Gian Maria Volonté

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Gian Maria Volonté

Gian Maria Volonté (Milano, 9 aprile 1933Florina, 6 dicembre 1994) è stato un attore e attivista italiano.

Interprete versatile e incisivo, Volonté è spesso annoverato fra i migliori attori della storia del cinema, non solo italiano,[1][2] venendo ricordato per il mimetismo, la presenza magnetica e la recitazione matura. Il regista Francesco Rosi disse di lui che «rubava l'anima ai suoi personaggi».[2] Conseguita una certa fama internazionale ricoprendo il ruolo del cattivo negli spaghetti western di Sergio Leone, divenne in seguito l'attore-simbolo del cinema d'impegno civile,[3] raggiungendo i vertici delle sue capacità interpretative sotto la regia di Francesco Rosi, Elio Petri e Giuliano Montaldo. Come regista, realizzò documentari di stampo politico.[2]

Biografia

Le origini

Gian Maria Volonté nacque a Milano il 9 aprile 1933 e crebbe a Torino. Il fratello minore Claudio fu anch'egli attore, conosciuto col nome d'arte di Claudio Camaso. Il padre Mario era un militare fascista originario di Saronno, in provincia di Varese, che nel 1944 fu al comando della Brigata nera di Chivasso[3], mentre la madre Carolina Bianchi apparteneva a una benestante famiglia di industriali milanesi[4].

Il futuro attore trascorre l'ultima parte della sua infanzia in condizioni difficili per via della precaria situazione familiare, causata innanzitutto dall'arresto del padre. Mario Volonté fu condannato dalla I Sezione Speciale della Corte di Assise di Torino «per avere nella sua qualità di comandante delle brigate nere, durante l'occupazione tedesca, favorito le operazioni militari del nemico ordinando e partecipando a rastrellamenti di elementi del movimento di resistenza nei quali furono commessi molti omicidi e rapine».[5] Causò la morte di una persona durante il rastrellamento di Rondissone e di altre due nei pressi di Verolengo. Carolina, la madre, cercò di fronteggiare la crisi, affittando le camere di casa e vendendo oggetti di valore. Mario, condannato a trent'anni di reclusione, ne scontò meno di otto, dal novembre 1946 all'agosto 1954. Tornò in carcere nell'aprile del 1960 per espiare due anni di reclusione per omicidio colposo. Liberato per motivi di salute, nel 1961 morì a Torino di cancro ai polmoni.[6]

Volonté abbandonò gli studi a quattordici anni e decise di trovare un impiego per aiutare la madre. Nel 1950, dopo alcuni mesi in Francia come raccoglitore di mele, tornò in Italia e cominciò a frequentare lo Studio Drammatico Internazionale I Nomadi di Edoardo Maltese. In questo periodo si appassionò a Camus e Sartre.[4]

Gli esordi: il teatro e la televisione

Nel 1951, a 17 anni, iniziò come attore di teatro a Torino nella compagnia I Nomadi di Edoardo Maltese, e poco più tardi si unì alla compagnia teatrale itinerante I carri di Tespi.[2][3] Nel 1954 a Roma frequentò l'Accademia nazionale d'arte drammatica, ove si fece notare come un "giovane di grande talento"[4]; suo maestro è Orazio Costa.[2] Nel 1957 Volonté ebbe la prima esperienza televisiva recitando in Fedra[7] (tratto dall'omonima tragedia di Jean Racine), accanto a una delle signore della scena italiana, Diana Torrieri.

Nella stagione 1958-1959 fu nella compagnia del Teatro Stabile di Trieste; nel 1959 recitò negli sceneggiati televisivi L'idiota, tratto dall'omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij, e Caravaggio; nel 1960 recitò in teatro Romeo e Giulietta di William Shakespeare e nel 1963 in La buona moglie di Carlo Goldoni e in Sacco e Vanzetti di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, dove interpretava Nicola Sacco; dieci anni dopo nella trasposizione cinematografica di Giuliano Montaldo avrebbe invece interpretato Bartolomeo Vanzetti. Nel 1963 recitò nel film televisivo Il taglio del bosco, tratto dall'omonimo racconto di Carlo Cassola.

Nel 1964 cercò di portare in scena in un teatrino di Roma, in via Belsiana, Il Vicario di Rolf Hochhuth, che denunciava i rapporti tra la chiesa e il regime nazista: la rappresentazione fu però impedita dalla polizia per violazione di un articolo del Concordato. Nel 1965 partecipò nel ruolo di Radek all'episodio Una vita in gioco della serie televisiva Le inchieste del commissario Maigret, con da Gino Cervi e Andreina Pagnani.

