Gian Maria Volonté
Gian Maria Volonté (Milano, 9 aprile 1933 – Florina, 6 dicembre 1994) è stato un attore e attivista italiano.
Interprete versatile e incisivo, Volonté è spesso annoverato fra i migliori attori della storia del cinema, non solo italiano,[1][2] venendo ricordato per il mimetismo, la presenza magnetica e la recitazione matura. Il regista Francesco Rosi disse di lui che «rubava l'anima ai suoi personaggi».[2] Conseguita una certa fama internazionale ricoprendo il ruolo del cattivo negli spaghetti western di Sergio Leone, divenne in seguito l'attore-simbolo del cinema d'impegno civile,[3] raggiungendo i vertici delle sue capacità interpretative sotto la regia di Francesco Rosi, Elio Petri e Giuliano Montaldo. Come regista, realizzò documentari di stampo politico.[2]
Biografia
Le origini
Gian Maria Volonté nacque a Milano il 9 aprile 1933 e crebbe a Torino. Il fratello minore Claudio fu anch'egli attore, conosciuto col nome d'arte di Claudio Camaso. Il padre Mario era un militare fascista originario di Saronno, in provincia di Varese, che nel 1944 fu al comando della Brigata nera di Chivasso[3], mentre la madre Carolina Bianchi apparteneva a una benestante famiglia di industriali milanesi[4].
Il futuro attore trascorre l'ultima parte della sua infanzia in condizioni difficili per via della precaria situazione familiare, causata innanzitutto dall'arresto del padre. Mario Volonté fu condannato dalla I Sezione Speciale della Corte di Assise di Torino «per avere nella sua qualità di comandante delle brigate nere, durante l'occupazione tedesca, favorito le operazioni militari del nemico ordinando e partecipando a rastrellamenti di elementi del movimento di resistenza nei quali furono commessi molti omicidi e rapine».[5] Causò la morte di una persona durante il rastrellamento di Rondissone e di altre due nei pressi di Verolengo. Carolina, la madre, cercò di fronteggiare la crisi, affittando le camere di casa e vendendo oggetti di valore. Mario, condannato a trent'anni di reclusione, ne scontò meno di otto, dal novembre 1946 all'agosto 1954. Tornò in carcere nell'aprile del 1960 per espiare due anni di reclusione per omicidio colposo. Liberato per motivi di salute, nel 1961 morì a Torino di cancro ai polmoni.[6]
Volonté abbandonò gli studi a quattordici anni e decise di trovare un impiego per aiutare la madre. Nel 1950, dopo alcuni mesi in Francia come raccoglitore di mele, tornò in Italia e cominciò a frequentare lo Studio Drammatico Internazionale I Nomadi di Edoardo Maltese. In questo periodo si appassionò a Camus e Sartre.[4]
Gli esordi: il teatro e la televisione
Nel 1951, a 17 anni, iniziò come attore di teatro a Torino nella compagnia I Nomadi di Edoardo Maltese, e poco più tardi si unì alla compagnia teatrale itinerante I carri di Tespi.[2][3] Nel 1954 a Roma frequentò l'Accademia nazionale d'arte drammatica, ove si fece notare come un "giovane di grande talento"[4]; suo maestro è Orazio Costa.[2] Nel 1957 Volonté ebbe la prima esperienza televisiva recitando in Fedra[7] (tratto dall'omonima tragedia di Jean Racine), accanto a una delle signore della scena italiana, Diana Torrieri.
Nella stagione 1958-1959 fu nella compagnia del Teatro Stabile di Trieste; nel 1959 recitò negli sceneggiati televisivi L'idiota, tratto dall'omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij, e Caravaggio; nel 1960 recitò in teatro Romeo e Giulietta di William Shakespeare e nel 1963 in La buona moglie di Carlo Goldoni e in Sacco e Vanzetti di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, dove interpretava Nicola Sacco; dieci anni dopo nella trasposizione cinematografica di Giuliano Montaldo avrebbe invece interpretato Bartolomeo Vanzetti. Nel 1963 recitò nel film televisivo Il taglio del bosco, tratto dall'omonimo racconto di Carlo Cassola.
