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Rocca di Botte

Coordinate: 42°01′38″N 13°04′07″E
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Rocca di Botte
comune
Rocca di Botte – Stemma
Rocca di Botte – Bandiera
Rocca di Botte – Veduta
Rocca di Botte – Veduta
Veduta di Rocca di Botte
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Amministrazione
SindacoFernando Antonio Marzolini (Lista civica Polis Nova) dal 31-5-2015 (2º mandato dal 22-9-2020)
Territorio
Coordinate42°01′38″N 13°04′07″E
Altitudine750 m s.l.m.
Superficie31,1 km²
Abitanti853[1] (31-5-2024)
Densità27,43 ab./km²
Comuni confinantiArsoli (RM), Camerata Nuova (RM), Cappadocia, Cervara di Roma (RM), Oricola, Pereto
Altre informazioni
Cod. postale67066
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066080
Cod. catastaleH399
TargaAQ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 631 GG[3]
Nome abitantiroccatani
Patronosan Pietro l'eremita
Giorno festivo30 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rocca di Botte
Rocca di Botte
Rocca di Botte – Mappa
Rocca di Botte – Mappa
Posizione del comune di Rocca di Botte all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale

Rocca di Botte è un comune italiano di 853 abitanti[1] della provincia dell'Aquila, in Abruzzo.

Geografia fisica

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Rocca di Botte è un comune situato a 750 m s.l.m. al confine dell'Abruzzo con il Lazio. Il paese sorge alle falde nord-occidentali dei monti Carseolani, non distante dall'area dei monti Simbruini e dell'omonimo parco naturale, segnando la linea di confine della piana del Cavaliere con l'alta valle dell'Aniene. I territori contermini sono Arsoli, Camerata Nuova, Cappadocia, Cervara di Roma, Oricola e Pereto.

Il nucleo abitato è adagiato sul versante settentrionale del monte La Corte che corona di verde il centro abitato antico, mentre nella zona pianeggiante a 672 m s.l.m. si trova la località residenziale di Casaletto[4], località attraversata dal torrente Fioio.

Origini del nome

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Sull'origine del nome Rocca di Botte ci sono diverse ipotesi:

  • La vecchia rocca edificata tra l'XI e il XII secolo è situata nella parte più alta del monte che sovrasta il centro contemporaneo e presenta una forma difensiva tipica di un castello-recinto[5]. Stando ad alcuni documenti dell'XI secolo, il nome del paese deriverebbe dalla forma della volta a botte del serbatoio idrico situato a mezza costa sul monte San Fabrizio. La cosiddetta "fonte a Monte" originariamente venne utilizzata per rifornire di acqua il nucleo abitato sottostante[6].
  • L'ipotesi etimologica che collega il toponimo al nome del principe tracio Bitty (o De Butis) è stata giudicata inverosimile[6].

L'ocre posto in altura su un'area rocciosa del monte San Fabrizio veniva identificato nel Medioevo con il nome latino di Sancti Fabrizi[7].

Durante l'epoca dell'incastellamento su alcune carte storiche il centro viene identificato con il solo nome di "Rocca" o di "Butte", mentre nella bolla di Papa Clemente III del 1188 appare come "Rocca de Butta"[8].

Su un catalogo angioino del XIII secolo è riportato il toponimo di "Rocca de Labucco"[9]. Dal XVII secolo in poi alcuni documenti ecclesiastici farebbero riferimento al paese chiamandolo "Arx", "Arx Fortium", "Arx Samnitum", "Arx Veges" o "Castro Arcis Vegetis"[6][10].

Dal Basso Medioevo in poi risultano più di frequente i toponimi di "Rocca de Bucte" e "Roccabotte"[11].

«Se c'è una cosa che subito colpisce di Rocca di Botte
è che, nonostante la lontananza dalle grandi vie di comunicazione e, forse, la modestia dell'economia,
è stata per lunghi secoli un vero e proprio centro di attività artistiche»

Scorcio del centro storico

Le prime notizie relative al territorio di Rocca di Botte risalgono al X secolo quando, secondo alcuni storici, sarebbe esistito un monastero basiliano o benedettino, intorno al quale si sarebbe formato il nucleo originario del paese. Nel paese nel corso dell'XI secolo nacque e visse fino all'adolescenza san Pietro l'eremita, soprannominato "Cavaliere itinerante", che è il protettore del paese. Morto a Trevi nel Lazio, fu proclamato santo il primo ottobre 1215 dal vescovo di Anagni, Giovanni IV.

Dal 1173 Rocca di Botte fu soggetta alla signoria di Ottone De Montanea, la cui famiglia governò fino al XIV secolo[13], successivamente passò sotto il controllo degli Orsini e a cominciare dagli ultimi anni del XV secolo divenne stabilmente un feudo della famiglia romana dei Colonna grazie alla donazione fatta a questa dinastia da parte di Federico I di Napoli.

