Vincenzo Stimolo

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Vincenzo Stimolo
Vincenzo Stimolo interpretato dall'attore Gian Maria Volonté nel film "Le quattro giornate di Napoli" di Nanni Loy (1962)
SoprannomeEnzo, Corvo
NascitaNapoli, 22 novembre 1911
MorteEmilia-Romagna, 28 febbraio 1945
Cause della mortefucilazione
Luogo di sepolturasconosciuto
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio esercito
Arma
Corpo
Specialità
  • Artigliere pesante
Unità
Anni di servizio
Grado
GuerreSeconda Guerra Mondiale
CampagneCampagna d'Italia (1943-1945)
BattaglieQuattro giornate di Napoli
AzioniMissione Zucca; Missione Corvo
Altre caricheAgente produttore libero di piazza/zona INA-Assitalia (01.10.1940-1943)
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Vincenzo Stimolo, noto anche col diminutivo Enzo (Napoli, 22 novembre 1911Emilia-Romagna, 28 febbraio 1945), è stato un militare, partigiano e agente segreto italiano.

Nel corso della seconda guerra mondiale si distinse come uno dei protagonisti dei combattimenti che ebbero luogo durante quelle che sono note come le quattro giornate di Napoli e che portarono alla cacciata delle truppe tedesche dalla città prima dell'arrivo delle forze alleate. Successivamente continuò a combattere in collegamento con i servizi segreti americani, partecipando a missioni clandestine nell'Italia del Nord.

Vincenzo, figlio di Vito Stimolo[1], è stato tradizionalmente ritenuto capitano di artiglieria[2] del Regio Esercito, mutilato di un braccio e reduce del fronte russo[3][4]. In realtà, un'accurata ricostruzione biografica basata su documentazione di archivio ha evidenziato che Stimolo prestò effettivamente il servizio militare in artiglieria, ma come soldato scelto e non come ufficiale, e che prima dell'impegno resistenziale non fu mai operativo in zona di guerra, essendo congedato per motivi di salute e lavorando come assicuratore[5], né fu mutilato.

Le quattro giornate di Napoli[modifica | modifica wikitesto]

Poche settimane dopo l'Armistizio di Cassibile, a seguito del disfacimento delle forze armate italiane, i tedeschi avevano occupato militarmente tutta l'Italia del centro e del Nord. Anche Napoli aveva subito la stessa sorte, sotto il comando del colonnello Walter Scholl[6], il quale aveva iniziato la distruzione delle infrastrutture cittadine ed imposto ai napoletani condizioni sempre più pesanti ed infine inaccettabili che avevano provocato la reazione dei napoletani. Preceduti da spietate esecuzioni ed arresti di cittadini e militari italiani, a partire dal 27 settembre 1943 si erano avuti sporadici attacchi ai soldati tedeschi rapidamente sfociati in una estesa rivolta popolare.

Duecento giovani, per sfuggire al reclutamento tedesco, si erano rifugiati in un podere della zona del Vomero, in contrada Pagliarone, in attesa dello sviluppo degli eventi. Nel primo pomeriggio del 28 settembre alla fine di via Belvedere del Vomero un mezzo tedesco fu al centro di un conflitto a fuoco con i partigiani di Stimolo, che nei giorni precedenti si erano procurati le armi assaltando e saccheggiando l'armeria di Castel Sant'Elmo: questa viene considerata la scintilla che fece nascere il fuoco della rivolta nella città, come ricorda una lapide posata presso la Masseria Pagliarone[7].

