Diocesi di Bolzano-Bressanone

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Diocesi di Bolzano-Bressanone
Dioecesis Bauzanensis-Brixinensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Trento
Regione ecclesiasticaTriveneto
 
VescovoIvo Muser
Vescovi emeritiKarl Golser
Presbiteri543, di cui 339 secolari e 204 regolari
857 battezzati per presbitero
Religiosi251 uomini, 627 donne
Diaconi13 permanenti
 
Abitanti479.758
Battezzati465.365 (97,0% del totale)
StatoItalia
Superficie7.400 km²
Parrocchie280 (28 vicariati)
 
ErezioneVI secolo
Ritoromano
CattedraleCattedrale di Santa Maria Assunta
Santi patroniSan Cassiano
(13 agosto)
San Vigilio
(26 giugno)
IndirizzoC.P. 425, Piazza Duomo 2, 39100 Bolzano, Italia
Sito webwww.ecclesiabz.com
Dati dall'Annuario pontificio 2007 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il duomo di Bolzano, chiesa concattedrale

La diocesi di Bolzano-Bressanone (in latino: Dioecesis Bauzanensis-Brixinensis, in tedesco: Diözese Bozen-Brixen, in ladino: Diozeja de Bulsan-Persenon) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Trento appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2006 contava 465.365 battezzati su 479.758 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Ivo Muser.

Territorio

La diocesi che con una superficie di 7.400 km² è la più vasta d'Italia, comprende le città di Bolzano e Bressanone e corrisponde con il territorio dell'Alto Adige (Vandoies, Ponte Gardena, Prato allo Stelvio, Laives, Appiano sulla Strada del Vino, Ortisei, Postal, Scena, Brennero, Egna, Malles Venosta, Aldino, Moso in Passiria, Marebbe, Vipiteno, Lasa, Avelengo, Silandro, Gargazzone, Tirolo, Selva dei Molini, Castelbello-Ciardes, Chiusa, Racines, Rasun Anterselva, Salorno, Malles Venosta, Rio di Pusteria, Campo Tures, Senales, San Martino in Badia, Santa Cristina Valgardena, Cornedo all'Isarco, San Leonardo in Passiria, Montagna, Sarentino, Trodena, Tubre, Perca, Badia, Anterivo, Curon Venosta, Senales, Sluderno, Brunico, Falzes, Val di Vizze, Castelrotto, Laces, Senale-San Felice, Magrè sulla strada del vino, Ultimo, Selva dei Molini, Stelvio, La Valle, San Genesio Atesino, Barbiano, San Lorenzo di Sebato, Parcines, Valle Aurina, Cortaccia sulla Strada del Vino, Luson, Merano, Terento, Tires, Varna, Fiè allo Sciliar, Dobbiaco, Gais, Renon, Lagundo, Terlano, San Leonardo in Passiria, Valle di Casies, San Candido, Monguelfo, Naz-Sciaves, Rifiano, Caldaro sulla Strada del Vino, Chienes, Lana, Marlengo, Meltina, Rodengo, Selva di Val Gardena, Tesimo, Campo di Trens, Campo Tures, Valdaora, Velturno, Vadena, Fortezza, Proves, Nova Ponente, Naturno, Perca, Glorenza, San Pancrazio, Ora, Laion, Villabassa, Nalles, Plaus, Andriano, Predoi, Martello, Corvara in Badia, Lauregno, Braies, Nova Levante, Caines, Funes, Sesto, Termeno sulla strada del vino, Cermes, Bronzolo). Il territorio, il più vasto fra le diocesi italiane, è suddiviso in 28 decanati e 280 parrocchie.

La diocesi comprende i tre gruppi linguistici dell'Alto Adige, e quindi l'organizzazione pastorale e amministrativa, le strutture sono ripartite tra i tre gruppi linguistici: tedesco, italiano e ladino.

Storia

Medioevo

Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Sabiona.

La diocesi di Bressanone è la continuazione della diocesi di Sabiona, che, secondo la leggenda, sarebbe stata fondata da san Cassiano. Agli inizi del III secolo il cristianesimo riuscì a diffondersi a Sabiona, a quel tempo uno dei centri fondamentali del commercio dell'impero Romano.

Il primo vescovo di Sabiona ricordato dalla storia è Ingenuino, menzionato attorno al 580, che appare come suffraganeo del Patriarca di Aquileia. Le tribù che si spinsero nell'attuale territorio della diocesi di Bressanone, durante i grandi spostamenti migratori, specialmente Bavaresi e Longobardi, accettarono immediatamente di aderire al cristianesimo; solo le popolazioni slave della Val Pusteria persistettero nel paganesimo sino all'VIII secolo. Nella seconda metà del X secolo il vescovo Ricberto (nominato nel 967) o il vescovo Albuino I (967-1005) presero sede nella diocesi, che sin dal 798 era stata sottoposta alla giurisdizione della diocesi metropolitana di Salisburgo, venendo quindi trasferita a Bressanone.

