Mirandola: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 438: Riga 438:


==Sport==
==Sport==
L'[[Unione Sportiva Mirandolese]] è stata una società calcistica attiva dal 1920 al 2005, giocando per dodici stagioni in Serie D negli anni 1950-1960. Altra squadra del passato era presente anche la Mortizzuolese. Nel 2017 nel comune di Mirandola sono attive le squadre della Quarantolese, che milita nella prima categoria, e la Folgore Mirandola che milita nella seconda categoria.
L'[[Unione Sportiva Mirandolese]] è stata una società calcistica attiva dal 1920 al 2005, giocando per dodici stagioni in Serie D negli anni 1950-1960. Altra squadra del passato è stata la Mortizzuolese. Nel 2017 nel comune di Mirandola sono attive le squadre della Quarantolese, che milita nella prima categoria, e la Folgore Mirandola che milita nella seconda categoria.


Nella pallavolo vi è la Stadium Mirandola. La squadra maschile nell'anno 2016-17 ha festeggiato i 50 anni dalla fondazione e il venticinquesimo anno di fila nella serie B nazionale. Spesso le giovanili Stadium sono state coinvolte in campionati di eccellenza assieme a squadre blasonate della regione come Copra Elior Piacenza, Robur Ravenna e Azimut Modena Volley, nonché in fasi di finale nazionale. La sezione femminile della Volley Stadium Mirandola milita nella serie D regionale dell'Emilia Romagna.
Nella pallavolo vi è la Stadium Mirandola, mentre nella pallacanestro la Pico Basket e la Luce Mirandola Basket. La Polisportiva Pico è attiva nell'[[hockey su rotelle]] nel campionato di Serie A2.


Nella pallacanestro sono presenti la Pico Basket e la Luce Mirandola Basket.
Mirandola ha ospitato il traguardo finale di due tappe del [[Giro d'Italia]] nel 1969 e 1970, in entrambi i casi sponsorizzati dal salumificio Montorsi (che nel 1969 celebrava il 50º anniversario di fondazione): nella [[Giro d'Italia 1969|2ª tappa del 17 maggio 1969]] vinse [[Davide Boifava]], mentre nella [[Giro d'Italia 1970|15ª tappa del 2 giugno 1970]] vinse [[Marino Basso]]<ref>{{cita web|titolo=Il Giro è passato||url=http://www.modenaeilgiro.it/il-giro-e-passato/}}</ref>. Il 20 maggio 2014, nel secondo anniversario del terremoto del 2012, è stato organizzato in via Gregorio Agnini un [[traguardo volante]] (vinto da [[Marco Bandiera]]) durante la 10ª tappa del [[Giro d'Italia 2014]].


La Polisportiva Pico è attiva nell'[[hockey su rotelle]] e al termine della stagione 2016-17 ha conquistato la promozione nella massima serie italiana.
===Squadre===

* Durante l'anno sportivo 2016-17 la Hockey Pico Mirandola ha conquistato la promozione nella massima serie di Hockey italiana.
Mirandola ha ospitato il traguardo finale di due tappe del [[Giro d'Italia]] nel 1969 e 1970, in entrambi i casi sponsorizzati dal salumificio Montorsi (che nel 1969 celebrava il 50º anniversario di fondazione): la 2ª tappa del [[Giro d'Italia 1969]] fu vinta da [[Davide Boifava]], mentre la 15ª tappa del [[Giro d'Italia 1970]] vide la vittoria di [[Marino Basso]]<ref>{{cita web|titolo=Il Giro è passato||url=http://www.modenaeilgiro.it/il-giro-e-passato/}}</ref>. Il 20 maggio 2014, nel secondo anniversario del terremoto del 2012, è stato organizzato in via Gregorio Agnini un [[traguardo volante]] (vinto da [[Marco Bandiera]]) durante la 10ª tappa del [[Giro d'Italia 2014]].
* Sempre nell'anno 2016-17, la Stadium Pallavolo Mirandola maschile ha festeggiato i 50 anni dalla fondazione e il venticinquesimo anno di fila nella serie B nazionale, in cui milita tuttora. Spesso le giovanili Stadium sono state coinvolte in campionati di eccellenza assieme a squadre blasonate della regione come Copra Elior Piacenza, Robur Ravenna e Azimut Modena Volley, nonché in fasi di finale nazionale.
* La sezione pallavolistica femminile, la Volley Stadium Mirandola, milita nella serie D regionale dell'Emilia Romagna.


===Impianti sportivi===
===Impianti sportivi===
Nei viali della circonvallazione est è presente lo stadio calcistico intitolato a [[Libero Lolli]].
Nei viali della circonvallazione est è presente lo stadio calcistico intitolato a [[Libero Lolli]].


Nella periferia sud-orientale è presente la zona sportiva con una piscina dotata di una vasca olimpionica da 50 metri, il palazzetto dello sport e la bocciofila. Altri campi di calcio principali sono presenti in via Posta e nelle frazioni di Mortizzuolo, Quarantoli e San Martino Spino.
Nella periferia sud-orientale è presente la zona sportiva con una piscina dotata di una vasca olimpica da 50 metri, il palazzetto dello sport e la bocciofila. Altri campi di calcio sono presenti in via Posta e nelle frazioni di Mortizzuolo, Quarantoli e San Martino Spino.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 18:59, 3 mar 2018