Nel 1964 cercò di portare in scena in un teatrino di Roma, in via Belsiana, Il Vicario di Rolf Hochhuth, che denunciava i rapporti tra la chiesa e il regime nazista: la rappresentazione fu però impedita dalla polizia per violazione di un articolo del Concordato. Nel 1965 partecipò nel ruolo di Radek all'episodio Una vita in gioco della serie televisiva Le inchieste del commissario Maigret, con da Gino Cervi e Andreina Pagnani.
Il cinema
Nel 1960 avviene il suo esordio cinematografico con il film Sotto dieci bandiere di Duilio Coletti. Nel 1961 recita, ricoprendo parti marginali, in due film del genere peplum/fantascientifico: Antinea, l'amante della città sepolta di Edgar G. Ulmer e Giuseppe Masini, e Ercole alla conquista di Atlantide di Vittorio Cottafavi. Ottiene però una parte anche in due opere di livello: A cavallo della tigre di Luigi Comencini, e La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini.
In questi anni è attivo anche come doppiatore: per esempio è sua la voce del protagonista di Banditi a Orgosolo o di Roger Hanin in La marcia su Roma.
Nel 1962 Volonté ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Un uomo da bruciare di Valentino Orsini e dei fratelli Taviani, un film di denuncia sociale ispirato alle gesta del sindacalista Salvatore Carnevale. Nonostante questa notevole interpretazione Volonté rimane "nell'ombra". Nel 1963 è protagonista nel film Il terrorista, ambientato in Veneto durante la resistenza, sotto la regia di Gianfranco De Bosio.
Nel 1964 è Michelangelo Buonarroti, nell'omonimo sceneggiato RAI di Silverio Blasi. Lo stesso anno Sergio Leone lo vuole in Per un pugno di dollari, considerato uno dei capisaldi del genere spaghetti-western, nel ruolo del letale trafficante di alcolici Ramón Rojo: questa parte conferisce lustro alla nascente carriera cinematografica di Volonté. Nel 1965 ritorna a lavorare con Leone in Per qualche dollaro in più in cui interpreta il sadico criminale tossicodipendente El Indio: l'interpretazione lo consacra definitivamente al grande pubblico rendendolo, di fatto, il perfetto cattivo del genere. Volonté interpreterà altri film appartenenti al filone degli spaghetti-western, come Quién sabe? (1966), di Damiano Damiani, e Faccia a faccia (1967), di Sergio Sollima, al fianco di Tomas Milian che ritrova l'anno successivo in Banditi a Milano di Carlo Lizzani; sempre nel 1966 affianca Enrico Maria Salerno e Anouk Aimée in Le stagioni del nostro amore; nel 1967 interpreta il ruolo del prof. Laurana, nel film A ciascuno il suo, diretto da Elio Petri, che ne ha curato la sceneggiatura assieme a Ugo Pirro, e liberamente ispirato all'omonimo romanzo dello scrittore Leonardo Sciascia. Il film segna l'inizio del sodalizio artistico fra il regista Petri, lo sceneggiatore Ugo Pirro e Gian Maria Volonté, a cui seguiranno altri film nel corso degli anni Settanta. È proprio nel 1970 che diventa il protagonista di uno dei più celebri film italiani a sfondo politico-giudiziario, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, film che vinse l'Oscar 1971 come miglior film straniero. Nello stesso periodo comparve anche nella pellicola francese I senza nome di Jean-Pierre Melville al fianco di Alain Delon.
Ottenuta la notorietà (Felice Laudadio lo definì "il più grande attore italiano del suo tempo"[8]), continua a dedicarsi a un tipo di cinema politicamente impegnato, recitando nel corso degli anni settanta in film come Uomini contro (1970), tratto liberamente dal romanzo autobiografico Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu, e Il caso Mattei (1972), entrambi di Francesco Rosi, nonché in Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973) di Giuliano Montaldo, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri (1971) e Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio (1972). È soprattutto con Petri e con Rosi che Volonté ha modo di esprimere in piena libertà il suo talento, dando vita a una miriade di "uomini illustri" rappresentanti una dura critica alla classe dirigente dell'epoca, divenendo quindi un punto di riferimento del cinema d'impegno civile italiano. Alla sua carriera d'attore Volonté accosta un intenso attivismo politico portando avanti numerose battaglie, manifestazioni e scioperi per i diritti dei lavoratori[4] e partecipando alla realizzazione dei Documenti su Giuseppe Pinelli (1970).
