Cucina campana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La pizza Margherita

La Campania può vantare una delle tradizioni culinarie più antiche, oltre che più ricche, dell'intero panorama gastronomico mondiale. Prelibatezze gastronomiche divenute universali, nate da una terra rinomata sin dall'antichità per le sue particolari caratteristiche climatiche a cui si è sommato, nel corso dei millenni, l'opera fertilizzante dei numerosi vulcani presenti sul territorio. In più, l'esser stato un privilegiato crocevia di popoli e culture del Mediterraneo (gli antichi Romani la chiamavano Campania Felix) ha reso questa parte della penisola un territorio per molti versi unico al mondo dal punto di vista agroalimentare. Territorio chiave della dieta mediterranea e patria della pizza, della pasta campana, della lasagna, della salsa di pomodoro, della mozzarella di bufala, e del gelato[1][2], oltre che di molte altre specialità gastronomiche, alcune delle quali conosciute anche al di fuori dell'Italia.

Eccellenze gastronomiche

La "castagna di Montella", una delle sei IGP campane

La cucina della Campania vanta così tante eccellenze agroalimentari e prodotti tipici, da detenere il primato in Italia di prodotti agroalimentari tradizionali riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.[3]

La mozzarella di bufala
Lo stesso argomento in dettaglio: Prodotti agroalimentari tradizionali campani.

I prodotti tipici campani cui è riconosciuto il marchio IGP sono sei:

Sono invece prodotti DOP:

Tipi di pasta

La Campania da secoli esercita un ruolo di primissimo piano nella diffusione della pasta. Le prime tracce di pasta in Campania risalgono alla fine dell’XI secolo ad Amalfi grazie ai forti traffici commerciali con il mondo arabo, da cui si apprese la tecnica dell'essiccazione della pasta. Nel XVII secolo le epidemie che colpirono il capoluogo e il territorio circostante fecero lievitare il prezzo della carne, costringendo le masse a nutrirsi della pasta che poteva essere prodotta a basso costo. Bisogna aspettare gli ultimi decenni del '700 per assistere a una massiccia fioritura di pastifici che fece della Campania la capofila nell'industrializzazione della pasta (la Campania è tuttora la prima regione italiana per la produzione di pasta asciutta).

Pasta secca

Pasta fresca

  • Carrati (Pietraroja e Valle Telesina)
  • Crusicchi (Caggiano)
  • Maccaronara (Irpinia)
  • Matasse (Caposele)
  • Ndunderi (Minori)
  • Parmattiedi (Teggiano)
  • Ricci o Fusilli Furitani (Costiera Amalfitana)
  • Scialatielli (Costiera Amalfitana)
  • Triddi (Rofrano)
  • Trilli (Trevico e Vallesaccarda)

Latticini e formaggi

Piatti tipici

Primi piatti e Piatti Unici

Un piatto di crusìcchi, cavatelli tipici della cucina di Caggiano

Come primi piatti, la pasta campana, ha un ruolo essenziale. I modi più comuni di prepararla sono:

