Carlo Lizzani

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Carlo Lizzani nel 1996

Carlo Lizzani (Roma, 3 aprile 1922Roma, 5 ottobre 2013[1]) è stato un regista, sceneggiatore, storico del cinema, critico cinematografico e produttore cinematografico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver partecipato in qualità di partigiano alla Resistenza romana[2] con Carla Capponi, Ezio Malatesta e Filiberto Sbardella, aderì con il cugino Cesare Gatti[3] al Partito Comunista Italiano[4].

Critico e saggista (autore fra l'altro di una Storia del cinema italiano, 1953, 1961 e 1979), sceneggiatore di Aldo Vergano, Giuseppe De Santis, Roberto Rossellini e Alberto Lattuada nel periodo neorealista, esordì col documentario Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato (1950) e col film Achtung! Banditi! (1951).

Tra i film da lui diretti vanno ricordati: Cronache di poveri amanti (1954), Il processo di Verona (1963), Banditi a Milano (1968), Crazy Joe (1973), Mussolini ultimo atto (1974), Storie di vita e malavita (1975), Fontamara (1980), La casa del tappeto giallo (1983), Mamma Ebe (1985), Caro Gorbaciov (1988), Cattiva (1991), Celluloide (1995) e Hotel Meina (2007), oltre agli sceneggiati televisivi Nucleo Zero (1984), Un'isola (1986) e La trappola (1989).

Dal 1979 al 1982 diresse la Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove nel 1980 ripristinò l'assegnazione dei premi[5] assenti dall'edizione del 1968.

Nel 1998 pubblicò la raccolta di suoi scritti di vario genere Attraverso il Novecento, in cui trovano posto anche aneddoti sul mondo del cinema neorealista italiano, e nel 2007 la sua autobiografia Il mio lungo viaggio nel secolo breve. Fu inoltre tutore del corso di regia di Act Multimedia, Accademia del cinema e della televisione, di Cinecittà. Il 28 marzo 2000 l'Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione[6][7]. Una seconda laurea honoris causa, in Comunicazione e produzione culturale, gli sarà poi conferita dall'Università LUMSA il 27 maggio 2009[8].

Lizzani aveva inoltre sviluppato vari progetti mai portati a termine, fra cui La passione di Angela, storia di una San Francesco donna la cui produzione era stata annunciata nel 2004 e prevedeva nel cast Donatella Finocchiaro e Raoul Bova[9][10]; una commedia intitolata La parola ai giurati e una fiction televisiva basata su Le confessioni d'un italiano di Ippolito Nievo[11].

Dal 1949 era sposato con la pittrice Edith Bieber, conosciuta a Berlino durante la realizzazione del film di Roberto Rossellini Germania anno zero.

Il 5 ottobre 2013 Carlo Lizzani si tolse la vita, gettandosi dal balcone del suo appartamento a Roma[1], mentre preparava il film L'orecchio del potere, un altro progetto coltivato fin dalla fine degli anni novanta col titolo Operazione Appia Antica[12]. Il 10 ottobre il suo feretro fu portato in una sala del Campidoglio allestita a camera ardente e, il giorno successivo, si sono svolti i funerali in forma civile[13]. La salma fu poi trasferita al cimitero Flaminio per la cremazione[14].

Nel 2014 la famiglia ha istituito in suo ricordo il Premio Lizzani, entrato tra quelli collaterali della Mostra del Cinema di Venezia e destinato all'esercente italiano che più ha dato spazio al cinema di qualità.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Lizzani (con gli occhiali) dirige una scena di Lo svitato all'Arena Civica di Milano. Sulla destra Dario Fo (1955).