Il vescovo Hartwig (1020-39) elevò Bressanone al rango di città, e la circondò di fortificazioni. La diocesi si estese attraverso successivi ampliamenti ad opera degli imperatori: da Corrado II nel 1027 la Norital, da Enrico IV nel 1091 la Val Pusteria. Nel 1179 Federico I conferì al vescovo il titolo di Principe del Sacro Romano Impero. Questo era una concessione in riconoscenza del fatto che, durante le controversie tra Impero e Papato, i vescovi di Bressanone avevano generalmente preso le difese dell'Imperatore. Particolarmente noto è il caso di Altwin, durante il lungo episcopato del quale (1049-91) il sinodo del 1080 si tenne a Bressanone, al quale trenta vescovi, schierati con l'Imperatore, dichiararono papa Gregorio VII deposto, ed elevarono ad antipapa il vescovo di Ravenna, con il nome di Clemente III.

Il potere temporale della diocesi venne sminuito dai vescovi stessi, che diedero ampi appezzamenti della diocesi nelle mani di feudatari locali: ad esempio, nell'XI secolo, la contea delle valli dell'Engadina e dell'Isarco (garantita ai conti del Tirolo, e nel 1165 il territorio dell'Inntal e della Val Pusteria vennero concesse ai duchi di Andechs-Meranien. I conti del tirolo, in particolare, che avevano ceduto gran parte dei propri possedimenti ai duchi di Andechs-Meranien, incrementarono costantemente il loro potere. Il vescovo Bruno von Kirchberg (1249-88) ebbe notevoli difficoltà ad affermare la propria autorità su questa parte del territorio contro le pretese del conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia. Per questo motivo Federico I d'Asburgo concesse maggior potere ai vescovi di Bressanone. Il dissenso con il cardinale Nicola Cusano (1450-1464), eletto da papa Niccolò V vescovo di Bressanone, e Sigismondo d'Austria ebbe conseguenze sfavorevoli: il Cardinale venne imprigionato e il Papa lanciò l'interdetto sulla diocesi, ma Sigismondo emerse come vincitore dello scontro.

La Riforma e il protettorato austriaco

La Riforma venne proclamata a Bressanone durante l'episcopato di Christoph I von Schrofenstein (1509-1521) da emissari tedeschi, come Strauss, Urbano Regius, e altri. Nel 1525, sotto il vescovo Giorgio III d'Austria (1525-1539), scoppiò la Guerra dei contadini, e molti monasteri e chiese vennero distrutti. La promessa del re Ferdinando I, governante del Tirolo, di riportare Bressanone alla tranquillità sopprimendo la rivolta, e la dieta proclamata a Innsbruck, venne mantenuta e i contadini vennero costretti ad accettare le nuove norme stabilite. Ad ogni modo, nel 1532 questa promessa venne disattesa, ma questo non mutò più la tranquillità degli eventi.

Ferdinando I ed il figlio, l'arciduca Ferdinando II, in particolare, come governanti civili presero serie misure contro le nuove correnti eretiche, capeggiate dagli anabattisti che andavano diffondendo il loro culto in Austria; questo venne fatto per preservare l'integrità religiosa della cattolica Austria e dell'altrettanto cattolicissimo Tirolo. In questo periodo l'istruzione era guidata dai gesuiti, da cappuccini, dai francescani e dai serviti. Cardinali notevoli di questo periodo furono: Andrea d'Austria (1591-1600) e Christoph IV von Spaur (1601-1613), che nel 1607 fondò un seminario teologico, ampliando anche la scuola della cattedrale e distinguendosi come benefattore dei poveri e dei bisognosi[1].

La fine del Principato vescovile

Il XVIII ed il XIX secolo videro un notevole risveglio della vita religiosa della diocesi. Vennero fondati molti monasteri, vennero stabilite nuove missioni per la cura d'anime, e venne promossa l'istruzione religiosa al popolo; nel 1677 venne fondata l'Università di Innsbruck. I vescovi più rilevanti del periodo furono: Kaspar Ignaz von Künigl (1702-47), che fondò molti benefici per la cura d'anime, compì visite pastorali nella regione, mantenendo una stretta disciplina e purezza nel proprio clero, introdusse missioni guidate dai gesuiti, ecc.; Leopold von Spaur (1747-1778), che ricostruì il seminario, completò e consacrò la cattedrale, garantendosi grande stima dell'Imperatrice Maria Teresa; Joseph Philipp von Spaur (1780-1791), fu fervido sostenitore dell'istruzione aderendo, in politica, al giuseppinismo proclamato dall'Imperatore. Il governo dell'imperatore Giuseppe si interessò molto alle tematiche ecclesiastiche; vennero soppressi una ventina tra monasteri e diocesi, ma venne aperto un seminario a Innsbruck, e furono vietati pellegrinaggi e processioni.