  • Asparagi a sciusciello (zuppa tipica del Cilento)
  • Bucatini all'Avellinese
  • Bucatini alla Caporalessa (furono preparati per la prima volta nella storica osteria positanese “‘O Capurale”, le cui origini risalgono al 1895 e gestita da Maria D’Urso, detta la “caporalessa” e da suo marito. Gli ingredienti base sono le melanzane, la provola, i pomodori pelati, le olive, i capperi, il basilico e il parmigiano grattugiato).
  • Calamarata (Napoli)
  • Calzone al forno
  • Cannelloni alla napoletana
  • Cardone, piatto tipico della provincia di Benevento
  • Cauraro: zuppa cilentana a base di alici e verdure.
  • Coppola di Garibaldi (riconducibile alla tradizione aristocratica napoletana dell'800, è una crostata di fettuccine avvolta da una crosta di prosciutto cotto e farcita da besciamella, mozzarella, funghi e piselli).
  • Cuccìa: piatto "povero" tipico del Cilento, è una minestra composta da vari legumi (fagioli, ceci, grano, mais e altri in base alle varianti locali) cotti separatamente e riuniti poi assieme nel piatto assieme a una fetta di pane abbrustolito.
  • Curiuli (Valle del Titerno e in particolare Cerreto Sannita e San Lorenzello)
  • Frittata di pasta (Napoli)
  • Frittata di scammaro (Napoli)
  • Gattò di patate
  • Gnocchi alla sorrentina
  • Lasagne napoletane
  • Mallone con broccoli, patate e pizza di mais (Irpinia)
  • Manfredi con ragù e ricotta (Napoli e dintorni)
  • Minestra di cocozza longa (Lagenaria longissima), tipica del Cilento
  • Minestra maritata, minestra composta da una selezione di ortaggi con aggiunta di salsicce, muso e piede (o' père e o' muss) di maiale, carne di manzo e gallina
  • Paccheri al coccio (Napoli e dintorni)
  • Paiocca di Pellezzano
  • Panorra (Benevento e alto casertano)
  • Panuozzo (Gragnano)
  • Pasta al gratin (retaggio della cucina di corte propinata dai monzù, consiste in un timballo di maccheroni ricoperto di pan grattato e condito con besciamella, prosciutto, mozzarella e altri ingredienti; si differenzia dalla tradizionale pasta al forno per la consistenza, infatti sotto lo strato croccante della gratinatura non si presenta come un corpo solo ma come una pasta sciolta, morbida e filante)
  • Pasta al ragù (Napoli)
  • Pasta alla Bolognese (Napoli)
  • Pasta alla Genovese (sugo) (Napoli)
  • Pasta alla Genovese di Mare (è una variante moderna sempre più diffusa nei ristoranti campani, caratterizzata dalla sostituzione del girello di manzo o vitello con il polpo o il tonno)
  • Pasta alla Lardiata (Napoli e Cilento)
  • Pasta allo Scarpariello (Napoli e Aversa)
  • Pasta d'o gravunaro (Napoli)
  • Pasta e ceci
  • Pasta e lenticchie
  • Pasta e patate con provola (Napoli)
  • Pasta e zucca
  • Pasta, fagioli e cozze
  • Pastellessa (Macerata Campana e Portico di Caserta)
  • Pasticcio caggianese
  • Pastiere montorese
  • Pennette all'Ogliarese (primo piatto tradizionale di Salerno, a base di zucca decorticata, zucchine e guanciale e condito da pepe e formaggio grattugiato)
  • Perciatelli alla Principe di Napoli
  • Pizza di Scarole
  • Pizza Margherita (Napoli)
  • Pizza marinara (Napoli)
  • Pizza Mastunicola (Napoli)
  • Riso e verza
  • Scarola Imbottita
  • Sartù di riso (Napoli)
  • Scarpella di Castelvenere
  • Spaghetti aglio e olio (Napoli e Salerno)
  • Spaghetti alla Campolattaro
  • Spaghetti alla Chiummenzana (Capri)
  • Spaghetti alla Nerano (inventati negli anni '50 in un ristorante dell'omonima frazione di Massa Lubrense, sono diventati ben presto un classico della cucina campana)
  • Spaghetti alla palinurese (Cilento)
  • Spaghetti alla pescatora povera (Procida)
  • Spaghetti alla puttanesca (gli spaghetti alla puttanesca sono un primo piatto tipico della cucina napoletana, detto anche semplicemente «aulive e cchiapparielle» (olive e capperi)
  • Spaghetti alle vongole (Napoli e zone costiere)
  • Spaghetti allo scoglio (Napoli e zone costiere)
  • Spaghetti con la colatura di alici (Cetara)
  • Stufati di Teggiano
  • Taddi e fave (minestra tipica del Cilento)
  • Timballo Flammand (o Cerino di Bucatini; Napoli)
  • Timpano del Cardinale
  • Vermicelli alla Monteroduni
  • Vermicelli pertosani
  • Zuppa cicciata (Cilento)
  • Zuppa di carnacotta (Napoli)
  • Zuppa di fagioli alla maruzzara (Napoli)
  • Zuppa di fagioli e scarole
  • Zuppa di soffritto (Napoli)