A seguito dell'episodio furono catturati come ostaggi 47 cittadini (l'ordinanza tedesca emanata da Scholl pochi giorni prima prevedeva come rappresaglia l'esecuzione di 100 italiani per ogni tedesco ucciso) e rinchiusi nel campo sportivo "Littorio" del Vomero. Con l'obbiettivo di liberarli Stimolo, al comando dei volontari che si erano raccolti attorno a lui, attaccò il luogo di prigionia, assediandolo sino a che il comandante tedesco, il maggiore Hugo Saggau, chiese di poter parlamentare per poter permettere l'evacuazione dei militari della Wehrmacht assediati in cambio della liberazione degli ostaggi. Stimolo trattenne Saggau, decidendo di incontrare personalmente il comandante Scholl il quale accettò, concordando con lui l'immediato ritiro dalla città delle truppe tedesche e la liberazione di tutti i 47 ostaggi incarcerati, come effettivamente avvenne.[8]

Il giorno dopo, il 30 settembre, le truppe tedesche abbandonarono la città insorta, precedendo di un giorno l'arrivo delle avanguardie delle truppe alleate, accolte festosamente dalla popolazione liberata.

Le missioni speciali[modifica | modifica wikitesto]

Stimolo (sempre identificato con il grado di capitano o di tenente) continuò successivamente a combattere come militare del Regio esercito (nel frattempo entrato in guerra contro la Germania), partecipando con il nome di battaglia "Corvo"[9] ad alcune missioni clandestine organizzate in stretta collaborazione con l'OSS nel Centro-Nord Italia occupato dai nazifascisti.

A seguito dell'Armistizio di Cassibile, con la nascita di nuovi rapporti di collaborazione tra i servizi segreti italiani ed alleati, fu costituita presso il Governo Badoglio una sezione di collegamento tra l'OSS (Office of Strategic Services) statunitense e il Servizio Informazioni Militare (SIM) italiano con a capo il maggiore Andre Bourgoin, un americano di origine francese. Il SIM, tuttavia, era rimasto sempre lo stesso organismo del Governo fascista, talvolta anche con il medesimo personale per lo più di matrice fascista, e ciò in alcune situazioni portò ad esiti ambigui ed anche drammatici.[10]

Con l'obbiettivo di costituire una rete di nuovi agenti disponibili ad operare nel Nord Italia, Bourgoin reclutò alcuni militari tra cui anche Stimolo con suo fratello Luigi[11] distintisi per il loro valoroso comportamento durante l'insurrezione napoletana.[2] L'impiego del personale militare italiano o di civili militarizzati, da parte degli Alleati, avvenne infatti anche attraverso le cosiddette “missioni speciali”, operazioni condotte in genere da un capo missione assieme ad un altro uomo e un radiotelegrafista, da sbarcarsi sulle coste del Nord Italia con l'obbiettivo di stabilire collegamenti con le forze partigiane locali, coordinare con loro la fornitura di armi e materiale utile, raccogliere e trasmettere via radio informazioni sulla consistenza ed i movimenti delle forze armate nazifasciste. Ad ogni missione era assegnata una denominazione in codice.[12]

La missione Zucca[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del 1944 il tenente di artiglieria Piero Ziccardi (Zucca, Bruno), operativo nell'ambito del 2677º Reggimento OSS–U.S. Army, fu inviato a Genova per attuare un collegamento fra il Comando Supremo e la città, con l'aiuto degli americani: obbiettivo della missione era individuare un tratto di spiaggia ligure in cui coordinare lo sbarco di uomini ed equipaggiamento per la Resistenza ligure.[12]

Egli iniziò a tessere una rete informativa che venne consolidata con l'arrivo dei membri della missione Corvo, muniti di radiotrasmittente, sotto il nuovo comando di Tristano Luise (Dattilo). Il gruppo clandestino subì un primo duro colpo la notte del 22 febbraio 1944, a Riva Santo Stefano, quando la polizia sorprese alcuni appartenenti all'organizzazione (tra cui Stimolo) che attendevano un sommergibile alleato che doveva sbarcare materiale. Vi fu uno scontro a fuoco che coinvolse direttamente Stimolo, una radio fu sequestrata e fu persa una borsa piena di documenti.[12]

Nei mesi successivi, a causa della delazione di un membro nell'organizzazione che faceva il doppio gioco, vennero scoperti ed arrestati numerosi membri della missione, tra cui gli stessi Dattilo e Zucca nell'estate del 1944[13], compromettendone definitivamente l'esito.

