Giuseppe Marotta (scrittore)

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Giuseppe Marotta ritratto da Federico Patellani, 1947

Giuseppe Marotta (Napoli, 5 aprile 1902Napoli, 10 ottobre 1963) è stato uno scrittore, sceneggiatore e paroliere italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Marotta nacque a Napoli, in via Nuova Capodimonte (attuale corso Amedeo di Savoia), il 5 aprile 1902 da una famiglia della media borghesia originaria di Avellino. All'età di nove anni rimane orfano del padre, proprio pochi mesi dopo il loro trasferimento nel capoluogo campano. La madre, di trent'anni più giovane del marito svolge umili mansioni (guardarobiera e stiratrice) per mantenere la famiglia costituita da Daniele, Arnoldo e Giuseppe.

In quegli anni Marotta vive in condizioni di miseria abitando in un basso, ossia uno stanzone con portafinestra, ottenuto nel pianterreno del campanile della chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi. Abbandona presto la scuola tecnica, viene esentato dal servizio militare ed entra all'Azienda del Gas con la mansione di operaio. In questo periodo riprende gli studi durante la sera e la notte e riesce a farsi pubblicare da "La Tribuna illustrata" e "Noi e il mondo" le prime novelle e ad ottenere anche i primi compensi come letterato.[1]

Nel 1925 si trasferisce a Milano per intraprendere la carriera di giornalista. I primi tempi non sono certamente facili, visto che è costretto a dormire sulle panchine del parco, prima di entrare alla Arnoldo Mondadori Editore e poi alla Rizzoli come redattore.

La sua rubrica fissa pubblicata sul giornale "Film" viene notata da Aldo Borelli, che gli spalanca le porte del "Corriere della Sera". Negli stessi anni è inoltre a capo dell'ufficio stampa della Germania Film, ente per la promozione del cinema tedesco in Italia.[2]

La collaborazione con il "Corriere della Sera", interrotta nel 1943, riprende due anni dopo e si rivela proficua per la carriera di Marotta, che contemporaneamente compone sceneggiature cinematografiche e teatrali.

Marotta incentra la sua opera nei confronti della città natale, amata e mai abbandonata completamente. Il suo primo romanzo, Tutte a me, vede la luce nel 1932. Da allora la sua carriera si dividerà fra giornalismo e scrittura. A partire dal 1940, la sua produzione letteraria è folta e continua.

Nell'immediato dopoguerra (1947), Marotta pubblica presso l'editore Bompiani la raccolta di storie brevi L'oro di Napoli che riscuote un importante successo. Vittorio De Sica ne trarrà un film nel 1954. Nel 1954, per il romanzo Coraggio, guardiamo, vince il Premio Bagutta.

Giuseppe Marotta lavora molto anche per il cinema, scrivendo soggetti e sceneggiature. A parte il già citato L'oro di Napoli, tratto da un suo libro e scritto in collaborazione con De Sica e Zavattini, collabora con Ettore Giannini per Carosello napoletano (1953), Mario Soldati ed Eduardo De Filippo per Questi fantasmi (1955), Francesco De Feo per Mondo Nudo (1964). La sua attività lo porta ad essere critico cinematografico per "L'Europeo" fino alla sua morte, avvenuta a Napoli il 10 ottobre 1963 dopo un'emorragia cerebrale[3].

Partecipa a diverse edizioni del Festival di Napoli, e nell'edizione del 1959 propone la canzone 'Mbraccio a te! di cui compone il testo su musica di Enrico Buonafede, interpretata da Sergio Bruni e Jula de Palma.[4] Una settimana dopo la sua morte, il 17 ottobre, viene trasmessa la prima serata del Festival di Napoli 1963, presentato da Nunzio Filogamo e Pippo Baudo. In suo onore, i due presentatori commemorano il poeta scomparso e l'orchestra attacca il suo grande successo musicale Mare verde, presentata da Milva e Mario Trevi al "Giugno della Canzone Napoletana" nel 1961.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Saggistica[modifica | modifica wikitesto]