Secondi piatti

  • Alici ammolicate
  • Alici arreganate
  • Alici indorate e fritte
  • Alici marinate
  • Baccalà alla cannaruta (ricetta di matrice aristocratica, caduta un po' in disuso; il baccalà, infarinato e fritto, viene ripassato in padella con cipolla, noci, pinoli e uvetta e infine sfumato col vino bianco)
  • Baccalà alla pertecaregna (Irpinia)
  • Baccalà in cassuola (alla napoletana)
  • Braciola di capra (Vallo del Sarno)
  • Braciola di maiale al ragù
  • Caponata alla napoletana
  • Carne alla Genovese (preferibilmente il girello di vitello)
  • Carne alla pizzaiola
  • Catanazzo di Giovi (piatto povero tradizionale di Salerno)
  • Ciambotta
  • Coniglio all'Ischitana
  • Costatelle di maiale con pappacelle
  • Anguilla e capitone marinata (Napoli)
  • Cecenielli fritti
  • Filoscio napoletano
  • Fresella con pomodorini
  • Frittata di cipolle
  • Impepata di cozze (Napoli)
  • Insalata di limone (Procida)
  • Insalata di mare
  • Insalata di rinforzo (Napoli)
  • Mugliatielli al sugo (Irpinia)
  • Murena alla Caprese
  • 'O pere e 'o musso (Napoli)
  • Parmigiana di melanzane
  • Patan' e cicc (Monte San Giacomo)
  • Pesce all'acqua pazza
  • Polpette al sugo o fritte
  • Polpette di San Biagio (Cilento)
  • Polpette di San Paolo (Aversa)
  • Polpi alla lucìana (Napoli)
  • Provola alla pizzaiola (Napoli)
  • Salsicce e friarelli
  • Sarchiapone di Atrani (il «Sarchiapone» di Atrani è un piatto che le massaie di un tempo preparano prevalentemente nel giorno della ricorrenza di Santa Maria Maddalena patrona appunto del piccolo borgo della Costiera Amalfitana. L’ingrediente principe di questa ricetta è la zucca lunga, che viene servita con una farcitura di carne, ricotta e uova a pezzetti inserita nella zucca verde lunga, precedentemente svuotata della parte interna. Tagliata a pezzi, la zucca viene prima fitta poi, insieme con la farcitura, viene passata per poco tempo al forno ricoperta con abbondante pomodoro)
  • Stoccafisso a fungetiello
  • Tomacelle (polpette fritte a base di fegato di maiale e rafano, tipiche di Teora)
  • Tonno alla Positanese
  • Totani e patate (si tratta di un abbinamento tra mare e terra, tipico soprattutto della Costiera Amalfitana)
  • Triglie al cartoccio
  • Uova alla Monachina (altra realizzazione della cucina dei monzù, si tratta di uova sode, farcite con crema ottenuta con tuorli sodi e besciamella densa, poi impanate e fritte. Vengono servite come antipasto)
  • Uova alla Murzillo 'e prievete
  • Uova in Purgatorio
  • Zaonda (Morcone e paesi limitrofi)
  • Zuppa di pesce