Mirandola
comune
Mirandola – Veduta
Mirandola – Veduta
Il palazzo comunale nel 2010
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Modena
Amministrazione
SindacoMaino Benatti (PD) dal 22-6-2009
Territorio
Coordinate44°53′14.17″N 11°03′57.71″E / 44.88727°N 11.06603°E44.88727; 11.06603 (Mirandola)
Altitudine18 m s.l.m.
Superficie137,09 km²
Abitanti23 611[2] (31-10-2016)
Densità172,23 ab./km²
FrazioniCividale, Crocicchio Zeni Gavello, Tre Gobbi, Mortizzuolo, Quarantoli, San Giacomo Roncole, San Martino Carano, San Martino Spino, Tramuschio[1]
Comuni confinantiBondeno (FE), Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Poggio Rusco (MN), San Felice sul Panaro, San Giovanni del Dosso (MN), San Possidonio, Sermide e Felonica (MN)
Altre informazioni
Cod. postale41037
Prefisso0535
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT036022
Cod. catastaleF240
TargaMO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 193 GG[4]
Nome abitantimirandolesi
Patronosan Possidonio
Giorno festivo16 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mirandola
Mirandola
Mirandola – Mappa
Mirandola – Mappa
Posizione del comune di Mirandola all'interno della provincia di Modena
Sito istituzionale

Mirandola (La Miràndla in dialetto mirandolese[5]), conosciuta anche come Mirandola Emilia o Mirandola nell'Emilia, è un comune italiano di 23.611 abitanti[2] della provincia di Modena, in Emilia-Romagna, situato a nord del capoluogo. Ha il titolo di città.

Fa parte dei nove comuni dell'Unione Comuni Modenesi Area nord, un'unione che raggruppa circa 90.000 abitanti, in cui è il più popoloso.

In provincia di Modena è il terzo comune per estensione geografica, dopo i comuni di Modena e Carpi, e il settimo per popolazione.

Il comune è noto perché sul territorio è presente il distretto biomedicale che raggruppa un centinaio di aziende (per la maggior parte americane) e rappresenta il secondo distretto più forte della provincia di Modena producendo circa l'1% del Pil nazionale italiano.

Geografia fisica

Il territorio comunale di Mirandola si trova in pianura, ad un'altitudine compresa tra i 9 m s.l.m. (nella zona di San Martino Spino) e i 23 m s.l.m. (a San Giacomo Roncole), mentre la casa comunale è posta a 18 m s.l.m..[6]

Territorio

Clima

Mese Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 5,48,213,017,722,627,029,628,925,018,912,16,46,717,828,518,717,9
T. media (°C) 1,74,18,713,017,621,524,023,419,113,57,72,92,913,123,013,413,1
T. min. media (°C) −0,80,84,38,212,316,018,117,914,910,05,50,70,28,317,310,19,0
T. max. assoluta (°C) 17,1
(2016)
26,0
(1990)
29,0
(1989)
31,9
(2011)
36,2
(2009)
37,8
(2003)
39,8
(2015)
41,2
(2017)
35,0
(1927)
30,1
(2011)
25,5
(1926)
16,3
(2006)
26,036,241,235,041,2
T. min. assoluta (°C) −25,0
(1985)
−20,0
(1991)
−8,4
(2005)
−4,0
(1929)
2,0
(1962)
5,3
(2001)
9,0
(1986)
9,0
(1929)
3,0
(1931)
−2,4
(2009)
−9,4
(1965)
−15,0
(1933)
−25,0−8,45,3−9,4−25,0
Precipitazioni (mm) 45,444,851,759,664,661,141,949,661,373,070,848,4138,6175,9152,6205,1672,2
Radiazione solare globale media (centesimi di MJ/) 173,3250,0422,2525,9656,0694,8723,5610,1455,7307,2185,1134,2557,51 604,12 028,4948,05 138,0

Fonte: Record e statistiche climatiche per l'area di Mirandola e bassa modenese, su Mirandolameteo.it. URL consultato l'8 settembre 2017 (archiviato l'8 settembre 2017).

Storia

Distante circa 34 chilometri da Modena (lungo la statale 12, in direzione di Verona) questa cittadina della bassa modenese mantiene ancora nella pianta ottagonale tracce della sua struttura di città-fortezza rinascimentale. Intorno a Piazza Costituente, nucleo centrale e di riferimento dell'intero centro cittadino, si innalzano i fabbricati, in parte originali e in parte ricostruiti, facenti parte dell'antico grande complesso del Castello dei Pico. Il Castello, dopo un periodo di decadenza iniziato nei primi decenni del Settecento, è stato completamente restaurato e il 4 giugno 2006 è stato riaperto al pubblico. Il nucleo storico di Piazza Costituente è completato dal Palazzo della Ragione, in stile tardo gotico, dal quattrocentesco Palazzo Bergomi e dal Palazzo Comunale (1468, ma molto restaurato nell'Ottocento). Le mura che circondavano la città furono abbattute alla fine dell'Ottocento e oggi al loro posto c'è l'anello della circonvallazione che percorre quello che era il perimetro della città che mantiene la forma di "stella".

Nel 2012, Mirandola è stata colpita da una serie di violenti terremoti a catena, che hanno causato quattro vittime nella periferia della città e danneggiato buona parte degli edifici fra cui il Duomo, la Chiesa di San Francesco d'Assisi, le aziende del distretto biomedicale e vari capannoni industriali, causando un enorme danno all'economia locale.

A poco meno di un anno dal terremoto, il 3 maggio 2013, la frazione di San Martino Spino ha subìto seri danni a causa di un tornado.

Ducato della Mirandola

Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato della Mirandola.

A partire dal 1310 fu la capitale della Signoria dei Pico (tra i quali è notissimo Giovanni Pico della Mirandola, umanista e scienziato del Quattrocento), Mirandola passò al dominio estense soltanto nel 1711. Nel corso della sua storia Mirandola fu oggetto di due celebri assedi, il primo (1510) ai tempi di papa Giulio II, il secondo sotto Giulio III, nel 1551, che costituì l'ambientazione di un romanzo del modenese Antonio Saltini.