Analogamente al principato di Trento, anche Bressanone dovette lottare nel corso del XVIII secolo contro le pesanti ingerenze austriache spinte dalla politica annessionistica teresiana e giuseppina. Più dignitoso di quello di Trento fu, tuttavia, l'atteggiamento tenuto dal vescovo Leopold von Spaur (1748-78), rispetto ai principi di Trento. Egli infatti difese strenuamente l'indipendenza dello stato e la sua integrità territoriale, sfidando la volontà di Vienna. Ancora nel 1774, a dimostrazione della propria libera sovranità, esercitò l'uso del judicium sanguinis, eseguendo una sentenza capitale ed emanò decreti in materia monetaria e daziaria per favorire l'economia, nonché adottò nuove patenti per concedere lettere di nobiltà e di amnistia, seguito dal suo Capitolo che sfidando la volontà asburgica approvò perfino l'emissione di propri talleri.

Nel collegio dei principi del 1801 lo stato ebbe il 39° voto. La sovranità, rappresentata anche da una propria zecca, rimase integra fino alla secolarizzazione del 1803, pur essendo posto dal XVI secolo sotto il protettorato degli Asburgo. Il principato, ampliato con donazioni ed acquisti, fu uno stato polimerico ripartito in varie parti: il distretto di Bressanone, esteso sulla sinistra del fiume Isarco da Fortezza (Franzenfeste) fino a Chiusa (Klausen), centro doganale del principato, alla confluenza della Rienza, comprendendo Albes e Salern. Le altre exclaves erano: i baliaggi di Luson, S. Martino in Badia e Torre Gardena, Vandoies e Val di Fundres, Brunico e Val di Tures, Anterselva, Tires in Val di Fassa con Canazei e Livinallongo, Braies e Val Fosco, piccole porzioni presso Campo Tures e la Croda Rossa, due parti lungo la Drava a monte di Lienz (Aures, Assling, Tristach) e infine il vasto feudo di Bistritz (Bled) nell'alta valle del fiume Dolinka a nord del Monte Tricorno in Carniola (Slovenia).

Fu il vescovo Franz Karl von Lodron (1791-1828), che vide il collasso materiale del potere temporale del vescovato. Nel 1803 il principato venne secolarizzato e annesso all'Austria, e il capitolo della cattedrale venne sciolto. Il breve periodo di reggenza della Baviera fu segnato da un profondo dispotismo contro la chiesa; la restaurazione della supremazia austriaca nel 1814, migliorò notevolmente le condizioni della diocesi.

Nel secolo fra la Restaurazione ed il termine del primo conflitto mondiale, il territorio della diocesi venne nuovamente delimitato: le appartenevano gli attuali Vorarlberg, Tirolo Settentrionale ed orientale e le Valli Isarco, Venosta, Pusteria, Badia, Gardena ed Ampezzo.

XX secolo

Nel 1921, in seguito all'annessione del Tirolo meridionale all'Italia dopo la Prima guerra mondiale, cedette la porzione del suo territorio che era venuta a trovarsi oltreconfine a vantaggio dell'erezione dell'amministrazione apostolica di Innsbruck-Feldkirch (oggi diocesi di Innsbruck).

Il 25 aprile 1921 la diocesi di Bressanone fu separata dalla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Salisburgo e fu immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Il 6 luglio 1964 in forza della bolla Quo aptius di papa Paolo VI le parti altoatesine dell'arcidiocesi di Trento vennero aggregate alla diocesi di Brassanone, che assunse il nome di Bolzano-Bressanone. Il vescovo di Bressanone Joseph Gargitter si spostò a Bolzano con la curia vescovile, ma la cattedrale (il Duomo di Bressanone) ed il seminario maggiore rimasero a Bressanone. Il duomo di Bolzano porta il titolo di concattedrale. Con la stessa bolla, le parti della diocesi di Bressanone in provincia di Belluno (Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Cortina d'Ampezzo) vennero aggregate alla diocesi di Belluno. Il vescovo ausiliare di Trento mons. Heinrich Forer divenne ausiliare di Bolzano-Bressanone. I seminaristi e professori altoatesini di Trento si trasferirono a Bressanone.