Antipasti, cibo da strada e Contorni

  • Acquasale (Cilento)
  • Bruschetta. La bruschetta è un piatto povero contadino della cucina napoletana e diffusa in tutta Italia, nata dalla necessità che gli agricoltori avevano di conservare il pane, servitïo oggi perlopiù come veloce antipasto
  • Canascione
  • Caprese è un antipasto a base di mozzarella di bufala, pomodoro e basilico.
  • Casatiello è una tipica torta rustica della cucina napoletana preparata nel periodo di Pasqua.
  • Conglufi (altro retaggio della cucina di corte dei monzù e meno diffusi rispetto al passato, i conglufi sono delle paste brioche salate, dalla forma non dissimile dal babà, farcite con besciamella, prosciutto, mozzarella, piselli e funghi)
  • Crocchè di patate o panzerotti
  • Danubio
  • Fioroni (Morcone)
  • Frittatina di pasta (Napoli)
  • Frittelle di alghe (Napoli)
  • Frittelle di pasta cresciuta (Napoli)
  • Frittelle con i fiori di zucca (Napoli)
  • Friggitelli alla napoletana
  • Melanzane a barchetta
  • Melanzane a funghetto
  • Melanzane a 'ppullastiello
  • Migliaccielli (Napoli)
  • Milza (meveza 'mbuttunata) imbottita cotta nell'aceto (Salerno)
  • Mozzarella in carrozza (nato come "piatto di riciclo", consiste in fette di mozzarella racchiuse dentro due fette di pane in cassetta, le quali sono passate nell'uovo e nel latte e poi fritte)
  • Pagnotta di Santa Chiara (Napoli)
  • Palla di riso
  • Panino napoletano
  • Peperoni al gratin
  • Pizza alla Campofranco (Napoli)
  • Pizza del Monacone (si tratta di una pizza rustica tipica di Capri)
  • Pizza parigina (è una pizza rustica farcita con pomodoro, formaggio, prosciutto e poi coperta con una croccante pasta sfoglia; non c'entra nulla la città di Parigi in quanto per la prima volta sarebbe stata preparata in onore della Sovrana del Regno delle due Sicilie, da qui prese il nome di parigina tradotto in italiano dal dialetto napoletano “pa’regina”)
  • Pizza fritta con ricotta e cigoli (Napoli)
  • "Pizza "chiena" (ossia pizza piena, una specialità di Cannalonga)
  • Rustico napoletano (caratterizzato dall'alternanza tra dolce e salato, è un piccolo guscio di pasta frolla dolce farcito internamente con ricotta e salame)
  • Taralli sugna e pepe (Napoli)
  • Tortano. Viene definito invece tòrtano, la torta rustica soggetta a stessa preparazione del casatiello, ma senza le uova disposte a corona, almeno secondo la teoria della storica Rosamaria Curcio
  • Scagliozzi
  • Scarole alla Monachina
  • Sciavola (Circello e comuni limitrofi)
  • Spiritosa di carote (contorno povero della cucina napoletana, consiste in fette di pastinaca gialla, cotte nell'acqua e poi messe in una salsa forte di aceto, pepe, origano e peperoncino)
  • Struppoli, San Salvatore Telesino[4]
  • Zucchine alla scapece (Napoli)