La decadenza della cittadina è segnata anche dalla sciagura di un fulmine che nel 1714 fece esplodere la polveriera e con essa buona parte del castello che costituiva la Reggia dei Pico: l'attuale torrione, che si affaccia su Piazza Costituente al centro della città, è in gran parte una ricostruzione novecentesca, che reintegra l'originale portico seicentesco e la facciata della Galleria Nuova.

Nobiltà civica

La città godeva di una propria nobiltà civica, con tanto di libro d'oro della nobiltà, composta da quelle famiglie che per vari motivi avevano contribuito alla storia della città. La Consulta araldica del Regno d'Italia riconobbe la nobiltà civica di Mirandola e di contesto entrarono a far parte dell'Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana le famiglie col titolo di Nobile di Mirandola[7]:

  • Bacci
  • Baldasseroni
  • Barbieri
  • Besini
  • Ciardi
  • Ghirelli
  • Lolli
  • Maffei
  • Montanari
  • Muratori
  • Natali
  • Panigadi
  • Papazzoni
  • Papazzoni dei Figli di Manfredi
  • Personali
  • Tabacchi
  • Viani
  • Vignocchi
  • Vischi

Don Zeno

Lo stesso argomento in dettaglio: Zeno Saltini.

A partire dagli anni trenta e fino al dopoguerra nella frazione San Giacomo Roncole del comune di Mirandola si svolse l'attività di Don Zeno Saltini, dove fondò l'Opera dei Piccoli Apostoli a favore dei ragazzi abbandonati, che poi si evolse nella comunità di Nomadelfia (inizialmente a Fossoli e quindi a Grosseto) incontrando dapprima un appoggio negli ambienti ecclesiastici, trasformati poi in un'aperta ostilità. Gli avvenimenti sono stati in seguito raccontati da una fiction televisiva Don Zeno - L'uomo di Nomadelfia.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture civili

Palazzo comunale

Piazza della Costituente, con lo sfondo del Palazzo comunale

Il Palazzo comunale è un edificio quattrocentesco (del 1468), al quale venne aggiunta la parte retrostante nel 1748. L'elegante loggiato della facciata, radicalmente ristrutturato tra la metà del XIX e l'inizio del XX secolo, poggia su colonne in marmo rosa. Alcune di esse riportano incise le unità di misura anticamente in uso nel Ducato di Mirandola. All'interno da segnalare la Sala Granda che si estende per tutta l'area del loggiato e che presenta un interessante soffitto in legno a cassettoni. All'interno del Palazzo sono collocati alcuni dipinti fra cui i ritratti dei Pico e altri quadri pregevoli, tra i quali un’Adorazione dei Magi già attribuita a Palma il Giovane.

Il palazzo comunale è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2012: il loggiato nord si è distaccato dal corpo di fabbrica principale, sono avvenuti numerosi crolli interni dei solai, con danni alle strutture portanti e al portico nord, oltre a spanciamenti laterali delle murature.

Teatro Nuovo

L'interno del Teatro Nuovo negli anni 1950

Il Teatro Nuovo fu inaugurato il 16 settembre 1905 e prese il posto dell'antico teatro Greco-Corbelli (realizzato nel 1791 all'interno del castello dei Pico)[8]. Il teatro dispone di una sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e loggione a galleria.

Oltre alle opere musicali e teatrali, il teatro venne utilizzato in passato anche per feste danzanti, proiezioni cinematografiche, conferenze, concorsi musicali (Castello d'oro) e spettacoli vari, tra cui si ricordano quelli di Fatima Miris e una famosa puntata di Campanile sera (dicembre 1959). Il foyer del ha ospitato spesso mostre d'arte contemporanea e locale, specie in occasione della fiera campionaria.

Proprio di fronte al teatro era collocato il capolinea della tranvia di Mirandola a cavalli (attiva dal 1904 al 1927) che collegava il centro cittadino con la stazione ferroviaria situata a Cividale.

Architetture militari

Castello dei Pico

Il Castello dei Pico in una cartolina storica

Il castello dei Pico è situato nella parte nord-occidentale del centro storico di Mirandola. Fu una roccaforte famosa in Europa come leggendariamente inespugnabile[9], appartenne al casato dei Pico, che regnò su Mirandola per oltre quattro secoli (1311-1711) e che la arricchì in epoca rinascimentale con importanti opere d'arte. Il castello dei Pico, insieme al palazzo comunale, costituisce un'icona e un simbolo della città di Mirandola[10]. Il castello era caratterizzato da un'enorme torre, che scoppiò a causa di un fulmine nel 1714.

Il terremoto del 2012 ha reso inagibile il castello, causando un danno di più di 10 milioni di euro (solo per la parte di proprietà pubblica).

Architetture religiose

Duomo di Santa Maria Maggiore

Duomo di Mirandola (prima del terremoto del 2012)
Duomo di Mirandola durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Si nota il totale crollo della vecchia copertura e parte della facciata principale, nonché i rinforzi di messa in sicurezza della stessa

La chiesa di Santa Maria Maggiore, meglio conosciuta come Duomo di Mirandola, ha un impianto originario tardo-gotico. Fautori della costruzione furono Giovanni e Francesco I Pico. Iniziata verso il 1440, venne continuata da Giovan Francesco I Pico e nel 1470 dai fratelli Galeotto e Anton Maria. Varie modifiche e restauri, ultimati nel 1885, comportarono la ricostruzione dell'attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L'interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d'altare di Sante Peranda. Il campanile è alto 48 metri. La parte inferiore è tardo-quattrocentesca. Nel XVII secolo fu rialzato e nel 1888-1889 fu rifatta la guglia terminale.