Il cinema

Un uomo da bruciare (1962) di Valentino Orsini e i fratelli Taviani

Nel 1960 avviene il suo esordio cinematografico con il film Sotto dieci bandiere di Duilio Coletti. Nel 1961 recita, ricoprendo parti marginali, in due film del genere peplum/fantascientifico: Antinea, l'amante della città sepolta di Edgar G. Ulmer e Giuseppe Masini, e Ercole alla conquista di Atlantide di Vittorio Cottafavi. Ottiene però una parte anche in due opere di livello: A cavallo della tigre di Luigi Comencini, e La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini.

In questi anni è attivo anche come doppiatore: per esempio è sua la voce del protagonista di Banditi a Orgosolo o di Roger Hanin in La marcia su Roma.

Nel 1962 Volonté ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Un uomo da bruciare di Valentino Orsini e dei fratelli Taviani, un film di denuncia sociale ispirato alle gesta del sindacalista Salvatore Carnevale. Nonostante questa notevole interpretazione Volonté rimane "nell'ombra". Nel 1963 è protagonista nel film Il terrorista, ambientato in Veneto durante la resistenza, sotto la regia di Gianfranco De Bosio.

Nel 1964 è Michelangelo Buonarroti, nell'omonimo sceneggiato RAI di Silverio Blasi. Lo stesso anno Sergio Leone lo vuole in Per un pugno di dollari, considerato uno dei capisaldi del genere spaghetti-western, nel ruolo del letale trafficante di alcolici Ramón Rojo: questa parte conferisce lustro alla nascente carriera cinematografica di Volonté. Nel 1965 ritorna a lavorare con Leone in Per qualche dollaro in più in cui interpreta il sadico criminale tossicodipendente El Indio: l'interpretazione lo consacra definitivamente al grande pubblico rendendolo, di fatto, il perfetto cattivo del genere. Volonté interpreterà altri film appartenenti al filone degli spaghetti-western, come Quién sabe? (1966), di Damiano Damiani, e Faccia a faccia (1967), di Sergio Sollima, al fianco di Tomas Milian che ritrova l'anno successivo in Banditi a Milano di Carlo Lizzani; sempre nel 1966 affianca Enrico Maria Salerno e Anouk Aimée in Le stagioni del nostro amore; nel 1967 interpreta il ruolo del prof. Laurana, nel film A ciascuno il suo, diretto da Elio Petri, che ne ha curato la sceneggiatura assieme a Ugo Pirro, e liberamente ispirato all'omonimo romanzo dello scrittore Leonardo Sciascia. Il film segna l'inizio del sodalizio artistico fra il regista Petri, lo sceneggiatore Ugo Pirro e Gian Maria Volonté, a cui seguiranno altri film nel corso degli anni Settanta. È proprio nel 1970 che diventa il protagonista di uno dei più celebri film italiani a sfondo politico-giudiziario, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, film che vinse l'Oscar 1971 come miglior film straniero. Nello stesso periodo comparve anche nella pellicola francese I senza nome di Jean-Pierre Melville al fianco di Alain Delon.

La classe operaia va in paradiso (1971) di Elio Petri

Ottenuta la notorietà (Felice Laudadio lo definì "il più grande attore italiano del suo tempo"[8]), continua a dedicarsi a un tipo di cinema politicamente impegnato, recitando nel corso degli anni settanta in film come Uomini contro (1970), tratto liberamente dal romanzo autobiografico Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu, e Il caso Mattei (1972), entrambi di Francesco Rosi, nonché in Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973) di Giuliano Montaldo, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri (1971) e Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio (1972). È soprattutto con Petri e con Rosi che Volonté ha modo di esprimere in piena libertà il suo talento, dando vita a una miriade di "uomini illustri" rappresentanti una dura critica alla classe dirigente dell'epoca, divenendo quindi un punto di riferimento del cinema d'impegno civile italiano. Alla sua carriera d'attore Volonté accosta un intenso attivismo politico portando avanti numerose battaglie, manifestazioni e scioperi per i diritti dei lavoratori[4] e partecipando alla realizzazione dei Documenti su Giuseppe Pinelli (1970).