Narrativa per l'infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Soggetto[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Produttore[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Commedie[modifica | modifica wikitesto]

Opere in musica[modifica | modifica wikitesto]

  • Il contratto (1964), opera con musiche di Virgilio Mortari, libretto di Giuseppe Marotta e Belisario Randone

Canzoni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1962, persuaso dall'editore De Dominicis, Marotta pubblica Le canzoni di Giuseppe Marotta.[8] Il libro è una raccolta di tutte le canzoni da lui scritte, comprese quelle rimaste inedite e mai musicate, suddivise tra canzoni in napoletano, canzoni in italiano. A queste, nel libro aggiunge tre poesie.

Canzoni napoletane[9][modifica | modifica wikitesto]

Canzoni italiane[11][modifica | modifica wikitesto]

Poesie[12][modifica | modifica wikitesto]

  • 'O rrau' .
  • 'E vermicielle a vongole.
  • 'A chitarra.

Altre composizioni[13][modifica | modifica wikitesto]

  • A Santa Rita da Cascia. Laude-inno popolare con accompagnamento d'organo e armonica, musica di Luigi Picchi. Bergano 1939.
  • Il contratto. Opera lirica. Partitura di Virgilio Mortari. Testi di Giuseppe Marotta e Belisario Randone, ed. Ricordi 1964.

Riconoscimenti e omaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1958, il suo lavoro Ciak ha ricevuto il Premio Speciale Viareggio.[14]
  • Nel 1961 ha vinto il Premiolino per l'articolo "Da Antonioni vogliamo itinerari non vagabondaggi d'arte"[15]
  • Il gruppo musicale Alunni del sole prese nome dall'omonima raccolta di racconti pubblicata da Marotta nel 1952.
  • Luciano De Crescenzo, dichiarando che è stata la sua passione per Marotta a fargli intraprendere la carriera di scrittore, ha detto Io sono cresciuto a pane e Marotta, leggendo e rileggendo tutti i libri.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Virgilio Gaddi, introduzione a L'oro di Napoli, Bompiani, Milano, 1947, pag.9-12
  2. ^ Giuseppe Marotta, Di riffe o di raffe, Bompiani, Milano, 1965, pag. 7
  3. ^ La morte di Giuseppe Marotta
  4. ^ 'Mbraccio a te', su napoligrafia.it. URL consultato il 30 maggio 2021.
  5. ^ a b Antonio Sciotti, Cantanapoli. Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981, Napoli, Luca Torre editore, 2011.
  6. ^ Premio Napoli di Narrativa 1954-2002, su premionapoli.it. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2020).
  7. ^ Salvatore Maffei, Sogni, delusioni e sconfitte nelle lettere inedite di Giuseppe Marotta, Napoli, Emeroteca - Biblioteca Tucci, 2004, p. 158.
    «Atto unico pubblicato in Sipario e destinato al Festival di Spoleto ma non rappresentato a causa della rinuncia dell'attrice protagonista»
  8. ^ Giuseppe Marotta, Le canzoni di Giuseppe Marotta, Napoli, Libreria Sciantifica Editrice, 1962.
  9. ^ Giuseppe Marotta, Le canzoni di Giuseppe Marotta, Napoli, Libreria Sciantifica Editrice, 1962, p. 7.
  10. ^ Ettore De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Napoli, Il Torchio, 1969
  11. ^ Giuseppe Marotta, Le canzoni di Giuseppe Marotta, Napoli, Libreria Sciantifica Editrice, 1962, p. 53.
  12. ^ Giuseppe Marotta, Le canzoni di Giuseppe Marotta, Napoli, Libreria Sciantifica Editrice, 1962, p. 65.
  13. ^ Salvatore Maffei, Ibidem.
  14. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2015).
  15. ^ La motivazione ufficiale del Premiolino Archiviato l'11 novembre 2010 in Internet Archive.
  16. ^ I dialoghi di De Crescenzo, scrittore quasi per caso su archiviostorico.corriere.it

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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