Il Duomo è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 20 maggio 2012, mentre le navate e il tetto sono completamente crollati con la scossa del 29 maggio 2012. Il campanile è anch'esso pericolante: presenta molte crepe a partire dal "primo anello", risultate ancora più evidenti dopo il lieve movimento sismico del 3 giugno 2012 che ha interessato di nuovo la medesima zona.[11]

Chiesa di San Francesco d'Assisi

Chiesa di San Francesco durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Si nota il totale crollo della chiesa fatta salva la facciata principale fortemente rinforzata per la messa in sicurezza

Il complesso della chiesa di San Francesco, comprensivo dell'attiguo convento e chiostro, è uno dei più antichi della città, già presente ai primordi dell'assetto urbano del XIII secolo.

Si tratta di una delle prime chiese francescane dell'Emilia, costruita pochi anni dopo la canonizzazione del Santo (1228) e sistemata nelle forme attuali nell'anno 1400. L'importanza dell'edificio è inoltre dovuta al suo ruolo di Pantheon della famiglia Pico: al suo interno si trovano le arche pensili di Galeotto (1499), di Prendiparte (1394) opera di Pier Paolo dalle Masegne, di Spinetta (1399), di Giovan Francesco I e Giulia Boiardo, i genitori di Giovanni Pico (1467). La monumentale chiesa rischiava di essere chiusa, dopo che i Francescani la lasciarono definitivamente nel 1994. Cosicché, grazie al già vescovo di Carpi, Mons. Bassano Staffieri, fu affidata in modo continuativo, nel gennaio del 1997, a Don Luciano Ferrari, sacerdote diocesano e cappellano all'Ospedale "Santa Maria Bianca". Questi la resse, in qualità di rettore, fintantoché, vista l'età avanzata, il nuovo vescovo Mons. Elio Tinti, appena insediatosi, decise di assegnarla, dal 19 ottobre 2001, alla Congregazione dei "Missionari Servi dei Poveri" (Boccone del Povero).

Il terremoto del 20 maggio 2012 ha reso inagibile, a causa delle vistose lesioni riportate, tutto l'edificio sacro, la sagrestia, l'annesso convento vecchio e il campanile. La torre campanaria, dopo il nuovo e violento sisma del 29 maggio 2012, è crollata sulla Chiesa e sui locali circostanti, distruggendoli quasi totalmente (è rimasta in piedi solo la facciata).

Chiesa del Gesù

La seicentesca chiesa del Gesù (1621 - 1689), voluta da Alessandro I Pico in occasione dell'investitura a Duca della Mirandola, e rimasta incompiuta nella facciata, conserva al suo interno notevoli opere della locale scuola d'intaglio: sono di Paolo Bonelli le ancone dei due altari lignei ai lati del transetto e le cornici; il pulpito è del Gibertoni. Pregevoli anche il ciborio dell'altare maggiore in marmi policromi, la pala della "Circoncisione" di Innocenzo Monti e gli stucchi del cornicione di Pompeo Solari.

Oratorio della Madonna della Porta

La Madonnina prima del sisma del 2012
Oratorio della Madonna della Porta, fine 2013, dopo gli interventi di messa in sicurezza a seguito del terremoto del 2012

L'oratorio della Beata Vergine della Porta (comunemente chiamato la chiesa o chiesetta della Madonnina o semplicemente la Madonnina) L'edificio fu eretto nel 1602-1604 per onorare l'immagine miracolosa della Vergine dipinta sul muro presso la porta della città, la facciata neoclassica risale al 1868. Fu voluto dal principe Federico II Pico e intitolato alla Vergine per celebrare la cessazione della "burraschetta", una breve e violenta malattia epidemica che aveva colpito la città. Nel 1868 venne collocata, sul timpano della facciata, la statua marmorea della Beata Vergine detta "della piazza" o "Madonnina" posta in precedenza sul porticato del Palazzo Comunale.

La chiesetta è stata fortemente lesionata dal sisma del 2012 e successivamente messa in sicurezza per tamponare le lesioni strutturali. La statua marmorea della Beata Vergine è stata rimossa dai Vigili del fuoco.

Oratorio del Santissimo Sacramento

L'ex oratorio del Santissimo Sacramento è un edificio sconsacrato risalente agli inizi del XVII secolo e realizzato in stile barocco durante il principato di Alessandro I Pico. Prima del terremoto del 2012 veniva utilizzato come sala culturale polivalente per mostre d'arte e di benificenza. L'interno è decorato in stile tardo barocco, con diversi altari in scagliola.

Altre architetture

Barchessone Vecchio

Barchessone Vecchio

Il barchessone Vecchio è un edificio rurale utilizzato nel XIX-XX secolo per l'allevamento dei cavalli, situato nella frazione di San Martino Spino. La struttura è caratterizzata da un'insolita pianta poligonale con 16 lati (esadecagono) e un'abitazione per lo stalliere al piano superiore.

Palazzo Portovecchio

Luogo militare dei Pico, poi divenne del Duca di Modena per allevamento dei cavalli, con distaccamento di soldati per esercitazioni. Negli anni 1930 vi fu l'inserimento del Genio Pontieri e di reparti dell'Accademia Militare di Modena, infine del'Aeronautica Militare come distaccamento della Caserma Setti di Modena del 14° Deposito parti aeree di aeroplani e mezzi della aeronautica, e anche come centro meteorologico della bassa Padana, definito come Centro aeronautico Meteorologico Militare della bassa padana.

Aree naturali

Pista ciclabile intitolata a Chico Mendes

Il territorio di Mirandola presenta ampie porzioni un tempo occupate da paludi e acquitrini. A seguito di successive bonifiche, avviate in epoca romana e concluse a ridosso delle guerre mondiali, questi terreni sono stati prosciugati e destinati ad un utilizzo agricolo. Recentemente le politiche agricole e ambientali hanno fornito strumenti per rinaturalizzare terreni vallivi e creare nuove zone umide. Sono stati inoltre recuperati edifici storici, quali i caratteristici "Barchessoni".