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Documentari[modifica | modifica wikitesto]

  • Togliatti è ritornato - cortometraggio (1948)
  • Viaggio al sud (1949)
  • Via Emilia Km 147 (1949)
  • Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato (1950)
  • Modena, città dell'Emilia Rossa - cortometraggio (1950)
  • Amore che si paga, episodio di L'amore in città (1953)
  • La muraglia cinese (1958)
  • L'Italia con Togliatti - cortometraggio (1964)
  • L'addio a Enrico Berlinguer (1984)
  • Capitolium e Flumen, episodi di Roma imago urbis (1987)[15]
  • Cagliari, episodio di 12 registi per 12 città (1989)
  • Roma dodici novembre 1994 - cortometraggio (1995)
  • Luchino Visconti (1999)
  • Roberto Rossellini: Frammenti e battute (2000)
  • Napoli Napoli Napoli (2006)
  • Luchino Visconti - La vita come un romanzo (2008)
  • The Unionist (2010)
  • Il mio Novecento (2010)

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Il cinema italiano, Firenze, Parenti, 1953; 1954.
  • Storia del cinema italiano. 1895-1961, Firenze, Parenti, 1961.
  • Il cinema italiano. 1895-1979, 2 voll., Roma, Editori Riuniti, 1979.
  • Il discorso delle immagini. Cinema e televisione: quale estetica?, Venezia, Marsilio, 1995. ISBN 88-317-6300-8.
  • Attraverso il Novecento, Roma-Torino, Scuola nazionale di cinema-Lindau, 1998. ISBN 88-7180-190-3.
  • Il mio lungo viaggio nel secolo breve, Torino, Einaudi, 2007. ISBN 88-06-18802-X.
  • Riso amaro. Dalla scrittura alla regia, Roma, Bulzoni, 2009. ISBN 978-88-7870-393-3.
  • Il giro del mondo in 35 mm. Un testimone del Novecento, Roma, Rai-Eri, 2012. ISBN 978-88-397-1566-1.
  • Carlo Lizzani. Italia anno zero, Roma, Bordeaux Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97236-29-0.
  • Bianco e Nero, vol. 597 - Carlo Lizzani, rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia, (Edizioni Sabinae, 2020)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 18 giugno 2002[16]
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
— Roma, 2 maggio 1996[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lizzani choc: si è lanciato dal terzo piano. Biglietto ai figli: «Stacco la spina», in Corriere della Sera, 5 ottobre 2013. URL consultato il 6 ottobre 2013.
  2. ^ Enzo Piscitelli, "Storia della Resistenza romana", Bari, 1965, pp. 226-232 e passim.
  3. ^ Carlo Lizzani, Il mio lungo viaggio nel secolo breve, Einaudi, 2007, ISBN 9788806188023. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  4. ^ Paolo Spriano, "Storia del Partito comunista italiano", vol. V, "La Resistenza. Togliatti e il partito nuovo", Torino, Einaudi, 1975, p. 413
  5. ^ Storia della Mostra del Cinema, labiennale.org
  6. ^ ALLORI: TORINO, LAUREE HONORIS CAUSA PER HOBSBAWM E SCALFARI, su www1.adnkronos.com. URL consultato il 18 maggio 2021.
  7. ^ Cinema, Carlo Lizzani è morto suicida, su lastampa.it, 6 ottobre 2013. URL consultato il 18 maggio 2021.
  8. ^ Saverio Ha Detto, Al regista Carlo Lizzani la laurea targata Lumsa, su Corriere dell'Università, 27 maggio 2009. URL consultato il 18 maggio 2021.
  9. ^ (EN) Italy Production Listings - August 12 2004, su Screen Daily, 12 agosto 2004.
  10. ^ Il titolo viene incluso in diverse filmografie del regista, anche se non ci sono tracce concrete di una sua effettiva produzione.
  11. ^ Gabriella Gallozzi, Carlo Lizzani - Non ho l'età (per smettere) (PDF), su l'Unità, 22 novembre 2004, p. 19.
  12. ^ Maria Pia Fusco, Lizzani: io e Al Pacino raccontiamo le spie nell'epoca fascista, su la Repubblica.it, 20 giugno 2013. URL consultato il 23 marzo 2021.
  13. ^ I funerali (civili) del suicida Carlo Lizzani: Carla Fracci in prima fila | Attualità
  14. ^ Per il regista Carlo Lizzani oggi la camera ardente in Campidoglio / Cronaca - Nuovo Paese Sera Archiviato il 14 ottobre 2013 in Internet Archive.
  15. ^ Valentina Vincenzini, Filmografia essenziale (PDF), su Mostra Internazionale del Nuovo Cinema.
  16. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  17. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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