Dolci

Sfogliatelle
  • Babà (Napoli)
  • Biscotto all'amarena
  • Biscotto di Castellammare
  • Cannolo cilentano
  • Cartucce napoletane
  • Chiacchiere
  • Coda d'aragosta
  • Coviglia
  • Cupeta
  • Delizia al limone (Sorrento)
  • Deliziosa (consiste in due biscotti di pasta frolla sovrapposti, ricoperti di zucchero a velo e farciti con crema al burro e granella di nocciola. È uno dei "pezzi forti" della piccola pasticceria napoletana)
  • Divino Amore (si tratta di dolcetti glassati farciti con mandorle, canditi, uova e confettura di albicocca; vennero inventati nell'omonimo e non più esistente monastero napoletano in età angioina)
  • Dolce di San Pasquale (Nocera Superiore)
  • Fiocco di neve. I fiocchi di neve sono dei dolcetti tormentone che stanno spopolando a Napoli; sono stati inventati dalla pasticceria del Rione Sanità, "Poppella". Si tratta di brioche con un ripieno di crema di latte, ricotta e panna. Sono piaciuti talmente tanto che, da allora, molte pasticcerie hanno incominciato a produrli.
  • Francesina
  • Graffe napoletane
  • Guanto Caleno (Calvi Risorta)
  • Lingua di Procida (consiste in un dolce di pasta sfoglia farcito con crema al limone)
  • Melanzane al cioccolato della Costiera Amalfitana
  • Migliaccio
  • Ministeriale (venne inventato dalla celebre famiglia pasticcera napoletana degli Scaturchio negli anni '20 del '900; si tratta di un medaglione ricoperto di cioccolato fondente con all’interno una morbida crema al liquore, composta inoltre da ricotta, frutta e nocciola)
  • Monachina (è un dolce a forma di mezzaluna, di pasta sfoglia, con ripieno di crema pasticcera e confettura di amarene o amarene sciroppate. Venne creato all'interno del Monastero delle Trentatré situato nel centro storico di Napoli)
  • Mustaccioli
  • Palle del Ciuccio (Vietri sul Mare)
  • Panesiglio (Aversa)
  • Pantorrone (Irpinia)
  • Pasticella (Salerno e provincia)
  • Pastiera (Napoli)
  • Pietra di San Girolamo (Aversa)
  • Pizza Figliata (Pignataro Maggiore e dintorni)
  • Pizzichinu (Teggiano)
  • Polacca (Aversa)
  • Pollici del Monaco (sono deliziosi dolcetti, tipici del periodo natalizio, a base di mandorle, farina, miele e scorza d'arancia e ricoperti di cioccolato fondente e diavulilli. Originari di Castellammare di Stabia, il nome suggerisce una probabile origine monastica)
  • Prussiana (Napoli)
  • Puccellato (dolce pasquale tipico di Fragneto l'Abate; le sue origini risalgono al Medioevo)
  • Raffiuoli (vennero inventati nel '700 all'interno del monastero napoletano di San Gregorio Armeno)
  • Roccocò (la loro ricetta più antica risale al '300 ed è riconducibile al non più esistente monastero napoletano della Maddalena)
  • Sanguinaccio
  • Scauratielli (Cilento)
  • Scazzetta del Cardinale (si tratta di un delizioso dessert creato alla fine dell'800 dal pasticciere salernitano Mario Pantaleone. La torta è costituita da due dischi di pan di spagna che vengono ricoperti da una glassa rossa, bagnati dal rum e farciti con crema chantilly e fragoline)
  • Scrippella (prodotta solo a Mondragone: la ricetta si tramanda di madre in figlia e il dolce viene prodotto solo in prossimità dei matrimoni)
  • Sfogliatella (la sfogliatella nasce nel XVIII secolo nel conservatorio di Santa Rosa da Lima di Conca dei Marini, non a caso la primigenia versione è detta "Santa Rosa"; agli inizi del XIX secolo il pasticciere napoletano Pintauro si impossessa della ricetta e la modifica, dando vita alla doppia variante riccia e frolla)
  • Sospiri al limone (Costiera Amalfitana)
  • Spumone
  • Struffoli (Napoli)
  • Susamielli
  • Tennerata (tipica di Castel San Lorenzo e dei paesi limitrofi; si tratta di un dolce composto da rigatoni cotti al dente, che vengono poi amalgamati a un composto di ricotta, latte, zucchero, uova, cannella, vannillina e limone grattugiato)
  • Testa di moro (Napoli)
  • Torrone (Benevento e dintorni)
  • Torrone dei Morti (Napoli)
  • Torta Caprese (venne inventata nel 1920 dal pasticciere caprese Carmine Di Fiore, il quale dimenticò di aggiungere la farina alla torta a base di cioccolato e mandorle che stava preparando; è tuttora uno dei dessert più apprezzati della tradizione dolciaria campana e numerose sono le varianti, come quella che sostituisce il cioccolato fondente e la buccia d'arancia con il cioccolato bianco e la scorza di limone)
  • Torta pera e ricotta (Costiera Amalfitana)
  • Zandraglia (Boscoreale)
  • Zeppole di san Giuseppe (gli ingredienti principali sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l'olio d'oliva, la crema pasticcera, una spolverata di zucchero a velo e le amarene sciroppate per la decorazione. Nella tradizione napoletana esistono due varianti di zeppole di San Giuseppe: fritte e al forno. In entrambi i casi le zeppole hanno forma circolare con un foro centrale dal diametro di 2 cm circa e sono guarnite ricoprendole di crema pasticciera con sopra delle amarene sciroppate. Ci sono varie ipotesi sull'invenzione di questo dolce, riferita sia alle suore di San Gregorio Armeno sia a quelle della Croce di Lucca, sia a quelle dello Splendore, sempre comunque a Napoli. La prima ricetta scritta risale al 1837, nel trattato di cucina napoletana di Ippolito Cavalcanti)
  • Zeppola di Nocelleto (Carinola)

