Le quattro giornate di Napoli
Le quattro giornate di Napoli | |
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Titolo originale | Le quattro giornate di Napoli |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1962 |
Durata | 116 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico, storico, guerra |
Regia | Nanni Loy |
Soggetto | Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy e Vasco Pratolini |
Sceneggiatura | Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Nanni Loy |
Produttore | Goffredo Lombardo |
Casa di produzione | Titanus |
Fotografia | Marcello Gatti |
Montaggio | Ruggero Mastroianni |
Effetti speciali | Serse Urbisaglia |
Musiche | Carlo Rustichelli |
Scenografia | Gianni Polidori |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Le quattro giornate di Napoli è un film drammatico del 1962 diretto da Nanni Loy.
Il film, ispirato al libro di Aldo De Jaco La città insorge: le quattro giornate di Napoli del 1956, fu prodotto da Goffredo Lombardo e fu candidato all'Oscar nel 1962 come miglior film straniero e per la sceneggiatura.
Il film è dedicato all'undicenne Medaglia d'oro al valor militare Gennaro Capuozzo; all'uscita provocò polemiche in Italia e Germania che coinvolsero tra l'altro anche l'allora ambasciatore tedesco in Italia Manfred Klaiber[1].
Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Jatevenne ricchiun'!» |
(Urlo di un partigiano napoletano, rivolto ai tedeschi, al termine delle quattro giornate) |
Il film descrive la rivolta popolare scoppiata a Napoli spontaneamente a seguito della fucilazione di alcuni marinai italiani il 28 settembre del 1943 e che in quattro giorni sconfisse e mise in fuga le truppe tedesche dalla città prima dell'arrivo degli Alleati. Il film è corale e vi si mescolano singoli episodi e personaggi popolari protagonisti della rivolta. Dai ragazzi fuggiti dal riformatorio per unirsi all'insurrezione al piccolo Gennarino Capuozzo che muore con una bomba in mano pronto a lanciarla sui carri armati nazisti a tanti altri personaggi, tra i quali va ricordato Adolfo Pansini.
Produzione[modifica | modifica wikitesto]
Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]
Soggetto[modifica | modifica wikitesto]
Il soggetto nacque Anni '60 da un'idea di Vasco Pratolini, la sua stesura non fu mai data alle stampe fino al 2017 ed il suo dattiloscritto originale è conservato presso l'Archivio Contemporaneo "Alessandro Bonsanti" di Firenze.[2] La stesura filmica fu poi realizzata dallo stesso Vasco Pratolini con l'aiuto di Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa.[3]
Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]
La sceneggiatura fu scritta da Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Carlo Bernari e Nanni Loy.[4]
Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]
Sebbene il film sia stato girato interamente a Napoli, una sequenza è stata girata a Salerno: la scena dello stadio "del Vomero", in seguito denominato Stadio Arturo Collana, presso cui effettivamente avvenne il rastrellamento dei napoletani, in realtà fu girata allo stadio Donato Vestuti di Salerno[5]. Analogamente, la scena della fucilazione del marinaio livornese, avvenuta nella realtà sulle scalinate dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" al Corso Umberto I, è stata invece girata davanti all'Accademia di Belle Arti di Napoli, in Via Bellini[5].
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- 1963 - Golden Globe
- Candidatura a Miglior film straniero (Italia)
- 1963 - Nastro d'argento
- Regista del miglior film a Nanni Loy
- Migliore sceneggiatura a Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy
- Migliore attrice non protagonista a Regina Bianchi
- Candidatura a Migliore attore non protagonista a Gian Maria Volonté
- Candidatura a Migliore attrice non protagonista a Lea Massari
- Candidatura a Migliore colonna sonora a Carlo Rustichelli
- 1963 - Globo d'oro
- Candidatura a Miglior film a Nanni Loy
- 1963 - Grolla d'oro
- Miglior produttore a Goffredo Lombardo
- 1963 - Laceno d'oro
- Migliore regia a Nanni Loy
- 1963 - Premio Oscar[6].
- Candidatura a Miglior film straniero (Italia)
- 1964 - Premio Oscar
- 1964 - British Academy Film Award
- Candidatura a Miglior film straniero (Italia)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Ugo Maria Olivieri, Mario Rovinello e Paolo Speranza, p.63.
- ^ (IT) Vasco Pratolini, Un romanzo napoletano, in Maria Carla Papini (a cura di), "L'ammuina", Collana "Moderna/Comparata": nº 23, progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández e Pagina Maestra S.n.c., 1ª ed., Firenze, Firenze University Press, 2017 2017, pp. 9-10, ISBN 9788864535289, ISBN 9788864535296 (online PDF), ISBN 9788864535302 (online ePub).
- ^ (IT) Vittorio Ricciuti (a cura di), La sceneggiatura, in "Le quattro giornate di Napoli", Collana "Il cinematografo": Film in radiografia nº 2, prefazione di Giuseppe Marotta, 1ª ed., Roma, Edizioni FM, 1962 1962, pp. 108 e 151.
- ^ (IT) Vittorio Ricciuti (a cura di), La sceneggiatura, in "Le quattro giornate di Napoli", Collana "Il cinematografo": Film in radiografia nº 2, prefazione di Giuseppe Marotta, 1ª ed., Roma, Edizioni FM, 1962 1962, pp. 108 e 151.
- ^ a b Le 4 giornate di Napoli-Location verificate, su davinotti.com. URL consultato il 18 luglio 2022 (archiviato il 18 luglio 2022).
- ^ Ugo Maria Olivieri, Mario Rovinello e Paolo Speranza, p.1.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ugo Maria Olivieri - Mario Rovinello - Paolo Speranza (a cura di), L'onda della libertà.Le Quattro Giornate di Napoli tra storia, letteratura e cinema, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2015, ISBN 978-88-495-3048-3.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Le quattro giornate di Napoli, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Le quattro giornate di Napoli, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Le quattro giornate di Napoli, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Le quattro giornate di Napoli, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN, ES) Le quattro giornate di Napoli, su FilmAffinity.
- (EN) Le quattro giornate di Napoli, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Le quattro giornate di Napoli, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- "Le Quattro Giornate di Napoli" sui social networks, Vesuviolive.it, su vesuviolive.it.