La missione Corvo[modifica | modifica wikitesto]

Poco dopo la liberazione di Napoli, Stimolo era stato inviato da Bourgoin assieme ad altri a Roma per prendere contatti con i gruppi partigiani locali, tornando alla base di Pozzuoli alla fine del mese di novembre 1943.[2]

Successivamente era stato imbarcato nel sommergibile Axum che, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre 1943 il aveva sbarcato sulle rive tra Pesaro e Gabicce, al di sotto del Colle San Bartolo, numerosi agenti inviati da Bourgoin, destinati a varie distinte missioni nel Nord Italia.[12] Tra di essi vi era Stimolo (Corvo), con l'obiettivo di raggiungere a Roma il fratello Luigi (Civetta) e con lui ed il radioperatore Aldo Montesi (Maria Giovanna), ricongiungersi con gli uomini della missione Zucca operativi a Genova per supportarli nel portare a termine l'incarico affidato.

Il 22 febbraio 1944 Stimolo, Luise e Montesi, scesi alla stazione ferroviaria di Sanremo, furono bloccati da militi della RSI che chiedevano di ispezionare la loro valigetta, in cui era contenuta la radiotrasmittente. Stimolo, riuscito ad evitare la perquisizione con una scusa credibile, venne subito dopo bloccato da un individuo in borghese che richiese nuovamente di ispezionare la valigetta e che, alle risposte evasive dei cospiratori, fece l'atto di tirare fuori una rivoltella. A quel punto Stimolo abbandonò la valigia e si diede alla fuga, inseguito dai colpi di pistola, mentre i suoi compagni furono arrestati ma successivamente rilasciati, riuscendo abilmente a liberarsi dei documenti compromettenti che avevano addosso.[14]

Stimolo, dopo alcuni giorni di fuga braccato dalla polizia, ritornò a Genova, continuando ad operare clandestinamente. Nei mesi successivi, tuttavia, anche a causa di inadeguate precauzioni e della presenza di un infiltrato, la missione venne compromessa a causa degli arresti dei suoi membri, finché egli improvvisamente scomparve per sempre, probabilmente fucilato dai tedeschi nel 1945.[14][15]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

La sua figura è stata interpretata dall'attore Gian Maria Volontè nel film "Le quattro giornate di Napoli" (1962) del regista Nanni Loy[16].

Reparti militari assegnati[modifica | modifica wikitesto]