Le Valli mirandolesi sono una zona di protezione speciale (ZPS) e rappresentano oggi una realtà di notevole interesse naturalistico, caratterizzate da habitat peculiari a paludi, canneti e prati umidi, che offrono rifugio a numerose specie di interesse comunitario (Direttiva 43/1992).

Alle Valli si accede dalle frazioni di San Martino Spino, Gavello, Mortizzuolo e Quarantoli e sono accessibili grazie ad un'organizzata rete di percorsi naturalisti ciclabili e pedonali, che valorizzano le peculiarità del territorio. Grazie ad associazioni come "La Raganella" questi paesaggi sono "raccontati" e fatti visitare ai ragazzi delle scuole della zona.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[12]

Etnie e minoranze straniere

Nel comune di Mirandola sono presenti almeno fin dal XVIII secolo[13] due insediamenti storici di etnia Sinti[14], situati a Santa Giustina Vigona e San Martino Spino.

Al 31 dicembre 2016 gli stranieri residenti nel comune erano 3.466, ovvero il 14,5% della popolazione residente (23.875 abitanti). Di seguito sono riportati i dieci gruppi più consistenti[15]:

  1. Bandiera della Romania Romania, 743
  2. Bandiera della Cina Cina, 587
  3. Bandiera del Marocco Marocco, 553
  4. Bandiera della Moldavia Moldavia, 518
  5. Bandiera dell'Albania Albania, 234
  1. Bandiera della Tunisia Tunisia, 162
  2. Bandiera dell'India India, 87
  3. Bandiera dell'Ucraina Ucraina, 76
  4. Bandiera della Polonia Polonia, 64
  5. Bandiera della Macedonia del Nord Macedonia del Nord, 62

Lingua e dialetti

Oltre alla lingua italiana, a Mirandola è utilizzato il locale dialetto mirandolese, una variante dell'emiliano.

Dal 1879 viene pubblicato ogni anno il lunario de "Al Barnardon"[16] con l'indicazione delle feste, sagre e fiere del mirandolese e dintorni. Scritto interamente in dialetto mirandolese, da oltre centotrenta anni costituisce un autentico documento di costume di un'epoca e di una "cultura popolare", assiduo testimone delle vicende, ora tristi ora liete, della terra mirandolese. Infatti, al centro del lunario vi è il Dascors general (Discorso generale), in cui viene riassunto e commentato in maniera ironica e goliardica l'anno precedente e si fanno le famose previsioni meteorologiche per l'anno a venire (freddo in inverno e caldo in estate), sempre azzeccate in oltre 130 anni di storia del lunario.

Tradizioni e folclore

Mirandolina interpretata da Eleonora Duse nel 1891

La tradizionale maschera della città è Mirandolina, protagonista della celebre opera teatrale La locandiera di Carlo Goldoni, che durante il carnevale incontra altre maschere modenesi come la famiglia Pavironica (Sandrone, Pulonia e Sgorghiègolo) di Modena, Tognone di San Felice sul Panaro e Tamburlano con la famiglia Fiascona di Fanano.

La Società di Franciacorta è un'associazione centenaria con sede nell'omonimo quartiere orientale del centro storico attraversato da via Francesco Montanari, chiamato così perché in passato l'esercito napoleonico vi si era accampato. Ogni anno organizza diverse manifestazioni e sfilate storico-folkloristiche legate al cosiddetto "Libero Principato di Franciacorta" e al suo nobile corteo formato da principi, alti dignitari, ciambellani, ministri, generali e ammiragli (tutti decoratissimi con medaglie di latta). Tradizionalmente, durante il terzo fine settimana di novembre il quartiere di Franciacorta dichiara la propria indipendenza e si dà alle feste. Viene inviata una delegazione presso il palazzo comunale per allacciare i rapporti diplomatici con l'amministrazione comunale, si celebra il matrimonio del Principe (ogni anno con una bella ragazza del quartiere, in passato con famose donne dello spettacolo). Al termine dei tre giorni di festeggiamento, il Principato è però costretto a dichiarare la bancarotta e a rinunciare all'indipendenza, non senza ripromettersi di ripeterla l'anno successivo.

Nel primo giorno dell'anno i bambini maschi vanno per le case, prima di mezzogiorno, a recitare in dialetto mirandolese la filastrocca de al Bón Cavdànn, augurando buon capodanno e cento anni e un giorno di buona salute, in cambio di una piccola mancia. Se la persona a cui si fanno gli auguri non è così convinta di concedere la mancia, il bambino prosegue la nenia dicendo di accontentarsi di ricevere oro o argento e, nel caso di nessuna mancia, conclude gli auguri nella speranza di trovare l'indomani il suo interlocutore "lòng dastés" (lungo disteso, ovvero morto).

(emr)

«A son gnū a darv al Bón Cavdànn,
c'av scampādi zent'ann,
zent'ann e un dè,
la bóna mān la vén a mè!

Or o argènt, quel c'am dāv a sòn cuntent,
s'am na da gninta a fa l'istess:
ad'matìna av catā long dastés!»

(IT)

«Sono venuto a darvi il buon capodanno,
che viviate cent'anni,
cent'anni e un giorno,
la buona mancia venga a me!

Oro o argento, quel che mi date sarò contento,
ma se non mi date niente fa lo stesso:
domattina vi troverete lungo disteso (morto)!»