Verso la fine degli anni settanta Volonté passa un breve periodo di crisi a causa dell'insuccesso di Todo Modo (1976), grottesco film di denuncia sugli intrighi della Democrazia Cristiana, che sancisce nonostante la straordinaria interpretazione di Volonté la fine del cinema politico italiano e segna la rottura tra Petri e Volonté. Tuttavia ritrova il successo ancora diretto da Rosi in Cristo si è fermato a Eboli (1979), tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Levi, che ricevette diversi premi nazionali e internazionali, tra cui 2 David di Donatello, il Gran Premio al Festival di Mosca nel 1979 e il BAFTA al miglior film non in lingua inglese nel 1983, prima pellicola a ricevere questo riconoscimento.
Sempre negli anni settanta, a Volonté viene proposto di prendere parte a tre importanti film: Il padrino di Francis Ford Coppola,[9] Novecento di Bernardo Bertolucci e Padre padrone dei fratelli Taviani,[10][11] ma non vi partecipa; precedentemente alla proposta fattagli per Novecento, aveva invece accettato il ruolo in Actas de Marusia: storia di un massacro di Miguel Littín.[1]
Negli anni ottanta Volonté riprende la propria attività attoriale con film come La morte di Mario Ricci di Claude Goretta (1983), Il caso Moro di Giuseppe Ferrara (1986) e Cronaca di una morte annunciata sempre di Rosi (1987). Negli anni novanta abbandona il cinema italiano dopo aver recitato in Porte aperte di Gianni Amelio (1990) e in Una storia semplice di Emidio Greco (1991), per cui viene premiato con il Leone d'oro alla carriera al Festival di Venezia. Entrambi questi ultimi film sono liberamente tratti dagli omonimi romanzi di Leonardo Sciascia. In quel periodo Volonté entra in una profonda crisi depressiva e lavora in un paio di pellicole poco note: Funes, un gran amor, 1992, di Raúl de la Torre e Il tiranno Banderas, 1993, di José Luis García Sánchez.
Nel 1994 giunge una parte di rilievo in Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos. Il 6 dicembre di tale anno Volonté muore improvvisamente, durante le riprese del film, all'età di 61 anni, a causa di un infarto. Viene sostituito da Erland Josephson e il film verrà dedicato alla sua memoria. Il suo funerale si svolge a Velletri, dove risiedeva. Le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un albero nel piccolo cimitero de La Maddalena, in Sardegna.
Vita privata
È stato sposato con Tiziana Mischi e, dall'agosto del 1983, con Armenia Balducci, sceneggiatrice e regista cinematografica, già sua compagna dal 1968. Nella sua vita sentimentale sono entrate anche le attrici Carla Gravina, da cui ha avuto la figlia Giovanna, e Angelica Ippolito,[2] figlioccia di Eduardo De Filippo, con cui visse gli ultimi quindici anni. Si racconta che ebbe una brevissima relazione con Mireille Darc.
Attività politica
Volonté è stato iscritto al Partito Comunista Italiano fino al 1977. Il 16 giugno 1975 venne eletto consigliere regionale del Lazio, con ventiseimila voti, ma soltanto sei mesi più tardi decise di dimettersi: «[...] Mi accorsi che esisteva un baratro tra il mio bisogno di comunismo e la carriera politica che loro mi proponevano. Volevano fare di me un funzionario, un animale politico invischiato nella partitocrazia: io avevo bisogno di ricerca, di critica, di democrazia. Ho capito che stavo perdendo la mia identità e ho scelto il rapporto con me stesso».[12]
Fu candidato dal Partito Democratico della Sinistra in occasione delle elezioni politiche del 1992 nella circoscrizione Roma-Viterbo-Latina-Frosinone, risultando secondo dei non eletti[13]. Nel 1981 aiutò l'amico Oreste Scalzone, militante di Autonomia Operaia, a sfuggire al mandato di cattura emesso contro di lui in relazione al cosiddetto Processo 7 aprile, scortandolo clandestinamente con la sua barca in Corsica da dove poi, facendo scalo in Danimarca, si rifugiò in Francia.[14]
Prosa radiofonica Rai