Verso la fine degli anni settanta Volonté passa un breve periodo di crisi a causa dell'insuccesso di Todo Modo (1976), grottesco film di denuncia sugli intrighi della Democrazia Cristiana, che sancisce nonostante la straordinaria interpretazione di Volonté la fine del cinema politico italiano e segna la rottura tra Petri e Volonté. Tuttavia ritrova il successo ancora diretto da Rosi in Cristo si è fermato a Eboli (1979), tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Levi, che ricevette diversi premi nazionali e internazionali, tra cui 2 David di Donatello, il Gran Premio al Festival di Mosca nel 1979 e il BAFTA al miglior film non in lingua inglese nel 1983, prima pellicola a ricevere questo riconoscimento.

Sempre negli anni settanta, a Volonté viene proposto di prendere parte a tre importanti film: Il padrino di Francis Ford Coppola,[9] Novecento di Bernardo Bertolucci e Padre padrone dei fratelli Taviani,[10][11] ma non vi partecipa; precedentemente alla proposta fattagli per Novecento, aveva invece accettato il ruolo in Actas de Marusia: storia di un massacro di Miguel Littín.[1]

Il caso Moro (1986) di Giuseppe Ferrara

Negli anni ottanta Volonté riprende la propria attività attoriale con film come La morte di Mario Ricci di Claude Goretta (1983), Il caso Moro di Giuseppe Ferrara (1986) e Cronaca di una morte annunciata sempre di Rosi (1987). Negli anni novanta abbandona il cinema italiano dopo aver recitato in Porte aperte di Gianni Amelio (1990) e in Una storia semplice di Emidio Greco (1991), per cui viene premiato con il Leone d'oro alla carriera al Festival di Venezia. Entrambi questi ultimi film sono liberamente tratti dagli omonimi romanzi di Leonardo Sciascia. In quel periodo Volonté entra in una profonda crisi depressiva e lavora in un paio di pellicole poco note: Funes, un gran amor, 1992, di Raúl de la Torre e Il tiranno Banderas, 1993, di José Luis García Sánchez.

Nel 1994 giunge una parte di rilievo in Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos. Il 6 dicembre di tale anno Volonté muore improvvisamente, durante le riprese del film, all'età di 61 anni, a causa di un infarto. Viene sostituito da Erland Josephson e il film verrà dedicato alla sua memoria. Il suo funerale si svolge a Velletri, dove risiedeva. Le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un albero nel piccolo cimitero de La Maddalena, in Sardegna.

Vita privata

È stato sposato con Tiziana Mischi e, dall'agosto del 1983, con Armenia Balducci, sceneggiatrice e regista cinematografica, già sua compagna dal 1968. Nella sua vita sentimentale sono entrate anche le attrici Carla Gravina, da cui ha avuto la figlia Giovanna, e Angelica Ippolito,[2] figlioccia di Eduardo De Filippo, con cui visse gli ultimi quindici anni. Si racconta che ebbe una brevissima relazione con Mireille Darc.

Attività politica

Volonté è stato iscritto al Partito Comunista Italiano fino al 1977. Il 16 giugno 1975 venne eletto consigliere regionale del Lazio, con ventiseimila voti, ma soltanto sei mesi più tardi decise di dimettersi: «[...] Mi accorsi che esisteva un baratro tra il mio bisogno di comunismo e la carriera politica che loro mi proponevano. Volevano fare di me un funzionario, un animale politico invischiato nella partitocrazia: io avevo bisogno di ricerca, di critica, di democrazia. Ho capito che stavo perdendo la mia identità e ho scelto il rapporto con me stesso».[12]

Fu candidato dal Partito Democratico della Sinistra in occasione delle elezioni politiche del 1992 nella circoscrizione Roma-Viterbo-Latina-Frosinone, risultando secondo dei non eletti[13]. Nel 1981 aiutò l'amico Oreste Scalzone, militante di Autonomia Operaia, a sfuggire al mandato di cattura emesso contro di lui in relazione al cosiddetto Processo 7 aprile, scortandolo clandestinamente con la sua barca in Corsica da dove poi, facendo scalo in Danimarca, si rifugiò in Francia.[14]

Prosa radiofonica Rai

Filmografia

L'armata Brancaleone (1966) di Mario Monicelli
Faccia a faccia (1967) di Sergio Sollima
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri
Uomini contro (1970) di Francesco Rosi
Sacco e Vanzetti (1971) di Giuliano Montaldo
Il caso Mattei (1972) di Francesco Rosi
Giordano Bruno (1973) di Giuliano Montaldo
Cristo si è fermato a Eboli (1979) di Francesco Rosi
Porte aperte (1990) di Gianni Amelio