Fra le tradizioni del passato vi era quella di ònzar al spròcch (letteralmente: ungere il bastocino appuntito) durante il giovedì grasso, quando i bambini giravano per le case chiedendo pezzettini di grasso o lardo da infilare su uno spiedino, e altre tradizioni legate alla cultura rurale, durante la notte di San Giovanni (la cui guazza o rugiada è miracolosa) o quella di Sant'Antonio abate (quando gli animali della stalla parlano la lingua delle persone). Il 1º novembre, in occasione del giorno dei morti, si usava preparare un letto nel caso in cui l'anima di un parente defunto avesse voluto tornare e dormire nella sua casa; in seguito, ci si reca nei cimiteri a raccontare alle lapidi dei propri cari quello che è avvenuto durante l'anno.

Quotidianamente i cittadini sono soliti passeggiare lungo il cosiddetto listone (al listòn), una lunga pavimentazione di bolognini che attraversa l'intera lunghezza della centrale piazza della Costituente.

Nella giornata di sabato si svolge il tradizionale mercato settimanale (noto fin dal 1599), mentre al martedì vi è il mercato del formaggio (risalente al 1476) nei pressi del portico degli ortolani e al venerdì quello del pesce a fianco del Duomo. A metà maggio, in occasione della celebrazione del patrono San Possidonio, si svolge la cinquecentenaria fiera.

Cultura

Istruzione

Archivi e biblioteche

  • Biblioteca comunale "Eugenio Garin"
  • Archivio storico comunale

Ricerca

Grazie ai fondi per la ricostruzione del terremoto, il 10 gennaio 2015 è stato inaugurato all'interno del nuovo polo scolastico di Mirandola il Technology Park for Medicine (TPM), un parco scientifico-tecnologico[17] per la ricerca su tossicologia, proteomica, microscopia applicata, biologia cellulare e materiali, sensori e sistemi.[18] Per l'importante polo medicale presente sul territorio è stato istituito il Museo del Biomedicale all'interno del Castello Pico.

Scuole

  • scuole primarie: 5
  • scuole medie: 1 (+1 sede staccata a San Martino Spino)
  • scuole superiori: Istituto tecnico economico Giuseppe Luosi, Istituto per servizi commerciali Carlo Cattaneo, Liceo Classico e Classico Linguistico Giovanni Pico, Istituto Galileo galilei (Liceo scientifico, Istituto tecnico industriale e Istituti Professionali)
  • Istituto tecnico superiore Biomedicale
  • Museo civico presso il castello dei Pico (inagibile)
  • Mostra permanente del biomedicale mirandolese (MOBIMED), museo del biomedicale

Media

Stampa

L'amministrazione comunale pubblica mensilmente il periodico d'informazione L'Indicatore mirandolese, fondato nel 1876.

Radio

A Mirandola ha sede l'emittente radiofonica Radio Pico, che trasmette nel territorio della bassa modenese, mantovano e veneto ed è la radio ufficiale per i comunicati della viabilità dell'Autostrada del Brennero nelle zone citate.

Cucina

Preparazione tradizionale dei maccheroni al pettine

La cucina mirandolese appartiene alla tradizione culinaria modenese, con influenze di quelle ferrarese e mantovana[19].

Alcune leggende tramandano l'invezione dello zampone durante l'Assedio della Mirandola di papa Giulio II (inverno del 1510-1511) e quello dei maccheroni al pettine durante l'assedio dei piemontesi Carlo Emanuele III di Savoia nel 1742.

Fra i piatti tipici di Mirandola si possono ricordare:

Eventi

Verso la metà del mese di maggio, in occasione delle celebrazioni del santo patrono, si svolge la fiera campionaria, con l'allestimento di un'esposizione lungo la piazza della Costituente. La terza domenica di novembre viene organizzata la firra-mercato del Principato di Franciacorta, con sfilate folkloristiche e storiche.

La mattina del sabato si tiene il mercato settimanale, mentre la seconda domenica del mese si svolge il mercatino dell'antiquariato Mirandolantiquaria.

Altro evento tradizionale è La sgambada, competizione podistica, e il trofeo ciclistico Città di Mirandola.

Geografia antropica

Ai sensi dello statuto comunale, il territorio del comune di Mirandola comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Gavello, Mortizzuolo, Quarantoli, San Giacomo Roncole, San Martino Spino e Tramuschio[21], ognuno dei quali dotato di un comitato di frazione. Peraltro anche nella località di Cividale (che ufficialmente non è riconosciuta come frazione) esiste tale organismo decentrato.[22]

Altre località del territorio comunale sono[23]: Baia, Bastiglia, Bigozzi, Carrobbio Zeni (chiamato anche Crocicciccio Zeni), Case sparse, Castello Tondino, Castello Venezia, Cividale, Confine, Fondo Gesù, Grazi, I Gazzuoli, Maffea, Malavicina, Nocedella, Orto Serafina, Ponte Pietra, Ponte San Pellegrino, Ponte Santa Maria, San Martino Carano, Santa Giustina Vigona, Stazione Ferroviaria, Svolta de' Secchi e Tre Gobbi.

Economia

L'economia mirandolese è caratterizzata principalmente da due settori: il biomedicale e l'agricoltura. Solo la zona di Mirandola, grazie alle coltivazioni e al settore biomedicale, produce l'1% del PIL nazionale[senza fonte].

Agricoltura

L'agricoltura, sviluppata soprattutto nelle valli delle varie frazioni, ha come prodotti principali prodotti le colture erbacee, da frutto e l'allevamento.

Tra le colture erbacee si rilevano l'abbondanza di barbabietola da zucchero, mais (Zea Mays, sia per granella che per ceromais), sorgo, frumento, erba medica (anche per insilati, chiamata erba di Spagna) e altre specie.