Il paese seguì le vicende storiche delle baronie della Marsica incluse nel ducato di Tagliacozzo e nella contea di Albe, conoscendo il massimo sviluppo edilizio e architettonico durante il XVI secolo grazie ai colonnesi. Tuttavia subì due gravi devastazioni a causa della ribellione della popolazione: la più grave avvenne nel 1557 ad opera dei militi del duca marsicano dell'epoca, l'altra fu ordinata dall'abate di Subiaco, Scipione Colonna[14].

Il paese subì la grave epidemia di peste nel 1656 che ne causò un brusco spopolamento[14].

Il 27 dicembre del 1907 Rocca di Botte conquistò ufficialmente l'autonomia amministrativa, grazie anche all'impegno del comitato civico[15]. Il paese, come tutti i centri della piana del Cavaliere, subì danni a seguito del terremoto di Avezzano del 1915 ma non esiti distruttivi paragonabili a quelli del Fucino e della valle Roveto[16]. Il 10 e il 12 aprile 1961 si verificarono due scosse di terremoto con magnitudo stimata pari a 4,5 e 4,6 della scala Richter che causarono danni non irreparabili al patrimonio architettonico[17].

Negli anni duemila il comune ha fatto registrare un boom demografico raddoppiando quasi il numero dei residenti rispetto agli anni settanta-novanta[18]. Il paese, situato a ridosso del parco regionale dei monti Simbruini, è considerato una salubre località di villeggiatura[19].

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di San Pietro Apostolo
Chiesa di Santa Maria della Febbre
Chiesa di San Pietro Eremita

Architetture religiose

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Santuario della Madonna dei Bisognosi
Situato nel mezzo del confine tra Rocca di Botte e Pereto, sul monte Serra Secca, venne eretto secondo la tradizione nell'anno 608. Internamente è ospitata la statua scolpita in legno di ulivo di Maria santissima con in grembo il Bambino Gesù, proveniente da Siviglia[20]. In questo luogo Papa Bonifacio IV si recò per consacrare la chiesa e per ringraziare la Madonna per la sua guarigione, donando il crocifisso processionale ancora esposto. Il santuario internamente è decorato da affreschi del tardo quattrocento raffiguranti scene del paradiso e dell'inferno relative al giudizio universale[21]. Nel 1902 è stato dichiarato edificio monumentale degno di essere conservato[22].
Chiesa di San Pietro Apostolo
Chiesa madre del paese, conserva due opere in marmo del XII secolo: il pulpito e il tabernacolo[23][24]. È dotata di due organi, quello antico già presente nel 1636 e quello nuovo attribuibile all'artista di Affile, Cesare Catarinozzi[25]. Una lunga fase di restauro, nei primi anni del XXI secolo, li ha riportati all'originario splendore[26].
Chiesa di San Pietro Eremita
Verosimilmente risalente al 1215, l'anno della canonizzazione di San Pietro l'eremita, patrono del comune. Di sicuro appare citata in un catalogo angioino del 1273. Contigua alla casa natale del santo venne ricostruita nel 1777[27]. È situata nella parte più antica del nucleo medievale[28].
Chiesa di Santa Maria della Febbre
Risalente al XII-XIII secolo presenta due piani, uno superiore dedicato a santa Maria del Pianto e uno inferiore[29]. Il nome della chiesa sarebbe legato alle epidemie di peste dell'epoca, l'edificio venne infatti utilizzato anche come ospedale[30]. Conserva affreschi tardo quattrocenteschi raffiguranti la Pietà, il Cristo benedicente, san Giacomo e sant'Onofrio[31][32].

Architetture civili

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Torre dell'orologio
Torre dell'orologio
Torre campanaria con orologio che domina il paese. Situata in piazza Umberto I è uno dei simboli del comune[33].
Casa natale di san Pietro l'eremita
Situata nel centro storico è adiacente alla chiesa intitolata al santo. Agli inizi dell'XI secolo egli nacque e visse qui fino all'adolescenza.

Architetture militari

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Stazione dei Carabinieri reali
Istituita con l'Unità d'Italia per contrastare il fenomeno del brigantaggio postuniano la sede dei Carabinieri Reali di Rocca di Botte fu chiusa nel 1874, pochi anni dopo la presa di Roma. Il portale in pietra dell'ingresso principale è sovrastato da uno stemma, all'interno dell'ex caserma si trovano alcuni dipinti murali risalenti al XIX secolo[34].
  • Fontana del Colle: antico fontanile situato dinanzi alla sede municipale[35].
  • Arco del Portonaccio: probabile residuo di una tenuta della famiglia De Montanea, l'arco secentesco è situato nella parte bassa del paese in località Casaletto[36][37].