Bevande

Bevande analcoliche, distallati, liquori

  • Aceto balsamico di fico bianco del Cilento (Cilento)
  • Cioccolato al limoncello (Penisola Sorrentino)
  • Concerto (Costiera Amalfitana)
  • Cremoncello (Costiera Amalfitana)
  • Fragolino
  • Limoncello (Capri, Costiera Amalfitana, Costiera Sorrentina e Procida)
  • Liquore al tartufo nero (Bagnoli Irpino)
  • Liquore di amarene
  • Liquore di gelse rosse (Provincia di Avellino)
  • Liquore di madarino dei Campi Flegrei (Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, isole di Procida ed Ischia)
  • Liquore di mirtillo (Costiera Amalfitana)
  • Liquore finocchietto
  • Liquore Strega (Benevento)
  • Malaca (Guardia Sanframondi)
  • Nanassino (Provincia di Salerno)
  • Nespolino (Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, isole di Procida ed Ischia)
  • Nocillo (tutta la Campania)
  • Rucolino (Isola d'Ischia)
  • Sciroppo di arancia bionda (Agro Nocerino-Sarnese)
  • Sidro di mela Annurca
  • Sidro di mela limoncella
  • Sidro di pera del Matese (Prata Sannita)
  • Vino cotto

Vini D.O.P/D.O.G.C

Vini D.O.P/D.O.C

  • Ischia
  • Capri
  • Vesuvio
  • Cilento
  • Falerno del Massico
  • Castel San Lorenzo
  • Aversa
  • Penisola Sorrentina
  • Campi Flegrei
  • Costa d'Amalfi
  • Galluccio
  • Sannio
  • Irpinia
  • Casavecchia di Pontelatone
  • Falanghina del Sannio

Vini I.G.T

  • Colli di Salerno
  • Dugenta
  • Epomeo
  • Paestum
  • Pompeiano
  • Roccamonfina
  • Beneventano
  • Terre del Volturno
  • Campania
  • Catalanesca del Monte Somma

Proverbi campani legati alla cucina

  • dicette 'o pappicio vicino 'a noce: damme tiempo ca te spertoso (disse il tarlo alla noce: dammi tempo che ti buco (lat. gutta cavat lapidem)
  • Fravule e presotte e i fessi ce vanno pe' sotte (tra fragole e prosciutto il più buono paga per tutti)
  • Ll'ommo adda essere comm'ò presutto: né troppo grasso né troppo asciutto (l'uomo deve essere come il prosciutto non troppo grasso non troppo magro)
  • astìpete 'o milo pe' quann tiene sete (conservati una mela per quando hai sete, cioè non scialacquare come la cicala)
  • tiene a' vocca 'e zuccaro (hai la bocca come lo zucchero, cioè quando parli fai incantare)
  • si proprio na galletta 'e Castiellammare (sei come i biscotti di Castellammare di Stabia, cioè sei duro di carattere)
  • n'aggio spugnato 'e galletta 'e Castiellammare io! (ne ho ammorbiditi io di biscotti di Castellammare di Stabia, cioè di persone dure di carattere!)
  • 'a capa è na sfoglia 'e cepolla (la testa, quindi l'intelletto e i suoi pensieri, è come una sfoglia di cipolla, cioè fatta a strati, ognuno nasconde quello sottostante e quindi di difficile interpretazione)
  • aglje, fravagljie, fattura ca' nun quaglje, corne e bicorne, cap'alice e capa d'aglje (antica formula di scongiuro contro la malasorte)
  • cavurara vecchia, vrognole e pertose (come la pentola vecchia ha ammaccature e buchi, così la persona anziana ha sempre qualche piccolo o grosso malanno quale traccia del tempo)
  • a tiana rotta, cient'anne pa' casa (la pentola rotta dura cento anni: proprio perché è rotta, non la si usa e quindi può durare a lungo)
  • quanno 'a gallina scacateja è ssigno ca à fatto ll'uovo (gallina che starnazza ha fatto l'uovo: lat. excusatio non petita, accusatio manifesta)