Per le colture da frutto è importante ricordare le coltivazioni di pere e mele campanine varietà autoctona. Tra le varietà più coltivate di pere vi sono Abate Fétel, Kaiser, William (bianco e rosso) e Conference. Vi sono anche molti vigneti specializzati di uva nera Lambrusco, in quanto il territorio ricade nella zona di produzione del vino Lambrusco Salamino di Santa Croce rosso DOC. Grazie alla grande presenza di acqua, nelle frazioni di Gavello e San Martino Spino e nelle valli mirandolesi è diffuso l'allevamento ittico (pesce gatto, tinca, carpa, luccio e anguilla) e la coltivazione di pomodoro, anguria e melone, essendo in particolare incluse nella zona di produzione del "melone mantovano IGP".

Mirandola è situata nella zona di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano DOP, per cui si sono sviluppati molti allevamenti bovini (soprattutto di pezzata nera) sia a stabulazione fissa (il latte di queste vacche non è adatto alla produzione del formaggio, ma solo di latte alimentare), viste le vecchie abitudini contadine, che a stabulazione libera, il metodo più efficace per le produzioni e le esigenze attuali.

A Mirandola si sta anche affermando la coltivazione di pioppo sia per ricavarne cellulosa che per biomassa.

Grazie alle abbondati produzioni agricole della zona, in passato erano presenti numerose aziende alimentari e di trasformazione, tra cui uno zuccherificio-distilleria, uno stabilimento di conservazione (già gestito da Covalpa, Mon Jardin e Conserve Italia e chiuso nel 2002) e un'importante industria di lavorazione delle carni (salumificio Montorsi, chiuso negli anni 1990).

Industria

Biomedicale

Lo stesso argomento in dettaglio: Distretto biomedicale di Mirandola.

Il distretto biomedicale dell'area mirandolese (che comprende anche vari comuni limitrofi, i più importanti dei quali sono Medolla e Cavezzo) si è sviluppato a partire dagli anni sessanta grazie all'iniziativa di Mario Veronesi, un farmacista che intuì le potenzialità del mercato di prodotti monouso per uso medico. Oggi il distretto raggruppa un centinaio di aziende del settore.[24]

Metalmeccanica

Dal 1927 Mirandola è sede di stabilimenti automobilistici, come la Carrozzeria Barbi specializzata nella produzione di autobus e veicoli commerciali.

Dagli anni 2000 è stato aperto uno stabilimento della Lamborghini per la verniciatura personalizzata delle vetture Aventador e Huracán.

Nel territorio sono presenti anche le officine generali della Iveco s.p.a. e della Volvo s.p.a.

Altre aziende metalmeccaniche sono dedicate alla smaltatura, produzione di infissi e finestre, container, prefabbricati industriali e macchine agricole. In passato era sviluppata anche la lavorazione della ghisa presso la fonderia Focherini (chiusa negli anni 1980).

Servizi

Il palazzo della Cassa di risparmio di Mirandola

Essendo il comune più popoloso della bassa modenese, sul territorio comunale è particolarmente sviluppato il settore terziario dei servizi, che da solo occupa circa il 45% della forza lavoro residente. Il commercio, fino al terremoto del 2012, era principalmente sviluppato all'interno dell'anello del centro storico, mentre in seguito è andato concentrandosi nei pressi dei due maggiori centri commerciali cittadini.

Fino agli anni 2000 era sede della Cassa di risparmio di Mirandola (1864-2006), erede dell'antico monte di pietà fondato nel 1495 dai frati francescani.

L'Azienda Intercomunale Acqua e Gas (AIMAG) è un'azienda corsorziale a capitale pubblico misto, specializzata nella distribuzione di energia eletrica, gas metano e nei servizi di raccolta dei rifiuti e di illuminazione pubblica in 21 comuni della bassa modenese e mantovana.

Tra i servizi non destinabili alla vendita, si cita l'ospedale Santa Maria Bianca (fondato nel 1432 e attualmente suddiviso nelle aree medica, chirurgica e materno-infantile). Mirandola è anche il principale centro amministrativo e scolastico della parte settentrionale della provincia di Modena.

Infrastrutture e trasporti

Strade

La principale infrastruttura viaria è costituita dalla Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, che collega la bassa modenese verso nord con il mantovano e il veronese e verso sud con Modena.

Lungo l'asse orizzontale, si trova la strada provinciale per Concordia sulla Secchia in direzione ovest, mentre la strada provinciale delle Valli, del Mazzone e l'Imperiale del Carrobbio si dirigono verso est. È altresì in progetto la costruzione dell'autostrada regionale Cispadana, il cui casello di Mirandola sarà realizzato nei pressi di San Possidonio, e che collegherà l'autostrada A22 del Brennero con l'autostrada A13 Bologna-Padova.

Ferrovie

Il territorio comunale è attraversato dalla ferrovia Verona-Bologna: presso la località di Cividale si trova la stazione di Mirandola, servita da treni regionali FER e Trenitalia.

Dal 1883 fino al 1964 fu attiva la ferrovia Modena-Mirandola-Finale, con la stazione di Mirandola SEFTA (oggi riconvertita ad autostazione). Il progetto della ferrovia Rolo-Mirandola, avviato negli anni 1930, invece non fu mai portato a termine, sebbene l'infrastrutura fosse stata in buona parte realizzata.

Mobilità

Mirandola e il territorio comunale sono serviti da autolinee gestite da SETA e dall'APAM di Mantova.