Alias utilizzati[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vito Stimolo, di Vincenzo, nacque il 4 gennaio 1881. Il 1º luglio 1925, Maresciallo di 1ª Classe nel Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza (86° su 688 nel 1933, gli viene conferita la Medaglia d'Argento al Merito di Servizio. Entra nel Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza nel 1903, il 7 ottobre 1921 è promosso ad anzianità col grado di Maresciallo Capo rimanendo alla Legione di Napoli (Bollettino Ufficiale del Ministero dell'Interno; nº 11 dell'11 aprile 1922; Pag. 799). Il 1º Luglio 1925 è promosso ad anzianità col grado di Maresciallo di 1ª Classe, alla Legione di Milano (Ministero dell'Interno - Direzione Generale della Pubblica Sicurezza; "Ruoli di Anzianità dei sottufficiali del Corpo Agenti di P.S. al 1º Luglio 1933"; Istituto Poligrafico dello Stato; Roma; 1933; Pag. 6), e dal 18 aprile 1926, per variazioni d'indennità caro-viveri, ha uno stipendio mensile di Lit. 393,50 con nuove assegnazioni mensili di Lit. 341,80 (Bollettino Ufficiale del Ministero dell'Interno; nnº 18-19 del 21 giugno / 1º luglio 1926; Pag. 688). Dopo 35 anni va in congedo. Con R.D.L. nº 57 del 21.02.1938, Vito Stimolo viene richiamato in servizio temporaneo il 1º marzo 1938 presso la Prefettura di Napoli come Maresciallo di 1ª Classe (Ministero dell'Interno; "Bollettino Ufficiale del Corpo degli Agenti di P.S."; nnº 14-15 del 20-30 maggio 1938; Libreria dello Stato; Roma; 1938; Pag. 389). Con Decreto Ministeriale Interno nº 90 del 03.09.1938 148 Marescialli di 1ª Classe, in congedo, venivano richiamati in servizio; tra questi, al 15º posto, c'è ancora Vito Stimolo, assegnato in servizio temporaneo, di 2 mesi e mezzo, presso la Prefettura di Napoli (Ministero dell'Interno; "Bollettino Ufficiale del Corpo degli Agenti di P.S."; nnº 35-36 del 20-30 dicembre 1938; Libreria dello Stato; Roma; 1938; Pag. 1094).
  2. ^ a b c Gabriele Ranzato, La liberazione di Roma: Alleati e Resistenza, Editori Laterza, 7 febbraio 2019, ISBN 9788858136287. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  3. ^ Mario Palermo, Intervento al Senato "Per il ventesimo anniversario delle quattro giornate di Napoli" (VI Legislatura) (PDF), 1º ottobre 1963.
  4. ^ Aldo Di Gioia e Anna Aita, La lunga notte. Le quattro giornate di Napoli, Rogiosi, 2012, p. 52.
  5. ^ Gaetano Barbarulo, Una vita al cardiopalma. La vera storia di Enzo Stimolo, il 'Capitano' delle Quattro Giornate di Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2019, pp. 12-30. Il ruolo matricolare di Stimolo, elaborato presso il distretto militare di Casale Monferrato, è attualmente conservato presso l'Archivio di Stato di Alessandria.
  6. ^ Walter Scholl, su feldgrau.com. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  7. ^ Lastra alle quattro giornate di Napoli alla masseria Pagliarone | Pietre della Memoria, su pietredellamemoria.it. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  8. ^ Alessandro Bonvini e Federico Esposito, La prima scintilla che infiammò la resistenza [Quattro giornate di Napoli #1], su ilcorsaro.info. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  9. ^ Da non confondere con Max Corvo.
  10. ^ Ennio Tassinari, La campagna d’Italia dell’OSS e di Max Corvo (PDF), in Patria Indipendente, 18 febbraio 2007, p. 33.
  11. ^ Luigi Stimolo, detto Gino e poi "Civetta" in codice, nato a Siracusa il 14 luglio 1918, iscritto al Distretto Militare di Venezia (per leva) ed a quello di Napoli (per residenza), dopo avere frequentato presso la Scuola Militare di Fano il Corso Normale A.U.C. (2º Blocco - Circolare n. 227 Giornale Militare 1940) fu nominato sottotenente di complemento dell'Arma di Fanteria, con anzianità dal 1º agosto 1941, con, in pari data, il servizio di prima nomina (di durata di 7 mesi) presso il Deposito del 41º Reggimento Fanteria della 37ª Divisione Fanteria "Modena" (Bollettino Ufficiale del Ministero della Guerra, Dispensa nº 116 del 27.11.1941, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, Pag. 2228) e successivamente (dopo il 20 luglio 1942) Comandante di Pattuglia Arditi-Paracadutisti della 121ª Compagnia Paracadutisti del IV Battaglione Paracadutisti del X Reggimento Arditi (Luigi Emilio Longo; “I “reparti speciali” italiani nella seconda guerra mondiale, 1940-1943”; Collana: “Testimonianze fra cronaca e storia: Guerre fasciste e seconda guerra mondiale” nº 174; Edizione I; Ugo Mursia Editore; Milano; 1991; Pag. 145; ISBN 8842507342; ISBN 9788842507345). Dopo la guerra divenne capostazione ferroviario prima a Caserta poi a Napoli [risulta idoneo, al 12º posto, al “Concorso a 50 posti di sottocapo delle stazioni in prova” (Decreto Ministeriale delle Comunicazioni nº 51 del 03.07.1940, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia nº 172 del 24.07.1940 a Pag. 2784 e sul Bollettino Ufficiale delle Ferrovie dello Stato nº 33 del 15.08.1940 a Pag. 322); inoltre, risulta idoneo, al 152º posto, al “Concorso a 600 posti di alunno d’ordine in prova delle stazioni” (Decreto Ministeriale delle Comunicazioni nº 296 del 01.08.1940, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia nº 201 del 28.08.1940 a Pag. 3198 e sul Bollettino Ufficiale delle Ferrovie dello Stato nº 33 del 15.08.1940 a Pag. 344; Federico Paolini; “Storia del Sindacato ferrovieri italiani, 1943-1958”; Collana: “Ricerche”; Marsilio Editori; Venezia; 1998; Pagg. 113, 294; ISBN 8831771000; ISBN 9788831771009)] e partecipò nel Casertano all'organizzazione del PCI, facendo parte del Consiglio Direttivo dell'ANPI e del Consiglio Comunale di Caserta (“Meridione: Sud e Nord nel mondo”; Volume 5 "Musei di Napoli"; Edizioni Scientifiche Italiane; Napoli, 2005; Pagg. 136, 214, 217 / Giuseppe Capobianco; “Sulle ali della democrazia: il PCI in una provincia del Sud (1944-1947)”; Collana: “La Campana” nº 4; Edizione I; Spartaco; Santa Maria Capua Vetere (CE); 2004; ISBN 8887583315; ISBN 9788887583311 / Giuseppe Capobianco; “Una nuova questione meridionale: scritti scelti 1979-1992”; Collana: “La Campana” nº 5; Edizione I; Spartaco; Santa Maria Capua Vetere (CE); 2004; Pagg. 144, 175, 246, ISBN 8887583331; ISBN 9788887583335). Fu sposato con Alma Menis (tipico cognome della zona Gemonese Archiviato il 30 gennaio 2018 in Internet Archive.-Collinare, a nord di Udine: http://www.friulinprin.beniculturali.it/ita/WebAsud/), partigiana friulana, che era stata catturata e seviziata dai tedeschi nel Campo di Concentramento di Bolzano (con matricola nº 10564 nel Blocco F [1]) (Dario Venegoni; “Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano: una tragedia italiana in 7809 storie individuali”; Edizione II; Mimesis, 2004; Pag. 243; ISBN 8884832241; ISBN 9788884832245 / “Meridione: Sud e Nord nel mondo”; Volume 5 "Musei di Napoli"; Edizioni Scientifiche Italiane; Napoli, 2005; Pag. 214) e che lo segue nel Dopoguerra nell'organizzazione del PCI nel Casertano, residendo a Sparanise.
  12. ^ a b c d Giuliano Manzari, La partecipazione della Marina alla guerra di Liberazione (8 settembre 1943 - 15 settembre 1945) (PDF), in Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, marzo 2015.
  13. ^ Gianni Ferraro, Enciclopedia dello spionaggio nella seconda guerra mondiale, Voce: "Ziccardi Piero", S. Teti, 2010, ISBN 9788888249278. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  14. ^ a b Peter Tompkins, L'altra Resistenza. Servizi segreti, partigiani e guerra di liberazione nel racconto di un protagonista, Il Saggiatore, 2009, ISBN 9788856501223. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  15. ^ Banca dati dei Caduti e Dispersi della 2ª Guerra Mondiale, su difesa.it. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  16. ^ Nel film l'attore interpreta un militare di cui rimane ignoto il nome, simbolicamente rappresentando i numerosi militari che contribuirono in maniera fondamentale al successo della rivolta. Tuttavia per alcune caratteristiche (il tipo di azione, il grado, la mutilazione) esso è chiaramente identificabile in Stimolo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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