Nel 1965 lo stesso Gargitter decise di fondare il periodico della diocesi, Il Segno.[2]

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Sabiona

  • San Cassiano † (? - 365)
  • San Lucano † (V secolo)
  • Maternino ? † (576 - 578)
  • Ingenuino † (578 - 608)
  • Costantino † (? - ?)
  • Procopio † (? - 645)
  • Orso † (? - ?)
  • Pigenzio ? † (? - ?)
  • Proietto† (? - ?)
  • Maternino ? † (? - ?)
  • Marcello ? † (? - ?)
  • Valeriano ? † (? - ?)
  • Angelo ? † (? - ?)
  • Aureliano ? † (? - ?)
  • Antonio I ? † (? - ?)
  • Lorenzo ? † (? - ?)
  • Mastulo ? † (? - ?)
  • Giovanni I ? † (? - ?)
  • Alim † (749 - 800)
  • Enrico I † (805 - 828)
  • Aribo † (828 - 842)
  • Wilfundo † (842 - 845)
  • Lanfredo † (845 - 875)
  • Zerito † (? - ?)[3]
  • Zaccaria † (890 - 907)
  • Meginberto † (907 - 926)
  • Nithard † (926 - 938)
  • Wisunt † (938 - 956)
  • Ricberto † (956 - 975)

Vescovi di Bressanone

Vescovi di Bolzano-Bressanone

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2006 su una popolazione di 479.758 persone contava 465.365 battezzati, corrispondenti al 97,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 100.039 199.905 50,0 342 233 109 292 178 541 137
1959 105.592 105.728 99,9 390 250 140 270 222 512 137
1970 404.081 407.693 99,1 937 590 347 431 475 1.519 252
1980 428.000 431.078 99,3 795 491 304 538 407 1.217 327
1990 434.000 438.000 99,1 680 426 254 638 1 328 1.003 280
1999 446.300 459.069 97,2 599 372 227 745 5 306 792 280
2000 448.512 459.687 97,6 586 365 221 765 5 289 775 280
2001 457.898 464.601 98,6 578 361 217 792 7 299 749 280
2002 459.833 466.600 98,5 565 349 216 813 11 289 721 280
2003 458.675 466.482 98,3 624 348 276 735 11 336 680 280
2004 461.184 470.055 98,1 550 342 208 838 11 267 668 280
2006 465.365 479.758 97,0 543 339 204 857 13 251 627 280

Note

  1. ^ Cfr. Josef Gelmi, "Pietas et Scientia". 400 Jahre Priesterseminar Brixen, Bressanone, Weger, 2007. ISBN 978-88-88910-47-5
  2. ^ Storia de "Il Segno"
  3. ^ Solamente menzionato nel catalogo episcopale trecentesco, ma non attestato nei documenti pervenuti, cfr. Anselm Sparber, Der alte Brixner Bischofskatalog, in «Mitteilungen des Instituts für Österreichische Geschichtsforschung», 58, 1950, p. 378.

Fonti e bibliografia

  • Annuario pontificio del 2007 e precedenti, riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]
  • Sito ufficiale della diocesi
  • (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Lipsia, Hiersemann, 1931, pp. 265-266.
  • (LA) Bolla Quo aptius
  • (EN) Diocese of Brixen, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
  • (DE) Anselm Sparber, Die Brixner Fürstbischöfe im Mittelalter. Ihr Leben und Wirken kurz dargestellt, Bolzano, Athesia, 1968.
  • (DE) Josef Gelmi, Die Brixner Bischöfe in der Geschichte Tirols, Bolzano, Athesia, 1984. ISBN 88-7014-362-7
  • (DE) Josef Riedmann, Säben-Brixen als bairisches Bistum, in «Jahresberichte der Stiftung Aventinum», 5, Monaco di Baviera, Stiftung Aventinum, 1991, pp. 5-35.
  • (DEIT) Helmut Flachenecker, Hans Heiss, Hannes Obermair (a cura di), Stadt und Hochstift: Brixen, Bruneck und Klausen bis zur Säkularisation 1803 / Città e principato: Bressanone, Brunico e Chiusa fino alla secolarizzazione 1803 (Veröffentlichungen des Südtiroler Landesarchivs, 12), Bolzano, Athesia, 2000. ISBN 88-8266-084-2
  • (DE) Giuseppe Albertoni, Die Herrschaft des Bischofs - Macht und Gesellschaft zwischen Etsch und Inn im Mittelalter (9.-11. Jahrhundert) (Veröffentlichungen des Südtiroler Landesarchivs, 14), Bolzano, Athesia, 2003. ISBN 88-8266-218-7

Voci correlate

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