Epiteti ed espressioni ingiuriose

  • cachisso 'nzuvarato! (espressione comico-ingiuriosa rivolta a persona tanto sgradita quanto può esserlo un kaki acerbo)
  • sì 'nu piatto vacante (locuzione metaforica che si rivolge a persone di cui si ritiene inutile l'esistenza, al pari di un piatto vuoto)
  • cuoppo allessa! (lett. cartoccio di castagne lesse, riferito a persona insulsa)
  • spernocchia (lett. cicala di mare, per traslato, donna coriacea, scostante)
  • fai marènna a sarachiéllo (lett. fai merenda con le alici salate, nel senso di accingersi a fare una grande fatica con scarsi risultati)
  • tène 'a mangiatòra vàscia (lett. ha la mangiatoia in basso, quindi è una persona che è abituata ad avere abbondante disponibilità di cibo)
  • haje 'a fà 'a fine d'o puorco (lett. devi fare una brutta fine quale quella del maiale)
  • eh! si' ghiùto a Puòrtece pe' 'na rapesta ( lett. Sei andato fino a Portici per una rapa, detto a chi ha fatto una gran fatica per un risultato scarso).

Cucina campana nei media

La ricchezza dei prodotti della cucina campana, quale parte integrante della cucina tipicamente mediterranea, è da sempre oggetto di attenzione da parte di giornali e riviste specializzate[5]. Nel corso degli ultimi anni sono diversi gli chef campani che ne hanno esaltato la genuinità dei prodotti in televisione. Tra questi possiamo ricordare diversi chef stellati, divenuti anche personaggi televisivi, come Antonino Cannavacciuolo, Gennaro Esposito o Rosanna Marziale, oppure i maestri pasticcieri Alfonso Pepe e Sal De Riso. In totale, attualmente in Campania vi sono 44 ristoranti premiati con almeno una stella Michelin[6]. La popolarità della cucina campana trova spazio anche sui social network, grazie a nuovi personaggi della cucina popolare come Peppe Di Napoli[7].

Note

  1. ^ Capatti Alberto; Montanari Massimo, La cucina italiana. Storia di una cultura, Bari, Laterza, 2005, p. p. 170.
    «Probabilmente l'atto di nascita del Gelato.»
  2. ^ Elizabeth David, Jill Norman, Harvest of the Cold Months: The Social History of Ice and Ices, Michael Joseph, 1994.
  3. ^ Allegato al decreto PAT 2019, su politicheagricole.it.
  4. ^ Struppolo, su Regione Campania - Prodotti Tradizionali. URL consultato il 28 novembre 2018.
  5. ^ www.gamberorosso.it, https://www.gamberorosso.it/notizie/articoli-food/cucina-campana-l-abc-dei-prodotti-e-dei-piatti-della-regione/. URL consultato l'8 febbraio 2020.
  6. ^ Ristoranti stellati Campania 2020: elenco stelle Michelin, prezzi, cosa sapere | Dissapore, su dissapore.com, 26 gennaio 2020. URL consultato l'8 febbraio 2020.
  7. ^ Peppe Di Napoli, il nuovo fenomeno della cucina napoletana "a cascata", su heralditalia.it, 29 maggio 2019. URL consultato l'8 febbraio 2020.

Bibliografia

  • Arthur Schwartz, Naples at table, ed. Harper Collins

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Cucina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cucina