- La rosa rossa, regia di Ugo Amodeo, tratto dall'omonimo romanzo di Pier Antonio Quarantotti Gambini, trasmessa nel settembre-ottobre 1959.[15]
- La congiura, tragedia in 2 tempi di Giorgio Prosperi, regia di Luigi Squarzina, trasmessa il 28 febbraio 1961
Filmografia
Attore
Cinema
- Sotto dieci bandiere, regia di Duilio Coletti (1960)
- La ragazza con la valigia, regia di Valerio Zurlini (1961)
- Antinea, l'amante della città sepolta, regia di Edgar G. Ulmer e Giuseppe Masini (1961)
- Ercole alla conquista di Atlantide, regia di Vittorio Cottafavi (1961)
- A cavallo della tigre, regia di Luigi Comencini (1961)
- Un uomo da bruciare, regia di Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani (1962)
- Le quattro giornate di Napoli, regia di Nanni Loy (1962)
- Il peccato, regia di Jordi Grau (1963)
- Il terrorista, regia di Gianfranco De Bosio (1963)
- Per un pugno di dollari, regia di Sergio Leone (1964)
- Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
- Per qualche dollaro in più, regia di Sergio Leone (1965)
- Svegliati e uccidi, regia di Carlo Lizzani (1966)
- Le stagioni del nostro amore, regia di Florestano Vancini (1966)
- L'armata Brancaleone, regia di Mario Monicelli (1966)
- La strega in amore, regia di Damiano Damiani (1966)
- Quién sabe?, regia di Damiano Damiani (1966)
- A ciascuno il suo, regia di Elio Petri (1967)
- Faccia a faccia, regia di Sergio Sollima (1967)
- I sette fratelli Cervi, regia di Gianni Puccini (1968)
- Banditi a Milano, regia di Carlo Lizzani (1968)
- Summit, regia di Giorgio Bontempi (1968)
- L'amante di Gramigna, regia di Carlo Lizzani (1968)
- Sotto il segno dello scorpione, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1969)
- Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, regia di Elio Petri (1970)
- Uomini contro, regia di Francesco Rosi (1970)
- Vento dell'est (Le vent d'est), regia di Jean-Luc Godard (1970)
- I senza nome (Le cercle rouge), regia di Jean-Pierre Melville (1970)
- Documenti su Giuseppe Pinelli, regia di Elio Petri e Nelo Risi (1970)
- Sacco e Vanzetti, regia di Giuliano Montaldo (1971)
- La classe operaia va in paradiso, regia di Elio Petri (1971)
- Il caso Mattei, regia di Francesco Rosi (1972)
- L'attentato (L'attentat), regia di Yves Boisset (1972)
- Sbatti il mostro in prima pagina, regia di Marco Bellocchio (1972)
- Lucky Luciano, regia di Francesco Rosi (1973)
- Giordano Bruno, regia di Giuliano Montaldo (1973)
- Il sospetto, regia di Francesco Maselli (1975)
- Musica per la libertà, regia di Luigi Perelli (1975)
- Todo modo, regia di Elio Petri (1976)
- Actas de Marusia: storia di un massacro (Actas de Marusia), regia di Miguel Littín (1976)
- Io ho paura, regia di Damiano Damiani (1977)
- Cristo si è fermato a Eboli, regia di Francesco Rosi (1979)
- Ogro (Operación Ogro), regia di Gillo Pontecorvo (1979)
- Stark System, regia di Armenia Balducci (1980)
- La storia vera della signora dalle camelie, regia di Mauro Bolognini (1981)
- La morte di Mario Ricci (La mort de Mario Ricci), regia di Claude Goretta (1983)
- Il caso Moro, regia di Giuseppe Ferrara (1986)
- Cronaca di una morte annunciata, regia di Francesco Rosi (1987)
- Un ragazzo di Calabria, regia di Luigi Comencini (1987)
- L'opera al nero (L'oeuvre au noir), regia di André Delvaux (1988)
- Pestalozzis Berg, regia di Peter von Gunten (1989)
- Tre colonne in cronaca, regia di Carlo Vanzina (1990)
- Porte aperte, regia di Gianni Amelio (1990)
- Una storia semplice, regia di Emidio Greco (1991)
- Funes, un gran amor, regia di Raoul de la Torre (1992)
- Il tiranno Banderas (Tirano Banderas), regia di José Luis García Sánchez (1993)
Televisione
- Fedra - film TV, regia di Sandro Bolchi (1957)
- Saul - film TV, regia di Claudio Fino (1959)
- L'idiota - miniserie TV, regia di Giacomo Vaccari (1959)
- La Pisana - miniserie TV, regia di Giacomo Vaccari (1960)
- Antonio e Cleopatra, di William Shakespeare, regia di Franco Enriquez, trasmessa il 24 febbraio 1961