Attore

Cinema

Televisione

Sceneggiatore

Riconoscimenti

Premio Vittorio De Sica
  • 1990: Premio attore Cinema italiano
David di Donatello
Nastro d'argento
Globo d'oro
Grolla d'oro
Mostra del cinema di Venezia
Festival di Cannes
Festival di Berlino
European Film Awards
Laceno d'oro
Golden Sacher Awards
Joseph Plateau Award
EuropaCinema
Taormina film fest
Semana Internacional de Cine de Valladolid
Rimini Film Festival
  • 1984: Premio Onorario
Giffoni Film Festival
  • 1991: François Truffaut Award
Festival internazionale del film di Locarno

Omaggi

  • Nel 2004, per il decennale della scomparsa, la città di Roma gli ha dedicato una via nel quartiere nuovo Casale di Nei.
  • Nel 2009 e nel 2010 il Bif&st di Bari assegna un Premio intitolato a Gian Maria Volonté per il miglior attore protagonista. Nel 2014 gli viene dedicata l'intera rassegna.
  • La Provincia di Roma ha intitolato all'attore scomparso la scuola di formazione istituita nel campo della cinematografia.
  • Nel 2012 l'amministrazione comunale di Velletri intitola a "Gian Maria Volonté" il teatro comunale, già Teatro Artemisio, ristrutturato e riaperto dopo 25 anni.
  • Dal 2003, ogni anno a La Maddalena si tiene la rassegna cinematografica La valigia dell'attore, interamente dedicata alla memoria di Volonté[16].
  • Nel 2014 viene pubblicata la graphic novel Gian Maria Volonté, edita dalla casa editrice Becco Giallo.
  • Nel 2016 Torino dedica una piazza (tra Via Osasco e Via Spalato) a Gian Maria Volonté.

Doppiatori italiani

All'inizio della sua carriera, come tanti altri attori italiani, Volonté è stato più volte doppiato. Nello specifico, da:

Note

  1. ^ a b Gian Maria Volonté anniversario, a 20 anni dalla morte dell'attore un ricordo con le sue 10 migliori interpretazioni (VIDEO), su HuffPost, 3 dicembre 2014. URL consultato il 27 maggio 2015 (archiviato il 15 luglio 2015).
  2. ^ a b c d e f Enrico Lancia e Roberto Poppi, 2003, p. 283.
  3. ^ a b c Carlo Gaudio, 2014.
  4. ^ a b c d Documentario Un attore contro: Gian Maria Volonté, regia di Ferruccio Marotti.
  5. ^ Archivio di Stato di Torino, Corte d'Assise di Torino, Sezione Speciale, Fascicolo 191, Salone U, Scaffale 21 e seguenti - Sentenza contro Mario Volonté, 27 novembre 1946.
  6. ^ Mirko Cazzopoli, 2018.
  7. ^ Maria Letizia Compatangelo, La Maschera e il video.
  8. ^ Felice Laudadio, Gian Maria Volonté, un volto, una voce e le mille maschere dell'attore (PDF) [collegamento interrotto], in Cinecittà, n. 06, 2001, pp. 150-159.
  9. ^ Copia archiviata, su corriere.it. URL consultato il 16 gennaio 2021 (archiviato il 22 gennaio 2021).
  10. ^ Volonté ritorna sui teleschermi, in Stampa Sera, 15 settembre 1976, p. 15. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato il 21 settembre 2015).
  11. ^ La Rai con due film al festival di Cannes, in La Stampa, 26 aprile 1977, p. 6. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato il 21 settembre 2015).
  12. ^ Lauretta Colonnelli, Bella carriera, è stata tutta una fuga, in L'Europeo, 13 agosto 1983.
  13. ^ Camera 05/04/1992 Area ITALIA Circoscrizione ROMA-VITERBO-LATINA-FROSINONE - PD, su Archivio storico del Ministero degli Interni. URL consultato il 7 giugno 2020 (archiviato il 24 dicembre 2017).
  14. ^ Scalzone: "Mi fece scappare dall'Italia", in la Repubblica, 7 dicembre 1994. URL consultato il 4 gennaio 2020 (archiviato il 4 gennaio 2020).
  15. ^ Caterina Conti, Letteratura al microfono. I programmi letterari di radio RAI Trieste fra il 1954 e il 1976 (PDF), Trieste, Università degli studi di Trieste, 2014, p. 191. URL consultato il 1º febbraio 2021 (archiviato il 1º febbraio 2021).
  16. ^ La valigia dell'attore, su valigiattore.it. URL consultato l'8 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2014).

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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