Siti archeologici

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  • A Colle San Vito i rinvenimenti di strutture murarie riferibili ad un edificio di culto con blocchi a fregi dorici, un rocchio e, soprattutto, i resti scheletrici di 4 individui (due adulti e due infanti), hanno fatto presupporre l'esistenza di monumenti funerari. Rinvenuta anche una ciotola in maiolica arcaica (databile tra il XIV ed il XV secolo). I successivi scavi e studi hanno fatto presupporre l'esistenza in zona di un castelliere[38].
  • Schegge silicee, frammenti di terracotta e preziosi ritrovamenti di ceramiche, marmi, mosaici, tombe "alla cappuccina", epigrafi, cippi, resti di capanne ed anche frammenti architettonici farebbero presupporre la presenza dell'uomo primitivo nella valle del Fiojo e nelle località di La Prata, Casaletto, Piè di Serra Secca, Fontana Vedeca e Roccabella[39].
  • Resti dell'antico castello-recinto edificato su uno sperone roccioso nei pressi della fonte a Monte[40][41].

Aree naturali

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Cammino di San Pietro Eremita
Itinerario storico e naturalistico che ripercorre la peregrinazione di san Pietro l'eremita tra i luoghi della piana del Cavaliere, il sublacense e l'alta valle dell'Aniene, fino a Trevi nel Lazio, nel frusinate, dove il santo morì ed è sepolto[42].

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[43]

Etnie e minoranze straniere

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I cittadini stranieri residenti a Rocca di Botte rilevati dall'Istat al 31 dicembre 2020 erano 64, pari circa al 7,5% della popolazione residente[44].

Tradizioni e folclore

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Casa natale di san Pietro l'eremita
Giornata FAI di Primavera

Tra la fine di agosto e la prima domenica di settembre di ogni anno si rinnova il rito della "Comparanza" o del "Comparatico in San Pietro" tra i comuni di Rocca di Botte e Trevi nel Lazio. Le celebrazioni religiose si svolgono in onore di san Pietro l'eremita, patrono dei due comuni. Il 29 agosto i fedeli di Rocca di Botte si recano a Trevi nel Lazio per venerare i resti del santo, mentre in occasione dell'ottavario, ovvero otto giorni dopo, il gemellaggio e il pellegrinaggio si rinnovano nel paese marsicano[45][46][47].

Nella prima decade di settembre durante il "Comparatico" di Rocca di Botte si celebra il rito della Panarda con l'offerta del pane benedetto di san Pietro, cotto nel forno originario della casa natale del santo eremita[48].

Rocca di Botte fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[9].

Infrastrutture e trasporti

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Rocca di Botte è collegata a Roma e all'Aquila tramite il casello di Carsoli-Oricola dell'autostrada A24 ed a Pescara ed Avezzano tramite la diramazione a Torano della A25. La strada provinciale 27 del Cavaliere collega il paese a Pereto e agli altri centri della piana del Cavaliere. Un'altra arteria provinciale la collega a Camerata Nuova.

Amministrazione

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Sul sito del Ministero dell'interno sono disponibili i dati di tutte le elezioni amministrative di Rocca di Botte dal 1985 ad oggi[15][49][50].

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1956 1964 Giovanni Marzolini Sindaco
1964 1969 Americo Marzolini Sindaco
1970 1975 Giovanni Marzolini Sindaco
1975 1980 Fernando Marzolini Sindaco
1980 12 giugno 2004 Luigi Bonanni Sindaco
13 giugno 2004 28 marzo 2010 Renato Pietroletti Lista civica Sindaco
29 marzo 2010 30 maggio 2015 Renato Pietroletti Lista civica Innovazione e sviluppo Sindaco
31 maggio 2015 21 settembre 2020 Fernando Antonio Marzolini Lista civica Polis Nova Sindaco
22 settembre 2020 in carica Fernando Antonio Marzolini Lista civica Polis Nova Sindaco

Presso la località residenziale del Casaletto, in via Bonifacio Graziani, c'è un centro sportivo dotato di piscina semi-olimpionica, piscina per bambini e vasca idromassaggio.