- Ifigenia in Aulide - film TV, regia di Giacomo Colli (1962)
- La foresta, di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij, regia di Edmo Fenooglio, trasmessa il 14 gennaio 1963
- Il taglio del bosco - film TV, regia di Vittorio Cottafavi (1963)
- Vita di Michelangelo - miniserie TV, regia di Silverio Blasi (1964)
- Le inchieste del commissario Maigret - serie TV, episodio 1x04 (1965)
- La strada più lunga - film TV, regia di Nelo Risi (1965)
- Caravaggio - miniserie TV, regia di Silverio Blasi (1967)
- La certosa di Parma - miniserie TV, regia di Mauro Bolognini (1982)
Sceneggiatore
- Stark System, regia di Armenia Balducci (1980)
Riconoscimenti
- 1990: Premio attore Cinema italiano
- 1970: miglior attore protagonista - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
- 1987: Nomination miglior attore protagonista - Il caso Moro
- 1990: miglior attore protagonista - Porte aperte
- 1992: Nomination miglior attore protagonista - Una storia semplice
- 1963: Nomination migliore attore non protagonista - Le quattro giornate di Napoli
- 1965: Nomination migliore attore non protagonista - Per un pugno di dollari
- 1968: migliore attore protagonista - A ciascuno il suo
- 1969: Nomination migliore attore protagonista - Banditi a Milano
- 1971: migliore attore protagonista - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
- 1972: Nomination migliore attore protagonista - La classe operaia va in paradiso
- 1974: Nomination migliore attore protagonista - Giordano Bruno
- 1989: migliore attore protagonista - L'opera al nero (L'oeuvre au noir)
- 1991: Nomination migliore attore protagonista - Porte aperte
- 1968: miglior attore - A ciascuno il suo, Banditi a Milano e I sette fratelli Cervi
- 1970: miglior attore - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
- 1972: miglior attore - La classe operaia va in paradiso
- 1987: miglior attore - Il caso Moro
- 1990: miglior attore - Porte aperte
- 1968: miglior attore - Banditi a Milano
- 1970: miglior attore - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
- 1991: miglior attore - Una storia semplice
- 1998: Premio alla carriera (postumo)
- 1987: Premio Pasinetti - Un ragazzo di Calabria
- 1991: Leone d'oro alla carriera
- 1972: Menzione speciale: "Per la sua interpretazione" - La classe operaia va in paradiso e Il caso Mattei
- 1983: Prix d'interprétation masculine - La morte di Mario Ricci (La mort de Mario Ricci)
- 1990: Premio speciale della Giuria - Porte aperte
- 1968: miglior attore - I sette fratelli Cervi
- 1986: Targa speciale: "Per la sua interpretazione" - Il caso Moro
- 1990: Golden Sacher - Tre colonne in cronaca
- 1988: Joseph Plateau Award - L'opera al nero (L'oeuvre au noir)
- 1988: miglior attore - L'opera al nero (L'oeuvre au noir)
- 1977: miglior attore - Io ho paura
- 1993: miglior attore - Il tiranno Banderas (Tirano Banderas)
- 1984: Premio Onorario
- 1991: François Truffaut Award
Omaggi
- Nel 2004, per il decennale della scomparsa, la città di Roma gli ha dedicato una via nel quartiere nuovo Casale di Nei.
- Nel 2009 e nel 2010 il Bif&st di Bari assegna un Premio intitolato a Gian Maria Volonté per il miglior attore protagonista. Nel 2014 gli viene dedicata l'intera rassegna.
- La Provincia di Roma ha intitolato all'attore scomparso la scuola di formazione istituita nel campo della cinematografia.
- Nel 2012 l'amministrazione comunale di Velletri intitola a "Gian Maria Volonté" il teatro comunale, già Teatro Artemisio, ristrutturato e riaperto dopo 25 anni.
- Dal 2003, ogni anno a La Maddalena si tiene la rassegna cinematografica La valigia dell'attore, interamente dedicata alla memoria di Volonté[16].
- Nel 2014 viene pubblicata la graphic novel Gian Maria Volonté, edita dalla casa editrice Becco Giallo.
- Nel 2016 Torino dedica una piazza (tra Via Osasco e Via Spalato) a Gian Maria Volonté.
