la guerra.

Nel secondo dopoguerra Cesate inizia un grande processo di urbanizzazione. Con la costruzione del Villaggio INA-Casa raddoppia la sua popolazione, passando dai 3000 abitanti del 1951 ai 6.500 nel 1961. Lo sviluppo urbanistico di Cesate continuerà fino agli inizi degli anni 2000.

Simboli

Lo stemma di Cesate

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 3 giugno 1937.[6]

«Campo di cielo, ad un albero verdeggiante fondato sulla pianura erbosa, accostato da due zampe d'aquila affrontate e recise d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

La composizione dello stemma con l'albero e il prato si rifà all'aspetto naturalistico del territorio comunale ricco di prati, boschi e brughiere. La figura delle due zampe di aquila è tratta dallo stemma della famiglia de Cixate, riprodotto nello Stemmario Trivulziano (di rosso, a due artigli alati d'argento, armati di nero, quello di destra rivoltato).[7][8] Fino al 2013 nello stemma era presente un capo di rosso porpora con un ramo d'ulivo e uno di quercia[9] che un tempo circondavano il fascio littorio, residuo del capo del littorio, ornamento obbligatorio di tutti gli stemmi di enti pubblici italiani fino alla caduta del Fascismo.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Onorificenze

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i deportati nei campi di concentramento nazisti»

Il 25 aprile 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha insignito il comune di Cesate della medaglia d'argento al merito civile, per il suo essere stato un attivo centro della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale.

Monumenti e luoghi d'interesse

Edifici religiosi

Chiesa dei Santi Alessandro e Martino

La chiesa dei santi Alessandro e Martino è la chiesa più importante del paese, sede della Comunità pastorale San Paolo VI.

La chiesa risulta essere stata edificata nel 1619, per volere di Carlo Borromeo, che ne ordinò l'ubicazione nel 1573[10] durante la sua visita pastorale.

L'edificio, in stile neoclassico, venne completato nel 1793, sotto il parroco Giovanni Resnati, successivamente nel corso degli anni vennero effettuate diverse migliorie che ne modificarono molto l'aspetto e la grandezza.

Nel 1927 il parroco di allora fece costruire la grande scalinata attuale al posto dei piccoli e ripidi scalini che si affacciavano, fino ad allora, su quello che era il cimitero del paese.[10]

Santuario di Santa Maria delle Grazie (del latte)

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie (o della Madonna del Latte), chiamato affettuosamente dai cesatesi "la chiesetta", è un santuario mariano di pianta quadrata eretto agli inizi del XVII secolo in piazza IV novembre al posto di una precedente chiesa.

Al suo interno è posto il preziosissimo affresco della Madonna del Latte, riconducibile a un discepolo di Bernardino Luini[10], oltre alla tela quattrocentesca raffigurante la Madonna col Bambino assieme ai santi Bernardino e Rocco, posta fino al 1971 in via Carlo Romanò.

Dipende dalla Parrocchia dei Santi Alessandro e Martino.

Chiesa di San Francesco d'Assisi

La chiesa di San Francesco è la chiesa principale del quartiere "Villaggio", oltreché la chiesa più grande di Cesate.

L'edificio venne costruito nel periodio tra il 1957 e il 1958 per servire il nuovo quartiere del Villaggio, che in quegli anni inizio la sua costruzione.

La chiesa, in stile romanico-lombardo, progettato dagli architetti Ignazio Gardella e Anna Maria Castelli, possiede una sola navata, non ha finestre ma riceve luce da alcune fessure a forma di croce scavate nel muro.

La parrocchia venne consacrata dal cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI, il 26 ottobre 1958, dopo un anno di lavori per la costruzione.

All'interno è presente L'Ultima Cena di Alessandro Nastasio, intagliata nel legno, nonché alcune tavole intagliate raffiguranti la Via Crucis.

Altri edifici

Nel corso della sua storia Cesate ha posseduto diversi edifici dediti al culto che, nel corso del tempo, sono stati abbattuti:

Chiesa di Santa Maria Maggiore. Di origine romanica, viene menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani. Non è nota l'esatta posizione di questa chiesa, si trovava probabilmente nello stesso punto in cui oggi sorge il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Fu la chiesa principale del borgo per gran parte dell'Alto medioevo, da questa dipendevano le chiese di Sant'Alessandro e di San Martino.