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Dati su Casaletto, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  5. ^ Grossi, 2002, p. 156.
  6. ^ a b c Dante Zinanni, L'ambiente naturalistico, il sito e il nome, su roccadibotte.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 5 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2018).
  7. ^ Grossi, 2002, p. 147.
  8. ^ Bolla di Papa Clemente III, su pereto.org, Pereto.org (Copia settecentesca in Andrea Di Pietro), Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi, vol. I, Avezzano, 1869, pp. 311-320.). URL consultato il 17 dicembre 2022.
  9. ^ a b Rocca di Botte (Abruzzo), su borghiautenticiditalia.it, Borghi Autentici d'Italia. URL consultato il 22 dicembre 2016.
  10. ^ Francesco Sacco, Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli, su books.google.it, Google books. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  11. ^ Di Pietro, 1869, pp. 311-320.
  12. ^ Cenni artistici, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  13. ^ Zinanni, 1988, p. 212.
  14. ^ a b Storia del Comune, su comune.roccadibotte.aq.it, Comune di Rocca di Botte. URL consultato il 2 febbraio 2021.
  15. ^ a b Dante Zinanni, Nel secolo XX, su roccadibotte.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2016).
  16. ^ 1915-2015 Terremoto nella marsica; il Carseolano senza danni – Solidarietà, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  17. ^ Michele Sciò, Rocca di Botte, 10 e 12 aprile 1961. Un terremoto dimenticato, Il foglio di Lumen, dicembre 2012, n. 34, p. 22.
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  19. ^ Del Gusto, 1988, p. 70.
  20. ^ Santuario della Madonna dei Bisognosi, su diocesidiavezzano.it, Diocesi di Avezzano. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
  21. ^ Affreschi. Chiesa della Madonna dei Bisognosi, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  22. ^ Elenco degli edifizi Monumentali in Italia, Roma, Ministero della Pubblica Istruzione, 1902. URL consultato il 27 agosto 2018.
  23. ^ Alfred Steinitzer, Viaggiatori stranieri in terra d'Abruzzo (PDF), su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo, 1911. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  24. ^ Chiesa di San Pietro Apostolo, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  25. ^ Melchiorre, Del Gusto, 1990, p. 161.
  26. ^ Gianluca Tarquinio, I restauri degli organi antichi della Marsica e i nuovi documenti per l'organo di Ortona, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  27. ^ Michela Ramadori, La chiesa di San Pietro Eremita a Rocca di Botte, su academia.edu, agosto 2014. URL consultato il 21 aprile 2017.
  28. ^ Chiesa di San Pietro Eremita, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  29. ^ Chiesa Madonna della Febbre sec. XII, su prolocoroccadibotte.it, Pro Loco di Rocca di Botte. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
  30. ^ Melchiorre, Del Gusto, 1990, p. 160.
  31. ^ Nardecchia, 2001, pp. 142-144.
  32. ^ Chiesa della Madonna della Febbre, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  33. ^ Piazza Umberto I, su italiavirtualtour.it, ItaliaVirtualTour. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  34. ^ Ivan Cicchetti (a cura di), Historia – Rocca di Botte; 1861 Carabinieri Reali, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 24 febbraio 2018.
  35. ^ Zinanni, 1988, p. 229.
  36. ^ Zinanni, 1988, p. 218.
  37. ^ Ivan Cicchetti, Rocca di Botte, San Pietro Eremita…, su cavalierenews.it, Cavaliere News, 20 agosto 2016. URL consultato il 24 febbraio 2018.
  38. ^ Rocca di Botte (AQ). Area sacra di Colle San Vito, su archeologia.beniculturali.it, MiBACT. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
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  45. ^ Rocca di Botte e Trevi nel Lazio per gli 800 anni della canonizzazione di san Pietro Eremita, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  46. ^ Angelo Bernardini, Gli uomini illustri di Rocca di Botte e Carsoli, su lumenassociazione.it, Il Foglio di Lumen, dicembre 2009, p. 39. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2015).
  47. ^ Mauro Marzolini e Franco Ricci, San Pietro Eremita. Sulle orme del Santo da Rocca di Botte a Trevi nel Lazio una storia di devozione e di fede (PDF), su associazioneadop.it. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  48. ^ Francesca Marzolini, San Pietro Eremita, su camminosanpietroeremita.it, Cammino San Pietro Eremita. URL consultato il 12 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2020).
  49. ^ Archivio storico delle elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  50. ^ Storico elezioni comunali di Rocca di Botte, su tuttitalia.it. URL consultato il 25 agosto 2020.
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  • Federico Del Gusto, Marsica: Viaggio nel tempo, Avezzano, Paolini Nobile, 1988, SBN PBE0039777.
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  • Giuseppe Grossi, Marsica: guida storico-archeologica, Luco dei Marsi, Aleph, 2002, SBN RMS1890083.
  • Angelo Melchiorre, Federico Del Gusto, La regione della Marsica: viaggio storico turistico attraverso i Comuni della Marsica, Ortucchio, Centro Spaziale del Fucino Piero Fanti, 1990, SBN AQ10061048.
  • Paola Nardecchia, Pittori di frontiera: l'affresco quattro-cinquecentesco tra Lazio e Abruzzo, Pietrasecca, Associazione culturale Lumen, 2001, SBN BVE0235769.
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