Doppiatori italiani
All'inizio della sua carriera, come tanti altri attori italiani, Volonté è stato più volte doppiato. Nello specifico, da:
- Nando Gazzolo in Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più
- Antonio Guidi in Le stagioni del nostro amore, Summit
- Gianfranco Bellini in Sotto dieci bandiere
- Carlo Giuffré in Ercole alla conquista di Atlantide
Note
- ^ a b Gian Maria Volonté anniversario, a 20 anni dalla morte dell'attore un ricordo con le sue 10 migliori interpretazioni (VIDEO), su HuffPost, 3 dicembre 2014. URL consultato il 27 maggio 2015 (archiviato il 15 luglio 2015).
- ^ a b c d e f Enrico Lancia e Roberto Poppi, 2003, p. 283.
- ^ a b c Carlo Gaudio, 2014.
- ^ a b c d Documentario Un attore contro: Gian Maria Volonté, regia di Ferruccio Marotti.
- ^ Archivio di Stato di Torino, Corte d'Assise di Torino, Sezione Speciale, Fascicolo 191, Salone U, Scaffale 21 e seguenti - Sentenza contro Mario Volonté, 27 novembre 1946.
- ^ Mirko Cazzopoli, 2018.
- ^ Maria Letizia Compatangelo, La Maschera e il video.
- ^ Felice Laudadio, Gian Maria Volonté, un volto, una voce e le mille maschere dell'attore (PDF) [collegamento interrotto], in Cinecittà, n. 06, 2001, pp. 150-159.
- ^ Copia archiviata, su corriere.it. URL consultato il 16 gennaio 2021 (archiviato il 22 gennaio 2021).
- ^ Volonté ritorna sui teleschermi, in Stampa Sera, 15 settembre 1976, p. 15. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato il 21 settembre 2015).
- ^ La Rai con due film al festival di Cannes, in La Stampa, 26 aprile 1977, p. 6. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato il 21 settembre 2015).
- ^ Lauretta Colonnelli, Bella carriera, è stata tutta una fuga, in L'Europeo, 13 agosto 1983.
- ^ Camera 05/04/1992 Area ITALIA Circoscrizione ROMA-VITERBO-LATINA-FROSINONE - PD, su Archivio storico del Ministero degli Interni. URL consultato il 7 giugno 2020 (archiviato il 24 dicembre 2017).
- ^ Scalzone: "Mi fece scappare dall'Italia", in la Repubblica, 7 dicembre 1994. URL consultato il 4 gennaio 2020 (archiviato il 4 gennaio 2020).
- ^ Caterina Conti, Letteratura al microfono. I programmi letterari di radio RAI Trieste fra il 1954 e il 1976 (PDF), Trieste, Università degli studi di Trieste, 2014, p. 191. URL consultato il 1º febbraio 2021 (archiviato il 1º febbraio 2021).
- ^ La valigia dell'attore, su valigiattore.it. URL consultato l'8 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2014).
Bibliografia
- Mirko Capozzoli, Gian Maria Volonté, Torino, Add Editore, 2018, ISBN 9788867832071.
- Fabrizio Deriu, Gian Maria Volonté. Il lavoro d'attore, Bulzoni, 1997, ISBN 9788883190469.
- Carlo Gaudio, Il cinema civile di Gian Maria Volonté, Edizioni Nuova Cultura, 2014, ISBN 9788868123710.
- Enrico Lancia e Roberto Poppi (a cura di), Dizionario del cinema italiano. Gli artisti. Gli attori dal 1930 ai giorni nostri. M - Z, vol. 3, Gremese Editore, 2003, ISBN 9788884402691.
- Giovanni Savastano, Gian Maria Volonté. Recito dunque sono, Edizioni Clichy, 2018, ISBN 978-88-6799-492-2.
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Gian Maria Volonté
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gian Maria Volonté
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su gianmariavolonte.it.
- Volonté, Giàn Marìa, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Gian Maria Volonté, su Discogs, Zink Media.
- Gian Maria Volonté, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Gian Maria Volonté, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Gian Maria Volonté, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Gian Maria Volonté, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Gian Maria Volonté, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79160038 · ISNI (EN) 0000 0001 1030 0953 · SBN RAVV088896 · LCCN (EN) n79086045 · GND (DE) 120052121 · BNE (ES) XX1084365 (data) · BNF (FR) cb13611717q (data) · J9U (EN, HE) 987007304219305171 |
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