Chiesa di Sant'Alessandro. Di origine romanica, viene menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani. Si trovava nel punto in cui oggi sorge la Parrocchiale dei Santi Alessandro e Martino. Venne abbattuta all'inizio del XVIII secolo per essere ricostruita secondo le disposizioni di San Carlo Borromeo. Non possedeva un campanile (come le altre) ma una piccola campana posta su una trave in un campo vicino.

Chiesa di San Martino. Di origine romanica, viene menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani. Era posta sulla strada che metteva in comunicazione Cesate con Garbagnate. San Carlo Borromeo durante la visita pastorale del 21 luglio 1573 dispose che questa chiesa, al tempo ormai diroccata, venisse abbattuta e che i laterizi derivati dai muri venissero usati per la costruzione del campanile. L'arcivescovo ordinò anche che il campo su cui sorgeva venisse venduto e che "li denari che si caveranno si consumino per suddetto campanile metendo nel detto sito una piramidetta con una crocetta di ferro in cima".

Chiesa di San Rocco. Questa chiesa compare nel resoconto della visita pastorale di San Carlo. Non si conosce il luogo esatto in cui sorgesse. San Carlo, vedendola in rovina, dispone che non si dica messa fintanto che non siano eseguite tutte le ordinationi. Venne abbattuta in seguito.

La Baracca. Fu la prima chiesa del quartiere Villaggio, diventò la sua primachiesa parrocchiale il 1 luglio 1956 quando venne eretta la parrocchia di San Francesco d'Assisi (separando il territorio su cui sorgeva il Villaggio dalla Parrocchia di Sant'Alessandro). Fu costruita completamente in legno alla fine del 1955 e benedetta il 12 febbraio 1956 dal Parroco di Sant'Alessandro. Venne distrutta da un uragano il 24 giugno 1957, per essere ricostruita sempre in legno durante i lavori di costruzione della nuova parrocchiale. L'altare maggiore, in legno, fabbricato in Pescate, è stato poi trasportato nella nuova parrocchiale, dov'è ancora oggi.

Monumento alla liberazione

È stato costruito nei primi anni '90 ed è posto ancora oggi in piazza XXV aprile.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[11]

Geografia antropica

Cesate è storicamente suddivisa in due parti distinte: Cesate Villaggio (che comprende i quartieri residenziali Villaggio INA Casa e Villaggio Alfa-Romeo e le zone di via Biscia, via Trieste e via dei Mille) e Cesate Centro (nucleo più antico di Cesate, che comprende il centro storico e tutto il resto del paese e dove hanno sede la maggior parte delle istituzioni)

Tra gli anni 1980 e 1990 il centro abitato si è ampiamente ingrandito, andandosi a congiungere in alcuni punti con gli abitati limitrofi di Caronno Pertusella e Garbagnate Milanese.

Località e frazioni

Lo statuto comunale non riconosce l'esistenza di frazioni nel territorio.

L'ISTAT riconosce però le località abitate di Cascina Selva e Resegone-San Primo, entrambe situate nell'area agricola tra Cesate e Solaro.

Infrastrutture e trasporti

Ferrovie

Sul territorio comunale è ubicata la stazione di Cesate di proprietà di FerrovieNord (società del gruppo FNM), posta sulla ferrovia Milano-Saronno e servita dalle linee S1 (Saronno - Lodi, via Passante di Milano) e S3 (Saronno - Milano Bovisa - Milano Nord Cadorna) del Servizio ferroviario suburbano di Milano. Entrambe le linee sono gestite dalla società Trenord.

Autolinee

Il comune è attraversato dall'autolinea Z114, gestita da Airpullman, che lo collega ai comuni limitrofi. Le stazioni paesano sono 5 e sono tutte ubicate lungo l'asse viario della strada provinciale 133 (via Roma/via Romanò/via Battisti/via Trento/via dei Martiri/via Verdi).

In orario scolastico è anche servito dalle autolinee Z192 e Z196, che effettuano fermata nelle stesse della linea Z114 e che collegano Cesate e i comuni limitrofi ad alcuni istituti scolastici superiori vicini.