Tra il 1904 e il 1927 fu attiva la tranvia di Mirandola, a trazione ippica, che collegava il centro cittadino con la stazione ferroviaria di Cividale.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1914 1918 Attilio Lolli Sindaco
1945 1948 Nino Lolli Partito Socialista Italiano Sindaco
1948 1956 Oreste Gelmini Partito Comunista Italiano Sindaco
1956 1965 Partito Comunista Italiano Sindaco
1965 1975 Celso Gherardi Partito Comunista Italiano Sindaco
1975 1985 Benito Secchi (detto Sauro) Partito Comunista Italiano Sindaco
1985 1995 Corrado Neri Partito Comunista Italiano / Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1995 1999 Alberto Morselli Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1999 2009 Luigi Costi Democratici di Sinistra/Partito Democratico Sindaco
2009 in carica Maino Benatti Partito Democratico Sindaco

Gemellaggi

Mirandola è gemellata con:

Sport

L'Unione Sportiva Mirandolese è stata una società calcistica attiva dal 1920 al 2005, giocando per dodici stagioni in Serie D negli anni 1950-1960. Altra squadra del passato è stata la Mortizzuolese. Nel 2017 nel comune di Mirandola sono attive le squadre della Quarantolese, che milita nella prima categoria, e la Folgore Mirandola che milita nella seconda categoria.

Nella pallavolo vi è la Stadium Mirandola. La squadra maschile nell'anno 2016-17 ha festeggiato i 50 anni dalla fondazione e il venticinquesimo anno di fila nella serie B nazionale. Spesso le giovanili Stadium sono state coinvolte in campionati di eccellenza assieme a squadre blasonate della regione come Copra Elior Piacenza, Robur Ravenna e Azimut Modena Volley, nonché in fasi di finale nazionale. La sezione femminile della Volley Stadium Mirandola milita nella serie D regionale dell'Emilia Romagna.

Nella pallacanestro sono presenti la Pico Basket e la Luce Mirandola Basket.

La Polisportiva Pico è attiva nell'hockey su rotelle e al termine della stagione 2016-17 ha conquistato la promozione nella massima serie italiana.

Mirandola ha ospitato il traguardo finale di due tappe del Giro d'Italia nel 1969 e 1970, in entrambi i casi sponsorizzati dal salumificio Montorsi (che nel 1969 celebrava il 50º anniversario di fondazione): la 2ª tappa del Giro d'Italia 1969 fu vinta da Davide Boifava, mentre la 15ª tappa del Giro d'Italia 1970 vide la vittoria di Marino Basso[25]. Il 20 maggio 2014, nel secondo anniversario del terremoto del 2012, è stato organizzato in via Gregorio Agnini un traguardo volante (vinto da Marco Bandiera) durante la 10ª tappa del Giro d'Italia 2014.

Impianti sportivi

Nei viali della circonvallazione est è presente lo stadio calcistico intitolato a Libero Lolli.

Nella periferia sud-orientale è presente la zona sportiva con una piscina dotata di una vasca olimpica da 50 metri, il palazzetto dello sport e la bocciofila. Altri campi di calcio sono presenti in via Posta e nelle frazioni di Mortizzuolo, Quarantoli e San Martino Spino.

Note

  1. ^ Comune di Mirandola - Statuto.
  2. ^ a b Popolazione al 31/10/2015, su comune.mirandola.mo.it, Comune di Mirandola.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani 1996, GARZANTI, Milano, p. 397.
  6. ^ Mirandola: Clima e Dati Geografici, su comuni-italiani.it.
  7. ^ Elenco Ufficiale (definitivo) delle Famiglie Nobili e Titolate del Modenese 1901, Giuseppe Civelli, Roma.
  8. ^ Caterina Spada e Lidia Bortolotti, Teatro nuovo di Mirandola, su Ministero per i beni culturali.
  9. ^ Ma che bei castelli: rocche e castelli da visitare a Modena e provincia, in Gazzetta di Modena, 15 giugno 2015.
  10. ^ Stefano Luppi, Con l’asta di Sotheby’s si salva il castello dei Pico, in Gazzetta di Modena, 21 luglio 2012.
  11. ^ Agenzia della ASCA del 29 maggio 2012.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 23 maggio 2022.
  13. ^ Alessandro Giuseppe Spinelli, Gli zingari nel modenese, Tipografia reale ed universitaria di T. & A. Constable, 1909, pp. 102-103.
  14. ^ Monia Giovannetti, Nicolò Marchesini e Emiliana Baldon, Gli insediamenti Rom, Sinti e Caminanti in Italia (PDF), dicembre 2016, p. 112.
  15. ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2014 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  16. ^ Al Barnardon
  17. ^ Tecnopolo TPM, su Comune di Mirandola. URL consultato l'8 marzo 2017.
  18. ^ Inaugurazione Tecnopolo di Mirandola, su distrettobiomedicale.it, 23 dicembre 2014.
  19. ^ Giuseppe Morselli, La cucina mirandolese: storia, tradizioni e ricette.
  20. ^ Passatelli Mirandolesi, su Al Barnardon, 1º gennaio 2016.
  21. ^ Statuto comunale di Mirandola con modifiche art.41 e 45 entrato in vigore il 9 Aprile 2013. URL consultato il 10 maggio 2017.
  22. ^ Comitati di frazione, su Comune di Mirandola.
  23. ^ Mirandola, su Italia in dettaglio.
  24. ^ Distretto biomedicale di Mirandola - Breve presentazione e descrizione del distretto, su osservatoriodistretti.org, Osservatorio nazionale distretti italiani. URL consultato il 19 aprile 2012.
  25. ^ Il Giro è passato, su modenaeilgiro.it.

Bibliografia

  • Giuseppe Grana, Chiese della Mirandola, Cassa di Risparmio, Mirandola 1981
  • Antonio Saltini, L'assedio della Mirandola, Edizioni Diabasis, Reggio Emilia 2003

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN130841794 · SBN TO0L002246 · LCCN (ENn85331203 · GND (DE4364709-1 · BNF (FRcb12478938p (data) · J9U (ENHE987007560165005171 · WorldCat Identities (ENviaf-130841794
  Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Emilia