  • Linea scolastica Z192 Solaro fraz. Villaggio Brollo - Solaro - Cesate - Garbagnate FNM (linee S1 e S3) - Garbagnate Milanese - Arese - Rho
  • Linea scolastica Z196 Limbiate - Solaro fraz. Villaggio Brollo - Solaro - Cesate - Garbagnate Milanese - Garbagnate M. fraz. Bariana - Garbagnate M. fraz. Santa Maria Rossa - Arese

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1946 1951 Picozzi Giovanni Sindaco
1951 1956 Cattaneo Giuseppe Sindaco
1956 1963 Galli Pietro Sindaco
1963 1965 Fittavolini Gianvalentino Sindaco nato nel 1923, morto nel 2008
1965 1969 Castelli Angelo Sindaco morto nel 2021
1969 1970 Poli Antonio Sindaco
1970 1975 Borroni Ettorina D.C., P.C.I., P.S.I., P.L.I., P.R.I., P.S.D.I Sindaco primo sindaco donna ed uno dei primi sindaci in Italia con una giunta formata sia da esponenti del Pentapartito che da esponenti del Partito Comunista Italiano, grazie ai progressi avvenuti con il Compromesso storico. Nel 2021 è stata edificata una nuova piazza che porterà il suo nome, nel cuore di Cesate Vecchio
1976 1980 Santoni Mauro Sindaco
1980 1981 Veltri Nicola Sindaco
1981 1990 Poli Roberto Partito Socialista Italiano Sindaco
1990 1993 Bulzi Sergio Lega Nord Sindaco
febbraio 1993 luglio 1993 Poli Roberto Sindaco
luglio 1993 novembre 1993 Cino Salvatore Commissario straordinario
1993 1997 Manini Bruno Lega Nord Sindaco
1997 2002 Giancarlo Bettaglio Lista civica di centro-sinistra Sindaco
2002 2007 Roberto Giuseppe Della Rovere Lista civica di centro-sinistra Sindaco
2007 2008 Bulzi Sergio Lista civica di centro-destra Sindaco
2008 2009 Saccone Renato Commissario straordinario
2009 2014 Roberto Giuseppe Della Rovere Coalizione di centro-sinistra (PD-IDV-CIVICHE) Sindaco
2014 2019 Giancarla Marchesi Partito Democratico Sindaco
2019 In carica Roberto Vumbaca Coalizione di centro-destra (FI-LN-FDI-lista civica) Sindaco

Sport

Calcio

Le squadre di calcio paesane sono S.C. United, P.O. Cesatese.

Note

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Amministrazione Comunale di Cesate, Cesate, storia e arte del territorio, dall'Invasione Gallica ad oggi, Cesate, 1983.
  5. ^ CIXATE.IT - home, su cixate.it. URL consultato il 5 giugno 2020.
  6. ^ Cesate, decreto 1937-06-03 RD, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  7. ^ Gian Antonio da Tradate, Stemmario Trivulziano, 1465, p. 89.
  8. ^ Comune di Cesate, Storia dello Stemma, su Città metropolitana di Milano.
  9. ^ Le origini dello stemma, su Comune di Cesate.
  10. ^ a b c Parrocchia S. Alessandro e Martino, su sanpaolosestocesate.it.
  11. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia

  • La Bestia Feroce, Quando i lupi mangiavano i bambini nell'Italia Padana, DiaKronia 1991.
  • Cesate, V. Locatelli, N. Quarin, edito dall'Amministrazione Comunale, Tipografia Mazzucchelli, Milano, 1962.
  • A. Deiana, S. Ettorre e Y. Pani, Cesate: abitanti, storia e arte, territorio - Dall'invasione gallica ad oggi, Comune di Cesate, 1980.
  • F. Panico, Cesate - Com'è cambiata Cesate, Macano, Garbagnate Milanese, 1983.
  • AA. VV., Cesate - La Lombardia paese per paese, Bonechi, Firenze, 1985.
  • U. Agomari, Cesate, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1990.
  • V. Altomari e S. Signori, Cesate - Un percorso della memoria, Centro Culturale La Chiesetta, Cesate, 1991.

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